Il Designato: Romanzo - 13
Io credo di non aver più sentite le distanze colla nervosa acutezza
d'allora. Movimenti di passeggeri e di treni; chiacchiere di
viaggiatori; paesaggi; fermate e ripartenze lente come agonie;
mormorio d'acque intorno al battello; giuoco di colori naturali sullo
specchio del lago, nel profilo dei monti; giuoco di colori artificiali
nel volto e nelle vesti delle signore che mi stavano intorno; tutto
aveva posto e si collocava nebulosamente nel mio cervello accanto a un
pensiero unico e sanguinoso: Lidia mentiva nella sua lettera.
Arrivai inatteso, verso mezzogiorno. Allo sbarco, un gruppo variopinto
d'uomini e signore osservava la solita manovra dell'approdo; io,
confuso tra la folla sopra-coperta, distinsi immediatamente nel gruppo
Lidia al fianco d'Ettore Caccianimico; ella guardò i passeggeri, non
mi vide, si volse a pronunciar qualche parola con Ettore.
Il ponte fu gettato, vi passai, e arrivai innanzi a Lidia e ad Ettore
quasi di sorpresa.
--Tornato!--esclamò la donna, stendendomi la mano.--Perchè non ci hai
scritto?
--Non sapevo,--mormorai, con uno sguardo sintetico a Lidia.
Come s'era vestita stranamente! Aveva un abito chiarissimo e senza
linee precise, secondo il gusto dominante; ma una fascia alta color
viola cupo le serrava il busto, ricadendo sul fianco sinistro a
ravvivar la tinta pallida dell'abito. Il cappello grande, col pizzo
tutt'intorno, lasciando scorgere ben poco del suo viso delicato, dava
alla carnagione in compenso un tono d'ombra soavissimo. Lidia non
aveva guanti nè gioielli; portava le scarpette di panno bianco.
Mi posi al suo fianco, incamminandoci, mentre Ettore le si metteva
all'altro lato.
--Il conte Sideri sta meglio?--domandò Ettore.
--Mi pare,--dissi.--In ogni modo, non potevo più resistere alla
temperatura della città.
--Non fai conto di ripartire, speriamo?--osservò Lidia con
sollecitudine.
--No, no,--risposi.--Aspetto anzi Gian Luigi, che ha promesso di
raggiungerci.--
Lidia salutò in quell'istante due signore affacciate al balcone d'una
villa.
--Sono conoscenze nuove,--mi spiegò poscia.--Ho fatte molte amicizie
in questi giorni e non trovo tempo a restituir le visite. La povera
mamma è disperata, perchè quando non ho l'umore per le chiacchiere,
incarico lei di sostituirmi. Oggi, per esempio, l'ho mandata in
montagna col papà a una gita che mi spiaceva: torneranno per l'ora del
pranzo.--
Appena fui nella mia camera, rilevai una novità. Dall'uscio
comunicante aperto, la camera di Lidia presentava un tale aspetto, di
disordine che non v'era d'uopo di soverchia intelligenza per capire
come la donna non l'abitasse più: vi mancavano i suoi oggetti
d'abbigliamento e il misterioso profumo ond'ella nobilitava i luoghi
che l'accoglievano.
Lidia mi raggiunse quasi sùbito e leggendo sul mio volto
un'interrogazione, disse:
--Non te ne ho avvertito nella lettera per dimenticanza: ho mutato
camera: sto al primo piano, presso la mamma. Fu un'idea mia, credendo
ti saresti trattenuto molto in città....
--Un'idea stranissima,--risposi.
--Ma no: questa camera non si prestava a un arredo un po' elegante,
mentre l'altra è diventata così simpatica. Stasera tornerò qua sopra:
tu lo permetti, non è vero?--
Gli occhi di Lidia brillarono: ella stava non seduta, ma appoggiata al
letto, colle gambe stese, il busto ritto, la testa in avanti verso di
me. Io l'avvicinai sorridendo.
--Te ne avrei pregato,--risposi. E aggiunsi in tono ilare:--Dunque,
grandi mutamenti su tutta la linea? Gite, conoscenze, feste,
visite?...
--Ti dispiace?--domandò Lidia premurosa.
--Per nulla. Ciò vuol dire che la tua salute è buona.
--Discreta, sì. E poi c'è un'altra novità....--
Io sussultai, preparandomi a una tenera notizia; le mie braccia
istintivamente si stesero verso la donna....
--Una novità,--ripetè questa.--Studio l'inglese.--
Lasciai cadere le braccia, ritornando allo specchio innanzi al quale
mi ravviavo la barba.
--Ah, è qui tutto?--dissi.--E con chi?
--Col Caccianimico.
--Da quando?
--Oh dalla tua partenza: cinque o sei giorni soli.
--Meglio così; perchè queste lezioni mi dispiacciono.--
Lidia crollò le spalle, abbandonando la sua positura incomoda e
venendomi al fianco.
--Per qual motivo?--chiese ella.
--Ettore non avrà più tempo, adesso.
--Se non fa nulla tutto il giorno!
--Appunto. È una crudeltà distoglierlo da simili occupazioni per delle
sciocchezze.--
Lidia ebbe un moto di stizza, dicendo nell'allontanarsi:
--Come si può fare? Io non oserei ripetere al Caccianimico il tuo
ordine.
--Va bene,--risposi.--Lo dirò ad Ettore. Sei contenta?--
La donna mi guardò e comprese essere vana l'insistenza.
--Dovresti accompagnarmi giù,--pregò calma e affettuosa.
Giù, ella aperse la porta del suo piccolo appartamento e mi vi
precedette.
Le camere eran due. La prima, un salottino fatto per l'intimità: a
sinistra il divano a due posti, con innanzi la tavola carica di
gingilli, e sull'impiantito di legno un tappeto alto e silenzioso: la
parete di fronte era occupata dal caminetto chiuso, e la parete
principale s'apriva a due grandi finestre, che davan su quel terrazzo
dal quale Lidia m'aveva gettato il fatale telegramma; tra l'una e
l'altra finestra, uno scaffaletto ove i ninnoli stavan presso numerose
fotografie. Ma ciò che al luogo prestava un caro significato di
raccoglimento, era un gran vano che doveva essere stato un'alcova,
presso l'entrata. La tappezzeria vi era più scura: una piccola tavola
col servizio da tè e due piccole poltrone formavano tutto l'arredo: ma
vi eran diversi quadri alle pareti, e in un angolo, sopra una specie
di sgabello, una pila di libri francesi, di novissima pubblicazione.
--Qui prendiamo il tè,--disse Lidia, accennando.
Io guardai un'altra volta le due poltrone, e seguii la donna nella
seconda camera.
Non vi rilevai nulla di speciale: era la sua camera da letto, solita
in villa: il letto bianco dalla coperta a ricami rossi, il tavolino
d'abbigliamento colla superficie in cristallo e un grande specchio
ovale trattenuto al disopra da un grifo d'oro; l'armadio, qualche
mobile per sopportare altri gingilli.... Fra i gingilli, un libro, una
grammatica inglese, e nella grammatica una lettera del Caccianimico,
aperta.
--E qui dormo!--fece Lidia.--Era necessario questo cambiamento, finchè
tu non v'eri. Quell'uscio mette nella camera della mamma; così ci
teniam compagnia, la notte. Sai che ho paura dei temporali!--
Nella grammatica inglese una lettera del Caccianimico, aperta; aperta,
quindi leggibile a tutti: eppure, avrei pagato non so che per leggerla
io pure; se l'avessi fatto sùbito, come per distrazione, la cosa
sarebbe venuta naturalissima; ora, bisognava darle un significato dal
quale rifuggivo.
--E adesso,--mormorò Lidia venendomi incontro,--vorresti lasciarmi
sola? Debbo mutar d'abito per il pranzo.--
Voce nuova: gentilezze nuove; peggio ancora: le braccia di Lidia mi
ricinsero il collo, e le sue labbra s'unirono spontaneamente alle
mie.... Ebbi come un lampo innanzi agli occhi, un sussulto di felicità
mi chiamò vivamente il sangue al cuore.... Se quelle moine fossero
state sincere! S'ella avesse saputo trasformarsi d'un tratto e
trasformare anche me, perduto già in altri desideri, perchè ella era
perennemente eguale!
--Che sapor di rosa il tuo bacio!--dissi.--Poi mi morsi le labbra,
poichè questa era una frase della morta Laura.--Ti aspetto in
giardino,--aggiunsi, uscendo.
Invece, quando fui in giardino, un istinto più forte mi trasse a
passarne il cancello e ad avviarmi sulla strada per Intra. V'era
dovunque un delizioso profumo d'_olea fragrans_; i muri di cinta ai
lati, coprivan già d'ombra benigna la strada, così dilettevole e
propizia alle meditazioni, ch'io mi trovai ad Intra quasi
senz'avvedermene.
Analizzavo il bacio di Lidia; s'ella non mi fosse stata cognita,
l'impressione deliziosa prodottami da quell'abbraccio improvviso,
avrebbe avuta una giustificazione; ma perchè io conosceva Lidia di
fronte alle forme dell'amore, l'impressione era puerile, non potendo
attribuire lo slancio affettuoso della donna a un desiderio di darsi,
forse l'unico desiderio, forse l'unica forma amorosa per rallentare se
non distruggere il processo de' miei sospetti e le dissonanze d'indole
che ci torturavano.... Quel bacio era stata una spensieratezza o una
malignità, ed io n'era rimasto vittima come a diciott'anni.
Avrei dovuto attendermi ben altro, ben più ammalianti seduzioni da una
donna che stava per tradirmi: (ormai avevo classificata Lidia così,
mettendola al mio fianco in quel Circolo sul quale avevo fatte
profonde meditazioni, giorni addietro). Bene ammalianti seduzioni
doveva ella sfoderar come artigli, per ingannarmi e chiudermi gli
occhi, perchè noi ci eravamo amati troppo in fretta e le seduzioni
naturali eran già esauste!
Bisognava stringerla in un cerchio di ferro, spiarla attentamente,
interpretarne i pensieri, accumulare delle prove, dimostrarle come
tutto io sapessi comprendere.
Una barca approdò alla riva, mentre formulavo quel chiaro indirizzo di
condotta.... Allungai un po' la testa dalla soglia del caffè ove m'ero
seduto, e vidi Ettore balzare agilmente sul greto, salir la piccola
ascesa fino all'altezza della strada, e dirigersi alla mia volta.
Egli sedette al mio tavolino esprimendo il piacere d'avermi
incontrato. Io lo guardava con intensità: era costui che insegnava
l'inglese a Lidia e le scriveva; era costui che nella caverna de' miei
sospetti veniva a prendere il posto di Gian Luigi Sideri; dovevo
badare stavolta a non ingannarmi, a dedurre con facilità, cernendo i
fatti significanti da quelli comuni ai quali il mio amore prestava un
significato fittizio.
--Spiegami,--egli disse ridendo,--il mistero della tua scomparsa. Ai
funerali non ti ho visto: quando hai telegrafato, credevo in qualche
intrigo; poi, quando sei ritornato, non ho saputo più che dire.
--Naturalmente,--risposi.--Tu sei avvezzo a interpretare con malignità
ogni cosa, ed è questo il metodo più sicuro per non capire le azioni
semplici. Ho trovato a Milano il conte Sideri molto indisposto, e mi
son trattenuto qualche tempo.
--Malignità,--fece Ettore, alzando le spalle.--Non fui più maligno
degli altri; perchè ti debbo avvertire che le tue stranezze fecero una
cattiva impressione qui.
--A chi?
--Ai tuoi suoceri, per esempio. È sopravvenuto un fatto gravissimo,
nella tua assenza. Si è parlato molto della defunta, e siccome se ne
parlava fra gentildonne, s'è sgranato un rosario diabolico di
cattiverie: la si è accusata d'inganni, di vita libera, di galanterie
che passavano il segno, di sregolatezze mostruose; tutto ciò perchè
qualcuno voleva compiangerne la fine.
--Si è osato questo?--esclamai.
--Non solo,--continuò Ettore freddamente.--Ma alla conversazione
assistevano i tuoi suoceri, i quali hanno strepitato per dieci, alla
rivelazione. L'idea che simile donna avesse l'adito in casa loro e la
loro confidenza, li ha fatti arrossire fino alla radice dei capelli;
Pietro Folengo era già stato al funerale, e se n'è pentito amaramente;
donna Teresa aveva già sparsa qualche lagrima, e l'ha ricomprata
accusando la morta della più odiosa ipocrisia. Ti dico, un pandemonio.
--E.... mia moglie?--chiesi titubando.
--Questo verrà dopo,--continuò Ettore, il quale sembrava voler
procedere col massimo ordine.--L'irritazione dei signori Folengo si
rovesciò sulla sua testa, perchè supponevano che tu fossi a ragguaglio
della vita intima della morta, e n'eran confermati dalla freddezza fra
te e Giorgio Uglio.... Qualcuno, a Milano, s'incaricò di soffiar
nell'orecchio del signor Pietro non so quali storie: un passato legame
tuo colla povera defunta, un riavvicinamento pericoloso in questi
ultimi tempi.
--Angela Tintaro, senza dubbio!--osservai.
--Non so; ma è certo che, più o meno chiaramente, i signori Folengo ti
fanno l'accusa di non aver loro aperti gli occhi e d'aver permesso che
la donna così colpevole passasse la soglia della casa ov'era la tua
fidanzata e se ne facesse un'amica. Non tengono conto dell'ostracismo
a cui la condannasti più tardi e non capiscono come tu abbia potuto
sopportare ch'ella continuasse nella loro intimità, quando tu non la
volevi in casa tua....
--Queste osservazioni sono state fatte alla tua presenza?
--No, pur troppo,--sospirò Ettore.--Io non le avrei sofferte.... Le
seppi per caso....
--E mia moglie?
--La tua signora ti ha difeso strenuamente; si è proclamata
sicurissima della tua buona fede, ed ha osato tentare una discolpa
della morta....--
Ettore s'arrestò per guardare l'orologio.
--Sono le cinque,--disse.--Vuoi che ritorniamo?
Ritornammo lentamente, dandoci il braccio.
--Sicchè,--ripresi,--Lidia non ha creduto nulla di queste calunnie?
--Lo puoi capire dall'accoglienza d'oggi; mi è parsa felicissima di
rivederti.
--Sì, felicissima,--ripetei a malincuore, pensando al trasloco della
sua camera da letto.--E durante la mia assenza?...
--Io le ho tenuto compagnia quanto potevo, e non le ho mai sentito
elevare un dubbio sulla verità delle tue parole.... Anzi, per
distrarla, avevo cominciato a darle qualche lezione d'inglese, la
lingua elegante ch'ella desiderava conoscere....
--Me lo disse, infatti....
--Ma l'allieva e il maestro ne son già ristucchi,--seguitò Ettore,
ridendo.--Ci fermeremo così all'_I am, thou art_....--
O costui era l'ottimo fra gli amici, o il peggiore degli ipocriti;
nell'un caso e nell'altro, un uomo avveduto per annunciarmi con tanta
semplicità quanto io voleva chiedergli.... Quelle lezioni d'inglese mi
sembravano sospette ed eran tali, in ogni modo, da eccitare i comenti
maligni degli estranei; Ettore l'aveva capito meglio di Lidia,
evitandomi così il rincrescimento di parlarne ancora.
Sulla soglia della villa, gli strinsi la mano freddamente, angustiato
da quel dilemma fra l'amico e l'ipocrita che mi ripromettevo di
snodare al più presto.
Si pranzava in giardino, plebeamente, sotto un chiosco di verzura più
inestetico di quanti avevo visti nelle osterie del sobborgo. Attorno
alla tavola, scintillante d'argenteria e di stoviglie, eran già seduti
i signori Folengo e Lidia.
--Ben tornato!--esclamò Pietro, alzandosi a stringermi la mano.
Io lo baciai sulle guance e ripetei la sacra cerimonia con donna
Teresa. Quest'abitudine rivestiva un carattere orientale a cui i miei
suoceri annettevano grande importanza. Quindi baciai sulla fronte
Lidia, piena di sorrisi e di gioielli.
Dopo le parole d'Ettore, ero come un segugio in attesa. Presentivo una
battaglia impossibile ad evitarsi, e m'irritavo che i signori Folengo
non ripetessero a me le opinioni espresse all'indirizzo della defunta,
la cui memoria avrei difesa con accanimento. Lidia taceva, passandomi
il vino, la saliera, quanto chiedevo, con movenze amichevoli: poi si
parlò della gita a cui avevan preso parte i miei suoceri, e gli
episodî minuti, esagerati, piovvero in larga copia.
--La miglior camminatrice è la signora Giustiniani,--diceva donna
Teresa.--Ella ha percorsa tutta la strada a piedi e non ha mai
domandato di riposarsi.
--Parte domani, non è vero?--domandò Lidia.
--Va a Milano perchè suo marito ve la richiama.
--Questa signora,--mi spiegò Lidia chinandosi alcun poco verso di
me,--è una simpatica giovane che ha il marito infermo. E hai notata,
mamma, una stranezza?--
Donna Teresa affermò col capo.
--Non avevo ragione io?--continuò Lidia.--Proprio, una rassomiglianza
non comune.
--Con chi?--domandai.
--Bisognerà pensare a far rimettere in ordine la camera che Lidia
occupava prima,--disse Pietro a donna Teresa.
--Ci ho già pensato io,--mormorò Lidia, arrossendo brevemente.
E distratto da quel rossore, non insistetti a chieder con chi avesse
una strana rassomiglianza la signora Giustiniani.
Si sorbì il caffè sulla terrazza; poi ciascuno prese posto in qualche
angolo, nell'attesa del tramonto ampio e sanguigno. I signori Folengo
in preda a un'inesauribile degustazione dell'intimità coniugale,
s'appartarono, volgendoci le spalle e chiacchierando sottovoce; Lidia
ed io rimanemmo lungamente appoggiati al davanzale: soffiava una
fresca brezza, e lontana si stendeva una nebbia azzurrognola, entro
cui le ville e i monti parevano spostati innanzi, isolati sull'acqua,
come avviene dei corpi chiusi fra lucidissime pareti di ghiaccio.
La campagna giovava a Lidia, che in pochi giorni aveva presa una tinta
bruna, assai piacevole; e le nuoceva nel medesimo tempo, comechè
dovesse aiutare quella tendenza alla pinguedine, di cui io m'era
avveduto e s'era avveduta anche la donna, ora angustiata dalla
scoperta e impensierita....
Verso le otto, ci recammo alla villa Caccianimico, ove tutte le sere
si radunavano gli amici.
Una bell'accolta di provinciali, in quel salotto, curiosamente
impacciati di sedersi in un divano a molle e di prendere il tè col
latte: per giudicarli, bastava un'occhiata ai colori onde le signore
si pavoneggiavan nelle vesti, e alle cravatte degli uomini.
--Se queste son le tue nuove conoscenze, mi congratulo della
scelta,--dissi a Lidia sottovoce.
Lidia crollò il capo, prendendo familiarmente da un vaso della
caminiera una mano di garofani, che in un batter d'occhio s'appuntò
sul davanti del corpetto.
--Sono miei?--chiese a Ettore.
--Sì signora,--fece questi, occupato a spinger nel mezzo il tavolino
da giuoco.--Mi ha tolto il piacere di offrirglieli....--
La frase mi sembrò audace; gettai un'occhiata rapida intorno per
vedere se fosse stata notata; ma tutti chiacchieravano gaiamente, ed
ebbi l'intuizione che se fossi rimasto più a lungo a sorvegliar
l'_écarté_ di Lidia, avrei finito per esser notato io, peggio di
qualunque frase.
Dall'angolo ove m'ero posto, confrontai il giuoco d'Ettore col giuoco
di Gian Luigi e vi trovai spaventose differenze.
Non teneva la testa curva sulle carte, Ettore; non era triste nè
pallido; i suoi occhi guardavan Lidia prima d'ogni altra cosa, poi
venivano a cercar prudentemente i miei, e credendoli distratti o
divertiti, ritornavano a Lidia.
Non avrei voluto che fosse: ma mi sembrava l'_écarté_ potesse
magnificamente sostituire qualunque lezione di qualunque lingua....
XX.
Un servo entrò, portando le lampade accese e collocandone una sul
caminetto, l'altra sulla tavola. Quasi immediatamente dietro lui,
giunsero Pietro e donna Teresa; poi Lidia, vestita a nero; tutt'e tre
ostentarono di non guardarmi. I miei suoceri sedettero sul divano:
Lidia in una poltrona di fronte a loro. Io, all'uscir del servo,
chiusi le porte, assicurandomi prima che nessun romore indicasse la
presenza d'altri domestici; le porte si chiusero in silenzio, e
ritornai verso le persone sedute e taciturne.
Pietro ebbe un lieve colpo di tosse nervosa.
Il processo cominciava.
Rimasto in piedi, appoggiato alla finestra prospiciente la terrazza,
mi rivolsi a Lidia, dicendo con calma:
--Vi prego; se volete parlar voi per la prima....
--Sì,--rispose Lidia,--parlerò io.--S'accomodò meglio nella poltrona,
guardando in faccia i suoi parenti.
--Il signore,--mi accennò col dito,--si è permessa una condotta che mi
ha obbligata a chiamarvi qui e a chiedervi consiglio. La mia
deliberazione è già presa e la vostra spero non sarà differente. Era
da molto ch'io aveva notato in Sergio un contegno insolito, ma non ne
ho avuta la spiegazione che ieri solo. Il signore mi sospetta e mi
accusa d'adulterio!--
Pietro, a cui Lidia si rivolgeva in modo speciale, sussultò
visibilmente; donna Teresa si drizzò in piedi.
Ma Lidia con un cenno della mano li tranquillò, continuando in pari
tempo:
--Sergio è venuto nella certezza della mia colpa in séguito a un fatto
molto semplice: io ho ricevuta ieri una lettera, della quale non ho
creduto di riferire il senso, perchè non potevo supporre vi si
annettesse un significato così grave e insultante.... Sergio ha spiato
però dove io posassi il foglio, e durante la notte ha aperto il
cassettone, ne ha levata la chiave dello scrigno, ha aperto lo
scrigno, e s'è impadronito della lettera.... Io era coricata e
dormivo: egli è venuto a svegliarmi, chiedendomi conto di quelle poche
righe, e siccome io, offesa dalla domanda, mi son rifiutata di dargli
spiegazioni, il signore mi ha minacciata d'uno scandalo, di non so
quale scandalo.... Peggio ancora, continuando io a rimanere muta,
Sergio mi ha preso pel braccio e me l'ha stretto in modo che.... ecco,
ne porto i segni.
Così dicendo, con rapida mossa, Lidia rimboccò la manica destra della
vestaglia e offerse allo sguardo dei signori Folengo due chiazze
livide intorno al polso.... Quantunque l'argomento mi sembrasse una
parodia di quel d'Iperide per Frine, m'avvicinai io pure, e fremetti
alla vista; certo, io non credeva averle fatto un tal male, io non
credeva rimanessero sulle carni fragili della donna le tracce della
mia violenza....
--È semplicemente una vigliaccheria!--proruppe il signor Folengo,
guardando il braccio di Lidia con attenzione.
--Povera bambina!--esclamò donna Teresa.
Io tornai al mio posto, riprendendovi l'indifferente immobilità.
--I fatti che giustificarono l'oltraggiosa supposizione del signor
Sergio,--riprese Lidia, mentre riabbassava la manica,--sono
ridicoli.... Sergio m'accusa d'aver ricevuta la persona creduta mia
complice, in ogni giorno della settimana, contrariamente alle
abitudini: di non aver rifiutati i fiori che quella persona mi portava
fedelmente, e l'altra sera, perchè avevo preso dei garofani e li avevo
appuntati al corpetto, il signor Sergio mi rimproverò in modo
assurdo.... Se volete anche il nome di quella persona, io ve la dirò,
e ne rimarrete sorpresi: Ettore Caccianimico!
--Il signor Caccianimico!--ripetè Pietro.--Un uomo della mia età!
--Bisogna essere ben corrotti per arrivare a simili
supposizioni!--osservò donna Teresa, guardandomi accigliata.
Io restai muto e immobile.
--Vi domando,--fece Lidia,--se potevo accogliere male un vecchio il
quale veniva a tenermi onestissima compagnia quando mio marito
s'occupava d'una donna, che se non fosse morta, dovrei giudicare....
--Ve ne prego,--dissi inoltrandomi verso Lidia,--non pronunciate
parole indegne....
--Voi sapete di chi intendo parlare,--seguitò Lidia, rivolgendosi a'
suoi.--Quanto alla lettera, il signore la tiene nel portafogli e
potrete giudicarla....--
Qui Lidia si alzò e continuò a parlare, camminando per la camera
nervosamente:
--Dopo questo, io non ho che un'idea: verrò con voi al Cairo, subito,
se volete, anticipando la partenza, o più tardi; ma è ben certo, ben
deciso, che tra me e il signore non può durar più alcun legame. V'era
già una differenza di caratteri tra noi, molto pericolosa, v'erano
altre ragioni di discordia; ma dopo che mi si accusa d'esser l'amante
d'un uomo di cinquant'anni, è impossibile perdonare e chiudere gli
occhi....
--Se permettete,--dissi,--parlerò io, ora...
--Che cosa volete dire?--interruppe Lidia.--Osereste smentirmi?
--Lascialo parlare,--fece Pietro con dolcezza.--Ne ha il diritto....
----Sì, sì, via,--incalzò donna Teresa, avvicinandosi a Lidia e
riconducendola presso di sè.--Calmati un poco....
--Sono dolente,--cominciai,--di dover negare, non i fatti esposti, ma
l'interpretazione e il senso che Lidia ha prestato loro. Ella si lagna
ch'io l'abbia trascurata per occuparmi d'altri: mi sono interessato, è
vero, d'una persona ammalata, ma semplicemente perchè ella era una
nostra conoscenza....
--Quanto a questo,--obiettò Pietro Folengo,--sarà meglio tacere. Non
già che io ti accusi di troppa simpatia verso quella donna: ma senza
dubbio, caro Sergio, l'opinione pubblica ti ha indicato come.... suo
amico in altri tempi e tu avresti dovuto perciò costringerti in più
delicato riserbo.
--L'opinione pubblica!--ripetei.--E che cos'è l'opinione pubblica?
--È tutto, per gli uomini serî,--disse gravemente Pietro.--Del resto,
sarà meglio sorvolare a questo tema. Tu conoscevi la vita di quella
donna e non ce ne hai parlato, lasciandola per lungo tempo al fianco
di colei che doveva essere tua moglie.... Dovrei rimproverarti molto;
volevo rimproverarti, anzi, appena ritornasti da Milano....
--Hai fatto male a non farlo,--risposi.--Avrei potuto difendere una
memoria....
--Che sciocchezze!--esclamò Pietro.--Finiamola lì....
--E ti pare,--dissi, mettendomi innanzi a Pietro, poichè il duello si
limitava a noi due,--ti pare che fosse giusta, ragionevole, la
condotta di Lidia? S'ella vedeva mal volentieri ch'io prendessi
notizie di quell'ammalata, perchè non dirmelo?
--Ah,--interruppe Lidia, sciogliendosi dalle braccia di sua madre,--ah
non te l'ho detto, quando mi fu riferito che t'avevan visto ai
Giardini con lei?
--Ai Giardini!--fece donna Teresa.--Andavano ai Giardini insieme?
--Una volta, per caso,--dissi, volgendomi a mia suocera. E a
Lidia:--quella volta, mi dicesti che t'era affatto indifferente ch'io
avessi una o dieci amanti!
--Hai detto questo?--domandò Pietro a Lidia.
--Fu per rabbia, papà!--rispose Lidia, mordendosi le labbra.
--E con simile congedo, non era io in diritto di supporre qualcuno
tenesse nel cuore di Lidia un posto più importante del mio?--ripresi,
verso Pietro.--L'assiduità del Caccianimico non mi piaceva....
Conoscete il Caccianimico: perfetto gentiluomo, il quale non
esiterebbe tuttavia a romper fede e a portare il disonore nella casa
che lo ospita....--(Queste parole, pronunciate con forza, mi
stridettero alle orecchie come un fischio).
--....È un uomo elegante, parlatore facile, scettico fin dove si può
esserlo senza pericolo.... A' suoi cinquant'anni, io non pensava.
Lidia leggeva solo i libri prestati o indicati da lui; non portava che
i fiori inviati da lui; ne riceveva delle lettere, e si sobbarcava a
studiar l'inglese con lui.... Ebbi troppa precipitazione formulando
un'accusa gravissima; tuttavia, non potrete assolvere Lidia dalla
taccia d'imprudenza....--
I volti di Pietro e di donna Teresa restarono impassibili. Lidia
corrugò la fronte.
--Oggi,--proseguii con voce calda,--non son più i giorni in cui una
moglie rappresenti agli occhi d'un estraneo qualche cosa di sacro e di
sovrano, se pure tali giorni sono mai esistiti. E quando questa moglie
non si sforzi a mantenersi in ogni atto superiore al dubbio, nel cuore
del marito entrano il sospetto, la gelosia, quell'orribile tortura che
io ho provata e che mi ha fatto trasmodare....
--Io credo,--osservò donna Teresa,--vi sia dell'esagerazione. Un uomo
deve conoscere la moglie.
--Chi può rispondere del proprio domani?--ribattei.--E, peggio, chi
può rispondere del domani d'un altro?
--Non divaghiamo,--disse Pietro.--Non facciamo teorie....
--Eccomi. Io sorvegliava Lidia, da qualche giorno: lo confesso. Mi
sono impossessato d'una lettera del Caccianimico quando e come ho
potuto. Lidia m'accusa d'essere entrato stanotte nella sua camera e
d'averne aperto la scrivania furtivamente.... Voi capite benissimo che
la mia idea era giusta, al contrario: s'io non avessi trovato nulla di
significante nella lettera, avrei evitata qualunque spiegazione
incresciosa....
--Era meglio agire con lealtà,--fece donna Teresa.--Chieder la lettera
a Lidia medesima....
--A mente fredda si fanno molte belle cose,--replicai.--Quanto alla
lettera, io non dirò ch'essa sia molto compromettente; ma è, innanzi
tutto, una lettera inutile, vale a dire una lettera scritta pel solo
scopo di abbreviare le già brevissime assenze e di tenersi presente
nel pensiero di Lidia....--
Frugai nella tasca interna dell'abito, ne cavai il portafoglio e ne
trassi la lettera, mettendola sulla tavola.... Lidia mi guardava con
espressione avversa.
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