I primi due secoli della storia di Firenze, v. 2 - 15

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di Vissdomini,[337] i Fiorentini disfecero Frondingnano, e l'asedio
si puose a Simifonti, nobile e fortissimo castello ch'era di conti da
Certaldo.
In questo anno Mclxxxxvij fu disfatta la roccha di Saminiato del
Tedessco da' terrazzani.
In questo anno fue generale pace per tutta Ytalia.

Anni Domini Mclxxxxviiijº.
Inocentio terzo, nato di Campangna, filgluolo di Trassmodo, sedette
papa anni xviij, mesi iiij, dí xxiij; vacò dí iij. Questi fue
consecrato papa il dí di Chattera San Pietro; e quanto elli fue
grorioso nell'opere di vertute, elli fue manifessto. Tutte le sue
opere fuorono di misericordia: elli maritava femine povere e popille,
e tal mettea in monistero, e consolava orfani e vedove, e facea ponti
e spedali; e fece lo nobile spedale in Roma di sancto Spiritu; e
rinnovò la chiesa di san Sixto papa; e conpuose dicreti e dicretali e
sermoni, e conpuose il libro della misera[338] conditione dell'umana
generatione; e molte altre cose fece gloriose. Elli diede a tutte le
chiese di Roma una libra di fine argento per fare calici, in cotale
patto ke mai non si potesse vendere sotto di certa pena.
Erano consoli di Firenze messer Arrigo conte di Capraia e messer
Bonconpangno Lanberti.
Anni Domini Mcc, di nuovo fu fatto ed eletto primamente podestade in
Firenze per invidia del Consolato: ciò fue messer Paganello da Porcara
di Luccha; e 'l suo salaro con tutta sua familgla, per anno, libre c.
di piccioli.
Nel tenpo di costui,[339] sotto l'anno del Mcc anni, la città di
Costantinopoli fu presa per li Francesschi e da' Viniziani, la quale
è una delle maggiori cittadi del mondo. Della quale presura molti
cittadini della terra da ivi a pochi che non poteano credere che cciò
fosse vero, sí perké la terra è molto forte e grande, ed ancora si
trovava in una profezia ke lla terra dovea esser presa per uno angelo,
e non per huomo humano. Ma nollo 'ntendeano bene; però che lli nimici
entrarono per una porta che v'è intalglato di marmo uno angelo, e
llo singnore di quella osste avea nome messer Angelo Angiolieri. Poi
Baldovino conte di Fiandra ne fu coronato inperadore.
Ed in questo anno morio Arrigo inperadore nella città di Palermo
in Cicilia; donde nacque grande disscordia intra 'principi di fare
eletione, e 'lleggere Inperadore: l'una parte 'lesse Otto iiij di
Sansongna e l'altra elesse Filippo. Ma Otto fu poi per volontà del papa
Inocentio, ke llo 'ncoronò.[340] Ma alla fine vincendo Filippo, essendo
già tra lloro la pace ordinata, per inganno e frode dell'Antigrado[341]
della Mangna, Filippo da assesini fu morto; e per questo modo tenne
Otto lo 'nperiato, ed anke perké papa Innocenzio era nimicho de Felippo
ch'era rubello della Kiesa. E ciò fue ancora per lo suo fratello
Arrigo, k'era stato malvagio inperadore contra la Chiesa ed avea fatti
uccidere in Cicilia vescovi ed arcivescovi ed altri plelati;[342] per
la qualcosa il Papa lui e suoi discendenti e seguaci erano scomunicaty:
e però s'erano appogiati il Papa a Otto di Sansongna. Item il decto
Papa, dopo la morte del decto Filippo, fece choronare il decto Otto re
della Mangna.
In questo anno Mccij fu coronato il detto Otto. E lla singnoria di
Tartari coninciò[343] a sengnoreggiare, i quali abitavano sotto i monti
d'India, e uccisero il loro rege il quale avea nome David, il quale
era stato filgluolo di Iohanni prete;[344] ed allora coninciaro ad
acquistare terre e a ffare reami, e a ffare d'arme e di cavalleria.
Questo Otto fue poi disspossto della singnoria, perké cadde in briga
colla Chiesa e non observava la fedaltade.
Ma in questa indictione nel Mcc anni, il nobile borgo di Sanginegio,
posto a piede di Saminiato, per li Saminiatesi fue tutto disfatto e
recato a piano; ed etiandio le chiese infino le fondamenta.
Apresso, nel Mccij anni, i Fiorentini, parendo loro essere gravati
da certi nobili e potenti huomini della terra di Simifonti, da capo
riconinciaro guerra e fecero osste; e ciò che di prima v'era rimaso,
si llo guastaro. E similglante fecero al castello di Conbiada[345] in
Valdimarina. Allora era consolo Aldobrandino Barucci e Nerlo di Sizij
di Mercato vecchio.
Poi apresso, Mcciiij anni, i Fiorentini fecero di nuovo il castello di
Montelupo per dispetto e contradio del castello di Capraia, il quale
li è possto diriupetto. E in questo anno a' Fiorentini, per trattato
di conti Guidi, i Pistoiesi tolsero a' Fiorentini il castello di Monte
Murlo, con ciò sia cosa che 'l terziere di Pistoia, cioè porta Guida,
era libera giurizione[346] di conti Guidi, e la terra di Monte Rappoli
e tutto Greti, col castello d'Enpoli vecchio e di Puntormo.

Mccvij.º
Otto quarto di Sansongna inperò anni viiij. Questi fue incoronato
da Inocentio papa terzo nella chiesa di san Petro. E nel suo primo
anno elli mandò un legato con xij abati dell'ordine di Cestella nella
terra Albingese, a predicare la fede di Cristo alli eretici;[347]
ay quali s'angiunse di Sspangna e Didacho vescovo si smosse e menò
in sua conpangnia il santissimo huomo frate Domenico, per li eretici
convertire.[348] Il quale Domenico fue capo mastro dell'Ordine di frati
predicatory.
In questo anno i principi d'Ytalia elessero inperadore Federigo
filgluolo dello 'nperadore Arrigo; il quale re di Cicilia mosse
del rengno, e venne per mare ad Roma, onde dal Papa e da' Romani
honorevolemente fu receputo: e quivi fece convengna e ordinatione co
lloro, e partisi di Roma e andò nella Mangna, e fece battalgla contra
Otto di Sansongna inperadore e di lui ebbe vittoria.
E in questo anno, Mccvij anni, esendo podesstade di Firenze messer
Gualfredotto da Milano, a dí xxj di giungno i Fiorentini puosero
asedio al castello di Monte Alto di Siena. Onde i Sanesi uscirono
fuori per fare la difensione; fecero battalgla, dove molta gente fue
morta: e' Fiorentini ebbero la vittoria sopra i Sanesi, e xij^c di
prigioni ne menaro presi in Firenze. E tralli conti Guidi e Pistolesi
si cominciò grande guerra; onde i Pistolesi li privarono dell'onore e
del censo[349] ch'elli aveano della città di Pistoia.
Poi, nel Mccviij, i Fiorentini andaro, del mese di maggio, ad oste
sopra la città di Siena, e tutta la guastaro infino alle mura; e poi
disfecero Rugongnano, uno nobile castello.
Item nel Mccviiij i Fiorentini conperarono il castello di Monte Murlo
libre v^m.; e' Fiorentini andaro ad osste sopra Siena e tutta la
guastaro, e disfecero Rapolana loro castello. Era podestà messer Gianni
Giudice di Papa.
In questo tenpo, nel Mccx, si convertio alla fede di Cristo lxx^m.
huomini.
E nel Mille ccxv, del mese di novembre, nella chiesa di Laterano, la
madre di Federigo inperadore chiamata Gostanzia, per papa Innocenzio
fu celebrato un Concilio universale[350] in soccorso della Santa Terra
d'oltremare, e per buono e universale stato della Chiesa; intra lla
quale sollenitade e Concilio fue tra vescovi ed arcivescovi e patriarci
e sancti abati e nobili prelati mccxv. Nel quale Concilio molti buoni
e sancti ordinamenti;[351] e fue consecrata la chiesa di santa Maria
Trasstevere. In questo Concilio il decto Papa dannò il libello che
ll'abate Jovacchino avea facto contra il mastro Pietro Lonbardo. Item
dannò Amerigo[352] Carnontese colla sua dottrina, secondo che dice la
dicretale che conincia: _Dannamus_ etc. Il quale Amerigo disse che
lle forme ke ssono nella mente di Dio, a cchui similitudine tutte
l'altre cose sono fatte, ed erano in principio e sono create.[353]
Ma beato Angustino dice ke nella mente di Dio nonn à nulla mutazione,
ma ttutta cosa etternale e che giamai non si muta. Disse ancora beato
Agostino che Ddio è fine di tutte le cose, perciò ke in Dio tutte le
cose si riposano sanza nullo mutamento e infine tutte permarranno in
lui, sicome cosa ke non si può dividere né mutare. E ancora dicea il
decto Amerigo erronico, che Ddio est essenzia di tutte le creature e
ll'essere di tutte le cose; e item disse ke tutti quelli che ssono
in cantate niuno peccato sarà inputato. Onde, sotto cotale spezie
di pietade, i seguagi del decto Amerigo ongni sozza cosa liberamente
faceano in ongni bruttura di pecchato. E ancora allegava ke sse ll'uomo
e lla femina nonn avesse' peccato, cioè c'avesse peccato pur l'uno
e non l'altro, le genti non sarebbono perdute, e dicea che sarebbe
stata generatione: e secondo che montiplicano[354] li angeli sarebbero
gl'uomini montiplicati: e che dopo la sua surexione, l'uomo e la femina
sarà pur uno sensu. I quali tutte queste cose si truovano errori,
secondo ch'appare nel libro intitolato Perphiseo, e à nome il libro
d'Amerigo. Il quale Amerigo fu arso a Parigi con tutti i suoi seguaci
e libri.
In questo tenpo Innocentio papa, per soccorso della Terra Sancta,
intendendo di mettere pace tra' Genovesi e' Pisani e Lonbardy, si
mosse, e non poteo finire e morio a Perugia, ed ivi fue soppellito
nella chiesa di Sancto Laurentio. Ma i Perugini distrynssero sí forte
i cardinali, che da ivi a j[355] giorni fecero Papa.

Anni Mccviiij.
Onnorio quarto, nato di Roma, sedette papa anni x, mesi viij, dí xxiij;
vacò dí j. Questi fue eletto papa in Perugia; il quale apo Sa' Lorenzo
fuor le mura il conte Altissiodorense,[356] ch'avea nome Pietro,
coronò inperadore di Costantinopoli. Elli rinnovò la chiesa di Sancta
Sanctorum. Elli confermò l'Ordine di predicatori[357] nel primo anno
del suo pontificato, procacciandolo frate Domenico nato di Sspagna,
il quale fu trovatore dello sancto Ordine; sopra al quale era stato
molto duro papa Innocentio a confermare. Ma elli vide una visione ke
lli parea che lla chiesa di sancto Johanni di Laterano cadesse, se
non fosse che parca ke questo frate Domenico, che cominciò l'Ordine
di frati predicatori, la sostenesse; e perciò si puose in chuore di
confermallo, senno' che lla morte gli sopravenne, siché non poteo. Ed
in questo tenpo fue beato sancto Francesscho, capo dell'Ordine di frati
minori, filglolo di.... nato di.... E lli Romani passaro oltremare, e
per forza presero la città di Damiata; e' Saracini che v'erano dentro
tutti fuoro messi alle spade: e questo nel Mille ccxiij anni; ed alla
decta cittade istette l'assedio[358] ij anni e vij mesi e xxj die.
Item Mccx anni si fece la pace tra' Fiorentini e li Sanesi, ch'era
bastata la guerra anni v. Allora era consolo messer Catalano della
Tosa.
Ed in questo medesimo anno fue coronato Otto di Sansongna e unto e
consecrato re della Mangna e re di Romani, ed era vacato lo 'nperio
anni xiij. E in questo medesimo anno, il detto Otto inperadore si
rubellò dalla Chiesa, e per l'Aposstolico fue disspossto e maladetto e
scomunicato. Ed in questa medesimo anno il predecto Otto fece battalgla
collo re di Francia nel reame di Francia, e fue sconfitto e morto elli
e tutta la sua gente maladetti e scomunicati. E la battalgla fue in
Fiandra al Ponte a Bovine.
Poi, nel Mccx ani, morio il grande e valente huomo messer lo conte
Guido vecchio di conti Guidi, huomo savio e dengno di molte lode.
Item Mccxv anni, esendo podestade messer Currado Orlandi, nella terra
di Canpi apresso a Florenzia vj milgla, si fece chavaliere messer
Mazzingo Tegrimi de' Mazinghi; ed invitòvi tutta la buona gente di
Firenze. Ed essendo li chavalieri[359] a tavola, uno giucolare di
corte venne e llevò uno talgliere fornito dinanzi a messer Uberto
dell'Infangati, il qual era in conpangnia di messer Bondelmonte di
Bondelmonti; donde fortemente si cruccioe. E messer Oddo Arrighi de'
Fifanti, huomo valoroso, villanamente riprese messer Uberto predecto;
onde messer Uberto lo smentio per la gola, e messer Oddo Arrighi
li gittò nel viso uno talgliere fornito di carne: onde tutta la
corte ne fue travalglata. Quando fuorono levate le tavole, e messer
Bondelmonte diede d'uno coltello a messer Oddo Arrighi per lo braccio,
e villanamente il fedio. Tornati ongnuomo a sua magione, messer
Oddo Arrighi fece consilglo di suoi amici e parenti, infra lli quali
fuorono Conti da Gangalandi, Uberti, Lanberti e Amidei; e per loro
fue consilglato che di queste cose fosse pace, e messer Bondelmonte
tolglesse per molgle la filgluola di messer Lanbertuccio di Capo di
ponte, delli Amidei, la quale era filgluola della sorore di messer Oddo
Arrighi. Fatto il trattato e la concordia, e l'altro giorno apresso
si dovea fare il matrimonio; e madonna Gualdrada molgle di messer
Forese di Donati sacretamente mandò per messer Bondelmonte e disse: —
Chavaliere vitiperato,[360] ch'ài tolto molgle per paura dell'Ubarti e
di Fifanti; lascia quella ch'ai presa e prendi questa, e sarai senpre
inorato[361] chavaliere.[362] — Tantosto elli ebbe asentito a questa
opera fare, sanza alkuno consilglo. Quando venne l'altro giorno, al
mattino per tenpo, giovedí die x di febraio, e la gente dall'una parte
e d'altra fue raunata, venne messer Bondelmonte e passò per Porte
Sancte Marie, e andò a giurare la donna di Donati, e quella delli
Amidei lasciò stare, sotto questo vituperio chen inteso avete. Vedendo
messer Oddarighi questa cosa, fu molto cruccioso; e fece uno consilglo,
nella chiesa di santa Maria sopra Porta, con tutti li suoi amici e
parenti, e quivi fortemente si lamentò della vergongnia che lli era
stato fatto per messer Bondelmonte. Si che fue consilglato per certi
huomini ch'a llui fosse dato d'uno basstone, e altri dissero k'elli
fosse fedito nella faccia: infra lli quali rispose messer Mosscha di
Lanberti e disse: — Se ttu il batti o ffiedi, pensa prima di fare la
fossa dove tue ricoveri; ma dalli tale che ssi paia che cosa fatta
cappa à. — Avenne che tra lloro fue diliberato che lla vendetta fosse
fatta in quello loco dove la gente era raunata a fare il giuramento
del matrimonio. Siche lla mattina della Passqua di Risorexio, appiè
di Marzo, in capo del Ponte Vecchio, messer Bondelmonte, cavalcando
a palafreno in giubba[363] di sendado e in mantello con una ghirlanda
in testa, messer Ischiatta delli Uberti li corse adosso e dielli d'una
mazza in sulla tessta e miselo a terra del cavallo, e tantosto messer
Oddarighi con un coltello li seghò le vene, e lasciarlo morto. E questa
possta fue fatta in casa gli Amidei. Allora lo romore fue grande; e
fue messo in una bara, e la molgle istava nella bara e tenea il capo in
grenbo fortemente piangendo;[364] e per tutta Firenze in questo modo il
portarono.
In quello giorno si cominciò la struzione di Firenze, che inprimamente
si levò nuovo vocabile, cioè Parte guelfa e Parte ghibellina. Poi
dissero i Guelfi: — Appellianci parte di Chiesa; — e Ghibellina[365]
s'apellarono parte d'Inperio, avengnadio ch'e' Ghibellini fossero
plubici paterini. Per loro[366] fu trovato lo 'nquisitore della resia.
Onde per tutti i Cristiani è sparta questa malattia. E iij^m. d'huomini
e piú ne sono morti, ké ll'uno pilgla l'una parte e l'altro l'altra.
Durando la guerra lunghissimi[367] tenpi, i Bondelmonti e li Uberti
fecero pace; e messer Rinieri Zingani di Bondelmonti diede per molgle
la filgluola a messer Neri Piccolino fratello di messer Farina: ciò fue
nel Mccxxxviiij anni. La quale donna fue molto valente donna e molto
savia e bella.
Or avenne che lli Uberti, Lanberti, Caponsacchi e Amidei, Conti
da Gangalandi, Bogolesi e Fifanti andarono a Canpi in servigio di
Bertaldi; da' Bondelmonti e loro seguagi guelfi traditamente di
subito fuorono assaliti e sconfitti e morti; e messer Iacopo dello
Schiatta Uberti per Simone Donati vi fue morto, e messer Oddarighi di
Fifanti con altri assai gentili huomini; ed a messer Guido de' Galli
fu mozzo il naso con tutto il labro, e fessa la boccha da ciascuno
lato insino alli orecchi. E questo trattato fue di Bondelmonti,
credendo avere preso messer Farinata e messer Neri Piccolino e messer
lo Schiatta Uberti. Ritornati i Ghibellini in Firenze sconfitti, la
guerra cittadina fue coninciata, le fortezze di torri e di palagi
tutto giorno conbatteano di manganelli e di trabocchi, dove molta
gente peria. Allora messer Neri Piccolino rimandò al padre la molgle
dicendo: — Io non volglo generare filgluoli di gente traditore. —
Tornata la donna a casa Bondelmonti, messer Rinieri Zingare suo padre,
contra sua volontade, al conte Pannocchino di conti Pannochiesschi
la rimaritoe. E quando la donna fue a casa del suo marito, e volendo
prendere gioia di lei per debito modo, e lla donna piangendo li chiese
mercede e disse: — Gentile huomo, io ti priego per cortesia che ttu non
mi debbie apressare né fare villania, sapiendo che tu se' ingannato,
k'io non sono né posso essere tua molgle, anzi sono molgle del piú
savio e milglore chavaliere della provincia d'Italia, cioè messer Neri
Piccolino delli Uberti di Firenze. — Quando il conte Pannocchino udío
questa cosa, come gentile e cortese huomo, non prese di lei alkuno
sollazzo; ma presa a dimandare com'era la cagione, e poi amorosamente
la prese a confortare e consilglando, si lle fece nobili e grandi
donamenti, e si lle diede quella conpagnia ch'a llei si convenia.
E fecesi suora rinchiusa del munistero di Monticelli Vecchio. Poi
rimase la guerra di Bondelmonti colli Uberti e colli Fifanti con molta
travalgla, sicome legendo iscritto troverete, ke ll'una parte è Guelfa
traditori e l'altra sono Ghibellini paterini.
In questo anno Mccxv papa Inocenzio fece a Rroma concilio di tutti i
cherici d'Italia.

Anno Domini Mccxx.
Federigo secondo, nato della Mangna, del gentile lingnaggio della
casa di Soave, filgluolo dello 'nperadore Arrigo quinto e della
'nperadrice[368] Gostanzia filia del re Ruggieri, reina di Cicilia e di
Pulgla e di Calavra, fue incoronato a Roma, la die di sancta Cicilia,
inperadore.[369] Inperò anni xxxiij, e fue coronato da Onnorio papa
iiijº nella chiesa di san Pietro, lo benaventuroso giorno di santa
Cicilia. Questi rimase pupillo in guardia della Chiesa sicome sua
tutrice, e infino nella sua giovanezza coninciò ad essere huomo di
grande valore. Or avenne ch'elli cadde in disscordia con papa Onnorio,
donde sopra lui fece forti processi e scomunicollo e tutti i suoi
baroni asolvette del saramento della fedaltade ch'alla sua maestà
inperiale aveano giurato. Donde naquero diverse tribulationi e scandali
tra llui e la Chiesa, sicome qui apresso udirete.
In questo anno Mccxxj la città di Damiata rivenne a mano di Saracini; e
papa Onnorio predecto morio, e fue sepulto nella chiesa di santa Maria
Maggiore di Roma.
Elgl'è vero ke questo Federigo secondo fue huomo mirabile e di grande
intendimento: elli conobbe ed ebbe in sé tutte le grandi bontadi
ch'omo del mondo dovesse avere. Quando elli fue allo 'ncoronare si vi
fue tutte l'anbascerie del mondo, Cristiani[370] ed ispezialmente di
Fiorentini molta nobilissima:[371] donde li Pisani ne portarono grande
invidia, usando contra i Fiorentini oltraggiose parole e fatti. Onde i
Fiorentini conbattero co lloro, e fedirlli e ucciserli con grande danno
e disonore di Pisani. Allora si coninciò la guerra tra Pisa e Firenze.
Mccxxij anni. Esendo podesstà di Firenze messer Ugho Grigorii di Roma,
grande guerra si coninciò tra li Pisani e li Fiorentini; e a dí xx di
lulglo i Fiorentini andarono ad oste sopra il terreno di Pisani; e'
Pisani, volendo risistere contra li Fiorentini, usciro[372] di Pisa,
popolo e chavalieri, e fecero battalgla grandissima e perdero; e'
Fiorentini ebero la vittoria sopra di loro, nel piano di Morici al
castello del Bosso; dove fue grande mortalità, e xv^c. di prigioni
Pisani ne fuoro menati presi in Firenze.
Nel Mccxxv[373] anni i Fiorentini asediarono Fighini e l'Ancisa e poi
l'ebbero e disfecerlo; ma poi rifecero l'Ancisa. E in questo anno valse
lo staio del grano soldi xvij.

Anni Domini Mccxxvj.
Grigorio nono, nato di Campangna, huomo di gentile linguaggio, sedette
papa anni xiiij, dí x; vacò dí xx. Questi era inprima cardinale
vescovo d'Osstia, ed era il piú drudo e caro amico che llo 'nperadore
Federigo avesse in corte; ed avea nome messer Ugolino. E fue eletto
papa a dí vij di marzo apo Settesolglo.[374] Questi fue poi il magiore
nimico dello 'nperadore k'elli avesse nel mondo. Elli canonizzò la
beata sancta Helisabet, filia del re d'Ungaria. La quale un giorno,
essendo pulzella delle piú belle del mondo e delle piú amaestrate in
iscritura, si era piena di tanta limosina e caritade ke nulla cosa
si lassciava a dare per Dio; ed ispendea e donava per suo amore tutti
suoi vestiri e gioielli, e tutto il pane levava delle mense e dava a'
poveri, ricevendone molte vergongne dal padre e da la madre e dalle
sue cameriere. Or avenne un giorno che llo re d'Ungaria suo padre fece
una grande festa, dove convitò molti baroni e chavalieri, per maritare
Ysabetta sua filia al filgluolo dell'Antigrado della Mangna. E quella
stando alle finestre della camera, e vide molta quantità di poveri
ch'aspettavano la limosina, celatamente fece torre per suo comandamento
tutto il pane della casa e fece[375] dare per Dio a' poveri; e
finalmente vi ne canparo[376] v poveri ke nonn ebero limosina. E
Llisabetta si mosse, e tolse il pane ch'ella dovea desinare colle sue
cameriere, e portavalo in grenbo per dare a' poveri; si ch'all'uscire
della camera, il Re co molti baroni le si fece incontro per farle
vergongna, fecesi mostrare quello c'avea con seco. La faccia le
coninciò ad arossare ed a inpiersi di paura e di vergongna, e mostrali
il grenbo; e questo pane fu diventato tutto rose bianche e vermilgle:
ed era per la passqua della Nattività di Cristo all'uscita di dicenbre.
Donde tutta la corte e 'l reame si n'enpieo, e quivi fue la maggiore
fessta del mondo; e tutte[377] le tavole si trovaro piene di rose e di
fiori e di pane biancho, e tuttavia crescea.
Questo Gregorio papa confermò tucto ciò k'avea facto papa Innorio
suo anticessoro; e tolse per sentenzia l'antigrado di Toringia allo
'nperadore Federigo. E volendo elli celebrare Concilio ad Roma, ed
essendo per mare e per terra per lo 'nperadore istrette le vie e'
passi, venendo due cardinali d'oltremonte a corte, ciò fue messer Oddo
e messer Iacobo vescovo di Penestrino, con molti cherici e plelati[378]
di sancta Kiesa al Concilio in soccorso della Chiesa, da' Pisani per
comandamento dello 'nperadore, a Monte Argentaio, fuorono presi e
tursati in mare.
Questo Papa fece fare a frate Ramondo, suo penetenziere e capellano,
dell'Ordine di predicatori, di tutti i velumi de' Dicretali fece fare
un libro; e comandò ke per tutti i maestri fosse usato e insengnato.
Questi, avendo grande briga collo 'nperadore, era quasi in Roma
assediato: e lo 'nperadore avea già preso[379] per forza tutto il
patrimonio di San Pietro e quello della Kiesa, e tutti i grandi di
Roma erano corrupti per pecunia, e da neuno potea essere atato né
consilglato; si tolse le capita delgli apostoly santi, e portando
queste sante orlique a processione dal Laterano infino a San Piero,
per la qual cosa rappellò a ssé li animi delli omini di Roma, e grande
pianto di pietade, tutti gran parte si sengnarono di croce contra
lo 'nperadore. Per la qual cosa lo 'nperadore udendo e vedendo ciò,
maravilglossi forte, che ssi vedea rivolta la gente contra sé, e
credeasi intrare in Roma e fare tutte le sue volontadi; per questa
paura si ritornò indietro.
Questo papa canoninzò il beato Domenico di Spangna, maestro e capo
dell'Ordine sancto di frati predicatori, il qual era stato soppellito
in Lonbardia nella città di Bolongna, concorrente gli anni Domini
Mccxxiijº; essendo passati xviij anni da quello giorno al die della
confermagione dell'Ordine, e anni viij dalla sua morte.
Mccxxviij anni, alla singnoria di messer Andrea Iacopi de Perugia i
Fiorentini andarono, popolo e chavalieri col carroccio, sopra la città
di Pistoia, e le borgora infino alle mura, intorno intorno, tutto
guasstaro; e disfecero Monte Fiore, una bella torre, e lo castello
di Carmingnano. Poi vennero alle comandamenta di Fiorentini, e fecero
pace.
Mccxxviiij anni i Sanesi ruppero pace alli Fiorentini, e per
dispetto di Fiorentini guasstaro il castello di Monte Pulciano ch'era
racomandato di Fiorentini; e questo fue del mese d'agosto. Poi del mese
di settenbre, per fare la vendetta, i Fiorentini cavalcarono popolo e
chavalieri nelle terre di Sanesi, sopra il castello d'Asciano e tutto
il contado[380] di Siena da quella parte guastarono.
Nel Mccxxx i Sanesi ruppero pace a' Fiorentini. E fu trovato nella
cossta del Ppoggio di Montissci, nel contado di Firenze, uno bangno
freddo d'una sancta acqua, la quale gueria tutte infermitadi; ed
eziandio somilglante fu trovato un altro bangno freddo santissimo,
ch'è nella cossta di Monte Morello, sopra lo rivaggio di Tersolla.
E ciascuno di questi bangni per lo Comune di Firenze fu dotato di c.
braccia di terreno intorno intorno.
E in questo anno, era podestà messer Otto da Bandello, die xxj di
giungno,[381] i Fiorentini andaro ad oste sopra la città di Siena,
col carroccio e collo stendale ispiegato; e guastando tutto dintorno
il contado di Siena infino alle porte, chavalcaro innanzi infino
alla roccha di Radicofano ed a San Guilicho e lo Bangno a Petriuolo;
e disfecero xxij castella, e talglaro il grandisimo pino da Monte
Cilglese e la torre colli serralgli ed istecchati del borgo, infino
alle mura. E' Sanesi uscendo fuori per difende', la battalgla
fue grande; i Fiorentini gli sconfissero. E le donne vi vennero a
conbattere, e Alberto conte di Mangone alla porta puose lo schudo.
La mortalitade fu grande, e la terra fu quasi tutta presa; e sed e'
non fossero stati misericorduosi,[382] tutta la poteano distruggere
a ffuoco ed a ferro. Li prigioni, che nne menaro presi in Firenze,
fuorono mcccxxxv huomini; e molte donne belle di Siena fuorono prese,
e per forza menate in Firenze per drude di coloro che ll'aveano
guadangnate.
Nel Mccxxxij anni i Sanesi, per disspetto di Fiorentini, disfecero
il caste[llo] di Monte Pulciano. E tantosto i Fioren[ti]ni cavalcaro
sopra Siena, popolo e chavalieri, e tutta la guasstarono; e poi
puosero l'assedio a Quercia Grossa, a iiij milgla presso a Siena,
e per forza di battalgla la presero; e tutti gl'uomini ke v'erano
dentro ne menarono in Firenze in prigione. E fue del mese di settenbre
battalglato fortemente con vij difici.
In questo anno s'aprese il fuoco in casa di Caponsacchi, tra lli
Spadari; e quivi arse tutta la ruga, e xxij tra omini femine e
fanciulli.
Nel Mccxxxiij anni, alla singnoria di messer Torello da Strata, die
xviij di maggio, i Fiorentini andaro ad osste sopra li Sanesi, ed
asediarono la città di Siena dalle tre parti; e xxij[383] vi gittarono
dentro,[384] e per piú onta di loro, v asini vi fuorono manganeggiati;
e intorno intorno fue guassta. E liiij die vi stette l'osste.
Ancora l'altro venente apresso di quello, Mccxxxiiij anni, i Fiorentini
ritornaro ad oste sopra la città di Siena, e tutto il suo contado
infino alle mura guasstarono; e liij die vi dimorarono, e disfecero
Assciano ed Arcaleccho e xlv castella; e questo fue a dí ij di giungno.
Era podestà di Firenze messer Gianni Giudice di Roma.
In questo anno, la notte della passqua di Natale[385] arse[386] tutto
il Borgo di Piazza, oltrarno, dall'uno capo all'altro.
Apresso, l'altro anno, Mccxxxv anni, alla singnoria di messer
Conpangnone Poltroni, i Fiorentini e' Sanesi, di lunga guerra ch'aveano
fatto, fecero grandissima pace, per patto e condizione che lli Sanesi
dovessino rifare Monte Pulciano, e' Fiorentini rifacessero Montalcino;
le quali due castella i Sanesi aveano disfatto, per cagione che
ss'erano racomandate a' Fiorentini per la mala singnoria ch'e' Sanesi
usavano loro. E somilglante aveano facto il conte Unberto e el conte
Rosso colgli altri suoi consorti conti di Marema, i quali aveano
lxiiij castella, ed era loro Grosseto e Massa e Corneto e Soana, tutte
cittadi, ed ancora Monte Falcone, Castello Guidi, Malglano, Montalcino
e Monte[387] Pulciano e....[388] E questi conte[389] Rosso e conte
Unberto e le loro castella, sicome racomandati del Comune e popolo di
Firenze, ongn'anno, la vigilia di sancto Iohanni Bactista, nobili e
orrevoli ceri ufereano per omaggio. E lo detto conte Unberto mandava la
cerbia vestita di scharlatto: e facea osste e cavalcata, quanto facea
bisongno per li Fiorentini.
Nel decto tenpo anno Mccxxxvj, del mese di febraio, mastro Giordano,
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