Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 19

Total number of words is 4417
Total number of unique words is 1552
45.7 of words are in the 2000 most common words
61.1 of words are in the 5000 most common words
69.8 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
vicende. In ciò è assai diverso dal Guicciardini, cui pur somiglia in
tante cose. Questi, infatti, salito ad alti ufficî, fa ben sentire il
potere e l'autorità della sua persona. Assalito dai contemporanei,
si difende nell'_Apologia_, nei _Ricordi biografici_ ed in altri
scritti, nei quali spesso ed a lungo parla di sè. Comunque sia, noi ci
sforzeremo di raccogliere tutte le notizie che ci fu dato trovare sulla
famiglia e sui primi anni del Machiavelli. Sfortunatamente però sono
assai poche.
La famiglia dei Machiavelli era antichissima in Toscana, e veniva da
Montespertoli, piccolo Comune fra la val d'Elsa e la val di Pesa,
poco lungi da Firenze. Nei loro antichi _Quaderni di ricordanze_,
qualcuno dei quali trovasi anche oggi nelle biblioteche fiorentine,
si legge che essi erano consorti dei signori di Montespertoli,
anzi discendevano da un medesimo stipite. Buoninsegna di Dono dei
Machiavelli, secondo queste _Ricordanze_, avrebbe, circa il 1120,
avuto due figli, Castellano e Dono. Dal primo sarebbero venuti i
Castellani signori di Montespertoli, dal secondo quelli che ebbero
il nome di Machiavelli.[356] L'arme dei primi fu un'aquila ad ali
spiegate in campo azzurro; l'arme dei secondi fu una croce azzurra
in campo d'argento, con quattro chiodi (_chiovi, chiavelli_) del pari
azzurri, ai quattro angoli della croce. Nel 1393 Ciango dei Castellani
di Montespertoli lasciò a Buoninsegna e Lorenzo di Filippo Machiavelli,
trisavolo del grande scrittore, il castello di Montespertoli con
diritti di giuspatronato sopra molte chiese. Questa eredità, che non
aveva gran valore, essendo allora aboliti i diritti feudali, portò
ai Machiavelli alcuni privilegi, come, per esempio, la privativa del
peso e della misura pubblica, l'omaggio di alcuni ceri offerti ogni
anno, e permise loro di mettere la propria arme sulla gola del pozzo,
nella piazza del mercato, alla quale s'è ora dato il loro nome. Il
resto della non pingue eredità s'andò dividendo fra i molti rami della
numerosa famiglia. Assai poco ne venne quindi al padre di Niccolò
Machiavelli, i cui beni erano nel vicino Comune di San Casciano. Aveva
però sempre sul castello alcuni diritti, che non gli rendevano nulla,
e diritti di patronato su varie chiese, parte dei quali venivano
anch'essi dalla eredità di Montespertoli. I Machiavelli avevano le loro
case[357] nel quartiere di Santo Spirito, tra Santa Felicita e il Ponte
Vecchio in Firenze: colà si erano stabiliti da tempi assai remoti, e
furono poi tra i più notabili popolani.[358] Infatti noi li troviamo
fra coloro che dovettero nel 1260,[359] dopo la rotta a Montaperti,
esulare. Ben presto però rimpatriarono cogli altri Guelfi, e sono assai
spesso ricordati nelle storie della Repubblica, al cui governo presero
parte, vantando un gran numero di Priori e di Gonfalonieri.[360]
Bernardo di Niccolò Machiavelli, nato nel 1428, fu giureconsulto,
esercitò qualche tempo l'ufficio di tesoriere nella Marca,[361]
e nel 1450 ereditò ancora i beni di suo zio Totto di Boninsegna
Machiavelli.[362] Nel 1458 sposò Bartolommea vedova di Niccolò Benizzi,
e figlia di Stefano dei Nelli, antica famiglia fiorentina. Non si
può supporre che questo matrimonio aumentasse la sua privata fortuna,
giacchè le donne portavano allora meschinissime doti. In ogni modo,
nel catasto del 1498 la sua entrata, che poi, come vedremo, passò
tutta, mediante un accordo di famiglia stipulato nel 1511, al figlio
Niccolò, era valutata a fiorini larghi 110 e soldi 14,[363] il che
lo rendeva non ricco, ma certo neppur povero. È impossibile fare un
calcolo esatto; ma, tenuto conto del valore assai maggiore che aveva
l'oro in quel tempo, non si va forse molto lungi dal vero, affermando
che era una rendita corrispondente a quel che sarebbero oggi quattro
o cinquemila lire italiane.[364] Se Bernardo era uomo dato agli studî,
Bartolommea era donna religiosa e non priva di cultura, avendo scritto
alcuni Capitoli e Laudi alla Beata Vergine, indirizzati, secondo che
troviamo affermato, appunto al figlio Niccolò.[365] Dal loro matrimonio
nacquero quattro figli: Totto, Niccolò, Primerana e Ginevra. Delle
donne, la prima sposò messer Francesco Vernacci, la seconda messer
Bernardo Minerbetti. Dei maschi, Totto, nato nel 1463, non si sa che
prendesse moglie, e cadde ben presto in oscurità; Niccolò, invece, nato
il 3 di maggio 1469, divenne subito, come vedremo, il personaggio più
autorevole della famiglia, così pe' suoi studî come pel suo ingegno.
Il giorno 11 d'ottobre 1496 moriva la madre del Machiavelli; e neppure
su questo fatto, che nella vita d'ogni uomo ebbe sempre un'importanza
grandissima, troviamo una sola parola che ci possa, anche da lontano,
far sapere quello che il figlio sentisse allora. Tutto rimane per
noi interamente oscuro. Egli aveva già ventisette anni, e sino a quel
tempo non ci resta di lui un sol verso, una qualche parola di scrittori
antichi, che ce lo facciano conoscere poco o molto.[366]
I più antichi scritti che abbiamo di lui, sono una lettera italiana
ed un brano di lettera latina, ambedue del dicembre 1497, che
trattano il medesimo argomento.[367] Sin da tempi antichi, non però
antichissimi, i Machiavelli avevano avuto il diritto di giuspatronato
sulla chiesa di Santa Maria della Fagna in Mugello. Questo diritto
era poi stato ad essi tolto, e volevano ora usurparlo i Pazzi. Laonde
tutta la famiglia, sebbene fosse ancora vivo Bernardo, commise al
figlio di lui, Niccolò, che scrivesse in favore dei comuni diritti.
Così abbiamo le sue due prime lettere, che sono dirette _A un prelato
romano_, che probabilmente era il cardinal Perugino, giacchè a lui
scriveva con calore sul medesimo argomento anche la Repubblica.[368]
In esse il Machiavelli, con molta accortezza, con molte lusinghe e
promesse, con un linguaggio altisonante, sostenne i giusti diritti, che
_Maclavellorum famiglia_ aveva alla sua difesa affidati, e che difatti
finalmente trionfarono.
Due cose risultano chiare da tutto ciò: che egli conosceva allora il
latino e lo scriveva, il che era stato messo in dubbio da qualcuno;
che tutti i Machiavelli facevano gran conto di lui, avendolo eletto
come loro rappresentante e difensore. In mezzo alle poche notizie
pervenuteci, le quali spesso anche si contradicono, non sarà
inopportuno cercare di fermar bene quelle almeno che sono sicure. Non
può di certo far maraviglia, che avesse già una sufficiente istruzione
letteraria un uomo così singolarmente dotato dalla natura, nato in
una famiglia non priva di fortuna, nè di cultura; che passò la sua
giovanezza ai tempi di Lorenzo il Magnifico, quando abbondavano le
scuole e le pubbliche lezioni nello Studio, quando le lettere italiane
e le latine s'imparavano quasi senza accorgersene, anche conversando,
e le reminiscenze dell'antichità erano nell'atmosfera stessa che
si respirava. Strano sarebbe stato invece quello che pretesero
alcuni, seguendo le poco sicure affermazioni del Giovio, che cioè il
Machiavelli fosse allora quasi privo d'ogni cultura, e solo più tardi
apprendesse da Marcello Virgilio Adriani tutte quelle cognizioni,
che troviamo nelle sue opere, d'autori greci o latini.[369] Da un
altro lato, sebbene egli avesse fin dalla sua gioventù una discreta
cultura, e col tempo progredisse molto nello studio dei classici
latini, ed in ciò gli giovasse non poco il conversare frequente con
Marcello Virgilio, non si può neppure prestar fede all'affermazione
di coloro che vorrebbero farne un erudito, un profondo conoscitore
del greco.[370] Che abbia o no conosciuto i primi elementi del greco,
non si può nè affermare nè negare, ed è cosa in sè stessa di nessuna
importanza; che molto leggesse le traduzioni di autori greci, e se ne
valesse ne' suoi scritti, non si può mettere in dubbio; ma che fosse in
grado di leggerli nell'originale, il che avrebbe certo molta importanza
a sapersi, non vi è nessun sicuro argomento per poterlo credere. In
mezzo a tante citazioni latine, non se ne trova una sola in greco;
abbiamo di lui qualche traduzione dal latino, non una sola pagina
che egli dica di aver tradotta dal greco, nè un solo autore che egli
affermi di aver letto in quella lingua. Da un altro lato è certo che
i suoi contemporanei non lo ponevano fra gli eruditi; il Varchi anzi
lo dice «più tosto non senza lettere che letterato.»[371] Giuliano de'
Ricci, che pur era figlio d'una figlia del Machiavelli, combattendo
il Giovio, dimostra che il suo illustre antenato conosceva il latino,
ma del greco non dice neppure una sola parola.[372] In conclusione, da
tutto quel che sappiamo con certezza, si può dedurre che il Machiavelli
ebbe nella sua gioventù la più generale istruzione letteraria de'
suoi tempi, non quella d'un erudito, e gli scrittori greci studiò
assai, ma solo nelle traduzioni; nè pare che si addentrasse gran
fatto nello studio della giurisprudenza, di cui dovette però aver
qualche cognizione.[373] Il resto fece più tardi da sè con la
lettura, con la meditazione, più di tutto con la esperienza degli
affari e la conoscenza degli uomini. Certo egli dovè da una cultura
comparativamente ristretta sentir qualche danno; ma ne ebbe anche
l'inestimabile vantaggio di serbare più viva la spontanea originalità
del suo ingegno e del suo stile, i quali non furono perciò, come a
tanti seguiva allora, soffocati sotto il peso della erudizione.
Grande era tuttavia il suo entusiasmo per gli antichi, specialmente pei
Romani; ma questa sua ammirazione aveva qualche cosa che ricordava Cola
di Rienzo e Stefano Porcari, piuttosto che il semplice erudito. Vivendo
poi in quel secolo di lettere, di arti, di congiure, di scandali papali
e d'invasioni straniere, egli aveva passato il suo tempo non solo coi
libri, ma anche con gli uomini, conversando e meditando di continuo
sugli avvenimenti che seguivano assai rapidi intorno a lui. E fra
questi, dovè fargli una profonda e penosa impressione la venuta dei
Francesi nel 1494, impressione mitigata solo in parte dalla cacciata
dei Medici e dalla proclamazione della repubblica in Firenze. Se non
che, pieno di reminiscenze pagane e d'una grande avversione per tutto
ciò che sentiva di preti o di frati, gli andò assai poco ai versi, che
la Repubblica fosse dominata dalla eloquenza di un frate, ed inclinò
piuttosto verso coloro che lo menarono al supplizio, sebbene più tardi
si lasciasse ne' suoi scritti sfuggire parole di ammirazione, neppure
queste però libere affatto da ogni ironia. Ma quando le ceneri del
Savonarola vennero gettate in Arno, ed i Piagnoni furono perseguitati,
le cose pigliarono un aspetto meno contrario alle sue idee. Allora,
come è naturale, seguirono anche diversi mutamenti nei pubblici
ufficî, ed il Machiavelli, che a ventinove anni si trovava senza una
professione e senza una fortuna propria, pensò di cercare qualche
occupazione, che gli désse col proprio lavoro onesto guadagno. La
cosa non doveva essere molto difficile, perchè egli non mirava troppo
alto, e la Repubblica soleva già da molto tempo adoperare in ufficî
retribuiti, massime nelle sue segreterie, uomini di lettere.
La prima di esse era quella dei Signori, a capo della quale stava il
primo Segretario o Cancelliere della Repubblica. Questo era un ufficio
assai onorevole, affidato ad uomini come Leonardo Aretino, Bartolommeo
Scala e simili. Veniva poi la seconda segreteria o cancelleria, che,
sebbene avesse una sua propria importanza, e forse anche maggior
lavoro, dovendo trattare gli affari interni dello Stato, pure
dipendeva dalla prima. V'erano inoltre due, più specialmente chiamati
i Segretarî della Signoria, ai quali s'assegnavano uffici diversi.
Spesso li mandavano in giro pel territorio o fuori, con speciali
commissioni; qualche volta affidavano ad uno di essi la direzione
della seconda cancelleria, o lo ponevano a servigio dei Dieci.
Questi, come è noto, provvedevano alle cose della guerra; nominavano
o proponevano i commissarî nel territorio della Repubblica; inviavano
anche ambasciatori all'estero, e tenevano con essi corrispondenza, ma
allora si trovavano come alla dipendenza dei Signori, i quali con la
loro prima cancelleria trattavano di regola gli affari esterni. Così la
seconda cancelleria, della quale i Dieci si valevano pei loro affari,
riceveva spesso ordini dalla prima, e quando, cosa che seguì più volte,
essi non venivano eletti, ne facevano le veci i Signori.[374]
Verso la fine del 1497 era morto Bartolommeo Scala, celebre erudito,
il quale, salvo una breve interruzione, era stato fin dal 1465
Segretario della Repubblica, ed in sua vece fu, nel febbraio del
1498, nominato Marcello Virgilio Adriani.[375] Più tardi fu privato
d'ufficio Alessandro Braccesi, che era uno dei due Segretari della
Signoria, messo a capo della seconda cancelleria, ed allora, il 15
giugno, vennero messi a partito quattro nomi, nel Consiglio degli
Ottanta, e dopo quattro giorni, cioè il 19 dello stesso mese, nel
Consiglio Maggiore. Fra questi nomi trovavasi appunto quello di Niccolò
di Bernardo Machiavelli, il quale ebbe il maggior numero di voti, e
restò quindi eletto. Fu così il primo dei due Segretari della Signoria,
con l'incarico di reggere la seconda cancelleria.[376] Il 14 luglio
seguente venne dai Signori rinominato, con incarico di servire anche
i Dieci; ed in questo doppio ufficio cui era stato eletto allora per
un anno, fu di tempo in tempo riconfermato, fino a che non cadde il
governo repubblicano nel 1512.[377] Dopo la riforma delle segreterie,
fatta nel 1498, al cancelliere della seconda spettava lo stipendio
di fiorini 200 l'anno, al primo dei due Segretarî della Signoria ne
spettavano invece 192, ma il Machiavelli, per le riduzioni recentemente
fatte, ne riceveva solamente 100.[378] Egli aveva circa ventinove anni,
quando si trovò la prima volta in ufficio accanto a Marcello Virgilio,
il quale potè essere perciò il suo dotto amico, non il suo maestro come
da alcuni si pretese.
Marcello Virgilio era nato nel 1464, aveva quindi soli cinque anni
più del Machiavelli. Era stato discepolo del Landino e del Poliziano;
conosceva il greco ed il latino, la medicina e le scienze naturali;
aveva una grande facilità di parlare improvviso, anche in latino.
E queste qualità oratorie venivano favorite dalla sua apparenza
esteriore; giacchè egli era alto della persona, di un portamento
dignitoso, con una fronte spaziosa, un viso aperto. Nominato nello
Studio professore di lettere nel 1497, continuò per alcuni anni,
certamente fino al 1502, a dar lezione, cumulando, dopo il 1498,
l'ufficio di professore con quello di segretario. Egli in realtà
continuò ad esser sempre un erudito, ed anche come segretario della
Repubblica si occupò più che altro di dar forma classica alle lettere
che scriveva, secondo gli ordini ricevuti, e non tralasciò mai i suoi
studi. Nelle biblioteche fiorentine si trova un gran numero di suoi
lavori manoscritti. Molte sono le sue orazioni latine di ogni genere,
filosofiche, letterarie, politiche, sempre erudite e retoriche. Egli
fece, come vedremo fra poco, la solenne orazione, quando fu dato a
Paolo Vitelli il bastone del comando dell'esercito, e fece anche
l'elogio funebre di Marsilio Ficino. Non pochi sono gli scritti
letterari che lasciò: poesie latine, traduzioni, comenti di autori
greci o latini. Ma l'opera sua più nota, cominciata sin dai primi anni
del suo ufficio di professore, fu la traduzione dell'_Ars Medica_ di
Dioscoride, pubblicata a Basilea nel 1518 e dedicata a Leone X. Nel
1515, per una caduta da cavallo, ebbe a soffrir molto degli occhi e
restò balbuziente per tutta la vita.[379] Morì nel 1521 in età di 56
anni.
Diverso assai appariva il Machiavelli. Di media statura, magro, con
occhi vivacissimi, capelli scuri, naso piuttosto piccolo; la sua
testa non era grossa, la fronte era larga, e la bocca soleva tenere
sempre stretta: tutto aveva in lui l'espressione di un accortissimo
osservatore e di un pensatore, non però d'un uomo molto autorevole,
che s'imponesse agli altri.[380] Nè poteva facilmente liberarsi da
un sarcasmo che stava continuo sulle sue labbra, e scintillava da'
suoi occhi, dandogli tutta l'apparenza d'uno spirito calcolatore,
impassibile e mordace. Pure la sua fantasia aveva su di lui un gran
potere, e facilmente lo dominava, qualche volta anzi lo trasportava
a segno da farlo inaspettatamente sembrare un visionario. Cominciò
subito a servire la Repubblica fedelmente, con tutto l'ardore d'un
antico Fiorentino, esaltato com'era dalle reminiscenze di Roma pagana e
repubblicana. Se egli non era in tutto contento del presente governo,
era però contentissimo che fossero cessati la tirannide dei Medici, e
il predominio di un frate. Certo il conversare con Marcello Virgilio
fu utile ai suoi studî, ed è credibile che egli assistesse ancora ad
alcune lezioni del suo superiore di ufficio; ma non gli poteva restare
molto tempo libero, perchè era occupato da mattina a sera a scrivere
lettere d'affari, delle quali si trovano anche oggi molte migliaia
nell'Archivio fiorentino. Oltre di ciò, egli fu di continuo mandato
dai Dieci in giro pel territorio dello Stato, e ben presto gli vennero
affidate anche importanti legazioni all'estero. In queste faccende
poneva tutto sè stesso, perchè erano di suo gusto, e perchè ebbe
sempre una febbrile attività. Le poche ore che gli restavano libere
dedicava alla lettura, al conversare, ed anche ai piaceri della vita.
Di allegra compagnia, si trovava in buoni termini coi colleghi delle
due cancellerie, e più assai che con Marcello Virgilio, fece lega con
quelli che avevano un grado inferiore al suo, sopra tutto con Biagio
Buonaccorsi, il quale, sebbene di non grande ingegno, era assai buon
uomo e amico fedele. Quando il Machiavelli si trovava lontano, il
Buonaccorsi gli scriveva lettere lunghe e affettuose, dalle quali
trasparisce una vera amicizia; ma si vede ancora che il capo della
seconda cancelleria e segretario dei Dieci era molto dato al vivere
allegro, ai mutabili e poco casti amori, dei quali discorrevano fra
loro con un linguaggio tutt'altro che edificante.


CAPITOLO II.
Niccolò Machiavelli comincia ad esercitare l'ufficio di
Segretario dei Dieci. — Sua legazione a Forlì. — Condanna e
morte di Paolo Vitelli. — _Discorso sopra le cose di Pisa_.
(1498-1499)

La principale faccenda che la Repubblica avesse ora alle mani era la
guerra di Pisa, e pareva che gli altri Stati dovessero finalmente
permetterle che si misurasse coll'antica sua avversaria, senza
altrimenti mescolarsene. Il Papa e gli alleati si dichiaravano,
infatti, contenti di Firenze per il supplizio del Savonarola, e non
chiedevano altro; l'amicizia di Firenze colla Francia si sperava che
dovesse tenere in freno gli altri potentati italiani. È vero che Luigi
XII, salendo sul trono di Francia, aveva assunto ancora i titoli di re
di Gerusalemme e di Sicilia, di duca di Milano, alle antiche pretese
sul Napoletano aggiungendo così quelle sulla Lombardia, da lui vantate
a cagione della sua avola Valentina Visconti; ed è vero del pari
che ciò faceva prevedere nuovi guai all'Italia, aveva anzi già messo
Milano e Napoli in una grandissima paura. Ma da un altro lato tutto ciò
procurava ai Fiorentini i segreti aiuti del Moro, che cercava d'averli
amici; e così crescevano le loro speranze. Se non che i Veneziani
continuavano apertamente a favorire Pisa; i Lucchesi, come più deboli,
si contentavano d'aiutarla di nascosto, ed essa con animo risoluto, con
mirabile energia, si teneva sempre pronta alla difesa. Aveva armato non
solo tutti i suoi cittadini, ma anche gli uomini del contado, che nelle
continue scaramucce s'erano agguerriti. I Veneziani le avevano mandato
trecento Stradiotti, o sia Albanesi a cavallo, armati alla leggera,
abilissimi nelle scorrerie e negli assalti improvvisi; parecchi soldati
francesi erano, fin dalla venuta di Carlo VIII, rimasti nelle sue mura
a difenderla. A questo s'aggiungeva che, negli ultimi tempi, a causa
delle interne dissensioni, i Fiorentini avevano trascurato assai le
cose della guerra, ed il loro capitano generale, conte Rinuccio da
Marciano, insieme col commissario Guglielmo de' Pazzi, avevano in uno
scontro di qualche importanza ricevuto tale rotta, che a fatica ne
erano essi stessi scampati vivi.[381] E fu questo appunto il momento
scelto dai Veneziani, per minacciare d'avanzarsi nel Casentino, a fin
di richiamare colà l'esercito assediante. Occorrevano adunque nuovi e
sempre più energici provvedimenti.
Si cominciò collo scrivere lettere urgenti al re di Francia, perchè
impedisse ai Veneziani suoi alleati di penetrare nel Casentino; si
chiese e s'ottenne dal Moro buona somma in prestito; si deliberò ancora
di far venire di Francia, col consenso del Re, Paolo e Vitellozzo
Vitelli, al primo dei quali, che aveva reputazione di gran capitano,
venne offerto addirittura il comando dell'esercito.[382] Arrivato
egli a Firenze, vi fu subito, ai primi del giugno 1498, una grande
solennità. In piazza della Signoria, dinanzi al Palazzo, erano il
popolo affollato e i magistrati della Repubblica; Marcello Virgilio
leggeva un'orazione latina, in cui, celebrando le battaglie e le virtù
del nuovo capitano, ivi presente, le paragonava a quelle dei più grandi
dell'antichità.[383] E nello stesso tempo, l'astrologo che il Vitelli
menava seco, era con quelli della Signoria dentro la corte del Palazzo,
osservando ed «aspettando l'avvenimento del felice punto.»[384] Non
appena che essi fecero il cenno convenuto, fu dato nelle trombe, e
venne sospesa l'orazione, affrettandosi il Gonfaloniere a consegnare
il bastone del comando, con la speranza di prosperi successi. Dopo
di che, finita l'orazione, s'andò in duomo a sentire la messa, ed
il 6 di giugno 1498 il celebrato capitano partì per il campo. Allora
cominciò subito l'attività dei Dieci per dare impulso alla guerra, e
cominciarono le molte e gravi faccende del Machiavelli.
È appena credibile quante brighe, noie e pericoli questa piccola
impresa désse alla Repubblica. Si principiò subito con le gelosie tra
il vecchio ed il nuovo capitano, per le quali fu necessario dare al
conte Rinuccio la paga stessa che al Vitelli, lasciandogli il titolo
di governatore generale, mentre a questo, col nome di capitano,
veniva affidata la direzione principale della guerra. Le cose parevano
cominciar prosperamente con la presa di varie terre, quando s'intese
a un tratto che i Veneziani s'avanzavano già verso il Casentino.
Bisognò quindi assoldare in fretta nuove genti e nuovi capitani,
indebolire la guerra nel Pisano, per portare lo sforzo maggiore contro
di questi, che nel settembre, passando per Val di Lamone, presero
Marradi. Ivi trovarono però i Fiorentini comandati dal conte Rinuccio,
ed ingrossati da genti mandate in aiuto dal Moro. Retrocessero perciò
alquanto, ma s'inoltrarono invece per la via del Casentino, occupando
la badìa di Camaldoli; passato poi il Monte Alvernia, pigliarono per
sorpresa Bibbiena. Questi fatti costrinsero i Fiorentini a sospendere
addirittura la guerra di Pisa, e, lasciati colà pochi uomini a guardia
delle terre più importanti, a mandare tutto l'esercito col Vitelli
contro il nuovo nemico. L'abate don Basilio dei Camaldolesi era
corso intanto nella montagna a sollevare e comandare i contadini di
quei luoghi alpestri, che a lui erano devoti, e riuscì a fermare i
Veneziani, recando loro gravissimi danni.[385] In questo momento il
duca d'Urbino, che comandava nel campo nemico, trovandosi ammalato,
chiese un salvocondotto per sè e pei suoi al Vitelli, che subito glielo
concesse. La qual cosa produsse uno sdegno, e destò un gravissimo
sospetto nell'animo dei Fiorentini, i quali allora seppero anche come
il loro capitano si era pubblicamente fatto vedere in colloquio con
Piero e Giuliano de' Medici, che seguivano il campo nemico.
Sopraggiunse intanto il verno, e la guerra con difficoltà si poteva
continuare nei monti, sebbene nessuno volesse ritirarsi, quando il
duca Ercole di Ferrara s'offerse mediatore di pace tra Firenze, Pisa e
Venezia. Accettata che fu la mediazione, egli pronunziò il suo lodo ai
primi del 1499. Secondo il quale, pel 24 di aprile i Veneziani dovevano
ritirarsi dal Casentino e dal Pisano; i Fiorentini dovevano pagar loro
la somma di 100,000 ducati in dodici anni; i Pisani, restando padroni
della fortezza e liberi nel loro commercio, dovevano tornare sotto
Firenze. Nessuno fu contento; pure i Fiorentini accettarono il lodo,
ed i Veneziani ritirarono le loro genti; ma i Pisani s'apparecchiarono
invece, con più ardore che mai, a combattere.[386] Il segreto di
tutta la faccenda era, che s'aspettavano altrove nuovi e maggiori
avvenimenti, essendosi Luigi XII accordato col Papa e coi Veneziani,
per venire in Italia contro il Moro. Quindi ognuno ritirava le sue
genti dalla Toscana, dove Firenze e Pisa erano perciò lasciate sole,
l'una di fronte all'altra.
Per questi eventi il Machiavelli aveva avuto moltissimo da fare,
giacchè da lui dipendeva tutto il lavoro dell'ufficio dei Dieci.
Scriveva un numero infinito di lettere; mandava ordini; spediva danari,
armi, e qualche volta doveva egli stesso muoversi per andare a parlare
ai capitani. Così il 24 marzo del 1499 fu mandato a Pontedera, presso
Jacopo IV d'Appiano signore di Piombino, che essendo a servizio della
Repubblica, chiedeva maggiore condotta ed una paga uguale a quella
del conte Rinuccio. Potè indurlo a contentarsi d'un aumento della
condotta;[387] ma gli altri capitani erano più insistenti; le loro
pretese e lamenti non avevano mai fine. Paolo Vitelli, non volendo
stare alla pari col conte Rinuccio, chiese maggiore paga e l'ottenne,
il che subito destò la gelosia del Conte, che a sua volta cominciò a
strepitare. Tutte queste cose avevano portato le spese della guerra, e
quindi le gravezze, a tale che erano divenute proprio incomportabili.
I libri delle provvisioni della Repubblica in questi anni non ci
presentano altro che una serie di sempre nuovi e più ingegnosi trovati,
per cavar danari dai cittadini. Lo scontento popolare veniva cresciuto
dal vedere che i Dieci, chiamati perciò i _Dieci spendenti_, avevano
largheggiato non solo per poca prudenza, ma ancora per indebiti favori
ai loro amici, cui davano commissioni o condotte inutili;[388] e si
minacciava quasi di prorompere in aperto tumulto. Così fu che, quando
nel maggio doveva procedersi alle nuove elezioni, si sentì il popolo
gridare: _nè Dieci nè danari non fanno pei nostri pari_; e non vi fu
modo alcuno di indurlo a votare.[389] La Signoria dovette quindi, per
qualche mese piegarsi a dirigere essa le cose della guerra, coll'aiuto
d'alcuni fra i più autorevoli cittadini. Tutte le accuse fatte ai
Dieci non toccavano però, nè direttamente nè indirettamente, il
Machiavelli loro segretario, il quale aveva anzi in questo breve tempo
guadagnato assai di autorità e di reputazione. La seconda cancelleria
a lui affidata, si trovò allora, insieme colla prima, alla dipendenza
esclusiva dei Signori; ma questo modificò poco o punto la sua
condizione, e solo potè crescergli le faccende.
Il 12 luglio 1499 egli ebbe la prima commissione di qualche importanza,
essendo stato inviato con lettera dei Signori, firmata Marcello
Virgilio, presso Caterina Sforza, contessa d'Imola e Forlì. Era questo
un piccolo Stato, la cui amicizia veniva con grande premura ricercata
dalla Repubblica, perchè trovavasi non solo sulla via che dall'Italia
superiore conduce alla inferiore, ma anche su quella che per Val di
Lamone conduce in Toscana. Di là s'erano avanzati i Veneziani, di là
aveva minacciato il duca Valentino. Il paese era inoltre armigero, e
forniva soldati di ventura a chi ne chiedeva alla Contessa, la quale
ne faceva quasi commercio. Suo figlio primogenito, Ottaviano Riario,
sebbene giovanissimo, per guadagnar danari cercava condotte, e nel
1498 ne aveva ottenuta dai Fiorentini, che volevano tenersi amica sua
madre, una di quindicimila ducati, da durare sino a tutto giugno, ma
che poteva essere rinnovata, a beneplacito dei Signori, per un secondo
anno. Il primo termine era scorso con assai poca soddisfazione del
Riario, il quale diceva che non gli erano stati mantenuti tutti i
patti, e però non voleva saperne altro. Ma la Contessa, più prudente
assai, vedendo che i Fiorentini desideravano esserle amici, e che il
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 20
  • Parts
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 01
    Total number of words is 4320
    Total number of unique words is 1591
    41.2 of words are in the 2000 most common words
    57.2 of words are in the 5000 most common words
    65.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 02
    Total number of words is 4420
    Total number of unique words is 1531
    41.7 of words are in the 2000 most common words
    57.8 of words are in the 5000 most common words
    65.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 03
    Total number of words is 4436
    Total number of unique words is 1670
    40.4 of words are in the 2000 most common words
    57.4 of words are in the 5000 most common words
    65.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 04
    Total number of words is 4422
    Total number of unique words is 1648
    39.9 of words are in the 2000 most common words
    57.7 of words are in the 5000 most common words
    65.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 05
    Total number of words is 4408
    Total number of unique words is 1639
    41.3 of words are in the 2000 most common words
    58.1 of words are in the 5000 most common words
    66.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 06
    Total number of words is 4448
    Total number of unique words is 1737
    40.2 of words are in the 2000 most common words
    57.6 of words are in the 5000 most common words
    65.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 07
    Total number of words is 4498
    Total number of unique words is 1659
    40.7 of words are in the 2000 most common words
    56.9 of words are in the 5000 most common words
    64.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 08
    Total number of words is 4411
    Total number of unique words is 1674
    39.1 of words are in the 2000 most common words
    55.0 of words are in the 5000 most common words
    63.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 09
    Total number of words is 4478
    Total number of unique words is 1644
    41.1 of words are in the 2000 most common words
    57.6 of words are in the 5000 most common words
    66.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 10
    Total number of words is 4469
    Total number of unique words is 1644
    41.0 of words are in the 2000 most common words
    57.1 of words are in the 5000 most common words
    65.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 11
    Total number of words is 4497
    Total number of unique words is 1647
    41.1 of words are in the 2000 most common words
    56.8 of words are in the 5000 most common words
    64.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 12
    Total number of words is 4428
    Total number of unique words is 1550
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    55.2 of words are in the 5000 most common words
    63.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 13
    Total number of words is 4400
    Total number of unique words is 1663
    40.1 of words are in the 2000 most common words
    56.8 of words are in the 5000 most common words
    63.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 14
    Total number of words is 4416
    Total number of unique words is 1725
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    50.3 of words are in the 5000 most common words
    57.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 15
    Total number of words is 4443
    Total number of unique words is 1734
    41.2 of words are in the 2000 most common words
    57.5 of words are in the 5000 most common words
    65.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 16
    Total number of words is 4475
    Total number of unique words is 1683
    43.7 of words are in the 2000 most common words
    60.5 of words are in the 5000 most common words
    68.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 17
    Total number of words is 4525
    Total number of unique words is 1622
    43.6 of words are in the 2000 most common words
    59.1 of words are in the 5000 most common words
    67.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 18
    Total number of words is 4435
    Total number of unique words is 1522
    42.2 of words are in the 2000 most common words
    59.2 of words are in the 5000 most common words
    67.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 19
    Total number of words is 4417
    Total number of unique words is 1552
    45.7 of words are in the 2000 most common words
    61.1 of words are in the 5000 most common words
    69.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 20
    Total number of words is 4485
    Total number of unique words is 1560
    44.7 of words are in the 2000 most common words
    61.4 of words are in the 5000 most common words
    69.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 21
    Total number of words is 4414
    Total number of unique words is 1554
    45.0 of words are in the 2000 most common words
    61.2 of words are in the 5000 most common words
    69.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 22
    Total number of words is 4522
    Total number of unique words is 1585
    46.5 of words are in the 2000 most common words
    64.2 of words are in the 5000 most common words
    71.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 23
    Total number of words is 4543
    Total number of unique words is 1577
    44.5 of words are in the 2000 most common words
    61.6 of words are in the 5000 most common words
    68.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 24
    Total number of words is 4531
    Total number of unique words is 1619
    44.1 of words are in the 2000 most common words
    59.3 of words are in the 5000 most common words
    67.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 25
    Total number of words is 4568
    Total number of unique words is 1634
    44.3 of words are in the 2000 most common words
    60.7 of words are in the 5000 most common words
    69.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 26
    Total number of words is 4483
    Total number of unique words is 1598
    43.9 of words are in the 2000 most common words
    59.1 of words are in the 5000 most common words
    67.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 27
    Total number of words is 4544
    Total number of unique words is 1585
    44.3 of words are in the 2000 most common words
    60.0 of words are in the 5000 most common words
    67.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 28
    Total number of words is 4518
    Total number of unique words is 1672
    45.0 of words are in the 2000 most common words
    60.0 of words are in the 5000 most common words
    68.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 29
    Total number of words is 4544
    Total number of unique words is 1602
    46.7 of words are in the 2000 most common words
    63.3 of words are in the 5000 most common words
    71.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 30
    Total number of words is 4557
    Total number of unique words is 1581
    42.4 of words are in the 2000 most common words
    58.3 of words are in the 5000 most common words
    64.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 31
    Total number of words is 4523
    Total number of unique words is 1721
    35.6 of words are in the 2000 most common words
    47.3 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 32
    Total number of words is 4536
    Total number of unique words is 1537
    33.4 of words are in the 2000 most common words
    43.4 of words are in the 5000 most common words
    47.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 33
    Total number of words is 4470
    Total number of unique words is 1839
    29.1 of words are in the 2000 most common words
    38.2 of words are in the 5000 most common words
    43.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 34
    Total number of words is 4529
    Total number of unique words is 1415
    32.9 of words are in the 2000 most common words
    42.9 of words are in the 5000 most common words
    48.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 35
    Total number of words is 4673
    Total number of unique words is 1497
    36.2 of words are in the 2000 most common words
    46.9 of words are in the 5000 most common words
    51.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 36
    Total number of words is 4577
    Total number of unique words is 1426
    34.1 of words are in the 2000 most common words
    46.0 of words are in the 5000 most common words
    51.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 37
    Total number of words is 4525
    Total number of unique words is 1496
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    47.2 of words are in the 5000 most common words
    52.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 38
    Total number of words is 3513
    Total number of unique words is 1203
    41.6 of words are in the 2000 most common words
    55.2 of words are in the 5000 most common words
    61.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 39
    Total number of words is 4044
    Total number of unique words is 1536
    33.7 of words are in the 2000 most common words
    46.3 of words are in the 5000 most common words
    51.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 40
    Total number of words is 3954
    Total number of unique words is 1711
    27.8 of words are in the 2000 most common words
    39.3 of words are in the 5000 most common words
    44.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 41
    Total number of words is 4111
    Total number of unique words is 1528
    40.3 of words are in the 2000 most common words
    55.2 of words are in the 5000 most common words
    61.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 42
    Total number of words is 4209
    Total number of unique words is 1442
    40.0 of words are in the 2000 most common words
    52.1 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 43
    Total number of words is 4223
    Total number of unique words is 1452
    41.8 of words are in the 2000 most common words
    55.8 of words are in the 5000 most common words
    63.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 44
    Total number of words is 4152
    Total number of unique words is 1286
    46.6 of words are in the 2000 most common words
    60.6 of words are in the 5000 most common words
    69.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 45
    Total number of words is 4075
    Total number of unique words is 1329
    44.4 of words are in the 2000 most common words
    59.5 of words are in the 5000 most common words
    67.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 46
    Total number of words is 4086
    Total number of unique words is 1339
    41.2 of words are in the 2000 most common words
    54.0 of words are in the 5000 most common words
    62.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, vol. I - 47
    Total number of words is 3760
    Total number of unique words is 1287
    44.2 of words are in the 2000 most common words
    55.4 of words are in the 5000 most common words
    61.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.