Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 23

Total number of words is 4543
Total number of unique words is 1577
44.5 of words are in the 2000 most common words
61.6 of words are in the 5000 most common words
68.9 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
elezione.[508] Il 23 dello stesso mese, il Machiavelli, in nome dei
Dieci, gli faceva scrivere e mandare in Arezzo, dove era commissario,
la lettera di partecipazione, esprimendogli la speranza che riuscisse
a dare alla Repubblica quella felicità, per cui il nuovo ufficio era
stato creato.[509] Questa elezione fu un fatto assai importante, non
solo nella storia di Firenze, ma anche nella vita del Machiavelli,
perchè egli conosceva da più tempo la famiglia Soderini, alla quale
subito scrisse rallegrandosi,[510] e ben presto seppe guadagnarsi tutta
quanta la fiducia del nuovo Gonfaloniere, che, come vedremo, si valse
di lui continuamente ed in affari di molta importanza.


CAPITOLO V.
Legazione al duca Valentino in Romagna. — Ciò che nel
medesimo tempo fa il Papa in Roma. — Il Machiavelli compone la
_Descrizione_ dei fatti di Romagna.
(1502-1503)

E qui son di nuovo i Borgia che richiamano l'attenzione di tutta
Italia. La Lucrezia per sua fortuna scompariva adesso dalla scena di
Roma, dove aveva continuato ad essere il soggetto principale dei più
scandalosi e turpi racconti, dei quali sembrava curarsi assai poco.
Infatti si era lasciata vedere col padre e col fratello assistere
ridendo a mascherate, a balli così osceni, che erano veramente orgie,
e sarebbe a noi impossibile descriverli.[511] Ma nel gennaio del 1502
finalmente partiva per Ferrara, con un grandissimo séguito, con un
lusso che passava ogni misura; e qualche volta promuove addirittura
disgusto vedere i cronisti del tempo occuparsi minutamente a darcene
eterne descrizioni. Andava in moglie al duca Alfonso d'Este in Ferrara,
e colà per molti giorni continuavano da capo le feste col medesimo
lusso.[512] Ma la sua vita entrò allora in un periodo assai più
tranquillo e riservato, perchè aveva da fare con un marito, il quale
non avrebbe esitato molto a valersi delle arti stesse dei Borgia,
per mandarla via dal mondo. I pochi fatti che potevano ricordare
ancora la vita passata, restarono perciò avvolti sempre nel più gran
mistero.[513] Ella si circondò di letterati che l'adularono, si dètte
anche ad opere di pietà; ed a ciò si deve la reputazione migliore che
godette allora, e la difesa che fecero di lei molti scrittori.
A Roma, dove era il Papa, ed in Romagna, dove si trovava il Valentino,
la scena invece mutava solo per divenire sempre più tragica e
sanguinosa. Nella Città Eterna comparivano libelli, epigrammi atroci;
ma il Papa non se ne curava punto, occupato com'era d'altri pensieri.
Di tanto in tanto qualche cardinale, divenuto assai ricco, s'ammalava
e moriva a un tratto, o sotto falso pretesto gli era fatto un processo
sommario, per metterlo poi in Castel Sant'Angelo, donde non usciva
più vivo. Mobili, tappezzerie, argenti e danari andavano subito in
Vaticano. I loro uffici e benefizi venivano concessi ad altri, che,
appena arricchiti, erano assai spesso destinati a fare la medesima
fine. «Nostro Signore,» scriveva l'ambasciatore veneto, «suole prima
ingrassarli, per far poi loro la festa.» Così avvenne nel luglio di
quell'anno al datario Battista Ferrari, cardinale di Modena, che era
stato il suo più fido strumento nell'aiutarlo a cavar danari da tutto
e da tutti. Divenuto ricchissimo, s'ammalò improvvisamente; il Papa
lo visitò nell'ultima ora, e poi al solito spogliò la casa e prese i
danari. La più parte de' suoi benefizi andò a Sebastiano Pinzon, intimo
segretario del defunto, a cui, secondo la comune opinione, aveva, per
ordine del Santo Padre, amministrato il veleno.[514]
In quei giorni la città era illuminata; il governatore di Roma e
le guardie palatine, seguite da una gran turba, andavano per le vie
gridando: _Duca, Duca_.[515] Cesare Borgia era entrato in Camerino, ed
aveva preso prigioniero il signor Giulio Cesare da Varano coi figli.
Il Papa era per ciò pieno di tanta gioia, che gli riusciva impossibile
frenarsi. Radunato il Concistoro con l'intendimento d'annunziare una
vittoria degli Ungheresi contro i Turchi, parlò invece di Camerino
e del Duca. Avvertito dal cardinale di Santa Prassede dello scopo
che li aveva fatti radunare, mandò subito a pigliare la lettera; ma
poi, continuando nel primo discorso, dimenticò di farla leggere.[516]
Parlando coll'ambasciatore veneto e collo spagnuolo, non poteva
tenersi sulla sedia, e girava per la stanza; faceva leggere invece la
lettera, in cui il Duca, dopo aver tutto narrato, concludeva: «che buon
pro faccia alla Santità Sua;» ne esaltava la grandezza d'animo e la
prudenza, «laudandolo _ab omni parte._»[517] Egli vedeva già le future
conquiste del figlio, lo vedeva col pensiero signore di tutta l'Italia
centrale. Non sapeva però che cosa avrebbe detto o fatto Venezia, in
presenza di così rapidi progressi. Chiamato quindi l'ambasciatore
veneto, aveva subito cominciato a fare grandi proteste d'amicizia,
tanto per sentire che cosa dicesse. Ma Antonio Giustinian era una volpe
vecchia, e scriveva al Doge: «In risposta di quanto è soprascritto,
Principe Serenissimo, _ambulavi super generalissimis_, se il Pontefice
andò _super generalibus_.»[518]
Il Valentino intanto assumeva i titoli di Cesare Borgia di Francia,
per la grazia di Dio, Duca di Romagna, di Valenza e d'Urbino, Principe
di Andria, Signore di Piombino, Gonfaloniere e Capitano generale
della Chiesa; e senza perdere tempo s'avanzava verso Bologna. Se non
che, in questo punto arrivò il _veto_ della Francia, la quale fece
sentire, come non avrebbe mai permesso che i Borgia s'andassero così
insignorendo d'Italia: smettessero dunque di pensare a Bologna ed
alla Toscana.[519] E nel medesimo tempo i principali capitani del
Duca, la più parte piccoli tiranni dell'Italia centrale, vedendo come
egli andasse, a uno per volta, distruggendo tutti i loro compagni,
capirono che sarebbe ben presto sonata l'ora anche per essi. Seppero,
in questo mezzo, che egli aveva già deliberato d'insignorirsi prima
di Perugia e Città di Castello, di metter poi le mani sugli Orsini;
onde, «per non essere a uno a uno devorati dal dragone,»[520] si
riunirono, deliberando di prendere le armi e ribellarsi contro di
lui, sembrando opportuno il farlo ora che la Francia lo abbandonava.
Il primo resultato di questo accordo fu, che il giorno 8 di ottobre
alcuni de' congiurati s'impadronirono per sorpresa della rôcca di
San Leo nel ducato d'Urbino, dove la cosa produsse una straordinaria
impressione, come segno e principio di nuovi eventi. Il giorno 9 di
ottobre,[521] infatti, tutti i congiurati convennero alla Magione
presso Perugia, per stipulare solennemente i patti della lega. V'erano
molti degli Orsini, cioè il cardinale, il duca di Gravina, Paolo e
Frangiotto; inoltre Ermes, figlio di Giovanni Bentivoglio, con pieno
mandato del padre; Antonio da Venafro con pieno mandato di Pandolfo
Petrucci; messer Gentile e Giovan Paolo Baglioni, e Vitellozzo Vitelli
che, essendo ammalato, si fece portare in letto.[522] Si obbligarono a
difesa comune, a non muovere guerra senza mutuo accordo, ed a mettere
insieme un esercito di 700 uomini d'arme in bianco,[523] 100 cavalli
leggieri, 9000 fanti e più, occorrendo; pena 50,000 ducati e la taccia
di traditore a chi non osservasse questi patti legalmente stipulati. Si
cercarono subito aiuti ai Fiorentini; ma si corse senz'altro aspettare
alle armi, e il ducato d'Urbino fu da Paolo Vitelli, che il 15 ottobre
prese d'assalto anche la rôcca della città, sollevato tutto, restando
colà al Valentino qualcuna solamente delle molte fortezze che v'erano.
Questi capì bene la gravità di siffatta ribellione. Ma, senza perdersi
d'animo, mandò contro i nemici quella parte dell'esercito che gli
restava fedele, sotto il comando di don Michele Coriglia, crudelissimo
spagnuolo,[524] suo capitano e suo strangolatore, più noto col nome
di don Micheletto. Questi entrò subito nella rocca della Pergola,
che si teneva ancora pel Duca, e di là fece impeto nella terra che
saccheggiò. Si racconta che allora scannasse Giulio da Varano con la
moglie e due dei figli tenuti prigioni colà, mentre che un altro di
loro veniva prima straziato in Pesaro, e poi menato semivivo in una
chiesa, dove era trucidato da un prete spagnuolo, che a sua volta fu
più tardi, a furore di popolo, fatto in pezzi a Cagli. Dalla Pergola
l'esercito andò a Fossombrone, e allora molte donne, per scampare
al furore dei soldati, si gettarono coi propri bimbi nel fiume.[525]
Se non che l'esercito dei ribelli, essendo già arrivato il Baglioni
co' suoi, s'era ingrossato fino a 12,000 uomini, ed a tre miglia da
Fossombrone venne a giornata con quello del Valentino, comandato ora
da don Micheletto e da don Ugo di Moncada, anche questi spagnuolo.
La disfatta dei ducheschi fu intera; don Ugo cadde prigioniero, don
Micheletto scampò a stento, e la gioia dei ribelli fu al colmo. Il
fuggitivo Guidobaldo di Montefeltro tornò di nuovo nel suo Stato, e
venne accolto trionfalmente in Urbino; Giovan Maria da Varano, unico
superstite della stirpe infelice, tornò a Camerino. Così pareva che ad
un tratto la faticosa e sanguinosa opera dei Borgia andasse in fumo.
Tuttavia seguivano ancora scontri abbastanza importanti: don Micheletto
si difendeva sempre in Pesaro; il Duca era in Imola con buon numero
di armati, che cercava aumentare. I ribelli avevano chiesto aiuto a
Venezia, la quale se ne stava invece a guardare, ed a Firenze che,
ricordando sempre le imprese degli Orsini e dei Vitelli in Toscana, nè
volendo entrare in guerra coi Borgia, temporeggiò prima, poi ricusò
addirittura. Il Duca invece ricorse ai Francesi, che gli mandarono
subito alcune lance, sotto il comando di Carlo d'Amboise, signore di
Chaumont. Questo atto, di cui furono universalmente biasimati, mutò a
un tratto lo stato delle cose, perchè mise un timor panico nei nemici
del Valentino, i quali, non avendo potuto o saputo profittar del
momento, vedevano ormai nella bandiera di Francia la salvezza di lui e
la loro rovina.
Fin dal momento in cui la rottura cogli Orsini divenne manifesta,
il Valentino ed il Papa avevano con premura chiesto a Firenze, che
mandasse ambasciatori presso di loro, volendo assicurarsi l'amicizia di
uno Stato che, confinando così largamente colla Romagna, poteva molto
giovare e molto nuocere. Quanto al Papa, i Fiorentini deliberarono
subito di mandare Gian Vittorio Soderini, che per indisposizione di
salute, partì solo il 7 dicembre, e intanto v'andò invece Alessandro
Bracci. Ma quanto al Duca, vi fu lunga discussione, perchè, se non lo
desideravano nemico, neanche volevano stringere con lui un'amicizia che
li obbligasse ad aiutarlo. Certo a loro non metteva conto irritarlo,
ma neppure tirarsi addosso l'ira dei ribelli, così numerosi ed in
armi; non potevano poi, nè volevano decidersi a nulla senza previo
accordo colla Francia. Sicchè dopo molto disputare non si potè vincere
l'elezione, e fu deliberato invece, che i Dieci mandassero un inviato
speciale.[526] La loro scelta cadde su Niccolò Machiavelli, che non
aveva nè il grado, nè la reputazione necessaria ad un ambasciatore;
ma aveva fatto buona prova in altre legazioni, e, secondo osserva il
Cerretani, era «uomo da servire bene alla voglia di pochi,»[527] cioè
da guadagnarsi la fiducia di coloro coi quali veniva in relazione
diretta, come fece più tardi col gonfaloniere Soderini.[528]
Essendo segretario dei Dieci, egli non poteva ricusare l'onorevole
commissione; pure sembra che l'accettasse con grande rincrescimento,
e partisse di malissima voglia. Ognuno di questi incarichi l'obbligava
a far nuovi debiti, perchè era sempre assai poco retribuito, ed a lui
piaceva lo spendere ed il tenere la dignità del suo ufficio. Sentiva
ancora di non avere nè il grado nè l'autorità necessaria a trattare
onorevolmente col Valentino. A tutto ciò si aggiungeva che da breve
tempo aveva preso per moglie Marietta di Lodovico Corsini, la quale
era a lui affezionata molto, e dolentissima perciò di una così pronta
separazione.[529] Veramente anche di questo fatto, certo importante
nella vita privata del Machiavelli, conosciamo assai poco. Pure tutto
ciò che si è scritto contro la povera Marietta, affermando che a
lei avesse alluso il marito nella sua famosa novella di Belfagor,
sappiamo che non ha ombra di fondamento. Alcune lettere di lei, e
molte scritte da amici al Machiavelli, provano invece che ella era
affezionata ai figli ed al marito.[530] Questi pur troppo della moglie
parla assai poco, nè pare che le scrivesse di frequente valendosi
invece spesso di altri per farle arrivare le sue nuove. Anzi neppure
il recente matrimonio gli fece smettere del tutto un abito di vivere
assai poco morigerato, di che parlava e scriveva, ridendo, a molti,
e fra gli altri al Buonaccorsi stesso, di cui appunto si valeva
per ricevere notizie della Marietta, e mandarle le sue. Ma senza
volergli attribuire, in fatto di costumi, una delicatezza raffinata
di sentimenti, la quale egli certo non ebbe, non possiamo neppure
concludere punto, che non sentisse molta affezione per la moglie e per
la famiglia. Questo sarebbe un errore smentito dai fatti. Nella sua
condotta, nei suoi discorsi dobbiamo invece vedere la conseguenza di
quel poco rispetto, per non dire disprezzo della donna, cominciato in
Italia con la decadenza morale della nazione, e di quel cinismo nel
parlare di tutto ciò che s'attiene al costume, cinismo che largamente
introdotto fra noi dagli eruditi, era divenuto allora un abito anche
negli uomini più buoni ed affettuosi. Da quanto noi sappiamo infatti
del Buonaccorsi, questi era d'un animo sotto ogni rispetto eccellente;
eppure le sue lettere al Machiavelli ci forniscono un'altra prova
assai chiara di quanto abbiam detto qui sopra, e nel pubblicarle
bisogna spesso sopprimere molte parole ed anche molti periodi, per
non disgustare troppo il lettore moderno. Comunque sia di ciò, il
Machiavelli, non potendo ricusare la commissione che vollero dargli,
ed avendo ogni ragione di credere che la sua assenza sarebbe stata
assai breve, la fece credere alla moglie brevissima, e s'apparecchiò a
partire.
Il 4 di ottobre fu firmato il salvocondotto; il dì seguente, la
commissione che gli ordinava di partire senza indugio, per recarsi
dal Duca, a fargli ogni più larga protesta di buona amicizia, e a
dichiarargli che la Repubblica aveva esplicitamente negato ogni aiuto
ai congiurati, i quali già ne avevano fatto richiesta. «Ed in questa
parte ti allargherai quanto ti parrà a proposito; ma di quanto Sua
Eccellenza ti ricercasse più oltre, ti rimetterai a darcene avviso,
ed aspettarne risposta.» Gli veniva inoltre commesso di chiedere un
salvocondotto pei mercanti fiorentini che, andando o venendo d'Oriente,
passavano per gli Stati del Duca, raccomandando assai vivamente una
tal cosa come quella «che è lo stomaco di questa città.»[531] Ognuno
capisce che ardua impresa dovesse essere pel modesto Segretario
fiorentino, l'andare in sostanza a vender parole ad un uomo come il
Valentino, che di parole ne faceva poche e dagli altri ne voleva meno,
e che ora si trovava coll'animo assetato di vendetta. Pure, appunto in
questa legazione così mal volentieri accettata, il Machiavelli cominciò
la prima volta a manifestare tutto il suo genio di scrittore politico.
Ancora inesperto della vita pratica, e per natura più facile assai a
scrutare e capire che ad operare, egli si trovò di fronte ad un uomo
che non parlava, ma operava; che non discuteva, ma accennava il suo
pensiero con un gesto, un atto, i quali indicassero la risoluzione già
presa o eseguita. Sentendo tutta la superiorità del suo ingegno su
quello del Duca, il Machiavelli sentiva del pari la sua inferiorità
come uomo d'azione, e vedeva quanto poco giovasse, in mezzo all'urto
delle passioni e nella realtà della vita, il troppo riflettere e
troppo ponderare. Tutto questo cominciò subito a crescere in lui
quell'ammirazione, di cui i primi segni vedemmo già nella sua andata
col cardinal Soderini ad Urbino. Il Valentino non era, come già
notammo, nè un gran politico, nè un gran capitano; ma una specie
di capitano brigante, la cui forza veniva principalmente dal Papa e
dalla Francia. Aveva però saputo creare uno Stato dal nulla, ispirando
terrore a tutti, perfino al Papa stesso. Circondato a un tratto da
gran numero di nemici potenti e armati, seppe liberarsene e disfarsene
con un'audacia grande ed un'arte infernale. Quest'audacia e quest'arte
erano ciò che tanti allora ammiravano, ed il Machiavelli anche più
degli altri. Considerandole in sè stesse, e senza troppi scrupoli,
egli si domandava: dove non potrebbero esse arrivare, quando fossero
adoperate ad un diverso e più nobile fine? E così la sua mente cominciò
ad esaltarsi. Il Duca, dall'altro lato, trovandosi di fronte ad un uomo
educato sui libri e nella cancelleria di Firenze, sentiva di fronte a
lui tutta la superiorità della propria forza, e lo mostrava chiaro ne'
suoi discorsi. Quest'uomo era però Niccolò Machiavelli, il cui occhio
penetrava assai addentro, e se non aveva sempre quell'istinto che
suggerisce la pronta risposta e l'immediata azione, nessuno poteva al
pari di lui, dopo il fatto, arrivare ad una più sicura analisi delle
azioni altrui. Il Machiavelli non poteva nè voleva prendere nessuna
parte a quel che seguiva sotto i suoi occhi; ma nella sua mente ora per
la prima volta si cominciava a formulare preciso e chiaro il concetto,
che lo dominò poi sempre, e che mirava a dare alla scienza politica una
base scientifica e sicura, dandole un suo proprio valore indipendente,
separato affatto da ogni valore morale, quasi un'arte di trovare i
mezzi per ottenere il fine, qualunque esso fosse. E sebbene nella
Repubblica che egli serviva si fosse tutt'altro che scrupolosi e teneri
della morale, pure quest'arte egli la vedeva ora per la prima volta
personificata, vivente nel Valentino, chiara dinanzi ai suoi occhi. Di
lui fece perciò il tipo rappresentativo di essa, ed esaltandosi sempre
di più, finì con l'ammirarlo quasi fosse la creatura della sua propria
mente. Ma su di ciò torneremo più oltre.
Il Machiavelli partì subito a cavallo, e giunto a Scarperia, si mise
in vettura, continuando fino ad Imola, dove arrivò il 7 ottobre, e ad
ore 18, senza neppure mutare abiti, si presentò al Duca (scrive egli ai
Dieci) così _cavalchereccio com'ero_. Allora la ribellione era appena
cominciata, e non se ne poteva misurare l'importanza. Il Duca ascoltò
le proteste d'amicizia fatte dal Machiavelli in nome della Repubblica,
senza rispondere, tenendole come semplici formole d'uso. Disse volergli
confidare dei segreti, che non aveva mai rivelati ad uomo vivo; e
cominciò a raccontare come gli Orsini s'erano altra volta quasi gettati
ai suoi piedi, perchè assalisse Firenze, ed egli non aveva mai voluto
consentirvi. Della loro andata in Arezzo non aveva saputo nulla, ma non
gli era dispiaciuta, perchè i Fiorentini non gli avevano mantenuto la
fede. Venute poi le lettere di Francia e del Papa, dovè ordinare che si
ritirassero. Da ciò gli odî che li avevano portati a questa «dieta di
falliti;»[532] ma erano pazzi, perchè l'essere il Papa vivo e il Re di
Francia in Italia, gli facevano «tanto fuoco sotto, che ci voleva altra
acqua che coloro a spegnerlo.» La conclusione di tutto il discorso
fu, che questo era pei Fiorentini il momento di fare una stretta
alleanza con lui. Se aspettavano che egli si fosse «rimpiastrato cogli
Orsini,» tornavano i medesimi rispetti e le stesse difficoltà di prima.
Bisognava quindi dichiararsi e venire subito ai patti. Il Machiavelli
dovè rispondere che avrebbe scritto a Firenze, il che subito annoiò
per modo il Duca, che non volle aggiungere altro, quando fu pregato
che determinasse in qualche modo, che specie d'accordo voleva. «E
non ostante che io gli entrassi sotto, per trarre da lui qualche
particolare, sempre girò largo.»[533]
Il giorno 9, quello in cui i ribelli firmarono i patti alla Magione,
il Duca chiamò il Machiavelli, colmandolo di tali gentilezze, che
questi diceva di non saper come fare a descriverle. Gli fece sentire
alcune lettere favorevoli, venute di Francia, volendo che leggesse la
firma al Machiavelli già nota, e insisteva da capo sulla necessità di
pronti accordi. «Si vede chiaro,» concludeva il Machiavelli, dopo aver
dato molti altri ragguagli, «che il Duca è pronto ora ad ogni mercato;
ma sarebbe necessario mandare un ambasciatore con patti definiti e
precisi.»[534] Il segretario e gli agenti del Duca gli ripetevano le
medesime cose, stringendolo da ogni lato. Arrivava intanto la nuova
della rotta data a don Ugo e don Micheletto dagli Orsini e Vitelli,
ed il Machiavelli trovava una difficoltà grandissima a conoscerne i
particolari, «perchè in questa Corte tutto si governa con un segreto
mirabile, e le cose che sono da tacere non si dicono mai.» Il Duca,
sempre impenetrabile, affettava un sommo disprezzo pe' suoi nemici e
pel numero delle genti d'arme, che pretendevano di avere, dicendo, che
facevano bene a chiamarle «uomini d'arme in bianco, che vuol dire in
nulla.» Vitellozzo fra gli altri non s'era mai visto fare «una cosa da
uomo di cuore, scusandosi col mal francioso. Solo è buono a guastare i
paesi che non hanno difesa, e a rubare chi non gli mostra il volto, e
a fare di questi tradimenti.» In ciò dire si diffuse assai, «parlando
così pianamente senza mostrarsi punto alterato.»[535] Il pericolo
lo aveva reso più mite, ed il Machiavelli potè allora ottenere il
salvocondotto pei mercanti fiorentini, che mandò subito ai Dieci,[536]
aggiungendo sempre tutte le notizie che poteva raccogliere.
Il 23 ottobre ebbe un'altra lunga conferenza col Duca, che gli lesse
una lettera assai amichevole del Re di Francia, aggiungendo che le
lance francesi erano per arrivare subito, e così i fanti forestieri.
Poi parlò con grandissimo sdegno del tradimento degli Orsini, i quali
ragionavano d'accordo. «Ora fanno,» egli disse, «gli amici, e scrivonmi
buone lettere. Oggi deve venire a trovarmi il signor Paolo, domani il
Cardinale, e così mi scoccoveggiano a loro modo. Io dall'altro canto
temporeggio, porgo orecchio ad ogni cosa, ed aspetto il tempo mio.»
E tornò a ripetere, che i Fiorentini avrebbero dovuto fare con lui
amicizia esplicita.[537] Era sempre la stessa conclusione, alla quale
l'oratore non poteva mai dare risposta. A tutto ciò s'aggiungeva,
per crescere la sua confusione, che egli non riusciva a capire qual
risultato potessero avere gli accordi iniziati coi ribelli. Il 27
ottobre arrivava Paolo Orsini, travestito da corriere, per trattare;
«ma quale animo sia ora quello del Duca, io non lo giudicherei: non
vedo come egli possa perdonare l'offesa, nè come gli Orsini possano
lasciare la paura.»[538] Il segretario Agapito lo avvertiva che non si
era anche concluso nulla, perchè il Duca voleva nei patti aggiungere
una clausola, «la quale, se è accettata, gli apre una finestra, se
ricusata, una porta per uscire di questi capitoli, dei quali infino
alli putti se ne debbono ridere.»[539] Altri agenti tornavano a
ripetergli, che quello era il momento per Firenze di stringere
amicizia col Duca, dandogli la condotta promessa, senza perdere un
tempo prezioso. «Quanto agli accordi coi ribelli, dicevano, non erano
anche conclusi, e in ogni caso non doveva darsene pensiero, perchè
dove è uomini è modo. Una parte sola degli Orsini sarà salva; ma di
Vitellozzo, che è il vero nemico di Firenze, il Duca non vuol neppure
sentir parlare, per essere un serpente avvelenato, il fuoco di Toscana
e d'Italia.»[540]
Finalmente i capitoli dell'accordo furono conclusi colla data del 28
ottobre, firmati dal Duca e da Paolo Orsini; ed il Machiavelli con
la lettera del 10 novembre ne mandava ai Dieci una copia ottenuta
segretamente.[541] Si giurava pace e lega offensiva e difensiva tra
il Duca e i ribelli, con l'obbligo di rimettere in obbedienza Urbino
e Camerino. Il Duca prometteva tenere ai suoi stipendi gli Orsini
ed i Vitelli, come prima, con questo che essi non erano obbligati a
stare in campo più d'uno alla volta, ed il Cardinale non era tenuto
a stare in Roma se non quando a lui piacesse. Il Papa avrebbe, come
fece, confermato i capitoli. Quanto al Bentivoglio, non venne incluso
in questi patti, e ciò perchè, avendo la protezione di Francia, non
sarebbe stato possibile ai Borgia violarli. Era chiara la diffidenza
con cui veniva da una parte e dall'altra fatto l'accordo, nè si può
capire come mai gli Orsini ed i Vitelli si lasciassero così miseramente
tirare nella rete, se non fosse che l'aiuto delle lance francesi
al Duca li aveva atterriti, e la mancanza di danaro rendeva loro
impossibile continuare la guerra con un avversario potente, sostenuto
dal Papa e dalla Francia. Speravano prendere tempo, per tornare da
capo alle cospirazioni; ma il Duca era in sull'avviso, e sebbene
circondato da molti nemici, doveva riuscirgli facile _sbrancarne_
qualcuno, e indebolirli, cosa che non potevano essi, avendo da fare
con un uomo solo.[542] Il Machiavelli descriveva ai Dieci con la più
grande evidenza, passo per passo, tutto il procedere di questi eventi;
e quando il dì 11 novembre essi si dolevano con lui di non avere per
otto giorni ricevuto alcuna sua lettera[543] rispondeva: «Le SS. VV. mi
abbino per scusato, e pensino che le cose non s'indovinano, e intendino
che si ha a fare qui con un principe che si governa da sè, e che chi
non vuole scrivere ghiribizzi e sogni, bisogna che riscontri le cose, e
nel riscontrarle va tempo, e io m'ingegno di spenderlo e non lo gittare
via.»[544] Egli infatti osserva, esamina, studia il dramma che si
svolge sotto i suoi occhi, con tutto l'ardore di chi, con uno spirito
ed un metodo scientifico, va dietro alla ricerca del vero. Qualche
volta par proprio di vedere un anatomico che sezioni un cadavere, nel
quale è sicuro di scoprire il germe d'un male ignoto. Racconta con una
fedeltà ed una evidenza non mai uguagliata, ed il suo stile acquista
un vigore, una originalità, di cui la prosa moderna non aveva ancora
dato esempio. Qui, sotto i nostri occhi, si cominciano a formare ed
a formulare le dottrine politiche, il rigore metodico, e si manifesta
finalmente tutta quanta l'eloquenza, di cui è capace il Machiavelli.
Eppure, strano a dirsi, egli era scontentissimo, e chiedeva ogni
giorno con maggiore insistenza d'essere richiamato. Alcune ragioni di
questa sua scontentezza le abbiamo già notate. Di natura irrequieto,
non gli piaceva il restar lungamente fermo in un luogo;[545] in questa
come in tutte le sue legazioni non trovava modo di vivere con quel
poco che la Repubblica gli dava, e non volendo, come altri facevano,
starsene a spese del Duca nella Corte, nè mancare in nulla alla dignità
del proprio grado, gli toccava spendere e far debiti. La moglie,
trovandosi, appena sposata, priva del marito, che le aveva promesso di
rimanere assente soli otto giorni, ed invece non tornava e di rado le
scriveva, lasciandola anche in domestiche strettezze, era ogni giorno
nella cancelleria a chiedere nuove di lui, a dolersi, a strepitare
col Buonaccorsi e cogli altri amici, che di continuo gli scrivevano
di ciò.[546] A queste ragioni se ne aggiungevano però altre, anche
di maggior peso per lui. Era certo un ufficio penosissimo stare a
temporeggiar col Duca, senza nulla poter concludere, trovarlo ogni
giorno più impaziente, e sentirsi con derisione ripetere dagli agenti
di lui, «che chi aspetta tempo ed hallo, cerca miglior pane che di
grano.»[547] A concludere ci voleva in ogni modo un ambasciatore, che
venisse con proposte chiare e decise. Era stato, secondo lui, un errore
mandarne uno a Roma invece che ad Imola, perchè dell'accordo doveva
contentarsi il Duca e non il Papa, il quale non avrebbe mai potuto
disfare ciò che il Duca faceva, mentre l'opposto poteva facilmente
seguire.[548] Ma sebbene, per queste inquietudini e travagli, la sua
stessa salute ne soffrisse, ed egli se ne dolesse, i suoi lamenti non
approdavano a nulla,[549] avendo i Fiorentini assai buone ragioni per
voler temporeggiare.
Nè dei Borgia, nè degli Orsini e Vitelli potevasi la Repubblica in
modo alcuno fidare, perchè gli accordi fatti con essi valevano solo
finchè tornava loro il conto. La base della sua politica in Italia
era l'alleanza colla Francia, non certo sicura, ma non così mal fida
come quella dei Borgia. A questi dunque non si volevano dare che
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 24
  • Parts
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 01
    Total number of words is 4320
    Total number of unique words is 1591
    41.2 of words are in the 2000 most common words
    57.2 of words are in the 5000 most common words
    65.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 02
    Total number of words is 4420
    Total number of unique words is 1531
    41.7 of words are in the 2000 most common words
    57.8 of words are in the 5000 most common words
    65.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 03
    Total number of words is 4436
    Total number of unique words is 1670
    40.4 of words are in the 2000 most common words
    57.4 of words are in the 5000 most common words
    65.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 04
    Total number of words is 4422
    Total number of unique words is 1648
    39.9 of words are in the 2000 most common words
    57.7 of words are in the 5000 most common words
    65.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 05
    Total number of words is 4408
    Total number of unique words is 1639
    41.3 of words are in the 2000 most common words
    58.1 of words are in the 5000 most common words
    66.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 06
    Total number of words is 4448
    Total number of unique words is 1737
    40.2 of words are in the 2000 most common words
    57.6 of words are in the 5000 most common words
    65.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 07
    Total number of words is 4498
    Total number of unique words is 1659
    40.7 of words are in the 2000 most common words
    56.9 of words are in the 5000 most common words
    64.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 08
    Total number of words is 4411
    Total number of unique words is 1674
    39.1 of words are in the 2000 most common words
    55.0 of words are in the 5000 most common words
    63.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 09
    Total number of words is 4478
    Total number of unique words is 1644
    41.1 of words are in the 2000 most common words
    57.6 of words are in the 5000 most common words
    66.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 10
    Total number of words is 4469
    Total number of unique words is 1644
    41.0 of words are in the 2000 most common words
    57.1 of words are in the 5000 most common words
    65.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 11
    Total number of words is 4497
    Total number of unique words is 1647
    41.1 of words are in the 2000 most common words
    56.8 of words are in the 5000 most common words
    64.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 12
    Total number of words is 4428
    Total number of unique words is 1550
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    55.2 of words are in the 5000 most common words
    63.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 13
    Total number of words is 4400
    Total number of unique words is 1663
    40.1 of words are in the 2000 most common words
    56.8 of words are in the 5000 most common words
    63.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 14
    Total number of words is 4416
    Total number of unique words is 1725
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    50.3 of words are in the 5000 most common words
    57.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 15
    Total number of words is 4443
    Total number of unique words is 1734
    41.2 of words are in the 2000 most common words
    57.5 of words are in the 5000 most common words
    65.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 16
    Total number of words is 4475
    Total number of unique words is 1683
    43.7 of words are in the 2000 most common words
    60.5 of words are in the 5000 most common words
    68.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 17
    Total number of words is 4525
    Total number of unique words is 1622
    43.6 of words are in the 2000 most common words
    59.1 of words are in the 5000 most common words
    67.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 18
    Total number of words is 4435
    Total number of unique words is 1522
    42.2 of words are in the 2000 most common words
    59.2 of words are in the 5000 most common words
    67.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 19
    Total number of words is 4417
    Total number of unique words is 1552
    45.7 of words are in the 2000 most common words
    61.1 of words are in the 5000 most common words
    69.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 20
    Total number of words is 4485
    Total number of unique words is 1560
    44.7 of words are in the 2000 most common words
    61.4 of words are in the 5000 most common words
    69.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 21
    Total number of words is 4414
    Total number of unique words is 1554
    45.0 of words are in the 2000 most common words
    61.2 of words are in the 5000 most common words
    69.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 22
    Total number of words is 4522
    Total number of unique words is 1585
    46.5 of words are in the 2000 most common words
    64.2 of words are in the 5000 most common words
    71.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 23
    Total number of words is 4543
    Total number of unique words is 1577
    44.5 of words are in the 2000 most common words
    61.6 of words are in the 5000 most common words
    68.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 24
    Total number of words is 4531
    Total number of unique words is 1619
    44.1 of words are in the 2000 most common words
    59.3 of words are in the 5000 most common words
    67.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 25
    Total number of words is 4568
    Total number of unique words is 1634
    44.3 of words are in the 2000 most common words
    60.7 of words are in the 5000 most common words
    69.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 26
    Total number of words is 4483
    Total number of unique words is 1598
    43.9 of words are in the 2000 most common words
    59.1 of words are in the 5000 most common words
    67.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 27
    Total number of words is 4544
    Total number of unique words is 1585
    44.3 of words are in the 2000 most common words
    60.0 of words are in the 5000 most common words
    67.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 28
    Total number of words is 4518
    Total number of unique words is 1672
    45.0 of words are in the 2000 most common words
    60.0 of words are in the 5000 most common words
    68.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 29
    Total number of words is 4544
    Total number of unique words is 1602
    46.7 of words are in the 2000 most common words
    63.3 of words are in the 5000 most common words
    71.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 30
    Total number of words is 4557
    Total number of unique words is 1581
    42.4 of words are in the 2000 most common words
    58.3 of words are in the 5000 most common words
    64.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 31
    Total number of words is 4523
    Total number of unique words is 1721
    35.6 of words are in the 2000 most common words
    47.3 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 32
    Total number of words is 4536
    Total number of unique words is 1537
    33.4 of words are in the 2000 most common words
    43.4 of words are in the 5000 most common words
    47.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 33
    Total number of words is 4470
    Total number of unique words is 1839
    29.1 of words are in the 2000 most common words
    38.2 of words are in the 5000 most common words
    43.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 34
    Total number of words is 4529
    Total number of unique words is 1415
    32.9 of words are in the 2000 most common words
    42.9 of words are in the 5000 most common words
    48.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 35
    Total number of words is 4673
    Total number of unique words is 1497
    36.2 of words are in the 2000 most common words
    46.9 of words are in the 5000 most common words
    51.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 36
    Total number of words is 4577
    Total number of unique words is 1426
    34.1 of words are in the 2000 most common words
    46.0 of words are in the 5000 most common words
    51.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 37
    Total number of words is 4525
    Total number of unique words is 1496
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    47.2 of words are in the 5000 most common words
    52.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 38
    Total number of words is 3513
    Total number of unique words is 1203
    41.6 of words are in the 2000 most common words
    55.2 of words are in the 5000 most common words
    61.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 39
    Total number of words is 4044
    Total number of unique words is 1536
    33.7 of words are in the 2000 most common words
    46.3 of words are in the 5000 most common words
    51.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 40
    Total number of words is 3954
    Total number of unique words is 1711
    27.8 of words are in the 2000 most common words
    39.3 of words are in the 5000 most common words
    44.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 41
    Total number of words is 4111
    Total number of unique words is 1528
    40.3 of words are in the 2000 most common words
    55.2 of words are in the 5000 most common words
    61.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 42
    Total number of words is 4209
    Total number of unique words is 1442
    40.0 of words are in the 2000 most common words
    52.1 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 43
    Total number of words is 4223
    Total number of unique words is 1452
    41.8 of words are in the 2000 most common words
    55.8 of words are in the 5000 most common words
    63.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 44
    Total number of words is 4152
    Total number of unique words is 1286
    46.6 of words are in the 2000 most common words
    60.6 of words are in the 5000 most common words
    69.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 45
    Total number of words is 4075
    Total number of unique words is 1329
    44.4 of words are in the 2000 most common words
    59.5 of words are in the 5000 most common words
    67.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 46
    Total number of words is 4086
    Total number of unique words is 1339
    41.2 of words are in the 2000 most common words
    54.0 of words are in the 5000 most common words
    62.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 47
    Total number of words is 3760
    Total number of unique words is 1287
    44.2 of words are in the 2000 most common words
    55.4 of words are in the 5000 most common words
    61.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.