Le rive della Bormida nel 1794 - 22

Total number of words is 4665
Total number of unique words is 1689
41.0 of words are in the 2000 most common words
56.2 of words are in the 5000 most common words
64.2 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
nella fantasia la vista di sè stesso e della famiglia in tempo non
lontano; in cui quella fanciulla teneva luogo di sposa a lui e di
figlia alla signora Maddalena: una visione su per giù come quella
avuta a D... il dì che sua madre era andata a chiedere per lui la mano
di Bianca. Vedeva Marta affaccendata correre di qua e di là per la
casa, col viso lieto mostrato in quel giorno, poichè egli le aveva
detto che stava per isposarsi: e sua madre gli pareva contentissima di
Tecla, tirata su da lui, e già colta e gentile come donna allevata nel
miglior casato, che si potesse pensare. Soffermatosi a lungo in queste
immaginazioni sorrideva come chi accarezza un disegno; e tornava a
pensare alla degna opera che sarebbe stata quella di menare per donna
una contadina; alla dolcezza di istruirla, di educarla, di vederla
crescere come fiore selvatico trapiantato in un orto a prosperare; si
compiaceva a figurarsi le dicerie del volgo, le maraviglie dei suoi
pari, e fin la stizza di don Apollinare; al quale un matrimonio di
quella fatta, sarebbe parso di certo una nuova scelleratezza, foggiata
su qualche modello venuto di Francia.
Durò questa sorta di visione tutto il tempo che egli stette a
coricarsi, e fu lunga ed anco lieta; se nonchè ogni tratto, senza
volerlo, rompeva in un sospiro, e gli usciva sclamato: «povera madre
mia!» come se vi fosse stato qualcosa in lui, che dalle illusioni non
potesse essere sviato. E non è a dire se egli penò a pigliare il
sonno; e se il dimani fosse uscito a farsi vedere nel borgo, anco i
bimbi avrebbero indovinato che egli non era felice. Ma alzatosi tardi,
non mosse se non per andare sino al tugurio dell'ortolano, cui mandò
pel cibo; poi rimase chiuso in casa, colle proprie malinconie, ad
aspettare che quella settimana benedetta volesse passare.
Pel borgo poi tornarono a correre le dicerie, sui fatti del giovane
abitatore della villetta maluriosa: e si disse che egli era d'un ricco
casato di là dal giogo, medico novizio, e che la sua signora madre,
donna di gran conto, non istava bene della salute. Ma di questa voce,
Giuliano non seppe nulla; come non aveva saputo delle chiacchiere già
mosse attorno sull'essere suo.
Quando fu finita la settimana, tanto gli si allargò il cuore, che gli
parve d'essere uscito di sepoltura. Tutte le cime dei monti,
sovrastanti alla villetta, egli le salì per iscoprire le vie, se
qualche comitiva si vedesse venire; almanaccò, girò, sperò fino a
sera; vegliò tutta la notte; corse ad ogni rumore, che sorgesse di
fuori o nella sua fantasia; ma non fu nulla. Allora egli buttò da
parte l'obbedienza dovuta ai voleri della madre, e pensò di porsi in
cammino per lungo giro di montagne; facendo conto di poter capitare a
casa di notte, a vedere quell'indugio che fosse. Era in sul partire,
quando per un procaccio di quelle parti, gli venne un'altra lettera,
spedita da parecchi giorni, e passata per molte mani, come appariva al
modo in cui era gualcita. Scritta in nome della signora Maddalena da
persona poco esperta, non recava di lei altri segni che il nome a piè
della scrittura, nella quale lo si confortava di nuovo a stare di buon
animo, nè a darsi pensiero di quello che avveniva a casa sua. Perchè,
diceva la signora, non le pareva di potersi muovere, se la caldura
della stagione non avesse dato giù un poco; onde il viaggio non avesse
a tornare molesto a Marta, caduta di quei giorni ammalata, però non da
impensierirne. Quanto a sè, aggiungeva di star bene, e che si svagava
ogni giorno, continuando a insegnare a Tecla un po' di leggere e
scrivere, con quel frutto che egli avrebbe visto dalla lettera,
vergata dalla fanciulla. Aspettasse in pace, e sovratutto badasse a
non porsi allo sbaraglio di tornare, che, guai a tutti; aspettasse, ed
essa e Marta sarebbero giunte, facendosi precedere da Rocco e da un
po' di roba: non dubitasse, cercasse svagarsi, insomma stesse dov'era.
«Pazienza!--sclamò Giuliano, fermandosi coll'occhio a lungo su quella
scrittura:--aspetterò... aspetterò sin che sarò stanco!» Ma allora la
sua tristezza si accrebbe; solitudine, noie, disegni fatti e disfatti
lì per lì; furono la sua vita; e quella esclamazione: «povera madre
mia!» gli uscì più frequente a qualunque cosa ei pensasse.
Procacciatisi alcuni libri leggeva, meditava, scriveva, per sollievo
dell'animo: e spesso era veduto dai terrazzani, intenti ai vigneti ed
agli orti, arrocciarsi pei greppi men destri; discendere al mare,
tuffarsi, durar sommerso tanto, che taluno stimando che petto d'uomo
non potesse quello sforzo, accorreva per aiutarlo; ma egli tornava a
galla un istante, poi si rituffava; quasi in tale sorta di gioco
studiasse di qual cosa fosse fatta la morte, di spasimo o di piacere.
Per questi suoi portamenti, già quei della terra lo chiamavano pazzo,
pur avendolo in grande rispetto, perchè lo sapevano medico; e poteva
loro accadere di aver bisogno dell'opera di quel signor magnifico;
come di quelle parti usano anche adesso salutare i medici dei loro
villaggi.
L'ortolano, che a poco a poco era entrato con lui in qualche
dimestichezza, e lo serviva di quel che gli bisognava dal borgo; un
giorno che Giuliano aveva la noia sino alla gola, gli recò la novità
di certe voci che correvano, secondo le quali, a Torino, molti giovani
carcerati poco tempo innanzi, erano stati messi a morte per mano del
carnefice. Il pover'uomo aveva inteso la cosa nella spezieria del
borgo, dove il parroco e i signori ne avevano parlato con diverso
giudizio; ma egli che a quello del parroco si accostava più
volentieri, diceva che quei giovani, essendo stati appiccati alle
forche, dovevano aver vissuto da cattivi soggetti. Giuliano a quella
novella si sentì schiantare il cuore. Coloro cui quella trista sorte
era toccata, egli sapeva chi erano; e dal raccapriccio non gli stava
il cappello in capo. Non istette a correggere l'opinione
dell'omicciattolo, che tanto sarebbe valso come dire al muro; ma quel
giorno decise di tornare al campo Francese, dove qualcosa avrebbe
potuto sapere di più certo. E siccome la venuta di sua madre non gli
pareva che dovesse accadere sì presto; chiuse la villetta, diede le
chiavi all'ortolano, rimase d'accordo, che se qualcuno fosse capitato
a cercarlo, egli corresse subito al campo dei Francesi, che in qualche
modo l'avrebbe trovato; poi per la via più corta s'incamminò verso
Loano.
Era il settembre già molto innanzi, e di Francia giungevano ai campi
della Liguria nuove armi, e nuovi armati. Di su di giù per quei
borghi, era un moto confuso, un andare e tornare di messi, un
ridestarsi come di gente che riposatasi un tratto, stesse per mettersi
ad altre imprese. E i soldati della Repubblica cominciando a fiutare
imminenti battaglie; cantavano a cori quella Marsigliese maravigliosa,
che nelle guerre d'allora, dovè toccare profondamente i cuori, tanto
di chi voleva la libertà, quanto di chi la contrastava con egual
furia. Giuliano non aveva udito mai nulla di più alto; e in quei
canti, gli pareva suonassero insieme le note dell'organo che l'avevano
fatto piangere bambino; la voce di don Marco quando traduceva alla
scolaresca il _coeli enarrant_, cogli occhi levati e gonfi di lagrime
e di desìo; il grido di tutte la generazioni passate nella sventura,
udito da lui nello studio della storia; e la bufera, e il sereno, e
l'odio, e l'amore, tutto vi trovava ascoltando da lungi: mentre il
mare col suo flottare a tratti, parea rispondere a ciascuna pausa
dell'inno una voce, voce dell'infinito che dicesse: «è vero!» Allora
provava una smania di correre, e il primo generale Francese che gli
venisse fatto d'incontrare, pregarlo d'un'arme, d'un'assisa, d'un
posto in quelle schiere: senonchè l'immagine della madre gli si
mostrava in quei furori generosi; mesta, timorosa, cogli occhi bassi,
come un'amante offesa, e gli sussurrava dolcemente: «tu in battaglia
potresti sfogarti e morire; ma io a saperti armato per queste nostre
contrade come un nemico, io che farei?» Subito egli sentiva dar giù
l'animo, e sclamava: «ahimè! fummo pur allevati dappoco; ed ecco
perchè un prete come don Apollinare, ha potuto mettermi in fuga,
soltanto coll'aggrottare le ciglia!» Non aveva mai osato dire cose di
questa sorta, che potevano anche toccare la madre sua; e forse si
sarebbe pentito di averle dette, ma non ebbe il tempo da farlo, perchè
appunto allora arrivava in mezzo ai Francesi. Chiesto degli uffiziali
che l'avevano trattenuto l'altre volte, fu menato a trovarli: e le
belle accoglienze furono molte, ma le maraviglie perchè egli non s'era
fatto vivo da tanto tempo, furono anche più. Egli si scusò come potè
meglio; e quegli uffiziali, che come i soldati usano verso chi va loro
a genio, gli si erano legati di sentimento, lo vollero a mensa con
loro, sebbene ei si schermisse. Nei parlari amichevoli di quella
brigata, venne a conoscere la verità sul fatto dei giovani messi a
morte in Torino; e le gazzette che capitavano di Francia a quei campi,
n'erano piene. Giuliano lesse i nomi degli sventurati, e alcuni erano
di amici, altri d'uomini noti per odio ai governi d'allora, per amore
alle cose nuove. Il suo cuore pianse; arrossì d'essere scampato alla
loro sorte; ripensò con rammarico al beneficio che la marchesa di G...
aveva voluto fargli, traendolo con pietoso inganno a partir da Torino;
e più di tutto si sentì umiliato all'idea che forse quei generosi
morti, avevano dubitato di lui, della sua fede, o del suo coraggio,
nel momento in cui la corda del carnefice gli aveva strozzati. Da quel
punto si fece in lui un gran mutamento; disse ai Francesi che se il
loro generale l'avesse concesso, esso si sarebbe scritto soldato con
loro; e che pregava qualcuno a volergli procacciare quella licenza.
Non uno, ma due, ma sei di quei giovani, si profferirono pronti a
scriverlo: con certezza repubblicana, promettendo che l'indimani il
generale l'avrebbe accolto.
E l'indomani fece presto a venire, perchè mutatasi la cena in festino
per onorare l'ospite, la notte se ne andò, che non parve manco fosse
venuta. Ma non se n'era andato con essa il proposito di Giuliano, il
quale al primo che s'intoppò tra quegli uffiziali che glielo avevano
promesso, chiese d'essere condotto dal generale. Era questi il vecchio
Dumorbion, che aveva il quartiere in un convento di frati, rimasto
vuoto sin dal primo apparire dei Francesi, la primavera innanzi.
All'ora in cui Giuliano arrivava da lui, n'uscivano tutti i colonnelli
e i generali dell'esercito repubblicano. L'uffiziale che
l'accompagnava lo trattenne sul piazzale della chiesa a vederli
passare, e glie ne diceva, così di volo, i nomi e le gesta. Quello era
il Laharpe, svizzero di nazione, giovanissimo come si vedeva
all'aspetto, prode, sapiente e giusto; quell'altro Massena, a udir
l'uffiziale, venuto su da piffero in un reggimento, a quell'altezza di
onori e di fama. Cervoni ed Arena gli tenevano dietro parlando tra
loro; quei due che ai panni si conoscevano per gente non di spada,
erano Albit e Salicetti rappresentanti del popolo; e via via. Ne
nominò molti, dolente di non potergli additare quello che era il più
illustre di tutti. «Ma lo troveremo forse dal generale»: disse
l'uffiziale, e pigliato Giuliano a bracetto lo mise dentro al
convento. Questi si lasciava fare come un fanciullo; perchè a vedere
quei personaggi gli pareva di non aver mai vissuto. Essi non avevano
aspettato d'avere le rughe sul viso per essere uomini; e già, poco
meno giovani di lui, empievano l'Europa dei loro nomi!
Entrati dal generale Dumorbion, lo trovarono che stava ritto dinanzi
ad un ampio tavolo, sul quale un colonnello d'artiglieria, gli segnava
col dito teso certe sue diavolerie, scritte su d'una carta geografica
o itineraria che fosse. Era costui quel personaggio, che l'uffiziale
aveva sperato di vedere là dentro: giovane, a giudicarlo, di forse
ventiquattro anni, magro, malazzato, che non pareva vivere che cogli
occhi, ma di volto bellissimo e maestoso. Egli non levò gli occhi
dalla carta, e parve attendere ad un tempo a questa, ai due
sopravenuti e a Dumorbion; il quale cominciando senza cerimonia,
chiese all'uffiziale chi fosse il giovinotto che aveva seco.
«Generale--rispose Giuliano in lingua francese, senza dar tempo al
compagno di parlare per lui:--io sono il tale dei tali, medico di
D.... in Val di Bormida, e vengo....
«Val di Bormida?--interruppe Dumorbion, che appunto allora aveva
levati gli occhi di sulla carta, su cui era segnata quella vallata:--e
che cosa si fa laggiù?
«Laggiù?--rispose Giuliano--il popolo soffre, i ricchi godono, gli
Alemanni spadroneggiano....
«O perchè non gli avete scacciati a quest'ora?--sclamò il
generale:--vedete la Francia? L'anno passato ebbe addosso gli eserciti
di mezzo il mondo, che venivano da tutte le parti come lupi affamati!
Ed ora dove sono? Ingrassano i nostri campi, o sono tornati alle loro
case, a dire che in Francia non ci si entra per Dio, o vi si lasciano
l'ossa!
«Generale, da noi non si hanno armi; e quand'anche se ne avesse, i
preti che possono tanto sul nostro popolo, non lo menerebbero di certo
a combattere contro gli Alemanni!
«Lo so! Lo menerebbero piuttosto contro i Francesi, a dar di volta
solo a vederli ballare la carmagnola, come hanno fatto in maggio
costassù, dalle parti di Garessio.
«Spero generale, che per questo voi non vorrete avere i miei
compaesani in conto di vili!--disse Giuliano con calma mirabile e con
gran sicurezza:--e voi sapendo la storia, m'insegnate che essi sono i
discendenti di quei Liguri, che i Romani vincitori da pertutto, non
hanno mai potuto domare per bene!
«Lo sappiamo!--entrò a dire il colonnello, parlando la lingua
italiana, con accento italiano, e levando allora soltanto il capo
dalla carta, su cui era venuto studiando tutt'occhi con Dumorbion:--ma
se invece di declamare le pagine vecchie della vostra storia, voi
italiani badaste a farne scrivere di nuove e gloriose, meglio per voi,
per noi, per tutti!....--E qui mutando il linguaggio in francese, e
voltandosi al vecchio Dumorbion, proseguiva:--Cittadino generale,
questo giovane viene a parlarvi in nome de' suoi compatrioti....?
«No--rispose Giuliano, non aspettando d'essere interrogato, e
parendogli d'aver trovato a dar di cozzo in un uomo a modo suo:--io
vengo da per me, a chiedere uno schioppo....!
«La repubblica francese--disse il generale--porta ai popoli libertà e
pace, e ve lo darà.
«Ma se ho bene inteso,--tornava a dire il colonnello--questo giovane è
medico: cittadino generale, non lo potremmo adoperare più utilmente
colla sua professione?»
E Dumorbion a Giuliano, facendo suo questo pensiero: «benissimo!
Giovinotto un posto di chirurgo vi garberebbe?
«In quanto a me,--rispose Giuliano--quello in cui vi sembrerò più
utile, ed io lo farò.
«Sta bene! Voi sarete scritto tra i nostri chirurghi, e darò ordine
che vi si provegga di un foglio di libero passo, in mezzo a noi.
Cittadino capitano, fategli gli onori del nostro campo; domani potrà
girare da sè. Andate pure.»
Così Dumorbion all'uffiziale che aveva accompagnato Giuliano. Il quale
non era peranco uscito del tutto da quella stanza, che fattosi ai
panni del compagno, disse colla voce tronca dall'ansia: «E chi è colui
che mi ha parlato così bene la mia lingua?
«Quello--rispose l'uffiziale--è il Côrso che ha fatto cadere Tolone.
Qui dove Dumorbion comanda su tutti, egli, non pare, ma comanda su
Dumorbion.
«E come si chiama?
«Si chiama Bonaparte....
«Bonaparte!--mormorò Giuliano;--mi piace anche il nome.»
E da quel giorno non si tolse più da quei luoghi. Oggi dall'uno,
domani dall'altro, in poco tempo fu conosciuto ed amato da tutti gli
uomini di spada e di lancetta di qualche conto: e lieto come allora
non si sentiva d'esserlo stato mai. Gli pareva d'aver vissuto sino a
quel punto da ottuagenario, e di essersi rinvigorito ad un tratto: e
tirava innanzi, tastando il polso ai repubblicani ammalati, e passando
mattana coi sani; finchè si cominciò ad avvertire quel moto d'uomini e
di cose, quello sfogo di struggere, quella smania di nulla lasciare
addietro, che precede le mosse d'un esercito, vicino a volersene
andare. Allora gli entrò un'angoscia nuova, quella di vedere forse sua
madre capitare a mezza via, nell'accozzarsi dei Francesi cogli
Alemanni; dove mai la sventura che pareva essersi allogata in casa
sua, l'avesse fatta movere appunto in quei momenti. La coscienza sorse
ad accusarlo, l'amore a spingerlo, l'onore a rattenerlo; ed egli non
sapeva più dove dar del capo, per avere un consiglio in quelle sue
tribolazioni.
Un di quei giorni, andando solo a gironi per gli accampamenti, da una
voce non nuova, ma che pareva d'uomo, non certo d'azzeccarla, udì
chiamare: «Signor Giuliano!» Egli si volse, e si vide guardato da un
acquavitaio, che là vicino, colle maniche rimboccate fin sopra il
gomito, cinto i fianchi di un grembiale di tela azzurrognola, mesceva
a destra e a manca la sua zozza ai soldati, che gli affollavano il
negozio.
«Mattia!--sclamò Giuliano rallegrandosi come avesse veduto uno del
proprio sangue: e facendosi oltre verso il banco dell'acquavitaio, il
quale si ripuliva le mani nel lembo del grembiale, per stringere la
destra che gli veniva sporta, soggiunse: «Come qui?
«Eh!--rispondeva l'altro--il mondo gira a tondo, e di qua e di là, una
volta ci si ritrova!--E preso la mano del giovane con quella sua,
nocchiosa come una mazza da portare in battaglia, rinnovò con lui le
accoglienze due o tre volte.
I monti stanno, gli uomini vanno; e costui era proprio Mattia, grasso,
fresco che a petto di quello d'alcuni mesi addietro, pareva un sole di
maggio. Egli in quella notte terribile, della primavera antecedente,
aveva dato del ceffo nella fossa, e in mano degli Alemanni e in mano
dei Francesi; ma questi ultimi, o fosse compassione, o l'avessero
stimato tutt'altro che spia; passati i primi furori se l'erano tenuto
caro, forse per giovarsi quando che fosse della pratica che egli aveva
di là dai gioghi, nelle loro imprese future. Pur non perdendolo
d'occhio mai, l'avevano lasciato sciolto pei campi; ed egli da uomo
che sapeva navigare a tutti i venti, aveva fiutato quello della buona
fortuna. E trovato che soffiava dalla parte dei Francesi, non si
sarebbe più allontanato da loro, manco a esserne cacciato a nerbate.
«Servi e non badare a chi», aveva detto fra sè: e con quel po' di
doppie scroccate al suo paesano, nella notte che per poco non gli era
costata la vita; accozzato quel suo negozietto, all'ora in cui
Giuliano s'intoppò in lui, era con un avviamento da farsi ricco. Egli
non diede tempo al giovane d'insospettire, ma gli narrò alla lesta i
casi che l'avevano condotto a quella vita, e gli mostrò un gruzzolo di
luigi d'oro guadagnati con sudore e giustamente. Parlò d'un suo
disegno di comperarsi con quelli un poderetto, non volendo più
battersi il petto a quel mestiere di campanaro e di seppellitore: e
qui per non so quali accoppiamenti d'idee, rammentandosi del pievano,
chiese sorridendo:
«E don Apollinare, che cosa dice di me?
«Non so--rispose Giuliano--io a D.... vi passai alla sfuggita; e poi
tra me e lui, lo sapete, non si era troppo d'accordo.
«Se lo so! Ma io, vede, il torto l'ho sempre dato a lui. Sicuro che
non l'andava a dire in piazza: ma so che cosa vale il pievano, e
quanto pesano quei di D...... uno per uno..... Oh! se i tempi si
mutano! Se questi signori Francesi san fare davvero quello che dicono!
Allora sì che ci torno laggiù, e vedranno Mattia.....
«Appunto, vorreste farmi un servizio?
«Tengo la vita per lei, io.....
«Ebbene, voi dovete andare infino a D.... senza aspettare nè Francesi
nè altro....
«E il negozio qui, chi me lo tira innanzi?
«In due giorni potete andare e tornare....
«Gesummaria, tornare! Allora sì che me le pianterebbero sei palle in
petto!
«Oppure potete rimanere là. L'importante si è che andiate da mia madre
a dirle, che quella sua idea di venire a stare da queste parti la
smetta, perchè la guerra rincomincia, e potrebbe trovarvisi in mezzo.
Pensi a stare di buon animo e tranquilla sul conto mio; ditele che
tornerò in tempi migliori e vicini; ma badate a non dirle che io sono
qui al campo dei Francesi.
«Ma, e se io do un calcio alla baracca, e parto fin da questa sera?
«Il denaro paga, e il poderetto a D.... lo troveremo vicino ai miei.
«Lasci fare a me.... se domani non mi vedrà più qui a vendere
acquavite, s'immagini che io sono a D....
«E dite ancora a mia madre che le raccomando Tecla....
«Tecla.... ah....! sta bene.
«E che se le occorre qualcosa, spacci Rocco. A questo poi in ogni caso
insegnerete come avrà a trovarmi...... Siamo d'accordo?
«D'accordissimo...! stanotte parto; ma per carità.... zitto!...
«Buon'andata, Mattia, e non dubitate.
«E lei si tenga riguardato dalle disgrazie, e a rivederlo a D.....»
Con questo si lasciarono; Giuliano per andarsene in riva al mare, col
cuore alleggerito e tranquillo come la faccia delle acque che si
stendevano azzurre al sorriso del firmamento: Mattia per tornare al
banco, che non aveva mai perso d'occhio. Là affaccendandosi a servire
la folla dei soldati, pensava quanta ragione aveva don Apollinare, il
quale da tanti anni dava di Giacobino al figliuolo della signora
Maddalena; e faceva i suoi conti sul modo di sgabellarsi della sua
merce, senza dar nell'occhio, e su quello di partire, non visto, da
quei luoghi per servire Giuliano. Del quale aveva capito il latino,
quando aveva detto che il podere l'avrebbero trovato a D..... vicino
a' suoi. Intanto veniva la notte chetamente, come suole in sul cader
della state; la notte che sola poteva aiutarlo a compiere destramente
i fatti disegni.


CAPITOLO XVIII.

Quel gran pregare Giuliano di starsi lungi da D..., fatto dalla
signora Maddalena, nelle due lettere che gli aveva mandate; non veniva
soltanto dai pericoli che gli potevano incontrare per via degli
Alemanni, sempre occhiuti a cercarlo; ma ancora da cosa, che essa non
gli avrebbe menzionata per nulla al mondo.
Poteva essere una settimana che egli era partito, e gli Alemanni che
accampavano a C..., venuti gli aiuti grossi di Lombardia, erano stati
tirati indietro alla retroguardia; perchè avevano avuto sulle braccia
tutti i travagli di guerra dei mesi innanzi. E la meglio parte
alloggiavano in D..., dove lo sposo di Bianca aveva menata questa sua
dolcezza; alla quale i giorni passati nella casa paterna, dopo le
nozze, erano parsi mille anni; e i commiati presi da quelle due
piagnucolone della zia e di Margherita, una noia da finirsi alla
lesta, per non arrossirne. Tanto era stato il suo desiderio di
allontanarsi, che non aveva manco pensato che D... era la patria di
Giuliano; e giunta in quel luogo, s'era messa a tutt'agio, in casa ad
una delle famiglie più riputate del castello. Riverita, ossequiata,
invidiata, credeva ogni giorno di salire più in alto: e il signor
Fedele che veniva a visitarla sovente, si mostrava rispettoso verso di
lei, da non parere più suo padre. Lo sposo si serbava beato come il
primo dì delle nozze; ma a poco a poco, le usanze del vivere diverso,
e quel non avere un linguaggio da poter barattare gli affetti e i
pensieri chiaramente nella dimestichezza coniugale, nocquero a Bianca;
e i silenzi dolcissimi ed eloquenti da fidanzati; da marito e moglie
cominciarono a parerle freddezze. S'aggiungeva che egli, per sue
bisogne di soldato, era costretto a star fuori molte ore della
giornata; e Bianca rimanendo sola, s'infastidiva di quella sorta di
libertà; s'annoiava talvolta, talvolta piangeva, e pigliava un amaro
diletto ad accusare il marito di quelle assenze, che per lui erano
doveri compiuti tra due amori; quello della donna sua, e quello della
sua spada onorata. Essa allora pensava alle tante promesse avute da
lui prima del matrimonio; e rompeva sovente in querele, chiamava lo
sposo mancator di parola, persino disegnando di fuggire a C... per
fargli dispetto. Tuttavia quelle sue collere, quei suoi disegni
finivano in nulla; ed il marito non s'era ancora accorto del mutamento
cominciato a farsi nel suo umore.
Una sera, che quel mutamento era già innanzi, essa sedeva al balcone
ricreando la vista nelle montagne azzurre dell'orizzonte, le quali a
vederle dal castello di D... parevano lì per dileguarsi nell'aria. Al
venticello che veniva soave su dalla valle, quel torrente che si
vedeva immiserito nel suo letto arido e biancheggiante; quei pioppeti
delle rive, e i campi, e le case dei due vichi giacenti al basso; a
poco a poco pigliarono agli occhi suoi un aspetto così domestico, che
sembravano volerle dire qualcosa: e come avessero vaghezza di
tentarla, le rammentavano un viso d'uomo, che essa sapeva qual fosse.
Si schermiva alla meglio contro i pensieri che l'assalivano; ma questi
come i malanni, uno sull'altro nascevano nella sua mente; ed essa dopo
molto lottare, si lasciò alfine occupare dai ricordi del suo primo
amore. In quella era entrata la fante della casa per qualche servigio:
e da donna fatta alla buona, aveva chiesto a Bianca come le piacesse
il paese.
«Molto!--rispose Bianca, e quasi senza badare alle parole che le
cascavano dalle labbra, domandò a colei--la casa di quella che voi
chiamate la signora Maddalena, dov'è?
«Costaggiù,--s'affrettò a rispondere la fante, additando il vico sulla
riva sinistra del torrente--costaggiù, quella bellina e più alta delle
altre, che ha quei comignoli murati con garbo, e quell'arco che mette
su un piazzale. Il bello è vederla dentro! sale, arredi, specchi, è
una ricchezza!»
Bianca non aggiunse parole, non ringraziò colei neppure cogli occhi,
nè le pose mente quando se n'andò: ma guardando verso quella casa,
sentì nel cuore qualcosa che si ridestava come da un lungo
assopimento, e sciolse del tutto il freno alla memoria e alla
fantasia. Rammentando quel che era stata, e immaginando quel che
avrebbe potuto essere; le pareva di vedere una donna bellissima uscire
di quella casa, venire nel borgo a braccetto di quello scuolare di don
Marco, che aveva chiesto lei in isposa: e tutti coloro che
passeggiavano sul ponte a godere il fresco, sembravano lieti di poter
salutare la coppia avventurata, che essa coll'immaginazione
accompagnava attorno, e riconduceva in quella casa, della cui vista
non si saziava. Che amore, che pace, dovevano avere quei due sposi,
sotto la tutela dolcissima della signora che viveva là dentro, e
ch'essa aveva conosciuta a C... in tempi sì poco lontani! E vedeva la
casa come era fatta, e le sale e gli appartamenti; e le massaie venir
la domenica a riverire la padrona; e gli amici raccolti a veglie e a
banchetti; e il vicinato consolarsi d'una persona nuova così bella,
cortese e felice. Felice! Gli era verissimo che essa non la era meno
di quella immaginata e di ogni altra donna; l'orgoglio glielo faceva
pensare: ma quel potersi dire tante cose soavi nel linguaggio nativo
collo sposo; e avere per tale un uomo cui nessuno potesse tenere
lontano da casa, nè comandarlo! E poi il suo aveva certi modi
soldateschi anco in casa! Glieli avrebbe fatti smettere sì, ma
intanto... quel Giuliano... oh quel Giuliano! E sospirava seguitando a
fantasticare; e chiedeva a sè stessa se questi era in D..., che cosa
avrebbe fatto, se passeggiando si fosse abbattuta in lui; ondeggiando
tra il desiderio e la tema, che questo incontro, un giorno o l'altro,
accadesse davvero. Quella sera il marito stette più dell'altre volte a
tornare, ma essa non se ne accorse, nè pensò a lagnarsi d'essere
rimasta sola troppe ore; e quando egli se ne scusò con parole
affettuose, fu facile a perdonare. Ma indi in poi, o sola o con lui,
bastava che fosse in parte donde si potesse scoprire la casa della
signora Maddalena, sempre il suo sguardo posava sopra quella; e i suoi
pensieri v'entravano tra confidenti e guardinghi. Il marito, pur non
sembrando, aveva avvertita tra sè la cosa: ma si peritava a chiederle
che vedesse di così bello da quella parte. Anzi voglioso
d'accontentarla in tutto, o forse di scoprire da sè l'animo della
donna; un giorno, disceso con essa dal colle per andare a diporto,
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Le rive della Bormida nel 1794 - 23
  • Parts
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 01
    Total number of words is 4586
    Total number of unique words is 1694
    39.3 of words are in the 2000 most common words
    54.5 of words are in the 5000 most common words
    60.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 02
    Total number of words is 4779
    Total number of unique words is 1719
    41.2 of words are in the 2000 most common words
    57.5 of words are in the 5000 most common words
    64.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 03
    Total number of words is 4782
    Total number of unique words is 1768
    39.0 of words are in the 2000 most common words
    54.8 of words are in the 5000 most common words
    62.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 04
    Total number of words is 4603
    Total number of unique words is 1750
    38.4 of words are in the 2000 most common words
    52.3 of words are in the 5000 most common words
    60.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 05
    Total number of words is 4710
    Total number of unique words is 1710
    37.9 of words are in the 2000 most common words
    53.1 of words are in the 5000 most common words
    60.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 06
    Total number of words is 4624
    Total number of unique words is 1780
    38.6 of words are in the 2000 most common words
    54.0 of words are in the 5000 most common words
    61.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 07
    Total number of words is 4662
    Total number of unique words is 1801
    38.3 of words are in the 2000 most common words
    53.4 of words are in the 5000 most common words
    60.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 08
    Total number of words is 4643
    Total number of unique words is 1818
    36.0 of words are in the 2000 most common words
    50.8 of words are in the 5000 most common words
    58.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 09
    Total number of words is 4731
    Total number of unique words is 1686
    39.9 of words are in the 2000 most common words
    54.0 of words are in the 5000 most common words
    61.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 10
    Total number of words is 4626
    Total number of unique words is 1810
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    53.3 of words are in the 5000 most common words
    61.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 11
    Total number of words is 4660
    Total number of unique words is 1730
    38.6 of words are in the 2000 most common words
    53.1 of words are in the 5000 most common words
    60.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 12
    Total number of words is 4649
    Total number of unique words is 1638
    39.0 of words are in the 2000 most common words
    55.5 of words are in the 5000 most common words
    63.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 13
    Total number of words is 4685
    Total number of unique words is 1604
    39.5 of words are in the 2000 most common words
    54.0 of words are in the 5000 most common words
    59.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 14
    Total number of words is 4728
    Total number of unique words is 1705
    38.9 of words are in the 2000 most common words
    54.2 of words are in the 5000 most common words
    61.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 15
    Total number of words is 4752
    Total number of unique words is 1744
    36.8 of words are in the 2000 most common words
    52.4 of words are in the 5000 most common words
    59.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 16
    Total number of words is 4695
    Total number of unique words is 1805
    38.6 of words are in the 2000 most common words
    54.3 of words are in the 5000 most common words
    62.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 17
    Total number of words is 4692
    Total number of unique words is 1684
    38.0 of words are in the 2000 most common words
    52.5 of words are in the 5000 most common words
    60.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 18
    Total number of words is 4637
    Total number of unique words is 1783
    36.6 of words are in the 2000 most common words
    52.2 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 19
    Total number of words is 4670
    Total number of unique words is 1741
    38.3 of words are in the 2000 most common words
    53.5 of words are in the 5000 most common words
    61.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 20
    Total number of words is 4705
    Total number of unique words is 1852
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    48.6 of words are in the 5000 most common words
    56.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 21
    Total number of words is 4689
    Total number of unique words is 1762
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    53.1 of words are in the 5000 most common words
    60.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 22
    Total number of words is 4665
    Total number of unique words is 1689
    41.0 of words are in the 2000 most common words
    56.2 of words are in the 5000 most common words
    64.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 23
    Total number of words is 4672
    Total number of unique words is 1678
    39.4 of words are in the 2000 most common words
    53.4 of words are in the 5000 most common words
    61.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 24
    Total number of words is 4643
    Total number of unique words is 1699
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    54.4 of words are in the 5000 most common words
    60.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 25
    Total number of words is 4625
    Total number of unique words is 1715
    39.3 of words are in the 2000 most common words
    53.3 of words are in the 5000 most common words
    60.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 26
    Total number of words is 4619
    Total number of unique words is 1724
    37.5 of words are in the 2000 most common words
    51.8 of words are in the 5000 most common words
    58.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 27
    Total number of words is 4596
    Total number of unique words is 1645
    38.7 of words are in the 2000 most common words
    52.8 of words are in the 5000 most common words
    59.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Le rive della Bormida nel 1794 - 28
    Total number of words is 3855
    Total number of unique words is 1432
    42.7 of words are in the 2000 most common words
    57.5 of words are in the 5000 most common words
    64.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.