Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - 04

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condursi i lavorii ad una qualità tollerabile; e siccome i coloni
avevano le materie alla mano, così potevano anche sperare di potergli
vendere ad onesti prezzi; che anzi crescendo l'industria, siccome
avviene, dovevano credere che diventassero di tal sorta, che i vicini
loro e Portoghesi e Spagnuoli gli comperassero. Ma senza entrare nelle
cose a venire, egli è certo, che la sola interruzione del traffico tra
le colonie americane e l'Inghilterra recava a questa un danno
gravissimo; poichè si sapeva che le colonie, senza contare le robe
forestiere, che elleno ricevevano dalle mani degli Inglesi, facevano
annualmente di proventi, o lavorii inglesi un procaccio di tre milioni
di sterlini. L'entrata pubblica si risentì grandemente a questa novità;
essendochè le gabelle poste in sull'estrarre dall'Inghilterra le robe
per alla volta dell'America, e quelle poste sull'introdurre in
Inghilterra le robe, che i mercatanti forestieri vi mandavano in cambio
di quelle, che essi ricevevano dalle colonie inglesi, andarono soggette
a grandissima diminuzione. Di qui cominciarono a nascere quei cattivi
semi, i quali non che spenti fossero dal governo inglese, furono per lo
contrario continuamente dileticati, finchè produssero una manifesta
rovina.
Ma comechè queste insolite gabelle avessero tanta commozione d'animi
prodotto nell'America inglese, e quegli abitanti le condannassero, come
grandemente nocive ed ingiuriose, e così agramente se ne dolessero,
tuttavia non le consideravano, come se vere tasse o balzelli fossero; ma
sì solamente come regole di commercio, le quali il Parlamento aveva
facoltà di stabilire. E sebbene credessero, questo essersi allontanato
da quella paterna benevolenza, che per lo spazio di più d'un secolo
aveva verso le colonie di ostrato, stimavano ciò non di manco, non aver
oltrepassato i limiti dell'autorità sua. Ma i Ministri inglesi
nell'animo loro nutrivano un disegno assai più vantaggioso all'erario, e
più pernizioso, secondo l'opinione dei coloni, e fatale alle libertà
americane. Quest'era di voler porre sulle colonie tasse, o balzelli per
mezzo dell'autorità del Parlamento; e ciò a fine di ottenerne un'entrata
pubblica da impiegarsi a disponimento del Parlamento medesimo. Il quale
disegno non era nuovo, ma covava già da lungo tempo nelle teste inglesi.
Alcuni di questi ghiribizzatori, i quali vanno sempre girandolando nuovi
arzigogoli, ed andirivieni per trar denaro dalle borse dei popoli,
avevano insinuato, già fin dall'anno 1739, a tempo della guerra colla
Spagna, a Roberto Valpole, in quel tempo primo Ministro in Inghilterra,
di tassar le colonie; ai quali quell'uomo accortissimo, e dei negozj di
commercio e di governo intendentissimo, rispose ghignando: «Questo,
disse, lo voglio lasciare a qualcuno de' miei successori, il quale abbia
più coraggio di me, e sia meno al commercio amico, ch'io non sono. Ho
sempre creduto durante la mia amministrazione di dovere nel più ampio
modo incoraggire il commercio delle colonie americane, e così ho fatto;
anzi ho anche giudicato di dar passata a qualche irregolarità nel loro
trafficar coll'Europa; imperciocchè io porto opinione, che, dando favore
al traffico loro colle nazioni forestiere, se essi guadagnano
cinquecentomila lire di sterlini, nel termine di due anni ben dugento
cinquantamila di questi saranno nel tesoro di Sua Maestà entrati; e ciò
per l'industria ed i proventi di questo regno, essendochè una sterminata
quantità di ogni sorta delle nostre manifatture è portata colà. E se più
dilatate il commercio loro cogli esteri, e più leveranno delle nostre
manifatture. Questo è un tassargli in una maniera più conforme alle
costituzioni e loro e nostre». Ma ora, che la potenza inglese era da un
canto salita a tanta grandezza, che pareva, non le colonie americane
sole, ma tutta l'Europa, che fossero a' suoi danni congiurate, non
potessero contrastar a' suoi voleri, e che dall'altro tanta gloria e
tanta grandezza s'erano con sì grande dispendio conseguite, che il
debito pubblico ascendeva alla maravigliosa somma di un centinajo e
quarantotto milioni di sterlini, che sono a un di presso tre migliaja di
milioni e cinquecento cinquanta due milioni di franchi; ora che vi si
andava rivilicando ogni sorta di roba, ogni maniera di esercizj per
porvi su le tasse ed i balzelli, si credette fosse tempo opportuno, anzi
cosa necessaria il tassar le colonie, per la sicurezza e prosperità
delle quali principalmente si era sì terribil guerra intrapresa,
incontrati tanti pericoli, sparso tanto sangue, e spesa tanta pecunia.
In quanto poi alla particolarità della tassa si fermarono in quella
della carta marchiata, la quale era di già in uso nell'Inghilterra; e si
sapeva, per quanto riguarda la natura sua, essere meno dagli Americani
avversata, purchè però fosse ordinata dal presidente unitamente al Gran
Consiglio secondo il modo di amministrazione colonaria da essi proposto,
e non per autorità del Parlamento. Non mancarono neanco Americani, i
quali favorirono in Inghilterra, e, forse i primi, suggerirono questo
nuovo modo di tassar le colonie; e fra gli altri e' pare che un Huske
nativo di Portsmouth del Nuovo Hampshire sia stato uno dei principali
promovitori. La quale proposta fu udita molto volentieri, siccome sono
per l'ordinario dai Capi dei governi tutte le girandole poste loro
avanti da uomini ghiribizzosi ed avari per cavar denaro dai popoli. Le
orecchie inglesi non potevano udire suono più grato di questo;
perciocchè, se da una parte erano i popoli dell'Inghilterra gravatissimi
per le tasse e vecchie e nuove, dall'altra sapevano, o almeno avevano
udito raccontare, che in America vi fosse di ogni bene vivente. Avere
forse, dicevano, i coloni a sfoggiarla da principi, mentre gl'Inglesi
s'affaticano e sudano per procacciarsi un difficile sostentamento alle
vite loro? Gli uffiziali, che avevano in quei paesi guerreggiato,
ritornando a casa, riferivano gran cose sulla prosperità e
soprabbondanza americana. Le quali non erano a' tempi delle stanze loro
in America lontane dal vero. Correva allora in gran copia il danaro per
le Terre americane, mandandone il governo, e spendendosene grosse somme
pel vitto e mantenimento delle armate e degli eserciti. Allora i
proventi americani erano molto ricercati, ed il commercio in fiore.
Essendovi i popoli di propria natura cortesi ed ospitali, e trovandosi
ad avere assai forestieri alle case, erano molto indulgenti nello
spendere; e la guerra essendo terminata, ogni pericolo lontano, e spenta
la potenza di un nemico inveterato, che annidava prima nelle viscere
della contrada, si erano recato a debito loro il fare le più onorate
accoglienze potessero a coloro, i quali avevano tanto alla presente
sicurezza e felicità contribuito. Perciò non cadendo più dubbio, nè
intorno alla necessità di trarre un'entrata pubblica dalle colonie, nè
intorno la prontezza dei coloni a concorrervi per mezzo dell'imposta
della marca sulla carta, nè dell'abilità loro a soddisfarvi, si vinse
nella Camera dei Comuni addì 10 marzo del 1764 una provvisione, la quale
determinò, _essere cosa convenevole d'imporre certe gabelle di marca
nelle colonie e piantagioni_. Questa provvisione non fu quell'anno
seguitata da nissun'altra, la quale la riducesse all'atto, e si tenne,
come una semplice intenzione da mettersi ad effetto nell'anno avvenire.
Se l'atto della marca fosse stato ad un tratto posto ad esecuzione nelle
colonie, queste vi si sarebbero forse sottomesse, se non senza qualche
mal motto, almeno senza quell'aperta opposizione, che si manifestò
dappoi; e si sa, potersi più facilmente contenere il popolo nella
quiete, che fermarlo quando egli è mosso. I principali coloni non
avrebbono avuto il tempo di fare i discorsi sul medesimo, predicando di
lontano ai popoli dell'America i mali, che dal consentimento loro a
questa nuova imposizione dovevano origine avere. E siccome essi mali
sono più paurosi di lontano, che da vicino, non avendo i coloni dalla
subita imposizione provato quel danno, che nell'incerto avvenire
temevano, si sarebbero quietati; e molto meno avrebbero avuto tempo
d'infiammarsi l'un l'altro contro il balzello; sì fattamente, che ogni
novella, che ne arrivasse in qualche parte, quasi in un momento si
propagava a tutte le altre, e produceva negli animi loro una tale e
tanta alterazione, e ciò in tutti gli ordini, e specialmente nel minuto
popolo, che tutti mettendo dall'un de' lati le antiche rivalità, la
varietà delle abitudini e la diversità delle opinioni nelle materie
politiche e religiose, concorrevano in ciò, non essere da sopportarsi
una legge vinta in un modo tanto contrario agli usi antichi, ai
privilegj loro, come coloni, ed ai diritti loro, come sudditi inglesi.
Così, coll'avere voluto accennare prima di colpire, il governo inglese
produsse in America contro un suo solenne decreto un'ardenza, ed unanime
concorso di volontà determinatissime, e privò sè stesso di quella
facilità ad obbedire, la quale nasce nei popoli dalle parzialità, dalle
divisioni e dalle diversità degl'interessi loro.
Il primo ministro Grenville era stato autore dell'indugio, sperando, che
le colonie, avuti gli avvisi, avrebbero proposto, quando non gradissero
la marca, da sè medesime un altro balzello, il quale fosse per gettar
quella somma, che dalla imposta della marca si aspettava; e perciò,
quando gli agenti delle colonie lo andarono a visitare, disse loro,
ch'egli era apparecchiato a ricevere da parte delle colonie tutt'altra
offerta di tassa, la quale potesse gettare tanta quantità di moneta,
quanta s'intendeva, la tassa della marca dovesse gettare; accennando
anche destramente, che sarebbe ora in facoltà loro, consentendo, di
porre un esempio di esser del parer loro richiesti, primachè una tassa
qualsivoglia avesse a imporsi sulle colonie per autorità del Parlamento.
Molti nell'Inghilterra, e forse anche gli agenti medesimi attribuirono a
cortesia questo procedere del ministro; ma oltramare la cosa ebbe
tutt'altro incontro, esclamandovi tutti, essere questa una carità
pelosa. Poichè pensarono, che qualunque state fossero le offerte, il
ministro avrebbe sino ad un picciolo volutane l'intiera somma, che
credeva essere del bisogno; il che significava, volere o non volere,
avere in ogni caso a fare l'intendimento di lui, e la sua essere
cortesia da furbi. Si sapeva, ch'ei non sarebbe stato contento a meno di
trecentomila lire di sterlini all'anno, la qual somma era al tutto
necessaria giudicata per far le spese all'esercito, che s'intendeva
dover alloggiar nelle colonie per la difesa loro. Nissuno degli agenti
ebbe il mandato di aderire. Due soli allegarono, avere in commissione di
dichiarare, le province essere apparecchiate a sopportare la parte
dell'imposta della marca quando questa fosse secondo i metodi consueti
stabilita. Perlochè il ministro, non avendo nissuna proposizione od
offerta udito, che piacere gli potesse, deliberò di proseguire il
disegno dell'atto della marca.
Ma in America la concitazione era grave, non solamente fra i particolari
cittadini, ma ancora fra i maestrati; e tutti in ciò consentivano, il
Parlamento non avere autorità di tassar le colonie. In ogni parte si
facevano cerchiolini e capannelle; ed il soggetto della conversazione di
tutte le brigate era la tassazione. Ogni giorno, e quasi ogni ora
scemava negli Americani il rispetto e l'amore verso la nazione
britannica, e cresceva la voglia del resistere. E siccome suole accadere
nei moti popolari, chi ne diceva di più, questi n'era più applaudito, e
miglior popolano tenuto. I benefizj per sì lungo tempo dalla metropoli
collocati nell'America erano posti in dimenticanza, ed era frequente
costume diventato, e gratissimo al popolo di leggere in sul libro delle
angherie inglesi. Queste erano con vivi colori dimostrate dai caporioni
alla gente, che concorreva ad udirgli, e di continuo esacerbati gli
animi da somiglianti dicerìe. Le assemblee dei rappresentanti, e
principalmente quelle di Massacciusset e della Virginia, mandarono
istruzioni agli agenti in Londra, perchè usassero ogni industria,
facessero ogni sforzo per impedire, che l'atto intenzionale non fosse in
attual legge convertito; ed inoltre fecero le rappresentanze loro al Re
ed alle due Camere del Parlamento; le quali tutte tendevano al medesimo
fine, se non se che quelle di Massacciusset furono più delle altre vive
e risentite. Era la provincia di Massacciusset particolarmente notata
pel calore, col quale essa s'opponeva al nuovo ed insolito indirizzo,
che da qualche tempo i ministri avevano dato alle cose americane. I
coloni diventarono eziandio più risoluti, quando intesero, non essere
nella presente contesa delle tasse a sè medesimi abbandonati, e
specialmente in quella della marca; ma che nella metropoli stessa si
trovavano molti personaggi o per sangue, o per dottrina, o per grado
illustri, i quali o per propria persuasione, o per voglia di andare per
le bocche degli uomini, o per ambizione di ottenere ad essere gli scambj
dei ministri, andavano esclamando e dentro e fuori del Parlamento:
«Questi non essere i modi consueti di procedere del governo inglese
verso i suoi sudditi; esser questa una nuova tirannide, che, tollerata,
passerà un dì dalle spiagge americane su quelle dell'Inghilterra; a'
principj doversi ostare; i governi esser soliti nelle prosperità ad
allungar le mani, ed a volersi maggior potere arrogare; far gran vista
il governo inglese di volere imitargli nella presente prospera fortuna;
perciò doversi stare a canna badata con esso; conoscersi le voglie e le
arti delle tolte scozzesi, l'America essere il mezzo, o il saracino di
piazza, l'Inghilterra il fine. E che bisogno s'ha di questi nuovi
balzelli per proteggere e difendere l'America e le terre conquistate?
Forse per tenere in freno i popoli indiani? Meglio ciò saper fare i
coloni leggieri e spigliati che le fanterie inglesi grosse; essere i
coloni di buon animo per difendersi da sè stessi, e per soccorrere
all'uopo i presidj; del che ne diedero manifeste pruove molte volte.
Nemico possente nel continente americano più non trovarsi; e che vani
spauracchi sono questi mai di un nemico, che non appare da niun canto? E
che necessità di voler tenere un esercito in America, al quale gli
Americani abbiano a far le spese? Buoni frutti in verità aver già
partorito quest'apparato militare! Gli animi inritrositi, cambiate la
benevolenza in odio, la fedeltà in desiderio di cose nuove. Senza di
queste inusitate soldatesche avere altre volte i Ministri, secondo che i
tempi richiedevano, ottenuto pei modi consueti dalle colonie tutti
quelli ajuti, che erano del caso. Dacchè esse sono state abili riputate
a porger sussidj alla comune patria, ciò essersi ottenuto per via di
requisizioni da parte della Corona indiritte per mezzo dei governatori
alle varie assemblee. Continuisi l'istesso modo, ed avrannosi i medesimi
sussidj senza scandali e senza pericolo di scisma. Ma volersi una
obbedienza servile, per procedere poscia ad introdurre nel cuore stesso
del Regno i modi stuardi. Di ciò essersene avuti manifesti indizj il dì,
che Grenville venne fuori con quel suo modello di provvisione, pel quale
si dovevano autorizzare gli uffiziali nelle colonie ad alloggiare i
soldati nelle case dei privati; cosa immaginata appunto per ispaventare
il popolo, per avvilirlo a lasciarsi cavalcare, ed alla disegnata tassa
disporlo. Bene essersi levato tanto romore contro sì incomportabile
enormità, che il ministro ne fu sgarato. Tosto aversi a procedere più
oltre; perciò esser debito d'ogni buon cittadino di opporsi a questi
primi tentativi».
Ma i ministri non si lasciavano svolgere, o perchè così volessero i
favoriti che stavano al di dietro, o per caparbietà propria, o perchè
credevano, che, malgrado tante lustre e dimostrazioni in contrario, gli
Americani se ne sarebbero contentati per la confusione, incertezza e
pericoli che sarebbero in tutte le cose loro nati, se negli atti
scambievoli del vivere civile non avessero fatto uso della carta
marchiata, e perciò pagatone la gabella. Onde i ministri erano soliti a
dire, questa avere ad essere una legge, la quale si metteva ad effetto
da per sè stessa. I memoriali, le rimostranze, le petizioni, le
risoluzioni delle province americane furono poste dall'un de' lati.
Adunque la provvisione della carta marchiata fu sottoposta al Parlamento
nella sua tornata del 1765, dove, se vi fu che dire e che fare, nissuno
il domandi. Nissuno pensi nemmeno in qualunque altra occasione, o dei
passati o dei presenti tempi, essersi dimostrata maggior forza, od acume
d'ingegno, più passione, od amore o di parti, o del ben pubblico, o
maggiore apparato di eloquenza, che in questa. Nè minore era la
contenzione e la sospensione degli animi fuori, che dentro le mura di
Westminster. E medesimamente tutta l'Europa, la quale si era molto
sollevata a sì gran contesa, e massimamente le province ed i porti
trafficanti stavano intentissimi a considerarne i progressi, ed a
vederne il fine.
Intanto nel Parlamento quelli, i quali si opponevano alla provvisione,
si mostrarono molto vivi, e dopo di aver citate le autorità d'uomini
celebratissimi nella scienza delle cose politiche, come per cagion
d'esempio Locke, Selden, Harrington e Puffendorf, i quali stabilirono,
il primo fondamento, e l'ultimo fine, che ogni governo si deve proporre,
essere il bene della società, andando percorrendo la storia patria de'
tempi andati, allegarono:
Constare dalla _magna carta_, e da tutte le scritture di que' tempi in
proposito delle imposizioni delle tasse a benefizio della Corona, e del
mandare rappresentanti in Parlamento, siccome pure dallo statuto de'
diritti, e da tutta la storia della costituzione inglese, che nissun
suddito inglese può essere a tassazione soggetto, se non, come dicono
essi, _per comunem consensum parliamenti_, che è quanto a dire, di sè
medesimo, o dei suoi rappresentanti; e questo esser quel primo e
generale diritto, che gli abitanti delle colonie, come sudditi inglesi,
portarono seco, quando lasciarono la patria terra per andarsene in
quelle lontane contrade; perciocchè non essere da credersi, che il
diritto loro derivi dai diplomi, questi diplomi non ad altro oggetto
essendo stati concessi, se non per regolare la forma esteriore della
costituzione delle colonie; ma il grande ed interiore fondamento dalla
costituzione loro, essere questo generale diritto del suddito inglese,
il quale è il primo principio della libertà anglicana, cioè, nissuno
poter essere tassato altro che da sè stesso e dai suoi rappresentanti.
Le Contee palatine di Chester, di Durham e di Lancastro, e le marche di
Cornovaglia non essere state tassate, se non nelle proprie assemblee o
Parlamenti loro, fino a tanto che in varj tempi sono state partecipi
fatte della rappresentazione nel Parlamento britannico.
Il Clero sino a questi ultimi tempi, in cui venne ammesso alla
rappresentazione generale, aver tassato sè stesso e conceduto al Re ciò
che chiamano _benevolenze_, o sia doni gratuiti.
Credere alcuni, distendendo oltre ogni limite l'autorità del Parlamento,
che questo possa fare ogni cosa, ed abbia tutte le facoltà, ma ciò non
esser vero; e quando esser lo potesse, non essere diritto secondo gli
ordini della costituzione; imperciocchè vi sarebbe allora nel
Parlamento, come in un sol uomo vi può essere, un potere arbitrario. Ma
il fatto stare, molte cose non essere in podestà del Parlamento; questo,
tra le altre cose, non poter diventare _esecutivo_, nè gli uffizj che
appartengono alla Corona, distribuire; non potere della roba di alcuno
disporre, salvi solo i casi delle chiudende, senza il suo proprio
consentimento; non potere i Lordi porre divieto ad una provvisione di
moneta vinta nei Comuni; nè i Comuni innalzarsi a Corte di giustizia;
non potere il Parlamento d'Inghilterra tassare l'Irlanda.
Avere i coloni un diritto nato con loro, come discendenti da sudditi
inglesi, di non potere esser tassati da nissuno, fuorchè dai proprj
rappresentanti; e ben lungi dall'essere rappresentati nel Parlamento
della Gran-Brettagna, non essere in questo nemmeno virtualmente
rappresentati, siccome i più minuti abitanti di essa Gran-Brettagna sono
mediante l'intima unione, che a coloro gli lega, i quali vi sono
attualmente rappresentati. E se il tassare (estendendo troppo oltre la
massima delle rappresentazioni virtuali) quelle popolazioni, le quali di
ben lungi soltanto potrebbero riputarsi essere virtualmente
rappresentate, sarebbe cosa tirannica creduta, quanto maggiormente
dovrebbe essa cosa e tirannica, e contraria agli ordini della
costituzione estimarsi, il voler tassare coloro, che nè attualmente, nè
in nissuna maniera virtualmente possono riputarsi rappresentati?
Il popolo irlandese essere, molto meglio che i coloni, nel Parlamento
rappresentato, stantechè moltissimi uomini dell'Inghilterra posseggono
od occupano terre, od uffizj lucrativi, o credenziali in Irlanda, come
pure i discendenti loro immediati fermatisi in essa; e stante ancora che
molti nobili o gentiluomini irlandesi seggono nelle due Camere del
Parlamento britannico e che un numero eziandio più grande d'Irlandesi
fanno le dimore loro in Inghilterra; ma ciò nonostante il Parlamento
britannico non avere mai preteso avere alcun diritto di tassare il
popolo d'Irlanda.
I primi stabilitori delle colonie non solamente essere stati dalle
persecuzioni cacciati fuori della patria loro ma di più avere questa
abbandonata a proprio rischio, pericolo e spesa. Essendo in tal modo
stati derelitti, per non dire di più, ogni vincolo tra di loro, fuori di
quelli a tutto il genere umano comuni, essere stato disciolto, essi
assoluti da ogni debito di obbedienza verso di quella, ed essa
dispensata da ogni debito di protezione verso di loro; che se
accettarono alcuni diplomi reali secondo l'occasione, ciò avere fatto
per necessità; e siccome questa necessità non era di propria elezione,
perciò questi diplomi non potere obbligargli, e se tuttavia i medesimi
potessero in qualche cosa obbligargli, ciò essere solamente a quella
fedeltà, che il Capo supremo del Regno ha diritto di pretendere
indifferentemente da ogni qualunque suo suddito.
Essere cosa assurdissima l'affermare, siano ancora gli Americani
astretti a qualche soggezione verso il potere legislativo della
Gran-Brettagna, il quale non ebbe bastante forza per difendergli e
proteggergli contro le violenze dell'esecutivo; e più assurda ancora il
dire, che il popolo della Gran-Brettagna possa sopra di quelli
esercitare quei diritti, ai quali questo medesimo popolo afferma, si
opporrebbe giustamente, se altri sopra di sè esercitare gli volesse.
Avere il popolo inglese lungamente combattuto e versato molto sangue per
ricoverare que' diritti, che si credeva, la Corona avere sopra di sè
stesso usurpati; e come adesso poter volere, usando quella medesima
usurpazione che aveva in altri condannata, esercitare questi diritti
sopra altrui? E se nei diplomi conceduti agli Americani a tempo
dell'emigrazione loro, e che eglino hanno per forza accettati, si
stabiliva, non poter essi far leggi, avuto però riguardo alla differenza
delle circostanze, le quali contrarie fossero a quelle dell'Inghilterra,
ciò non avergli di vantaggio sottomessi al Parlamento d'Inghilterra, che
se fosse stata in quei medesimi diplomi inserita la medesima condizione
in rispetto alle leggi della Scozia, o di un'altra contrada
qualsivoglia, ciò gli avrebbe al Parlamento di Scozia, ed alla suprema
autorità di quest'altra contrada sottoposti, quando che questa avesse
da' suoi statuti la facoltà di tassare sè medesima per la propria difesa
e conservazione.
Che qualunque stata sia l'assistenza prestata dal popolo della
Gran-Brettagna verso quello delle colonie, essa dover essere stata
prestata o per motivi di umanità e di fraterna affezione, o col pensiero
di esserne, quandochè fosse, rimeritato; ma non mai a prezzo della
libertà. Ed in ogni caso non potersi presumere, le colonie averla potuto
accettare con tale condizione. Che se essa fu invece prestata per motivi
di umanità e di fraterna affezione, siccome il popolo delle colonie non
aveva mai dato luogo alla patria europea di dolersi di loro, così il
medesimo farebbe per l'avvenire. E se essa fu concessa finalmente col
pensiero di esserne una volta rimeritato, esserne pronti i coloni di
venirne al ragguaglio, mettendo da una parte l'assistenza avuta da essa
patria, e dall'altra i danni da sè medesimi sopportati, e gli utili
avuti da quella per aver impedito, non vendessero ad altri le proprie
robe a maggiori prezzi di quelli che vendevano a lei, e non comprassero
da altri a minori prezzi di quelli che compravano da lei; e forsechè,
considerata in tal modo la cosa, dicevano, l'Inghilterra non ne sarebbe
in capitale.
L'essersi i coloni sottomessi alle leggi fatte dal Parlamento inglese
per l'interno governamento loro, non potere, come esempio contra di sè
stessi, addursi più che la sottomissione degl'Inglesi medesimi agli
ordini di un Errico, od alle violenze della Camera Stellata potrebbesi
contr'essi citare, la tirannide di molti essendo altrettanto grave a
sopportarsi, come quella di pochi, e la tirannide di pochi come quella
di un solo.
Che se la libertà si deve a coloro, i quali hanno gli animi nati e fatti
per apprezzarla, e bastante coraggio per esporsi ad ogni pericolo e ad
ogni fatica per acquistarla, essere i coloni americani più degni dei
loro fratelli stessi della Gran-Brettagna di possederla; avere essi non
solo alla nativa terra rinunziato tanto cara alle umane menti e tanto
diletta, ed a tutte quelle dolcezze che in lei si trovano, ma ancora
essersi volontariamente sottomessi alle fatiche ed agl'incomodi di un
lunghissimo viaggio; e dopo di essere con prospera fortuna, ma con
evidente pericolo scampati dal mare, avere su per quelle spiagge
disabitate e barbare incontrato la fame, la quale avendo combattuta e
vinta con infinita, e pazienza e pericolo, essere, quasi per un miracolo
della divina provvidenza, dopo molto tempo, a questo stato, ed in questa
presente prosperità cresciuti cotanto utile a coloro, dai quali eglino
ebbero primamente l'origine.
Che se nei primi anni dell'esistenza loro in America alcuni fra i coloni
dimostrarono un umore inquieto e soggetto ad essere tenuto a freno, e
fossero tutti esposti alle correrie dei vicini paesani, gente nemica e
feroce, la qual condizione rendeva l'interposizione e l'assistenza del
Parlamento britannico necessaria, essere ora a tale grado di maturità in
fatto di civiltà e possanza pervenuti, che non abbiano più altrimenti di
essa interposizione bisogno; e perciò, siccome sono cambiate le
proporzioni che esistevano tra le due nazioni, così doversi anche
cambiare i termini dell'antica congiunzione, e porne de' nuovi alla
presente e rispettiva forza e costumi loro più consentanei.
Le leggi penali promulgate dal Parlamento non avere forza, e non
obbligare nelle colonie, se non se quando queste sono in esse leggi
specificamente nominate. La qual cosa dimostra evidentemente, le leggi
generali inglesi non abbracciare nell'azion loro le colonie americane,
ma aver bisogno di leggi specifiche e particolari. Perciò stare queste
colonie verso l'Inghilterra a un dipresso in quel medesimo rispetto, nel
quale stanno negli ordini feudali d'Europa i Signori verso il Sovrano,
protestando quelli a questo, e pretendendo questo sovra di quelli una
obbedienza ed una autorità in certi limiti ristretta.
Chiari esempj in confermazione di tutto ciò ritrovarsi nella storia
delle colonie tanto antiche che moderne. Così i Cartaginesi, così i
Greci ed altri popoli famosi dell'antichità avere ai coloni loro
lasciata una grandissima larghezza di governo interiore, solo
contentandosi ai benefizj commerciali che da quelle ne derivavano. Così
i Barbari settentrionali, i quali afflissero l'Impero romano, aver
portate seco le leggi loro, e nelle case de' vinti introdottole, non
conservando che una ben tenue obbedienza e soggezione verso i Signori
della patria loro. Così ne' tempi più vicini a noi la Casa d'Austria
avere con le sue colonie dei Paesi Bassi adoperato, primachè queste si
sottrassero dalla divozion sua intieramente. La qual cosa dovere
gl'Inglesi tenere avvisati, e di ciò che hanno a fare in rispetto alle
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