Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 26

Total number of words is 4436
Total number of unique words is 1237
38.7 of words are in the 2000 most common words
52.4 of words are in the 5000 most common words
58.5 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
quelle di maggioranza, ed al suo genio verso la poesia deve questo
secolo tanto numero di Poeti antichi, de' quali Lione Allacci[395]
tessè lungo catalogo; e fra noi l'_Abate di Napoli: Giacomo dell'Uva
di Capua: Folco di Calabria: Guglielmo d'Otranto: Guezolo da Taranto:
Ruggiero e Giacomo Pugliesi: Cola d'Alessandro_, e tanti altri antichi
Rimatori nell'infanzia della lingua italiana.
Principe magnificentissimo, che ornò Italia e questo nostro Reame
di molti nobili edifici, e particolarmente Capua e Napoli, avendo in
questa ampliato e ridotto in miglior forma il castello Capuano; ed in
quella rifatto con gran magnificenza l'antico ponte di Casilino sopra
il fiume Vulturno con due fortissime torri, ove fece porre la sua
statua di marmo, che ancora oggi ivi s'addita.
Fondò molte città in questi suoi Reami, le quali furono Alitea e Monte
Lione in Calabria; Flagella in Terra di Lavoro a fronte di Cepparano
e Dondona in Puglia, delle quali due oggi non vi è vestigio, essendo
subito dopo il lor principio disfatte; Augusta ed Eraclea in Sicilia;
e l'Aquila in Apruzzi a' confini del Regno per fronteggiare allo Stato
della Chiesa.
Ma quello, di che questo nostro Reame è principalmente debitore a
questo Principe, si è il vedere, che sotto di lui con miglior ordine
e distinzione si videro divise queste nostre province: ciocchè bisogna
minutamente notare, per lo rapporto, che si tiene ancora oggi di questa
divisione.


CAPITOLO V.
_Disposizione e novero delle province, delle quali ora si compone il
Regno._

La presente divisione delle nostre province in dodici, che ora
compongono il Regno di Napoli, dal Surgente[396], dal Mazzella[397],
e comunemente da tutti gli Scrittori s'attribuisce a Federico II
Imperadore, le quali non con nome di province, ma di Giustizierati
erano dinotate. Ma questa loro opinione non è in tutto vera, poichè
nè Federico fu il primo a far cotal divisione, nè a' suoi tempi il lor
numero arrivava a dodici ma era minore; onde non al solo Federico, ma
a Carlo I d'Angiò, ad Alfonso I d'Aragona ed a Ferdinando il Cattolico,
cioè a tutti insieme dee attribuirsi, siccome molto a proposito avvertì
il Tassone[398].
Nè questo numero fu sempre costante: poichè in alcun tempo per le
novelle prammatiche[399] alcune province (per ciò che riguarda il lor
governo ed amministrazione) furono unite, e da poi di nuovo divise in
dodici e poste nello stato, nel quale oggi si trovano; nè in tutti i
tempi ebbero le medesime città per loro metropoli e sedi de' Presidi.
Sortirono tal divisione tutta difforme dall'antica dei tempi d'Adriano,
o di Costantino M. e degli altri Imperadori suoi successori; poichè
mutata prima la vecchia descrizione da _Longino_, indi succeduti i
Longobardi, avendo sotto il Ducato, e poi Principato di Benevento
comprese parte intere, parte diminuite, la Campagna, la Puglia e
la Calabria, la Lucania, e' Bruzi ed il Sannio; variarono in tutto
l'antica divisione delle province d'Italia. Sortì ancora questa nostra
cistiberina Italia altra divisione, quando di più Principati e Ducati
ella si componeva: del Principato di Benevento, che fu poi diviso
in altri due, in quello di Salerno, e nell'altro di Capua: indi del
Principato di Bari e di quel di Taranto: de' Ducati di Napoli, di
Sorrento, di Amalfi, di Gaeta, ed ultimamente di Puglia e di Calabria,
siccome ne' precedenti libri di quest'Istoria si è potuto osservare.
Ma la più immediata cagione ed origine di quella divisione che oggi
abbiamo di queste nostre province non deve attribuirsi ad altro, che
a' _Castaldati_ e _Contadi_, che v'introdussero i Longobardi; poichè
avendo essi diviso il Ducato di Benevento in più _Castaldati_, come
in province, siccome manifesto dal Capitolare del Principe Radelchi
rapportato dal Pellegrino, quindi avvenne, che molti di quelli ne'
tempi de' Normanni passaron in _Giustizierati_ e da poi in Province.
Quanto fosse il numero di questi Castaldati in tempo de' Longobardi,
tutta la diligenza ed accuratezza di Camillo Pellegrino non bastò
per diffinirlo; poichè dalla divisione fatta del Principato di
Benevento da Radelchi con Siconolfo Principe di Salerno non può
certamente sapersi se tanti fossero, quanti se ne veggon in quella
nominati. L'accuratissimo Pellegrino[400] ne novera alcuni, de'
quali i più insigni furono, quello di _Capua_, che verso Occidente
si distendeva insino a Sora. L'altro di _Cosenza_, che si stendeva
insino a S. Eufemia e Porto del Fico, che sono ancora oggi i confini
della provincia di Calabria Citra, di cui tiene Cosenza anche ora il
primato, ed è sede de' Presidi, e quello di _Cassano_. Il Castaldato
di _Chieti_, che abbracciava molte città e terre, e che poi fu detto
anche la _Marca Teatina_. Il Castaldato di _Bojano_, che co' luoghi
adjacenti, posseduto prima da Alezeco Bulgaro sotto nome di Castaldo,
passò poi dopo 200 anni a Guandelperto, di cui presso Erchemperto hassi
memoria: la qual prerogativa da Bojano essendo passata a _Molise_,
castello a Bojano vicino, sotto nome di Contado, quindi avvenne, che
prima fosse detto _Contado di Molise_ e poi provincia del Contado di
Molise, il qual nome oggi ritiene.
Fuvvi ancora il Castaldato di Telese e di Sant'Agata: quello
d'Avellino; e l'altro d'Acerenza. Fuvvi il Castaldato di _Bari_, assai
celebre presso i Longobardi; onde avvenne, che a' tempi de' Normanni
ottenne questa città il primato di tutta la Puglia e fosse riputata
sua capo e metropoli. L'altro di _Lucera_ e di _Siponto_ città in
_Capitanata_ assai illustri, sotto il di cui Castaldato comprendevansi
tutte quelle città e terre, che erano tra il Castaldato di Bari e
quello di Chieti. Fuvvi il Castaldato di Taranto, quello di Lucania,
ovvero Pesto, e l'altro assai rinomato di _Salerno_. In questa forma
o poco dissimile divisero i Longobardi il Ducato beneventano, che
in que' tempi abbracciava nove intere province di quelle, che oggi
compongono il Regno di Napoli, e che sortirono questi nomi, cioè di
Terra di Lavoro, toltone alcune poche città marittime, come Napoli e
Gaeta; del _Contado_ di _Molise_; di _Abruzzo-Citra_; _Capitanata_;
_Terra di Bari_; _Basilicata_; _Calabria-Citra_; e l'uno e l'altro
_Principato_; e parte ancora delle province di _Terra d'Otranto_, di
_Calabria_ e d'_Abruzzo Ulteriore_. E se presso gli Scrittori di questi
tempi, e forse anche nel sermon popolare furono ritenuti gli antichi
nomi di _Campagna_; di _Calabria_ e di _Puglia_; di_ Lucania_ e _Bruzj_
e del _Sannio_, non è, che secondo questi nomi serbassero gli antichi
confini e la distribuzione antica; ma chi per ostentar erudizione, chi
per dinotare ove erano i Castaldati collocati, d'essi valevansi, non
altrimenti che presso di noi ancor rimane l'antico nome di _Puglia_,
ancorchè niuna delle dodici province del Regno si nomini di _Puglia_,
ma di _Bari_, o di _Capitanata_.
Succeduti a' Longobardi i Normanni, colla nuova Nazione presero nuovi
nomi; e siccome presso i Longobardi, dal nome del Magistrato, al
quale era commesso il governo di quelle regioni, ch'essi chiamarono
_Castaldo_, acquistarono il nome di _Castaldati_: così parimente
commettendo i Normanni il governo di quelle province a' loro Ufficiali;
ch'essi chiamavano _Giustizieri_, presero parimente il nome di
_Giustizierati_, onde sursero i nomi del Giustiziero, e _Giustizierato_
di Terra di Lavoro, d'Apruzzo, di Puglia, di Terra di Bari, e simili.
E siccome i nomi di queste province furono variati, e da _Castaldati_,
passarono in _Giustizierati_; così anche ciascheduna di loro, a
riserba di alcune, prese nuovo nome, ed alcune altre anche nuova
divisione, come si scorgerà chiaro noverandole una per una, secondo la
disposizione ed ordine, che oggi tengono presso i nostri più moderni
Autori.

§. I. _Terra di Lavoro._
Il Castaldato di Capua, non si disse _Glustizierato di Capua_, ma di
Terra di Lavoro. Ma in qual tempo e donde questa provincia prendesse
questo nuovo nome di _Terra di Lavoro_, e lasciasse quello di Campagna,
o di Capua, non è di tutti conforme il sentimento. Alcuni credettero,
che molto prima de' Normanni avesse questa provincia acquistato tal
nome, ingannati dal passo d'una lettera di Martino Romano Pontefice
scritta ad Elitterio, nella quale narrando egli ciò che patì nel
viaggio, che nell'anno 650 per ordine di Costanzo Imperador greco
gli convenne da Roma fare in Oriente, dice: _Pervenimus Kalendis
Julii Misenam, in qua erat navis, id est carcer; non autem Misenae
tantum, sed in Terra Laboris, et non tantum in Terra Laboris, quae
subdita est magnae Urbi Romanorum_ (cioè a Costantinopoli) _sed et in
pluribus Insularum, ec._ Ma siccome ben avvertì l'accuratissimo Camillo
Pellegrino[401], chi non vede, che in quella epistola per imperizia de'
librari, in vece di dirsi _Terra Liparis_, siasi con errore scritto
_Terra Laboris_? Perchè secondo il viaggio, che il Pontefice da Roma
intraprendeva per Oriente, da Miseno dovea passare in Lipari, siccome
da Lipari nell'altre isole, di Nasso, ed altre per condursi in Oriente.
Parimente se intendeva di Terra di Lavoro, non dovea separar Miseno
da questa provincia, come fece, per esser quella città compresa in
quella nè porla tra le altre isole; già che Terra di Lavoro non è
isola, ma Terra continente, la quale non era allora tutta sottoposta
all'Imperador greco di Costantinopoli.
Non dissimile fu l'error di Narcisso Medico[402], il quale presso
Sebastiano Munstero, credette che Terra di Lavoro fosse stata un tempo
chiamata anche _Terra Leporis_; quando gli antichi monumenti, ch'egli
allega parlano non già della Campagna, oggi detta _Terra di Lavoro_, ma
della Terra di Lipari: poichè prima così tutte l'isole di Lipari erano
nomate: non altrimente che presso Erchemperto[403] si legge, _Barium
Tellus_ ed altrove _Rhegium Tellus_; e noi anche diciamo perciò _Terra
di Bari, Terra d'Otranto, Terra di Lavoro, ec._
Più sconci, e da non condonarsi furono gli errori presi su ciò dal
Biondo, e dal suo seguace Leandro Alberto, e da' nostri moderni
Scrittori, che il seguitarono. Credette il Biondo nella descrizione
della Campania, che essendo Capua per l'antico odio dei Romani, e
per le desolazioni patite, resa infame, i Popoli delle città e terre
convicine, reputando il nome de _Campani_ ignominioso insieme e
pericoloso, lasciarono di nomarsi più tali, e vollero esser chiamati
non più Campani, ma _Leborini_: e che indi dalla loro ostinata
perseveranza nacque, che tutta quella regione nella quale prima eran
poste le città e luoghi della Campagna, si nomasse Terra di Lavoro.
Ma esser tutti questi sogni, appieno l'ha dimostrato il non mai a
bastanza lodato Pellegrino nella sua _Campania_[404], il quale ci ha
data la vera origine di tal nome, il suo Autore, ed il tempo quando fu
a questa provincia imposto. E' narra, che non prima acquistasse tal
nome, se non intorno l'anno di Cristo 1091, e non da altri prima il
ricevesse, che dal Principe di Capua Riccardo II e da' suoi Normanni
in quell'anno, i quali da' Capuani longobardi discacciati da Capua
nell'entrar di quest'anno 1091, come abbiam narrato nel nono libro di
quest'Istoria, furono i primi, che disusarono nel parlare il nome del
_Capuano Principato_, ed introdussero in suo cambio quello di _Terra
di Lavoro_, preso dalla dolcezza del terreno atto ad ogni travaglio, e
lavorio; il qual nome fu da essi ritenuto, benchè di Capua avesser poi
di nuovo fatto acquisto nel 1098, sicchè quel primo sol rimase in bocca
di pochi, e nelle pubbliche scritture; non in altra maniera, ch'oggi
con la stessa varietà, ancor questo Regno ritiene due nomi.
Così questa provincia, che dall'oriente ha per confine il fiume Silari,
dall'occaso il Garigliano, già detto Liri, da settentrione il Monte
Appennino, e da mezzogiorno il mar Tirreno, acquistò non meno questo
nome, che sì ampia estensione, ed oggi infra l'altre tiene nel Regno
il primo luogo, non meno per le tante città che l'adornano, e per
l'ubertà ed abbondanza de' suoi campi, quanto per Napoli capo già e
metropoli del Regno. Ne' tempi, ne' quali siamo di Federico II questa
provincia era anche per una annoverata, detta _Terra Laboris_, come si
legge presso Riccardo di S. Germano; e ne' tempi de' Re così normanni,
come svevi fu governata dal suo Giustiziero che risedeva ora in Capua,
ora in Napoli, ora in altre città di quella, presso di cui erano i
Giudici, e gli altri Ufficiali di Giustizia coll'Avvocato fiscale.
Egli amministrava l'intera provincia, ancorchè ciascuna delle città
avesse suoi particolari Capitani, da cui immediatamente eran rette,
dalle determinazioni dei quali per via d'appellazione si ricorreva al
Giustiziero della provincia. Anche Napoli, non dico Pozzuoli, e l'altre
città, ebbe in questi tempi il suo Capitano, il quale co' suoi Giudici
amministrava giustizia in Napoli, e suoi borghi[405]. E poichè ne'
tempi di Federico cominciava ad ingrandirsi, volle questo Imperadore,
che a pari di Capua, e di Messina, il suo Giustiziero, o sia Capitano
potesse presso di se tener tre Giudici, e più Notai; ciò che non
era permesso all'altre città minori. E narrasi, che Giudice appresso
questo Capitano nell'anno 1269 fosse stato Marino di Caramanico valente
Dottore di que' tempi[406].

§. II. _Principato citra_. §. III. _Principato ultra_.
L'altra provincia ovvero _Giustizierato_ fu detta, ed ancora oggi
ritiene il nome di _Principato_. Donde prendesse tal nome è assai
chiaro; ed in ciò tutti i Scrittori concordano. Arechi quando, come
si è narrato nel sesto libro di quest'Istoria, da Duca ch'era di
Benevento, volle incoronarsi Principe, fece, che quello che prima era
detto Ducato di Benevento prendesse nome di Principato; ed abbracciando
allora il Ducato di Benevento, prima della divisione fatta da Radelchi
con Siconolfo, anche Salerno, fatta che fu tal divisione, sursero due
Principati, e quindi avvenne, che il nome di _Principato_ convenisse
ad ambedue, e questa provincia abbracciasse tante immense e spaziose
regioni; in maniera che da poi per la sua estensione bisognò dividerla
in due; onde surse il nome di Principato _citra_ (l'Appenino) detta
ancora Picentina, con parte della Lucania; e Principato _ultra_
(l'Appennino) ovvero il Sannio degl'Irpini.
Il _Principato citra_, che abbraccia la regione, che fu anticamente
abitata da' Picentini, e parte da' Lucani, si divide da Terra di Lavoro
col fiume Sarno dall'occaso: da settentrione lo divide dagl'Irpini
l'Appennino: dall'oriente il fiume Silario lo divide con la Basilicata;
e da mezzogiorno ha per termine il Mar Tirreno, e tiene _Salerno_ per
suo capo e metropoli.
Il Principato _ultra_ è quella provincia, che sola delle altre del
Regno si allontana dal mare, essendo posta fra' monti nelle viscere
dell'Appennino. Ella è nel capo del Sannio, ove furono anticamente
gl'Irpini. Si divide dal Principato _citra_ co' gioghi dell'Appennino
verso mezzogiorno: da _Terra di Lavoro_, e Contado di Molise è partita
col detto Monte Appennino sopra Nola, e con le _Forche Caudine_
sopra Arpaja verso ponente, e col principio del Monte Matese verso
settentrione, col quale ancora si divide da _Capitanata_ verso
tramontana; ma più da oriente col medesimo Appennino, col quale
si parte ancora da _Basilicata_. Contiene una contrada detta Valle
Beneventana, che fu prima parte principale del Sannio; ed avea prima
per metropoli la città di _Benevento_: ma da poi che quella passò sotto
il dominio della Chiesa di Roma, ebbe altre città per sede de' suoi
Presidi.
Quindi avvenne, che i Normanni succeduti a' Longobardi nomassero
questa provincia col nome di _Principato_; e l'Abate della Noce[407],
trascrivendo nelle sue note alla Cronaca Cassinense le parole del
privilegio conceduto da Niccolò II R. P. all'Abate Desiderio, facendolo
suo Vicario sopra i monasterj e Monaci di queste nostre province, tra
l'altre, novera questa col nome di _Principato_, come sono le parole
del Privilegio: _per totam Campaniam, Principatu quoque, et Apuliam,
atque Calabriam etc_. E Lione Ostiense[408], che scrisse quella Cronaca
poco da poi della morte dell'Abate Desiderio; e poi Papa, detto Vittore
III pur disse _per totam Campaniam, et Principatum, Apuliam quoque,
atque Calabriam, etc_.
Ne' tempi del nostro Federico II, secondo che Riccardo di S. Germano,
parlando delle Corti generali instituite da Federico nel Regno,
rapporta, perchè questa provincia non fosse ancor divisa in due,
come fu fatto da poi, perchè statuendo _Salerno_ per città, ove dovea
tenersi la general Corte, e dove doveano ricorrere le altre province,
dice: _In Principatu, Terra Laboris, et Comitatu Molisii usque Soram,
apud Salernum_.

§. IV. _Basilicata._
Siegue, secondo quest'ordine, la _Basilicata_, che occupa molta parte
dell'antica Lucania, e parte della M. Grecia. Vien circondata in parte
anch'ella dall'Appennino, col quale si divide da Principato _ultra_,
e col medesimo da Principato _citra_. In questa provincia si divide
l'Appennino in due capi principali intorno a Venosa: con quel che va
a Brindisi è partita Basilicata da _Terra di Bari_ sino ad Altamura:
e con l'altro da _Calabria citra_ infin alla metà del fiume Crati, ove
entra Corianello; distendesi un poco al mare, e tocca _Terra d'Otranto_
nel golfo di Taranto nel lido del suo mare piccolo. Confina ancora per
breve spazio con _Capitanata_, dalla quale è divisa con una parte del
fiume Ofanto fra Ascoli di Puglia, e Lavello. Ebbe questa provincia
Pesto, Venosa, Acerenza, Melfi, ed altre chiare città: ora ha Matera,
Potenza, Lavello, ed altre città minori, e delle antiche appena serba
vestigio.
Donde questa provincia pigliasse il nome di _Basilicata_, ed in qual
tempo, non ben seppero i nostri Scrittori rintracciarlo: ma sarà molto
facile rinvenirlo, se si porrà mente a ciò che nel fine del decimo
secolo avvenne a queste nostre province, per le tante spedizioni, e
conquiste fattevi da' Greci, i quali siccome per un nuovo Magistrato
introdotto da essi in Puglia detto Catapano, diedero nome ad una gran
parte della medesima, detta ora perciò _Capitanata:_ così ne' tempi
di _Basilio_ Imperador greco, o di qualche suo Capitano, ch'ebbe il
medesimo nome, acquistò questa parte di Lucania nome di _Basilicata_;
essendosi veduto nel libro ottavo di quest'Istoria, che nell'anno 989
mentre in Oriente imperava _Basilio_ con Costantino suo fratello, i
Greci per la famosa vittoria, che riportarono sopra Ottone II Imperador
d'Occidente, non solo dominarono per lungo tempo, insino che da'
Normanni non ne fossero discacciati, tutta la Puglia e la Calabria;
ma anche questa parte della Lucania fu da _Basilio_ occupata, la
quale fu amministrata dagli Ufficiali greci da lui mandati, alcuni
de' quali, come è manifesto nella Cronaca di Lupo Protospata, anche
tennero di _Basilio_ il nome; onde questa provincia _Basilicata_ fu
detta. Giovanni Pontano anche credette, che in questi tempi de' Greci
acquistasse questa provincia tal nome; ma donde così si denominasse,
soggiunse, _jure anceps est, ac dubium_[409].
Ne' tempi di Federico II fu da Riccardo da S. Germano la _Basilicata_
anche annoverata per una delle province del Regno, dicendo questo
Scrittore, che Federico avea designata la città di _Gravina_ per
reggervi la Corte generale, ove doveano ricorrere queste tre province,
cioè _Apulia, Capitaniata, et Basilicata apud Gravinam_.

§. V. _Calabria citra._ §. VI. _Calabria ultra._
La Calabria secondo la denominazione, che prese dagli ultimi Imperadori
greci, ne' tempi di Federico era divisa in due; non già come ora
diciamo in Calabria _citra_, ed _ultra_, ma in _Terra Jordana_, e
_Val di Crati_, come rapporta Riccardo di S. Germano, _in Calabria,
Terra Jordane, et Vallis Gratae apud Cusentiam_: e questi nomi anche
s'osservano nelle scritture, non solo nel Regno degli Angioini, ma
anche degli Aragonesi; ed in tempo del Re Alfonso I il Tutino[410]
fa vedere, che valevansi di questi medesimi nomi; e si dissero
così dal fiume Crati, che irriga quella _Valle_, come rapporta il
Pellegrino[411]; e oggi _Terra Jordana_ diciamo la provincia di
Calabria _ultra_, che riconosce _Catanzaro_ per capo; e _Val di Crati_
Calabria _citra_, che ha ora _Cosenza_ per sede de' Presidi. Ambedue
queste province se ne vanno dall'una e dall'altra parte dell'Appennino
al Jonio ed al Tirreno. Si dividono fra loro ne' Mediterranei
sopra Cosenza, andando per dritta riga all'uno ed all'altro mare,
nel Jonio presso a Strongoli, e nel Tirreno al golfo Ipponiate. La
Calabria _citra_ include parte della M. Grecia, termina fra terra
con _Basilicata_ e con _Principato citra_, e nel monte Appennino da
Ponente, e si distende all'uno, e all'altro mare; finchè dalla parte,
che mira a Levante, si giunge con _Calabria ultra_. La Calabria _ultra_
(ove furono i Bruzj) ha questi soli confini, dalla parte che ella
riguarda Tramontana; ma nel rimanente è per tutto circondata da' mari;
da levante, dal Jonio: da mezzogiorno, dal Siciliano: e da ponente, dal
Tirreno.

§. VII. _Terra di Bari._ §. VIII. _Terra di Otranto._
La Puglia (secondo che pure i Greci la denominarono) la quale
abbracciava ancora parte dell'antica Calabria, ora detta _Terra
d'Otranto_, ne' tempi di Federico non era divisa, com'oggi, in due
province, cioè in _Terra di Bari_, e _Terra d'Otranto_; e siccome si
reputava per una provincia, così anche si denotava coll'istesso nome
d'_Apulia_, come la chiama Riccardo. Egli è però certo, siccome anche
rapporta il Pontano[412], che questi nomi di _Terra di Bari_, e di
_Terra d'Otranto_, nacquero ne' medesimi tempi, ne' quali _Basilicata_,
e _Capitanata_ acquistarono tali nomi: e presso Erchemperto[413] ancor
leggiamo: _Barium Tellus_, e nei diplomi a' tempi de' Normanni anche
si legge la provincia di _Terra d'Otranto_. L'una di queste province
fu tale appellata da _Bari_ sua antica ed illustre metropoli, e che fu
capo di quella regione. L'altra da _Otranto_ città pur ella chiara e
rinomata ne' Salentini.
Terra di Bari, già detta Puglia Peucezia, dalla parte, ch'ella è volta
a ponente riceve il suo principio dal fiume Ofanto, e distendendosi
per lungo, si contiene fra il lido del mar Adriatico, ch'ella
ha da tramontana, e l'Appennino, che da mezzogiorno la divide da
_Basilicata_, ov'ella termina verso levante. Si divide da _Terra
d'Otranto_ nel territorio d'Ostuni fra terra, e tra Monopoli e Brindisi
nel lido del mare a Villanova, già porto d'Ostuni.
Terra d'Otranto quivi riceve il suo principio, e fu inclusa ancor'ella
dagli antichi fra la Puglia, e chiamata ancora Calabria, Japigia e
Salentina. Questa provincia forma quell'estremo capo di Terra, ch'è uno
de' triangoli d'Italia, ove ha per fine l'uno di que' due principali
capi, ne' quali si parte l'Appennino. Finisce ancora ivi il mare
adriatico, e si mesce col Jonio; ed è toccata solamente fra terra da
ponente con _Terra di Bari_, e con _Basilicata_. La circondano poi
da Settentrione l'Adriatico, da Levante il fine di questo mare, e 'l
principio del Jonio, e da mezzogiorno il golfo di Taranto nel mare
Jonio. Ha nelle spiagge marittime Brindisi, Otranto, e Gallipoli e
Taranto già fortissime città, e comodissime di Porto.

§. IX. _Capitanata._
Quella provincia, che ora diciamo di Capitanata, e che fu anticamente
chiamata Puglia Daunia, e che abbracciava la Japigia nel Monte Gargano,
acquistò tal nome da' Greci ne' tempi del maggior loro vigore, e quando
in Bari tenevano la loro principal sede. Essi, che pensavano mantener
le conquiste novellamente fatte, credendo, che col timore potessero
mantener in fede que' Popoli, vi mandarono un nuovo Governadore per
tener in freno la Puglia, chiamandolo non più _Straticò_, come gli
altri di prima, ma con nome greco _Catapano_, cioè che ogni cosa
potesse. Fra i Catapani, de' quali Lupo Protospata tessè lungo catalogo
fuvvi nell'anno 1018 Basilio Bugiano, che da Guglielmo Puliese[414]
vien chiamato Bagiano. Questi fu, che per lasciar di se nome in Italia,
tolta dal rimanente della Puglia una parte verso il Principato di
Benevento, e fattane una nuova provincia, vi fabbricò ancora nuove
terre e città, una delle quali nomò Troja per rinovar la memoria
dell'antica: l'altre Dragonaria, Firenzuola, ed altre terre: indi la
provincia, siccome altrove fu narrato, acquistò nome di _Capitanata_,
il qual ancor oggi ritiene.
Questa provincia è divisa dal _Contado di Molise_ col Monte Matese, e
col fiume Fortore, nella foce del quale si tocca con _Abruzzo citra_,
lasciandosi per se Termoli; e girando il monte Gargano, da Siponto pel
lido del mare viene insino al fiume dell'Ofanto, col corso del quale
si parte da _Terra di Bari_, lasciandole quelle ville, che sono nel
territorio di Barletta, che arriva fin presso al lago di Versentino;
col detto fiume Ofanto nel suo principio si divide da _Basilicata_, e
coll'Appennino in Crepacuore, ed in Sferracavalli ha i suoi confini con
_Principato ultra_.
Ne' tempi di Federico fu pure reputata una provincia; onde Riccardo
la novera coll'altre del Reame col nome di Capitaniata. Egli è però
vero, che ancorchè queste province di Puglia ne' tempi di Federico
fossero divise, perchè tutte tre, cioè Capitanata, Terra di Bari e
Terra d'Otranto, erano comprese nella Puglia, presa nel più ampio
suo significato, un solo Giustiziero le governava, detto perciò il
Giustiziero di Puglia.

§. X. _Contado di Molise._
Il Contado di Molise, che succedette al Castaldato di Bojano, diede
nome ad un'altra picciola provincia, che ancor oggi il ritiene[415];
e 'l prese da _Molise_ città antica del Sannio, non altramente
che Isernia, Bojano, ed altri luoghi, che ne' tempi de' Longobardi
componevano quel Contado, il qual diede anche nome alla famiglia
Molise, oggi estinta. Anche ne' tempi di Federico fu questo Contado
distinto dall'altre province, e Riccardo infra l'altre la ripone,
col nome istesso di _Comitatus Molisii_: ond'è che sia stata riputata
sempre, e sia ancor oggi la più ristretta provincia di tutte l'altre,
nè ritenga sedi di Presidi, ma il di lei governo sia commesso a quel di
Capitanata, colla quale si congiunge.

§. XI. _Abruzzo ultra._ §. XII. _Abruzzo citra._
Il Giustizierato d'Abruzzo ne' tempi di Federico II era riputato come
una sola provincia, e quest'Imperadore costituì _Sulmona_ per doversi
ivi reggere la Corte generale, come narra Riccardo: in _Justitiariatu
Abrutii_, _apud Sulmonam_. Alfonso I d'Aragona fu quegli, che per
togliere i litigi, che spesso sorgevano tra i Questori delle gabelle,
la divise in due parti. Fu un tempo questa regione assai chiara, e
rinomata per tanti valorosi Popoli, che l'abitarono, i Preguntini, i
Marrucini, Amiternini, Marsi, Vestini, Irpini, ed altri. I Longobardi
vi costituirono un Castaldato, che nomarono promiscuamente ora
d'Abruzzo, ora di _Teramo_, come si legge presso Pietro Diacono[416]:
_Castaldatus Teramnensis_; poichè Teramo, detta dagli antichi
_Interamnia_, fu la città metropoli de' Preguntini. Donde questa
provincia prendesse il nome d'Abruzzo, ancorchè se le assignassero
più derivazioni, chi dall'asprezza de' monti, altri dall'abbondanza
de' cignali; il vero è ch'ella tale si nomasse da Teramo, che fu
chiamata anche Abruzzo per esser metropoli de' Preguntini, dai Latini
detti _Praegutii_, onde con corrotto vocabolo furon da poi chiamati
_Abrutii_[417].
Ebbe quella regione, che ora diciamo _Abruzzo ultra_ (cioè di là dal
fiume Pescara) oltre Teramo, Amiterno (dalle ruine della quale è surta
l'_Aquila_, sede oggi de' Presidi) Forcone, Valeria, ed altre chiare
città ne' Marsi. Ebbe nella regione de' Maruccini e Ferentani, oggi
chiamata _Abruzzo citra_ (cioè di qua dal fiume Pescara) Chieti, detta
da Strabone Theate, che fu capo e metropoli de' Marrucini, e che oggi
ancor è sede de' Presidi, Ferentana, Orione, Lanciano, Sulmona, Aterno,
ed altre insigni città, delle quali alcune ancor oggi sono in piedi.
Per queste province d'Abruzzo si divide il Regno dallo Stato della
Chiesa romana suo confine mediterraneo, e quasi tutti i confini onde da
quello si parte, si fanno con queste province, e con un poco di quella
di Terra di Lavoro.
Ecco come a' tempi del nostro Federico erano disposte queste province,
che oggi compongono il nostro Reame, chiamate Giustizierati, da
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 27
  • Parts
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 01
    Total number of words is 4475
    Total number of unique words is 1551
    39.2 of words are in the 2000 most common words
    54.3 of words are in the 5000 most common words
    62.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 02
    Total number of words is 4455
    Total number of unique words is 1580
    39.0 of words are in the 2000 most common words
    52.8 of words are in the 5000 most common words
    60.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 03
    Total number of words is 4513
    Total number of unique words is 1538
    38.6 of words are in the 2000 most common words
    54.8 of words are in the 5000 most common words
    61.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 04
    Total number of words is 4562
    Total number of unique words is 1555
    38.7 of words are in the 2000 most common words
    54.5 of words are in the 5000 most common words
    63.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 05
    Total number of words is 4471
    Total number of unique words is 1621
    38.3 of words are in the 2000 most common words
    54.6 of words are in the 5000 most common words
    61.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 06
    Total number of words is 4464
    Total number of unique words is 1528
    38.9 of words are in the 2000 most common words
    54.7 of words are in the 5000 most common words
    62.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 07
    Total number of words is 4142
    Total number of unique words is 1785
    28.4 of words are in the 2000 most common words
    40.5 of words are in the 5000 most common words
    48.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 08
    Total number of words is 4446
    Total number of unique words is 1641
    36.7 of words are in the 2000 most common words
    52.2 of words are in the 5000 most common words
    60.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 09
    Total number of words is 4408
    Total number of unique words is 1330
    39.1 of words are in the 2000 most common words
    52.8 of words are in the 5000 most common words
    61.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 10
    Total number of words is 4469
    Total number of unique words is 1551
    38.9 of words are in the 2000 most common words
    55.0 of words are in the 5000 most common words
    62.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 11
    Total number of words is 4489
    Total number of unique words is 1589
    39.0 of words are in the 2000 most common words
    54.9 of words are in the 5000 most common words
    63.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 12
    Total number of words is 4341
    Total number of unique words is 1644
    36.4 of words are in the 2000 most common words
    50.9 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 13
    Total number of words is 4457
    Total number of unique words is 1556
    37.2 of words are in the 2000 most common words
    51.0 of words are in the 5000 most common words
    59.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 14
    Total number of words is 4516
    Total number of unique words is 1451
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    53.4 of words are in the 5000 most common words
    61.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 15
    Total number of words is 4387
    Total number of unique words is 1536
    39.9 of words are in the 2000 most common words
    54.6 of words are in the 5000 most common words
    62.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 16
    Total number of words is 4354
    Total number of unique words is 1609
    39.9 of words are in the 2000 most common words
    54.9 of words are in the 5000 most common words
    62.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 17
    Total number of words is 4459
    Total number of unique words is 1462
    38.6 of words are in the 2000 most common words
    54.2 of words are in the 5000 most common words
    61.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 18
    Total number of words is 4343
    Total number of unique words is 1589
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    49.9 of words are in the 5000 most common words
    58.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 19
    Total number of words is 4474
    Total number of unique words is 1544
    39.9 of words are in the 2000 most common words
    54.1 of words are in the 5000 most common words
    61.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 20
    Total number of words is 4478
    Total number of unique words is 1518
    38.0 of words are in the 2000 most common words
    52.4 of words are in the 5000 most common words
    60.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 21
    Total number of words is 4292
    Total number of unique words is 1594
    33.3 of words are in the 2000 most common words
    46.6 of words are in the 5000 most common words
    53.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 22
    Total number of words is 4480
    Total number of unique words is 1546
    41.0 of words are in the 2000 most common words
    57.3 of words are in the 5000 most common words
    64.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 23
    Total number of words is 4444
    Total number of unique words is 1629
    39.6 of words are in the 2000 most common words
    54.4 of words are in the 5000 most common words
    61.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 24
    Total number of words is 4422
    Total number of unique words is 1620
    39.6 of words are in the 2000 most common words
    52.5 of words are in the 5000 most common words
    59.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 25
    Total number of words is 4457
    Total number of unique words is 1647
    39.9 of words are in the 2000 most common words
    55.6 of words are in the 5000 most common words
    63.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 26
    Total number of words is 4436
    Total number of unique words is 1237
    38.7 of words are in the 2000 most common words
    52.4 of words are in the 5000 most common words
    58.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - 27
    Total number of words is 3807
    Total number of unique words is 1539
    28.9 of words are in the 2000 most common words
    38.4 of words are in the 5000 most common words
    45.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.