La plebe, parte IV - 12
Total number of words is 4498
Total number of unique words is 1637
38.8 of words are in the 2000 most common words
53.7 of words are in the 5000 most common words
60.9 of words are in the 8000 most common words
non senza qualche epiteto oltraggioso; e il misero, ritrattosi in un
angolo, buttatosi a sedere sopra un saccone, puntando alle ginocchia i
gomiti e stringendosi colle mani la testa, rimase assorto nel caos
turbinoso dei suoi vari pensieri, dolorosi e paurosi tutti.
Perchè lo avevano arrestato? Era uno dei primi e de' più precisi che gli
si aggirassero nella mente confusa. Una voce segreta gli diceva in fondo
del cuore: «per cagione di quelle false chiavi che tu hai fabbricate.»
Se fosse così, e quando ne lo avrebbero interrogato, che cosa
avrebb'egli dovuto rispondere? Negar tutto: chi poteva provare quella
sua colpa? Non c'era che quell'omiciattolo presente, e poi più tardi era
sopravvenuto _Stracciaferro_; ma e l'uno e l'altro non avrebbero parlato
mai. Sì, ma se nelle sue risposte s'imbrogliasse, egli che non aveva
tanto ingegno da saper mentire? Confessare la verità? Codesto avrebbe
anzi disposto a favor suo l'animo dei giudici. Ma così la colpa era
chiarita assolutamente e certa la punizione. Egli non sapeva di leggi e
non conosceva qual pena gli avesse da toccare, ma forse per mesi ed anco
per anni l'avrebbero tenuto in carcere. A questa idea sentiva batter
tumultuoso il sangue nei polsi della testa. Anni? mesi? Ma egli non
poteva star lì nemmanco una settimana. Aveva sua moglie da andare a
vedere; voleva e doveva non lasciarla morire. Quella sua colpa non
l'aveva egli bastantemente espiata con tutto quello che aveva sofferto?
Gli pareva di sì; ma poi quella medesima voce interna accresceva di
forza per gridargli che a lui si doveva l'assassinio di Nariccia.
Ebbene? e con ciò? diceva nel suo intimo la parte di lui che la faceva
da avvocato difensore: non era egli che avesse preso parte a quel
delitto. Ben gli stava a quell'avaraccio disumano e crudele. Chi lo
rimpiangeva? A cui recava danno la sua morte? Era questa anzi a molti un
vantaggio. Egli se l'era voluta: era di certo una giustizia di Dio; ma
poi di colpo, tutto cambiavasi nell'animo d'Andrea. Sentiva più grave
pesar su di lui la responsabilità di quell'omicidio, parevagli scorgere
sulle sue mani medesime, le macchie di quel sangue che s'era versato.
Si ricordò in quel punto di Marcaccio. Era stato egli il suo demone
tentatore; egli a cui cagione Andrea aveva fallito: oh come giustamente
la pensava Paolina mettendo in guardia suo marito contro le seduzioni di
quel tristo amico, volendolo da quello allontanare! Probabilmente, anzi
sicuramente, a credere d'Andrea, Marcaccio era stato uno degli
assassini: egli, egli onest'uomo fino allora, era dunque amico d'un
ladro e d'un omicida: sentì un tale orrore di sè che tutto si riscosse,
come assalito dal ribrezzo, e mandò tra le palme onde si copriva la
faccia un'esclamazione soffocata che pareva un singhiozzo.
In quella una mano gli si posò leggermente sulla spalla ed una voce ben
nota lo chiamò sommessamente per nome. Andrea levò la testa con un
sussulto e mandò un'esclamazione di terrore. Quel Marcaccio, di cui
stava pensando, gli era davanti accoccolato sul pavimento, la faccia
pochi centimetri lontana dalla sua. Pareva succeduta come una
evocazione. Andrea aveva pensato al suo cattivo genio, e questo eccolo
presentarglisi di botto. Si trasse in là con uno sgomento che non
isfuggì al suo tristo compagno, e s'affrettò soprattutto a levare la sua
spalla dal contatto di quella mano che egli immaginava rea
dell'omicidio.
— Tu! tu qui! esclamò egli con istupore e paura. Che mi vuoi?.... Vuoi
tu ancora trascinarmi a peggiori malanni?
Marcaccio per prima cosa ruppe in un'alta risata, che coprì le ultime
parole di Andrea, poi gli disse:
— Ve' che bell'accoglimento da amico e che faccia che tu mi fai!....
Poverino! Tu sei tanto sbalordito che non sai proprio più quello che ti
peschi... Sì, c'è da far le meraviglie di trovarci in questo luogo, noi
galantuomini che siamo innocenti come l'acqua; ma e' capita sempre così,
i birboni vanno a spasso e fumano il sigaro sotto i portici, e i poveri
diavoli d'onesti vengono qui ad ammuffire su questi miserabili sacconi.
Poi si fe' ancora più presso all'orecchio d'Andrea e gli disse sotto
voce frettolosamente:
— Qui bisogna badar bene alle nostre parole, sai! Abbiamo da parlarci,
ma conviene farlo così piano che nessuno oda pure un soffio, e forte non
ci scappi un solo detto che dia appiglio a qualche supposizione. Qui
dentro sono almeno tre o quattro le spie.
Andrea lo guardò colla faccia d'uomo che non capisce; Marcaccio
ripigliava a più alta voce:
— Se' tu stato pescato eziandio per la gazzarra di ieri sera? Non ti ci
ho visto alla fabbrica. Vedi giustizia! Io mi sono contentato di andarci
a gridare che è tempo di dare un po' meglio di pane al povero popolo,
togliendone ai ricchi che ne han di troppo, e sono ingabbiato come un
merlo, mentre taluni che fecero il diavolo e peggio, se la sgabellarono
tranquillamente. Ah! non ci ho fortuna!
Andrea volse uno sguardo invelenito contro il suo compagno e rispose che
non sapeva il motivo per cui era stato arrestato, ma che supponeva
esserlo per quel fatto a cui lo aveva determinato Marcaccio medesimo due
sere prima. Egli parlava sommesso, non aveva pur nominato di che cosa si
trattasse, e nessuno pareva fare la menoma attenzione ai loro discorsi,
ma pure ciò non bastò a rassicurare il complice d'Andrea.
— Zitto! diss'egli. Queste sono quelle cose di cui t'ho detto non
bisogna discorrere che con infinite precauzioni. Dà retta. Io occupo il
saccone vicino al tuo: stanotte, quando tutti dormiranno, ci faremo
vicini vicini e ci insinueremo pian piano nel tubo dell'orecchio quello
che abbiamo da dirci a vicenda. Per ora basta, e non parliamoci più.
Il marito di Paolina ricadde nelle sue tristi meditazioni. La notte!
Egli era dunque il vero che avrebbe dovuto passare la notte in
quell'orribil luogo? Oh! non sarebbe stato possibile che prima del cader
del giorno qualche cosa avvenisse per cui egli fosse liberato? Dei
momenti ciò sperava, gli pareva quasi una cosa sicura; si diceva che chi
comanda non doveva volere che un uomo, il quale non era mai stato
incarcerato, sul conto del quale non s'era mai trovato nulla da ridire,
stesse pure un minuto di più del bisognevole frammezzo a quelle
muraglie, in quella scellerata compagnia; si lusingava che della sua
colpa nessuno potesse avere, non che prova, un indizio, che lo si
sarebbe quindi ritenuto tosto per affatto innocente, e mandato a
liberare, di quel giorno medesimo, fra poche ore, forse a momenti. Ma
l'illusione era troppo vanamente fondata per poter reggere a lungo.
S'accorgeva di accarezzare una chimera; gli nasceva il sospetto, il
presentimento di quello che era la verità: che cioè quando un povero
diavolo viene incarcerato, lo si dimentica, fino a che il giuoco
dell'ordigno sociale della giustizia non lo riporti a galla, che di lui
quindi nessuno per allora più non si occupava, come se non esistesse al
mondo.
— Sì, dovrò passar qui la notte: diceva egli allora a se stesso, con
cupa rassegnazione. E quante notti!... E se fossi poi condannato?... Oh
a che cosa mai potrebbero condannarmi? Bisognerà ch'io consulti un
avvocato... E Paolina intanto?
Venne la notte. Quando tutti giacevano immersi nel più alto sonno e
suonavano per lo stanzone i fragorosi russamenti de' suoi compagni,
Andrea che non poteva chiuder occhio, vide Marcaccio porre la testa
presso presso alla sua, ed udì come un soffio nell'orecchio che gli
diceva:
— Ora parliamo. Qual è il motivo del tuo arresto?
— Io non ho che un atto solo nella mia vita che mi possa meritare questa
sciagura: quello che mi hai fatto eseguir tu.
— Vuoi dire le chiavi false della casa di Nariccia?
— Sì.
— Oh che credi tu che siavi alcun sospetto di qualche cosa?
— Dopo il colpo di cui fu vittima stanotte messer Nariccia.
— Colpo! Vittima! esclamò con infinito interesse Marcaccio. Oh che, è
successo qualche cosa?
Andrea lo guardò con istupore.
— Non lo sai, o fingi di non saperlo?
— Non so niente.
— Io ho creduto che tu ci avessi parte.
— Niente affatto. Non mi si disse manco che la cosa doveva farsi la
notte scorsa: quel sornione di _Graffigna_ fa sempre così. Ed io fui
arrestato alla fabbrica Benda.
— Tanto meglio: disse Andrea, cui tornò una specie di sollievo sapere
che quell'uomo con cui discorreva non s'era macchiato dell'atroce
delitto, e sentì alquanto scemarsi la ripulsione che aveva a parlargli.
Raccontò a Marcaccio tutto quello che aveva appreso intorno alla sorte
di Nariccia: e ciò che sul mariuolo fece maggior effetto fu l'idea del
vistosissimo bottino che gli assassini dovevano aver fatto.
— Alla croce di Dio! de' bei sacchetti e' li avranno portati via di
colà..... Mi par mill'anni di esser fuori di qui per averne la mia
parte..... chè una buona porzione ce ne viene a noi due..... anche a te
che li hai messi dentro quella casa..... Senza di noi non ci sarebbero
riusciti.
Andrea tornò a provare tutto il ribrezzo ed il rimorso di poc'anzi.
— E tu dunque, riprese a dire Marcaccio, poichè il suo compagno si
taceva; tu temi che per tal cagione t'abbiano arrestato. Or dunque dimmi
un po': all'interrogatorio che cosa conti tu di rispondere?
— Ah non so davvero. Ho paura che leggano subito nel mio turbamento
tutta la verità.
— Bubbole! Ci vuole franchezza e coraggio. Dà retta a me e ringrazia il
tuo santo protettore che ti ha fatto incontrar qui con un amico par mio:
altrimenti tu mi avresti fatta una solenne frittata, rovinato te e
compromesso altrui. Bisogna negare fermo, forte e tutto. Non c'è alcuno
che possa tradirti, perchè nè io nè altri con cui tu avesti da fare puoi
esser certo che aprirà bocca. Non si è tanto gonzi. Tu non hai visto
nulla, tu non sai di nulla, tu non hai sentito di nulla. Non si esce di
lì. Ti terranno un par di settimane a mangiar _gratis_ il pan dello
Stato e la minestra della _Misericordia_ e poi ti daranno il largo....
— Un par di settimane! esclamò spaventato Andrea: oh che io avrei da
rimaner qui cotanto?
L'emozione gli fece dimenticare la prudenza inculcatagli da Marcaccio, e
queste parole furono pronunziate con voce quasi alta.
— Zitto, per amor di Dio! disse il suo compagno serrandogli forte un
braccio. T'ho detto che bisognava parlar tanto piano che neppure le
mosche, se ci fossero, non ci avessero da sentire.... Ora s'è discorso
abbastanza: mettiam berta in sacco e dormiamo.
Marcaccio non tardò in fatti a prendere una parte distinta nel concerto
di russamenti che eseguivano con una specie di foga accanita i
carcerati; ma pel marito di Paolina non ci fu possibilità di chiuder
occhio. Troppo nuove e troppo dolorose erano le impressioni che egli
aveva ricevute, perchè si potesse tanto presto acquetar l'anima sua. La
notte gli parve eterna; ed egli salutò quasi come un amico il primo
fioco barlume di luce che s'insinuò in quel lurido camerone traverso le
inferriate e i ragnateli polverosi dell'alto finestrino.
Comparve poi finalmente Andrea innanzi al giudice istruttore. Gl'indizi
a carico dell'accusato si erano fatalmente accresciuti e fatti gravi.
S'era raccolto da testimonianze che Andrea aveva espresse assai fiere
minaccie prima contro il suo antico principale, il signor Giacomo Benda,
perchè non aveva più voluto accettarlo nella sua officina, e siccome
l'assalto, il saccheggio e l'incendio di quell'opificio conoscevasi
essere il risultamento d'un complotto, era naturalissimo il credere che
questo operaio, amico e compagno indivisibile d'altronde d'uno dei
caporioni della riotta, arrestati _in flagranti_, avesse preso parte
principale ancor esso al complotto medesimo, ed anzi, alla esecuzione di
esso; quanto all'assassinio di Nariccia, Andrea aveva contro di lui la
sua abilità conosciuta di fabbro, e le minaccie ancora più terribili che
nell'osteria di Pelone egli s'era lasciato scappare a più riprese contro
il padrone di casa che gli aveva gettata la famiglia sul lastrico della
strada.
Andrea alle pressanti, accorte, pericolose interrogazioni del giudice
non rispose altrimenti, seguendo il consiglio di Marcaccio, che con
decise negative; ma egli spinse questo metodo ad un eccesso che lo
compromise maggiormente. Timoroso delle conseguenze che da principio
aveva veduto trarre dalle circostanze le più lievi coll'arte induttiva
dell'interrogatore, non essendo abbastanza accorto, nè abbastanza libero
di mente per indovinare o presentire soltanto a qual meta mirassero le
fattegli domande anche le più semplici, egli credette miglior partito
negar sempre e negar tutto. Ma queste sue negazioni non sapevano essere
tanto risolute che non lasciassero scorgere lo sforzo della menzogna; ma
elleno, poco accortamente, volevano escludere anche delle cose e
circostanze che erano provate evidentemente, così che l'impressione del
giudice fu quella affatto di avere innanzi a sè un reo ancora novizio,
ma reo assolutamente dei due gravi delitti che gli si imputavano.
Andrea s'accorse dell'impressione che produceva sul suo interrogatore, e
perdette ancora più la bussola, tanto che, non sapendo oramai più che
farsi, nè che dire, quasi avesse speranza di intenerire quell'uomo e da
lui dipendesse la sua salute, proruppe in confuse supplicazioni quasi
con voce di pianto. Giurò ch'egli ned era andato ad assalire la fabbrica
Benda, nè aveva saputo dell'assassinio di messer Nariccia fuorchè al
mattino; sì, era pur vero, disse, che inconsiderate parole gli erano
sfuggite contro il fabbricante ed il padrone di casa, ma in quel
momento, coll'animo vivamente esagitato, egli aveva detto cose a cui non
pensava, che non aveva per nulla l'intenzione di eseguire; lo
lasciassero andare ch'egli ne aveva gran bisogno: parlò della moglie
moribonda all'ospedale, dei figliuoli all'ospizio, che non per lui, ma
per quei poveretti gli usassero pietà.
Il giudice lo lasciò dire con molta pazienza, ascoltandolo freddamente;
poscia tornando egli a parlare:
— Sentite, gli disse, non vi nascondo che le apparenze sono molto contro
di voi, e che le vostre risposte furono ben lontane dal scemare i
sospetti a vostro riguardo: ma pure ci avete un modo tuttavia da
escludere ogni vostra colpabilità, da far dileguare ogni dubbio, e
sarebbe quello di provar l'_alibi_.
Andrea guardò il giudice con tanto d'occhi.
— L'_alibi_? ripetè egli con tono che significava non saper egli che
animale si fosse codesto.
— Sì, riprese l'uomo della legge coll'impazienza di chi, avendo
famigliare un'espressione, non può persuadersi che altri non la capisca:
sì l'_alibi_, vuol dire che proviate come durante il tempo in cui si
commisero quei reati, voi foste altrove, _alibi_, e quindi sia
impossibile che voi prendeste parte ai reati medesimi.
La faccia di Andrea si rasserenò tutta.
— Sì? esclamò egli con accento di somma gioia: ma in tal caso io sono
salvo. Ho passato fin dalla prima sera, tutta la notte in un luogo, oso
dire, a fare un'opera buona.
Il fiscale crollò con mossa alquanto incredula il capo. Per lui uno de'
rei era già trovato: era lieto del suo successo, e gli rincresceva aver
da rinunziare alla sua convinzione ed alla soddisfazione di amor proprio
d'aver già appurata la colpevolezza di uno di quei terribili assassini.
— Uhm! diss'egli con un certo risolino; codesto non basta il dirlo.
Converrebbe, come vi ho già espresso, provarlo.
— E lo posso provare.
— Ci avete dei testimoni?
— Sì.
— Ammessibili?
— Affatto... L'uomo stesso al cui letto io ho vegliato.
— Ebbene chi è costui? E dove lo si trova?
Andrea aprì le labbra per rispondere, ma poi un nuovo sentimento
sopravvenne a trattenerlo.
— Ah no, non posso: esclamò egli con dolore e rabbia; ho promesso
solennemente di tacerlo.
Sulla faccia del giudice tornò quel certo risolino di poc'anzi: ed egli
s'alzò come per dinotare che l'interrogatorio era finito.
— È molto spiacevole per voi che non possiate parlare. Codesto vi
avrebbe tratto assai facilmente d'imbarazzo: ma poichè una tal promessa
vi chiude la bocca, è inutile insistere, non abbiamo più nulla da dirci,
e potete tornare nella vostra carcere.
Chiamò i secondini perchè Andrea fosse ricondotto al suo stanzone, ed
egli medesimo, ripiegate le sue carte, s'accinse ad uscire col
segretario: ma il prigioniero, quando fu alla soglia, si fermò ed
esclamò con forza:
— Un momento!... Ah! per salvarsi, un padre di famiglia può anche
violare una tal promessa. Sono disposto a dir tutto. Ecco l'indirizzo
del luogo ov'io passai tuttedue le notti di sabato e di domenica; vadano
colà e troveranno l'uomo che forse deve a me se ancora trovasi in vita.
Il giudice fece scrivere dal segretario l'indirizzo che Andrea gli
disse; domandò che nome avesse quell'uomo di cui l'inquisito parlava, ed
Andrea rispose che l'ignorava.
— Si prenderanno informazioni: disse asciuttamente e di mala voglia il
fiscale; e ricordatevi bene che le frottole non vi serviranno di nulla.
Il marito di Paolina fu ricondotto in carcere.
Quel giorno medesimo il signor Tofi ebbe una viva soddisfazione. Egli in
questo succedersi di gravi avvenimenti sentiva di molto la mancanza di
Barnaba, cui non aveva più visto dopo quel colloquio avvenuto fra di
loro, nel quale egli all'agente caduto in disgrazia aveva manifestato i
voleri e gli ordini dei superiori; e per riaverlo al suo fianco avrebbe
dato non so che cosa. Aveva fatto cercare di lui, ma Barnaba, oltre il
palese, aveva un domicilio nascosto, sconosciuto anche dal suo capo, e
non era stato possibile averne notizia. Quel dì dopo l'interrogatorio di
Andrea, l'ufficio di polizia ricevette da quello fiscale una
comunicazione, in cui dicevasi uno degli imputati aver cercato di
stabilire l'_alibi_ allegando d'essere rimasto tutta notte in via tale,
casa tale, al tal piano, senza voler dire il nome della persona che in
quel quartiere abitava; si prendessero informazioni di che luogo fosse
quello e chi vi abitasse, ma con molta cautela per non dare la sveglia,
se per caso vi fosse colà dei complici.
Era una missione delicata; e poi una specie di ispirazione d'istinto lo
mosse: il Commissario decise di andare in quel luogo esploratore egli
medesimo. Assunse l'aspetto d'un buon borghese ed andò a picchiare (che
non c'era campanello) alla porta dell'indicatogli quartiere. Venne ad
aprirgli la faccia melensa di Meo, che rimase ancor più melensa nel
vedersi innanzi una persona che non conosceva.
— Oh! disse lo stupido. Credevo che fosse il medico!
— Son ben il medico per l'appunto: rispose il Commissario cacciandosi
innanzi.
— Ma!... E quell'altro?
— Quell'altro non ha potuto venire, ed ha mandato me in sua vece.
Traversò senz'altro con tutta sicurezza quella prima cameretta che
serviva d'entrata, e s'intromise nella seconda stanza, nella quale vide
un letto su cui giaceva un uomo. Mandò un'esclamazione e in un salto fu
presso il giacente. In costui aveva riconosciuto Barnaba.
CAPITOLO VIII.
Torniamo indietro di due giorni, a quella sera ed a quel momento in cui
Barnaba cadeva sulla neve della strada, trafitto alle reni dall'affilato
pugnale di _Graffigna_. Abbiamo visto che nell'ombra della notte due
persone accostantisi al luogo del commesso delitto, apparivano agli
occhi spaventati di Marcaccio, il quale gettando l'allarme come se fosse
loro addosso la forza pubblica, fuggiva e faceva fuggire il suo
complice.
Que' due uomini erano invece, come già fu detto, _Macobaro_ l'ebreo, e
il marito di Paolina, che ultimi erano usciti dalla bettolaccia di
Pelone. Il vecchio rigattiere che giunse primo sopra il caduto, lo
schivò col suo passo barcollante per l'età, e mormorò fra i denti:
— Un ubriaco fradicio. Be', ch'e' dorma costì sulla neve; ciò gli vorrà
far passare i vapori.
Barnaba era caduto, ma non aveva perso menomamente la cognizione. Aveva
sentito la fredda lama penetrar nelle viscere; gli era stato impedito il
pur mandare un grido dallo spasimo e dal sangue che si era precipitato
alla gola, ma egli non s'era tuttavia smarrito dell'animo. Quando vide
che i due uomini da cui era stato assalito fuggivano ratti, Barnaba
aveva creduto davvero ancor egli che una pattuglia od alcune guardie di
polizia di servizio sopraggiungessero, e fatto uno sforzo per levarsi,
puntando la mano al suolo, riuscì a tirar su il capo e guardare verso il
nuovo sopravvenuto; riconobbe _Macobaro_, e fu sul punto di lasciarsi
ricadere senza cercarne aiuto ned altro, perchè troppo sospettava delle
attinenze di quel vecchio con coloro che lo avevano trafitto: ma il
rigattiere non aveva ancora fatto il giro intorno al corpo del caduto,
per continuare il suo cammino, quando giungeva a quel punto anche
Andrea, il quale se nei fumi del vino aveva ammortito alquanto il
rimorso della mala opera commessa, non ci aveva però attutiti
quell'istinto pietoso e quel sentimento d'umanità che erano nella sua
natura.
— Un povero diavolo che ha male: diss'egli curvandosi sopra Barnaba che
stava ancora col capo eretto a guardare.
La fisionomia dell'operaio ispirò fiducia nel ferito.
— Sì, diss'egli colla poca voce che aveva, ho male, ho molto male; mi
fareste una fiorita carità ad aiutarmi a levar su, ed accompagnarmi a
casa, che non è lontano; e ne avreste buon compenso, ve ne assicuro.
Alla parola di compenso la cupidigia fece drizzar le orecchie e fermare
il passo a _Macobaro_.
— Oh, oh! diss'egli accostandosi, e' mi pare di conoscere questa voce.
Andrea passò un braccio sotto il corpo del caduto per sollevarlo, ma
ritirò con ribrezzo la mano, sentendosela bagnata d'un tepido umore
attaccaticcio.
— Santa Madonna! Questo è sangue!...
— Sì, sono ferito: ma non sarà nulla..... Ch'io possa soltanto giunger
presto a casa mia.
— Qui conviene correre a chiamare soccorso, ad avvisare la giustizia....
Barnaba trattenne pei panni Andrea che pareva voler prendere le mosse.
— No, no; diss'egli con istraordinaria energia. Non voglio nessuno; la
giustizia non ha da saperne nulla... Me la farò da me, la giustizia....
se scampo.
Jacob aveva riconosciuto pienamente il segreto agente della polizia,
sulla cui condizione, da lungo tempo egli aveva più che sospetti.
— Egli è l'Eterno medesimo che me lo manda a stromento della mia
vendetta: diss'egli fra sè. Quand'io salvi dalla morte costui, potrò per
suo mezzo perdere _quell'altro_ senza rovinar me.
Si chinò ancor egli con tutta premura verso il ferito.
— State di buon animo, gli susurrò, noi vi trarremo fuori d'ogni
rischio. Solo ch'io possa esaminare la vostra ferita, e vedrete. Nella
mia famiglia, da tempo immemoriale ci abbiamo conoscenza d'ogni fatta
ferite e segreti infallibili per guarirle. Andiamo adunque a casa vostra
e non dubitate di nulla.
Andrea prese fra le braccia il ferito, e recandoselo come se fosse un
fantolino, s'affrettarono verso quella strada, entrarono in quella casa
e salirono quelle scale cui Barnaba loro indicò, di guisa che pochi
minuti dopo, il trafitto era disteso sopra il suo letto, e _Macobaro_
visitatolo e fattagli una fasciatura a suo modo, lo rassicurava
affermando che nessun organo essenziale era stato offeso dalla lama, la
quale s'era miracolosamente insinuata fra le viscere, e che perciò non
solamente sicura, ma sollecita sarebbe stata la guarigione.
Andrea aveva acceso il fuoco ed aiutato l'ebreo in tutto ciò che aveva
potuto; e in codeste cure prodigate al ferito, era passata oramai la
notte. Barnaba, ringraziati i due suoi soccorritori, aveva voluto
rinviarli alle case loro ed alle loro bisogna, ma Andrea aveva risposto
non aver egli più casa ove ricoverarsi, nè famiglia che avesse da
inquietarsi de' fatti suoi, e quindi poter benissimo rimanere a custodia
del malato, come grande n'era pure il bisogno. _Macobaro_ ancor egli
protestò che a casa sua non ci aveva da andare, nè voleva, e che anzi se
non si fosse trattato d'una sì rincrescevole disgrazia, sarebbe stato
lieto fosse nata occasione da dovere star lontano dalla sua dimora; e
così avvenne che Ester, rimasta sola in casa, potesse di là fuggire,
come vedemmo.
Ma prima che il vecchio ebreo, la mattina di poi, abbandonasse il letto
dell'infermo per tornare a casa sua, fra quei due aveva luogo un breve
colloquio a parole interrotte, il quale era però importantissimo,
essendosi gettate, per così dire, le basi d'un'alleanza fra loro, della
quale dovevano riuscire terribili gli effetti.
Fu _Macobaro_ che incominciò:
— Scusi, diss'egli, se entro in discorso che forse la infastidisce o le
spiace, ma vi sono costretto per la mia stessa tranquillità e per quella
di quel bravo uomo.
Ed accennò con una mossa del capo ad Andrea, che sonnecchiava sopra una
seggiola presso il fuoco.
Barnaba fece un moto degli occhi, che voleva dire:
— Parlate pure:
— Ella non volle che si andasse ad avvertire l'autorità....
Il ferito interruppe con un gesto negativo del capo, pieno di energia.
— Non vorrei poi che io e quel buon operaio rimanessimo compromessi.
— Siate tranquillo: rispose allora Barnaba fissando ben bene entro gli
occhi il padre di Ester e pesando sulle parole, che pronunciava
lentamente: non avete nulla da temere. Se io guarisco... e voi mi
assicurate che guarirò...
Jacob ripetè quest'affermativa con accento pieno di convinzione.
— Non solamente non avrete disturbi, ma dall'avermi soccorso potrete
avere vantaggio. Debile ed umile, com'io vi sembro, io potrei pure molto
far obbliare, e molto perdonare per chi avesse bisogno dell'una e
dell'altra cosa.
_Macobaro_ chinò gli occhi, prese un'aria modesta e disse:
— Potrei invocare poi la sua protezione in questo senso... non per me,
ma per alcuni alla cui sorte m'interessassi?
— Sicuramente.
— Ma ciò vuol dire, s'io non erro, che s'Ella ha sufficiente autorità da
far mettere certe cose nel dimenticatoio, l'avrà pure per far volgere il
rigore delle Autorità sopra questo o quel fatto, questo o
quell'individuo?
Barnaba affondò i suoi occhi in quelli dell'ebreo che si levarono un
momento su di lui. Ciò bastò perchè il poliziotto travedesse nell'anima
del vecchio rigattiere.
— La ho: rispose con quell'accento significativo di prima. Anzi per far
male ad alcuno — che se lo meriti — la ho tanto di più.
Qualunque fosse l'impressione che queste parole facessero su _Macobaro_,
questi la dissimulò compiutamente in una perfetta immobilità della
persona, tenendo chini a terra il volto e gli occhi; ma dopo un breve
istante riprese a parlare.
— Se dunque Ella non vuole sia ora avvisata la giustizia del delitto
compito su di Lei, non è perchè la rinunci alla vendetta.....
Pronunciò egli questa parola con una vibrazione speciale, e nel
pronunziarla le sue fosche pupille dal fondo delle occhiaie tornarono a
volgersi sul volto di Barnaba.
— Alla vendetta! esclamò questi di cui gli sguardi balenarono alla pari.
Rinunciarvi? Mai più! Gli è perchè voglio compirnela io..... che ho i
mezzi ed il potere di regalarmela da me questa vendetta, che non mi
piace nessun altro venga ad intromettersi prima. I due sciagurati che mi
ferirono furono stromenti soltanto: io voglio salire più su, voglio
afferrare la mente che ha guidato quelle mani, e per giungervi farei non
so che cosa.
— Ah sì! esclamava con forza il vecchio Arom, Ella ha ragione..... Gli è
colà che bisogna percuotere.
Barnaba tese vivamente una mano fuori delle coltri ed afferrò lo scarno
braccio dell'ebreo.
— E voi mi ci aiuterete: disse con vece bassa ma vibrata. Avete voi pure
una vendetta da compiere? I nostri odii si uniscano e quell'uomo è
perduto.
— Basta! basta! disse, _Macobaro_ levando il suo braccio dalla stretta
della mano del ferito. Abbiamo già troppo discorso, e non bisogna che
Ella si agiti il sangue. Stia calmo ed in riposo, la mente ed il corpo.
Si curvò su di lui e soggiunse piano piano che appena il giacente l'udì:
— Di ciò parleremo ancora di poi.
— Ah vendetta, vendetta! pensava Barnaba seguendo collo sguardo il
angolo, buttatosi a sedere sopra un saccone, puntando alle ginocchia i
gomiti e stringendosi colle mani la testa, rimase assorto nel caos
turbinoso dei suoi vari pensieri, dolorosi e paurosi tutti.
Perchè lo avevano arrestato? Era uno dei primi e de' più precisi che gli
si aggirassero nella mente confusa. Una voce segreta gli diceva in fondo
del cuore: «per cagione di quelle false chiavi che tu hai fabbricate.»
Se fosse così, e quando ne lo avrebbero interrogato, che cosa
avrebb'egli dovuto rispondere? Negar tutto: chi poteva provare quella
sua colpa? Non c'era che quell'omiciattolo presente, e poi più tardi era
sopravvenuto _Stracciaferro_; ma e l'uno e l'altro non avrebbero parlato
mai. Sì, ma se nelle sue risposte s'imbrogliasse, egli che non aveva
tanto ingegno da saper mentire? Confessare la verità? Codesto avrebbe
anzi disposto a favor suo l'animo dei giudici. Ma così la colpa era
chiarita assolutamente e certa la punizione. Egli non sapeva di leggi e
non conosceva qual pena gli avesse da toccare, ma forse per mesi ed anco
per anni l'avrebbero tenuto in carcere. A questa idea sentiva batter
tumultuoso il sangue nei polsi della testa. Anni? mesi? Ma egli non
poteva star lì nemmanco una settimana. Aveva sua moglie da andare a
vedere; voleva e doveva non lasciarla morire. Quella sua colpa non
l'aveva egli bastantemente espiata con tutto quello che aveva sofferto?
Gli pareva di sì; ma poi quella medesima voce interna accresceva di
forza per gridargli che a lui si doveva l'assassinio di Nariccia.
Ebbene? e con ciò? diceva nel suo intimo la parte di lui che la faceva
da avvocato difensore: non era egli che avesse preso parte a quel
delitto. Ben gli stava a quell'avaraccio disumano e crudele. Chi lo
rimpiangeva? A cui recava danno la sua morte? Era questa anzi a molti un
vantaggio. Egli se l'era voluta: era di certo una giustizia di Dio; ma
poi di colpo, tutto cambiavasi nell'animo d'Andrea. Sentiva più grave
pesar su di lui la responsabilità di quell'omicidio, parevagli scorgere
sulle sue mani medesime, le macchie di quel sangue che s'era versato.
Si ricordò in quel punto di Marcaccio. Era stato egli il suo demone
tentatore; egli a cui cagione Andrea aveva fallito: oh come giustamente
la pensava Paolina mettendo in guardia suo marito contro le seduzioni di
quel tristo amico, volendolo da quello allontanare! Probabilmente, anzi
sicuramente, a credere d'Andrea, Marcaccio era stato uno degli
assassini: egli, egli onest'uomo fino allora, era dunque amico d'un
ladro e d'un omicida: sentì un tale orrore di sè che tutto si riscosse,
come assalito dal ribrezzo, e mandò tra le palme onde si copriva la
faccia un'esclamazione soffocata che pareva un singhiozzo.
In quella una mano gli si posò leggermente sulla spalla ed una voce ben
nota lo chiamò sommessamente per nome. Andrea levò la testa con un
sussulto e mandò un'esclamazione di terrore. Quel Marcaccio, di cui
stava pensando, gli era davanti accoccolato sul pavimento, la faccia
pochi centimetri lontana dalla sua. Pareva succeduta come una
evocazione. Andrea aveva pensato al suo cattivo genio, e questo eccolo
presentarglisi di botto. Si trasse in là con uno sgomento che non
isfuggì al suo tristo compagno, e s'affrettò soprattutto a levare la sua
spalla dal contatto di quella mano che egli immaginava rea
dell'omicidio.
— Tu! tu qui! esclamò egli con istupore e paura. Che mi vuoi?.... Vuoi
tu ancora trascinarmi a peggiori malanni?
Marcaccio per prima cosa ruppe in un'alta risata, che coprì le ultime
parole di Andrea, poi gli disse:
— Ve' che bell'accoglimento da amico e che faccia che tu mi fai!....
Poverino! Tu sei tanto sbalordito che non sai proprio più quello che ti
peschi... Sì, c'è da far le meraviglie di trovarci in questo luogo, noi
galantuomini che siamo innocenti come l'acqua; ma e' capita sempre così,
i birboni vanno a spasso e fumano il sigaro sotto i portici, e i poveri
diavoli d'onesti vengono qui ad ammuffire su questi miserabili sacconi.
Poi si fe' ancora più presso all'orecchio d'Andrea e gli disse sotto
voce frettolosamente:
— Qui bisogna badar bene alle nostre parole, sai! Abbiamo da parlarci,
ma conviene farlo così piano che nessuno oda pure un soffio, e forte non
ci scappi un solo detto che dia appiglio a qualche supposizione. Qui
dentro sono almeno tre o quattro le spie.
Andrea lo guardò colla faccia d'uomo che non capisce; Marcaccio
ripigliava a più alta voce:
— Se' tu stato pescato eziandio per la gazzarra di ieri sera? Non ti ci
ho visto alla fabbrica. Vedi giustizia! Io mi sono contentato di andarci
a gridare che è tempo di dare un po' meglio di pane al povero popolo,
togliendone ai ricchi che ne han di troppo, e sono ingabbiato come un
merlo, mentre taluni che fecero il diavolo e peggio, se la sgabellarono
tranquillamente. Ah! non ci ho fortuna!
Andrea volse uno sguardo invelenito contro il suo compagno e rispose che
non sapeva il motivo per cui era stato arrestato, ma che supponeva
esserlo per quel fatto a cui lo aveva determinato Marcaccio medesimo due
sere prima. Egli parlava sommesso, non aveva pur nominato di che cosa si
trattasse, e nessuno pareva fare la menoma attenzione ai loro discorsi,
ma pure ciò non bastò a rassicurare il complice d'Andrea.
— Zitto! diss'egli. Queste sono quelle cose di cui t'ho detto non
bisogna discorrere che con infinite precauzioni. Dà retta. Io occupo il
saccone vicino al tuo: stanotte, quando tutti dormiranno, ci faremo
vicini vicini e ci insinueremo pian piano nel tubo dell'orecchio quello
che abbiamo da dirci a vicenda. Per ora basta, e non parliamoci più.
Il marito di Paolina ricadde nelle sue tristi meditazioni. La notte!
Egli era dunque il vero che avrebbe dovuto passare la notte in
quell'orribil luogo? Oh! non sarebbe stato possibile che prima del cader
del giorno qualche cosa avvenisse per cui egli fosse liberato? Dei
momenti ciò sperava, gli pareva quasi una cosa sicura; si diceva che chi
comanda non doveva volere che un uomo, il quale non era mai stato
incarcerato, sul conto del quale non s'era mai trovato nulla da ridire,
stesse pure un minuto di più del bisognevole frammezzo a quelle
muraglie, in quella scellerata compagnia; si lusingava che della sua
colpa nessuno potesse avere, non che prova, un indizio, che lo si
sarebbe quindi ritenuto tosto per affatto innocente, e mandato a
liberare, di quel giorno medesimo, fra poche ore, forse a momenti. Ma
l'illusione era troppo vanamente fondata per poter reggere a lungo.
S'accorgeva di accarezzare una chimera; gli nasceva il sospetto, il
presentimento di quello che era la verità: che cioè quando un povero
diavolo viene incarcerato, lo si dimentica, fino a che il giuoco
dell'ordigno sociale della giustizia non lo riporti a galla, che di lui
quindi nessuno per allora più non si occupava, come se non esistesse al
mondo.
— Sì, dovrò passar qui la notte: diceva egli allora a se stesso, con
cupa rassegnazione. E quante notti!... E se fossi poi condannato?... Oh
a che cosa mai potrebbero condannarmi? Bisognerà ch'io consulti un
avvocato... E Paolina intanto?
Venne la notte. Quando tutti giacevano immersi nel più alto sonno e
suonavano per lo stanzone i fragorosi russamenti de' suoi compagni,
Andrea che non poteva chiuder occhio, vide Marcaccio porre la testa
presso presso alla sua, ed udì come un soffio nell'orecchio che gli
diceva:
— Ora parliamo. Qual è il motivo del tuo arresto?
— Io non ho che un atto solo nella mia vita che mi possa meritare questa
sciagura: quello che mi hai fatto eseguir tu.
— Vuoi dire le chiavi false della casa di Nariccia?
— Sì.
— Oh che credi tu che siavi alcun sospetto di qualche cosa?
— Dopo il colpo di cui fu vittima stanotte messer Nariccia.
— Colpo! Vittima! esclamò con infinito interesse Marcaccio. Oh che, è
successo qualche cosa?
Andrea lo guardò con istupore.
— Non lo sai, o fingi di non saperlo?
— Non so niente.
— Io ho creduto che tu ci avessi parte.
— Niente affatto. Non mi si disse manco che la cosa doveva farsi la
notte scorsa: quel sornione di _Graffigna_ fa sempre così. Ed io fui
arrestato alla fabbrica Benda.
— Tanto meglio: disse Andrea, cui tornò una specie di sollievo sapere
che quell'uomo con cui discorreva non s'era macchiato dell'atroce
delitto, e sentì alquanto scemarsi la ripulsione che aveva a parlargli.
Raccontò a Marcaccio tutto quello che aveva appreso intorno alla sorte
di Nariccia: e ciò che sul mariuolo fece maggior effetto fu l'idea del
vistosissimo bottino che gli assassini dovevano aver fatto.
— Alla croce di Dio! de' bei sacchetti e' li avranno portati via di
colà..... Mi par mill'anni di esser fuori di qui per averne la mia
parte..... chè una buona porzione ce ne viene a noi due..... anche a te
che li hai messi dentro quella casa..... Senza di noi non ci sarebbero
riusciti.
Andrea tornò a provare tutto il ribrezzo ed il rimorso di poc'anzi.
— E tu dunque, riprese a dire Marcaccio, poichè il suo compagno si
taceva; tu temi che per tal cagione t'abbiano arrestato. Or dunque dimmi
un po': all'interrogatorio che cosa conti tu di rispondere?
— Ah non so davvero. Ho paura che leggano subito nel mio turbamento
tutta la verità.
— Bubbole! Ci vuole franchezza e coraggio. Dà retta a me e ringrazia il
tuo santo protettore che ti ha fatto incontrar qui con un amico par mio:
altrimenti tu mi avresti fatta una solenne frittata, rovinato te e
compromesso altrui. Bisogna negare fermo, forte e tutto. Non c'è alcuno
che possa tradirti, perchè nè io nè altri con cui tu avesti da fare puoi
esser certo che aprirà bocca. Non si è tanto gonzi. Tu non hai visto
nulla, tu non sai di nulla, tu non hai sentito di nulla. Non si esce di
lì. Ti terranno un par di settimane a mangiar _gratis_ il pan dello
Stato e la minestra della _Misericordia_ e poi ti daranno il largo....
— Un par di settimane! esclamò spaventato Andrea: oh che io avrei da
rimaner qui cotanto?
L'emozione gli fece dimenticare la prudenza inculcatagli da Marcaccio, e
queste parole furono pronunziate con voce quasi alta.
— Zitto, per amor di Dio! disse il suo compagno serrandogli forte un
braccio. T'ho detto che bisognava parlar tanto piano che neppure le
mosche, se ci fossero, non ci avessero da sentire.... Ora s'è discorso
abbastanza: mettiam berta in sacco e dormiamo.
Marcaccio non tardò in fatti a prendere una parte distinta nel concerto
di russamenti che eseguivano con una specie di foga accanita i
carcerati; ma pel marito di Paolina non ci fu possibilità di chiuder
occhio. Troppo nuove e troppo dolorose erano le impressioni che egli
aveva ricevute, perchè si potesse tanto presto acquetar l'anima sua. La
notte gli parve eterna; ed egli salutò quasi come un amico il primo
fioco barlume di luce che s'insinuò in quel lurido camerone traverso le
inferriate e i ragnateli polverosi dell'alto finestrino.
Comparve poi finalmente Andrea innanzi al giudice istruttore. Gl'indizi
a carico dell'accusato si erano fatalmente accresciuti e fatti gravi.
S'era raccolto da testimonianze che Andrea aveva espresse assai fiere
minaccie prima contro il suo antico principale, il signor Giacomo Benda,
perchè non aveva più voluto accettarlo nella sua officina, e siccome
l'assalto, il saccheggio e l'incendio di quell'opificio conoscevasi
essere il risultamento d'un complotto, era naturalissimo il credere che
questo operaio, amico e compagno indivisibile d'altronde d'uno dei
caporioni della riotta, arrestati _in flagranti_, avesse preso parte
principale ancor esso al complotto medesimo, ed anzi, alla esecuzione di
esso; quanto all'assassinio di Nariccia, Andrea aveva contro di lui la
sua abilità conosciuta di fabbro, e le minaccie ancora più terribili che
nell'osteria di Pelone egli s'era lasciato scappare a più riprese contro
il padrone di casa che gli aveva gettata la famiglia sul lastrico della
strada.
Andrea alle pressanti, accorte, pericolose interrogazioni del giudice
non rispose altrimenti, seguendo il consiglio di Marcaccio, che con
decise negative; ma egli spinse questo metodo ad un eccesso che lo
compromise maggiormente. Timoroso delle conseguenze che da principio
aveva veduto trarre dalle circostanze le più lievi coll'arte induttiva
dell'interrogatore, non essendo abbastanza accorto, nè abbastanza libero
di mente per indovinare o presentire soltanto a qual meta mirassero le
fattegli domande anche le più semplici, egli credette miglior partito
negar sempre e negar tutto. Ma queste sue negazioni non sapevano essere
tanto risolute che non lasciassero scorgere lo sforzo della menzogna; ma
elleno, poco accortamente, volevano escludere anche delle cose e
circostanze che erano provate evidentemente, così che l'impressione del
giudice fu quella affatto di avere innanzi a sè un reo ancora novizio,
ma reo assolutamente dei due gravi delitti che gli si imputavano.
Andrea s'accorse dell'impressione che produceva sul suo interrogatore, e
perdette ancora più la bussola, tanto che, non sapendo oramai più che
farsi, nè che dire, quasi avesse speranza di intenerire quell'uomo e da
lui dipendesse la sua salute, proruppe in confuse supplicazioni quasi
con voce di pianto. Giurò ch'egli ned era andato ad assalire la fabbrica
Benda, nè aveva saputo dell'assassinio di messer Nariccia fuorchè al
mattino; sì, era pur vero, disse, che inconsiderate parole gli erano
sfuggite contro il fabbricante ed il padrone di casa, ma in quel
momento, coll'animo vivamente esagitato, egli aveva detto cose a cui non
pensava, che non aveva per nulla l'intenzione di eseguire; lo
lasciassero andare ch'egli ne aveva gran bisogno: parlò della moglie
moribonda all'ospedale, dei figliuoli all'ospizio, che non per lui, ma
per quei poveretti gli usassero pietà.
Il giudice lo lasciò dire con molta pazienza, ascoltandolo freddamente;
poscia tornando egli a parlare:
— Sentite, gli disse, non vi nascondo che le apparenze sono molto contro
di voi, e che le vostre risposte furono ben lontane dal scemare i
sospetti a vostro riguardo: ma pure ci avete un modo tuttavia da
escludere ogni vostra colpabilità, da far dileguare ogni dubbio, e
sarebbe quello di provar l'_alibi_.
Andrea guardò il giudice con tanto d'occhi.
— L'_alibi_? ripetè egli con tono che significava non saper egli che
animale si fosse codesto.
— Sì, riprese l'uomo della legge coll'impazienza di chi, avendo
famigliare un'espressione, non può persuadersi che altri non la capisca:
sì l'_alibi_, vuol dire che proviate come durante il tempo in cui si
commisero quei reati, voi foste altrove, _alibi_, e quindi sia
impossibile che voi prendeste parte ai reati medesimi.
La faccia di Andrea si rasserenò tutta.
— Sì? esclamò egli con accento di somma gioia: ma in tal caso io sono
salvo. Ho passato fin dalla prima sera, tutta la notte in un luogo, oso
dire, a fare un'opera buona.
Il fiscale crollò con mossa alquanto incredula il capo. Per lui uno de'
rei era già trovato: era lieto del suo successo, e gli rincresceva aver
da rinunziare alla sua convinzione ed alla soddisfazione di amor proprio
d'aver già appurata la colpevolezza di uno di quei terribili assassini.
— Uhm! diss'egli con un certo risolino; codesto non basta il dirlo.
Converrebbe, come vi ho già espresso, provarlo.
— E lo posso provare.
— Ci avete dei testimoni?
— Sì.
— Ammessibili?
— Affatto... L'uomo stesso al cui letto io ho vegliato.
— Ebbene chi è costui? E dove lo si trova?
Andrea aprì le labbra per rispondere, ma poi un nuovo sentimento
sopravvenne a trattenerlo.
— Ah no, non posso: esclamò egli con dolore e rabbia; ho promesso
solennemente di tacerlo.
Sulla faccia del giudice tornò quel certo risolino di poc'anzi: ed egli
s'alzò come per dinotare che l'interrogatorio era finito.
— È molto spiacevole per voi che non possiate parlare. Codesto vi
avrebbe tratto assai facilmente d'imbarazzo: ma poichè una tal promessa
vi chiude la bocca, è inutile insistere, non abbiamo più nulla da dirci,
e potete tornare nella vostra carcere.
Chiamò i secondini perchè Andrea fosse ricondotto al suo stanzone, ed
egli medesimo, ripiegate le sue carte, s'accinse ad uscire col
segretario: ma il prigioniero, quando fu alla soglia, si fermò ed
esclamò con forza:
— Un momento!... Ah! per salvarsi, un padre di famiglia può anche
violare una tal promessa. Sono disposto a dir tutto. Ecco l'indirizzo
del luogo ov'io passai tuttedue le notti di sabato e di domenica; vadano
colà e troveranno l'uomo che forse deve a me se ancora trovasi in vita.
Il giudice fece scrivere dal segretario l'indirizzo che Andrea gli
disse; domandò che nome avesse quell'uomo di cui l'inquisito parlava, ed
Andrea rispose che l'ignorava.
— Si prenderanno informazioni: disse asciuttamente e di mala voglia il
fiscale; e ricordatevi bene che le frottole non vi serviranno di nulla.
Il marito di Paolina fu ricondotto in carcere.
Quel giorno medesimo il signor Tofi ebbe una viva soddisfazione. Egli in
questo succedersi di gravi avvenimenti sentiva di molto la mancanza di
Barnaba, cui non aveva più visto dopo quel colloquio avvenuto fra di
loro, nel quale egli all'agente caduto in disgrazia aveva manifestato i
voleri e gli ordini dei superiori; e per riaverlo al suo fianco avrebbe
dato non so che cosa. Aveva fatto cercare di lui, ma Barnaba, oltre il
palese, aveva un domicilio nascosto, sconosciuto anche dal suo capo, e
non era stato possibile averne notizia. Quel dì dopo l'interrogatorio di
Andrea, l'ufficio di polizia ricevette da quello fiscale una
comunicazione, in cui dicevasi uno degli imputati aver cercato di
stabilire l'_alibi_ allegando d'essere rimasto tutta notte in via tale,
casa tale, al tal piano, senza voler dire il nome della persona che in
quel quartiere abitava; si prendessero informazioni di che luogo fosse
quello e chi vi abitasse, ma con molta cautela per non dare la sveglia,
se per caso vi fosse colà dei complici.
Era una missione delicata; e poi una specie di ispirazione d'istinto lo
mosse: il Commissario decise di andare in quel luogo esploratore egli
medesimo. Assunse l'aspetto d'un buon borghese ed andò a picchiare (che
non c'era campanello) alla porta dell'indicatogli quartiere. Venne ad
aprirgli la faccia melensa di Meo, che rimase ancor più melensa nel
vedersi innanzi una persona che non conosceva.
— Oh! disse lo stupido. Credevo che fosse il medico!
— Son ben il medico per l'appunto: rispose il Commissario cacciandosi
innanzi.
— Ma!... E quell'altro?
— Quell'altro non ha potuto venire, ed ha mandato me in sua vece.
Traversò senz'altro con tutta sicurezza quella prima cameretta che
serviva d'entrata, e s'intromise nella seconda stanza, nella quale vide
un letto su cui giaceva un uomo. Mandò un'esclamazione e in un salto fu
presso il giacente. In costui aveva riconosciuto Barnaba.
CAPITOLO VIII.
Torniamo indietro di due giorni, a quella sera ed a quel momento in cui
Barnaba cadeva sulla neve della strada, trafitto alle reni dall'affilato
pugnale di _Graffigna_. Abbiamo visto che nell'ombra della notte due
persone accostantisi al luogo del commesso delitto, apparivano agli
occhi spaventati di Marcaccio, il quale gettando l'allarme come se fosse
loro addosso la forza pubblica, fuggiva e faceva fuggire il suo
complice.
Que' due uomini erano invece, come già fu detto, _Macobaro_ l'ebreo, e
il marito di Paolina, che ultimi erano usciti dalla bettolaccia di
Pelone. Il vecchio rigattiere che giunse primo sopra il caduto, lo
schivò col suo passo barcollante per l'età, e mormorò fra i denti:
— Un ubriaco fradicio. Be', ch'e' dorma costì sulla neve; ciò gli vorrà
far passare i vapori.
Barnaba era caduto, ma non aveva perso menomamente la cognizione. Aveva
sentito la fredda lama penetrar nelle viscere; gli era stato impedito il
pur mandare un grido dallo spasimo e dal sangue che si era precipitato
alla gola, ma egli non s'era tuttavia smarrito dell'animo. Quando vide
che i due uomini da cui era stato assalito fuggivano ratti, Barnaba
aveva creduto davvero ancor egli che una pattuglia od alcune guardie di
polizia di servizio sopraggiungessero, e fatto uno sforzo per levarsi,
puntando la mano al suolo, riuscì a tirar su il capo e guardare verso il
nuovo sopravvenuto; riconobbe _Macobaro_, e fu sul punto di lasciarsi
ricadere senza cercarne aiuto ned altro, perchè troppo sospettava delle
attinenze di quel vecchio con coloro che lo avevano trafitto: ma il
rigattiere non aveva ancora fatto il giro intorno al corpo del caduto,
per continuare il suo cammino, quando giungeva a quel punto anche
Andrea, il quale se nei fumi del vino aveva ammortito alquanto il
rimorso della mala opera commessa, non ci aveva però attutiti
quell'istinto pietoso e quel sentimento d'umanità che erano nella sua
natura.
— Un povero diavolo che ha male: diss'egli curvandosi sopra Barnaba che
stava ancora col capo eretto a guardare.
La fisionomia dell'operaio ispirò fiducia nel ferito.
— Sì, diss'egli colla poca voce che aveva, ho male, ho molto male; mi
fareste una fiorita carità ad aiutarmi a levar su, ed accompagnarmi a
casa, che non è lontano; e ne avreste buon compenso, ve ne assicuro.
Alla parola di compenso la cupidigia fece drizzar le orecchie e fermare
il passo a _Macobaro_.
— Oh, oh! diss'egli accostandosi, e' mi pare di conoscere questa voce.
Andrea passò un braccio sotto il corpo del caduto per sollevarlo, ma
ritirò con ribrezzo la mano, sentendosela bagnata d'un tepido umore
attaccaticcio.
— Santa Madonna! Questo è sangue!...
— Sì, sono ferito: ma non sarà nulla..... Ch'io possa soltanto giunger
presto a casa mia.
— Qui conviene correre a chiamare soccorso, ad avvisare la giustizia....
Barnaba trattenne pei panni Andrea che pareva voler prendere le mosse.
— No, no; diss'egli con istraordinaria energia. Non voglio nessuno; la
giustizia non ha da saperne nulla... Me la farò da me, la giustizia....
se scampo.
Jacob aveva riconosciuto pienamente il segreto agente della polizia,
sulla cui condizione, da lungo tempo egli aveva più che sospetti.
— Egli è l'Eterno medesimo che me lo manda a stromento della mia
vendetta: diss'egli fra sè. Quand'io salvi dalla morte costui, potrò per
suo mezzo perdere _quell'altro_ senza rovinar me.
Si chinò ancor egli con tutta premura verso il ferito.
— State di buon animo, gli susurrò, noi vi trarremo fuori d'ogni
rischio. Solo ch'io possa esaminare la vostra ferita, e vedrete. Nella
mia famiglia, da tempo immemoriale ci abbiamo conoscenza d'ogni fatta
ferite e segreti infallibili per guarirle. Andiamo adunque a casa vostra
e non dubitate di nulla.
Andrea prese fra le braccia il ferito, e recandoselo come se fosse un
fantolino, s'affrettarono verso quella strada, entrarono in quella casa
e salirono quelle scale cui Barnaba loro indicò, di guisa che pochi
minuti dopo, il trafitto era disteso sopra il suo letto, e _Macobaro_
visitatolo e fattagli una fasciatura a suo modo, lo rassicurava
affermando che nessun organo essenziale era stato offeso dalla lama, la
quale s'era miracolosamente insinuata fra le viscere, e che perciò non
solamente sicura, ma sollecita sarebbe stata la guarigione.
Andrea aveva acceso il fuoco ed aiutato l'ebreo in tutto ciò che aveva
potuto; e in codeste cure prodigate al ferito, era passata oramai la
notte. Barnaba, ringraziati i due suoi soccorritori, aveva voluto
rinviarli alle case loro ed alle loro bisogna, ma Andrea aveva risposto
non aver egli più casa ove ricoverarsi, nè famiglia che avesse da
inquietarsi de' fatti suoi, e quindi poter benissimo rimanere a custodia
del malato, come grande n'era pure il bisogno. _Macobaro_ ancor egli
protestò che a casa sua non ci aveva da andare, nè voleva, e che anzi se
non si fosse trattato d'una sì rincrescevole disgrazia, sarebbe stato
lieto fosse nata occasione da dovere star lontano dalla sua dimora; e
così avvenne che Ester, rimasta sola in casa, potesse di là fuggire,
come vedemmo.
Ma prima che il vecchio ebreo, la mattina di poi, abbandonasse il letto
dell'infermo per tornare a casa sua, fra quei due aveva luogo un breve
colloquio a parole interrotte, il quale era però importantissimo,
essendosi gettate, per così dire, le basi d'un'alleanza fra loro, della
quale dovevano riuscire terribili gli effetti.
Fu _Macobaro_ che incominciò:
— Scusi, diss'egli, se entro in discorso che forse la infastidisce o le
spiace, ma vi sono costretto per la mia stessa tranquillità e per quella
di quel bravo uomo.
Ed accennò con una mossa del capo ad Andrea, che sonnecchiava sopra una
seggiola presso il fuoco.
Barnaba fece un moto degli occhi, che voleva dire:
— Parlate pure:
— Ella non volle che si andasse ad avvertire l'autorità....
Il ferito interruppe con un gesto negativo del capo, pieno di energia.
— Non vorrei poi che io e quel buon operaio rimanessimo compromessi.
— Siate tranquillo: rispose allora Barnaba fissando ben bene entro gli
occhi il padre di Ester e pesando sulle parole, che pronunciava
lentamente: non avete nulla da temere. Se io guarisco... e voi mi
assicurate che guarirò...
Jacob ripetè quest'affermativa con accento pieno di convinzione.
— Non solamente non avrete disturbi, ma dall'avermi soccorso potrete
avere vantaggio. Debile ed umile, com'io vi sembro, io potrei pure molto
far obbliare, e molto perdonare per chi avesse bisogno dell'una e
dell'altra cosa.
_Macobaro_ chinò gli occhi, prese un'aria modesta e disse:
— Potrei invocare poi la sua protezione in questo senso... non per me,
ma per alcuni alla cui sorte m'interessassi?
— Sicuramente.
— Ma ciò vuol dire, s'io non erro, che s'Ella ha sufficiente autorità da
far mettere certe cose nel dimenticatoio, l'avrà pure per far volgere il
rigore delle Autorità sopra questo o quel fatto, questo o
quell'individuo?
Barnaba affondò i suoi occhi in quelli dell'ebreo che si levarono un
momento su di lui. Ciò bastò perchè il poliziotto travedesse nell'anima
del vecchio rigattiere.
— La ho: rispose con quell'accento significativo di prima. Anzi per far
male ad alcuno — che se lo meriti — la ho tanto di più.
Qualunque fosse l'impressione che queste parole facessero su _Macobaro_,
questi la dissimulò compiutamente in una perfetta immobilità della
persona, tenendo chini a terra il volto e gli occhi; ma dopo un breve
istante riprese a parlare.
— Se dunque Ella non vuole sia ora avvisata la giustizia del delitto
compito su di Lei, non è perchè la rinunci alla vendetta.....
Pronunciò egli questa parola con una vibrazione speciale, e nel
pronunziarla le sue fosche pupille dal fondo delle occhiaie tornarono a
volgersi sul volto di Barnaba.
— Alla vendetta! esclamò questi di cui gli sguardi balenarono alla pari.
Rinunciarvi? Mai più! Gli è perchè voglio compirnela io..... che ho i
mezzi ed il potere di regalarmela da me questa vendetta, che non mi
piace nessun altro venga ad intromettersi prima. I due sciagurati che mi
ferirono furono stromenti soltanto: io voglio salire più su, voglio
afferrare la mente che ha guidato quelle mani, e per giungervi farei non
so che cosa.
— Ah sì! esclamava con forza il vecchio Arom, Ella ha ragione..... Gli è
colà che bisogna percuotere.
Barnaba tese vivamente una mano fuori delle coltri ed afferrò lo scarno
braccio dell'ebreo.
— E voi mi ci aiuterete: disse con vece bassa ma vibrata. Avete voi pure
una vendetta da compiere? I nostri odii si uniscano e quell'uomo è
perduto.
— Basta! basta! disse, _Macobaro_ levando il suo braccio dalla stretta
della mano del ferito. Abbiamo già troppo discorso, e non bisogna che
Ella si agiti il sangue. Stia calmo ed in riposo, la mente ed il corpo.
Si curvò su di lui e soggiunse piano piano che appena il giacente l'udì:
— Di ciò parleremo ancora di poi.
— Ah vendetta, vendetta! pensava Barnaba seguendo collo sguardo il
You have read 1 text from Italian literature.
Next - La plebe, parte IV - 13
- Parts
- La plebe, parte IV - 01Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4477Total number of unique words is 166237.6 of words are in the 2000 most common words54.1 of words are in the 5000 most common words61.9 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 02Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4407Total number of unique words is 171539.0 of words are in the 2000 most common words53.5 of words are in the 5000 most common words62.5 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 03Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4427Total number of unique words is 171836.7 of words are in the 2000 most common words52.8 of words are in the 5000 most common words61.6 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 04Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4449Total number of unique words is 157239.2 of words are in the 2000 most common words55.1 of words are in the 5000 most common words63.0 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 05Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4478Total number of unique words is 165339.1 of words are in the 2000 most common words53.3 of words are in the 5000 most common words61.3 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 06Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4520Total number of unique words is 157839.4 of words are in the 2000 most common words54.4 of words are in the 5000 most common words62.8 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 07Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4477Total number of unique words is 160739.4 of words are in the 2000 most common words55.2 of words are in the 5000 most common words61.8 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 08Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4490Total number of unique words is 165839.2 of words are in the 2000 most common words55.4 of words are in the 5000 most common words63.1 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 09Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4427Total number of unique words is 166738.1 of words are in the 2000 most common words54.3 of words are in the 5000 most common words61.8 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 10Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4434Total number of unique words is 163239.5 of words are in the 2000 most common words54.4 of words are in the 5000 most common words62.2 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 11Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4531Total number of unique words is 166640.2 of words are in the 2000 most common words55.1 of words are in the 5000 most common words61.8 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 12Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4498Total number of unique words is 163738.8 of words are in the 2000 most common words53.7 of words are in the 5000 most common words60.9 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 13Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4498Total number of unique words is 157438.6 of words are in the 2000 most common words54.9 of words are in the 5000 most common words63.5 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 14Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4475Total number of unique words is 171940.3 of words are in the 2000 most common words55.9 of words are in the 5000 most common words63.7 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 15Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4452Total number of unique words is 159639.8 of words are in the 2000 most common words55.4 of words are in the 5000 most common words64.3 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 16Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4576Total number of unique words is 160737.6 of words are in the 2000 most common words52.2 of words are in the 5000 most common words61.0 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 17Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4462Total number of unique words is 166837.5 of words are in the 2000 most common words53.6 of words are in the 5000 most common words62.2 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 18Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4406Total number of unique words is 162937.3 of words are in the 2000 most common words52.3 of words are in the 5000 most common words60.2 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 19Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4463Total number of unique words is 177937.2 of words are in the 2000 most common words51.8 of words are in the 5000 most common words60.2 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 20Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4497Total number of unique words is 166739.0 of words are in the 2000 most common words53.8 of words are in the 5000 most common words60.8 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 21Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4449Total number of unique words is 162638.5 of words are in the 2000 most common words53.4 of words are in the 5000 most common words61.3 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 22Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4540Total number of unique words is 163739.4 of words are in the 2000 most common words55.1 of words are in the 5000 most common words62.9 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 23Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4461Total number of unique words is 166537.3 of words are in the 2000 most common words52.8 of words are in the 5000 most common words61.2 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 24Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4521Total number of unique words is 166637.0 of words are in the 2000 most common words52.5 of words are in the 5000 most common words61.3 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 25Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4495Total number of unique words is 171036.9 of words are in the 2000 most common words51.1 of words are in the 5000 most common words58.1 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 26Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4551Total number of unique words is 170734.4 of words are in the 2000 most common words49.4 of words are in the 5000 most common words55.9 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 27Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4419Total number of unique words is 160238.5 of words are in the 2000 most common words54.1 of words are in the 5000 most common words63.2 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 28Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4364Total number of unique words is 164538.3 of words are in the 2000 most common words53.1 of words are in the 5000 most common words61.4 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 29Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4480Total number of unique words is 160736.7 of words are in the 2000 most common words52.9 of words are in the 5000 most common words61.2 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 30Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4472Total number of unique words is 169738.7 of words are in the 2000 most common words55.6 of words are in the 5000 most common words63.4 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 31Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4438Total number of unique words is 168837.0 of words are in the 2000 most common words53.1 of words are in the 5000 most common words61.6 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 32Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4410Total number of unique words is 170336.4 of words are in the 2000 most common words51.2 of words are in the 5000 most common words59.9 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 33Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4424Total number of unique words is 171934.3 of words are in the 2000 most common words50.9 of words are in the 5000 most common words59.4 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 34Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4488Total number of unique words is 165237.1 of words are in the 2000 most common words52.2 of words are in the 5000 most common words60.1 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 35Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4451Total number of unique words is 168737.6 of words are in the 2000 most common words53.2 of words are in the 5000 most common words60.9 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 36Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4465Total number of unique words is 170038.0 of words are in the 2000 most common words54.0 of words are in the 5000 most common words61.4 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 37Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4430Total number of unique words is 169438.8 of words are in the 2000 most common words55.0 of words are in the 5000 most common words62.4 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 38Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4466Total number of unique words is 164739.4 of words are in the 2000 most common words54.3 of words are in the 5000 most common words62.7 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 39Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4453Total number of unique words is 171137.2 of words are in the 2000 most common words53.3 of words are in the 5000 most common words60.9 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 40Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4397Total number of unique words is 168536.0 of words are in the 2000 most common words52.4 of words are in the 5000 most common words60.3 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 41Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4512Total number of unique words is 166336.5 of words are in the 2000 most common words51.9 of words are in the 5000 most common words59.3 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 42Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4534Total number of unique words is 174637.0 of words are in the 2000 most common words54.0 of words are in the 5000 most common words61.6 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 43Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4434Total number of unique words is 174336.7 of words are in the 2000 most common words52.3 of words are in the 5000 most common words60.5 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 44Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4404Total number of unique words is 162037.3 of words are in the 2000 most common words53.1 of words are in the 5000 most common words61.9 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 45Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4450Total number of unique words is 161138.5 of words are in the 2000 most common words53.9 of words are in the 5000 most common words61.8 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 46Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4498Total number of unique words is 173935.3 of words are in the 2000 most common words50.7 of words are in the 5000 most common words59.1 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 47Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4416Total number of unique words is 172136.7 of words are in the 2000 most common words52.5 of words are in the 5000 most common words60.6 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 48Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4447Total number of unique words is 171036.9 of words are in the 2000 most common words52.6 of words are in the 5000 most common words61.2 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 49Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4452Total number of unique words is 168735.7 of words are in the 2000 most common words51.1 of words are in the 5000 most common words59.2 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 50Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 4488Total number of unique words is 177138.7 of words are in the 2000 most common words54.8 of words are in the 5000 most common words61.9 of words are in the 8000 most common words
- La plebe, parte IV - 51Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.Total number of words is 275Total number of unique words is 19653.9 of words are in the 2000 most common words68.1 of words are in the 5000 most common words73.1 of words are in the 8000 most common words