La Carrozza di tutti - 10

Total number of words is 4542
Total number of unique words is 1747
35.9 of words are in the 2000 most common words
51.0 of words are in the 5000 most common words
59.3 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
come a bagliori, ma d'una forza di seduzione indefinibile, altera a un
tempo e dolcissima, cento volte più seducente che la bellezza composta
d'un viso bello davvero.
— Ecco dov'è accaduta la disgrazia — disse, quando il tranvai,
attraversata la via Santa Teresa, s'inoltrò nel nuovo tratto di via
Venti Settembre, e, dette quelle parole, si strinse al petto il suo
bambino, coprendogli il capo con le mani, come per difenderlo da un
pericolo. Si riscosse un momento dopo ed esclamò vivamente, toccando
l'amica col gomito: — Eccolo là!
Ci veniva incontro un'altra giardiniera, sulla quale riconobbi al primo
sguardo il cocchiere dai capelli grigi, che avevo visto passar fra le
guardie in mezzo alla folla, la mattina della disgrazia. Egli passò
col viso accigliato, con gli occhi fissi davanti a sè, senza veder la
signora.
— Si volti indietro —, disse questa all'amica — e stia attenta. Vedrà
che passando in quel punto si fa il segno della croce. Dice che se lo
fa sempre dopo quel giorno.
Tutt'e due si voltarono, mi voltai anch'io, e benchè il tranvai fosse
già distante un cinquanta passi, vidi benissimo l'atto del cocchiere,
che si segnò.
— Ha veduto? — domandò la signora all'amica. — Ha veduto?
E disse queste parole con un tale accento che non mi maravigliai di
vederla nello stesso tempo premersi un dito nel cavo dell'occhio come
per arrestarvi una lacrima. E compresi: era una lacrima di contentezza:
se quegli avesse continuato a bere, non avrebbe fatto quell'atto; non
beveva dunque più; essa aveva vinto! — A me balenò un altro pensiero: —
S'è forse segnato appunto perchè ha bevuto. — Ma subito mi rimproverai
di quel pensiero. — Perchè non credere al bene? Credici, poichè anche
il crederci è bene; credici tu pure. — E al vedere il bel sorriso,
quasi di compiacenza materna, che brillava negli occhi umidi della
signora, mi suonò in mente la dolce esclamazione del Fogazzaro: — Sì, è
bella l'anima umana!
*
Il “bel maggio„ mi fece rivedere anche il mio giovane pittore,
sull'ultimo tratto della linea di Borgo San Secondo, proprio nell'ora
della mattina in cui quel tranvai porta una raccolta tutta sua propria
di passeggieri: monache, medici, impiegati del Magistero dell'ordine
Mauriziano, e parenti e amici di malati, diretti al grande Ospedale,
con pacchi, involti di biancheria, frutti e libri fra le mani, alcuni
col viso sereno, i più tristi, tutti pensierosi. Nel punto che il
tranvai usciva dall'abitato in mezzo ai prati verdi, in faccia al
Monviso quasi svanito nell'azzurro del cielo, salì il bel giovanotto,
roseo e fresco, che pareva il mese di maggio in persona, e col piede
ancora sul montatoio mi accennò allegramente che n'aveva una curiosa da
raccontarmi. No, non della signora delle coincidenze, che era ancora
un mistero per lui, benchè credesse d'aver trovato certe tracce...;
un altra, un caso amenissimo, destinato alla rubrica della _gelosia
coniugale in tranvai_, visto da lui stesso. Si trattava d'una signora
maturotta, la quale, salita sopra una giardiniera nel corso Cairoli,
dalla parte di dietro, senz'esser vista dai passeggieri che stavan
davanti, aveva scoperto sulla prima panca la schiena di suo marito,
seduto accanto a una loro giovane amica, e stretto con questa in una
conversazione fitta e viva, accompagnata da quelle mosse del capo,
da quegli atteggiamenti adoratorii, da quella continuità e intensità
d'attenzione sorridente, che non lascian dubbi sulla natura della
relazione fra un uomo e una donna. Per veder meglio il fatto suo, la
signora s'era messa in piedi sulla piattaforma, e da quell'osservatorio
era stata un pezzo a contemplare con gli occhi dardeggianti e col viso
livido il profilo amoroso del suo coniuge, bevente le parole amate,
anzi i due profili, che parevan di due colombi che si beccassero, non
perdendo un lampo dei loro occhi, non un guizzo delle loro labbra; e
il mio amico era rimasto in osservazione di tutti e tre, aspettando
la scenetta che poi avvenne. Alla prima fermata del tranvai, vicino
al ponte di ferro, la signora era discesa come una freccia dalla
piattaforma di dietro e salita come uno spettro su quella davanti,
proprio in faccia al marito e all'amica.... Ah quel marito! Che
mutamento di frontespizio! Una vera trasformazione dei connotati,
a vista, come suol dirsi, e l'amica _idem:_ due facce di defunti; e
il colmo del comico era stato questo che, separandosi lui e lei per
istinto come un corpo spaccato in due, la moglie s'era seduta d'un
colpo in mezzo a loro, facendo una riverenza ad entrambi per salvare
le apparenze, ma con due occhi che parevan due tizzoni d'inferno....
Ah no, il tranvai non era un nido d'amore da consigliarsi per i mariti
infedeli.
Gli domandai, a quel proposito, a che punto fossero le sue ricerche
matrimoniali sulla rete tranviaria. Con mio stupore, lo vidi arrossire
un poco, e scrollare una spalla, come se gli avessi rammentato una
sciocchezza di cui si vergognava, e che non avrei dovuto prender sul
serio. Rimase pensieroso, però, qualche momento; e poi cambiò discorso
ad un tratto, domandandomi: — Che cosa pensa lei delle studentesse?
Non capii la domanda. — Di quali? — domandai alla mia volta.
Ma mi accorsi subito che m'aveva fatto quella domanda non per sentire
il mio parere, ma per dirmi il suo, e me lo disse con l'accento di
chi desidera di non esser contraddetto, con un calore e un'abbondanza
di parole insolita in lui. Mi disse che a lui quello che si diceva
della sconvenienza di mandar le ragazze ai licei e alle Università
pareva un pregiudizio ridicolo; che era stupido il parlar di pericoli
e d'influssi immorali, poichè soltanto le civette nate li correvano
e li subivano, e che anzi portavano esse appunto gli uni e le altre
fra i maschi; che le ragazze veramente oneste e serie si facevano
rispettare, non solo, ma esercitavano un influsso buono sui giovani, e
che ne poteva citar degli esempi; che la virtù vera e solida non era
quella che si fonda sull'ignoranza delle brutture umane, ma quella
che vien dall'orrore che si risente conoscendole, e che in ogni caso
il velo dell'ignoranza lo squarciavano alle ragazze le conversazioni
che udivano ogni giorno e i romanzi e il teatro e i balli e i
giornali, assai prima che arrivassero ai loro orecchi le volgarità dei
condiscepoli volgari, e che in tutti i modi.... e che insomma.... e che
quand'anche....
Ma vedendo che lo guardavo con maraviglia, arrossì da capo, e saltò in
un altro discorso, domandandomi se avessi più visto la _Chisciottina_.
Gli raccontai il fatto, ed egli me ne disse un altro, che aveva saputo
da un amico un mese addietro. Un giorno, sul tranvai, avendo visto
un ragazzino del popolo che meditava sul disegno pornografico d'una
scatola di fiammiferi, la signora gli aveva comprato la scatola con
quattro soldi e l'aveva buttata sulla strada; e alcuni passeggieri
intorno essendosi messi a ridere come d'una stravaganza, lei,
indignata, gli aveva rimbeccati con un epiteto, come dire? un epiteto
non proprio da signora riguardosa, ma da donna sincera....
Nel dir questo, mentre il tranvai entrava nel viale di Stupinigi,
rompendo in due una festosa brigata di signori e di signore in
bicicletta, egli si dondolava sul montatoio, con un piede per aria,
pronto a discendere, e mi sorrideva; ma c'era sotto quel sorriso, su
quel bel viso roseo, come l'ombra d'un pensiero nascosto, d'un leggiero
turbamento, non momentaneo, ma consueto; un'ombra leggerissima, la
quale mi fece sospettare ch'egli avesse già incontrato sulla rete
d'una delle due Società quello a cui voleva far credere di non aver più
pensato.
*
E “maggio, bel maggio„ rideva pure ai miei due piccoli sposi di borgo
San Donato, che un dopo pranzo di domenica, andando al Pallone, rividi
sul tranvai pieno zeppo della barriera di Casale, seduti sulla prima
panca; lei con un cappellino guernito di fiori rossi, che pareva nuovo
fiammante, e un ombrellino lilla; lui con un cappello di paglia gialla,
fasciato d'un nastro azzurro, che doveva esser fresco di bottega.
Quello sfoggio straordinario mi fece pensare che fosse toccata loro
una piccola fortuna, una eredità di qualche biglietto da cento, o
una “gratificazione„ inaspettata al marito, più probabilmente, e che
andassero a festeggiarla con un modesto desinare in qualche modesta
trattoria fuor di porta. Che fossero in uno stato d'animo insolito
lo dimostrava il fatto che lui, sempre così timido e riserbato,
tenesse un braccio disteso sulla spalliera attorno alle spalle di
sua moglie, la quale piegava un po' il capo dalla parte sua. E nel
guardar quell'atto, ch'egli faceva, di stringersi al cuore e quasi di
difendere quella sua povera sposa, che nessuno si sarebbe mai sognato
d'insidiargli, quell'atto che pareva dire: — Vedete, questa poveretta
che a nessuno piace e che nessuno guarda è il mio amore, il mio tesoro,
la mia vita, — mi commosse questa idea: che a pigliarsi una libertà
simile egli era stato forse incoraggiato dal pensiero umile e triste
che una dimostrazione d'affetto fra due povere creature come loro non
avrebbe attirato l'attenzione d'alcuno, non sarebbe forse nemmen parsa
una dimostrazione d'amore. Ma da queste considerazioni mi stornò un
accidente strano, che non avevo mai visto sul tranvai. Disputavano da
un poco, a voce bassa, ma in tuono aspro, due coniugi sulla quarantina,
vestiti con decenza, seduti sur una delle panche di mezzo. Tutt'a un
tratto il marito mise un braccio dietro la spalliera e picchiò un pugno
nella schiena di sua moglie, sonoro come un colpo di tamburo. Tutti si
voltarono, si levò un mormorìo di sdegno; ma la moglie non rifiatando,
lisciandosi la barba il marito, immobili e tranquilli tutt'e due come
se nulla fosse stato, tacque il mormorìo, e allo sdegno succedette
nei passeggieri una stupefazione comica di quel pugno improvviso e
solitario, che aveva troncato così di netto il diverbio, con apparente
consenso della picchiata, come un segnale che fosse stato convenuto
fra la coppia per rimettersi d'accordo nei momenti critici. E non ci
fu altro. A guardar quella scena s'eran voltati tutti fuor che i due
sposi; i quali non si mossero dal loro atteggiamento fino all'arrivo
alla barriera. Qui, prima che il tranvai si fermasse, la sposa s'alzò,
e vedendola così ritta di fianco, riconobbi nella sua persona gracile
quella curva leggiera che è il primo indizio visibile d'una nuova vita
umana. Allora compresi; compresi il perchè dello sfoggio insolito e del
desinare fuor di porta e del braccio appoggiato sulla spalliera in atto
di protezione amorosa! I fiori rossi, l'ombrellino lilla, la cappellina
nuova e l'atto carezzevole erano per _lui_; per _lui_ essi andavano
a fare il rialto in campagna; per _lui_ erano il lusso e la festa. E
se non me l'avesse detto la curva, me l'avrebbe fatto pensare l'atto
di premura e di rispetto gentile con cui il giovane, disceso prima,
tese le due mani per aiutar lei a discendere, come se già scendessero
in due. Mi fermai a guardarli mentre s'allontanavano, stretti l'uno
all'altro, nel polverìo dello stradone. Poveri e buoni figliuoli! Se
avessi avuto la lanterna miracolosa di Aladino avrei trasformato la
loro trattoria in un palazzo e fatto cadere sulla loro povera mensa una
pioggia di fiori e di diamanti.
*
Ma il “bel maggio„ non rideva per la povera vecchietta di Pozzo
di Strada. Mi bastò uno sguardo, la mattina che la vidi ritta in
fondo al tranvai di via Garibaldi, con accanto il suo sacco solito
e gli occhi fissi nel vuoto, per capire che non aveva ancora avuto
notizie del suo _Giacolin_, ch'ella si torturava ancora il cervello
e il cuore raffigurandoselo a volta a volta prigioniero, morto,
mutilato, famelico, errante come una belva di tana in tana per la
terra misteriosa, di cui non le era nota altra cosa fuor del nome
maledetto. Erano i giorni che si faceva la questua a benefizio dei
feriti e dei prigionieri d'Africa. Dei giovani signori, con una scritta
sul cappello, salivano a raccoglier danaro sui tranvai, porgendo un
bossolo di latta. A metà di via Garibaldi salì sul nostro un giovanotto
elegante, che pareva uno studente, e passò di panca in panca, lungo
i due lati, tenendosi sul predellino. Giusto, ecco uno dei tanti
vantaggi che offre la carrozza di tutti: chi osa rifiutare un soldo
per beneficenza lì sotto gli occhi della gente? Pochi. Vidi però tra
questi pochi dei signori. Seguitai con lo sguardo il raccoglitore
fin che arrivò accanto a me sulla piattaforma. Quando egli mise il
bossolo davanti alla vecchia, questa non capì, e lo guardò con quanta
maraviglia poteva ancora manifestare il suo viso quasi pietrificato
nell'espressione d'un pensiero unico. — Per i prigionieri e i feriti
d'Africa! — disse il giovane in dialetto, spiccicando le sillabe.
A quelle parole si fece sul viso di lei come un chiarore vago di
crepuscolo, e i suoi occhi socchiusi s'apersero. Lessi in quello
sguardo il suo pensiero: dar qualche cosa era come fare atto di fede
nella sopravvivenza del suo figliuolo, era quasi un comprarsi un po'
d'illusione ch'egli potesse ancora ricevere un benefizio. Frugò in
una tasca del grembiule, tirò fuori un soldo, ma lo ripose: le pareva
poco: cavò una moneta di nichel — il suo pane d'un giorno, forse, o
il vino che la teneva ritta per due, — e con l'atto d'una divota che
fa l'offerta al santo a cui chiede una grazia, guardando il giovinotto
con un'espressione triste di simpatia e quasi di gratitudine, come se
proprio lui avesse dovuto portare al suo figliuolo il suo obolo, mise
la moneta nel bossolo, trattenendovi su un momento la mano corta e
rugosa, che tremolava; poi rifece il viso di prima, immobile e chiuso,
con lo sguardo fisso lontano sulla visione di sangue e d'orrore che da
sei mesi la torturava. Un passeggiere accanto a lei rifiutò bruscamente
l'oblazione, dicendo forte al raccoglitore: — No, perchè son certo che
ai prigionieri non ci arriva neanche un soldo! — Ah, barbaro, se anche
il sospetto orribile fosse stato verità! Ma per fortuna passava il
tranvai in quel punto davanti alla chiesa di San Dalmazzo, e la povera
vecchia, voltandosi per farsi il segno della croce, non sentì.
*
Ah, quante miserie, anche nel “bel maggio„ porta la carrozza di tutti!
Non ne potevo immaginare una così triste come quella che scopersi
la sera dopo in quel povero fattorino spersonito, che si chinò
cortesemente a raccogliere lo scontrino cadutomi dì mano, sull'ultimo
tranvai della linea di San Secondo, dove ero solo passeggiere. Nel
ringraziarlo, lo guardai in viso, e vedendolo pallido, con un'aria
spaurita, e parendomi che gli tremassero le mani, gli domandai se
era malato. Rispose che non era; ma che era stato; e lì per lì non
volle dir altro; ma pareva non aspettasse che una parola benevola, che
gl'inspirasse fiducia, per dir di più, per dare all'animo uno sfogo di
cui aveva bisogno. Gliela dissi: non ebbe effetto subito; insistetti,
e allora parlò; parlò con una voce accorata e tremante, nella quale
si sentiva una profonda sincerità. Mesi addietro, sopra un tranvai di
quella stessa linea, tre sconosciuti presi dal vino, irritati d'una
modesta osservazione fatta da lui per una quistione di scontrini, gli
avevan menato al capo una bastonata terribile, che l'aveva mandato per
un mese all'ospedale. Quei tre eran stati riconosciuti; la direzione
della Società aveva mosso contro di loro una causa penale, chiedendo
a vantaggio di lui un risarcimento di danni, e la causa era in corso;
ma questo appunto lo angustiava. Egli avrebbe voluto che si desistesse
dal procedimento perchè temeva una vendetta, e il suo timore, eccitato
a poco a poco dal lavorìo continuo dell'immaginazione, era diventato un
vero terrore. — Capirà — mi disse — noi siamo esposti giorno e notte.
A fare un colpo.... è un momento. E se me lo fanno? E se mi rendono
inabile al servizio? Io ho moglie e una bambina; una moglie così buona,
una bambina che mi vuol già tanto bene....
La sua voce si strozzò; mi fece pietà; cercai di rassicurarlo. Ma
fu inutile. Riconosceva giuste le mie ragioni, ma rispondeva: — Sono
indebolito, non son più io; che cosa vuole? Ho paura. Di giorno, tanto
va; ma quando vien sera, quando vedo accendere i lumi, mi comincia a
pigliar l'affanno, a tremare il sangue addosso.... Che cosa serve? Non
son più io, le dico, sono indebolito. Ho passato tante notti senza
dormire, ho sofferto tanti dolori alla testa, che farneticavo per
delle ore, e poi son stato un pezzo in convalescenza, a mezza paga,
e quante sere sono andato a letto digiuno per lasciar da mangiare
alla mia bambina! Eppure.... non li avevo mica offesi, una semplice
osservazione.... Io son rispettoso con tutti.... Lei potrebbe vedere:
tutti i passeggieri che mi conoscono mi salutano, mi vogliono bene....
Ma! Così son ridotto. — E ripeteva come un ritornello doloroso, che gli
fosse confitto nel cervello: — Fin che è giorno, meno male; ma la sera,
quando vedo accendere i lumi....
E ciò dicendo guardava qua e là, all'imboccatura delle strade buie,
come per vedere se ci fosse gente appostata, e tornava a ripetere: —
Sono indebolito.... Ho perso molto sangue....
E mi fece anche più pietà poco dopo, quando lo vidi chiedere i soldi ad
alcuni passeggieri con una cortesia umile e quasi peritosa, come se in
ogni persona egli vedesse un nemico che gli bisognasse ammansire, un
difensore che gli convenisse d'assicurarsi. Povero ragazzo! E pensavo
a chi sa quanti, per il ritardo d'un secondo a far fermare il tranvai
o per una parola d'osservazione sopra un soldo sospetto, l'avrebbero
quella sera stessa trattato d'infingardo o di villano e minacciato
d'un ricorso alla direzione. Ah quante piccole inique crudeltà,
quante piccole ingiustizie spietate si commettono continuamente, senza
saperlo.
*
E quante ingiustizie anche di puro pensiero! Trovo notato agli ultimi
di maggio: _il briaco_, e ricordo un quadro, da cui si potrebbe cavare
una forte scena di commedia satirica: un carrozzone chiuso della linea
dei Viali, nel quale, in mezzo a una corona di signori e di signore
eleganti, siede, piegato in due come un sacco mal ripieno, un uomo
sconciamente briaco, a cui cascano i capelli grigi sulla fronte nera
di carbone e pende dalla bocca bavosa un mozzicone di pipa spenta che
gli piove cenere sulla giacchetta unta e strappata. Egli guardava
i vicini con un sorriso d'ebete, soffregandosi le ginocchia con le
mani nere e dondolando il capo da una parte, come se meditasse parole
di scherno che non poteva più dire, e negli occhi socchiusi che ora
brillavano ora si spegnevano mostrava a vicenda la coscienza triste
del suo abbrutimento e un senso di acre dispetto per il ribrezzo
che s'accorgeva di destare. Ribrezzo, infatti, e nausea e sdegno
esprimevano i visi dei passeggieri costretti a respirare il lezzo di
quell'alito e di quei cenci obbrobriosi; e fra quei visi c'era quello
d'un signore sconosciuto, che mi conosceva; il quale, fissando me dopo
aver guardato quell'uomo, mi disse chiaramente con l'espressione del
suo sorriso: — Son questi che lei vuole portar su?
— Ebbene, sì, — gli avrei voluto rispondere. — Sono questi; questi
prima degli altri, certamente. Ah lei s'inganna se crede che
l'abbrutimento di costui sia vergognoso per lui soltanto. O come
accade che nessuno di noi non si mostra mai in quello stato se non
perchè sulla china che vi conduce siamo arrestati da cento ritegni
dell'intelligenza, della coscienza, dell'educazione, della compagnia,
che non son merito nostro, ma che furono messi in noi, o fra i quali
siam nati, e che quest'altra gente non trova intorno a sè nè in sè
stessa? E che cosa facciamo noi per mettere in loro questi ritegni? E
che mai di bello e di nobile e d'accessibile a tutti mettiamo noi fra
loro e la taverna, che li attragga e li svii? E siamo ben sicuri di non
dar loro che dei buoni esempi?
Il mio soliloquio fu interrotto a Porta Palazzo da una comitiva
chiassosa di signori che salirono alla rinfusa sulle due piattaforme,
e che, ripartito il tranvai, continuarono a chiacchierare e a ridere
rumorosamente, apostrofandosi da una parte all'altra, per gli usci
aperti, con appellativi comici e gesti burleschi. Venivano dalla
stazione di Lanzo, erano andati a fare una ribotta in qualche paese
vicino, alla quale alludevano, scherzando su certi piatti riusciti
male; avevano il viso acceso, la voce piena e vibrante, la parola
ardita e pronta di chi ha trincato del vino generoso; eran tutti a
cavallo del confine che separa l'ebbrezza decente dall'ubbriacatura
volgare, in quello stato in cui certi oscuramenti improvvisi
dell'intelligenza e certi impedimenti istantanei dell'organo della
parola si dissimulano ancora con felice accortezza; e da certi
accenni che si ripetevano in mezzo a quel guazzabuglio di voci, si
capiva che la giornata non era finita, ch'essi vedevano davanti a
sè, all'orizzonte, un'altra serie di libazioni, il _quelque chose au
de là_ consigliato dal Brillat-Savarin per far più vivo il piacere
dei banchetti. Ed eran così riboccanti di vita e di buon umore che i
signori e le signore del tranvai li guardavano con manifesta simpatia
e ridevano dei loro gesti e dei loro motti; alcuni dei quali, un
po' liberi, provocavano delle smorfiette graziose di scandalo, ma
accompagnate da un sorriso di benigna indulgenza.
— Eppure, — pensavo guardandoli, — hanno troppo bevuto anche questi,
che avrebbero potuto ricrearsi in tanti altri modi più degni. Se non
sono briachi affatto come l'altro non è perchè abbiano bevuto meno, ma
perchè hanno bevuto meglio. Se son più puliti di lui, è perchè fanno
un lavoro più pulito del suo. Se non cascan dal sonno come quello,
è perchè hanno meno faticato ieri e dormito di più questa notte. In
realtà, se si tien conto delle condizioni diverse, essi rappresentano
un'intemperanza non meno volgare, forse più colpevole di quella
del briaco, e certo d'esempio più pericoloso. E perchè dunque essi
sono scusati e paiono amabili, e non ci son scuse per l'altro, e il
ribrezzo che desta costui non è accompagnato almeno da un sentimento di
commiserazione?
A un certo punto il briaco attirò l'attenzione d'uno della brigata, il
quale lo accennò agli altri, e tutti si misero a guardarlo, che già
dormiva, facendogli addosso un fuoco di fila di frizzi e di risate.
Buon Dio! Erano delle bottiglie da due lire che beffeggiavano un litro
da otto soldi.
E anche dentro al carrozzone tutti ridevano.
Non tutti. Una signorina bionda, giovanissima, seduta in un angolo,
restava seria e guardava quell'ubbriaco con un'espressione di tristezza
e di pietà, corrugando la fronte ad ogni scherzo degli spettatori come
per una sensazione penosa. Quanto mi parve bella! Il Parini avrebbe
rifatto per lei il suo famoso verso, le avrebbe detto: — _Tu sei giusta
ed umana!_
*
Quel viso è notato con altri, fra i miei ricordi di maggio, nella
colonna delle “simpatie di tranvai„ che in quel mese furono molte,
forse per l'influsso della dolce stagione, che rischiara e addolcisce
gli animi. Simpatie di tranvai! Forse che son di natura diversa
dall'altre? No certo; ma da quelle che c'inspira la gente incontrata
per via si distinguono in questo: che c'entrano più addentro e ci
rimangon più a lungo perchè nella carrozza di tutti c'è maggior tempo
a osservare i visi e s'aggiunge spesso all'effetto di questi quello
del suono delle voci. Quanti ne ricordo, solo ch'io mi raccolga un
poco: visi veduti in pieno, di profilo, a traverso ai vetri, accesi
dai riflessi colorati dei fanaletti, incorniciati nel vano degli
usci, appoggiati alle colonnine delle giardiniere, spiccanti sul
verde degli alberi, disegnati sulle acque lucenti del Po, osservati
per pochi minuti e scomparsi forse per sempre; visi di ragazze, di
operai, di signore, di giovanetti, di vecchi, di mamme, esprimenti
una santa rassegnazione al dolore, anime benevole e serene, spiriti
forti e generosi pronti a ogni sacrifizio pel bene altrui, cuori
ardenti d'ambizioni nobili e di nobili speranze, vite oscuramente
operose e benefiche; visi, di cui il primo effetto simpatico mi fu
affermato e accresciuto da uno sguardo, da un sorriso, da una parola,
da un'espressione fugace degli occhi. Come in una cascata di ghiaia
grigia si vedono brillare dei punti luminosi come diamanti, così nella
moltitudine indifferente che vi passa davanti in quelle scarrozzate
quotidiane si vedono balenare a quando a quando, certi giorni più e
certi giorni meno, di questi aspetti umani consolanti, a cui si ripensa
con amore e che si rivedono con piacere, che non si conosceranno mai
e si ricorderanno sempre; sembianze d'amici della fantasia, che noi
salutiamo con un barlume di sorriso e che ci rendono il saluto con un
bagliore dello sguardo, immagini senza nome, raggi d'anime passanti,
argomenti personificati d'una dolce filosofia, che vi tengon vivi
nel cuore la fede nel bene e l'amore per i propri simili. Quanti
ne ricordo, in forma di medaglioni, di busti o di statue, secondo
l'atteggiamento in cui mi s'offrirono, con lo scontrino fra le labbra,
col portamonete fra le mani, col braccio teso verso il campanello,
veduti una volta sola, riveduti cento volte, intravvisti nell'incontro
di due carrozzoni, fuggenti su tutte le linee; ma tutti raggruppati
in disparte nella mia memoria come un'umanità privilegiata, come una
Torino ideale! E nei momenti di sconforto della vita e d'odio del mondo
i cari fantasmi mi s'affollano intorno, dicendomi: — E noi? E noi,
dunque? Perchè ci dimentichi? Tu sei ingiusto! — E grazie a loro mi
riconcilio col prossimo, e anche nei giorni grigi e freddi dell'inverno
risento l'alito della primavera, l'influsso del “bel maggio amor dei
fiori„ che raddolcisce il sangue e rischiara l'anima.
*
E il “bel maggio„ si chiuse con un caso amenissimo, degno d'un sonetto
del Belli. Immaginatevi una giardiniera domenicale, corrente alla
luce del sole sul corso Regina Margherita, affollata di signori e di
signore in ghingheri, fra cui luccicano cappelli cilindrici, fluiscono
barbe gravi, nereggiano cappelli di preti e scintilla il chepì dorato
d'un colonnello d'artiglieria: una carrozzata di borghesia silenziosa
e seria, che par che vada a una cerimonia solenne, scortata da una
guardia municipale in grande uniforme, ritta accanto al cocchiere.
Un'altra giardiniera, sul binario accanto, le viene incontro di
corsa, stipata essa pure di gente per bene, con la sua brava guardia
impalata sulla piattaforma davanti, con sette schiere di facce
dignitose di benestanti, di madri severe, di signorine composte.
Ebbene, accadde questo. Nel momento che le due giardiniere passavano
accanto l'una all'altra, un giovinotto, seduto sul davanti di quella
dov'ero io, e una ragazza, seduta sul davanti dell'altra (due amanti,
come poi si capì, che s'incontravano per caso, forse dopo una lunga
separazione forzata) si riconobbero al primo sguardo, e scattando
come due molle, con le braccia tese verso i cocchieri, lanciarono
insieme due grida di gioia frenetica: — Alt! — Ferma! — I carrozzoni
si fermarono alla distanza di dieci passi l'un dall'altro, i due
giovani si precipitarono a terra, divorarono lo spazio frapposto e si
abbracciarono furiosamente, scambiandosi quattro baci risonanti come
colpi di carabina ad aria compressa. E dall'alto delle due giardiniere,
lasciate ferme un momento dai due cocchieri stupefatti, come dall'alto
di due tribune di spettacolo, borghesi gravi, mamme severe, signorine
composte, e ministri della chiesa e ufficiali del regio esercito e
rappresentanti armati del municipio.... stettero a vedere. Curiosa
situazione! Appena i due tranvai ripartirono, un signore grasso e
maestoso, ch'era vicino a me, espresse con parole risentite il pensiero
comune, scrollando il capo dignitosamente: — Abbiamo fatto una bella
figura! —
Eh sì, proprio, da cantori di maggio.


CAPITOLO SESTO.

Giugno.
Gran cosa la carrozza di tutti! Col sopraggiungere del caldo, che fa
You have read 1 text from Italian literature.
Next - La Carrozza di tutti - 11
  • Parts
  • La Carrozza di tutti - 01
    Total number of words is 4402
    Total number of unique words is 1759
    34.8 of words are in the 2000 most common words
    50.0 of words are in the 5000 most common words
    58.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 02
    Total number of words is 4483
    Total number of unique words is 1812
    34.6 of words are in the 2000 most common words
    50.0 of words are in the 5000 most common words
    58.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 03
    Total number of words is 4532
    Total number of unique words is 1792
    34.6 of words are in the 2000 most common words
    50.2 of words are in the 5000 most common words
    58.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 04
    Total number of words is 4496
    Total number of unique words is 1828
    31.1 of words are in the 2000 most common words
    43.8 of words are in the 5000 most common words
    51.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 05
    Total number of words is 4518
    Total number of unique words is 1787
    36.7 of words are in the 2000 most common words
    51.0 of words are in the 5000 most common words
    58.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 06
    Total number of words is 4514
    Total number of unique words is 1883
    32.1 of words are in the 2000 most common words
    47.4 of words are in the 5000 most common words
    55.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 07
    Total number of words is 4542
    Total number of unique words is 1831
    31.7 of words are in the 2000 most common words
    46.0 of words are in the 5000 most common words
    54.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 08
    Total number of words is 4460
    Total number of unique words is 1784
    35.9 of words are in the 2000 most common words
    49.9 of words are in the 5000 most common words
    58.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 09
    Total number of words is 4546
    Total number of unique words is 1861
    35.2 of words are in the 2000 most common words
    50.7 of words are in the 5000 most common words
    58.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 10
    Total number of words is 4542
    Total number of unique words is 1747
    35.9 of words are in the 2000 most common words
    51.0 of words are in the 5000 most common words
    59.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 11
    Total number of words is 4473
    Total number of unique words is 1891
    31.5 of words are in the 2000 most common words
    46.3 of words are in the 5000 most common words
    53.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 12
    Total number of words is 4563
    Total number of unique words is 1769
    36.1 of words are in the 2000 most common words
    51.8 of words are in the 5000 most common words
    58.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 13
    Total number of words is 4527
    Total number of unique words is 1861
    34.2 of words are in the 2000 most common words
    49.8 of words are in the 5000 most common words
    56.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 14
    Total number of words is 4548
    Total number of unique words is 1840
    34.8 of words are in the 2000 most common words
    50.5 of words are in the 5000 most common words
    58.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 15
    Total number of words is 4502
    Total number of unique words is 1861
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    50.2 of words are in the 5000 most common words
    57.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 16
    Total number of words is 4614
    Total number of unique words is 1752
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    51.0 of words are in the 5000 most common words
    58.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 17
    Total number of words is 4588
    Total number of unique words is 1816
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    50.1 of words are in the 5000 most common words
    57.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 18
    Total number of words is 4550
    Total number of unique words is 1891
    33.2 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    55.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 19
    Total number of words is 4576
    Total number of unique words is 1819
    35.7 of words are in the 2000 most common words
    50.9 of words are in the 5000 most common words
    58.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 20
    Total number of words is 4483
    Total number of unique words is 1780
    34.3 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    57.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 21
    Total number of words is 4564
    Total number of unique words is 1804
    35.4 of words are in the 2000 most common words
    50.5 of words are in the 5000 most common words
    59.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 22
    Total number of words is 4548
    Total number of unique words is 1787
    35.1 of words are in the 2000 most common words
    48.7 of words are in the 5000 most common words
    57.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 23
    Total number of words is 4520
    Total number of unique words is 1831
    33.7 of words are in the 2000 most common words
    48.7 of words are in the 5000 most common words
    56.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 24
    Total number of words is 4517
    Total number of unique words is 1826
    33.3 of words are in the 2000 most common words
    49.4 of words are in the 5000 most common words
    57.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • La Carrozza di tutti - 25
    Total number of words is 2955
    Total number of unique words is 1292
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    51.0 of words are in the 5000 most common words
    58.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.