Il Cavaliere dello Spirito Santo: Storia d'una giornata - 10

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il legno! Eh, lo dicevo io! mi sbaglio così difficilmente! Animo,
coraggio! su, rompiamolo, e avanti...
*
* *
(Dice la Comare:
«Oh, amico mio, finalmente!... Vedo un giovine uomo che cammina con
insinuazione, guardandosi dietro... Mi pare bello e tormentato, ma ora
si ferma come per attendere alcuno... Si muove bizzarramente, io non
ho punto simpatia per questo giovinetto... Chiamatelo voi, che forse vi
darà maggiore ascolto...»
Dice il Compare, sporgendosi dal terrazzo:
«Olà, buon passeggiatore!... chi andate voi cercando per queste vie
solitarie nel chiaro di luna? Salite in fretta, che v'ho da parlare!»
Eccolo, e sale.)

=L'efebo:=
Io vado cercando un uomo che mi voglia bene; che fortemente mi voglia
bene... che lungamente mi voglia bene... Oh, com'è dolce sentirsi voler
bene! Senonchè l'amore della donna è vuoto... e solo muove in me un
diletto che manca di penetrazione...
Io sono dolce, dolce, dolce... nondimeno amo la marzialità. Oh, gli
scrittori penetranti!...
Conoscete una canzone che si chiama la Vispa Teresa? Essa dice: —
«Vivendo, volando che male vi fo? Tu sì mi fai male...» Ma non importa;
anzi meglio!
*
* *
(Dice il Compare:
«Ahimè, sciagurato! Il Nobile Uditorio protesta! Come potete voi
prediligere canzoni così puerili ed innocenti! Non vedete che la platea
si sbellica dalle risa e fa mille divagazioni sul vostro conto?... Lo
sdegno è grande per la vostra insulsaggine! così grande che la Commedia
pericola di finire tra un diavolìo di fischi! Sciagurato! Non vedete
che per ischerno vi si lanciano fiori? O forse ch'io m'inganno?...
Cos'è mai questo? Veh! Un ramo di giglio! Solamente un ramo di giglio.
Mistero!...
Dame Compiute, Nobili Uomini, ditemi verbigrazia quale fu la irata e
casta mano avventatrice del giglio?!...»
Dalla platea risponde la voce apocalittica d'un uomo assai più tetro
che la morte, il quale si leva in piedi e guata.
«Fu la mia! —
«Chi voi siete, verbigrazia, o grande magnanimo sconosciuto?»
«Io sono il Presidente-Apostolo d'una Lega di Pubblica Moralità, e vi
ammonisco di cessare una Commedia, la quale da capo a fondo vitupera il
buon costume!»
Grande brivido nel Teatro; alcune signore sbigottite per la voce
profetica si fanno il segno della Croce. Un silenzio grande come
l'attesa d'un miracolo invade la sala. Dice il Compare:
— «O poveri noi, che sciagura! E proprio quando mancano poche battute!
Cadremo sotto i fischi per la colpa di questo giovinetto scellerato,
il quale non seppe scegliere una canzone meno invereconda che la Vispa
Teresa! O poveri noi, che mala sorte! per uno scemerello dolce dolce...
ahimè troppo dolce! Che fare? Che scegliere? O magnanimo Presidente,
ritto nel mezzo della platea come il Fato greco in una tragedia di
Sofocle, vogliate non incrudelire su tutta una povera famiglia di
comici che domani vedrà il suo teatro deserto, se pure non se ne
mischino i tribunali! Venite voi stesso a diffondere dalla ribalta
una parola che riscatti, e mondi l'aria troppo sonora di vituperio!...
Deh, o lanciatore del ramo di giglio, salite quassù come ad un pergamo,
venite celestialmente, o purissimo, ad implorare il perdono sopra di
noi!»
Eccolo, e sale.)

=Entra il Presidente-Apostolo:=
Vade retro, Satana!
Ohimè!... ch'io sono costretto a vivere fra tutte le immondizie
della terra! Perciò mi vedete camminare portando un ramo di giglio;
questo amuleto mi salva e mi fa guardare la vita in bianco. Voi che
non provvedete alla morale pubblica, non sapete, ohimè! quante cose
immorali vi sono! Per non infamare le mie labbra nè ledere i vostri
timpani religiosi, non profferirò il nome dei vizi ch'io, Presidente,
combatto.
Vade retro, Satana!
Io sono il cacciatore indefesso delle cartoline pornografiche, di
tutte le pitture o scritture od ammennicoli osceni che si vendono alla
macchia! Mi tocca, ohimè! occuparmi di quelli scellerati, che per le
strade, per i giardini, — e specialmente in primavera, — peccano contro
il buon costume! Sono il lettore necessario di quei libri che fanno
strazio d'ogni castità!
Vade retro, Satana!
O tempora! O mores! Stamane ho denunziato un romanziere al Procuratore
del Re: egli descrive una donna nuda, — una donna che per di più è la
moglie d'un suo parente!... — e con una sfrontatezza unica, seguita
per tre pagine a lamentarsi perchè questa donna, — la moglie d'un suo
parente!... — pur essendo nuda, scherza in mille modi, e volentieri,
ma gli resiste. È infame! Speriamo questa volta che il Procuratore del
Re non sia di quelli scettici che preferiscono i romanzacci moderni al
soave libro, mondo come l'Eucaristia, che narra i semplici, oh, quanto
semplici amori di «Paul et Virginie!...»
Ieri ho potuto finalmente sorprendere in una libreria che vende roba
clandestina... una copia... brrr!... una copia della «Philosophie
du boudoir» il solo... puah!... il solo che non mi sia capitato mai
sott'occhi tra i libri da capestro di quel famigerato Marquis De Sade!
Puah!... Non c'è neanche una vignetta... brrr!... Meno male.
Vade retro, Satana!
*
* *
(Dice il Compare:
«Per amore di verità, Nobili Uomini e Dame Compiute, mi tocca dirvi
che l'interruzione della voce apocalittica fu ancora una buona celia
preparatavi da questo indiavolato Suggeritore. Stanco e morto non sa
più che personaggi mandarvi, nè vuole venir meno all'intesa fatta con
noi prima che scocchi, almeno su l'oriuolo del suo taschino, il minuto
sessantesimo dell'ora dodicesima della Giornata.
Mancano al compimento, egli dice, minuti esatti ventitrè: non ridete,
l'esattezza è il principio di tutte le buone azioni. Anche delle
cattive talora, ma non importa: gli aforismi son belli per ciò solo che
si possono capovolgere.
A questo punto egli v'ha tenuto in serbo un personaggio, che per essere
addormentato nel sonno ipnotico potrà dire senza dubbio cose migliori
di quelle che dicono i desti e molto vi rischiarerà eziandio, — se
vorrete por mente, — sopra il significato e le mire che la licenziosa
o frivola nostra Giornata contenne.
Trattasi di una sonnambula tutta farneticante per aver inteso il nome
di Satana, e che già sarebbe venuta in scena se il buttafuori non
l'avesse impedita. Ella è famosa di molti oracoli venuti a succedere
in men che un anno, e mentre dorme di questo ipnotico sonno dice cose
di tanta profondità che certo non le vengono da' suoi studi, nè dal
misurato intelletto ch'ella possiede quando è desta. Vi sollecito a
non raccapricciarvi nel vedere il suo pallido viso, gli occhi serrati,
le mani brancolanti, la chioma pressochè irta, e sopratutto a non
impazientirvi della estrema lentezza con cui parla.
Dopo la profezia della sonnambula il Cavaliere dello Spirito Santo
prenderà da noi commiato, — e senza nemmeno salutarci, — come fin
dall'inizio ci prevenne. Questo barbaro Uomo ha la sua maniera di
vivere che alcun poco differisce dalla nostra, ma poichè non dobbiamo
rivederlo, tanto vale che se ne vada come a lui piace. Gli siano
leggere le strade per le quali condurrà la sua vita vagante, e trovi
egli una casa dolce, buona e casta, che lo riposi prima della morte.
Vada, col suo piccolo ronzino e col suo mantello buio, per assalire
la potenza come a lui piace, ma quando l'avrà per la chioma, Egli è
ben uomo da buttarla indietro, ridendo, come fece quel mattino che in
piazza vollero giurare su la sua spada.
Egli, più che tutto, ha «compreso veramente il riso»: non quello degli
altri, ma quel riso ch'è in noi. Forse, dopo aver camminato vent'anni,
e per tutte le strade, con ira e con libertà, con forza e con pace,
sempre in nimicizia col proprio ideale e sempre in derisione con
gl'ideali altrui, quel giorno che avrà tra l'unghie i cernecchi di
quella scarmigliata potenza, le dirà: — Vatti a far tingere, perchè sei
vecchia, e mi fai ridere anche tu!
Rimane solamente una bellezza della quale non ha mai riso finora e
forse, egli pensa, non riderà mai: — le rose.
Egli vi ha detto: — «Vale nec parce!» — e lo ripete; ma prima di
andarsene come un'anima dannata nell'inferno, vi getta per tappeto
ai vostri piedi canestri e panieri che straboccano d'una mietitura di
rosai.
Non le vende, ha detto, le sue rose, però le dona; e le dona perchè vi
camminino sopra quei piedi grevi che non sapranno mai far conoscere
ai loro cervelli più grevi quanto sia divina divina divina, tra le
primavere del mondo, la fioritura de' rosai!
Ecco, ed ora mi ricordo ch'egli vi raccontava una favola di due
giardini...

Mancano al compimento, — egli dice, — minuti esatti quindici.
Vi saluta per la mia bocca in estremo l'Uomo che parlò tutta una
Giornata e vi rimase buio; vi saluto per me stesso e per quella che
fu la Comare della Commedia, oggimai quasi del tutto ravvolta nella
tenebra dei veli, Dama di sole e d'ombra, bellissima etèra Meridiana.
Vedete: il glicine infoscato non più azzurreggia verso la Città
lontana; il terrazzo magico non è più che una deserta vecchia strada,
come s'incontrano talora nei viluppi delle antiche città morte; strade
che la notte colma d'una perplessità quasi ladresca e dove un gatto che
fugge, un cane che latra, un adultero che scivola, fanno quasi paura
come apparizioni di fantasmi.
Fra poco vi passerà il decrepito illuminatore per accendere una piccola
fiammella rossa nella chiostra dei lampioni...»)

=La sonnambula:=
Chi ha detto Satana?...
Vedo, nel sonno veggente, che l'imprecazione ha ucciso tutti gl'Ideali
e vedo che Satana, fra i Cavalieri, non esiste. Questo arcangelo non ha
combattuto! è menzogna! non ha combattuto nè per sè nè per gli altri,
nè contro sè nè contro gli altri! è stato soltanto il confine... il
confine gelido... il confine spento...
Vedo, nel sonno veggente, che tutte le verità sono doppie, che nessuna
è vera.
Può esservi sole senz'ombra? Ombra senza sole? Mai.
Per l'uomo questa impossibilità è il confine.
Di tutte le parole, poichè le parole sono idee, l'uomo conosce il sole
e l'ombra, nient'altro che il sole e l'ombra, nè può dividerle, nè
può fonderle, perchè il suo cervello non possiede altra facoltà che
d'essere veggente.
Per l'uomo questa facoltà è il confine.
Cercate nelle parole qualche altro senso che non sia nè sole nè ombra,
nè mai nè sempre... che non sia tutto, che non sia niente...
Per ora le parole non son altro che Meridiane, dipinte su la muraglia
d'una infinita prigione. Tutte le Meridiane dicono: Sole, ombra. —
Sempre, mai.
Per l'uomo queste Meridiane sono il confine.
Cercate fuori dall'anima, cercate fuori dai sensi, cercate fuori dalle
Meridiane degli arcangeli che hanno vinto, fuori dalle Meridiane degli
arcangeli che non hanno combattuto...
Invertite: Mai sole — sempre ombra.
Invertite: Mai ombra — sempre sole.
Per l'uomo queste inversioni sono il confine.
Vedo, nel sonno veggente, «la terza via...»
Vedo, nel sonno veggente, ridere le umanità lontane...
Vedo, nel sonno veggente, nel sole... nel sole terribile... ahi,
l'ombra... l'ombra!... non vedo più niente... Sì vedo!... come un
fuoco... nel sole... più forte che il sole... più forte che tutto...
la strada incendiata... che si avventa... sì!... sì!... che si avventa
come un'ala... come un'ala rossa nell'infinito... e vola e canta...
sì!... e la morte canta... e le Città camminano... ahi, l'ombra...
l'ombra!... e le Città... camminano!

Pausa.
Nel buio
muore il teatro,
muore
il Sogno del Fato Moderno,
ala e fiamma
elica e musica della Città.
Pausa.

=Entra l'accenditore di lampioni:=
Non è davvero possibile che una notte, per caso...

=Dio:=
No.

=Si chiude la Giornata.=
_Milano, Inverno 1914._


I centotrentotto Personaggi della Commedia sono:
Il Prologo
Il Fato Moderno
L'Orchestra in sordina
La Città
Il Compare, Cavaliere della Films.
La Comare, bellissima etèra Meridiana.
Lo spegnitore di lampioni _pag._ 27
Il professore d'Università » 28
Il maestro di tango » 29
L'aviatore » 29
Il Dialogo fra Classico ed Avvenirista » 30
Il parrucchiere da signora » 34
Il filantropo » 35
La ragazza da marito » 35
La suffragetta » 36
Il prete » 36
Il giornalista » 37
Il banchiere » 38
Il cenciaiuolo » 39
Il medico » 39
Il Coro delle Minorenni Traviate » 40
Il deputato » 42
La ballerina » 42
L'affittacamere » 43
L'ufficiale di cavalleria » 44
La signora elegante » 45
Il Coro dei Cornuti Felici » 47
Il conferenziere » 50
L'anarchico bombardiere » 51
L'impiegato del lotto » 52
Il contorsionista » 53
La maestrina d'asilo » 53
La serva della favorita » 54
L'automobilista » 54
Il Coro degli Impiegati » 55
Il Coro dei Fannulloni » 55
L'ex-garibaldino » 57
La bustaia » 57
L'attore » 57
Il giudice » 58
L'avvocato » 58
Il cantante » 59
Il Coro dei Buoni Diavoli » 61
L'orologiaio » 62
Il ladro » 63
La guardia di pubblica sicurezza » 63
Il proprietario d'albergo » 64
Il pompiere » 65
Il lustrascarpe » 66
Il mercante girovago di tappeti » 66
Il Re » 67
Il Giubilato e la Processione delle Amanti » 67
La venditrice di sè stessa » 71
Il Cruscante » 72
La levatrice » 73
Il Coro dei Becchini » 73
Il sampognaro » 76
La padrona d'una casa di tolleranza » 76
Il fantino » 76
L'imbalsamatore » 76
Il maestro di scherma » 77
La canzonettista » 77
La signora che non ha mai avuto un
amante » 78
Il padrone del teatro delle pulci » 78
La Coppia degl'Innamorati » 80
La zitella » 83
Il socio della Lega per la protezione
degli animali » 85
Lo spadaccino » 86
Il perito » 87
L'uomo che centellina il suo settimo
whisky » 87
Il giovine marchese » 89
Il Coro degl'Incompresi » 91
Il Coro dei Critici » 94
L'uomo che ha fortuna con le
donne » 97-100
L'uomo che non ha fortuna con le
donne » 97
L'uomo che cerca le Chimere » 99
L'Ombra dell'Indefinibile » 100
Il parassita » 102
L'uomo che arriva dal giro del mondo » 103
Il caricaturista » 104
L'«Interwiewer» » 104
Il Gran Rabbino » 105
Il bambino che fa le bolle di sapone » 105
La lavandaia » 107
La «cocotte» » 107
La rondinella » 109
Il suonatore d'organetto » 110
Il can barbone » 111
Il Coro dei Commessi Viaggiatori » 112
Il Coro di Quelli ch'ebbero una buona
giornata » 113
Il Coro di Quelli ch'ebbero una cattiva
giornata » 114
L'assessore municipale » 115
L'avventuriero » 116
Il Cavaliere dello Spirito Santo —
Iª parlata » 118
Il Coro delle Signore che han sempre
avuto un amante » 128
L'autore fischiato » 134
L'uomo di governo » 135
Il re in esilio » 136
Il Dialogo fra Calunniatore e Calunniato » 137
Lo studente mondano » 140
L'erudito » 140
L'adulatore » 141
L'astronomo » 141
Il frenologo, medico di nervi » 143
Il Dialogo fra il Mercante d'Afrodisiaci
e il Maestro di Penitenze » 143
Il Coro delle Belle Ragazze Notturne » 148
Il negro che ha il diavolo nei piedi » 152
Il vegetariano » 153
Il bibliotecario » 154
L'uomo che ha la sua concezione del
mondo » 154
Il domestico del signor Principe » 155
Il Cavaliere dello Spirito Santo —
IIª parlata » 157
La Rappresentazione nel Serraglio di
Nouma-Hawa » 166
Il Crotalo Rabda-kamaï » 166
Le cinque Tigri del Bengala » 167
L'Elefante Ahmed-Alì » 169
L'Orso Teddy » 170
L'Ultimo degli Atzechi » 172
Il pedante » 173
Il millantatore » 176
Il Coro dei Pifferi di Montagna » 177
La sartina » 182
La modista » 185
Il nobile povero che ha sposato
l'americana » 186
Il Coro dei Gastronomi » 189
Lo scrittore celebre » 197
L'uomo che fabbrica gli epigrammi » 198
Il Cavaliere dello Spirito Santo —
IIIª parlata » 200
Il Profumo dei Tre Alberi Lontani » 211
Profumo del Glicine » 211
Profumo del Tiglio » 213
Profumo del Cipresso » 214
Il ronzino della vettura di piazza » 217
L'efebo » 222
Il Presidente-Apostolo » 225
La sonnambula » 230
L'accenditore di lampioni » 232
Dio » 232

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