Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - 01

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STORIA DELLA GUERRA
DELLA INDEPENDENZA
DEGLI
STATI UNITI DI AMERICA

SCRITTA DA
CARLO BOTTA

VOLUME PRIMO

MILANO
PER ANTONIO FONTANA
M.DCCC.XXVII


AVVERTIMENTO DELL'AUTORE

L'autore della presente Opera crede opportuna cosa l'avvertire, ch'egli
ha usata in ella tre sorte di voci e locuzioni. Le prime sono quelle,
che si trovano notate nel Vocabolario della Crusca; e queste intende di
avere usate nei significati stessi, dei quali si leggono gli esempj in
esso Vocabolario, e non altrimenti. Le seconde sono quelle, le quali,
quantunque omesse dai compilatori del medesimo, sono per altro usate
dagli autori di quei tempi, e da quegli stessi, dai quali sono gli
esempj ricavati; per cagion d'esempio la voce _timoneggiare_ usata dal
Machiavelli in significato di governare gli affari dello Stato;
_finanza_ in vece di dire le rendite di uno Stato, voce usata dal
Guicciardini; _le lari_ per dire la sommità dei colli, donde si spartono
le acque, voce usata dal Varchi, e simili. Le terze finalmente sono
quelle, che non si leggono nè nel Vocabolario, nè negli autori, i quali
gli servirono di testo; ma che sono dall'uso volgare d'oggidì
autorizzate, come per esempio, _proclama_, _ministeriale_, e simili.
Egli è però mestiero l'osservare, che questa facoltà ha usato l'autore
assai parcamente, essendo egli alienissimo dalla moderna corruzione
della toscana favella, la quale, come se fosse vecchia o difforme
diventata, molti pur troppo, trasandati i proprj suoi, vestono di panni
forestieri. E se alcuno gli darà biasimo dello aver adoperato qualche
voce, o locuzione barbare, il che potrà forse essere addivenuto malgrado
l'estrema diligenza di lui a volerle schivare, ciò riceverà egli in buon
grado; ma non parimente, se qualcuno gli desse carico di essersi servito
di vocaboli, o di frasi toscane lontane dall'uso volgare d'oggidì;
imperciocchè ei porta opinione, che siccome, quando si vuole scrivere
accuratamente ed elegantemente la latina lingua, e' bisogna, senza
ristarsi alle cronache dei monaci del decimoterzo secolo, salire sino
all'età d'Augusto; e medesimamente, quando si ha in animo di scrivere
nel modo stesso la francese, non agli autori, che scrissero a' tempi
della rivoluzione, ma sibbene agli anteriori, e massimamente a quei del
secolo di Luigi decimoquarto bisogna ricorso avere, così la lingua pura
e schietta d'Italia fa d'uopo cercare negli scrittori del secolo di
Dante e di Boccaccio, ed in quei principalmente del secolo di Leone
decimo e di Clemente settimo; i quali ultimi scrittori quella lingua
medesima e molto crebbero, e maravigliosamente ripulirono. Sono le
lingue come le piante, alle quali è dato un sol tempo per portar il
fiore. Prima esso è rinchiuso dentro una rozza buccia; dopo è appassito
e scolorato. E se taluno affermasse in contrario, che nell'opinione
dell'autore si presuppone, che le lingue non possano coll'andar del
tempo far progressi e migliorarsi, si risponderà, che quando una lingua
veste una sembianza forestiera, questo cambiamento dee meglio
corruzione, che progresso o miglioramento riputarsi. Se poi l'italiana
favella si trovi addì nostri in questo caso, gli amatori della medesima
lo giudicherann'essi. L'autore crede, sia oggimai tempo di ritirarla
verso i suoi principj. Se sarà da quei, che la presente storia
leggeranno, giudicato, ch'egli abbia cooperato a quest'opera gentile,
ciò recherà ben esso a somma sua ventura.
Si debbe ancora avvertire, che le orazioni da lui poste in bocca agli
oratori sono state veramente dai medesimi fatte in quelle stesse
occasioni, di cui si tratta nell'Opera. Solo l'autore quello, che fu
detto da parecchi, che nella medesima sentenza favellarono, ha fatto
dire ad un solo; ed alcuna volta, sebben di rado, usando la facoltà già
concessa ad altri Storici, aggiunse del suo alcune poche cose, le quali
gli oratori medesimi avrebbero verisimilmente dette. Ciò accadde
specialmente nelle due orazioni, l'una posta in bocca di Riccardo Enrico
Lee, l'altra di Giovanni Dickinson, dei quali il primo orò in favore
della dichiarazione dell'independenza degli Stati Uniti, il secondo
mantenne la contraria sentenza.
Finalmente non debb'essere, a chi leggerà, nascosto, che siccome in varj
luoghi, e specialmente nelle orazioni, si trovano non di rado
predizioni, che col tempo riusciron vere, così queste furono
effettualmente dette da quei personaggi stessi, che sono nell'Opera
indicati. Ed in questa cosa ebbe l'autore tanto scrupolo, che, acciocchè
esse predizioni non paressero come quelle de' poeti, le quali vengono
dopo il fatto, volle a parola a parola dai testi, che sono per lo più
scritti in lingua inglese, nella italiana favella trasportarle.
Resta, che gl'Italiani con altrettante amorevolezze e cortesia ricevano
queste Storie, con quanti amore e desiderio di giovare alla lingua loro
furono dall'autore composte.


NOTA DELLE OPERE
_Che l'Autore della presente Storia ebbe in sua facoltà per la
composizione della medesima._

LIBRI INGLESI
Journals of the house of Lords; Journals of the house of Commons,
in-fol. stampati d'ordine delle due Camere. Tutti i volumi dal 1764 sino
al 1783.
Authentic accounts of the proceedings of Congress held at New-York, in
1766. Almon, 1767.
Journals of the proceedings of the Congress, 8. Dilly, 1775.
Journals of Congress held at Philadelphia, 8. Almon, 1776.
The Parliamentary Register, etc. Tutti i volumi dal 1766 sino al 1783.
The Annual Register, etc. Tutti i volumi dal 1764 sino al 1783.
Historical anecdotes relative to the american rebellion, un vol. in 8.
1779.
The Remembrancer, or impartial repository of public events. The second
edition. London, For. J. Almon, 17 vol. in-8. inclusi i Prior documents.
Letters on the american troubles, translated from french of M. Pinto.
1776.
An impartial history of the war in America between Great Britain, and
her colonies from its commencement to the end of the year 1779. 8. For
Faulders, 1780.
The history of the civil war in America, comprehending the campaigns of
1775, 1776, and 1777; by an officer of the army, 8., for Sewel, 1781.
A genuine detail of the several engagements, positions, and movements of
the royal, and american armies during the years 1775, and 1776 with an
accurate account of the blockade of Boston, etc. by William Carter, etc.
4. for Kearlsley, 1785.
An impartial, and authentic narrative of the battle fought on the 17
june, etc. on Bunker's-hill; by John Clarke, 1775.
A history of the campaigns of 1780, and 1781 in the southern provinces
of North America; by Lieutenant-colonel Tarleton, etc. Dublin, I vol.
in-8., 1787.
Strictures on Lieutenant-colonel Tarleton-s history of the campaigns of
1780, and 1781, etc; by Roderick Mackenzie 8., 1787.
The history of the american revolution; by David Ramsay, M. D. 2 vol.
in-8. Philadelphia, 1789.
History of the war with America, France, Spain, and Holland commencing
in 1775, and ending in 1783; by John Andrews, 4 vol. in-8. London, for
J. Fielding, 1783.
The history of rise, progress, and establishement of the independance of
the united States of America, etc. By William Gordon, D. D. London,
printed for the author, and sol by Charles Dilly, 1788. 4 vol. in-8.
An historical, geographical, commercial, and philosophical view of the
american united States, and of the European settlements in America, and
the West-Indies, by W. Winterbotham, 4 vol. in 8. London, 1795.
The life of George Washington, etc; by John Marshall, Chief-justice of
the united States, etc. 5 vol. in 8. London, for Richard Philips, 1804,
1805, 1807.
The life of Washington; by David Ramsay, un vol. in 8. New-York, 1807.
Printed by Hopkins, and Seymour.
Letters addressed to the army of the united States in the year 1783 with
a brief exposition etc.; by Buel. Kingston, state of New-York, 1803.

LIBRI FRANCESI
Révolution d'Amérique; par M. l'abbé Raynal, Londres, 1781.
Lettre adressée à l'abbé Raynal sur les affaires de l'Amérique
septentrionale, traduite de l'anglais de M. Thomas Payne, 1783.
Essais historiques et politiques sur les Anglo-Américains; par M.
Hilliard d'Auberteuil, 4 vol. in 8. Bruxelles, 1781.
Histoire de l'administration de lord North, et de la guerre de
l'Amérique septentrionale jusqu'à la paix en 1783; 2 vol. in-8. Londres
et Paris, 1784.
Histoire impartiale des événemens militaires et politiques de la
dernière guerre dans les quatre parties du monde, 3 vol. Amsterdam et
Paris, chez la veuve Duchesne, 1785.
Constitutions des treize États-Unis d'Amérique, 1 vol. in 8.
Philadélphie et Paris, 1783.
Affaires de l'Angleterre et de l'Amérique, 17 vol. in 8. Anvers.
Voyages de M. le Marquis de Chastelux dans l'Amérique septentrionale,
pendant les années 1780, 1781 et 1782, 2 vol. in-8. Paris, chez Prault,
1786.
Histoire des troubles de l'Amérique anglaise, etc.; par François Soulès,
4 vol. in-8, Paris, chez Buisson, 1787.
Histoire de la dernière guerre entre la Grande-Bretagne et les
États-Unis d'Amérique, la France, l'Espagne et la Hollande, depuis son
commencement en 1755 jusqu'à sa fin en 1783. 1 vol. in-4. Paris, chez
Brocas, 1787.
Histoire de la revolution d'Amérique par rapport à la Caroline
méridionale; par David Ramsay, membre du Congrès américain; traduit de
l'anglais, 2 vol. in-8, Londres et Paris, chez Froullé, 1787.
Recherches historiques et politiques sur les États-Unis de l'Amérique
septentrionale, etc.; par un citoyen de Virginie, 4 vol. in-8. Colle et
Paris, chez Froullé, 1788.
Discussions importantes débattues au Parlement britannique, etc. 4 vol.
in-8. Paris, chez Maradan et Perlet, 1790.
Mémoires historiques et pièces authentiques sur M. de La Fayette, etc. 1
vol. in-8. Paris, l'an second de la liberté française.

_A tutte queste opere bisogna aggiungere gran numero di libricciuoli,
che a' tempi della rivoluzione d'America si stampavano e si pubblicavano
alla giornata, tanto in Inghilterra, quanto in America ed in Francia._
_Finalmente l'Autore ebbe sì buona ventura, che alcuni fra gli attori
stessi degli avvenimenti, ch'egli ha descritti, si sono degnati di
fargli copia di parecchi manuscritti di grande importanza, alla cortesia
de' quali ci rende in questo luogo, siccome dee, con grato animo
pubblica e solenne testimonianza._


STORIA DELLA GUERRA AMERICANA.


LIBRO PRIMO

L'America, e specialmente alcune parti di essa state scoperte
dall'ingegno, e dall'ardire degl'Italiani, ricevettero in varj tempi,
come in luogo d'asilo, gli uomini, i quali le turbazioni politiche, o
religiose cacciavano dalle proprie contrade d'Europa; posponendo eglino
la dolcezza della patria e dell'aere natio alla sicurezza, che quelle
lontane e deserte regioni alle menti loro appresentavano. Quivi
esercitandosi con ammirabil arte e costanza, secondo il costume di
coloro, cui il fervore delle opinioni sollecita e spinge, domando le
fiere, allontanando, o spegnendo gl'insetti malefici o importuni, le
nazioni barbare, e feroci, che abitavano quelle nuove terre, contenendo
e frenando; seccando le paludi, dirizzando i fiumi, diradando le selve,
solcando una verginal terra, e nel suo seno nuovi ed insoliti semi
consegnando, prepararono a sè medesimi un clima meno aspro, e meno alla
natura umana inimico, più sicure e più comode sedi, cibi più salutiferi
con parte di quegli agi ed opportunità, che al vivere civile sono
pertinenti. Questa moltitudine di fuorusciti, partitisi principalmente
dall'Inghilterra a tempo degli ultimi Stuardi, approdarono a quella
parte dell'America settentrionale, la quale si distende dal grado
quadragesimo quinto sino al trigesimo secondo di latitudine
settentrionale, e fondaronvi le colonie del Nuovo-Hampshire, di
Massacciusset, di Connecticut e dell'isola di Rodi, le quali col nome
generale di Nuova-Inghilterra si appellarono; e a' tempi d'appresso
quelle di Virginia, della Nuova-Jork, di Pensilvania, delle contee della
Delavara, della Cesarea, della Marilandia, delle due Caroline, cioè
settentrionale e meridionale, e della Giorgia. Nè è da credere, che
poichè eglino partivano dal paese, ove erano nati, per andare in istrani
luoghi cercando miglior condizione alla vita loro, quello abbandonassero
come in termine d'inimici, rompendo ogni vincolo, che al medesimo gli
strignesse; che anzi, per lo contrario, oltre i costumi, gli abiti, gli
usi e le maniere della comune patria, portarono seco i privilegj
dall'autorità reale conceduti, pei quali le leggi loro erano costituite
a modo di quelle dell'Inghilterra, più o meno conformi ad un governo
libero e largo, ovvero ad un più stretto secondo la natura, o l'autorità
del principe che le dava; ed anche secondo la maggiore, o minore
autorità che il popolo, per mezzo del Parlamento che lo rappresentava,
si trovava a possedere; essendochè in quei tempi di discordie civili e
religiose, per le quali il sangue inglese è stato versato a copia,
queste cose spesso variarono maravigliosamente; conciossiachè, e
ciascuna provincia, o colonia avesse un'assemblea di gente eletta dal
popolo, la quale usava in certi limiti l'autorità del Parlamento; ed un
governatore, il quale in certi limiti ancora esercitava la potestà del
Re, ed agli occhi dei coloni il rappresentava. S'aggiungeva a questo il
giudizio, che e' chiamano per Giurì, non solamente nelle materie
criminali, ma ancora nelle civili; cosa di grandissima importanza, ed
affatto conforme agli ordini giudiziali dell'Inghilterra. Ma in fatto di
religione e' godevano eziandio di maggiore larghezza, che nella prima
patria stessa, non ritenendo essi la gerarchia, o sia l'ordine delle
cose e dignità ecclesiastiche stabilite in Inghilterra; avendo anzi
contro la medesima acerbamente combattuto, ed essendo questa contesa la
prima e principal cagione stata, che gli aveva a sì lunga e perigliosa
peregrinazione inclinati.
Per tanto non è da far maraviglia, se questa generazione d'uomini non
solo avessero le menti loro volte a quelle credenze, le quali
costituiscono la base ed i principj del governo inglese, ma che non
contenti a queste avessero gli animi disposti a volere una maniera di
governo più largo, ed una maggior libertà, e fossero di vantaggio presi
da quel fervore, che nasce naturalmente nel cuore degli uomini dagli
ostacoli, che si oppongono alle opinioni loro politiche, o religiose, e
molto più dall'avversa fortuna, ch'eglino per quelle abbiano incontrato.
E come quest'ardenza e questa esaltazione di animi esacerbati sarebbesi
ella attutita nelle vaste solitudini d'America, dove erano ignote le
distrazioni e gli svagamenti d'Europa; dove l'insistere nelle opere di
mano continuo render doveva i corpi induriti, ed all'avvenante gli animi
ostinati? S'eglino stati erano in Inghilterra avversi alla prerogativa
reale, come in ciò sarebbonsi le opinioni loro cangiate nell'America,
dove niuno, o pochi vestigj si vedevano della presenza e dello splendore
reale? Dove essendo la medesima occupazione comune a tutti, quella di
coltivar la terra, doveva di necessità ingenerarsi in tutti una opinione
ed un amore di una eguaglianza comune? Eglino incontrarono l'esiglio a'
tempi, in cui più ferocemente bolliva nella patria loro la guerra tra il
Re ed il popolo, contendendo questo di avere il diritto di resistere
alla volontà del principe, quando egli usurpa le sue libertà, ed anche,
se l'utilità comune il ricerca, da una testa sopra un'altra la corona
reale trasportare. Credeanlo i coloni; e come si sarebbono ricreduti,
trovandosi, senza la protezione dell'autorità reale presente, quantunque
quasi ancora in istato d'infanzia, o di appena nata società, in quella
nuova contrada vita lieta e felice menare? Osservate le leggi,
amministrata la giustizia, rispettati i magistrati, rari, od incogniti i
delitti, guarentite le persone, la roba, l'onore? Credevano che spetti
un diritto inalienabile a qualsivoglia suddito inglese, o sia libero
uomo, o franco tenitore, come dicon essi, di non dare la roba sua, se
non per proprio consenso; la Camera de' Comuni sola avere il diritto,
come rappresentante il popolo inglese, di concedere alla Corona la
pecunia di esso; essere le tasse liberi doni del popolo a que' che lo
governano; dovere i principi usare l'autorità loro e la pecunia del
comune ad uso solo e benefizio di questo. Ora tale diritto averlo i
coloni portato seco loro; conciossiachè non possano perdersi per
lontananza, o cambiamento di cielo le prerogative inglesi; ed essere i
coloni esciti dal regno con consenso e con privilegj dell'autorità
sovrana; quest'istesso diritto di non dare la propria pecunia, se non di
propria volontà, stato essere in solenne modo riconosciuto dal governo
nei diplomi a parecchie colonie concessi; a questo fine essere state
instituite in ciascuna colonia le assemblee, o corti; per questo aver le
medesime la facoltà d'investigare e sopravvedere l'uso della pubblica
pecunia. E come avrebbono i coloni ad un tale diritto rinunziato,
eglino, che ritraevano sostentamento alle vite loro dalle terre
americane non compre, nè date da altri, ma proprie di loro medesimi,
avendole essi i primi occupate, coltivate, e riempite di fecondi ed
utili semi? Ogni cosa per lo contrario nell'America inglese riguardava
ad una larghezza inusitata di vivere sociale; ogni cosa pareva
inclinare, e dar favore alla civile libertà; ogni cosa volgersi alla
nazionale independenza. Erano gli Americani, i più, non solo
protestanti, ma protestanti contro l'istessa protestanza, e parte di
coloro, i quali in Inghilterra chiamano dissenzienti; perciocchè, oltre
al non riconoscere, come protestanti, niuna autorità in materia di
religione, alle cui decisioni si debba senz'altro esame prestar fede, e
perciò essere essi medesimi col solo lume della ragione naturale giudici
sufficienti delle credenze religiose, opponendosi alla gerarchia, e
condannando non che altro, i nomi delle dignità ecclesiastiche, eransi
spogliati del tutto di quella deferenza ed osservanza, che l'uomo ha di
natura verso le opinioni di coloro, i quali sono in grado costituiti, e
tanto per gli onori, che sono loro usati, quanto per la ricchezza e
magnificenza loro ragguardevoli. Essendo pertanto gl'intelletti degli
Americani intieramente liberi per questo conto, esercitavano
quest'istessa libertà di pensare anche in altri oggetti alla religione
non pertinenti, e specialmente nelle materie di governo; alla quale
investigazione s'erano, a' tempi del soggiorno loro nella prima patria,
grandemente avvezzati. Abbondavano nelle colonie, più che in ogni altra
contrada, i legisti, i quali, siccome sono soliti di cavare il sottile
dal sottile, sono ordinariamente in un paese governato da un principe
assoluto, i più efficaci avvocati della potenza sua; ed in un paese
libero i più utili difenditori della libertà. Quindi era nato l'uso fra
gli Americani quasi universale di quelle acute disquisizioni, che sono
proprie dei teologanti e dei legisti, le quali ingenerano spesso
negl'intelletti umani l'ostinazione e l'ambizione nella propria
sentenza; e per molto, che e' dicessero in fatto della libertà politica
e religiosa, non era mai che paresse loro di averne detto abbastanza. E
siccome lo studio delle belle lettere e delle nobili discipline aveva
già fatto notabili progressi in America, così condivan'eglino queste
disquisizioni con un bel dire; la qual cosa, siccome dall'un canto
allettava e lusingava i sostenitori di queste opinioni, dall'altro le
rendeva più efficaci, e più addentro le imprimeva nella mente degli
uditori. Le massime repubblicane divenivano una dottrina comune; e la
memoria dei puritani, e di quelli che, nelle vicende sanguinose
dell'Inghilterra, avevano le parti del popolo seguitate, e perciò
incontrata la morte, era portata a cielo. Questi erano i padri, questi i
martiri loro. Di questi, delle virtù ed imprese, dell'infelice, come che
agli occhi proprj de' coloni tanto onorevole fine loro, udivano i
figliuoli americani i genitori parlare di continuo. Se il ritratto del
Re prima della rivoluzione si osservava per l'ordinario in ogni cosa,
non è che non si vedessero ancora vicino ad esso quelli di coloro, i
quali a' tempi di Carlo primo la propria vita diedero per difendere ciò
ch'e' chiamavano le libertà anglicane. E non si può dire con quanta
allegrezza ricevuto abbiano le novelle delle vittorie dei repubblicani
in Inghilterra; nè con quanto dolore quelle del ristoramento della
monarchia nella persona di Carlo secondo. In tal modo e le inclinazioni
loro e le massime erano egualmente contrarie allo stato ed alla chiesa
anglicani; e come che modesti ed aggiustati di natura fossero, tutta via
mettean fuori spesso di que' motti, i quali manifestavano un odio
gravissimo contro gli ordini politici e religiosi della comune madre.
Chi voleva il favore popolesco accattare, dovea in questi modi essere
indulgente a sè stesso; e per lo contrario gli Anglicani, i quali però
erano pochissimi, o chi gli avvocava, ne erano disgraziati. Ma ogni
cosa, nella Nuova-Inghilterra principalmente, concorreva a mantener vive
le radici di queste propensioni ed opinioni. Pochi libri avevano i
coloni; ma questi in mano di tutti, e per lo più trattavano di cose di
governo secondo il temporale; ovvero la storia tramandavano delle
persecuzioni dai puritani loro antenati sopportate. Quelli perseguitati
nella antica patria, per le credenze loro in fatto della chiesa, o dello
Stato avere con animosa deliberazione amato meglio abbandonarla,
attraversando un mare vastissimo, fuggendo nelle più rimote ed
inospitali regioni, a fine di poterle liberamente e pubblicamente
professare; per sì generoso disegno avere in non cale posti tutti i
piaceri e le delizie di quella gentil terra, dove erano nati ed educati;
e quali travagli, quali fatiche quali pericoli non aver eglino
incontrati su pe' quei nuovi e selvaggi lidi? Ogni cosa essere loro
contraria stata; i corpi non avvezzi ai freddi invernali ed ai calori
estivi, gli uni e gli altri smisurati, del cielo americano; scarsi i
terreni abitabili; il suolo ritroso; l'aria pestilente; una morte
immatura avere i più de' primi stabilitori rapito; e quelli, che alle
influenze ed alle miserie sopravvissero, avere avuto a combattere, per
assicurare le nascenti sedi, coi nativi, feroce gente ed infiammata di
sdegno, siccome quelli che vedevano per la prima volta un popolo
straniero, non mai più nè veduto nè udito per lo innanzi, insignorirsi
di quelle terre, delle quali erano stati per sì lungo tempo i soli
occupatori e signori; avere i coloni colla pazienza e coll'ardire
superato a poco a poco tutti questi impedimenti; la qual cosa, se
dall'un de' lati procurò ad essi più quiete ed una miglior condizione di
vita, dall'altro diede maggior baldanza ed opinione di sè medesimi con
una elevazione d'animo non ordinaria. Oltre a ciò, siccome i casi
prosperi, od avversi, che una generazione d'uomini abbiano insieme
incontrato, e la ricordanza loro legano in singolar modo gli animi di
quelli e più gli stringono, ed all'un l'altro affezionano; così gli
Americani avevano tra di sè non solo que' vincoli, i quali l'uno
coll'altro congiungono gli uomini della medesima nazione per l'identità
della lingua, delle leggi, del cielo, dei costumi, ma di più quelli, che
derivano da un destino medesimo in quelle rivoluzioni, alle quali un
popolo sia stato soggetto; onde offerivano al mondo come quasi
un'immagine di quelle congregazioni d'uomini viventi non solamente colle
leggi comuni della generale società, in cui e' sono, ma ancora con
alcune regole e statuti particolari e proprj, ai quali si sono
volontariamente sottoposti. Il che suol dare, oltre ad un'opinione
comune, anche uno zelo ed entusiasmo comune.
Non si deve passare sotto silenzio, che anche la condizione della
società nelle colonie americane dell'Inghilterra doveva rendere gli
abitanti avversi ad ogni specie di superiorità; ed alla libertà
inclinati. Là non v'era che una sola classe d'uomini. La mediocrità
della condizione loro non invitava i magnati d'Europa a recarsi su
quelle spiagge; le ricchezze e gli onori ereditari non vi si
conoscevano. Onde nissun vestigio vi rimase della servitù feudale. La
qual cosa ha dovuto una generale opinione partorire, essere tutti gli
uomini per natura eguali; e difficilmente avrebbero questi abitanti
persuaso a sè medesimi, dovere alla munificenza de' principi le terre
loro ed i diritti civili. Pochi avevano udito ricordare la _magna
carta_, e quelli, i quali conoscevano la storia di quell'importante
periodo delle rivoluzioni inglesi, nel quale quel patto fu fermato, lo
riputavano piuttosto un riconoscimento solenne dai Re d'Inghilterra
fatto de' diritti del popolo, che una concessione. Siccome riconoscevano
dal cielo quella protezione, la quale gli condusse in mezzo a tanti
pericoli a quelle terre, dove aveano finalmente un riposo trovato, che
nell'antica patria avevano cercato invano, e similmente a quella
riferivano le messi dei loro ubertosi campi, unica e vera sorgente delle
ricchezze loro; così non dalle concessioni dei Re della Gran-Brettagna,
ma dalla bontà, e clemenza infinita del Re del mondo ripetevano ogni
diritto; le quali opinioni nelle menti di un popolo, come questo era,
religioso e raccolto, dovevano profonde radici, e tenacissime avere.
Per la vastità delle province occupate, e la copia delle vacanti terre
ogni colono era, o poteva essere facilmente ad un tratto signore,
castaldo, e lavoratore. Vivendo, e dilettandosi nella vita contadina,
sotto i proprj occhj, dalle sue proprie terre, e spesso per le sue mani,
ei vedeva nascere, crescere, prosperare, e maturarsi tutte le cose al
vivere dell'uomo necessarie, e perciò trovavasi fuori di ogni soggezione
e dependenza; e la libertà individuale è possente stimolo alla libertà
civile. Ognuno poteva cacciare, uccellare, pescare a sua posta senza
timore di poter fare ingiuria ad altrui; perciocchè le bandite erano in
America ignote. I barchi, ed i serbatoj loro erano foreste senza fine,
vasti e frequenti laghi, grandissimi fiumi, ed acque correnti d'ogni
maniera con un mare infinito e libero, abbondante sopra ogni altro
d'ogni sorta di pescagione. Vivendo sparsi ne' campi uno qua, e l'altro
là, crebbe l'amore tra i membri della medesima famiglia; onde scemò in
questi la voglia di sbrancarsi, e d'andar di scarriera; la qual cosa è
spesso causa di doversi l'uomo mettere agli stipendj altrui, e contrarre
abitudini servili.
La più gran parte dei coloni inglesi essendo tenitori, castaldi, e
lavoratori di terre, e viventi di continuo nelle masserie, i mercatanti,
i meccanici ed i manufattori sommati insieme appena che arrivassero ad
un quinto della totalità degli abitanti; ed essendochè i coltivatori
delle terre solamente dal cielo dipendono, e dalla propria industria,
questi altri per lo contrario debbono più, o meno avvezzarsi ed
accostarsi ai modi servili per potersi ai capricci degli avventori
accomodare; dimodochè la gran proporzione dei primi sopra i secondi
dovette necessariamente produrre in quelle colonie una foggia d'uomini
independenti, i quali non essendo soliti a rimanersi, se non se
all'incontro di quegli ostacoli, che la natura stessa delle cose
tramette, dovevano risentirsi vivamente, e diventare renitenti ad ogni
freno dall'autorità umana imposto.
Gli abitanti poi delle colonie erano anche esenti, e quasi fuori dal
pericolo di pigliar i bocconi ministeriali, essendo la sede del governo
così lontana, ed avendo non che provato, udito di que' zimbelli. Così
non v'era là andazzo di corrompere e di esser corrotto; i maestrati
erano pochi, e sì poco lucrativi da non poter dare le imbeccate.
Quell'amore verso il Sovrano, e l'antica patria loro, il quale avevano i
fuorusciti potuto conservare nella nuova, andò di mano in mano scemando
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