Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 09

Total number of words is 4394
Total number of unique words is 1843
35.3 of words are in the 2000 most common words
49.7 of words are in the 5000 most common words
57.7 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
tempi immemorabili e contrastato il Profeta finchè potè, non ebbe
dritti, non ebbe nome nella legge. I congiunti di Maometto, a pro dei
quali parrebbe fatta un'eccezione, furon chiamati soltanto a partecipare
insieme con lui, con gli orfanelli, co' poveri e coi viandanti, alla
quinta parte del bottino; risguardati perciò piuttosto indigenti
privilegiati che ottimati della nazione. Morto poi Maometto, e tenuto lo
Stato per dodici anni da Abu-Bekr e Omar, intrinsechi e vecchi compagni
che appieno conosceano i suoi intendimenti e con somma religione li
applicarono e svilupparono, la nobiltà li ebbe inflessibili avversarii.
Abu-Bekr, quanto il potè in un brevissimo regno e agitato, volle
scompartire ogni acquisto della repubblica musulmana a parti uguali tra'
credenti. Omar tenne altro modo. I conquisti della Persia, della Siria e
dell'Egitto gli dierono abilità a far uno ordinamento più regolare e
vasto d'assai; nel quale ebbe a scorta gli uficii d'azienda sassanidi e
romani, e per sorte da dividere le immense entrate delle città datesi a
patti, che intere cadeano nell'erario pubblico, non toccando ai
combattenti altro che quattro quinti della preda fatta con la spada alla
mano. Fe' descrivere dunque Omar, l'anno quindici dell'egira (636), nei
registri o divani, come li chiamarono con voce persiana, da una parte le
entrate pubbliche, dall'altra tutti i Musulmani. L'ordine della lista fu
che la schiatta di Adnân, donde nacque il Profeta, fosse posta innanzi
la schiatta di Kahtân; e nella prima i Koreisciti innanzi le altre
tribù; e la casa di Hascem innanzi tutt'altra dei Koreisciti; senza
eccezione, a favor del principe, il quale fattisi mostrare i ruoli che
aveano steso, e trovandovisi il primo, “Non questo, disse, non questo io
vi comandava: mettete Omar là dove Iddio l'ha messo.” Così la sua e le
altre famiglie koreiscite preser grado secondo la consanguineità che
legavale a quella del Profeta; il rimanente delle tribù e parentele di
Adnân, secondo l'anteriorità nel professare l'islamismo; e lo stesso
nelle tribù di Kahtân. Tutti parteciparono delle entrate pubbliche,
patrimonio comune dei Musulmani, secondo i precetti di Maometto, che poi
rimasero lettera morta ne' libri di dritto, ma rigorosamente
osservaronsi in quei primi tempi in una società democratica e piena di
fervore religioso. Inoltre è da considerare che sotto i califfi
Abbassidi, e fors'anco prima sotto gli Omeiadi, noverandosi la
popolazione musulmana a milioni, e sendo sparsa su la metà del mondo
conosciuto, i divani divennero necessariamente ruoli di milizie e di
impiegati, retribuiti più o meno a piacer del padrone. Ma sotto Omar,
potendo tuttavia contarsi i Musulmani a migliaia, tutti Arabi e soldati
dell'islâm o famiglie de' soldati, il precetto con men difficoltà
mandossi ad esecuzione. Ognuno ebbe dunque in sorte una provvisione sul
tesoro pubblico, ma disuguale, variando la somma in ragion composta del
merito religioso, e dei bisogni e valore di ciascuno. Alle vedove del
Profeta, madri dei Credenti, come le chiamavano, diè Omar dodicimila o
diecimila dirhem[144] all'anno; settemila ne toccò Abbâs zio di
Maometto; cinquemila ciascun fuggitivo della Mecca che avesse combattuto
alla giornata di Bedr, la prima vinta da' Musulmani; quattromila il
rimanente dei soldati di Bedr; e scendeasi gradatamente secondo
l'anzianità nel servigio militare, con la sola eccezione che si
ragionava sempre la quota del cavaliere più che quella del fante, e
davasi un caposoldo ai più valorosi. Quanto agli uomini di Kahtân che sì
virtuosamente combatteano allora in Siria, ebbero, come meno anziani in
islamismo, duemila, mille, cinquecento, e fino a trecento dirhem. Alle
donne furono assegnate pensioni proporzionali a quelle dei capi di lor
famiglie, da cinquecento dirhem che n'ebbero quelle de' guerrieri di
Bedr, infino a dugento. Alle altre donne e a tutti i fanciulli, e infine
anco ai lattanti, cento dirhem. Gli schiavi non furono esclusi. Omar non
volle per sè che il parco mantenimento suo e della famiglia: domandollo
ai cittadini con dir che un tempo avea fatto il mercatante, ma avea
dovuto smettere per amor dei negozii pubblici; e ottenuta la
provvisione, fieramente si adirò una volta che gli amici tramarono di
accrescergliela. Ma verso gli altri fu prodigo sì che non lasciò mai un
obolo nel tesoro; e consigliato di serbar qualche somma per lo avvenire:
“No” rispose; “sarebbe una tentazione pei miei successori.” Il valsente
delle pensioni si diè ai poveri in derrate, ritraendosi che nelle alte
regioni dell'Arabia centrale fu dispensata da principio una porzione di
vittovaglie a ciascuno; poi due misure di farina ogni mese, quanto Omar
avea ragionato il bisogno d'un uomo, facendo nudrire sessanta poveri per
certo spazio di tempo. Crescendo alfine la liberalità del governo, e la
delicatezza d'un popolo che pochi anni innanzi s'era cibato ed or è
tornato a cibarsi di datteri e cavallette, si diè pane in luogo di
farina; poi del pane condito con olio; poi vi si aggiunse un pezzo di
cacio; poi si fornirono due pasti al dì: mattina e sera.[145] Così fatti
particolari non mi sono sembrati indegni della storia, nè sì minuti che
non meritassero luogo in un abbozzo di quadro generale, perchè valgon
meglio che i giudizii degli scrittori a mostrare il súbito e
maraviglioso mutamento della società arabica in quel tempo, e la prima
forma che prese. Fu democrazia sociale come oggi si direbbe, la quale
forma ben rispondeva ai principii fondamentali dell'islamismo:
uguaglianza, e fratellanza. E si vide, con esempio avventuratamente raro
nel mondo, un popolo re nudrito per tutti i deserti dell'Arabia a spese
dei vinti, come l'altro popolo re l'era stato entro le mura di Roma.
Pur nascea, come ognuno se ne accorge, insieme con la novella società
una gerarchia di merito civile e religioso e una disuguale
partecipazione nei comodi della repubblica; le quali condizioni
cominciarono a costituire nuov'ordine di ottimati, naturalmente opposto
all'antica nobiltà. Omar, tra per necessità e disegno, diè un altro
crollo all'antica nobiltà, mutando alquanto le associazioni per la
guarentigia del sangue, prima base della società arabica; poichè volle
che si tenessero per mallevadori, _akila_ come diceano gli Arabi, non
più gli uomini di una medesima parentela esclusivamente, ma gli ascritti
nel medesimo divano, i quali erano ormai diversi dai primi, quando parte
di molte tribù era rimasa in patria, l'altra stanziava con l'esercito
nei paesi vinti, e spesso componeasi d'uomini raggranellati di varie
genti.
Nondimeno l'elemento primitivo della società arabica trionfò del
silenzio di Maometto e dei divani di Omar. Impossibil era di spezzare a
un tratto gli antichissimi legami delle parentele; impossibile di
condurre gli Arabi alla guerra altrimenti che per tribù; impossibile di
dar loro capi appartenenti ad altre famiglie, fuorchè il condottiero
supremo dell'esercito. Le brigate dunque, i reggimenti, i battaglioni,
le compagnie, a modo nostro di dire, rimasero ordinate per parentele con
poche eccezioni; capitanaronle gli antichi nobili: e tra sì rapidi
conquisti il bottino accrebbe l'avere delle famiglie; i convertiti
stranieri ne accrebbero il numero, ponendosi sotto la protezione degli
uomini di maggior séguito, e divenendo clienti, o come gli Arabi
diceano, _maula_. Così la nobiltà crescendo di potenza per cagion della
guerra, più prestamente che non diminuisse per l'ordinamento delle
pensioni d'Omar, ruppe, poco appresso la costui morte, il freno della
legge. L'antagonismo delle schiatte aiutò il movimento; poichè i figli
di Kahtân rifatti guerrieri e prevalenti di numero nell'esercito di
Siria, non vollero restar da meno nel grado sociale e nella
distribuzione dei premii. Fu offerta loro la occasione da M'oâwia capo
della casa Omeiade, il quale capitanava quell'esercito e per comunanza
di sangue e d'interessi trovava partigiani tra l'antica nobiltà della
schiatta di Adnân, mentre l'ambizione lo piegava a favorire la rivale
stirpe di Kahtân. Di cotesti elementi nacque una fazione che contese il
poter dello Stato alla famiglia ed a' compagni del Profeta, che è a dire
al novello ordine di ottimati religiosi. Cominciò la lotta in corte appo
Othman, che fu ucciso dai nuovi ottimati, perch'ei favoriva la parte di
Mo'âwia. Esaltato da loro Alî, gli Omeiadi vennero alle armi;
trionfarono degli avversarii che erano divisi tra loro per le
pretensioni della casa d'Alî; e così fu reso ereditario il principato in
casa Omeiade. Cotesta rivoluzione scompose l'ordinamento degli ottimati
religiosi, e in breve tempo li ridusse a meri dottori in legge; dal
quale grado inferiore dopo due secoli tentarono di risorgere i discepoli
loro. Da un'altra mano mentre combattean le due aristocrazie, la
democrazia surse impetuosa contro di entrambe, ma penò tre secoli a
vincere e non potè usar la vittoria. Io terrò discorso a luogo più
opportuno di cotesti partigiani della ragione contro l'autorità
religiosa e politica. Similmente aspetterò che occorra negli avvenimenti
la influenza politica dei giuristi, per descriverne i motivi e i limiti.
Per ora basti all'argomento nostro di notare le tre divisioni ch'erano
nate nella società musulmana, le quali tendeano all'aristocrazia
religiosa, all'aristocrazia militare, e alla democrazia; mentre il
principato correva in fretta verso la tirannide.
L'autorità dei primi successori di Maometto, sendo quella medesima del
Profeta, senza la profezia, restò molto indeterminata. Solamente si
sentiva alla grossa, che i Musulmani non apparteneano ad alcun uomo,
ancorchè dovessero ubbidire a un capo per lo comun bene spirituale e
temporale: cioè che componeano una repubblica sotto un supremo
magistrato che tenesse insieme del pontefice e del capo di tribù. Questa
par sia stata la mente di Abu-Bekr e di Omar, quando, lasciate da canto
le appellazioni degli antichi re arabi e stranieri, si chiamarono con
nuovi nomi, l'uno _Khalîfa_ (ch'è a dir successore) dell'Apostol di Dio,
e l'altro anco _Emir-el-Mumenîn_, ossia Comandator dei Credenti.
Elettivo, come s'è detto, il califo, vivea frugale quanto i più poveri
Musulmani, del proprio o di uno stipendiuccio; senza lista civile; senza
fasto; senza guardie: arringava il popolo; sopportava paziente le
rimostranze degli infimi come dei grandi; consultavasi d'ogni
provvedimento con gli altri compagni del Profeta, depositarii dei detti
di quello, e però di tutte le scintille dell'eterna sapienza, che non
fosse piaciuto a Dio di manifestar nel Corano. Così praticossi per
dodici anni dalla morte di Maometto a quella di Omar, tra que' primi
fervori del movimento religioso e nazionale: e molti savii ordini si
fecero fuorchè designare i limiti legali di un potere esercitato con
tanta civil modestia. Ma quando tal dichiarazione fu consigliata dalle
divisioni che cominciavano ad agitare la repubblica; quando gli elettori
deputati da Omar moribondo proposero patti fondamentali ad Alî, e,
vedendoli rigettare da lui, esaltarono al califfato Othman che li
accettava, allora non era più tempo a porre freno all'autorità. Le
fazioni, pigliate le armi, spinsero necessariamente i proprii capi al
potere assoluto: la nascente libertà degli Arabi perì tra le guerre
civili, al par che quella di Roma e tant'altre; oppressa dall'esercito
della fazione vincitrice, come lo sarebbe stata da quel della fazione
vinta, se a lui fosse toccata la vittoria. Reso dunque il califato
ereditario in casa Omeiade, il doge divenne czar. Una sola guarentigia
restò, cioè che il califo non potea mutare le leggi, venendo quelle dal
cielo, e non essendone permessa altra interpretazione che la dottrinale.
Ma ognuno intende quanto debole e precario ritegno fosse la voce da'
dotti ad un principe riconosciuto da loro medesimi, come conservator
della fede e arbitro delle forze dello Stato. D'altronde la immobilità
teocratica della legge nocque molto più che non giovasse ai Musulmani,
perchè attraversò le riforme fondamentali divenute necessarie per la
mutazione dei tempi e per la vastità del territorio; e fece che tante
ribellioni, tanto sangue sparso, non portassero altro frutto che di tor
via le persone dei governanti, senza correggere il dispotismo che li
rendea sì tristi.
Venendo in ultimo a considerare il momento militare dei conquistatori,
si vedran le tribù ordinate alla guerra ed esercitate fin da tempo
immemorabile: avvezzi da fanciulli a maneggiare armi e cavalli, usi a
condurre cameli, caricar bagaglio, mutare il campo, affrontare pericoli,
ubbidire ai capi nelle mosse e zuffe, andare a torme, schiere,
drappelli, secondo le suddivisioni della tribù; e i capi a computare
sottilmente le distanze de' luoghi, riconoscere o indovinare il terreno,
disegnare colpi di mano, agguati, ritirate, in vastissimi tratti di
paese. Indi pratica di strategia nei condottieri, disciplina nei
soldati: che, tra tanta ignoranza e licenza, appena si crederebbe. Indi
le prime battaglie degli Arabi contro Persiani e Bizantini, sì superiori
ad essi di numero, furono vinte meno per non curanza della morte e furia
a menar le mani, che per la rapidità e precisione delle mosse; per le
schiere compatte, spedite a rannodarsi o combattere spicciolate; pei
complicati disegni di guerra mandati ad effetto con agevolezza; per
l'arte, presto appresa, di afforzarsi ne' luoghi opportuni ed a tempo
ricusare o presentar la battaglia. Il califo bandia la guerra sacra;
nominava il capitano d'una impresa e l'investia del comando, com'era
antichissima costumanza appo di loro, annodando un pennoncello in cima
alla lancia del candidato. Dato il ritrovo all'oste, accorreanvi le
tribù dei contorni, intere o in parte, con lor condottieri e capi
inferiori fino a que' di dieci uomini e anche di cinque: gente usa a
vedersi in volto, a conoscere il valore l'un dell'altro, a sostenere in
ogni evento la riputazione di sua famiglia, parentela e tribù: e spesso
portavan seco loro le donne, non consigliatrici a viltà; per l'amor
delle quali o per l'onore, più fiate gli Arabi sconfitti tornarono alla
battaglia e vinsero; o quelle difesero con le proprie mani gli
alloggiamenti assaliti dal nemico. Avean cavalli e fanti; i fanti in
cammino montavan talvolta su i cameli, talvolta v'andavan anco i
cavalieri menando a guinzaglio lor destrieri e in altri incontri
togliean essi in groppa i fanti. Armati della sottile, lunga e salda
lancia arabica, spada, mazza, e altri d'archi e frecce; ma ancorchè
destri al saettare poco assegnamento faceanvi: son colpi di sorte,
diceva un famoso guerrier loro, sbagliano e imberciano.[146] Copriansi
di giachi di maglia e scudi. In giusta battaglia aspettavano per lo più
la carica del nemico; sosteneanla con rara fermezza secondo il precetto
del Corano e il romano concetto di Khâled-ibn-Walîd che solea scorrer le
file esortandoli: “Ricordatevi, Musulmani, che lo star saldi è fortezza,
l'affrettarsi debolezza, e che con la costanza va la vittoria.”[147] Sia
che dessero il primo assalto, sia che ripigliassero quello del nemico,
piombavano come turbine coi loro infaticabili cavalli levando il grido
di _Akbar Allah_ (è massimo Iddio); sparpagliavansi dopo la carica, e
d'un súbito rannodati faceano nuovo impeto sul nemico disordinato nello
inseguirli, e sì lo rompeano e laceravano; avviluppavano e sterminavano
i fuggenti. I Bizantini e i Persiani, gravi per le armadure e per la
formalità degli ordini militari ai quali era mancata da lungo tempo
l'anima e l'intendimento, mal resistettero a tal nuova tattica: i primi
inoltre uomini senza patria, raunaticci di tante genti, tratti per forza
alle armi, condotti da capitani cui scegliea caso o favore; i secondi
accolti anche di varie nazioni e classi sociali diffidenti l'una
dell'altra, anzi nemiche.
Dagli eserciti passando ai popoli di que' due imperii, li vedremo
avviliti dal dispotismo, rifiniti dalle tasse e dalla rapacità degli
officiali pubblici; scissi da assottigliamenti religiosi; i Persiani
anco dalle contese sociali de' tempi di Mazdak, dalla paura dei ricchi e
cupidigia dei poveri: e qual meraviglia se tra l'universale
scontentamento paresse manco male la falce dei conquistatori, i quali
ragguagliavano gli imi ai sommi, disarmavano la religione dello Stato,
permetteano il culto cristiano sol che si pagasse un picciol tributo, o
aprivan le braccia per accogliere i vinti nella loro famiglia, nella
loro Chiesa e nella loro repubblica? Così le vecchie società cedeano il
luogo alla giovane società dei vincitori. Così ridivenuti nazione,
spinti da delirio religioso e da interessi mondani, allettati dal
bottino, dalle pensioni, dalla fertilità delle terre, dai mille lucri
che offrian le nuove province, i popoli arabi emigravano successivamente
verso di quelle. E se non potean portare in lor colonie nè libertà, nè
quiete; se negli ordini loro si nascondea l'antagonismo della legge coi
costumi, del dispotismo con la nobiltà e con la democrazia; questa
schiatta forte, piena d'alacrità e di speranze, operosa, industre,
paziente, audace, trovandosi in condizioni geografiche favorevolissime e
tirando altre schiatte alla sua lingua e religione, dava principio a un
periodo novello nella storia dell'umanità.


CAPITOLO IV.

Se pur la fama di cotesti avvenimenti arrivò in Sicilia prima che gli
Arabi toccassero le spiagge del Mediterraneo, niuno al certo se ne dette
pensiero. Lo potean credere solito insulto de' ladroni di là della
Siria, de' Saraceni, come par che s'addimandassero in quelle parti
alcune tribù dei deserti; il qual nome i Bizantini dieron poi a tutti
gli Arabi e infine a tutti i Musulmani.[148] Fors'erano noti in Sicilia,
per cagion del commercio, il nome e i costumi degli Arabi, e un
capriccio di fortuna avea mostrato nell'isola le fattezze di questo
popolo balestrandovi un principe arabo, Mondsir quarto re di Hira; il
quale ribellatosi da' Sassanidi agli imperatori di Costantinopoli, tradì
i novelli signori, e, caduto nelle mani loro, verso l'anno cinquecento
ottantadue, il clemente imperatore Maurizio non ne prese altra vendetta
che di rilegarlo con la moglie e i figliuoli in una delle isolette
adiacenti alla Sicilia.[149] Ma più che le rivoluzioni d'un popolo sì
oscuro e lontano, premeano ai Siciliani le guerre dei Longobardi in
Italia; e più che le une e le altre la novella eresia dei Monoteliti,
ossia sostenitori dell'unica volontà.
Disputavasi, sopra un punto di curiosità teologica sottilissimo e
oziosissimo se altro ne fu mai: se le opere del Dio fatto uomo,
movessero da due volontà, divina e umana, ovvero da una sola, che i
Monoteliti, ragionando su l'equivoco d'una parola, chiamaron teandrica,
cioè, divino-umana. Capacitossi dell'unica volontà l'imperatore Eraclio,
nel riposo ch'ebbe tra due guerre, l'una vinta gloriosamente sopra i
Persiani, e l'altra perduta assai vilmente contro gli Arabi. Non prima
il cacciaron essi dalla Siria, che il vecchio imperatore, sperando
impetrare l'aiuto del cielo con un atto d'intolleranza, comandava che
tutti i sudditi suoi credessero nell'unica volontà di Gesù Cristo.
Comandavalo, come i predecessori suoi avean fatto delle altre dottrine
onde si compose il domma ortodosso, usando nella nuova religione
l'autorità di sommo pontefice, che appartenne già agli imperatori
pagani, che gli imperatori bizantini non abdicarono giammai, e ch'è
passata con tanti altri ordini loro nell'impero di Russia. E la sede di
Roma tentennò tra l'antica obbedienza e il dritto fondamentale della
repubblica cristiana, il quale portava che la universalità dei Fedeli
fosse giudice delle proprie credenze. Papa Onorio I tentò di sfuggire
alla vana contesa, e rispose dubbio o forse assentì; ma i successori
suoi non vollero o non poterono dissimulare. Promulgata da Eraclio (a.
639), l'ectesi, come chiamossi l'editto imperiale che pretendea decidere
la controversia, e cominciata la resistenza dal vescovo di Gerusalemme,
Roma non declinò il pericoloso onore di farsene capo. Indi Costante
Secondo imperatore rincalzava con un altro editto superbamente chiamato
il tipo (a. 648), e papa Martino nel Concilio di Laterano (a. 649), ove
sedè la più parte de' vescovi d'Italia, solennemente condannò ectesi e
tipo, e ogni altro scritto monotelita. Allora la disputa si mutò in
fazione politica. Costante il quale era salito sul trono a undici anni
(a. 641), e, come tanti altri tiranni in adolescenza, avea principiato
con belle dimostrazioni di modestia civile, spiegò l'unghia del lione
per far confessare da tutti i sudditi dell'impero una opinione che nè
egli nè altri comprendea.
Ma sendo più che mai deboli in Italia le armi imperiali, e stringendosi
sempre più il misero popol di Roma intorno il suo vescovo ond'avea lucro
e protezione, Costante non potè sforzare il papa; e, volendo almen
punirlo, fu necessitato a tentare un colpo da masnadiere. Commesselo ad
Olimpio, esarco di Ravenna, o vogliam dire luogotenente dell'impero nei
dominii che rimaneangli in Italia; il quale, andato a posta a Roma,
tramò lunga pezza di catturare e dicon anche ammazzare il papa, e fallì
nell'uno e nell'altro misfatto. Secondo un pio cronista, il sicario
mandato da Olimpio, mentre levava la mano per ferire, perdè il lume
degli occhi; e, maggior prodigio, narrato il caso all'esarco, costui,
pentito, svelò tutta la pratica al papa. Aggiugne il cronista che si
rappacificassero incontanente, e che Olimpio, raccolte le genti che
potea, sopracorresse in Sicilia a combattere i Saraceni.[150] La corte
di Costantinopoli dal suo canto accagionò Olimpio d'alto tradimento, e
il papa di complicità con lui, di connivenza coi Saraceni, e fin
d'averli aiutato di danari.[151] Tra le fole del miracolo romano e le
impudenti accuse del governo bizantino, il vero mi sembra che l'esarco,
allettato dalla occasione che gli davano gli umori degli Italiani e le
condizioni generali dell'impero, seguendo il fresco esempio del patrizio
d'Affrica, abbia tentato di sciorsi anch'egli dall'obbedienza: a che
papa Martino nè volea nè poteva far ostacolo.[152] Donde Olimpio
lasciava star la teologia e il papa; e questi si pigliava quella
insperata tranquillità, senza lodare forse nè biasimare la ribellione
dell'esarco, quando lo scoppio della folgore musulmana in Sicilia li fe'
stringere l'uno all'altro, sì che provvedessero insieme al comun
pericolo. Perchè Olimpio, usurpatore o no, dovea combattere i Musulmani
in Sicilia, come Gregorio usurpatore avealo fatto in Affrica; e Martino,
posposto ogni altro rispetto, dovea aiutarlo, per salvare l'Italia dalla
servitù degl'Infedeli e sottrarre alle rapaci mani loro il patrimonio di
San Pietro nell'isola.
Nei dieci anni che la corte bizantina avea passato tra l'ectesi e il
tipo, gli Arabi, oltre quei prodigiosi loro conquisti di là dal Tigri,
s'erano impadroniti di mezzo l'impero: spintisi infino al Caucaso;
occupata tutta la costiera di Siria; preso l'Egitto (a. 639); corsa e
resa tributaria l'Affrica propria (a. 648); e, dopo avere soprastato un
istante in riva al Mediterraneo, vi si erano ormai lanciati, e tutto
l'empieano di spavento. Soprastettero già in riva al Mediterraneo,
rattenuti dai comandi di Omar, non da ripugnanza a incontrare ignoti
pericoli. Perocchè non mancavano arrisicati navigatori tra le
popolazioni marittime d'Arabia; e gli stessi guerrieri del deserto, fin
dai primi conquisti, s'erano risolutamente imbarcati sul Golfo Persico
per assaltar le costiere d'India, donde eran tornati vincitori e carichi
di preda (a. 636); i quali, se non ritentarono l'impresa, la cagione fu
che Omar aspramente rampognò il capitano, e scrissegli che si guardasse
un'altra fiata di affidare i guerrieri dell'islâm, come vermi, a un
pezzo di legno galleggiante.[153] In tal modo ei volle ovviare al
pericolo d'allargar troppo la guerra, o a quel di combattere sopra un
elemento ove i Cristiani fossero più pratichi de' Musulmani, ch'è il
concetto d'Ibn-Khaldûn. Per simili rispetti vietò all'ambizioso
Mo'âwia-ibn-abi-Sofiân d'assaltare l'isola di Cipro; se non che, per
iscusarsi del mettere ostacolo ai trionfi dello islâm, il califo
gravemente scrivea sapere che il Mediterraneo sovrastasse di gran tratto
alla terra, e dì e notte domandasse a Dio di poterla inondare; ond'ei
non amava a dar gli eserciti musulmani in balía a tal perfido mare.[154]
Ma non andò guari che in luogo di queste baie tendenti a sconfortare
dalle imprese navali, si trovò nelle tradizioni di Maometto, com'avvien
sempre nelle ambagi e disordine degli scritti religiosi, un corredo
compiuto di altri testi che portavano all'effetto contrario: e diceano
che a durar solo la nausea del mare nella guerra sacra fosse merito
uguale al morire in campo, bagnato nel proprio sangue; che l'Angelo
della Morte recasse su in cielo le anime degli altri martiri, ma Dio
medesimo raccogliesse quelle degli uccisi in combattimento navale; e
altre somiglianti tratte su i tesori della vita futura.[155]
Ucciso Omar (a. 644), e uniti a capo di due anni i varii governi delle
provincie di Siria[156] nelle mani di Mo'âwia, costui, che avea tanto
séguito appo il nuovo califo, agevolmente vinse il partito della guerra
navale, non ostante la opposizione di quei consiglieri che voleano
mantenere i disegni politici di Omar.[157] Fatto venire grande numero di
barche d'Alessandria e accozzatole con quelle della costiera di Siria,
Mo'âwia assaliva (648) Cipro; ne levava tributo; tentava la munita
isoletta di Arado; e, sendone respinto, vi tornava l'anno appresso con
maggiori preparamenti; sforzava gli abitatori ad arrendersi e bruciava
il paese. Dopo due anni i Musulmani di Siria presero l'isola di Rodi;
portaron via, fatta a pezzi, la statua colossale d'Apollo che
l'antichità avea tenuto tra le maraviglie del mondo.[158] E alla nuova
stagione, che fu del secentocinquantadue, quattro anni appunto dopo la
prima lor prova a metter piè sopra una barca nel Mediterraneo,
solcavanlo a golfo lanciato, volgendo le prore alla Sicilia.
Di questa, come di tante altre imprese dei primi conquistatori arabi
nelle provincie romane, troviamo notizie molto oscure negli annali loro,
per una cagione che occorre spiegare. Presso gli altri popoli civili che
si segnalarono nel mondo, la tradizione dei fatti, emersa una volta
dalle nebbie dei tempi mitici, ha preso successivamente tre forme, che
rispondono a tre diversi gradi dell'incivilimento, e sono: i canti
eroici ripetuti a mente, le cronache scritte e la storia propriamente
detta; nè la tradizione orale in prosa è stata altro che ausiliare,
pronta, come ognun sa, a correggere o guastare gli altri ricordi. Appo
gli Arabi, al contrario, la tradizione orale usurpò tutto il campo nei
primi due secoli dell'egira. La nazione, sendo più incivilita nell'animo
che nelle forme esteriori, non potea contentarsi oramai di racconti
poetici, ma non era per anco avvezza a ricordi scritti; e l'umile arte
di leggere e scrivere troppo scarseggiava tra que' guerrieri e
improvvisatori che stavan sempre a cavallo e in su le armi. Pertanto non
ebbero altri cronisti che i _rawî_, (raccontatori o direbbesi più
litteralmente ritenitori), ai quali l'uso dava una prodigiosa virtù di
memoria, e serbavano l'intero patrimonio letterario di lor gente:
poesie, genealogie e fino i detti del profeta. Costoro, raccolti i fatti
il meglio che poteano dalla bocca di questo e di quello, soleano
riferirli con tutte le varianti e coi nomi di quanti successivamente li
avessero tramandato. Ma tal diligenza accrebbe la mole e la confusione,
più tosto che correggere i vizii della tradizione orale: il difetto cioè
di precisione cronologica; lo scambio dei fatti diversi relativi a una
stessa persona; la mescolanza delle fole di millantatori e detrattori;
il pendío agli aneddoti maravigliosi; il silenzio su le imprese
infelici. Questo cumulo di materiali par che opprimesse i primi che si
provarono a scrivere, nel terzo secolo dell'egira e nono dell'era
cristiana. Dei quali altri dettò storie particolari, altri osò
intraprendere una cronica universale; ma nessuno seppe strigarsi dalla
noiosa forma della tradizione orale, e nessuno venne a capo di chiarir
bene tutti gli avvenimenti del primo secolo, ch'era più lontano da
quella età. In ultimo comparvero le compilazioni e i compendii, che
fecero andare in disuso quelle ponderose cronache primitive; sì che,
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 10
  • Parts
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 01
    Total number of words is 4354
    Total number of unique words is 1701
    34.2 of words are in the 2000 most common words
    48.9 of words are in the 5000 most common words
    56.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 02
    Total number of words is 4263
    Total number of unique words is 1677
    33.9 of words are in the 2000 most common words
    47.6 of words are in the 5000 most common words
    55.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 03
    Total number of words is 4304
    Total number of unique words is 1534
    32.9 of words are in the 2000 most common words
    47.4 of words are in the 5000 most common words
    54.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 04
    Total number of words is 4250
    Total number of unique words is 1515
    32.8 of words are in the 2000 most common words
    44.9 of words are in the 5000 most common words
    51.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 05
    Total number of words is 4312
    Total number of unique words is 1676
    34.0 of words are in the 2000 most common words
    47.1 of words are in the 5000 most common words
    54.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 06
    Total number of words is 4414
    Total number of unique words is 1787
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    51.0 of words are in the 5000 most common words
    59.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 07
    Total number of words is 4438
    Total number of unique words is 1876
    33.4 of words are in the 2000 most common words
    48.6 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 08
    Total number of words is 4432
    Total number of unique words is 1895
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    48.6 of words are in the 5000 most common words
    57.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 09
    Total number of words is 4394
    Total number of unique words is 1843
    35.3 of words are in the 2000 most common words
    49.7 of words are in the 5000 most common words
    57.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 10
    Total number of words is 4431
    Total number of unique words is 1830
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    50.3 of words are in the 5000 most common words
    59.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 11
    Total number of words is 4487
    Total number of unique words is 1800
    34.1 of words are in the 2000 most common words
    48.8 of words are in the 5000 most common words
    57.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 12
    Total number of words is 4373
    Total number of unique words is 1728
    32.7 of words are in the 2000 most common words
    48.6 of words are in the 5000 most common words
    56.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 13
    Total number of words is 4341
    Total number of unique words is 1847
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    49.9 of words are in the 5000 most common words
    58.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 14
    Total number of words is 4361
    Total number of unique words is 1747
    35.3 of words are in the 2000 most common words
    49.5 of words are in the 5000 most common words
    58.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 15
    Total number of words is 4358
    Total number of unique words is 1680
    35.7 of words are in the 2000 most common words
    52.2 of words are in the 5000 most common words
    60.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 16
    Total number of words is 4277
    Total number of unique words is 1810
    34.3 of words are in the 2000 most common words
    49.5 of words are in the 5000 most common words
    57.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 17
    Total number of words is 4356
    Total number of unique words is 1714
    34.0 of words are in the 2000 most common words
    50.0 of words are in the 5000 most common words
    58.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 18
    Total number of words is 4443
    Total number of unique words is 1876
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    50.8 of words are in the 5000 most common words
    58.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 19
    Total number of words is 4259
    Total number of unique words is 1708
    36.3 of words are in the 2000 most common words
    52.3 of words are in the 5000 most common words
    60.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 20
    Total number of words is 4359
    Total number of unique words is 1755
    35.8 of words are in the 2000 most common words
    50.8 of words are in the 5000 most common words
    57.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 21
    Total number of words is 4286
    Total number of unique words is 1750
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    50.6 of words are in the 5000 most common words
    58.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 22
    Total number of words is 4462
    Total number of unique words is 1758
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    49.5 of words are in the 5000 most common words
    57.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 23
    Total number of words is 4260
    Total number of unique words is 1842
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    50.5 of words are in the 5000 most common words
    58.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 24
    Total number of words is 4335
    Total number of unique words is 1765
    36.6 of words are in the 2000 most common words
    50.6 of words are in the 5000 most common words
    58.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 25
    Total number of words is 4439
    Total number of unique words is 1719
    37.1 of words are in the 2000 most common words
    51.9 of words are in the 5000 most common words
    60.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 26
    Total number of words is 4335
    Total number of unique words is 1779
    34.2 of words are in the 2000 most common words
    49.9 of words are in the 5000 most common words
    58.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 27
    Total number of words is 4389
    Total number of unique words is 1832
    34.4 of words are in the 2000 most common words
    50.4 of words are in the 5000 most common words
    58.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 28
    Total number of words is 4414
    Total number of unique words is 1857
    33.9 of words are in the 2000 most common words
    49.4 of words are in the 5000 most common words
    57.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 29
    Total number of words is 2105
    Total number of unique words is 901
    35.8 of words are in the 2000 most common words
    51.7 of words are in the 5000 most common words
    61.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 30
    Total number of words is 3607
    Total number of unique words is 1370
    32.8 of words are in the 2000 most common words
    45.8 of words are in the 5000 most common words
    52.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 31
    Total number of words is 4273
    Total number of unique words is 1633
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    49.8 of words are in the 5000 most common words
    57.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 32
    Total number of words is 4207
    Total number of unique words is 1353
    36.2 of words are in the 2000 most common words
    49.2 of words are in the 5000 most common words
    56.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 33
    Total number of words is 4039
    Total number of unique words is 1374
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    46.5 of words are in the 5000 most common words
    54.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 34
    Total number of words is 4185
    Total number of unique words is 1603
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    46.6 of words are in the 5000 most common words
    55.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 35
    Total number of words is 4304
    Total number of unique words is 1440
    36.7 of words are in the 2000 most common words
    50.1 of words are in the 5000 most common words
    57.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 36
    Total number of words is 4288
    Total number of unique words is 1483
    37.4 of words are in the 2000 most common words
    51.3 of words are in the 5000 most common words
    58.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 37
    Total number of words is 4333
    Total number of unique words is 1349
    37.7 of words are in the 2000 most common words
    51.7 of words are in the 5000 most common words
    59.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 38
    Total number of words is 4039
    Total number of unique words is 1299
    37.0 of words are in the 2000 most common words
    49.1 of words are in the 5000 most common words
    57.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 39
    Total number of words is 4250
    Total number of unique words is 1529
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    50.5 of words are in the 5000 most common words
    57.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 40
    Total number of words is 4081
    Total number of unique words is 1378
    37.4 of words are in the 2000 most common words
    50.4 of words are in the 5000 most common words
    57.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 41
    Total number of words is 4187
    Total number of unique words is 1544
    34.6 of words are in the 2000 most common words
    47.9 of words are in the 5000 most common words
    55.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - 42
    Total number of words is 811
    Total number of unique words is 420
    43.0 of words are in the 2000 most common words
    54.1 of words are in the 5000 most common words
    63.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.