Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 01

Total number of words is 4195
Total number of unique words is 1824
38.8 of words are in the 2000 most common words
55.6 of words are in the 5000 most common words
64.1 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.


NICCOLÒ DE' LAPI.

PROTESTA DEGLI EDITORI
La presente edizione Originale, è posta sotto la tutela delle veglianti
leggi e convenzioni dei Governi d'Italia che concorsero a garantire
le proprietà letterarie, e si agirà rigorosamente contro quelli
che ardissero eseguirne ristampe o introdurne edizioni estere nei
rispettivi Stati ove sono in vigore le dette convenzioni.
_Milano, luglio 1841._
NICCOLÒ DE' LAPI
OVVERO
I PALLESCHI E I PIAGNONI
DI
MASSIMO D'AZEGLIO
Videbis filii mi, quam parva
sapientia regitur mundus.
_Cancell. Oxenstiern._

MILANO
Coi tipi Borroni e Scotti successori a V. Ferrario.
A SPESE DEGLI EDITORI
1841.

=A Tommaso Grossi.=

_Amico carissimo_,
_Alla tua amicizia, che è un tanto bene della mia vita, intitolo questo
lavoro; e con che cuore, lo sai. Solo mi dolgo n on potere scrivere
l'affetto che ci lega, sovra più degno e durevole monumento._
_M.º Azeglio_
_Milano, 2 maggio 1841._


INDICE
PAG.
PREFAZIONE ix
CAPITOLO PRIMO 1
CAPITOLO II. 17
CAPITOLO III. 37
CAPITOLO IV. 58
CAPITOLO V. 71
CAPITOLO VI. 87
CAPITOLO VII. 105
CAPITOLO VIII. 127
CAPITOLO IX. 153
CAPITOLO X. 172
CAPITOLO XI. 190
CAPITOLO XII. 211
CAPITOLO XIII. 229
CAPITOLO XIV. 251
CAPITOLO XV. 279
CAPITOLO XVI. 301
CAPITOLO XVII. 324
CAPITOLO XVIII. 347
CAPITOLO XIX. 372
CAPITOLO XX. 398
CAPITOLO XXI. 427
CAPITOLO XXII. 448
CAPITOLO XXIII. 475
CAPITOLO XXIV. 507
CAPITOLO XXV. 530
CAPITOLO XXVI. 556
CAPITOLO XXVII. 580
CAPITOLO XXVIII. 605
CAPITOLO XXIX. 626
CAPITOLO XXX. 648
CAPITOLO XXXI. 671
CAPITOLO XXXII. 693
CAPITOLO XXXIII. 717
CAPITOLO XXXIV. 742
CAPITOLO XXXV. 766
CAPITOLO XXXVI. 790
CAPITOLO XXXVII. 807
CAPITOLO XXXVIII. 829
CAPITOLO XXXIX. 851
CONCLUSIONE. 877
RETTIFICAZIONE ERRORI. 905


PREFAZIONE
_Questo racconto che presento al pubblico non senza il batticuore
dell'amor proprio in pericolo, fu incominciato nel_ 1833, _e
tralasciato cento volte per cagioni ora funeste ora fastidiose. Se
egli serba le tracce di codesti disturbi, se per mio difetto rimane di
tanto inferiore al suo tema, non per questo potrei senza ingratitudine
dubitare del favore o dell'indulgenza almeno degli Italiani. Debbo
ricordarmi che in grazia appunto del tema essi amorevolmente accolsero
un mio primo saggio. Questo secondo lavoro, che anch'esso si raggira su
un fatto non meno onorevole al nome Italiano, promette dunque uguale
indulgenza a chi s'è disposto, insin che gli durin le forze e la
vita, non aver un affetto, non un pensiero, che non sia dedicato alla
patria._
_Quantunque abbia preso a trattare l'epoca luminosa e terribile per la
città di Firenze, in cui la repubblica si difese sola contro le armi
di Clemente VII e di Carlo V, non ebbi tuttavia per iscopo dipingere
il quadro completo dell'Assedio del_ 1529-30, _ed il titolo stesso di
questo racconto basta forse a mostrare che più degli eventi, mi sono
proposto descrivere le passioni che in allora agitavano il popolo
Fiorentino._
_La relazione intera, minuta e regolare dell'Assedio, l'ha scritta
meglio d'ogni altro il Varchi. Contemporaneo, attore anch'esso della
sua storia, mosso dagli affetti del tempo, chi potea far meglio di lui?
Chi oserebbe rifare il suo lavoro?_
_Agli storici dunque la storia. Al Varchi quella dell'Assedio; chè
malgrado i suoi lunghi ed intralciati periodi, malgrado l'oscura
irregolarità che talvolta s'incontra nella sua costruzione, sarà pur
sempre quella che trasporta il lettore al secolo XVI con maggior
illusione, che trasfonde nel cuor de' moderni, i pensieri, le passioni,
la vita tutta del cinquecento._
_Ma se il Varchi disse bene, disse egli tutto? Tutto quanto si vorrebbe
sapere sul fatto di quegli antichi uomini, che negli amori, nell'ire,
nella fede, ne' sacrifici e persin ne' delitti, mostrarono una ferrea
natura tanto lontana dalla moderna fiacchezza?_
_Ignoro qual sia la risposta del lettore. La mia è negativa._
_No, non conosco tutto quanto vorrei conoscere quando leggo gli onorati
fatti di que' cittadini animosi, le battaglie, i tumulti, le pratiche;
quando li vedo in piazza magistrati, soldati, capi di parte; io ammiro
in essi la virtù, la costanza, la fortezza, l'ardire; io mi maraviglio
che la natura umana abbia prodotto individui di così potenti facoltà,
ma domando invano allo storico quali fosser costoro che eran pur padri,
mariti, figli, fratelli, quali fosser, dico, quando dopo una tempestosa
giornata ritornavan la sera tra le pareti domestiche; quando, deposto
l'arnese di guerra, e cercando un po' di sosta alle cure, ai travagli
che li stringevano al di fuori, riprendevano negli intimi colloqui
della famiglia la forza di gettarsi a nuovi pericoli, a nuove fatiche._
_Trovata muta, insufficiente la storia, mi volsi alle cronache, ai
carteggi, ai prioristi del tempo, alle tradizioni del popolo, ai
monumenti. Interrogai le torri, le mura di Firenze, i bastioni di
s. Miniato ove l'edera cresce e si stende ugualmente sui macigni
repubblicani tagliati dallo scalpello di Michelangelo, e sull'impresa
Medicea delle sei palle; come un'istessa tomba raccolse un tempo le
ceneri di Polinice e d'Eteocle. Interrogai il Palazzo Vecchio, antico
ed immoto testimonio di tanti trionfi, di tante rovine; che vide
sorgere e cadere tante fortune: che dall'alto de' suoi merli guelfi
vide oppresso il duca d'Atene, vincitori i Ciompi, arso Fra Girolamo,
strascinato il cadavere di Jacopo de' Pazzi, calpestata tre volte
l'idra medicea, e tre volte risorta: che sopravvisse alla repubblica,
la vide vendicata nelle impure e sanguinose vicende della razza di
Cosimo spenta vilmente dopo dugent'anni; edificio che ancora erge i
suoi fianchi, sostiene l'alta torre d'Arnolfo posata a sottosquadro
sulla facciata, destinato forse a veder tanti secoli nel futuro quanti
ne vide già nel tempo passato._
_Visitai il Palazzo del bargello, ove in età più remote i priori della
repubblica ebber il primo tetto, le prime sale che fosser loro proprie,
per ragunarsi a consiglio: vidi quella scala del cortile tutta di marmo
coperta d'una rozza tettoja come fosse la scala d'un contadino;[1]
quelle massicce lastre del cortile che nel centro invece di fontana o
di statua che l'adornasse, ebber tante volte il ceppo e la mannaja:
che divenner vermiglie pel sangue di tanti cittadini, morti ora a
dritto ora a torto, ma virilmente sempre: marmi che rimbombaron sotto
i colpi onde furon tolti di vita il Boscoli, il Capponi, Bernardo del
Nero, Francesco Carducci penultimo gonfaloniere della repubblica, e
tant'altri, i quali tutti persero il capo al tremendo giuoco che tra la
casa de' Medici ed il popolo di Firenze durò più di cent'anni._
_Io scorsi le antiche dimore de' cittadini, quei palazzi, o piuttosto
fortezze domestiche di sasso annerite, merlate, tutte a un dipresso
simili al palazzo Ferroni al Ponte s. Trinita; scorsi i cortili, le
scale, entrai per tutto tentando figurarmi qual viso, qual discorso,
qual costume avessero i loro antichi abitatori: come talvolta vedendo
un elmo antico tutto rugginoso, ed alzandone la visiera, la fantasia
tenta dipingersi il maschio ed ardito volto che dovette un tempo
riempierne il vano._
_Colla fantasia dunque (e qual altra guida potevo io avere?) cercai per
tutto ed in tutti i modi l'antico popolo di Firenze: quel popolo di
tanto nerbo, di tanta vita che, dopo 300 anni di agitazioni, di guerre,
di discordie, di furori, di proscrizioni, si trovò pure nel 1530
abbastanza vegeto e vigoroso da resister solo alla potenza di Carlo V,
e cadde dopo lungo contrasto più tradito che vinto; popolo che prosperò
quando pareva portasse in seno i germi della distruzione, che s'invilì,
perdette ogni generosità, ogni spirito quand'ebbe lunga e stabile
tranquillità sotto la dominazione de' Medici._
_Forse perchè principio dello stato antico era accendere il pensiero
della patria, principio dello stato mediceo conculcarlo ed estinguerlo._
_Ma le orme impresse sul suolo di Firenze dai suoi antichi abitatori,
la civiltà moderna le ha cancellate quasi del tutto. Le hanno
cancellate gli stranieri che ogn'anno scendono a godersi e vilipendere,
quasi cortigiana, l'Italia._
_Contristato e pensoso del terribil giudizio che pesa sul nostro
popolo, sperai almeno trovarne le antiche orme in qualche angolo
dimenticato, ove gli usi, la lingua, il corso delle tradizioni,
fosse rimasto puro, e non turbato dal passo delle genti nuove. Corsi
il contado, salii sui monti di Pistoja, e mi consolai il cuore e
l'orecchio udendo poveri pastori e contadini parlarmi la lingua del
Firenzuola: ascoltando ciò che mi sapean narrare di Castruccio, di
Francesco Ferrucci, che non avean certo conosciuti nelle storie o ne'
libri, ma d'età in età gli uni dagli altri avean imparato, che il
primo fu un prode, il secondo morì sui loro monti per la salvezza di
Firenze. Io benedico quelle ore ch'io passai colà seduto ad un umile
focolare prestando orecchio ai rozzi e pur nobilissimi racconti di
uomini semplici, che assai sapevano di quelle antiche e gloriose età,
e nulla della presente, quasi un intimo senso insegnasse loro quel che
essa vale. Io riuscivo persino in que' colloquj a dimenticare questa
età nostra, e mi parea, per dir così, viver in quell'altre, e vedermi
innanzi vivi e reali quegli uomini che m'eran noti soltanto per averli
veduti ritratti dagli storici, dai comici e dai novellieri._
_Io gli ho pur trovati! dissi tutto contento. Io ho trovato i modelli
che ho in animo di dipingere! E m'ingegnai di studiarli; di ritrarre
quanto potevo col vero prima, poi ajutandomi colle induzioni, e colla
fantasia, la vita intima, le passioni, gli affetti dell'epoca che avevo
scelta per collocarvi gli attori del mio racconto._
_Frutto di cotali studj, parte reali, parte fantastici, è questo
mio lavoro; col quale, imitando gli architetti, che per dimostrare
l'ordine interno d'un edifizio lo suppongono ne' loro disegni tagliato
pel mezzo, volli rappresentare in ispaccato la casa d'un popolano
fiorentino durante l'assedio._
_Io feci per fare bene tutto quanto potevo. Se invece feci male,
pensi il lettore che anche a far male costa fatica, e s'incontra
difficoltà._


CAPITOLO PRIMO

I fatti che stiamo per narrare accaddero circa il tempo in cui Firenze
era assediata dall'esercito di Carlo V, il quale per mandare ad
effetto il trattato di Barcellona conchiuso con Clemente VII, voleva
costringere i Fiorentini a sottomettersi al dominio de' Medici.
Il popolo di Firenze negava di riceverli pure come privati e si
difendeva, fatto animoso dalla memoria di que' Medici stessi tanto
facilmente cacciati nel 1527; dalle profezie di fra Girolamo
Savonarola; dal desiderio del viver libero; dall'armi e dalle fortezze
ond'era munito per cura della parte detta de' Piagnoni, i quali
s'avvedevano non esser l'Imperatore ed il Papa per contentarsi che i
Medici tornati in patria cogli altri sbanditi Palleschi vi stessero
quali privati cittadini, ma sotto tal modesta domanda aver in animo di
farneli signori.
Era una mattina sul finir d'ottobre dell'anno 1529, e l'alba pareva
penasse più del solito a comparire, penetrando a stento la densa nebbia
che copriva Firenze. Cadeva una pioggia fitta, cheta e congelata, che
quasi si poteva dir neve, e per le strade, tranne qualche soldato,
e le compagnie degli uffiziali di notte che tornavano in Palagio
intirizziti, serrati ne' mantelli, co' becchetti de' cappucci avvolti
intorno al viso, non s'incontrava anima viva.
Le porte e le finestre tutte chiuse, le imposte serrate, mostravano che
la maggior parte de' cittadini era ancora immersa nel sonno. S'andavano
aprendo le chiese, ma non vi si trovava se non gli scaccini occupati a
spazzare, e qualche sagrestano attendendo a preparar gli altari.
In S. Marco soltanto, de' frati Domenicani, le campane che suonavano a
morto da un'ora innanzi giorno avean già radunato un piccol numero di
fedeli.
L'interno di questa chiesa non era ornato in quel tempo dalle colonne
d'ordine composito, e dagli altari che v'eresse poi Gian Bologna, ma si
conservava semplice e severo quale fu edificato per opera di Cosimo il
vecchio.
Davanti all'altar maggiore, tra quattro grossi candellieri di ferro,
era posata in terra una bara, nella quale giaceva il cadavere d'un
giovane che mostrava non passare i venticinque anni: tra le sue mani
giunte sul petto era acconcio un crocifisso, ed il suolo, come pure il
cataletto sparsi, secondo il costume di Firenze, di foglie e di fiori
di melarancio. Sul guanciale che gli reggeva il capo erano due candele
benedette accese, colle quali i devoti usavano segnare il defunto.
Quantunque avesse indosso l'abito di S. Domenico, si poteva supporre
che gli fosse stato posto per divozione soltanto dopo morto, ma che
non l'avesse usato in vita: e ciò che lo faceva credere era una spada
ed una rotella col giglio rosso in campo bianco (impresa del comune di
Firenze) che erano appese a' piedi del defunto.
Non essendo ancora uscita la messa, un solo candelliere ardeva. La
sua luce rossiccia illuminando un gruppo di persone che erano state
le prime a giungere, e pregavano in ginocchio raccolte intorno al
cadavere, lumeggiava le figure più vicine (come soventi usò Rembrandt)
con frizzi vibrati di luce, la quale cadendo sempre più debole sugli
oggetti a misura che si trovavan più lontani, finiva perdendosi in
fondo alla chiesa in una totale oscurità. In alto soltanto le tenebre
venivano diradate dai gran finestroni della volta, i quali cominciavano
a potersi discernere per la tinta pallida e cilestrina che veniva
nascendo col giorno sulle invetriate.
Non passava minuto senza che a uno, a due, a tre per volta non
entrassero uomini che ai passi gravi, al suonar delle stellette
degli sproni, ad un luccicare ottenebrato di corsaletti e giachi si
conoscevano per soldati. Venivano avanti e giungendo alle spalle di
chi si trovava già in chiesa posavano a terra il calcio o della picca,
o della ronca, o di un grosso archibugio, chè tutti avevano l'una o
l'altra di queste armi, e rimanevano con viso mesto e contegno tutto
raumiliato.
Poco stante comparve, accompagnato da venti uomini ben armati, il
Gonfalone del Leon d'oro del quartiere di S. Giovanni. Era una bandiera
quale usa la fanteria anche in oggi, con suvvi dipinto un leon d' oro
in campo bianco. L'uomo che la portava si fermò a metà della chiesa, e
vi rimase, messo in mezzo da' suoi.
Crebbe così a poco a poco la folla, serrandosi intorno al feretro ed al
gruppo che vi stava dappresso, il quale mostrava essere composto de'
più stretti parenti del defunto.
A due passi da' suoi piedi era un vecchio molto innanzi cogli anni.
Aveva indosso il lucco, abito usato nella repubblica fiorentina, dalle
persone gravi specialmente, che era una vesta di saja nera foderata
di pelli, sparata dinanzi e dai lati dove si cavan fuori le braccia,
ed increspata in alto ove s'affibbia alla gola: in capo il cappuccio,
composto di un cerchio di borra coperto di panno, e si chiamava il
mazzocchio: una parte dell'istesso drappo cadeva a guisa di pendone
sull'orecchio sinistro ed era detta la foggia; il becchetto poi era una
striscia che andava sino a terra, si ripiegava sulla spalla destra e
spesso s'avvolgeva al collo.
L'aspetto di questo vecchio, largo di spalle, grande della persona, era
valido e robusto. Gli stava ancor sulle guance quella tinta vegeta che
nasce da un'ottima complessione, non mai logorata da vizj.
Nella barba, che era lunga e folta, e nei pochi capelli che uscivano
di sotto il cappuccio, non era pelo che non fosse bianchissimo, le
sopracciglia sole conservavano ancora in parte il color bruno: ed una
frequente contrazione di muscoli che le avvicinava contribuiva a dare
a' suoi occhi neri una molto fiera guardatura.
Il nome di questo vecchio era Niccolò di ser Cione, di ser Lapo de'
Lapi, di famiglia popolana, uno de' capitudini[2] dell'arte della
seta, il quale poteva vantarsi d'essere giunto ad 89 anni, chè tanti
ne aveva, sempre integro, sempre amante della patria e dello stato
popolare, a pro del quale avea messo in molte occasioni la persona
e l'avere. Ma il vantarsi di tal modo di vivere neppure gli sarebbe
caduto in pensiero, tanto era nella natura sua, e pareva a lui il solo
possibile.
Tra i primi ed i più devoti seguaci di Fra Girolamo Savonarola mentre
viveva, lo piangeva morto, venerandolo come un martire; studiando di
osservare in ogni sua azione ed in ogni tempo, senza aver rispetto
a cosa del mondo, le severe massime del frate, le quali, dobbiam
confessarlo, lo portavano talvolta a convertire la mansueta legge del
vangelo in una legge tirannica ed impraticabile.
Ser Cione, padre di Niccolò, s'era trovato intinto nella congiura, che
diretta da Rinaldo degli Albizzi, riuscì a cacciar per un anno, di
Firenze, Cosimo, detto Padre della Patria, onde al ritorno di questi
andò con molti altri banditi a finir la vita in esiglio.
Niccolò, nato in una terra di Puglia, ov'era il confino del padre,
testimonio della sua miseria negli ultimi anni, e della morte oscura,
circondata da tutti i travagli dell'esiglio, avea colle prime
impressioni dell'infanzia concepito, quasi fatale necessità, un odio
orrendo contro i Medici e le parte Pallesca.
Come poi mettesse d'accordo quell'odio col vangelo che professava, lo
potrà intendere chi sa quale sia la logica degli uomini di parte.
Dopo molt'anni gli era venuto fatto di tornare a Firenze, Avea riaperto
il fondaco del padre, e fattovi grossi guadagni, coi quali soccorse
la città nel 1494, quando per la calata di Carlo VIII, e per la
dappocaggine di Piero de' Medici, lo stato di Firenze corse così grave
pericolo. In quell'occasione s'era visto quanto il popolo minuto, i
lavoratori di seta, e tutti gli operai in genere gli fossero divoti,
chè nella notte antecedente al giorno in cui Pier Capponi stracciò i
capitoli in faccia a Carlo, n'ebbe a sua posta più di seimila.
Quest'affetto della moltitudine, nato dalla riverenza che ispirava la
sua virtù, dal saperlo amatore sincero e costante del ben pubblico,
che in lui non era mai stato pretesto onde cercar l'utile privato,
s'era sempre fatto maggiore, e quando i Medici tornarono nel 1512,
il solo timore dell'opinion pubblica era bastato a salvarlo dalle
persecuzioni. La sua fama sola bastò nell'istesso tempo a preservarlo
dalle lusinghe e dalle seduzioni colle quali la parte Pallesca mai non
cessava d'adescare i suoi avversarj; e dal 12 al 27, anno dell'ultima
cacciata dei Medici, fu tenuto bensì in sospetto da questi, ma pur
lasciato stare, e dagli amatori dello stato popolare considerato come
uno de' loro capi, nel quale, più che in ogni altro, ponevan speranza,
ove nascesse occasione favorevole alla libertà.
L'amicizia poi che l'avea unito sì strettamente a Fra Girolamo,
l'osservar con fedeltà sì scrupolosa le sue massime, e soprattutto la
fede cieca che prestava alle sue profezie, facevano, per dir così,
sopravvivere in suo favore tra il popolo quella specie di culto che
avean professato pel celebre Domenicano. Gl'istessi frati di S. Marco
l'aveano in gran concetto, lo tenevano come uno dei loro, ed avean per
le sue parole quasi altrettanta deferenza, quanta ne aveano avuto già
per quelle del Savonarola.
Due anni prima dell'epoca di quest'istoria, quando per la partenza del
cardinal di Cortona, e d'Ippolito e d'Alessandro de' Medici, Firenze
tornò a reggersi a popolo, s'era adoperato con Niccolò Capponi e
Filippo Strozzi onde salvar la città che ondeggiava travagliata da
tanti umori, da tante parti diverse.
Era stato de' signori, de' Dieci di libertà e pace; ma più che sui
magistrati la sua autorità si fondava sulla fiducia che metteva in lui
la moltitudine.
Cominciò a bisbigliarsi dell'assedio, e Niccolò confidando nella famosa
profezia di fra Girolamo
«_Florentia flagellabitur, et post flagella renovabitur_»[3]
tenne sempre per la parte che rifiutava ogni accordo co' Medici, e pose
in opera quant'era in poter suo per accendere il popolo alla difesa.
Comparì l'esercito condotto da Filiberto di Chalons, principe d'Orange,
pose il campo sui colli che sono a mezzogiorno di Firenze il 24
ottobre 1529, e Niccolò, nei pochi giorni scorsi dacchè era cominciato
l'assedio, aveva già assistito all'esequie d'uno de' suoi figliuoli
morto combattendo sotto le mura. Ora assisteva all'esequie del secondo,
colla fronte alta, la faccia serena e la mente tutta assorta in Dio,
al quale offeriva non solo la vita di questi due figli, che teneva per
martiri, ma quella degli altri ancor vivi, e la sua, purchè salvasse
Firenze.
Di madonna Fiore, sua moglie, morta pochi anni prima, avea avuto cinque
maschi e due femmine; i tre superstiti erano con lui intorno alla
bara: due di loro avevano indosso il giaco o il corsaletto, che in
quel tempo, si può dire, la gioventù fiorentina non se lo cavava mai.
Il minore aveva nome Bindo, ed era un bel giovanetto di quattordici
anni, ma alla statura si poteva dargliene almeno diciotto, e non aveva
indosso giaco, nè arme accanto come i suoi fratelli.
La bella struttura delle sue membra, in perfetta armonia tra loro, la
tinta bruna e robusta della sua carnagione, gli occhi neri, mobili,
vivacissimi, e che avean la fierezza di quelli del padre, temperata
dalla grazia dell'adolescenza, facean pensare che gli sarebbe stato
troppo bene una spada accanto ed una corazza sul petto: ma il gran core
soprattutto ed il mirabile ardire che avea mostrato fin dall'infanzia,
lo facean degno di portare ormai l'armi anch'esso in difesa della
patria.
Niccolò si trovava riprodotto in questo suo figliuolo parte per parte
nelle forme del corpo come nelle doti dell'animo, perciò, benchè non
lo volesse mostrare nè concedere, l'amava con maggior tenerezza degli
altri.
Questa tenerezza l'aveva impedito sin'ora di condiscendere alle istanze
di Bindo, che si struggeva di combattere anch'esso cogli altri giovani
fiorentini.
Niccolò gli diceva spesso--Saresti un bel soldato a quattordici
anni!.... sei fanciullo, Bindo! lascia andar innanzi i più vecchi,
verrà anche troppo il tuo tempo.--
Poi finalmente per racquetarlo gli avea promesso che, ove alcuno de'
suoi fratelli venisse ucciso, gli concederebbe di prender l'armi in
vece sua. Il tempo d'attener la promessa era giunto, e Niccolò non era
uomo che potesse mancarvi.
La mattina prima d'uscir di casa non avea potuto a meno, malgrado la
sua natura austera, di far carezze al figliuolo; e tiratoselo in camera
gli avea detto--Bindo mio, sin'ora fosti fanciullo, dacchè ti basta
la vista d'esser uomo d'ora in poi, siilo al nome di Dio. Verraine con
esso noi.....gli è bene che tu conosca tosto come vadan le cose di
quaggiù. Prega Iddio che ti faccia un valentuomo... egli sia quello che
t'ajuti, come io ti dò la mia benedizione.--
Il vecchio un po' mutato negli occhi e nella voce baciò il figliuolo,
e vennero in S. marco. Quel fremito interno, quel batter di polsi più
rapido che nasce da una forte commozione d'animo, agitarono il petto
di Bindo quando si trovò accanto alla bara ove giaceva il suo povero
Baccio (così avea nome) che avea sempre veduto così vegeto, così vispo,
col quale s'era trastullato per tant'anni, ora pallido, immobile,
colla morte sul viso, ed all'età di Bindo, il morire par cosa tanto
impossibile!
Vedeva sotto il cappuccio, in mezzo alla fronte, un buco tondo, largo
come uno scudo, fatto dalla palla d'uno de' grossi archibusi che
s'usavan nel 1500. Avea sin a quel giorno parlato, ed udito parlar
più volte di fatti d'arme, di ferite, di morti, s'era acceso in quei
discorsi ed ardeva di trovarsi all'atto ancor esso, ma ora ne vedeva
sotto gli occhi proprio veri e reali i terribili effetti, e non v'è
piccol divario!
Due calde lagrime stavano per cadergli dalle palpebre, e si sentì il
cuore scosso in un modo che gli riusciva nuovo affatto.
Sbigottì di se medesimo un momento, e si domandò--avrei io paura?--
Preghiamo il lettore a non voler rispondere affermativamente alla
semplice interrogazione di Bindo poichè s'ingannerebbe.
Il senso che provava non era timore, era un misto di stupore,
d'afflizione, di smania di gloria, di indegnazione; e non è maraviglia
che alla sua età non fosse in grado di rendersene ragione.
Degli altri figliuoli di Niccolò, il maggiore, uomo sui quarant'anni,
avea nome Averardo, il secondo Vieri.
Le due giovani inginocchiate, sedute sulle calcagna, s'eran poste a
qualche distanza dai maschi.
La maggiore si chiamava Laldomine o Laudomia, la minore Lisa.
Intanto il frate sagrestano aveva accese quattro candele all'aitar
maggiore. S'accostò alla bara tenendo la canna che aveva attorcigliato
in cima un pezzo di stoppino, e dopo aver acceso i tre candellieri,
trovandosi presso a Niccolò, gli disse sotto voce accennando il morto:
--Egli era de' Lapi, messer Niccolò, e non ha tralignato punto! Pace
all'anima sua.--
--_Amen_, rispose il vecchio, ed il frate con un sospiro s'avviò verso
la sagrestia.
Un momento dopo uscì la messa. Il celebrante era fra Benedetto da
Faenza superiore del convento, vecchio venerabile che mostrava sentir
tutto il peso degli anni.
Il laico che serviva in rocchetto, aveva un viso che non si poteva
lasciarvi cader su un'occhiata, e poi volger lo sguardo altrove
senza più curarsene, come si fa colla maggior parte de' visi che
s'incontrano. Costui invece aveva una fisonomia, un portamento così
nuovo, ed un non so che di dissonante e di disarmonico in tutta la
persona, che, veduto una volta, pareva non fosse possibile perderlo
d'occhio nè finir di considerarlo.
Mostrava una cinquantina d'anni, piuttosto alto e magro, ma nerboruto
e diritto come un giovanotto. L'occhio ardito, ed in questo caso
l'espressione dev'essere presa _ad literam_, poichè ne aveva un solo;
la guancia destra segnata da una lunga cicatrice. Poi in ogni suo
moto, in ogni atto, un fare disinvolto che riusciva curioso coll'abito
che portava. Nell'istesso tempo era impossibile d'apporgli nulla di
sconvenevole, o che sapesse d'irriverenza: anzi avea lo sguardo basso,
il contegno raccolto, rispondeva a tempo con voce ragionevole senza
mangiar le parole, come fanno per lo più i chierici nel servir la messa.
Tuttavia non andò molto, che si potè conoscere esser per lui in quel
momento uno sforzo non indifferente il seguir la massima dell'_Age quod
agis_.
Le artiglierie piantate dagl'imperiali a Giramonte fecero sentir
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 02
  • Parts
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 01
    Total number of words is 4195
    Total number of unique words is 1824
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    55.6 of words are in the 5000 most common words
    64.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 02
    Total number of words is 4572
    Total number of unique words is 1877
    35.6 of words are in the 2000 most common words
    49.3 of words are in the 5000 most common words
    55.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 03
    Total number of words is 4673
    Total number of unique words is 1790
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    53.2 of words are in the 5000 most common words
    60.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 04
    Total number of words is 4567
    Total number of unique words is 1882
    40.7 of words are in the 2000 most common words
    57.2 of words are in the 5000 most common words
    65.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 05
    Total number of words is 4506
    Total number of unique words is 1915
    38.5 of words are in the 2000 most common words
    55.9 of words are in the 5000 most common words
    62.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 06
    Total number of words is 4672
    Total number of unique words is 1779
    37.9 of words are in the 2000 most common words
    53.1 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 07
    Total number of words is 4608
    Total number of unique words is 1874
    37.7 of words are in the 2000 most common words
    53.4 of words are in the 5000 most common words
    61.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 08
    Total number of words is 4660
    Total number of unique words is 1736
    38.7 of words are in the 2000 most common words
    55.5 of words are in the 5000 most common words
    62.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 09
    Total number of words is 4626
    Total number of unique words is 1753
    39.7 of words are in the 2000 most common words
    56.5 of words are in the 5000 most common words
    63.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 10
    Total number of words is 4661
    Total number of unique words is 1737
    39.6 of words are in the 2000 most common words
    55.3 of words are in the 5000 most common words
    62.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 11
    Total number of words is 4633
    Total number of unique words is 1721
    38.1 of words are in the 2000 most common words
    53.6 of words are in the 5000 most common words
    60.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 12
    Total number of words is 4596
    Total number of unique words is 1758
    39.4 of words are in the 2000 most common words
    53.8 of words are in the 5000 most common words
    61.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 13
    Total number of words is 4599
    Total number of unique words is 1850
    37.6 of words are in the 2000 most common words
    53.5 of words are in the 5000 most common words
    61.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 14
    Total number of words is 4523
    Total number of unique words is 1815
    35.3 of words are in the 2000 most common words
    48.5 of words are in the 5000 most common words
    55.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 15
    Total number of words is 4712
    Total number of unique words is 1667
    39.9 of words are in the 2000 most common words
    55.9 of words are in the 5000 most common words
    64.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 16
    Total number of words is 4616
    Total number of unique words is 1889
    36.6 of words are in the 2000 most common words
    51.5 of words are in the 5000 most common words
    58.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 17
    Total number of words is 4572
    Total number of unique words is 1852
    36.7 of words are in the 2000 most common words
    52.7 of words are in the 5000 most common words
    59.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 18
    Total number of words is 4682
    Total number of unique words is 1683
    39.5 of words are in the 2000 most common words
    55.1 of words are in the 5000 most common words
    62.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 19
    Total number of words is 4613
    Total number of unique words is 1735
    39.4 of words are in the 2000 most common words
    55.7 of words are in the 5000 most common words
    62.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 20
    Total number of words is 4632
    Total number of unique words is 1742
    40.7 of words are in the 2000 most common words
    57.1 of words are in the 5000 most common words
    64.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 21
    Total number of words is 4583
    Total number of unique words is 1807
    36.9 of words are in the 2000 most common words
    52.8 of words are in the 5000 most common words
    61.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 22
    Total number of words is 4690
    Total number of unique words is 1683
    39.9 of words are in the 2000 most common words
    57.1 of words are in the 5000 most common words
    65.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 23
    Total number of words is 4595
    Total number of unique words is 1783
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    53.9 of words are in the 5000 most common words
    61.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 24
    Total number of words is 4546
    Total number of unique words is 1753
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    55.1 of words are in the 5000 most common words
    62.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 25
    Total number of words is 4485
    Total number of unique words is 1763
    37.1 of words are in the 2000 most common words
    52.8 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 26
    Total number of words is 4608
    Total number of unique words is 1820
    37.3 of words are in the 2000 most common words
    53.3 of words are in the 5000 most common words
    61.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 27
    Total number of words is 4537
    Total number of unique words is 1860
    38.9 of words are in the 2000 most common words
    55.5 of words are in the 5000 most common words
    63.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 28
    Total number of words is 4635
    Total number of unique words is 1845
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    54.9 of words are in the 5000 most common words
    61.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 29
    Total number of words is 4607
    Total number of unique words is 1742
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    54.8 of words are in the 5000 most common words
    62.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 30
    Total number of words is 4694
    Total number of unique words is 1785
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    52.5 of words are in the 5000 most common words
    59.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 31
    Total number of words is 4512
    Total number of unique words is 1825
    37.4 of words are in the 2000 most common words
    52.3 of words are in the 5000 most common words
    60.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 32
    Total number of words is 4612
    Total number of unique words is 1804
    36.7 of words are in the 2000 most common words
    51.0 of words are in the 5000 most common words
    58.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 33
    Total number of words is 4680
    Total number of unique words is 1749
    39.2 of words are in the 2000 most common words
    55.3 of words are in the 5000 most common words
    62.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 34
    Total number of words is 4669
    Total number of unique words is 1839
    38.5 of words are in the 2000 most common words
    54.3 of words are in the 5000 most common words
    60.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 35
    Total number of words is 4509
    Total number of unique words is 1810
    35.7 of words are in the 2000 most common words
    50.7 of words are in the 5000 most common words
    58.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 36
    Total number of words is 4573
    Total number of unique words is 1863
    37.8 of words are in the 2000 most common words
    53.7 of words are in the 5000 most common words
    61.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 37
    Total number of words is 4548
    Total number of unique words is 1859
    36.9 of words are in the 2000 most common words
    53.2 of words are in the 5000 most common words
    61.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 38
    Total number of words is 4600
    Total number of unique words is 1849
    36.1 of words are in the 2000 most common words
    50.9 of words are in the 5000 most common words
    58.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 39
    Total number of words is 4540
    Total number of unique words is 1737
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    49.2 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 40
    Total number of words is 4512
    Total number of unique words is 1872
    37.0 of words are in the 2000 most common words
    51.3 of words are in the 5000 most common words
    59.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 41
    Total number of words is 4626
    Total number of unique words is 1847
    36.1 of words are in the 2000 most common words
    52.0 of words are in the 5000 most common words
    60.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 42
    Total number of words is 4581
    Total number of unique words is 1778
    36.6 of words are in the 2000 most common words
    51.7 of words are in the 5000 most common words
    59.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 43
    Total number of words is 4516
    Total number of unique words is 1702
    35.9 of words are in the 2000 most common words
    51.2 of words are in the 5000 most common words
    58.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 44
    Total number of words is 4560
    Total number of unique words is 1837
    37.5 of words are in the 2000 most common words
    54.4 of words are in the 5000 most common words
    61.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Niccolò de' Lapi; ovvero, i Palleschi e i Piagnoni - 45
    Total number of words is 1486
    Total number of unique words is 752
    50.1 of words are in the 2000 most common words
    65.0 of words are in the 5000 most common words
    70.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.