Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - 02

Total number of words is 4362
Total number of unique words is 1545
36.2 of words are in the 2000 most common words
51.9 of words are in the 5000 most common words
60.3 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
negli animi dei coloni in quella ragione, in cui una generazione
succedendo ad un'altra dal primiero stipite loro s'allontanavano; e
quando ebbe principio la rivoluzione, della quale ci apparecchiamo a
scrivere la storia, gli abitanti delle colonie inglesi erano per la più
parte la terza, la quarta, ed anche la quinta generazione da que' primi
coloni, che avevano l'Inghilterra lasciato, e si erano nelle nuove
regioni dell'America fermati. Ad una tale distanza i sangui più non si
affrontano, o trovano poca corrispondenza; e la ricordanza degli
antenati meglio viveva nella memoria, che nei cuori dei discendenti.
Il commercio, il quale suole congiungere ed amicare gli uni agli altri
gli abitanti di rimotissime contrade, non era ne' primi periodi delle
colonie inglesi sì frequente, che potesse l'unione e l'amore vicendevole
tra gli abitanti dell'una, e dell'altra Inghilterra mantenere. I più dei
coloni non avevano altro udito ricordare dell'Inghilterra, se non se,
questa essere un regno lontano, dal quale furono empiamente e
crudelmente ributtati gli antenati loro, e via cacciati, perchè
andassero a cercar ventura nei deserti e nelle foreste dell'orrida
America, solo abitata da uomini selvaggi e feri, o da velenosi ed
orribili serpenti.
La lontananza del governo ne scema la forza, o sia perchè gli uomini,
non essendo presente lo splendore e la magnificenza del trono,
obbediscono alla sola forza di quello, ed a ciò non sono invitati dal
rispetto e dall'illusione; o sia perchè gli agenti suoi in lontane
contrade posti, nell'esecuzioni delle leggi mettono ordinariamente più
del loro arbitrio, e perciò e' danno ai popoli governati maggiore
speranza di poter per diverse vie scappar dalla tela. Che si dovrà
dunque credere della forza del governo inglese in America, se si
considera, che tra l'una e l'altra contrada giace un mare tremila miglia
largo, e che dovevano i mesi intieri trascorrere tra un ordine dato, e
la esecuzione sua? Aggiungesi, che, fuori dei casi di guerra, gli
eserciti stanziali, che pure ad ogni modo costringono i popoli
all'obbedienza, erano pochi in Inghilterra, e pochissimi in America;
essendo anzi cosa alla legge contraria il mantenervegli: da ciò ne deve
risultare di necessità, che siccome gli stromenti di costringere da
parte del governo erano deboli, così doveva nascere e crescere ognora
più negli animi americani, colla speranza, anche il desiderio di levarsi
dal collo il giogo della superiorità inglese.
Tutte queste considerazioni spettano più specialmente alla condizione
delle province orientali dell'America inglese. Ma nelle occidentali,
essendo le terre molto più fertili, e perciò godendo i coloni di una
maggior larghezza di facoltà, dovevano anche poter essere di vantaggio
liberi in sulla propria volontà, e meno per le necessità naturali a
quella d'altrui obbligati. Nè si potrebbe pensare, ciò avere ammollito,
o snervato gli animi loro; che anzi, vivendo eglino continuamente in sui
campi, lontani dal lusso e dagli allettamenti delle città, ed essendo in
ogni desiderio loro assegnati e modesti, si deve credere, la maggior
abbondanza delle cose al vivere umano necessarie conferisse ai corpi
loro più vigore, e gli animi rendesse ad ogni soggezione più impazienti.
In queste ancora la schiavitù dei Neri, la quale vi era in uso,
quantunque sembri a prima vista strana cosa a dirsi, allettava gli
uomini bianchi all'amore della libertà. Avendo questi continuamente
sotto gli occhj l'esempio vivo della miserabile condizione dell'uomo
ridotto in ischiavitù, dovevano sapere meglio, e più apprezzare la
libertà, la quale e' gioivano; questa libertà riputavano, non che un
diritto, essere una franchigia ed un privilegio; e siccome quando si
tratta dell'interesse proprio e delle passioni loro, gli uomini
giudicano alla grossa e cogli occhi della mente abbacinati,
impazientemente sopportavano i coloni la superiorità del governo
inglese, e le pretensioni sue, siccome quelle, che tendessero a condurli
in uno stato prossimo, o simile a quello, al quale gli schiavi loro
erano ridotti, detestando eglino in sè stessi ciò, che esercitavano
sugli altri.
Gli abitanti delle colonie, specialmente delle orientali, fruivano non
solo l'ombra, ma di più la sostanza medesima del governo inglese, ed in
questo conto poco mancava, non fossero affatto independenti. Eglino
eleggevano i proprj maestrati; eglino gli pagavano, ogni cosa spettante
all'amministrazione interiore loro s'apparteneva; e la sola prova della
dependenza verso l'antica patria in ciò era, che non potessero far
leggi, o statuti contrarj alla lettera, od alla intenzione delle leggi
inglesi; che il Re avesse la facoltà del divieto sopra le deliberazioni
delle assemblee loro, e che si sottomettessero a quelle regole e
restrizioni di commercio, che fossero dal Parlamento giudicate
necessarie, ed al bene universale di tutto l'impero conducenti. Del
rimanente queste cose erano più vane parole, che altro; perciocchè il Re
di rado diede divieto; e da un altro canto e' cansavano destramente
quelle regole e restrizioni per il mezzo del traffico di contrabbando.
Le assemblee provinciali poi erano molto libere, e forse più del
Parlamento stesso dell'Inghilterra, non essendovi là i ministri pronti
ad imbeccherare ad ogni dì, ed il calore e zelo democratico non avendovi
freno, se non debole o niuno; conciossiachè i governatori, i quali
v'intervenivano da parte del Re, non avessero credito da tanto, traendo
gli loro stipendj, non dalla corona, ma sì dalla provincia stessa, ed in
alcune fossero anche eletti dai suffragi degli abitatori.
L'eccessivo zelo religioso, il quale era ne' coloni, e massimamente
negli abitatori della Nuova-Inghilterra, manteneva tra i medesimi i
buoni costumi, e la parsimonia, la temperanza e la castità erano virtù
frequenti in mezzo a quel popolo. Là non si vedevano le mogli pompose, i
mariti randagi, i figliuoli discoli. I ministri di una religione
severissima eranvi ed osservati e venerati; perciocchè davano essi
stessi l'esempio di quelle virtù, che agli altri predicavano. Là si
passava il tempo tra i lavori camperecci, le brigate domestiche, e le
preghiere, e grazie indiritte e rendute a quel Dio, il quale, aprendo
loro le viscere di una fertile terra, e con gli accidenti di un propizio
cielo fecondandola, accumulava sopra di essi tanti beni e tanti tesori.
Se a ciò si aggiunge, che gli abitanti della Nuova-Inghilterra
s'incontrarono, dopo superati i primi ostacoli, in una regione
generativa e sana, non sarà da maravigliare, la popolazione delle
colonie americane essere, nel termine di un secolo, cresciuta in
maniera, che pochi e miserabili uomini, i quali l'avversa fortuna aveva
spinto a que' lidi estrani, siano diventati in sì breve tempo una grande
e potente nazione.
Oltre a questo si deve fare considerazione, che i padri americani
andavano esenti del tutto da quella inquietudine, la quale ad ogni dì,
ad ogni ora, e quasi ad ogni momento punge e travaglia l'animo dei padri
europei intorno al sostentamento e collocamento futuro della prole loro.
Laonde l'appetito naturale di generare non trovava, sotto quel cielo,
nella strettezza delle facoltà famigliari opposizione alcuna; che anzi
la nascita di un figliuolo era non solo un evento prospero al paternale
amore; ma sì lo era ancora per l'interesse ed il prò di tutta la
famiglia; perciocchè in quella immensità di terre tuttavia incolte non
era da dubitare, che il nuovo fanciullo all'età conveniente pervenuto,
riducendone a propria coltivazione anche un altro tratto colle mani sue,
non procurasse a sè ed ai parenti un nuovo sostentamento; e perciò più
erano i figliuoli, e più eziandio erano gli strumenti del bene ed
agiatamente vivere di tutta la Casa. Per la qual cosa egli è chiaro, che
in quei paesi il cielo, la natura, le istituzioni civili e religiose, e
l'interesse medesimo delle famiglie, tutti concorrevano in questo; che
avessero a nascervi in copia, da robusti padri, robusti e generosi
figliuoli.
E siccome la industria, lo intraprendere, ed il sommo desiderio di
convertire ogni cosa in prò sono proprj di coloro, i quali si trovano
dagli altri uomini segregati, e solo da sè stessi possono ogni
sostentamento aspettare, discendendo anche i coloni da una nazione nota
a tutti per suo ardire e per la sua industria nelle cose di commercio,
si deve facilmente credere, che all'accrescimento della popolazione si
proporzionasse quello del commercio stesso. La qual cosa si può
chiaramente argomentare da ciò, che nell'anno 1704 la totalità
dell'uscita commerciale dall'Inghilterra, compresevi le merci tratte per
alla volta delle sue colonie, era stata di sei milioni cinquecento e
novemila lire di sterlini; ma da quell'anno sino al 1772 queste crebbero
sì fattamente in popolazione e prosperità, che in quest'ultimo anno
trassero da sè sole dall'Inghilterra pel valore di sei milioni
ventiduemila cento e trenta due lire di sterlini; che è quanto dire, che
nel 1772 le colonie ricavarono da per sè sole dalla comune patria quasi
altrettante mercatanzie, quante esse stesse unitamente a tutte le altre
parti del mondo sessant'otto anni indietro avevano ricavato.
Tale era lo stato delle colonie inglesi d'America, tali le opinioni e le
affezioni di coloro, che le abitavano, essendo già oltre la metà
trascorso il decimo ottavo secolo. Potenti di numero e di forze,
abbondanti di ricchezze, e d'ogni cosa al vivere umano necessaria,
proceduti già molt'oltre nella carriera delle arti utili e delle nobili
discipline, andando già mercatando per ogni dove con tutte le nazioni
del mondo, non era possibile, non fossero diventati di sè medesimi
consapevoli; e che, crescendo appoco appoco il nazionale orgoglio, il
giogo della superiorità inglese impazientemente non sopportassero. Ma
queste opportunità ed inclinazioni a cose nuove non procedevano a
manifesto incendio, e sarebbersi senza nuova esca contenute tuttavia ne'
termini, in cui già per sì lungo tempo erano bastate; la quale esca il
governo brittanico, durante un secolo, governando con prudenza le cose
delle colonie, aveva evitato di somministrare; che anzi quasi con cura
paterna allevandole e proteggendole, quando elleno erano ancora deboli,
e quasi in istato d'infanzia costituite, e poscia con savie leggi
regolando il commercio loro colla comune madre e coll'estere nazioni, le
aveva gradatamente alla presente prosperità condotte, e fattele
fiorentissime; imperciocchè ne' tempi prossimi alla fondazione delle
colonie, l'Inghilterra cogli uomini suoi e colle sue navi, non
altrimenti che una buona madre i proprj figliuoli, le difendeva contro
gl'impeti delle vicine e barbare popolazioni, e dalle avanie e soprusi
delle altre nazioni; concedeva immunità e privilegj a coloro, i quali
volessero dall'Europa ridursi in quelle nuove terre; somministrava ai
coloni a buonissimo prezzo i drappi, i panni, i feltri, le tele ed ogni
maniera d'istromenti necessarj tanto per la propria difesa contro i
nemici, quanto per le arti utili in tempo di pace, e specialmente ogni
cosa atta e conveniente all'acconcime delle terre, ed ai lavori della
agricoltura. Medesimamente i mercatanti inglesi gli accomodavano dei
loro grossi capitali, senza dei quali non avrebbero potuto intraprendere
opere di gran momento, come quelle di costrur navi di gran portata,
seccare vaste paludi, ordinare letti a' fiumi, diboscare le selve, e
numerose piantazioni fare, e simili altre imprese di somma
considerazione.
In contraccambio di tanti benefizj, e piuttosto come una conseguenza
necessaria dell'atto di navigazione, che come una restrizione fiscale e
particolare di commercio, l'Inghilterra altro non ricercava
dall'America, se non se che questa l'accomodasse di quelle cose che a
lei mancavano, e da lei ricevesse quelle che in casa soprabbondavano, e
delle quali avessero le colonie difetto. Perciò l'America era obbligata
a portare in Inghilterra tutte le derrate, grasce e proventi di
qualsivoglia sorta, che le sue terre producono soprabbondevolmente, e
delle quali questa aveva bisogno; ed anche tutte le materie gregge, le
quali possono alle manifatture servire. Oltre a questo era fatto divieto
agli Americani di far procaccio di lavori da ogni altra parte
qualsivoglia del mondo fuori dell'Inghilterra, e di non far compra
parimente dei proventi delle terre appartenenti ad alcune nazioni
europee, colle quali era essa in gelosia e rivalità, se prima questi
proventi non erano nei porti inglesi stati introdotti. Questo è stato lo
scopo costante, e tale la materia di moltissimi atti del Parlamento
perfino dal 1660 sino al 1764, dimodochè un vero monopolio commerciale
venne ad ordinarsi a carico delle colonie inglesi, ed in favore della
Inghilterra. Della qual cosa però i coloni non se ne tenevano nè offesi,
nè gravati; sia perchè ne ricevevano in ristoro tanta protezione dal
governo e tante comodità dai particolari, sia perchè, e molto più, egli
pareva e riputavasi, che la gravezza, che ne sperimentavano, tenesse
luogo delle tasse ed imposizioni, alle quali gli abitanti della
Gran-Brettagna andavano soggetti per virtù delle leggi emanate dal
Parlamento. In tutto questo tempo le tasse parlamentari non formarono
parte del sistema del governo colonario. In fatti in tutte le leggi, le
quali alle colonie riguardavano, tutte le parole speciali, che ne'
preamboli delle leggi di finanza significano l'imporre gravezze,
balzelli, o tasse, a fine di creare una entrata pubblica ad uso del
governo, erano studiosamente evitate; e solo si usavano quelle di doni,
di concessioni, o di aiuti prestati alla Corona. Ed avvegnadiochè il
Parlamento avesse più volte imposte gabelle su di varj oggetti di
commercio nelle colonie, queste erano riputate meglio regole e
restrizioni di commercio, che sorgenti di pubblica entrata. Così sino
all'anno 1764 il negozio delle tasse da imporsi per autorità del
Parlamento a fine di creare una rendita al comune si passò sotto
silenzio; e l'Inghilterra stette contenta ad esercitare la sua
superiorità solamente regolando i generali interessi delle colonie, e
facendogli tutti concorrere e rinvergare nella utilità di tutto il
regno. Alla quale condizione si sottomettevano gli Americani, se non
senza qualche mal cenno, almeno con una filiale obbedienza. Dal che si
dimostrò, che quantunque non fossero sottoposti alle tasse parlamentari,
davano ciò non ostante buona corrispondenza di sè medesimi, ed utilmente
servivano alla prosperità di tutto il dominio inglese.
Non è però, che non siano corsi di quando in quando mali umori tra l'uno
e l'altro popolo per le tente fatte dall'un canto a fine di mantenere,
ed anche amplificare la superiorità, e dall'altro per progredire verso
l'independenza. Un anno dopo la pace di Aquisgrana fu fatta nelle
vicinanze del fiume Ojo una concessione di seicentomila acri (un'acre
chiamano una sorta di misura agraria usata nell'America settentrionale,
delle quali cinque sommate insieme equivalgono a un dipresso a due
ectari) delle migliori terre ad alcuni gentiluomini, che esercitavano la
mercatura, i quali collegatisi si chiamarono la compagnia dell'Ojo.
Della qual cosa avendo avuto sentore il governatore della provincia del
Canadà, la quale si teneva allora pei Francesi, venne in apprensione,
non avessero gl'Inglesi il pensiero di disturbare il commercio loro con
gli Indiani chiamati Tuigtuis, ed interrompere la comunicazione loro tra
le due province della Luigiana e del Canadà. Mandò dunque ai governatori
della Nuova-Jork e della Pensilvania significando, i mercatanti inglesi
aver posto piede sul territorio francese trafficando con gl'Indiani, i
quali coi sudditi della Corona di Francia dovevano solo trafficare; e
minacciando, gli farebbe pigliare, ovunque trovati gli avesse. Ma questi
nonostante continuarono i traffichi loro; onde nel principio dell'anno
1751 alcune bande di Francesi e d'Indiani posero le mani addosso ai
mercatanti inglesi. Gl'Indiani, amici all'Inghilterra, alteratisi
grandemente all'ingiuria stata fatta ai confederati si assembrarono, e
fatta nelle selve una diligente scoperta pigliarono a furia i mercatanti
francesi, e gli trasportarono in Pensilvania. E non contenti a questo, i
Virginiani mandarono al sig. San-Pietro comandante, pel Re di Francia,
di un forte piantato sul fiume Ojo, il maggiore Washington,
quell'istesso, il quale imperò poscia agli eserciti americani,
commettendogli, gli domandasse ragione di questi atti d'ostilità, e
ricercasselo, ritirasse i suoi. Rispose San-Pietro, non potere alle
dimande inglesi acconsentire; appartenere la contrada al Re di Francia
suo signore; non avere gl'Inglesi nissuna ragione di trafficare su per
quei fiumi; e che perciò eseguendo gli ordini datigli avrebbe fatto
pigliare, e condurre prigioni nel Canadà tutti quegl'Inglesi, che si
attentassero di trafficare per l'Ojo, e sue dependenze.
Questo procedere dei Francesi alterò grandemente i ministri della
Gran-Brettagna, i quali non potevano tollerare, che fossero fatti
soprusi agli amici e confederati loro. Perciò si risentirono tosto, e
scrissero risolutamente in America, dovessesi resistere alle usurpazioni
francesi colla forza dell'armi. Le istruzioni pervennero molto per tempo
in Virginia. Nacquero quindi le ostilità, e si sparse sangue da ambe le
parti.
Il maestrato, il quale nell'Inghilterra tien cura dei negozj
appartenenti al commercio ed alle piantazioni, accorgendosi che le
colonie divise tra di loro, non potevano se non tardi e male opporsi ai
tentativi di una gente audace ed arrisicata, secondata anche da buon
numero d'Indiani, raccomandò a ciascuna di esse, facessero un convento
generale di deputati, a fine si contraesse una generale lega fra di
tutte, e fra queste e gl'Indiani sotto il nome e la protezione di Sua
Maestà britannica. Appuntossi, che il convento dei governatori e dei
principali di ciascuna delle colonie si facesse in Albania, Terra posta
sul fiume del Nort. Questi dopo di avere con doni convenienti assicurati
gli animi degl'Indiani delle sei tribù, procedettero alla disamina dei
mezzi più opportuni per poter difendere sè e le robe loro dagli assalti
degl'inimici. Sopra di che furono di parere, essere del tutto necessaria
una lega generale fra tutte le colonie. Le condizioni della lega furono
accettate addì 4 di luglio 1754, la somma delle quali importava quanto
siegue: «Si supplicasse, a fine d'impetrare dal Parlamento un atto, in
virtù del quale venisse a ordinarsi un governo generale in America; che
sotto questo governo ciascuna colonia conservasse gli ordini suoi
interni, da quei particolari in fuori, nei quali dal medesimo atto fosse
qualche cambiamento introdotto; che il governo generale fosse
amministrato da un presidente generale da eleggersi e stipendiarsi dalla
Corona, e da un Gran Consiglio da eleggersi dai rappresentanti del
popolo delle colonie; il presidente generale avesse il divieto sopra gli
atti del Gran Consiglio, e fosse suo uffizio di mettergli ad effetto; il
medesimo, col parere del Gran Consiglio, avesse autorità di concludere
ed eseguire tutti que' trattati cogli Indiani, nei quali tutte le
colonie avessero un interesse comune, come ancora di concludere la pace,
o di dichiarare la guerra alle nazioni indiane; ancora fosse autorizzato
a far provvisioni per regolare ogni traffico con quelle; potesse
dagl'Indiani comprare, e ciò per la Corona, terre situate fuori del
territorio delle particolari colonie; avesse facoltà di fondare nuove
colonie sulle terre acquistate; e potesse far leggi per regolare e
governare queste nuove colonie; potesse far leve e stipendiare soldati,
construrre fortezze, allestir naviglj per la custodia delle coste, e per
la protezione del commercio; ancora, ed a questi fini avesse facoltà di
far provvisioni per imporre tali generali dazj, balzelli, o tasse, che
più credesse convenienti; eleggesse un tesoriere generale, ed anche un
particolare in ciascheduna colonia, ove ne fosse d'uopo; il presidente
generale avesse la facoltà di eleggere gli uffiziali di terra e di mare,
ed il Gran Consiglio avesse la facoltà di nominare gli uffiziali civili;
nel rimanente le leggi che facessero, non solo non potessero essere
contrarie, ma di più dovessero essere consentanee alle leggi inglesi, e
da trasmettersi al Re per l'approvazione». Questi furono i modelli del
governo a venire proposti dalle colonie, i quali furono inviati in
Inghilterra per l'approvazione; della qual cosa gli Americani avevano
grande speranza; perciocchè le cose già si volgevano a manifesta guerra
colla Francia; ed affermavano bastar loro la vista, se la lega era
approvata, di difendersi da sè stessi dalle armi francesi, senz'altro
ajuto dalla parte dell'Inghilterra.
Nissuno non vede, quanto un sì fatto ordine pubblico avrebbe attenuato
l'autorità del governo inglese, ed avvicinati i coloni ad una totale
independenza; imperciocchè per quello venivano a conseguire, e ad avere
in mezzo di loro medesimi un governo, il quale in fatto avrebbe
esercitata tutta l'autorità e tutti i diritti, che spettano alla
sovranità, quantunque in nome paresse dipendere tuttavia dal governo
patrio. Ma questo disegno non sapeva del buono al governo inglese, il
quale s'era stranamente ingelosito, che la lega di cui si trattava, non
somministrasse la opportunità, ed un fondamento notabile ad accordo di
macchinazioni in America, che tendessero a' danni della sovranità sua.
Perciò mal grado del pericolo imminente di una guerra esterna contro di
un nemico poderoso d'uomini e d'armi, gli articoli della confederazione
non furono approvati.
Ma i ministri d'Inghilterra non trasandarono questa occasione per
ampliare, se avessero potuto, l'autorità del governo in America, e
massimamente quella d'imporre le tasse; cosa più di tutte desiderata al
di qua, e detestata al di là dell'Oceano. E perciò in luogo del modello
americano ne immaginarono un altro, e lo mandarono ai governatori delle
colonie, acciò alle assemblee colonarie lo proponessero; «che i
governatori di tutte le colonie, accompagnati da uno, o due membri dei
Consiglj, convenissero insieme per accordare tra di loro quelle cose,
che alla difesa comune fossero necessarie; per construr fortezze; per
far leve di soldati con facoltà di trarre sopra il tesoro britannico per
quelle somme che fosser di bisogno; e si rimborsasse il tesoro per mezzo
di una tassa da porsi sulle colonie per via di un atto del Parlamento».
A qual fine mirasse questo trovato ministeriale non è difficile a
vedersi, se si considera, che per lo più i governatori ed i membri del
Consiglio erano eletti dal Re; onde il tentativo non ebbe successo in
America, ed i motivi furono acconciamente dedotti in una lettera del
dottor Beniamino Franklin, scritta al governatore Shirley, il quale gli
aveva il modello dei ministri inviato. In quella s'incominciarono a
scorgere i semi della discordia, che poco poi nacque[1].
La Corte generale di Massacciusset scrisse al suo agente in Londra di
opporsi ad ogni cosa, la quale avesse la mira a por balzelli nelle
colonie per un uso pubblico qualsivoglia, o per sovvenimento del
governo. Per lo contrario, i governatori, e particolarmente il Shirley,
mandavano continuamente dicendo, ciò essere e giusto a pretendersi, e
possibile a farsi, ed utile ad eseguirsi.
Queste sospizioni e questa gelosia, che ingombravano le menti americane,
originate dal timore di una tassa parlamentare, incontravano nelle
medesime buona corrispondenza per certe ruggini antiche, che vi
rimanevano cagionate da alcune provvisioni del Parlamento, le quali,
abbenchè non avessero tendenza a por tasse, o balzelli, ristringevano
però molto il commercio interno delle colonie, o impedivano le
manifatture, od in qualsivoglia modo andavano a ferire l'amore proprio
degli Americani, come se eglino non fossero uomini da tanto, quanto
gl'Inglesi; ovvero come se questi, tarpando l'ali agl'ingegni americani,
volessero in uno stato inferiore e di minore stima mantenergli. Tale si
era la provvisione, la quale portava divieto di tagliare gli alberi da
pece e da ragia, i quali non fossero in chiudenda compresi; e
quell'altra, che proibiva il trasportare fuori delle colonie, ed anche
dall'una nell'altra introdurre i cappelli fatti in quelle, e le lane ivi
lavorate, e vietava ai cappellai di non avere ad un tempo più di due
novizj, o sia apprendenti. Ancora quell'altra vinta per facilitare la
riscossione dei debiti nelle colonie, la quale ordinava, le case, le
terre, i Neri, ed altri effetti reali dover sodare il pagamento dei
debiti. Quella finalmente, la quale fu vinta nell'anno 1733 per istanze
fatte dagli abitanti delle colonie, dove si coltiva lo zucchero, per la
quale si vietava, che dalle colonie olandesi e francesi non si
trasportassero, se non se mediante un grave dazio, dentro le colonie
inglesi settentrionali il rum, lo zucchero, e le mielate. A queste si
debb'aggiugnere un'altra provvisione del Parlamento vinta nell'anno
1750, per la quale si ordinò, che facendo tempo dal dì 24 giugno del
medesimo anno, non potessero nelle colonie americane eseguirsi certi
lavori di ferro; e non fosse lecito il fabbricarvi l'acciajo; e quella,
per la quale si regolarono e restrinsero i biglietti di credito verso i
governi della Nuova-Inghilterra, e si dichiarò, non potere essi avere
forza di moneta nel pagamento dei debiti, affinchè i creditori inglesi
non fossero dannificati per essere obbligati a ricevere, in luogo di
moneta, una carta, la quale scapitava. Questa provvisione, comechè
giusta, gli Americani ricevettero di mal animo, siccome quella, che
tendeva a screditare i loro biglietti. Di qui nacquero i primi sdegni
negli Americani, ed i primi sospetti negl'Inglesi.
Da un'altra parte si discorreva in Inghilterra, che se i coloni per le
restrizioni commerciali poste dal governo, per le quali veniva
grandemente a vantaggiarsi la comune patria, non pretendessero più oltre
che questo, che nell'imposizione delle tasse, avessero ad essere con
molta dolcezza ed equità trattati, sarebbe ella cosa giusta e
ragionevole riputata; ma richiamarsi da ogni specie di ulteriore ajuto
verso la patria europea, ciò non potersi in niuna maniera comportare;
l'Inghilterra, riserbando a sè stessa il commercio delle sue colonie,
avere adoperato come tutte le moderne nazioni hanno adoperato da molto
tempo; aver ella imitato l'esempio degli Spagnuoli e dei Portoghesi; ma
questo ancora aver fatto con una moderazione, che i governi di queste
nazioni non hanno conosciuto. Fondando queste lontane colonie,
l'Inghilterra averle fatte partecipi di tutti que' diritti e privilegj,
che i sudditi stessi inglesi gioiscono nella patria loro; lasciandole al
tutto governare a sè stesse, e tali leggi promulgare, le quali la
saviezza e la prudenza delle proprie assemblee avrebbero credute
necessarie. E brevemente essa aver conceduta alle colonie la più ampia
facoltà di provvedere a sè stesse, e procurare gli rispettivi interessi,
solo salvando per sè il benefizio del commercio loro, e la congiunzione
politica sotto il medesimo sovrano. Le colonie francesi ed olandesi, e
soprattutto le portoghesi e spagnuole non isperimentare a gran pezza
tanta indulgenza. E veramente le colonie inglesi, non ostanti quelle
restrizioni di cui esse fanno querele, avere in commercio ed in
proprietà loro un immenso capitale; imperciocchè oltre i ricchi carichi
dei proventi delle terre loro levati dalle navi inglesi, le quali vanno
per que' porti trafficando, avere i coloni proprj navilj, i quali
portano con incredibile prò in gran copia le derrate e merci loro, non
solo ai porti della metropoli, ma ancora (per l'indulgenza e tolleranza
maternale di questa) a quelli di alcune altre parti del mondo, e
riportano a casa le merci e comodità europee. Quindi procedere, esser
nelle colonie inglesi insoliti, anzi inuditi quegli enormi prezzi, ai
quali si vendono le mercatanzie europee in quelle della Spagna e del
Portogallo; che anzi nelle prime, molte vendersi allo stesso, ed alcune
anche a più infimo prezzo, che nell'Inghilterra medesima. Queste cose
non vedersi nelle colonie portoghesi e spagnuole e poche nelle francesi;
le restrizioni poste dall'Inghilterra sul commercio americano riguardare
piuttosto ad una giusta e prudente distribuzione del medesimo verso
tutte le parti de' suoi vasti dominj, acciocchè tutte egualmente ne
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - 03