Le rive della Bormida nel 1794 - 04

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inglesi, venuti a dimorare e a morire in C...., saranno poco più di
cinquant'anni; e i veterani di Spagna e di Russia, passando vicino a
quelle tombe; in cambio di pregare, godevano di calcarsi in capo il
cappello per far onta al morto, e tiravano oltre guardando losco e
brontolando.
Quel giorno che le tombe credute di Hudson Low, e i veterani di
Napoleone erano ancora di là da venire, Anselmo tirò oltre anch'egli;
e indi a poco, il calesse fu a traversare il ponte lungo, stretto,
basso di muricciuoli, i quali a ciascuna pigna formavano un angolo,
dove i camminanti potevano, bisognando, cansarsi dalle file di muli,
che allora varcavano numerose, spandendo per quelle valli la musica di
centinaia di sonagliere. In capo al ponte, sorgeva un'altra
cappelletta, (ve n'erano a tutti i passi) e questa serviva a deporvi i
morti del contado, fino a che la confraternita li venisse a levare pel
mortorio. Alcuni fanciulli vi ruzzavano baloccandosi a giocare alle
palle di piombo avute dai soldati che sempre sono loro amici; e
all'apparire del calesse stettero maravigliati, per non aver mai visto
altrettanto. Ma altri più discoli che facevano alle piastrelle sul
greto del torrente, s'affollarono su per la ripa a chi più corresse, a
chi arrivasse alla carrozza; e l'avrebbero assalita a furia, senonchè
il primo che potè agguantarla per di dietro toccò una frustata sulle
mani; e gli altri si fermarono intorno a lui piangoloso e umiliato,
che si fregava il bruciore zoppicando. La signora corrucciata,
rimproverava ad Anselmo il suo giuoco bestiale, e si volgeva addietro
a guardare pietosa il mal capitato.
Girando a manca repentinamente, di là a cinquanta passi s'era alla
porta del borgo, ampia d'arco, munita ancora delle gravi imposte dei
tempi, in cui si soleva chiuderla; e prolungata a guisa d'androne,
sotto una volta, dalla quale si levava una torre, stata alta e forte,
e poi mozza e divenuta casa di gente dabbene. In una delle pareti
sotto la volta, si vedeva una rozza dipintura, che aveva ad essere
l'immagine della Madonna; e di faccia a questa, in una stanza terrena,
umida e tetra, v'era la guardia Alemanna.
Spiacque molto alla signora Maddalena, dover attraversare lo spazio
tra il ponte e quella porta, perchè sott'essi gli olmi che in lunga
fila sorgevano fuori le mura, sebbene per la stagione non rendessero
ancora ombra, conversavano a capannelli i maggiorenti della terra. Uno
di quegli olmi che per essere solitario e molto spanto pareva piantato
là a posta per gente privilegiata, ed era il più vicino alla porta, si
chiamava l'olmo dei preti. Nessuno che non fosse stato prete o frate,
avrebbe osato di fermarvisi sotto; e in quel momento che la signora
passava, vi stavano a crocchio discorrendo assai caldamente, mezzo il
clero del borgo e mezzi i frati di un convento poco discosto, che
vedremo tirando innanzi. Qua e colà, soldati infermi all'aspetto,
sedevano al sole, fumando le loro pipe di Boemia, accidiosi e mesti; o
accosciati in molti, l'uno dopo l'altro, s'acconciavano tra loro i
capelli, s'intrecciavano le lunghe code; sudici, cenciosi
motteggiandosi nei loro linguaggi, come mostravano alle risa e agli
sdegni.
I discorsi di quei signori e di quegli ecclesiastici, volgevano su
cose di sì gran momento; che alla vista del calesse niuno si mosse tra
i curiosi sfaccendati, che in altra occasione avrebbero fatto folla
come i scimuniti. E bisogna sapere che questo avveniva perchè appunto
quella mattina era giunta la nuova che i Francesi, fattisi grossi,
all'improvviso, sul confine della repubblica di Genova, da Mentone a
Ventimiglia, ne avevano invaso il territorio, tentavano di guadagnare
i varchi e le vette dell'Alpi Marittime; e a calarsi da queste nelle
valli della Bormida vi avrebbero messa poca fatica.
La signora Maddalena gli udì litigare sui nomi dei luoghi invasi dai
Francesi e sulle distanze; e lietissima di non essere badata, si mise
dentro l'androne, e tirò diritto per la via maestra del borgo. Gli
artigiani si affacciavano agli sporti guardandole dietro un istante,
mettendosi poi a chiaccherare colle mogli, o chiedendosi da bottega a
bottega quella donna chi fosse. Essa smontò ad una porta, che Giuliano
le aveva descritto così bene, che neanco cieca avrebbe potato
sbagliare; disse ad Anselmo che desse di volta e andasse ad
aspettarla, oltre il ponte, presso certa casuccia di costa alla via;
poi salì le scale, d'onde s'udiva venir giù una pedata grave e sonora
di sproni. E subito comparve un uffiziale Alemanno, allegro in vista
come tornasse dall'aver vinto un'esercito; uomo tozzo e impersonato,
si che ad ogni mossa, muscoli e polpe parevano lì per isquarciargli i
panni. Portava in capo uno di quei berrettoni da ulano, che i vecchi
di quelle parti rammentano, paragonandoli per la forma a un
manticetto, e ne aveva coperta la fronte fin sulle sopraciglia; sotto
le quali balenavano un par d'occhi verdastri, grandi, mirabilmente
accompagnati a due mostacchi rossicci, folti, attorciati come le
branche d'uno scorpione. Ad averlo visto una volta, lo si avrebbe
potato ritrarre dal più inesperto con tre pennellate, di scorcio, di
profilo, di prospetto tanto la sua vista colpiva; ma da gentil
cavaliero, s'accostò al muro, lasciando spazio, quanto la sua persona
ne poteva concedere alla dama; la salutò con garbo tra soldatesco e
paesano; e questa continuò a salire fino all'uscio che andava a
picchiare.
Damigella Maria e Bianca non s'erano per anco mosso di su l'altana; e
una donna che aveva vista la signora Maddalena entrare dal signor
Fedele, passando pel vicolo, levò in alto la faccia, e disse alla
cieca: «damigella Maria, le viene in casa una signora forastiera.» A
Bianca il cuore fece dentro un gran moto, e proprio in quel punto
s'udì uno squillo del campanello. Essa, vi fosse o non vi fosse sua
padre a sgridarla, corse ad aprire; e la signora Maddalena non aveva
lasciato, sto per dire, il cordoncino del campanello, che l'uscio fu
spalancato, e le apparve Bianca, dimessa le vesti e in tutta la
semplicità della sua bella persona. Vederla, ravvisarla per quella che
le aveva detto Giuliano, prenderle fra le mani la testa e baciarla in
fronte, fu per lei un solo atto. E la giovinetta si lasciava fare tra
desiderosa e soprafatta, sentendosi discendere molto addentro l'occhio
di quella donna, che aveva i segni in viso d'una dolcezza infinita. Nè
sapeva, ma le pareva d'averla conosciuta; l'immagine di Giuliano
veduta a C... tre o quattro volte in quella settimana, la rivedeva lì;
non osava richiedere del suo nome la forestiera, ma era certa che
n'avrebbe risposto uno caro, già noto, chi sapeva quale? E non pensava
lei sola a Giuliano; perdio la signora Maddalena, guardandola la
paragonava per la bellezza a lui, qual era alto, aitante e fiero; le
pareva di vederlo cogli occhi nerissimi ora fulminei, ora mesti,
intenti nella fanciulla; gioì per essa che l'avrebbe trovato uomo
degno d'altissimi amori, la cui anima accesa di lei sarebbe divenuta
luce; e la castità della vita che brillava in volto al giovine, stimò
degna dalla vergine che aveva dinanzi.
Non v'è da meraviglirsi se in quel momento che quasi era in estasi, la
signora Maddalena credè già il parentado bell'e fatto; nè se passato
il primo silenzio parlò alla fanciulla con materna dimestichezza,
dandole del tu, o chiedendole dove fosse suo padre. Allora Bianca capì
di più, e tramando per la gioia, metteva lei in una sala; dove andando
e tornando alcuni passi, chiedendo confusa e rispondendo colle vampe
nel viso, seppe il dolce nome e corse come potè a chiamare il proprio
padre.
Chi pensasse che la sala del signor Fedele, sebbene tra le più belle
del borgo, fosse arredata con fasto, s'ingannerebbe di molto. I tempi
chiedevano poco, e il padrone d'arredi non si curava molto. Poche
sedie, coperte di cordovano nero die vi stava appiccato con borchie di
ottone; un divano scuro; uno specchio, che a guardarvi dentro si
pareva butterati; due quadri antichi, uno dei quali rappresentava il
sogno di Giacobbe, l'altro la Samaritana al pozzo: ecco tutto quello
che là dentro si poteva vedere in un'occhiata. A una persona nuova,
quella sala sarebbe forse paruta d'un israelita usuraio; ma Bianca
aveva lasciato negli occhi della signora Maddalena tanto bagliore, che
questa non avrebbe veduta più splendida la dimora d'un re. Rimasta
collo sguardo fisso là donde Bianca era sparita, quasi continuasse a
vederla, ad ammirarla, pensava a quella bellezza, mai più immaginata,
agli anni che avrebbe vissuto con essa nella felicità della sua casa
di D..., e benediceva Giuliano d'averla voluta per sua.
La tolse da quella sorta di rapimento la voce grossa del signor
Fedele, che veniva di stanza in stanza, approssimandosi con certi oh!
lunghi e pieni di reverenza; e indi a poco comparì egli stesso
frettoloso e grave, col dorso ossequente, e con una mano tesa ad una
accoglienza rispettosa, coll'altra acconciandosi tra l'orecchio e la
tempia una grossa penna di pollo d'India. Portava calzette nere, come
le portano i preti, e brache di stoffa tralucente e nere anch'esse; le
grandi fibbie d'argento delle sue scarpe lustravano da far gola ad
ogni mariuolo; le catenelle dei due orologi che aveva nel panciotto di
seta cangiante, gli battevano sonore sulle cosce; e quella penna
l'aveva presa passando dallo scrittoio, così per parere.
«Oh! suonate a gloria campane! sclamò egli appena vide la
visitatrice--la signora Maddalena! Ma che miracolo, che buon vento,
che fortuna è la mia? segga, si metta a sedere, la prego!» E voltando
dieci inchini; prima che la signora avesse potuto dire una parola, già
l'aveva ridotta a sedere sul divano, e le si metteva di faccia sulla
prima scranna che gli capitò d'agguantare--«Dunque ella sta bene,
proseguiva, ed anche suo figlio? n'ho piacere! So della disgrazia del
marito... eravamo amici, fratelli! sono dolori, ma che vuole! uno alla
volta s'ha da partir tutti! E laggiù il signor pievano, che è sempre
grasso, rosso....? questa quaresima hanno avuto un predicatore di qui,
mio grande amico e grande oratore.... com'è piaciuto?
«Piacque;--rispose la signora, cui quel tempestare del signor Fedele,
metteva addosso non sapeva che confusione.
«Eh......! Bisognerà bene che qualche giorno venga a D.... a
pigliargli un pranzo al pievano, se no mi scomunica!....»--continuava
egli--ma che vuole? non s'ha mai un'ora libera..... benedetti clienti,
benedette liti....!
«Chi sa?--diceva essa.--Forse io potrei darle occasione di venire a
D.... più sovente.
«Oh!--sclamò il signor Fedele; e componendosi colle mani sul
ginocchio, e col viso sporto, stette aspettando, come a dire, i cenni
d'una cliente che poteva pagare assai bene.
«A dire il vero--continuò la signora--vengo per una cosa di cui avrei
dovuto farle parlare da qualche amico nostro..... Ma lei mi
perdonerà.... mi scuserà....
«Scusarla!--saltò su a dire il legale--che mi fa celia? Io sono qui
tutto orecchi, non ha che a comandarmi, sono cosa sua io, la mia
professione, la mia casa, la mia famiglia..... e parla di scuse?
«Ebbene--disse la signora pigliando animo--vengo a chiedere la sua
Bianca pel mio figliuolo....
«Bianca?--bisbigliò egli sommesso, levandosi e correndo a chiudere per
bene l'uscio pel quale era venuto;--più che volentieri.... ma.....»--E
qui tornato a sedere, appoggiò il dosso alla spalliera della seggiola,
distese le gambe, sprofondò la sinistra nella saccoccia del panciotto,
poi colla destra si tirò sul petto la coda come soleva in tutte le
occasioni che gli davano da pensare.
«Dunque?--interrogò timida e rimescolata la signora.
«Dunque......., io le dico una cosa; se suo figlio vuole ammogliarsi,
diamogli tra un paio d'anni l'altra mia figliuola, la Margheritina.....
«O perchè non Bianca?
«Bianca..., non lo direi a mia madre se tornasse dall'altro mondo...,
ma a lei... mi sia segreta..., Bianca l'ho promessa......
«Promessa! sclamò la signora colla voce spenta di chi cadendo da una
grande altezza volesse mandare un grido:--promessa? e non vi sarebbe
rimedio?
«Oh! quando noi si promette, gli è come avesse parlato il re!
«Pazienza!--essa disse, e si levò da sedere per partirsi. Le gambe
quasi non la reggevano, e nulla sapeva più rispondere a lui; che
ingegnandosi di parere cortese le parlava di star a desinare, di
riposarsi, di far conto di essere in casa sua. A quell'uscio dove
Bianca l'aveva accolta, la signora prese commiato; e il signor Fedele
tornando al suo studiolo, passò vicino alla fanciulla, che sola,
atterrita, sedeva cogli occhi fissi sul pavimento, in una stanza
attigua alla sala. Essa aveva inteso ogni cosa. Soffermatosi a
guardarla allegro e malizioso in vista: «eh?--le disse--quanti ve ne
sono dei padri sui quali s'affollino i partiti per le loro figliuole,
l'uno che incontra l'altro su per le scale?» E piantò la poveretta,
che a questo parole capì a chi suo padre l'avesse promessa. Le parve
che la sua mente si spegnesse; ondeggiò, si slanciò forse per
raggiungere la signora Maddalena.....; poi non potendo altro, corse
sull'altana, a smaniare colla testa in grembo alla zia, la quale
chiedeva invano che vi fosse, e in quella novità non si sapeva
raccapezzare.
Sgomenta forse quanto Bianca, la madre di Giuliano camminava,
s'andasse a riuscire dove si fosse, pur d'allontanarsi da quella casa
e dal borgo. Ma a un tratto diede di volta, rifece la via, fu alla
casetta di don Marco, ed entrò chiamando il prete.
Don Marco stava solo solo nella sua cameretta, leggendo l'_Emilio_ di
Gian Giacomo, avuto di quei giorni da un amico di gran segreto; e
quella lettura gli aveva destato un'avidità febbrile che non gli dava
pace nè giorno, nè notte. Uditosi chiamare, si fece incontro con quel
libro in mano a chi veniva, e non appena ebbe visto la signora:
«Ecco! ecco--sclamò--suo figlio voleva essere educato con questo
libro...., e appunto leggendo pensava a lui......
«Meglio--rispondeva essa--meglio non aver figliuoli, o non essere al
mondo a vederli infelici.»
Queste parole e l'atto con cui cadde di sfascio su d'una scranna,
fecero tremare al prete le membra e la vita, come se d'un tratto gli
si fossero aggiunti vent'anni, nè trovava il fiato per domandarle che
le fosse accaduto. Ma in quella s'udì un passo precipitoso, e Bianca
accesa in viso di pudore, e bella per angoscia di più scolpita
bellezza, si mostrò sulla soglia. Avendo vista dall'altana la signora
entrare dal prete, e non potendo più reggere; per certa scaletta che
metteva a terreno, era discesa, aveva attraversato il vicolo, e
capitava là dentro a crescere lo stupore di don Marco, gettandosi
nelle braccia della signora. La quale a prima giunta credendola
inseguita, la strinse al seno, guardando l'uscio se qualcuno
irrompesse; poi reggendole la fronte: «o Bianca--sclamò--siamo
infelici tutti!
«Ma io--proruppe la fanciulla--quell'Alemanno non lo sposerò!
«Che....? quello forse che incontrai per la vostra scala.....?--disse
la madre di Giuliano chiarita in un sol punto di tante cose e anche di
quell'odio giurato agli Alemanni dal figlio. E la fanciulla con voce
solenne:
«Sì...., ma morirò! nessuno potrà costringermi.... nemmeno mio padre!»
«Bianca--entrò a dire don Marco, che rinvenuto dallo sbalordimento,
molto aveva capito da quelle poche parole;--e perchè parli sdegnato
del padre tuo?»
La fanciulla tacque e chinò gli occhi dinanzi al sacerdote. Egli
continuò amorevole:
«A che ti vorrà costringere tuo padre? Perchè tu lo accusi? Va,
piangi, sfogati, e prega; stattene raccolta nella tua camera più che
puoi..., la solitudine addolcisce l'anima e insegna molte virtù a noi,
e a chi ci pare contrario...! Abbraccia la signora Maddalena..., essa
mi dirà ogni cosa.... t'aiuteremo.»
Così dicendo sciolse la giovinetta dalle braccia della signora, la
prese per mano e la condusse verso l'uscio con gran dolcezza. E «non
ti scaccio, no--le disse--ma va, e vedrai che ti vogliamo bene...»
Da quella soglia, la poveretta, con uno sguardo lungo insaziabile, si
fissò nella madre di Giuliano; poi si fece forza e partì, confusa e
meravigliata d'aver tanto osato.
«Povera Bianca!--sclamò don Marco--dunque se ho capito bene...?
«Sì,--interruppe la signora--venni a chiederla sposa pel mio
figliuolo, e la trovo promessa....!»
«Promessa, s'intende a sua insaputa; e siamo in terra di cristiani!
«E dire che Giuliano l'amava da anni! Benedetto figliuolo, se me ne
avesse parlato!
«Ed io--disse il prete con voce impressa di rimorso,--io che m'era
accorto di quest'amore, sin da quando egli veniva a scuola da me! la
colpa è mia che avrei dovuto mettermi di mezzo, e prima ch'egli
andasse a Torino, chiedergli che avesse in mente di fare...! Forse non
avremmo adesso quest'Alemanno tra' piedi....
«Ma don Marco, don Marco; Giuliano come farò a quetarlo...?
«Bisogna fare che di questo soldato non sappia nulla; pensiamo che
questi stranieri sono strapotenti; che qui non si vede nulla più bello
di loro: e un cenno, un'occhiata, un sospiro bastano a farci
incatenare e condurre come malfattori sin chi sa dove...!
A queste parole la signora Maddalena, quasi dimenticandosi di quel
primo dolore; s'empiè di paura, per la nuova sorta di pericoli a cui
Giuliano si poteva esporre.
«E allora--proruppe--io non veggo altro rimedio che nel farlo
ripartire per Torino! Venga, venga con me, m'aiuterà a persuaderlo;
gli diremo che prima di tutto il padre di Bianca vuole che egli sia
medico, e che del matrimonio se ne parlerà poi...; per l'amor di Dio
venga, perchè io sento che mi pende sul capo una grande sciagura!
«Non per rifiutarmi no;--rispose don Marco--ma se io venissi a D....,
non gli potrebbe nascere qualche sospetto? Egli è figlio rispettoso;
lo potrà indurre la parola della madre, più che cento d'amici.... E
parta prima che gli venga in mente di tornare qui....; gli prometta
tutto quello che può giovare a persuaderlo: meglio un inganno pietoso,
che un guaio inevitabile.... Poi vi è di buono che questa fanciulla
pare deliberata a soffrire ogni cosa piuttosto che sposarsi ad un
altro... Io farò di saper meglio questa faccenda dell'Alemanno;.... e
alla fine delle fini, vuole che le ne dica una....? I Francesi sono a
due passi da qui; la guerra non è cosa da cristiani, ma alle volte
rimedia a tante brutte cose! Chi sa? Calando di qua dai monti i
Francesi troncheranno questa e molte altre storie, scacciando dalle
Langhe questi Alemanni, che già v'hanno spadroneggiato di troppo...!»
Parve alla signora Maddalena, che don Marco parlasse d'oro, e da quei
discorsi pigliava consiglio e forza e sino a un certo segno
consolazione.
Bianca intanto, tornata sull'altana, questa volta non conobbe più
freno, e si gettò a' piedi di damigella Maria; la quale fuori di sè
per quei portamenti, ondeggiava tra l'usare la collera e la dolcezza.
Ma a questa volta la fanciulla le si aperse; le si confidò d'un
Alemanno che la guardava da parecchio tempo; che sempre a passeggio e
nell'andare a messa se lo vedeva innanzi: e disse che la persona cui
suo padre aveva parlato quel mattino in tanto segreto, era appunto
colui e che di certo gliela aveva promessa. «Ma io non lo voglio!»
continuava, e narrò dell'amor suo per Giuliano; chiese perdono di non
le aver detto mai nulla; parlò della signora Maddalena venuta a
domandarla per suo figlio, e ridisse che voleva bene a lui, e che
sarebbe morta piuttosto che sposare un altro. La cieca piangeva con
quei suoi occhi spenti, lagrime di tenerezza e di paura; nella sua
mente vide chiaro che i tempi delle lotte domestiche erano giunti; il
suo cuore sentì da madre; e si mise dalla parte di Bianca.
Tutte queste cose accadevano in meno di due ore dalla venuta della
signora Maddalena in C..., e l'orologio della chiesa parrocchiale
batteva le diciasette, quando essa usciva di casa a don Marco,
accompagnata da lui per tornare a D....
I due camminando per una viuzza fuori mano giunsero al ponte, e
passando vicino alla cappelletta, dove un par d'ore prima ruzzavano i
monelli, videro gente trarvi a folla, e vollero guardare che fosse. Vi
giaceva un soldato alemanno, morto e sanguinoso, stato calpestato dai
cavalli nel campo. I commilitoni l'avevano portato sugli schioppi, ma
là, poveretto, era spirato. La donna infelice e don Marco si
allontanarono, questi recitando una preghiera tra sè, quella pensando
alla madre lontana di quel morto, la quale in quell'ora non aveva
alcun sospetto di tanta sventura. E la prese una profonda malinconia,
all'idea della fossa, in cui i soldati avrebbero sepolto quel misero;
fossa che si sarebbe chiusa come quella d'un bruto. Allora le si
diffuse in faccia un'aria di rassegnazione più durevole e pietosa, e
volgendosi al prete gli disse:
«Don Marco, è vero; vi sono al mondo madri più sventurate di me!
«Eh! signora--rispose il prete--la terra se la dividono in due, la
sventura e la ingiustizia...; e in tanti secoli che Gesù è morto, le
sue promesse sono di là da compirsi!»
La signora lo guardò maravigliata, ma tocca da quelle parole; e
tirarono innanzi senza dir altro, sino alla casuccia, dove Anselmo col
calesse cominciava a spazientarsi, e scerpando manate d'erba, ne dava
a mangiare al cavallo. I due s'accomiatarono ridicendo cogli occhi
tutto quello che s'erano detto a voce; poi essa si mise dentro il
legno, Anselmo si chinò per baciare la mano al prete, che non volle
lasciarlo fare: ma come il cavallo partì, diede di volta pensoso, e
passo passo lasciandosi menar dalle gambe, se ne tornò a casa.
Egli era, povero vecchio, il decano dei preti di C..., portava alla
meglio i suoi settant'anni, e viveva solo. Da lunga pezza aveva visto
addensarsi la bufera, che in quei giorni rumoreggiava terribile dalla
Francia; e alcuni che erano stati da lui a scuola, ora che si udivano
i fatti, rammentavano certe sue parole, dette molti anni prima, come
profezie avverate. Scoppiata la rivoluzione egli ne aveva avuto un
senso, diverso da quello fatto al clero, e per esempio a don
Apollinare: perchè egli la capiva nelle sue cause; perchè egli aveva
un cuore così grande, che nato re si sarebbe fatto mendico; perchè
pensava che il medio evo fosse stato un troppo lungo oltraggio alla
dottrina di Gesù, ed ancora non gli pareva finito. Perciò il grido di
quella rivoluzione gli era giunto come una voce nota; e gli aveva
fatto chinare la fronte, quasi somigliasse in qualche guisa ai tuoni
del Sinai. A Parigi sarebbe stato coi Girondini sino alla morte; ma
amava Danton, in cui per quel poco che n'udiva così da lungi,
ravvisava qualcosa di San Paolo; in Vandea avrebbe dato il cuore a
Bonchamps, la mano a Marceau; nel suo borgo oscuro, era un povero
prete, poco capito, che viveva insegnando la buona latinità. Dal quale
ufficio, e da un poderetto che aveva sui colli vicini, e formava il
suo patrimonio ecclesiastico, gli veniva quel po' di bene che faceva a
metà coi poveri, che di quei tempi battevano numerosi alle porte.
Molto aveva speso in libri e molto gli aveva studiati; e così vissuto
in certa maniera coi morti, s'era mescolato poco a quel volgo di
ricchi sfaccendati e di preti ignoranti, de' quali la borgata allora
era ingombra. Questi ultimi sebbene mostrassero d'onorarlo, lo
scansavano volentieri; ed egli esperto di sè e del mondo, non se ne
aveva a male. Del sacerdozio pensava un po' alla sua maniera, forse da
cristiano primitivo; perchè si narrava che un giovane volendo farsi
prete, ed essendo andato a lui per consiglio, egli gli avesse detto:
«Tirate innanzi un altro tantino colla vita, poniamo fino ai
cinquanta: e se a quell'età vi tocchi qualche gran dolore, se Dio vi
chiami colla voce severa della sventura; datevi a consolare le
afflizioni altrui, parlando del cielo, e pregando con tutti. Sarete un
buon sacerdote, di questo v'accerto io: ma a vent'anni farsi prete,
come altri si fa medico, soldato, o che so io... no... no... non istà.
«Ma e lei?--si dice che interrogasse l'altro stupito. E don Marco:
«Io? Eh! io sono un uomo che in settant'anni ho imparato molte cose!»
Man mano che invecchiava la sua vita si faceva più raccolta ed
operosa, come di chi si apparecchia il viatico per mettersi in
cammino; la sua casa s'andava spogliando, ed era ormai quasi vuota.
Dormiva su d'un letticciuolo di paglia, perchè aveva dato il proprio
letto a due poveri sposi; s'ammaniva da sè il cibo, mangiando da
tenersi ritto; e nei detti, negli atti, in tutto, mostrava d'attendere
la morte come l'ora dell'adempimento d'un dovere verso gli uomini, e
d'un diritto fatto valere verso l'infinito.


CAPITOLO IV.

Mentre che la signora Maddalena partiva da C..., tutt'altra d'animo da
quella che v'era venuta, le cose tra Giuliano e don Apollinare si
facevano a D... molto oscure. Questi, certo della diligenza di Marta a
mandare da lui il giovane, l'aveva atteso invano parecchie ore; dopo
la colazione lo aspettava ancora; e per fare un viaggio e due servizi,
rannicchiato nel suo seggiolone, diceva l'uffizio. Era già innanzi un
bel tratto a recitar salmi, e di tanto in tanto, mentre rovesciando il
breviario sul ginocchio, fiutava un po' di tabacco, pensava che se
quel renitente fosse capitato, sarebbe stato un bel gusto tenerlo
ritto lì fuori dello studiolo, e non farlo entrare almeno per una
mezz'ora. «Caspita!--esclamava--questo gusto non se l'ha pigliato
Gregorio settimo coll'imperatore Arrigo?» Rammentava d'aver letto
quella storia, e d'averne udito predicare, nei verdi anni del
Seminario, come della più bella pagina della chiesa: e alla maniera
che una lucciola può guardare una fornace ardente, e credere di
somigliarle; egli si compiaceva alcuni istanti nella immagine del
fiero papa. Poi ripigliava la lettura dei salmi, biasciando a verso a
verso; e all'ultimo amen si levò in piedi stizzito, e proruppe:
«Adesso vado io!»
Si mise in capo il cappello con piglio risoluto, e nell'andare passò
pel salotto, ove stava seduto a dire anch'egli le ore, un Minor
Osservante del convento di C..., il quale, fatto il quaresimale in
D..., aspettava la domenica _in Albis_, per dare la benedizione
papale, e tornarsene poi al proprio convento.
«Dove va, signor pievano?--chiese costui, vedendo don Apollinare
pigliar l'uscio difilato.
«Posso dire _in partibus infidelium_!--rispose il pievano.»
Il frate scoppiò in una risata così piena, che s'appiccò fino a
Placidia occupata in cucina; Placidia che non rideva di voglia manco
tre volte l'anno.
Passin passino don Apollinare discese di castello; e sebbene quanti
s'imbattevano in lui, s'affrettassero come l'altre volte, a
sberrettarsi, a baciargli la mano che egli sapeva porgere con garbo da
vescovo, gli pareva che la gente sapesse la poca obbedienza
mostratagli da Giuliano, e perciò gli fosse meno rispettosa. E
procedeva levando il bastone vivacemente, e poi misurandone il moto
all'andatura, lo vibrava innanzi, lo appuntava a terra; schiacciando i
noccioli di ciliegia dell'anno passato, o scansando i ciottoli della
via. Giunto al piano, passò il ponte, ed entrò nel vico oltre il
torrente. I borghigiani facevano le meraviglie, vedendolo andare
diritto verso la casa della signora Maddalena, dove non era tornato da
anni; le donne bisbigliavano con aria di mistero, e stavano lì per
dirgli come la signora non vi fosse, ma nessuno l'osava.
Quando fu sul piazzale, egli si fermò un tantino e tossì; volendo che
quei di casa lo udissero e s'affollassero a fargli accoglienza. Ma la
signora era fuori; Giuliano toltosi di là dove Marta l'aveva lasciato
a sedere, se n'era andato nel più remoto angolo del giardino; e là
passeggiava, soffermandosi a tastare le boccioline or di questa or di
quella pianta, come se avessero qualche legame co' suoi pensieri
d'amore. In casa non v'era che la fantesca; la quale non appena ebbe
visto il pievano corse ad incontrarlo, tutta batticuore, inchini, e
ringraziamenti interni alla Madonna, che anco questa volta l'aveva
aiutata. La buona donna, se ci rammenta, s'era tirata in casa pregando
il cielo che don Apollinare non venisse, o almeno indugiasse tanto da
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