Momenti: Liriche - 2

Total number of words is 4114
Total number of unique words is 1822
27.8 of words are in the 2000 most common words
39.3 of words are in the 5000 most common words
45.9 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
non fu un successo minore, quantunque non potesse più avere il
fragore della rivelazione.
Il merito peculiare di questa opera è quello di perorare verità che
appassionano, senza mai mancare alle esigenze di un'arte pura. C'è
in essa una nobiltà rara di espressione, una audacia generosa di
confessione straziante dettata dalla più fremente delle sensibilità,
e che pure non vacilla mai e tende diritta ad una sua mèta d'interesse
umano, sprezzante qualsiasi interesse personale.
Dalle centinaia di articoli apparsi su quest'opera in tutti i grandi
paesi intellettuali stralciamo alcuni brani di singolare importanza.

=ARTURO GRAF= _per una lunga e profonda critica nella_ =Nuova
Antologia= _si può dire il più ampio illustratore del romanzo
«Una donna»_:
_Romanzo_, s'intitola il libro; ma, più che di romanzo, ha
carattere di giornale intimo, di un giornale a cui sia stata
data posteriormente la continuità e la pienezza che da prima
non ebbe, e come rifuso in un racconto, il quale procede per
una sua intima forza e cui non possono detrarre gran che alcune
incertezze e alcune deficienze. Noi sentiamo che esso scaturisce
dal profondo di un'anima. Di qui il suo principale interesse:
La donna che narra è tutta intesa in sè stessa, tutta assorta
nella meditazione del terribile problema di cui cerca con ansia
febbrile la soluzione. È per lei questione di vita o di morte.
La condizione è, per più rispetti, simile a quella dell'asceta
cristiano, febbricitante ed ansante nello sforzo ostinato di
salvarsi l'anima. Che sarà poi non sappiamo; ma, per ora, il
mondo esterno si direbbe che non esiste per questa donna, se non
quanto serve a darle più piena coscienza, a fornirle termini
di confronto e punti di appoggio. Ben poco di ozioso si può
notare in questo libro. I personaggi che si muovono intorno alla
protagonista sono vivi generalmente, e ben distinti, ma delineati
con brevi tocchi, come da chi voglia ricordarsi per uso
suo piuttosto che per rappresentare altrui. Dialogo quasi non
c'è. La scena dell'azione si vede appena. Le descrizioni sono
rapide brevi e in piccolissimo numero. Dice la donna tutta intesa
in sè stessa: «Tutto ciò che è succedersi di impressioni, vita
pulsante per eccitazioni esteriori, scintillio di immagini, eco
di suoni, non può venire da me risuscitato. Pure appaiono allo
sguardo una marina, un ciel di tramonto, un paesaggio alpino.
E appare Roma, cuore del mondo». «Pel cielo glorioso le nuvole
andavano, tutte avvolte dal sole, mutevoli e continue: le piazze,
le fontane, le case di pietra e le cupole e il fiume e le pinete
incise sull'orizzonte, e il deserto della campagna e i monti
lontani, tutto pareva seguire il lento viaggio delle nubi, e
com'esse appariva fluido ed eterno». «Lo sfavillio della massa
compatta di case, di torri, di alberi che mi si stendeva sotto
gli occhi era intenso, quasi insostenibile. In fondo, i monti
si staccavano turchini sul cielo, e lungo i declivi le macchie
candide dei castelli mandavano anch'esse barbagli. Fra i monti e
Roma la campagna, l'immensità». Chi ha potuto dir questo, potrà
dire molt'altro, volendo. Lo strumento non le manca di sicuro.

_Ed ecco, a distanza di dodici anni, alla pubblicazione del
«Passaggio» la fervida lode di_ =RENATO SIMONI= _nei_ =Libri del
Giorno= _di Milano_:
Pagine non facili: nè a scrivere nè a leggere. Bisogna scoprirne
il filo delicato; e allora dopo avere gustata quella energia
verbale che fa lucide e ferme le parole, dopo aver sentito
che quella energia tiene salda la bella prosa, come una pietra
augustamente incisa di vaste epigrafi, sopra un impeto tumultuoso
che vuole rovesciarla, scopriamo l'originalità del libro, ch'è
riassunta da queste parole: «Siamo nati.... per l'intimo accordo
con il mistero». Il dramma di questa Rina che è la protagonista
di _Il Passaggio_, è in questo bisogno di trovare le radici e le
norme dei fatti in leggi occulte, in comandamenti che vengono da
mondi profondi.
. . . . . . .
Libro di palpito, di angoscia, di ombra, di luce, ma soprattutto
libro di poesia: la storia di questa Rina è la storia di ogni
lirismo che vuole ascendere, liberarsi e divenire puro spirito;
e poi, in una ebbrezza di luce e di musica, dissolversi ed
annientarsi.

=FRANCESCO MERIANO= _nel_ =Giornale del Mattino=:
Chi pretende giustamente di trovare in ogni pagina scritta
a scopo letterario la traccia di un'esperienza personale, un
insegnamento od anche soltanto una testimonianza, può restar
soddisfatto da questo nuovo libro dell'Aleramo. Raramente
una donna ci ha parlato con più franchezza e intimità di sè
stessa, della sua vita, del suo modo di vedere e di stimare il
mondo. Il _Passaggio_ è interessante per l'originalità dello
stile e per l'umanità del soggetto: è un libro che bisognerà
ricordare ogni qual volta ci si troverà davanti una scrittrice,
perchè segna forse l'estremo limite a cui una donna possa
giungere senza offendere la sua femminilità, senza superare
i confini della sincerità e della poesia. Le ricerche formali
sono condotte a fondo, senza paura di cadere nel grottesco e
nell'incomprensibile; la collocazione sintattica delle parole,
l'interpunzione, la spezzatura dei periodi, sono originalissime.
Il discorso ha ora la continuata leggerezza d'un volo cromatico,
ora una statuaria solidità dovuta alla successione di pause
profondamente musicali: qualità da più secoli inconsuete ad una
donna, talchè più d'una volta vien fatto di chiedersi quale altra
poetessa si sia mai espressa con tanta grandezza.
La virtù della parola riesce quasi ad illuderci sul contenuto
attivo dell'opera: mentre, come è logico e naturale, l'esperienza
si riduce in fondo alla solita gamma di sensazioni fisiche, che
costituisce per esempio la trama lirica d'una Guglielminetti.
Fortunatamente qui l'essenza intima della femminilità è meno
turbata; si sente sì, nonostante le imperiose aspirazioni
pàniche, che l'animalità è triste come dopo l'amplesso, ma non
si avverte il senso di disgusto cagionato dalle artefiziose
capziosità della casistica erotica. La donna la quale s'accorge
che le cime delle sue dita hanno tuttora la freschezza dei petali
intatti è quella che dona sè stessa consolando e piangendo,
materna amante, quella che gode del piacere altrui, offerta della
terra.

=PIETRO PANCRAZI=, _nel_ =Resto del Carlino=:
. . . . Come a molte pagine di ricordo e rievocazione del
primo libro, è facile riconoscere la forza e l'autenticità
della commozione, così nell'affannoso esprimersi del secondo
è facile scoprire momenti nei quali la sensibilità
della scrittrice si mostra e rivela in forme d'affinamento e di
evidenza finora a lei insolite....

=ALFREDO PANZINI= _nella_ =Perseveranza= _di Milano_:
_Una donna_ ha il suggello di una vita vissuta. Dunque un romanzo
sperimentale di tipo zoliano? dunque un romanzo psicologico
alla Bourget? Nulla di codesto: un libro immediato; intessuto di
pensieri e di fatti, libero da reminiscenze letterarie. Quel non
so che di appiccicaticcio e di falso che forma la preparazione in
Italia allo scrivere di maniera, qui, manca affatto.
Quel non so di voluttuoso, di melato di sospiroso che
abbonda negli scritti letterari delle donne, qui non appare.
Evidentemente l'autrice ha troppe cose da dire, troppo
profondamente ella sente, troppo gravi cose ella dice, gravi
in sè, le quali non hanno bisogno delle esagerazioni e della
rettorica sentimentale.
Avviene anzi in questo libro qualche cosa di cui l'autrice
stessa forse non ha la conoscenza piena: di mano in mano che
la narrazione procede, la parola che da prima appare pavida,
titubante, si fa più sicura, il pensiero si rafforza nel
pensiero, si imbeve di vigore al contatto della realtà, si fa
turgido, caldo, potente, e allora balena ignudo, come spada; e
giunge di colpo a trovare quelle espressioni scultorie, rapide
e immediate, semplici, che fermano il lettore e sono il martirio
dell'artista.

=UGO OJETTI= _nel_ =Corriere della Sera= _ammira il valore
sociale del libro «Una Donna»_:
Una donna che in una casa cupa come una tomba, presso un marito
sospettoso, subdolo, meschino, padrona soltanto, sente soffocare
nella propria mente ogni nozione del suo diritto e nel cuore
ogni spontaneità, può per non morire, fuggire anche quando deve
lasciare lì un bambino, il quale senza lei, presso il padre,
in quella casa funebre, mancherà d'affetto e d'esempio e dovrà,
fatalmente, dimenticare e dubitare della madre lontana?
Sibilla Aleramo, nome nuovissimo nella nostra letteratura
femminile, dice di sì in un libro che ha un semplice titolo: _Una
donna_. E lo dice a testa alta, e certe pagine son così sincere e
dolorose che par di udire quella donna da Lei inventata parlare
con un fremito nella voce, con un ultimo dubbio negli occhi e
fissarvi con la speranza di trovarvi il vostro consenso, non la
vostra condanna.
. . . . . . .
Questo libro è sincero, è crudele, è modernissimo. Solo per la
difesa della propria mente e della propria individualità, nessuna
donna in nessun romanzo di vent'anni fa sarebbe fuggita. Oggi è
possibile e questo romanzo purtroppo è verosimile.

=ALFREDO GARGIULO= _nel_ =Giornale d'Italia=:
Nella «bibbia» del femminismo, al posto della «genesi» dovrebbero
stare due opere d'arte: _Casa di bambola_ di Ibsen, e il romanzo
_Una donna_ di Sibilla Aleramo, che ora è già tradotto nelle
principali lingue europee. Mai, come nelle protagoniste di
quelle due opere, si è visto rappresentare con tanta cruda forza
la tragedia di un'anima femminile, che chiede la chiarezza su
l'essere suo, e la ragione della propria vita. Il dramma e il
romanzo, presi insieme, valgono mille dissertazioni e teorie:
più di qualunque dimostrazione persuadono gli indifferenti e gli
scettici a domandarsi se esiste davvero un problema femminile. In
quanto donna, la scrittrice italiana potrebbe vantarsi di aver
fatto a vantaggio del suo sesso più di quanto abbiano fatto e
vadano facendo tutte le femministe del mondo prese insieme.

=MASSIMO BONTEMPELLI= _nel_ =Grido del Popolo= _di Torino_:
Ecco, anzitutto, un libro profondamente, compiutamente
sano. Concetto qualche volta frainteso è questo della sanità
letteraria. Certi libri gai e superficiali che dilettano con
presentare leggermente e serenamente la vita comune di ogni
giorno, si dicon sani, mentre con tanta naturalezza accettano le
infinite deficienze, le contraddizioni, le assurdità crudeli di
cui essa vita è tutta intessuta, che dovrebbero invece apparir
frutto di corruzione morbosa e profonda del tempo e
dell'animo nostro. Certi altri che toccan piaghe terribili, che
frugano dolorosamente fra gli aspetti e fra gli effetti di quelle
assurdità fondamentali, son quelli che io dico sani, perchè
ammettono e ispirano la fede in un possibile rimedio.

=LUIGI PIRANDELLO= _nella_ =Gazzetta del Popolo= _di Torino,
chiudendo un lungo articolo_:
Pochi romanzi moderni io ho letti che racchiudano come questo
un dramma così grave e profondo nella sua semplicità e lo
rappresentino con pari arte, in una forma così nobile e schietta,
con tanta misura e tanta potenza.

_Ed ecco alcune incisive frasi tolte da un profondo e vibrato
articolo che_ =CLEMENTE REBORA= _ha dedicato al «Passaggio»
nella_ =Illustrazione Italiana=:
Chi scruti limpido questa forza ribelle, e legislatrice insieme,
scorgerà un'inesausta difesa commossa di ciò che ci fa vivere....
. . . . _Il Passaggio_ crea allegorie . . . .
Opera di profonda bontà, di più fonda umanità: opera che,
come la vita, si potrà bestemmiare ma non dimenticare, il
_Passaggio_, tutto pervaso da un senso di schianto e d'attesa,
così annunziatore, così immolatore, in contrasto e in armonia coi
tempi: quasi un Apocalissi dell'amore, e anche un lungo grido di
richiamo, da Saffo a Santa Caterina a Chitra. . . .

=P. MATTEI-GENTILI= _nel_ =Corriere d'Italia= _di Roma a
proposito di «Una donna»_:
Ecco un romanzo di una donna e nel quale si disegna la figura
di una donna «nuova». È tra i pochi romanzi notevoli che ci è
accaduto di leggere da qualche tempo in qua; e già raccoglie
un insolito consenso di lodi della critica. Notevole come opera
d'arte e come opera di pensiero: come opera d'arte, mentre pure
l'autrice sembra protestare di non aver voluto fare che un'opera
di verità, e forse appunto per questo: come opera di pensiero;
perchè vi è rappresentata la profonda lotta di uno spirito
femminile, per affermare di fronte all'egoismo dell'uomo la
dignità sua e del sesso chiamato, con una frase che suona
incosciente brutalità, sesso debole.
. . . . . . .
Bel libro, per la potenza vivificatrice dell'arte schietta e
rude; libro che vi soggioga con la profondità dell'osservazione
psicologica e vi dà a pensare per la vivacità con la quale denuda
una tormentata anima di donna e per la violenza con cui affronta
i problemi del femminismo.

=VERNON LEE= _nel_ =Marzocco=:
Il libro della signora Aleramo non è una requisitoria contro
il vecchio matrimonio, contro la barbarie sociale; è un
grido doloroso, un gemito che echeggia in chi lo sente, è
un urlo direi, che giunge a noi soddisfatti, a noi felici, a
noi fortunati, come giungerebbe l'urlo di un assassinato, e
che dovrebbe farci riflettere, se le istituzioni che a noi,
fortunati, sono riuscite tollerabili o propizie son per questa
ragione innocenti e sacrosante; dovrebbe farci domandare se
noi non ci rendiamo complici del male ricusando di convenirne,
ricusando di pensare, di scuotere i nostri pregiudizi, di
guardare la verità in faccia, anche se quella verità ci toglie
le fedi più care al nostro essere, le bugie vitali (per servirmi
delle parole di Ibsen) più essenziali nella nostra vita.

=PAUL MARGUERITTE= _parlando di «Una donna» inizia la serie degli
entusiasmi da cui i libri dell'Aleramo furono accolti nei paesi
stranieri_:
Se questo libro fosse firmato da una francese, potete esser
sicuri che essa sarebbe celebre domani. Il destino delle glorie
straniere è più fantastico. Non v'ha dubbio però che il libro
della giovane donna che porta come una maschera l'armonioso
pseudonimo di Sibilla Aleramo, non colpisca fortemente molti
cuori.
Esso appartiene a quella forma di letteratura personale, si
potrebbe dire confessionale, che ci ha dato dei rari ma squisiti
capolavori, come _Dominique_ di Fromentin.
Queste opere sono le più delicate e le più difficili a
realizzare: esigono altrettanto tatto che padronanza. «L'io è
odioso» dice un proverbio; esse devono evitare questo rimprovero.
Ma quand'esse sono riuscite, come rendono il suono vibrante di
un'anima, quale essenza di verità, esalano! E quando un grande
sofferente del pensiero e della vita, come Gian Giacomo Rousseau,
si confessa a noi, non ci sembra di veder palpitare il cuore
stesso dell'umanità?
_Una donna_ ha questo di bellissimo, che è, secondo la parola
di Montaigne «un livre de bonne foi». Esso urla di sincerità. E
la semplicità e la naturalezza del racconto ci son garanti della
lealtà dello scrittore.
. . . . . . .
Per certi lati vi sono in questo libro delle pagine affatto nuove
che rassomigliano a nessun'altra: molte vite di donna, pertanto,
sono state analoghe a questa, migliaia di esistenze femminili
sono passate attraverso le stesse gioie e gli stessi dolori.
Ma ogni essere ha qualcosa d'unico in sè, un modo suo di sentire
e di tradurre. Di questa essenza propria, Sibilla Aleramo, ha
impregnato la sua straziante confessione.
Ciò basterebbe ad assicurare a questo romanzo «una place de
chevet» un angolo d'onore nello scaffale dei libri preferiti
dagli amatori di sensibilità rare. Ma questo romanzo
autobiografico si distingue per un insegnamento di significato
più grande. Esso ha il coraggio di mostrare il dilemma in cui
tante giovani donne moderne si dibattono e dal quale così poche
hanno il difficile eroismo d'uscire.
Questo dilemma Sibilla Aleramo l'ha esposto nella sua implacabile
crudeltà.
. . . . . . .
Sono rari i libri frementi di vita che hanno nel tempo stesso
la virtù degli atti. _Una donna_ è «uno di questi libri».
Ammiriamolo!

=DORA MELEGARI= _nel_ =Journal de Genève=:
Ce livre, dont la lecture devient par moments insupportable
tellement elle éveille d'impressions pénibles, et que pourtant
on ne peut quitter, qu'on lit avec fureur et tristesse, est à
la fois une étude poignante et un réquisitoire terrible contre
le mariage tel qu'il se conclut encore. Tandis que la pitié
pour cette âme aux abois étreint le coeur, on a la vision terne,
opprimante et vulgaire du milieu social où elle évolue, milieu où
la médiocrité et la corruption se mêlent honteusement.

=EDOUARD ROD= _nella_ =Revue Hebdomadaire=:
. . . . M.me Sibilla Aleramo, dont le premier livre, _Une femme_,
a eu la fortune très méritée de solliciter l'attention et de
soulever des discussions ardentes. C'est de fait un ouvrage
hors cadre, une «tranche de vie» plutôt qu'un roman soumis aux
usages de la narration. Il vaut par l'intensité du sentiment
qu'il exprime et des souffrances qu'il revèle, par une sincérité
presque terrible, par une sorte d'«éloquence intérieure» si l'on
peut dire, qui atteint souvent à la puissance sans jamais tomber
dans la rhétorique.

=CHARLES GÉNIAUX= _che la intervistò, scriveva nel_ =Paris
Journal=:
Sibilla Aleramo nous présente le type parfait, au physique et
au moral, de la nouvelle génération italienne. Décidée et un peu
garçonnière d'allure, elle rappellerait une Américaine; mais la
douceur de la voix, la grâce du sourire lumineux, la vivacité
et le feu de ses ripostes affirment en elle sa nationalité.
L'invasion des cosmopolites à Rome influe sur l'extérieur des
êtres et des choses, mais l'auteur d'_Une femme_ reste une Latine
passionnée pour la beauté et la vérité.

=RENÉE D'ULMÈS= _nel_ =Petit Parisien= _pubblicando un'intervista
con l'autrice di «Una donna» ricostruisce sull'armonia della sua
figura l'armonia della sua anima e dell'opera sua_:
Visage régulier, au teint blanc, au front un peu bombé, encadré
de souples cheveux blonds, noués en torsade sur la nuque, yeux
veloutés et noirs, aux longs cils, un peu recourbés, regard
enveloppé des ombres d'un passé douloureux, contrastant avec la
bouche si jeune, entr'ouverte sur de petites dents blanches.
Svelte, harmonieuse, en son très simple costume d'intérieur,
une longue blouse d'un bleu éteint, tombant en plis droits,
ouverte en carré, découvrant le cou rond et blanc, les jolis
bras. Et c'était une image bien des fois rencontrée dans les
musées, comme si, par exemple, la Sainte Cécile de Raphaël était
miraculeusement animée.
Mais au lieu de la sérénité de la sainte, M.me Sybilla Aleramo
gardait sur ses traits purs l'empreinte des rêves, des espoirs
et des désespoirs, et le teint pâle s'animait, et le beau regard
expressif décelait l'âme fière et vibrante à l'excès.
. . . . . . .
M.me Aleramo parlait peu d'elle-même; mais, dans ses jugements,
sur les livres, sur les œuvres d'art, elle révélait une
instruction solide, un esprit remarquablement compréhensif,
une âme haute, mûrie par la souffrance, et une sensibilité
délicieuse.

_Il_ =Mercure de France=:
On doit à M.me Sibilla Aleramo d'avoir su créer un type de femme
très complet, que la littérature italienne n'avait pas analysé,
avec une subtilité psychologique remarquable et très remarquée.

=CAMILLE MAUCLAIR= _nel_ =Petit Niçois= _dopo aver parlato di un
libro di Gérard d'Houville, tratta di «Una donna» con senso di
superiore ammirazione_:
L'autre livre est tout dissemblable. Je ne sais rien de son
auteur, si non que M.me Sibilla Aleramo est jeune et que son
livre, _Une femme_, a produit une grande émotion en Italie et
sert d'argument aux partisans du divorce, lequel n'est pas
encore admis par les lois de la Péninsule. J'ai lu ce livre
avec une émotion croissante et je voudrais que vous le lisiez,
car il me semble tout à fait admirable. Il est écrit en forme
d'autobiographie.
. . . . . . .
C'est un drame tout intérieur. Le livre est écrit fermement,
avec sobriété, avec un absolu dédain de tout agrément de style.
Tout son mérite littéraire est dans la justesse concise de
l'expression et dans la gradation des sentiments. Il est vrai
que ce sont les qualités essentielles et les plus difficiles
à acquérir. M.me Sibilla Aleramo ne se soucie pas d'être une
artiste. Elle s'inquiète de bien penser. Elle n'est pourtant
pas de tout «masculinisée» et c'est là le curieux. Elle écrit et
pense comme un homme, et pourtant on a l'impression qu'une femme
seule pouvait concevoir un pareil ouvrage.
. . . . . . .
Mais si vous voulez savoir comment les femmes qui pensent, les
femmes intensément femmes, souffrent et conçoivent l'iniquité
de leur destin social, prenez alors le livre de M.me Sibilla
Aleramo. Après avoir souri, vous contemplerez une âme haute, une
des plus nobles que la littérature sociale ait suscitées dans
l'Italie contemporaine.

=MAURICE MURET= _nel_ =Journal des Débats=:
Son livre est tout vibrant de passion, de conviction, de révolte.
Il respire un pessimisme qui rappelle parfois l'amertume de Jules
Vallès ou celle de M. Octave Mirbeau, parfois celle du Suédois
Auguste Strindberg. Au point de vue littéraire, _Une femme_ est
un roman de valeur, un début remarqué et marquant, un de ces
livres en un mot, qu'il y avait lieu de traduire....

_Da un lungo articolo della_ =Revue Mondiale=, _firmato_ =R. DE
NOLVA=, _e dedicato al «Passaggio»_:
Cette fois la confession revêt la forme d'un poème; aussi
accepte-t-on plus aisément la crudité, non pas des mots, mais
des faits. Depuis trop longtemps les hommes divulguaient sans se
louer leurs passades ou leurs amours. Une femme fait de même. Et
pour contrebalancer les louanges au corps féminin, rythmées par
les hommes, comme elle a lu Whitman, elle exalte lyriquement «le
corps parfait d'Adam, faisceau d'herbes odorantes».

_Nell_'=Opinion= _di Parigi, l'eminente critico_ =PAUL SOUDAY=
_fa un lusinghiero paragone della nostra scrittrice, dicendo fra
l'altro_:
On est un peu surpris de trouver, dans un roman italien, une
manière si ferme, si robuste, si sévère; et l'on aurait la même
impression, quelle que fut la nationalité de l'auteur, pourvu
qu'il fût du même sexe. Je ne sais pas si un cerveau féminin
capable de tant de sérieux a paru depuis M.me de Staël; et
cette gravité, cette pénétration cette haute intellectualité ne
nuisent nullement à l'aisance, à la limpidité, à l'agrément de la
narration.

=ROBERTO LYND= _nel_ =Daily News=:
È un bello e coraggioso volume che in conclusione è in certo modo
come _Casa di bambola_ quantunque dal punto di vista artistico
non sia affatto simile. . . . . . . . .
Forse _Una donna_ differisce da molti dei libri della sua specie,
poichè ha per eroina una donna che ha della filosofia nel sangue
e che finisce per conquistarci, non tanto per la forza dei suoi
istinti primitivi quanto per le sue teorie. Nora, in _Casa di
bambola_, comunque esponga molte teorie nell'ultimo atto, non è
una teorica per natura. L'eroina del romanzo, invece, si occupa
di movimento femminista e ciò che essa fa lo fa per la ragionata
credenza che il dovere della donna verso la natura umana è
più grande del suo dovere verso il fanciullo. Non è verso un
amante che essa corre alla conclusione del romanzo, ma verso il
suo credo. I lettori che avrebbero chiamata questa conclusione
immorale, la chiameranno ora inumana.

_Numerosi ed entusiastici proseguono i giudizi della stampa
inglese e americana_:
_La_ =Westminster Gazette= (Westminster, 28 novembre 1908):
_Una donna_ non solamente ha prodotto una grande sensazione in
Italia ma ha quasi avuto altrettanto successo in tutte le lingue
europee in cui è stato tradotto. È un ottimo, serio contributo
alla letteratura dell'Italia moderna che non è impastoiata
dalle tradizioni e dalle formalità relative allo stile, e merita
un'attenta lettura.... lo stile è terso ed eccezionalmente chiaro
e semplice, eccellente è la traduzione inglese.

_E dopo aver esaminato i singolari aspetti del romanzo conclude
col porre in rilievo la grande importanza del libro, scrivendo_:
_Una donna_ non è un vero romanzo, ma il racconto
particolareggiato ed anche la soluzione di un problema. Se
nondimeno la signora Aleramo avesse ideato i suoi caratteri
con maggiore elaborazione, avesse dato loro una personalità più
vigorosa, colorita più grottescamente, come i tipi del romanzo
russo, qualche pagina del suo libro non sarebbe stata
attraente. Personalmente avrei corso questo rischio per far
sentire che l'autore ha un senso vitale così del carattere dei
suoi connazionali come dei loro problemi.

=The Dundee Advertiser= (11 novembre 1908):
_Una donna._ Un romanzo italiano di una donna italiana altamente
dotata, Sibilla Aleramo. È stato mirabilmente tradotto in
inglese da Maria H. Lansdale e fa una terribile rivelazione del
fallimento della vita coniugale.... Il diritto è affermato con
stupendo realismo e non comune vigoria.

_Il_ =Southport Guardian= (Southport, 19 dic. 1908):
Grazie a questa traduzione della signora Lansdale, i lettori
inglesi sono ora posti allo stesso livello di quelli francesi,
tedeschi, russi, spagnoli e svevi ed hanno la buona occasione di
leggere il romanzo _Una donna_ il quale, quando comparve suscitò
così veementi discussioni in Italia....
Tutto il libro è tessuto da una forte ed essenzialmente franca
e coraggiosa difesa della libertà della donna, e la eccellenza
della traduzione ci ha riserbato quelle qualità di eloquenza e
di soggettiva invocazione che fanno del libro un vero documento
umano.

=HELEN ZIMMERN= _nel_ =Corriere della Sera= _in un'intervista
con l'illustre scrittrice svedese_ =ELLEN KEY= _ne riporta il
giudizio sull'Aleramo_:
Molto caratteristiche e istruttive sono state per me le
accalorate discussioni suscitate da _Una donna_ di Sibilla
Aleramo, e se i giudizi le sono spesso stati sfavorevoli, c'è
stato pure un indizio di progresso nell'interessamento delle
italiane per simili problemi.
_Una donna_ io credo che faccia per l'Italia quello che fece la
_Casa di bambola_ di Ibsen per la Scandinavia; cioè riveli alle
donne che esse hanno dei doveri verso sè stesse.

_Il_ =Literary Supplement= _del_ =Times= _(del 5 febbraio 1920),
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Momenti: Liriche - 3
  • Parts
  • Momenti: Liriche - 1
    Total number of words is 3539
    Total number of unique words is 1356
    30.2 of words are in the 2000 most common words
    44.3 of words are in the 5000 most common words
    51.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Momenti: Liriche - 2
    Total number of words is 4114
    Total number of unique words is 1822
    27.8 of words are in the 2000 most common words
    39.3 of words are in the 5000 most common words
    45.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Momenti: Liriche - 3
    Total number of words is 635
    Total number of unique words is 392
    42.0 of words are in the 2000 most common words
    53.0 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.