Il passaggio: Romanzo - 6
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la storia di ogni lirismo che vuole ascendere, liberarsi e
divenire puro spirito; e poi, in una ebbrezza di luce e di
musica, dissolversi ed annientarsi.
=FRANCESCO MERIANO= _nel_ =Giornale del Mattino:=
Chi pretende giustamente di trovare in ogni pagina scritta
a scopo letterario la traccia di un'esperienza personale, un
insegnamento od anche soltanto una testimonianza, può restar
soddisfatto da questo nuovo libro dell'Aleramo. Raramente
una donna ci ha parlato con più franchezza e intimità di sè
stessa, della sua vita, del suo modo di vedere e di stimare il
mondo. _Il Passaggio_ è interessante per l'originalità dello
stile e per l'umanità del soggetto: è un libro che bisognerà
ricordare ogni qual volta ci si troverà davanti una scrittrice,
perchè segna forse l'estremo limite a cui una donna possa
giungere senza offendere la sua femminilità, senza superare i
confini della sincerità e della poesia. Le ricerche formali
sono condotte a fondo, senza paura di cadere nel grottesco
e nell'incomprensibile; la collocazione sintattica delle
parole, l'interpunzione, la spezzatura dei periodi, sono
originalissime. Il discorso ha ora la continuata leggerezza
d'un volo cromatico, ora una statuaria solidità dovuta alla
successione di pause profondamente musicali: qualità da più
secoli inconsuete ad una donna, talchè più d'una volta vien
fatto di chiedersi quale altra poetessa si sia mai espressa con
tanta grandezza.
La virtù della parola riesce quasi ad illuderci sul contenuto
attivo dell'opera: mentre, come è logico e naturale,
l'esperienza si riduce in fondo alla solita gamma di sensazioni
fisiche, che costituisce per esempio la trama lirica d'una
Guglielminetti. Fortunatamente qui l'essenza intima della
femminilità è meno turbata; si sente sì, nonostante le
imperiose aspirazioni pàniche, che l'animalità è triste
come dopo l'amplesso, ma non si avverte il senso di disgusto
cagionato dalle artefiziose capziosità della casistica erotica.
La donna la quale s'accorge che le cime delle sue dita hanno
tuttora la freschezza dei petali intatti è quella che dona sè
stessa consolando e piangendo, materna amante, quella che gode
del piacere altrui, offerta della terra.
=PIETRO PANCRAZI=, _nel_ =Resto del Carlino:=
.... Come a molte pagine di ricordo e rievocazione del primo
libro, è facile riconoscere la forza e l'autenticità della
commozione, così nell'affannoso esprimersi del secondo è facile
scoprire momenti nei quali la sensibilità della scrittrice si
mostra e rivela in forme d'affinamento e di evidenza finora a
lei insolite....
=ALFREDO PANZINI= _nella_ =Perseveranza= _di Milano:_
_Una donna_ ha il suggello di una vita vissuta. Dunque un
romanzo sperimentale di tipo zoliano? dunque un romanzo
psicologico alla Bourget? Nulla di codesto: un libro immediato;
intessuto di pensieri e di fatti, libero da reminiscenze
letterarie. Quel non so che di appiccicaticcio e di falso che
forma la preparazione in Italia allo scrivere di maniera, qui,
manca affatto.
Quel non so di voluttuoso, di melato di sospiroso che
abbonda negli scritti letterari delle donne, qui non appare.
Evidentemente l'autrice ha troppe cose da dire, troppo
profondamente ella sente, troppo gravi cose ella dice, gravi
in sè, le quali non hanno bisogno delle esagerazioni e della
rettorica sentimentale.
Avviene anzi in questo libro qualche cosa di cui l'autrice
stessa forse non ha la conoscenza piena: di mano in mano che
la narrazione procede, la parola che da prima appare pavida,
titubante, si fa più sicura, il pensiero si rafforza nel
pensiero, si imbeve di vigore al contatto della realtà, si fa
turgido, caldo, potente, e allora balena ignudo, come spada;
e giunge di colpo a trovare quelle espressioni scultorie,
rapide e immediate, semplici, che fermano il lettore e sono il
martirio dell'artista.
=UGO OJETTI= _nel_ =Corriere della Sera= _ammira il valore sociale del
libro «Una Donna»:_
Una donna che in una casa cupa come una tomba, presso un
marito sospettoso, subdolo, meschino, padrona soltanto, sente
soffocare nella propria mente ogni nozione del suo diritto
e nel cuore ogni spontaneità, può per non morire, fuggire
anche quando deve lasciare lì un bambino, il quale senza lei,
presso il padre, in quella casa funebre, mancherà d'affetto
e d'esempio e dovrà, fatalmente, dimenticare e dubitare della
madre lontana? Sibilla Aleramo, nome nuovissimo nella nostra
letteratura femminile, dice di sì in un libro che ha un
semplice titolo: _Una donna_. E lo dice a testa alta, e certe
pagine son così sincere e dolorose che par di udire quella
donna da Lei inventata parlare con un fremito nella voce, con
un ultimo dubbio negli occhi e fissarvi con la speranza di
trovarvi il vostro consenso, non la vostra condanna.
. . . . . . .
Questo libro è sincero, è crudele, è modernissimo. Solo per
la difesa della propria mente e della propria individualità,
nessuna donna in nessun romanzo di vent'anni fa sarebbe
fuggita. Oggi è possibile e questo romanzo purtroppo è
verosimile.
=ALFREDO GARGIULO= _nel_ =Giornale d'Italia:=
Nella «bibbia» del femminismo, al posto della «genesi»
dovrebbero stare due opere d'arte: _Casa di bambola_ di Ibsen,
e il romanzo _Una donna_ di Sibilla Aleramo, che ora è già
tradotto nelle principali lingue europee. Mai, come nelle
protagoniste di quelle due opere, si è visto rappresentare
con tanta cruda forza la tragedia di un'anima femminile,
che chiede la chiarezza su l'essere suo, e la ragione della
propria vita. Il dramma e il romanzo, presi insieme, valgono
mille dissertazioni e teorie: più di qualunque dimostrazione
persuadono gli indifferenti e gli scettici a domandarsi se
esiste davvero un problema femminile. In quanto donna, la
scrittrice italiana potrebbe vantarsi di aver fatto a vantaggio
del suo sesso più di quanto abbiano fatto e vadano facendo
tutte le femministe del mondo prese insieme.
=MASSIMO BONTEMPELLI= _nel_ =Grido del Popolo= _di Torino:_
Ecco, anzitutto, un libro profondamente, compiutamente
sano. Concetto qualche volta frainteso è questo della sanità
letteraria. Certi libri gai e superficiali che dilettano con
presentare leggermente e serenamente la vita comune di ogni
giorno, si dicon sani, mentre con tanta naturalezza accettano
le infinite deficienze, le contraddizioni, le assurdità crudeli
di cui essa vita è tutta intessuta, che dovrebbero invece
apparir frutto di corruzione morbosa e profonda del tempo e
dell'animo nostro. Certi altri che toccan piaghe terribili,
che frugano dolorosamente fra gli aspetti e fra gli effetti
di quelle assurdità fondamentali, son quelli che io dico sani,
perchè ammettono e ispirano la fede in un possibile rimedio.
=LUIGI PIRANDELLO= _nella_ =Gazzetta del Popolo= _di Torino, chiudendo
un lungo articolo:_
Pochi romanzi moderni io ho letti che racchiudano come questo
un dramma così grave e profondo nella sua semplicità e lo
rappresentino con pari arte, in una forma così nobile e
schietta, con tanta misura e tanta potenza.
_Ed ecco alcune incisive frasi tolte da un profondo e vibrato
articolo che_ =CLEMENTE REBORA= _ha dedicato al «Passaggio» nella_
=Illustrazione Italiana:=
Chi scruti limpido questa forza ribelle, e legislatrice
insieme, scorgerà un'inesausta difesa commossa di ciò che ci fa
vivere....
.... _Il Passaggio_ crea allegorie....
Opera di profonda bontà, di più fonda umanità: opera che,
come la vita, si potrà bestemmiare ma non dimenticare, il
_Passaggio_, tutto pervaso da un senso di schianto e d'attesa,
così annunziatore, così immolatore, in contrasto e in armonia
coi tempi: quasi un Apocalissi dell'amore, e anche un lungo
grido di richiamo, da Saffo a Santa Caterina a Chitra....
=P. MATTEI-GENTILI= _nel_ =Corriere d'Italia= _di Roma a proposito di
«Una donna»:_
Ecco un romanzo di una donna e nel quale si disegna la figura
di una donna «nuova». È tra i pochi romanzi notevoli che ci è
accaduto di leggere da qualche tempo in qua; e già raccoglie un
insolito consenso di lodi della critica. Notevole come opera
d'arte e come opera di pensiero: come opera d'arte, mentre
pure l'autrice sembra protestare di non aver voluto fare che
un'opera di verità, e forse appunto per questo: come opera
di pensiero; perchè vi è rappresentata la profonda lotta di
uno spirito femminile, per affermare di fronte all'egoismo
dell'uomo la dignità sua e del sesso chiamato, con una frase
che suona incosciente brutalità, sesso debole.
. . . . . . .
Bel libro, per la potenza vivificatrice dell'arte schietta e
rude; libro che vi soggioga con la profondità dell'osservazione
psicologica e vi dà a pensare per la vivacità con la quale
denuda una tormentata anima di donna e per la violenza con cui
affronta i problemi del femminismo.
=VERNON LEE= _nel_ =Marzocco:=
Il libro della signora Aleramo non è una requisitoria contro
il vecchio matrimonio, contro la barbarie sociale; è un
grido doloroso, un gemito che echeggia in chi lo sente, è
un urlo direi, che giunge a noi soddisfatti, a noi felici, a
noi fortunati, come giungerebbe l'urlo di un assassinato, e
che dovrebbe farci riflettere, se le istituzioni che a noi,
fortunati, sono riuscite tollerabili o propizie son per questa
ragione innocenti e sacrosante; dovrebbe farci domandare se
noi non ci rendiamo complici del male ricusando di convenirne,
ricusando di pensare, di scuotere i nostri pregiudizi, di
guardare la verità in faccia, anche se quella verità ci
toglie le fedi più care al nostro essere, le bugie vitali (per
servirmi delle parole di Ibsen) più essenziali nella nostra
vita.
=PAUL MARGUERITTE= _parlando di «Una donna» inizia la serie degli
entusiasmi da cui i libri dell'Aleramo furono accolti nei paesi
stranieri:_
Se questo libro fosse firmato da una francese, potete esser
sicuri che essa sarebbe celebre domani. Il destino delle glorie
straniere è più fantastico. Non v'ha dubbio però che il libro
della giovane donna che porta come una maschera l'armonioso
pseudonimo di Sibilla Aleramo, non colpisca fortemente molti
cuori.
Esso appartiene a quella forma di letteratura personale,
si potrebbe dire confessionale, che ci ha dato dei rari ma
squisiti capolavori, come _Dominique_ di Fromentin.
Queste opere sono le più delicate e le più difficili a
realizzare: esigono altrettanto tatto che padronanza. «L'io
è odioso» dice un proverbio; esse devono evitare questo
rimprovero.
Ma quand'esse sono riuscite, come rendono il suono vibrante
di un'anima, quale essenza di verità, esalano! E quando un
grande sofferente del pensiero e della vita, come Gian Giacomo
Rousseau, si confessa a noi, non ci sembra di veder palpitare
il cuore stesso dell'umanità?
_Una donna_ ha questo di bellissimo, che è, secondo la parola
di Montaigne «un livre de bonne foi». Esso urla di sincerità.
E la semplicità e la naturalezza del racconto ci son garanti
della lealtà dello scrittore.
. . . . . . .
Per certi lati vi sono in questo libro delle pagine affatto
nuove che rassomigliano a nessun'altra: molte vite di donna,
pertanto, sono state analoghe a questa, migliaia di esistenze
femminili sono passate attraverso le stesse gioie e gli stessi
dolori.
Ma ogni essere ha qualcosa d'unico in sè, un modo suo di
sentire e di tradurre. Di questa essenza propria, Sibilla
Aleramo, ha impregnato la sua straziante confessione.
Ciò basterebbe ad assicurare a questo romanzo «una place de
chevet» un angolo d'onore nello scaffale dei libri preferiti
dagli amatori di sensibilità rare. Ma questo romanzo
autobiografico si distingue per un insegnamento di significato
più grande. Esso ha il coraggio di mostrare il dilemma in cui
tante giovani donne moderne si dibattono e dal quale così poche
hanno il difficile eroismo d'uscire.
Questo dilemma Sibilla Aleramo l'ha esposto nella sua
implacabile crudeltà.
. . . . . . .
Sono rari i libri frementi di vita che hanno nel tempo stesso
la virtù degli atti. _Una donna_ è «uno di questi libri».
Ammiriamolo!
=DORA MELEGARI= _nel_ =Journal de Genève:=
Ce livre, dont la lecture devient par moments insupportable
tellement elle éveille d'impressions pénibles, et que pourtant
on ne peut quitter, qu'on lit avec fureur et tristesse, est
à la fois une étude poignante et un réquisitoire terrible
contre le mariage tel qu'il se conclut encore. Tandis que
la pitié pour cette âme aux abois étreint le coeur, on a la
vision terne, opprimante et vulgaire du milieu social où elle
évolue, milieu où la médiocrité et la corruption se mêlent
honteusement.
=EDOUARD ROD= _nella_ =Revue Hebdomadaire:=
.... M.me Sibilla Aleramo, dont le premier livre, _Une femme_,
a eu la fortune très meritée de solliciter l'attention et de
soulever des discussions ardentes. C'est de fait un ouvrage
hors cadre, une «tranche de vie» plutôt qu'un roman soumis
aux usages de la narration. Il vaut par l'intensité du
sentiment qu'il exprime et des souffrances qu'il révèle, par
une sincerité presque terrible, par une sorte d'«éloquence
intérieure» si l'on peut dire, qui atteint souvent à la
puissance sans jamais tomber dans la rhétorique.
=CHARLES GÉNIAUX= _che la intervistò, scriveva nel_ =Paris Journal:=
Sibilla Aleramo nous présente le type parfait, au physique et
au moral, de la nouvelle génération italienne. Décidée et un
peu garçonnière d'allure, elle rappellerait une Américaine;
mais la douceur de la voix, la grâce du sourire lumineux,
la vivacité et le feu de ses ripostes affirment en elle sa
nationalité. L'invasion des cosmopolites à Rome influe sur
l'extérieur des êtres et des choses, mais l'auteur d'_Une
femme_ reste une Latine passionnée pour la beauté et la verité.
=RENÉE D'ULMÈS= _nel_ =Petit Parisien= _pubblicando un'intervista con
l'autrice di «Una donna» ricostruisce sull'armonia della sua figura
l'armonia della sua anima e dell'opera sua:_
Visage régulier, au teint blanc, au front un peu bombé, encadré
de souples cheveux blonds, noués en torsade sur la nuque, yeux
veloutés et noirs, aux longs cils, un peu recourbés, regard
enveloppé des ombres d'un passé douloureux, contrastant avec la
bouche si jeune, entr'ouverte sur de petites dents blanches.
Svelte, harmonieuse, en son très simple costume d'intérieur,
une longue blouse d'un bleu éteint, tombant en plis droits,
ouverte en carré, découvrant le cou rond et blanc, les jolis
bras. Et c'était une image bien des fois rencontrée dans les
musées, comme si, par exemple, la Sainte Cécile de Raphaël
était miraculeusement animée.
Mais au lieu de la sérénité de la sainte, M.me Sybilla Aleramo
gardait sur ses traits purs l'empreinte des rêves, des espoirs
et des désespoirs, et le teint pâle s'animait, et le beau
regard expressif décelait l'âme fière et vibrante à l'excès.
. . . . . . .
M.me Aleramo parlait peu d'elle-même; mais, dans ses jugements,
sur les livres, sur les œuvres d'art, elle révélait une
instruction solide, un esprit remarquablement compréhensif,
une âme haute, mûrie par la souffrance, et une sensibilité
délicieuse.
_Il_ =Mercure de France:=
On doit à M.me Sibilla Aleramo d'avoir su créer un type de
femme très complet, que la littérature italienne n'avait pas
analysé, avec une subtilité psychologique remarquable et très
remarquée.
=CAMILLE MAUCLAIR= _nel_ =Petit Niçois= _dopo aver parlato di un libro
di Gérard d'Houville tratta di «Una donna» con senso di superiore
ammirazione:_
L'autre livre est tout dissemblable. Je ne sais rien de son
auteur, si non que M.me Sibilla Aleramo est jeune et que son
livre, _Une femme_, a produit une grande émotion en Italie et
sert d'argument aux partisans du divorce, lequel n'est pas
encore admis par les lois de la Péninsule. J'ai lu ce livre
avec une émotion croissante et je voudrais que vous le lisiez,
car il me semble tout à fait admirable. Il est écrit en forme
d'autobiographie.
. . . . . . .
C'est un drame tout intérieur. Le livre est écrit fermement,
avec sobriété, avec un absolu dédain de tout agrément de style.
Tout son mérite littéraire est dans la justesse concise de
l'expression et dans la gradation des sentiments. Il est vrai
que ce sont les qualités essentielles et les plus difficiles
à acquérir. M.me Sibilla Aleramo ne se soucie pas d'être une
artiste. Elle s'inquiète de bien penser. Elle n'est pourtant
pas de tout «masculinisée» et c'est là le curieux. Elle écrit
et pense comme un homme, et pourtant on a l'impression qu'une
femme seule pouvait concevoir un pareil ouvrage.
. . . . . . .
Mais si vous voulez savoir comment les femmes qui pensent, les
femmes intensément femmes, souffrent et conçoivent l'iniquité
de leur destin social, prenez alors le livre de M.me Sibilla
Aleramo. Après avoir souri, vous contemplerez une âme haute,
une des plus nobles que la littérature sociale ait suscitées
dans l'Italie contemporaine.
=MAURICE MURET= _nel_ =Journal des Débats:=
Son livre est tout vibrant de passion, de conviction, de
révolte. Il respire un pessimisme qui rappelle parfois
l'amertume de Jules Vallès ou celle de M. Octave Mirbeau,
parfois celle du Suédois Auguste Strindberg. Au point de
vue littéraire, _Une femme_ est un roman de valeur, un début
remarqué et marquant, un de ces livres en un mot, qu'il y avait
lieu de traduire....
_Da un lungo articolo della_ =Revue Mondiale,= _firmato_ =R. DE NOLVA,=
_e dedicato al «Passaggio»:_
Cette fois la confession revêt la forme d'un poème; aussi
accepte-t-on plus aisément la crudité, non pas des mots, mais
des faits. Depuis trop longtemps les hommes divulgaient sans
se louer leurs passades ou leurs amours. Une femme fait de
même. Et pour contrebalancer les louanges au corps féminin,
rythmées par les hommes, comme elle a lu Whitman, elle exalte
lyriquement «le corps parfait d'Adam, faisceau d'herbes
odorantes».
_Nell_'=Opinion= _di Parigi, l'eminente critico_ =PAUL SOUDAY= _fa un
lusinghiero paragone della nostra scrittrice, dicendo fra l'altro:_
On est un peu surpris de trouver, dans un roman italien, une
manière si ferme, si robuste, si sévère; et l'on aurait la même
impression, quelle que fut la nationalité de l'auteur, pourvu
qu'il fût du même sexe. Je ne sais pas si un cerveau féminin
capable de tant de sérieux a paru depuis M.me de Staël; et
cette gravité, cette pénétration cette haute intellectualité ne
nuisent nullement à l'aisance, à la limpidité, a l'agrément de
la narration.
=ROBERTO LYND= _nel_ =Daily News:=
È un bello e coraggioso volume che in conclusione è in certo
modo come _Casa di bambola_ quantunque dal punto di vista
artistico non sia affatto simile.........
Forse _Una donna_ differisce da molti dei libri della sua
specie, poichè ha per eroina una donna che ha della filosofia
nel sangue e che finisce per conquistarci, non tanto per la
forza dei suoi istinti primitivi quanto per le sue teorie.
Nora, in _Casa di bambola_, comunque esponga molte teorie
nell'ultimo atto, non è una teorica per natura. L'eroina del
romanzo, invece, si occupa di movimento femminista e ciò
che essa fa lo fa per la ragionata credenza che il dovere
della donna verso la natura umana è più grande del suo dovere
verso il fanciullo. Non è verso un amante che essa corre alla
conclusione del romanzo, ma verso il suo credo. I lettori che
avrebbero chiamata questa conclusione immorale, la chiameranno
ora inumana.
_Numerosi ed entusiastici proseguono i giudizi della stampa inglese e
americana:_
_La_ =Westminster Gazette= (Westminster, 28 novembre 1908):
_Una donna_ non solamente ha prodotto una grande sensazione
in Italia ma ha quasi avuto altrettanto successo in tutte le
lingue europee in cui è stato tradotto. È un ottimo, serio
contributo alla letteratura dell'Italia moderna che non è
impastoiata dalle tradizioni e dalle formalità relative allo
stile, e merita un'attenta lettura.... lo stile è terso ed
eccezionalmente chiaro e semplice, eccellente è la traduzione
inglese.
_E dopo aver esaminato i singolari aspetti del romanzo conclude col
porre in rilievo la grande importanza del libro, scrivendo:_
_Una donna_ non è un vero romanzo, ma il racconto
particolareggiato ed anche la soluzione di un problema. Se
nondimeno la signora Aleramo avesse ideato i suoi caratteri
con maggiore elaborazione, avesse dato loro una personalità
più vigorosa, colorita più grottescamente, come i tipi del
romanzo russo, qualche pagina del suo libro non sarebbe stata
attraente. Personalmente avrei corso questo rischio per far
sentire che l'autore ha un senso vitale così del carattere dei
suoi connazionali come dei loro problemi.
=The Dundee Advertiser= (11 novembre 1908):
_Una donna._ Un romanzo italiano di una donna italiana
altamente dotata, Sibilla Aleramo. È stato mirabilmente
tradotto in inglese da Maria H. Lansdale e fa una terribile
rivelazione del fallimento della vita coniugale.... Il diritto
è affermato con stupendo realismo e non comune vigoria.
_Il_ =Southport Guardian= (Southport, 19 dic. 1908):
Grazie a questa traduzione della signora Lansdale, i lettori
inglesi sono ora posti allo stesso livello di quelli francesi,
tedeschi, russi, spagnoli e svevi ed hanno la buona occasione
di leggere il romanzo _Una donna_ il quale, quando comparve
suscitò così veementi discussioni in Italia....
Tutto il libro è tessuto da una forte ed essenzialmente franca
e coraggiosa difesa della libertà della donna, e la eccellenza
della traduzione ci ha riserbato quelle qualità di eloquenza e
di soggettiva invocazione che fanno del libro un vero documento
umano.
=HELEN ZIMMERN= _nel_ =Corriere della Sera= _in un'intervista con
l'illustre scrittrice svedese_ =ELLEN KEY= _ne riporta il giudizio
sull'Aleramo:_
Molto caratteristiche e istruttive sono state per me le
accalorate discussioni suscitate da _Una donna_ di Sibilla
Aleramo, e se i giudizi le sono spesso stati sfavorevoli, c'è
stato pure un indizio di progresso nell'interessamento delle
italiane per simili problemi.
_Una donna_ io credo che faccia per l'Italia quello che fece la
_Casa di bambola_ di Ibsen per la Scandinavia; cioè riveli alle
donne che esse hanno dei doveri verso sè stesse.
_Il_ =Literary Supplement= _del_ =Times= _(del 5 febbraio 1920), dedica
una colonna molto simpatica al «Passaggio». Curioso l'esordio nel
quale si afferma che i romanzi italiani somigliano tanto ai romanzi
inglesi quanto i vigneti piantati sui declivi del Vesuvio o dell'Etna
rassomigliano ad un frutteto del Kent._
_Nella_ =Neue Freie Presse= _di Vienna l'illustre poeta e critico_
=STEFAN ZWEIG= _dice fra l'altro:_
Anche la donna in Italia è diventata viva, non è più l'ignava,
l'ingannevole, la frivola di una volta, la ignorante, sprezzata
schiava dell'uomo e dell'amore; il movimento femminile ha
trovato qui presto il suo seguito.
La prima scrittrice a me nota, nelle opere della quale le
moderne idee di indipendenza della donna hanno trovato una
forte espressione è Sibilla Aleramo col suo romanzo _Una
donna_, che suscitò un anno fa generale sensazione in Italia e
che già anche in Francia desta vivo interesse.
È la storia di una donna che coraggiosamente e decisamente si
apparta nell'isolamento da un matrimonio forzato, infelice.
E il grande, il nuovo, il bello di questo libro è l'assoluta
rinuncia ad ogni trastullaggine, ad ogni civetteria amorosa ed
erotica.
È uno studio di finissima psicologia femminile, tenero e
delicato in tutti i dettagli, spietato ma non mai volgare
nello scoprire le cose più segrete: ma nell'intimo talvolta
molle e delicato, infantilmente timido e vergognoso, una
confessione senza la coscienza cattiva e senza implorare grazia
e approvazione.
Delicato, con trapassi appena avvertiti, il passaggio qui
espresso dalla fanciullezza all'adolescenza e dall'adolescenza
alla maternità: e tutto questo come presentimento di una
nuova realtà, della propria vita e propri scopi, non più per
volere dei genitori e non dell'uomo, e non del bambino, ma di
sè stessa, una tardiva coscienza di sè ma che è più amore per
tutti che non amore per sè stessa.
_Il_ =Frankischer Kurier= _di Norimberga diceva:_
Sibilla Aleramo scrive in modo chiaro, senza alcuna
esagerazione ed appunto in questa forma piana pare consista il
grande segreto del suo successo.
Essa accenna occasionalmente alla sua indignazione per il
fatto che tanti mediocri libri scritti da donne piovono nella
redazione in cui essa lavorava una volta a Roma e si domanda:
«Perchè non vogliono capire tutte queste ‘Intellettuali’ che
la donna può giustificare la sua cooperazione nel campo già
mietuto della Letteratura e dell'Arte solo con opere tali che
portino un'impronta propria?».
=SEM BENELLI= _trattando sul_ =Giornale d'Italia= _del sonnambulismo
e di una celebre sonnambula prendeva occasione per ricordare la
straordinaria azione che nel campo femminista esercitò il primo libro
della nostra scrittrice:_
Alle donne ben pensanti, alle donne vere, spetta la redenzione
delle altre. Per ora le sonnambule fanno affari d'oro.
Ho visto di recente un gran numero di scrittrici inveire quasi
contro l'autrice di un romanzo ardito, ma fiero: _Una donna_ di
Sibilla Aleramo.
Che cosa penserà questa Sibilla (giacchè si chiama _Sibilla_)
di Ortensia e delle sue ingenue donatrici? Non troverà ella in
questo fatto una ragione per opporre, a tanta leggerezza, la
sua fierezza inesorabile?...
_Infine, ricordiamo l'alto appellativo di_ =GABRIELE D'ANNUNZIO= _che
chiamò Sibilla Aleramo: «l'attenta sorella»._
*
«_Una donna_» fu tradotta:
In francese, da PIERRE-PAUL PLAN, editore Calmann Lévy, Parigi, 1908.
In inglese, da MARY LANSDALE, editore Putnam's son, New-York-London,
1909.
In tedesco, con prefazione di GEORG BRANDES, editore Marcquardt,
Berlino, 1909.
In spagnolo, editore Sempere, Barcellona, 1908.
In svedese, nella rivista _Mitt Hem_.
In russo, nella rivista _Obrasovanie_.
In polacco, nella rivista _Pravda_.
*
Del «_Passaggio_» si pubblicherà prossimamente la traduzione francese.
Nota del Trascrittore
divenire puro spirito; e poi, in una ebbrezza di luce e di
musica, dissolversi ed annientarsi.
=FRANCESCO MERIANO= _nel_ =Giornale del Mattino:=
Chi pretende giustamente di trovare in ogni pagina scritta
a scopo letterario la traccia di un'esperienza personale, un
insegnamento od anche soltanto una testimonianza, può restar
soddisfatto da questo nuovo libro dell'Aleramo. Raramente
una donna ci ha parlato con più franchezza e intimità di sè
stessa, della sua vita, del suo modo di vedere e di stimare il
mondo. _Il Passaggio_ è interessante per l'originalità dello
stile e per l'umanità del soggetto: è un libro che bisognerà
ricordare ogni qual volta ci si troverà davanti una scrittrice,
perchè segna forse l'estremo limite a cui una donna possa
giungere senza offendere la sua femminilità, senza superare i
confini della sincerità e della poesia. Le ricerche formali
sono condotte a fondo, senza paura di cadere nel grottesco
e nell'incomprensibile; la collocazione sintattica delle
parole, l'interpunzione, la spezzatura dei periodi, sono
originalissime. Il discorso ha ora la continuata leggerezza
d'un volo cromatico, ora una statuaria solidità dovuta alla
successione di pause profondamente musicali: qualità da più
secoli inconsuete ad una donna, talchè più d'una volta vien
fatto di chiedersi quale altra poetessa si sia mai espressa con
tanta grandezza.
La virtù della parola riesce quasi ad illuderci sul contenuto
attivo dell'opera: mentre, come è logico e naturale,
l'esperienza si riduce in fondo alla solita gamma di sensazioni
fisiche, che costituisce per esempio la trama lirica d'una
Guglielminetti. Fortunatamente qui l'essenza intima della
femminilità è meno turbata; si sente sì, nonostante le
imperiose aspirazioni pàniche, che l'animalità è triste
come dopo l'amplesso, ma non si avverte il senso di disgusto
cagionato dalle artefiziose capziosità della casistica erotica.
La donna la quale s'accorge che le cime delle sue dita hanno
tuttora la freschezza dei petali intatti è quella che dona sè
stessa consolando e piangendo, materna amante, quella che gode
del piacere altrui, offerta della terra.
=PIETRO PANCRAZI=, _nel_ =Resto del Carlino:=
.... Come a molte pagine di ricordo e rievocazione del primo
libro, è facile riconoscere la forza e l'autenticità della
commozione, così nell'affannoso esprimersi del secondo è facile
scoprire momenti nei quali la sensibilità della scrittrice si
mostra e rivela in forme d'affinamento e di evidenza finora a
lei insolite....
=ALFREDO PANZINI= _nella_ =Perseveranza= _di Milano:_
_Una donna_ ha il suggello di una vita vissuta. Dunque un
romanzo sperimentale di tipo zoliano? dunque un romanzo
psicologico alla Bourget? Nulla di codesto: un libro immediato;
intessuto di pensieri e di fatti, libero da reminiscenze
letterarie. Quel non so che di appiccicaticcio e di falso che
forma la preparazione in Italia allo scrivere di maniera, qui,
manca affatto.
Quel non so di voluttuoso, di melato di sospiroso che
abbonda negli scritti letterari delle donne, qui non appare.
Evidentemente l'autrice ha troppe cose da dire, troppo
profondamente ella sente, troppo gravi cose ella dice, gravi
in sè, le quali non hanno bisogno delle esagerazioni e della
rettorica sentimentale.
Avviene anzi in questo libro qualche cosa di cui l'autrice
stessa forse non ha la conoscenza piena: di mano in mano che
la narrazione procede, la parola che da prima appare pavida,
titubante, si fa più sicura, il pensiero si rafforza nel
pensiero, si imbeve di vigore al contatto della realtà, si fa
turgido, caldo, potente, e allora balena ignudo, come spada;
e giunge di colpo a trovare quelle espressioni scultorie,
rapide e immediate, semplici, che fermano il lettore e sono il
martirio dell'artista.
=UGO OJETTI= _nel_ =Corriere della Sera= _ammira il valore sociale del
libro «Una Donna»:_
Una donna che in una casa cupa come una tomba, presso un
marito sospettoso, subdolo, meschino, padrona soltanto, sente
soffocare nella propria mente ogni nozione del suo diritto
e nel cuore ogni spontaneità, può per non morire, fuggire
anche quando deve lasciare lì un bambino, il quale senza lei,
presso il padre, in quella casa funebre, mancherà d'affetto
e d'esempio e dovrà, fatalmente, dimenticare e dubitare della
madre lontana? Sibilla Aleramo, nome nuovissimo nella nostra
letteratura femminile, dice di sì in un libro che ha un
semplice titolo: _Una donna_. E lo dice a testa alta, e certe
pagine son così sincere e dolorose che par di udire quella
donna da Lei inventata parlare con un fremito nella voce, con
un ultimo dubbio negli occhi e fissarvi con la speranza di
trovarvi il vostro consenso, non la vostra condanna.
. . . . . . .
Questo libro è sincero, è crudele, è modernissimo. Solo per
la difesa della propria mente e della propria individualità,
nessuna donna in nessun romanzo di vent'anni fa sarebbe
fuggita. Oggi è possibile e questo romanzo purtroppo è
verosimile.
=ALFREDO GARGIULO= _nel_ =Giornale d'Italia:=
Nella «bibbia» del femminismo, al posto della «genesi»
dovrebbero stare due opere d'arte: _Casa di bambola_ di Ibsen,
e il romanzo _Una donna_ di Sibilla Aleramo, che ora è già
tradotto nelle principali lingue europee. Mai, come nelle
protagoniste di quelle due opere, si è visto rappresentare
con tanta cruda forza la tragedia di un'anima femminile,
che chiede la chiarezza su l'essere suo, e la ragione della
propria vita. Il dramma e il romanzo, presi insieme, valgono
mille dissertazioni e teorie: più di qualunque dimostrazione
persuadono gli indifferenti e gli scettici a domandarsi se
esiste davvero un problema femminile. In quanto donna, la
scrittrice italiana potrebbe vantarsi di aver fatto a vantaggio
del suo sesso più di quanto abbiano fatto e vadano facendo
tutte le femministe del mondo prese insieme.
=MASSIMO BONTEMPELLI= _nel_ =Grido del Popolo= _di Torino:_
Ecco, anzitutto, un libro profondamente, compiutamente
sano. Concetto qualche volta frainteso è questo della sanità
letteraria. Certi libri gai e superficiali che dilettano con
presentare leggermente e serenamente la vita comune di ogni
giorno, si dicon sani, mentre con tanta naturalezza accettano
le infinite deficienze, le contraddizioni, le assurdità crudeli
di cui essa vita è tutta intessuta, che dovrebbero invece
apparir frutto di corruzione morbosa e profonda del tempo e
dell'animo nostro. Certi altri che toccan piaghe terribili,
che frugano dolorosamente fra gli aspetti e fra gli effetti
di quelle assurdità fondamentali, son quelli che io dico sani,
perchè ammettono e ispirano la fede in un possibile rimedio.
=LUIGI PIRANDELLO= _nella_ =Gazzetta del Popolo= _di Torino, chiudendo
un lungo articolo:_
Pochi romanzi moderni io ho letti che racchiudano come questo
un dramma così grave e profondo nella sua semplicità e lo
rappresentino con pari arte, in una forma così nobile e
schietta, con tanta misura e tanta potenza.
_Ed ecco alcune incisive frasi tolte da un profondo e vibrato
articolo che_ =CLEMENTE REBORA= _ha dedicato al «Passaggio» nella_
=Illustrazione Italiana:=
Chi scruti limpido questa forza ribelle, e legislatrice
insieme, scorgerà un'inesausta difesa commossa di ciò che ci fa
vivere....
.... _Il Passaggio_ crea allegorie....
Opera di profonda bontà, di più fonda umanità: opera che,
come la vita, si potrà bestemmiare ma non dimenticare, il
_Passaggio_, tutto pervaso da un senso di schianto e d'attesa,
così annunziatore, così immolatore, in contrasto e in armonia
coi tempi: quasi un Apocalissi dell'amore, e anche un lungo
grido di richiamo, da Saffo a Santa Caterina a Chitra....
=P. MATTEI-GENTILI= _nel_ =Corriere d'Italia= _di Roma a proposito di
«Una donna»:_
Ecco un romanzo di una donna e nel quale si disegna la figura
di una donna «nuova». È tra i pochi romanzi notevoli che ci è
accaduto di leggere da qualche tempo in qua; e già raccoglie un
insolito consenso di lodi della critica. Notevole come opera
d'arte e come opera di pensiero: come opera d'arte, mentre
pure l'autrice sembra protestare di non aver voluto fare che
un'opera di verità, e forse appunto per questo: come opera
di pensiero; perchè vi è rappresentata la profonda lotta di
uno spirito femminile, per affermare di fronte all'egoismo
dell'uomo la dignità sua e del sesso chiamato, con una frase
che suona incosciente brutalità, sesso debole.
. . . . . . .
Bel libro, per la potenza vivificatrice dell'arte schietta e
rude; libro che vi soggioga con la profondità dell'osservazione
psicologica e vi dà a pensare per la vivacità con la quale
denuda una tormentata anima di donna e per la violenza con cui
affronta i problemi del femminismo.
=VERNON LEE= _nel_ =Marzocco:=
Il libro della signora Aleramo non è una requisitoria contro
il vecchio matrimonio, contro la barbarie sociale; è un
grido doloroso, un gemito che echeggia in chi lo sente, è
un urlo direi, che giunge a noi soddisfatti, a noi felici, a
noi fortunati, come giungerebbe l'urlo di un assassinato, e
che dovrebbe farci riflettere, se le istituzioni che a noi,
fortunati, sono riuscite tollerabili o propizie son per questa
ragione innocenti e sacrosante; dovrebbe farci domandare se
noi non ci rendiamo complici del male ricusando di convenirne,
ricusando di pensare, di scuotere i nostri pregiudizi, di
guardare la verità in faccia, anche se quella verità ci
toglie le fedi più care al nostro essere, le bugie vitali (per
servirmi delle parole di Ibsen) più essenziali nella nostra
vita.
=PAUL MARGUERITTE= _parlando di «Una donna» inizia la serie degli
entusiasmi da cui i libri dell'Aleramo furono accolti nei paesi
stranieri:_
Se questo libro fosse firmato da una francese, potete esser
sicuri che essa sarebbe celebre domani. Il destino delle glorie
straniere è più fantastico. Non v'ha dubbio però che il libro
della giovane donna che porta come una maschera l'armonioso
pseudonimo di Sibilla Aleramo, non colpisca fortemente molti
cuori.
Esso appartiene a quella forma di letteratura personale,
si potrebbe dire confessionale, che ci ha dato dei rari ma
squisiti capolavori, come _Dominique_ di Fromentin.
Queste opere sono le più delicate e le più difficili a
realizzare: esigono altrettanto tatto che padronanza. «L'io
è odioso» dice un proverbio; esse devono evitare questo
rimprovero.
Ma quand'esse sono riuscite, come rendono il suono vibrante
di un'anima, quale essenza di verità, esalano! E quando un
grande sofferente del pensiero e della vita, come Gian Giacomo
Rousseau, si confessa a noi, non ci sembra di veder palpitare
il cuore stesso dell'umanità?
_Una donna_ ha questo di bellissimo, che è, secondo la parola
di Montaigne «un livre de bonne foi». Esso urla di sincerità.
E la semplicità e la naturalezza del racconto ci son garanti
della lealtà dello scrittore.
. . . . . . .
Per certi lati vi sono in questo libro delle pagine affatto
nuove che rassomigliano a nessun'altra: molte vite di donna,
pertanto, sono state analoghe a questa, migliaia di esistenze
femminili sono passate attraverso le stesse gioie e gli stessi
dolori.
Ma ogni essere ha qualcosa d'unico in sè, un modo suo di
sentire e di tradurre. Di questa essenza propria, Sibilla
Aleramo, ha impregnato la sua straziante confessione.
Ciò basterebbe ad assicurare a questo romanzo «una place de
chevet» un angolo d'onore nello scaffale dei libri preferiti
dagli amatori di sensibilità rare. Ma questo romanzo
autobiografico si distingue per un insegnamento di significato
più grande. Esso ha il coraggio di mostrare il dilemma in cui
tante giovani donne moderne si dibattono e dal quale così poche
hanno il difficile eroismo d'uscire.
Questo dilemma Sibilla Aleramo l'ha esposto nella sua
implacabile crudeltà.
. . . . . . .
Sono rari i libri frementi di vita che hanno nel tempo stesso
la virtù degli atti. _Una donna_ è «uno di questi libri».
Ammiriamolo!
=DORA MELEGARI= _nel_ =Journal de Genève:=
Ce livre, dont la lecture devient par moments insupportable
tellement elle éveille d'impressions pénibles, et que pourtant
on ne peut quitter, qu'on lit avec fureur et tristesse, est
à la fois une étude poignante et un réquisitoire terrible
contre le mariage tel qu'il se conclut encore. Tandis que
la pitié pour cette âme aux abois étreint le coeur, on a la
vision terne, opprimante et vulgaire du milieu social où elle
évolue, milieu où la médiocrité et la corruption se mêlent
honteusement.
=EDOUARD ROD= _nella_ =Revue Hebdomadaire:=
.... M.me Sibilla Aleramo, dont le premier livre, _Une femme_,
a eu la fortune très meritée de solliciter l'attention et de
soulever des discussions ardentes. C'est de fait un ouvrage
hors cadre, une «tranche de vie» plutôt qu'un roman soumis
aux usages de la narration. Il vaut par l'intensité du
sentiment qu'il exprime et des souffrances qu'il révèle, par
une sincerité presque terrible, par une sorte d'«éloquence
intérieure» si l'on peut dire, qui atteint souvent à la
puissance sans jamais tomber dans la rhétorique.
=CHARLES GÉNIAUX= _che la intervistò, scriveva nel_ =Paris Journal:=
Sibilla Aleramo nous présente le type parfait, au physique et
au moral, de la nouvelle génération italienne. Décidée et un
peu garçonnière d'allure, elle rappellerait une Américaine;
mais la douceur de la voix, la grâce du sourire lumineux,
la vivacité et le feu de ses ripostes affirment en elle sa
nationalité. L'invasion des cosmopolites à Rome influe sur
l'extérieur des êtres et des choses, mais l'auteur d'_Une
femme_ reste une Latine passionnée pour la beauté et la verité.
=RENÉE D'ULMÈS= _nel_ =Petit Parisien= _pubblicando un'intervista con
l'autrice di «Una donna» ricostruisce sull'armonia della sua figura
l'armonia della sua anima e dell'opera sua:_
Visage régulier, au teint blanc, au front un peu bombé, encadré
de souples cheveux blonds, noués en torsade sur la nuque, yeux
veloutés et noirs, aux longs cils, un peu recourbés, regard
enveloppé des ombres d'un passé douloureux, contrastant avec la
bouche si jeune, entr'ouverte sur de petites dents blanches.
Svelte, harmonieuse, en son très simple costume d'intérieur,
une longue blouse d'un bleu éteint, tombant en plis droits,
ouverte en carré, découvrant le cou rond et blanc, les jolis
bras. Et c'était une image bien des fois rencontrée dans les
musées, comme si, par exemple, la Sainte Cécile de Raphaël
était miraculeusement animée.
Mais au lieu de la sérénité de la sainte, M.me Sybilla Aleramo
gardait sur ses traits purs l'empreinte des rêves, des espoirs
et des désespoirs, et le teint pâle s'animait, et le beau
regard expressif décelait l'âme fière et vibrante à l'excès.
. . . . . . .
M.me Aleramo parlait peu d'elle-même; mais, dans ses jugements,
sur les livres, sur les œuvres d'art, elle révélait une
instruction solide, un esprit remarquablement compréhensif,
une âme haute, mûrie par la souffrance, et une sensibilité
délicieuse.
_Il_ =Mercure de France:=
On doit à M.me Sibilla Aleramo d'avoir su créer un type de
femme très complet, que la littérature italienne n'avait pas
analysé, avec une subtilité psychologique remarquable et très
remarquée.
=CAMILLE MAUCLAIR= _nel_ =Petit Niçois= _dopo aver parlato di un libro
di Gérard d'Houville tratta di «Una donna» con senso di superiore
ammirazione:_
L'autre livre est tout dissemblable. Je ne sais rien de son
auteur, si non que M.me Sibilla Aleramo est jeune et que son
livre, _Une femme_, a produit une grande émotion en Italie et
sert d'argument aux partisans du divorce, lequel n'est pas
encore admis par les lois de la Péninsule. J'ai lu ce livre
avec une émotion croissante et je voudrais que vous le lisiez,
car il me semble tout à fait admirable. Il est écrit en forme
d'autobiographie.
. . . . . . .
C'est un drame tout intérieur. Le livre est écrit fermement,
avec sobriété, avec un absolu dédain de tout agrément de style.
Tout son mérite littéraire est dans la justesse concise de
l'expression et dans la gradation des sentiments. Il est vrai
que ce sont les qualités essentielles et les plus difficiles
à acquérir. M.me Sibilla Aleramo ne se soucie pas d'être une
artiste. Elle s'inquiète de bien penser. Elle n'est pourtant
pas de tout «masculinisée» et c'est là le curieux. Elle écrit
et pense comme un homme, et pourtant on a l'impression qu'une
femme seule pouvait concevoir un pareil ouvrage.
. . . . . . .
Mais si vous voulez savoir comment les femmes qui pensent, les
femmes intensément femmes, souffrent et conçoivent l'iniquité
de leur destin social, prenez alors le livre de M.me Sibilla
Aleramo. Après avoir souri, vous contemplerez une âme haute,
une des plus nobles que la littérature sociale ait suscitées
dans l'Italie contemporaine.
=MAURICE MURET= _nel_ =Journal des Débats:=
Son livre est tout vibrant de passion, de conviction, de
révolte. Il respire un pessimisme qui rappelle parfois
l'amertume de Jules Vallès ou celle de M. Octave Mirbeau,
parfois celle du Suédois Auguste Strindberg. Au point de
vue littéraire, _Une femme_ est un roman de valeur, un début
remarqué et marquant, un de ces livres en un mot, qu'il y avait
lieu de traduire....
_Da un lungo articolo della_ =Revue Mondiale,= _firmato_ =R. DE NOLVA,=
_e dedicato al «Passaggio»:_
Cette fois la confession revêt la forme d'un poème; aussi
accepte-t-on plus aisément la crudité, non pas des mots, mais
des faits. Depuis trop longtemps les hommes divulgaient sans
se louer leurs passades ou leurs amours. Une femme fait de
même. Et pour contrebalancer les louanges au corps féminin,
rythmées par les hommes, comme elle a lu Whitman, elle exalte
lyriquement «le corps parfait d'Adam, faisceau d'herbes
odorantes».
_Nell_'=Opinion= _di Parigi, l'eminente critico_ =PAUL SOUDAY= _fa un
lusinghiero paragone della nostra scrittrice, dicendo fra l'altro:_
On est un peu surpris de trouver, dans un roman italien, une
manière si ferme, si robuste, si sévère; et l'on aurait la même
impression, quelle que fut la nationalité de l'auteur, pourvu
qu'il fût du même sexe. Je ne sais pas si un cerveau féminin
capable de tant de sérieux a paru depuis M.me de Staël; et
cette gravité, cette pénétration cette haute intellectualité ne
nuisent nullement à l'aisance, à la limpidité, a l'agrément de
la narration.
=ROBERTO LYND= _nel_ =Daily News:=
È un bello e coraggioso volume che in conclusione è in certo
modo come _Casa di bambola_ quantunque dal punto di vista
artistico non sia affatto simile.........
Forse _Una donna_ differisce da molti dei libri della sua
specie, poichè ha per eroina una donna che ha della filosofia
nel sangue e che finisce per conquistarci, non tanto per la
forza dei suoi istinti primitivi quanto per le sue teorie.
Nora, in _Casa di bambola_, comunque esponga molte teorie
nell'ultimo atto, non è una teorica per natura. L'eroina del
romanzo, invece, si occupa di movimento femminista e ciò
che essa fa lo fa per la ragionata credenza che il dovere
della donna verso la natura umana è più grande del suo dovere
verso il fanciullo. Non è verso un amante che essa corre alla
conclusione del romanzo, ma verso il suo credo. I lettori che
avrebbero chiamata questa conclusione immorale, la chiameranno
ora inumana.
_Numerosi ed entusiastici proseguono i giudizi della stampa inglese e
americana:_
_La_ =Westminster Gazette= (Westminster, 28 novembre 1908):
_Una donna_ non solamente ha prodotto una grande sensazione
in Italia ma ha quasi avuto altrettanto successo in tutte le
lingue europee in cui è stato tradotto. È un ottimo, serio
contributo alla letteratura dell'Italia moderna che non è
impastoiata dalle tradizioni e dalle formalità relative allo
stile, e merita un'attenta lettura.... lo stile è terso ed
eccezionalmente chiaro e semplice, eccellente è la traduzione
inglese.
_E dopo aver esaminato i singolari aspetti del romanzo conclude col
porre in rilievo la grande importanza del libro, scrivendo:_
_Una donna_ non è un vero romanzo, ma il racconto
particolareggiato ed anche la soluzione di un problema. Se
nondimeno la signora Aleramo avesse ideato i suoi caratteri
con maggiore elaborazione, avesse dato loro una personalità
più vigorosa, colorita più grottescamente, come i tipi del
romanzo russo, qualche pagina del suo libro non sarebbe stata
attraente. Personalmente avrei corso questo rischio per far
sentire che l'autore ha un senso vitale così del carattere dei
suoi connazionali come dei loro problemi.
=The Dundee Advertiser= (11 novembre 1908):
_Una donna._ Un romanzo italiano di una donna italiana
altamente dotata, Sibilla Aleramo. È stato mirabilmente
tradotto in inglese da Maria H. Lansdale e fa una terribile
rivelazione del fallimento della vita coniugale.... Il diritto
è affermato con stupendo realismo e non comune vigoria.
_Il_ =Southport Guardian= (Southport, 19 dic. 1908):
Grazie a questa traduzione della signora Lansdale, i lettori
inglesi sono ora posti allo stesso livello di quelli francesi,
tedeschi, russi, spagnoli e svevi ed hanno la buona occasione
di leggere il romanzo _Una donna_ il quale, quando comparve
suscitò così veementi discussioni in Italia....
Tutto il libro è tessuto da una forte ed essenzialmente franca
e coraggiosa difesa della libertà della donna, e la eccellenza
della traduzione ci ha riserbato quelle qualità di eloquenza e
di soggettiva invocazione che fanno del libro un vero documento
umano.
=HELEN ZIMMERN= _nel_ =Corriere della Sera= _in un'intervista con
l'illustre scrittrice svedese_ =ELLEN KEY= _ne riporta il giudizio
sull'Aleramo:_
Molto caratteristiche e istruttive sono state per me le
accalorate discussioni suscitate da _Una donna_ di Sibilla
Aleramo, e se i giudizi le sono spesso stati sfavorevoli, c'è
stato pure un indizio di progresso nell'interessamento delle
italiane per simili problemi.
_Una donna_ io credo che faccia per l'Italia quello che fece la
_Casa di bambola_ di Ibsen per la Scandinavia; cioè riveli alle
donne che esse hanno dei doveri verso sè stesse.
_Il_ =Literary Supplement= _del_ =Times= _(del 5 febbraio 1920), dedica
una colonna molto simpatica al «Passaggio». Curioso l'esordio nel
quale si afferma che i romanzi italiani somigliano tanto ai romanzi
inglesi quanto i vigneti piantati sui declivi del Vesuvio o dell'Etna
rassomigliano ad un frutteto del Kent._
_Nella_ =Neue Freie Presse= _di Vienna l'illustre poeta e critico_
=STEFAN ZWEIG= _dice fra l'altro:_
Anche la donna in Italia è diventata viva, non è più l'ignava,
l'ingannevole, la frivola di una volta, la ignorante, sprezzata
schiava dell'uomo e dell'amore; il movimento femminile ha
trovato qui presto il suo seguito.
La prima scrittrice a me nota, nelle opere della quale le
moderne idee di indipendenza della donna hanno trovato una
forte espressione è Sibilla Aleramo col suo romanzo _Una
donna_, che suscitò un anno fa generale sensazione in Italia e
che già anche in Francia desta vivo interesse.
È la storia di una donna che coraggiosamente e decisamente si
apparta nell'isolamento da un matrimonio forzato, infelice.
E il grande, il nuovo, il bello di questo libro è l'assoluta
rinuncia ad ogni trastullaggine, ad ogni civetteria amorosa ed
erotica.
È uno studio di finissima psicologia femminile, tenero e
delicato in tutti i dettagli, spietato ma non mai volgare
nello scoprire le cose più segrete: ma nell'intimo talvolta
molle e delicato, infantilmente timido e vergognoso, una
confessione senza la coscienza cattiva e senza implorare grazia
e approvazione.
Delicato, con trapassi appena avvertiti, il passaggio qui
espresso dalla fanciullezza all'adolescenza e dall'adolescenza
alla maternità: e tutto questo come presentimento di una
nuova realtà, della propria vita e propri scopi, non più per
volere dei genitori e non dell'uomo, e non del bambino, ma di
sè stessa, una tardiva coscienza di sè ma che è più amore per
tutti che non amore per sè stessa.
_Il_ =Frankischer Kurier= _di Norimberga diceva:_
Sibilla Aleramo scrive in modo chiaro, senza alcuna
esagerazione ed appunto in questa forma piana pare consista il
grande segreto del suo successo.
Essa accenna occasionalmente alla sua indignazione per il
fatto che tanti mediocri libri scritti da donne piovono nella
redazione in cui essa lavorava una volta a Roma e si domanda:
«Perchè non vogliono capire tutte queste ‘Intellettuali’ che
la donna può giustificare la sua cooperazione nel campo già
mietuto della Letteratura e dell'Arte solo con opere tali che
portino un'impronta propria?».
=SEM BENELLI= _trattando sul_ =Giornale d'Italia= _del sonnambulismo
e di una celebre sonnambula prendeva occasione per ricordare la
straordinaria azione che nel campo femminista esercitò il primo libro
della nostra scrittrice:_
Alle donne ben pensanti, alle donne vere, spetta la redenzione
delle altre. Per ora le sonnambule fanno affari d'oro.
Ho visto di recente un gran numero di scrittrici inveire quasi
contro l'autrice di un romanzo ardito, ma fiero: _Una donna_ di
Sibilla Aleramo.
Che cosa penserà questa Sibilla (giacchè si chiama _Sibilla_)
di Ortensia e delle sue ingenue donatrici? Non troverà ella in
questo fatto una ragione per opporre, a tanta leggerezza, la
sua fierezza inesorabile?...
_Infine, ricordiamo l'alto appellativo di_ =GABRIELE D'ANNUNZIO= _che
chiamò Sibilla Aleramo: «l'attenta sorella»._
*
«_Una donna_» fu tradotta:
In francese, da PIERRE-PAUL PLAN, editore Calmann Lévy, Parigi, 1908.
In inglese, da MARY LANSDALE, editore Putnam's son, New-York-London,
1909.
In tedesco, con prefazione di GEORG BRANDES, editore Marcquardt,
Berlino, 1909.
In spagnolo, editore Sempere, Barcellona, 1908.
In svedese, nella rivista _Mitt Hem_.
In russo, nella rivista _Obrasovanie_.
In polacco, nella rivista _Pravda_.
*
Del «_Passaggio_» si pubblicherà prossimamente la traduzione francese.
Nota del Trascrittore
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