Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 16

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troppo di tanto sangue e tanti delitti, ignoravano però quello di negar
fede a tutto, fuorchè all'oro ed ai diletti che si compran con esso.
Aveano, è vero, odj, amori eccessivi e furibondi, ma ciò appunto,
perchè credevan vi fosser cose che meritassero o gli uni o gli
altri. Il soffio avvelenato dell'indifferenza, del dubitare, ammesso
come un, principio, non aveva agghiacciato quei cuori: essi poteano
palpitare liberi e sicuri, per quella fede che s'aveano scelta, poteano
sagrificar tutto per seguirla e farla trionfare, potean dire colla
fronte levata: «Noi crediamo che al mondo vi sian cose più alte, più
degne, più stimabili delle ricchezze, de' comodi, de' piaceri» senza
il sospetto che l'ironia rispondesse alle loro parole, che il loro
nobile sacrificio venisse accolto col sorriso dello scherno e della
compassione.
Fortuna per Lamberto di non esser nato 300 anni dopo, e per conseguenza
di non aver avuto la tentazione d'imitare certi eroi che la letteratura
moderna sembra offrirci quali modelli di fortezza, di pensar magnanimo
e di ardito operare.
Colpito dalla sventura, tradito ne' suoi affetti più cari, avrebbe
pensato che la vita è un viaggio senza meta, la virtù un'illusione, il
praticarla una fatica senza compenso; avrebbe veduto nell'umanità un
branco di vili o di scellerati, nella morte il termine del soffrire, e
dopo la morte il nulla.
Forse si sarebbe ucciso, forse si sarebbe scagliato come una fiera
sugli uomini, sarebbe divenuto scellerato per vendicarsi di loro;
avrebbe adorato come suo idolo il superbo diletto di calpestarli, ed
infine avrebbe detto a se stesso: «io solo sono generoso, io solo sono
potente contro la sventura, io valgo più di tutti!»
Ma egli non ebbe questi pensieri, che era ancor lontano quel secolo
in cui la poesia e le lettere doveano chiamar magnanimo e forte chi è
vinto dalle passioni: debole e dappoco chi n'è vincitore.


CAPITOLO XVI.

Poichè la Lisa ebbe visto chiudersele in faccia dal padre il portone
di casa; dappoichè la sua miseria, le sue preghiere, il suo pianto
tutto era stato inutile, si mosse, lenta e sconsolata, dopo essersi
un momento riposata sugli scalini del limitare, per tornare ove avea
lasciato il figlio. Colla sinistra veniva attenendosi ai muri, portava
nella destra il poco pane, nel quale erano, si può dir, numerati i
giorni di vita che rimanevano a lei ed al suo bambino, e con voce
sommessa andava dicendo: «Oh! debbe pur esser enorme il mio peccato!»
Giunta all'uscio della casetta in via Larga, udì il pianto del povero
Arriguccio, unito al cantar della vecchia, che non sapendo trovare
altro modo s'ingegnava così di racchetarlo. Salita a furia, trovava
in grembo alla Niccolosa l'affamata creaturina, che colle manine le
frugava ne' panni, aprendo le labbra aride, e cercando il seno. Gettò
su un desco la tovaglia col pane, si tolse in collo il figlio, sedette,
si scinse in un lampo, e trovò aver pure tanto latte da poterlo calmare
per un momento. «Oh, il mio sangue potesse far le veci del latte!»
diceva sospirando la misera madre.
La vecchia, alzato un de' capi della tovaglia, e vedendo il pane
arrecato:
--Questo, diceva, è pur qualcosa la Dio mercè! ma quanto durerà? Oh!
chi ve l'ha dato? dove fusti?.... siete uscita tanto in furia....--
--Dal babbo.--
--E nient'altro? Non v'è riuscito?....--
--Nulla, nulla. Io non ho più anima al mondo che si curi di me, che
m'ajuti. Oh! ma è vivo il padre di quest'innocente, s'io dovessi passar
tra le fiamme, io saprò giungere a lui: io glielo arrecherò.... è suo
sangue alla fine?.... se Fanfulla vorrà condurmi egli, se no, andrò
sola. Che cosa mi potrà succedere alla fine.... che m'ammazzino? E qui
non moriam forse di stento oncia a oncia?--
--Voi dite il vero, e, secondo me, qui non è tempo da perdere ed ogni
poco che si tardi, questo fanciullo è ridotto di qualità che l'ajutarlo
poi sarebbe inutile.--
Le due donne tacquero alcuni minuti, mentre il bambino tutto inquieto
per la scarsità dell'alimento, ora si staccava dal petto lamentandosi,
ora accarezzato dalla madre si lasciava riporre il capezzolo fra le
labbra, finchè dopo un lungo durare di queste angustie venne ricadendo
in quell'irritazione convulsa ond'era stato assalito in prima sera.
Apparvero i segni precursori del nuovo insulto, e la Lisa a darsi da
fare per ajutarlo, e piangendo diceva:
--Oh, Vergine Santa, aiutatemi! ecco che gli torna il benedetto[33].
Oh! questa volta sarà l'ultima, non saremo più a tempo.... si potesse
mandar per lo speziale.... avesse un qualche lettovaro!... oh!
correte.--
--Figlia benedetta, è suonata ora mezzanotte, e qui ser Nuto, al canto
alla macina, quand'è a letto non s'alzerebbe pel papa.--
--Ma provate almeno, che Dio vi rimeriti, volete voi lasciar morire
quest'innocente senz'aver mosso un dito?--
La vecchia, che non avrebbe messo un piè fuor dell'uscio sola, a
quell'ora, per guadagnar un regno, rimaneva ritta senza dar segno di
voler contentar la Lisa, e le veniva dicendo:
--E' mi par migliorato il fanciullo, voi vedrete madonna che non sarà
nulla.--
La Lisa, che non poteva sperare soccorso da costei, e non voleva
abbandonar il figlio in quel momento, si slanciò alla finestra dicendo:
--Oh! non passerà nessuno, che ci voglia ajutare?--
Guardò in istrada, era buja. Tese l'orecchio, nessuna pedata s'udiva.
Volse il cuore e lo sguardo alla Madonna, ch'era poche braccia lontano,
e fissando l'occhio sotto la lampada, vide nell'ombra non so che
luccicare: strinse le ciglia, e s'accorse d'un uomo armato ginocchioni,
ed al vedere tutto attento a dire orazioni:
--Oh! pensava: egli è soldato; ma costì solo a pregare, a quest'ora,
e' non può esser se non un uom dabbene!--ed alzando la voce lo
chiamò:--Oh, quel soldato! Venite insin qui all'uscio, che Dio v'ajuti
e la Madonna.... noi siam due donne sole con un bambino che sta per
morire se voi non ci soccorrete.... Iddio si ricorderà di questa
carità.--
Il soldato a quel grido balzò in piedi con una prontezza che fe'
maravigliar la Lisa; pel bujo non lo poteva vedere, ma s'accorse al
suono de' passi, che s'era accostato sotto la finestra alta dalla via
circa un uomo e mezzo.
Tenendosi sicura del suo buon volere, lo pregava tutta affannata
di correr allo speziale e tornare presto con qualche medicina, e
v'aggiungeva molti ringraziamenti e benedizioni. Il soldato, senza
profferir parola s'avviò correndo.
--Neppur mi risponde! pensava la giovane, sarà buon segno, o
cattivo?--e tutta tremante teneva dietro al rumore de' passi che si
andava allontanando. Dopo un minuto, un picchiar furioso che udì venir
di verso lo speziale l'avvertì che il soldato pensava ad ajutarla.
Vi pensava il buon Lamberto che l'aveva tosto raffigurata; e nel primo
moto dell'ira e della sorpresa era stato per dirle: «Che importa a me
d'un figlio di traditori?» Ma raffrenatosi, e preso miglior consiglio,
fece in cuore questa preghiera. «Dio! rimetti alla mamma mia ogni suo
debito, com'io ora lo rimetto a costei.»
Lo speziale s'affacciò sonnacchioso, mandando il malanno a chi metteva
la strada a rumore, e giurando, s'egli non si partiva l'avrebbe
fatto pentire. Ma s'avvide che chi picchiava era coll'arme indosso,
ed udendosi dire: «Se tu non apri, spezial ribaldo, io ti butterò
l'uscio in mezzo alla strada.» Divenne come un agnellino, aprì, diede a
Lamberto un alberello che, gli promise avrebbe fatto l'effetto che si
voleva, ed egli presolo fu tosto sotto la finestra della Lisa, la quale
appena l'udì tornare scese, per incontrarlo, e l'aspettava sull'uscio
di strada.
--Oh! Iddio sia quello che vi rimuneri e vi faccia contento.... un poco
è migliorato il fanciullo... ma potrebbe ricadere.... Oh! valentuomo,
dacchè è tanta la vostra cortesia, un'altra grazia vi chieggo. Andate
ove alloggia la compagnia dell'Arsoli.... cercate d'una lancia ch'era
frate in S. Marco, ed ha nome Fanfulla, ditegli che per l'amor di Dio
venga qui appena giorno, ch'io ho grandissimo bisogno di parlargli.--
In così dire riceveva l'ampolla, e s'accorgeva che la mano del soldato
tremava. Non poteva vedergli il viso, chè avea abbassata la visiera,
ma scorgeva due occhi castagni che la saettavano in modo che quasi la
spaventava; udiva nel concavo dell'elmetto risuonar grave e frequente
l'anelito.
Rimase un momento sospesa.... le corse per la mente un sospetto....
«questo tremito! questo volersi nascondere.... fusse Troilo! che
essendo tenuto nemico nella città, e dubitando in casa vi fosse forse
altra gente non si volesse scoprire; badava a guardarlo, a misurarne
la statura, e le pareva tutto riscontrasse.... Oh! s'è pur ricordato
di me, del nostro Arriguccio.... non fu speso indarno il mio amore....
senz'altro è desso;» e finalmente colle puppille umide e la voce mal
ferma gli diceva:
--Fate ch'io sappia ora a chi ho un cotanto obbligo.... alzate almeno
cotesta visiera.... parlate, dabben giovane.... oh! parlate, ch'io
quasi già credo d'aver indovinato.... il mio cuore mi dice ch'io non
m'inganno... voi potete parlar senza sospetto... noi siamo proprio
sole.... io ed una povera vecchia... in questa casa, non è da dubitar
di nulla.--
E s'illuse in modo con quest'immaginazione, che spento ogni dubbio,
disse con voce bassa, ma piena di passione e d'allegrezza:
--Ah! sì, tu sei Troilo! ti sei pure rammentato un tratto della tua
Lisa!.... io lo sapevo.... io non ho dubitato mai della tua fede, sai!
oh! parla, parla, chè tu mi fai morire....--
Essa vide il soldato porre la mano alla visiera, alzarla lenta lenta,
scoprirle una sembianza pallida che al primo non riconobbe, e s'arretrò
sbigottita.--
--Voglia il cielo, disse il giovane, che la fede di Troilo giammai vi
venga meno, ma egli però è in campo, e combatte contro la patria....
Chi vi ha ajutato ora è Lamberto.--
Lisa a queste parole s'attenne all'uscio per non cadere. Quando volle
parlare era rimasta sola.
L'indomani a punta di giorno Fanfulla picchiava all'uscio suo.
La trovò piena ancora d'agitazione pel pericolo del suo bambino, e
per l'improvviso comparire di Lamberto. Appena vide quello che con
tanto affetto l'aveva soccorsa ne' suoi maggior bisogni, dopo molte
grate parole, gli scoperse l'animo suo protestando che in nessun modo
si sentiva di sopportar più codesta vita, e voleva ad ogni costo, e
comunque potesse, andar in campo, e rimettersi col figlio nelle mani
di Troilo. Pregava Fanfulla volesse esser sua guida, senza ch'egli
riuscisse a persuaderla de' pericoli cui s'esponeva, tra' quali stimava
grandissimo (benchè non l'accennasse) quello d'esser ributtata da
Troilo, che si sentiva da tutti un ribaldo, e che probabilmente avrebbe
usato ogni opera per sottrarsi all'adempimento de' suoi doveri. Tutta
l'eloquenza, tutte le preghiere di Fanfulla furon vane, e quando,
per far ogni prova, le volle dire in nessuno modo non l'avrebbe
accompagnata (non sapea che cervellino avesse costei) essa, senza
turbarsi, e rendendogli quelle grazie che meritavan l'amorevolezza sua
e le sue premure, gli disse: «Dunque, addio; Dio vi dia ogni bene.
Anderò da me.»
Fanfulla, che avea parlato a quel modo soltanto per rimoverla dal suo
proposito, e che piuttosto di abbandonarla nel pericolo ci avrebbe
rimessa la vita, sospirò, ripetendo la sua frase prediletta: «Proprio
tutte a me m'hanno a toccare» e poi soggiunse «Madonna, valetevi di me
come di cosa vostra.»
Allora cominciarono d'accordo a combinare il modo che convenisse tenere
per uscir dalla città e condursi al campo. Quanto all'uscire non v'era
difficoltà, chè le porte sulla destra d'Arno eran rimaste aperte, ma
bisognava trovar modo di passare il fiume, e poi d'introdursi negli
alloggiamenti salvando la donna dalla licenza de' soldati, de' quali
si raccontavano tante gran cose, che tutto il contando all'intorno era
rimasto affatto vuoto di abitatori.
--Io, diceva Fanfulla, mi metterei indosso la mia tonaca di frate,
e sotto le mie buone armi; e voi, madonna, se si potesse trovare un
abito da monaca....[34], ed alle scolte diremmo che andiamo cercando
l'elemosina pel convento.... e poi..... ma a proposito!..... e il
bambino..... monache co' bambini in collo e' non s'usa, e frati molto
meno. Si potrebbe dire d'averlo trovato per via... eh! no, no... la
cosa va zoppa. Pensiamo dunque. Se voi pure trovaste una tonaca da
fraticello.... da novizio.... eh! ma peggio.... v'è sempre questo
benedetto fanciullo! Peccato che i frati non abbian moglie!... E tre:
vestirci da zingani? allora ci cape quanti bambini vogliamo. Sì,
sì, questa è la meglio. Costoro si caccian per tutto, e nessuno dà
loro noja. Lasciatemi fare, troverò chi m'impresti un qualche sajo
lacero; troverò un liuto, e voi ingegnatevi d'aver qualche cencio da
mettervi indosso e in capo un fardelletto legato sulle spalle, e fate
di tingervi codesto viso bianco, e coteste manine, che a fargliela ai
soldati, ve lo dico io, bisogna saperla lunga. Orsù, madonna, state di
buona voglia, ch'io vi ci menerò a ogni modo; verso le ventitrè vengo a
levarvi, in un pajo d'ore, se piace a Dio, avrem fatta la bisogna. Ora
dunque a rivederci.
Fanfulla toltosi di quivi andò in cerca d'un pescatore e l'indusse a
condurre un suo navicello un miglio più su della porta S. Niccolò ove
gli avrebbe aspettati per traghettarli all'altra sponda.
All'ora fissata si condusse alla Lisa; messosi indosso un buon giaco
con maniche di maglia, una daga ed una mezza spada accanto, coprì
quest'arme con un sajaccio logoro, ed il capo con un cappello a larghe
falde che nascondeva però una cuffia di ferro, e detto addio alla
Niccolosa s'avviarono, che il cielo cominciava a divenir fosco. Usciron
per Porta la Croce, e volti a manritta giunsero in riva d'Arno, il
quale per le piogge scorreva assai ben gonfio, e seguitando taciti
la ripa del fiume venivan risalendo contro la corrente. Ad ora ad
ora s'incontravan passi difficili; più d'una gora che sboccava in
Arno dette loro grande impedimento. Allora il buon Fanfulla si recava
sul braccio ritto la donna, sul sinistro il fanciullo, ed entrando
nell'acqua a passi lenti e studiati, li trasportava sulla ripa di là.
--Quanti disagi vi tocca a soffrir per noi!--diceva la Lisa tutta
commossa: ed egli, che in 53 anni d'una vita travagliata da mille
perversi accidenti non avea mai saputo che fosse la malinconia (salvo
negli ultimi tempi che passò in S. Marco) rispondeva:
--Eh! madonna, per intaccarmi il cuojo ci vuol altro che quattro gocce
d'acqua e un po' di mota. Io, vedete, son fatto come i ciuchi, che alla
stalla s'ammalano, e perchè stiano di buona voglia,... lavorare, e
picchiate.--
Poi vedendola stanca ed afflitta si studiava di farle animo dicendo:
--Voi che non siete uscita mai del carruccio del babbo, vi parrà gran
cosa questo andar così di notte par questi luoghi, ma non dubitate,
siete in compagnia di chi vi difenderebbe contra cento. Che volete? Chi
non muore convien che abbia travagli. A tutti ne toccano. Ed io, che
ne so qualche cosa, vi dico, che appunto quando pare che il mondo ci
rovini addosso, in un baleno la ruota dà una volta, si muta il vento,
ed eccoci scampati...--
Qui la Lisa, che oramai si trascinava a stento, chiese di potersi
riposare un momento: e sedutasi in terra volgeva le pupille umide
verso Firenze, dalla quale s'eran dilungati poco più di mezzo miglio.
L'atmosfera occupata da una nebbia rada nelle parti superiori del
cielo, e fitta soltanto all'orizzonte, era debolmente rischiarata
dalla nuova luna che stava per tramontare. Essa appariva rossiccia e
senza raggi, poco più alta degli edifici e delle torri della città,
la quale si mostrava quasi una massa bruna ed addentellata, senza
che nessun fuoco, nessun lume interrompesse quell'uniforme oscurità,
senza una voce, od uno strepito qualunque che richiamasse l'idea della
vita. Cosicchè un poeta avrebbe potuto dire ch'essa stava pensosa
del fato che le sovrastava.... Soltanto il fragore sordo e lontano
delle acque che rompevano contro la pescaja de' mulini de' Serristori
feriva l'orecchio della Lisa e le empievano il cuore d'un senso di
terrore inesplicabile, del quale eran causa ed effetto a vicenda gli
angosciosi pensieri che l'agitavano. Finchè era rimasta in Firenze,
benchè cacciata di casa sua, le era però sempre sembrato di rimanere
unita con qualche vincolo ad essa ed alla sua famiglia: potea sempre
creder possibile una riconciliazione. Ora le pareva avere colla sua
partita rotto l'ultimo filo che la congiungesse ancora a' suoi, alla
sua patria, alle amiche della fanciullezza, a quelle care e perenni
memorie dei luoghi ove si provarono le più pure gioje, ed i più brevi
affanni della vita. Allevata ne' pensieri d'amor di patria, avvezza
fin da fanciulla a detestarne i nemici, e coll'orecchio ancor pieno
de' vituperosi nomi che dal padre e da' fratelli udiva porre a chi si
mostrava avverso alla dottrina del Frate ed alla libertà, non riusciva,
malgrado il suo amore per Troilo, nè a scancellare dal suo cuore le
prime impressioni dell'infanzia, nè a sradicarne quegli effetti che
le eran però sembrati belli e santi per tanto tempo, e che l'amore
avea sopraffatti senza poterli interamente distruggere. Si trovava ora
ribelle al padre, ribelle e nemica alla patria. Si sentiva inseguita
dalla maledizione di Niccolò, da quella di tutti i virtuosi cittadini
che rimanevano tra quelle mura a cadervi o di fame o di ferro,
guardando la torre di Palazzo vecchio, nella quale s'era avvezzata
a personificare, per dir così, l'idea del popolo e della libertà
fiorentina, le parea vedere un fantasma vendicatore che spiasse la
sua fuga per giungerla poi e punirla con qualche nuova e più tremenda
sventura.
E se distogliendo la mente da queste lugubri immagini, voleva
rasserenarla nel pensiero di Troilo che stava per rivedere, le veniva
turbata questa speranza da un dubbio non ammesso dal suo cuore, ma
che importuno s'ostinava però sempre a volervi entrare, e le diceva:
«Sei tu certa della sua fede? Sei tu certa che egli t'accolga? Puoi tu
confidar tanto in lui, che da più d'un anno non t'ha nè scritto, nè
fatto dir parola del fatto suo?»
Questo tormentoso sospetto la trafisse in guisa che dovè alzarsi e
proseguire la via, non potendo patire tanta incertezza, e bramosa
d'uscirne presto e ad ogni costo. Dopo non molto trovarono il
navicello, v'entrarono, e non senza gran fatica per la forza della
corrente, si trasferirono all'altra sponda. Usciti all'asciutto,
ripresero il lor cammino all'insù lungo la riva, per condursi dietro
la collina ove siede la villa, allora de' Guicciardini, detta la
Bugia. Quando a Fanfulla parve tempo, lasciato il fiume, volsero a
man ritta, e traversata la strada d'Arezzo presero per gli uliveti a
salir il dosso del colle. Egli aveva in animo di scendere poi in val
d'Ema, e risalire a S. Margherita a Montici, chiesetta ov'eran le bande
di Sciarra Colonna, non molto discosta dal pian de' Giullari, che
potea dirsi il cuore degli alloggiamenti, essendo stanza del principe
d'Orange.
Pareva probabile che Troilo, come gentiluomo e lancia spezzata, vi
stesse ancor egli, o almeno fosse facile trovarne ivi le tracce. Ma
più s'accostavano al termine del loro viaggio, e più Fanfulla sentiva
anch'esso crescere il sospetto che avessero a far un buco nell'acqua.
Quando furono in luogo d'onde non rimaneva che a salire l'ultima
pendice per trovarsi a S. Margherita.
--Orsù, disse Fanfulla, fermiamoci qui un momento, riposatevi un altro
poco, chè questo salir e scendere vi debbe avere stracca assai bene. E
poichè, la Dio grazia, non s'è incontrato nessuno per ora, combiniamo
il modo d'uscire ad onore di quest'impresa.
Così dicendo si cavò di tasca un pane ed una zucca piena di vino, e
porgendo alla donna l'uno e l'altra diceva:
--Questo vi rinfrancherà gli spiriti.--
--A tutto avete pensato! disse la Lisa, che, non usa a que' disagi, si
sentiva sfinita; e veniva sbocconcellando un po' di pane: vi bevve su
qualche sorso di vino, che non poteva questo ristoro essere offerto in
momento più opportuno.
Ma a Fanfulla non bastava restituire alle sue membra un po' di vigore,
ed avrebbe voluto trovar modo di fermarle l'animo, e prepararla pel
caso che Troilo avesse avuto o a ributtarla del tutto, o almeno a
rivederla in modo che venisse poi a significare il medesimo. Andava
studiando le parole, ed alla fine diceva:
--Eccovi, madonna Lisa, il mio pensiero. Quando sarem presso a S.
Margherita voi vi rimarrete appiattata tra quegli ulivi; io andrò
innanzi, e trovato ch'io l'abbia, farò di condurvelo, ma.... è meglio
che non gli dica chi siete.... e poi bisogna prepararsi.... già sapete,
i soldati in tempo di guerra hanno tutto dì mille sciagure alle
mani.... supponete nella giornata, verbigrazia, qualche faccenda sia
andata male e si rimane stravolti.... salta la stizza per nulla....
l'ho provato anch'io.... ma non è da farne caso. Egli potrebbe aver
per male che vi fussi posta a questo rischio, con un bambino di così
poca età.... potrebbe dirvi qualche mala parola.... armatevi dunque di
pazienza, e fate di prenderlo pel verso suo.... chè a star tutto dì con
tante libbre di ferro sulle spalle, alla pioggia, al freddo, tra mille
malanni, si prende un fare un pò ruvido.... ma voi, con que' vostri
modi amorevoli, non vi sarà difficile.... e poi, già potrei ingannarmi,
ed anzi spero, e credo, che non gli parrà vero ritrovarvi dopo tanto
tempo.--
E tra se stesso aggiungeva:
--Fa soltanto ch'io ti possa condurre fuori del campo, poi, se nulla
nulla ti vedessi uscir de' termini, so io come si fa ad insegnarti la
buona via.--
Ed era tanto l'amore che avea posto alla Lisa, sentiva tanta pietà de'
suoi casi, che s'era promesso, ove la cosa voltasse al peggio, di farne
una delle sue, e non era muso a mancar di parola.
Ripresero il viaggio, e dopo una mezz'ora di salita, trovandosi a
un mezzo tiro d'archibuso da santa Margherita, parve a Fanfulla
tempo di fermarsi; trovò una siepe molto a proposito per servire di
nascondiglio, e vi fece ficcar la Lisa procurando di aprirle il varco
colle mani nel folto de' rami.
Tra quegli arbusti erano di molti pruni, de' quali per l'oscurità non
potè accorgersi se non quando si sentì punger le dita; ma il peggio fu,
che un di que' pruni, quando egli ritrasse la mano colla quale l'avea
scansato, tornando colla sua elasticità al luogo di prima, venne a
percuotere con forza sulla gota del fanciullo. Sino a quel punto era
stato quasi sempre portato da Fanfulla, ed il movimento dell'andare
l'aveva addormentato, ma ora, graffiato da quelle spine, si svegliò e
si cacciò a gridare quanto ne avea nella gola. Gli posero ambedue con
gran fretta le mani in sulla bocca, ma, parte pel riguardo di non lo
soffocare, parte perch'egli si scontorceva, non poterono vietare che
quella voce non si sentisse dall'alloggiamento del Colonna.
Fanfulla, guardando all'insù, scorse a un tratto per l'uliveto andar
intorno ed agitarsi molti punti lucidi a guisa di lucciole, e come
pratico, s' accorse che eran soldati colle corde[35] de' loro archibusi
accese che venivano alla volta del grido.
I loro passi e le voci ben presto risuonavan vicine, ed un soldato
spagnuolo gridava innanzi agli altri con certe sue risa goffe. [36]
--_Ahora, ahora, voy á darle tal santiguada á este niño, que no ha de
despertarse hasta el día del juicio._
--_Teneos_, gridava un altro, _veamos ántes.... podría ser alguna dama
principal de esta tíerra, que se huyese, y me gustaran mas sus
florines, que los cascos de este hideputa..... no parecce sino que
ya se le salen las tripas? I que gargaata que tienes hijo mio!_
Soggiungeva un terzo.
--Oh! cagnaccio, i' giucherei il capo contro un morso di berlingozzo
ch'egli è figlio d'un frate, e' par che canti messa.. ora ora,
naccherino, ecco la pappa e 'l bombo.
Se Fanfulla fosse stato solo, avrebbe subito saputo quel che era da
fare. Si sarebbe scagliato a capo sotto tra costoro colla spada nella
destra e la daga nella manca, e addio, a rivederci, si sarebbe trovato
presto o fuor d'impaccio o all'altro mondo. Ma qui bisognava lavorar di
politica. Disse alla Lisa che badava a stringersi al petto il figlio,
raccomandandosi l'anima a Dio:
--Non dubitate, e lasciate fare a me--poi volto allo spagnuolo che
giungeva pel primo: [37] --_Detengase, señor caballero_ (i soldati
italiani d'allora sapeano quasi tutti lo spagnuolo, per l'istessa
ragione che venticinque anni sono essi sapeano il francese)
_Detengase.... somos pobres gitanos, y veniamos al campo para sonar y
tener regocijadas á v.m.!..... Somos pobres ahora..... però éramos
ricos no hay mas que un momento.... llevábamos un bolsillo con cien
florines... y algunos saldados alemanes que se andaban por ahi nos le
han quitado.... los majaderos me han despolvoreado las espaldas a mi
con sus alabardas, y á esta pobrecita le han dado un recio bofeton que
ha cogido aun á este niño,... Allá allá, miren entre los árboles, aun
los veo que se van á priesa..... alcancenlos por dios, y del bolsillo
nos darán lo que quisieren.--_
I soldati s'accostarono, e considerando, per quanto permetteva
l'oscurità, il povero vestire di Fanfulla e della donna, toccato il
liuto ch'egli aveva a tracolla, dieder fede alle sue parole. Egli
intanto, simulando passione grandissima, badava a stimolarli che presto
seguissero la pesta di quelli che l'aveano svaligiato, non restando
d'accennar colla mano giù alla china tra quegli ulivi, e giurando che
ancor li scorgeva:
--Fate presto, ragazzi, per amor di Dio.... che senz'altro gli
arriverete.... quello che ha agguantata la borsa, affinchè lo
conosciate, è un ometto mingherlino, ed ha in mano la forcina senza
l'archibuso, e in tutto son cinque o sei non più.--
Nell'indicare però la parte ove dicea scorgere questi soldati, aveva
avuto riguardo a sceglier quella opposta alla via che si disponeva
tenere appena fosse rimasto libero. Conoscendo poi la gelosia e
l'inimicizia che bolliva tra le varie nazioni ond'era composto
l'esercito imperiale, i cui soldati non poteano accostarsi ai
quartieri gli uni degli altri senza che succedessero baruffe, pensò di
metter questo assassinamento sulle spalle ai tedeschi.
E ciò si avverte, per mostrare se Fanfulla era poi tanto pazzo come
hanno voluto far credere i malevoli e gl'invidiosi.
In conclusione, que' soldati dettero nella ragna. È vero, che per
quanto guardassero in giù tra gli alberi non pareva loro scoprir nulla
che si movesse o avesse forma d'uomo, ma pensarono, costui avrà occhi
migliori, o sarà come i gatti, che ci vedono allo scuro. Insomma
(e tutta questa scena fu quanto il dire un avemaria) si mossero in
frotta, a salti, giù per l'uliveto, bravando e giurando con terribili
bestemmie, che se potevano metter l'ugne addosso a que' poltroni
tedeschi gli avrebbero tutti tagliati a pezzi. «Oh! vedete, ladroni
scomunicati! Insin qui vengono a far bottino!.... fin sotto il nostro
capo!» e non restando di correre, s'allontanarono ben presto, tantochè
cessò il rumore de' passi, il suono delle voci, e Fanfulla mise un
respiro libero, e disse ridendo:
--Buona caccia, giovanotti! Ora, madonna, leviamci di qui prima che
ritornino.--
La povera Lisa, più morta che viva per quello spavento, conosciuta
però la necessità di salvarsi mentr'era tempo, uscì di quella siepe,
e messasi in piede a stento, prese la via, sorretta da Fanfulla, che
coll'altro braccio portava il bambino ormai racchetato. Mutato il primo
pensiero, risolsero di venirsi accostando più che potessero al pian
de' Giullari ed alla villa de' Guicciardini, abitata dal principe, e
come a Dio piacque, venne lor fatto di giungere senz'altro accidente a
piè del muro di una delle prime case.
Qui non era siepe, ma un monte di saggine secche, ove la donna potè
nascondersi, e questa volta ebbe gran cura al fanciullo che non venisse
tocco nè offeso.
Fanfulla allora fattole nuovamente animo s'avviò solo per andar
in cerca di Troilo, e trovata la strada, si condusse presto sulla
piazzetta che è nel centro del casale.
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