Gli eretici d'Italia, vol. II - 50

Total number of words is 4493
Total number of unique words is 1927
34.7 of words are in the 2000 most common words
49.1 of words are in the 5000 most common words
56.2 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
perseguitato per causa di religione, come dice esser nota all'a. v. E mi
disse come, essendo egli del magistrato della balìa di Siena e uno dei
quattro eletti a riceverla nella sua entrata che la deve fare in quella
città, se ne veniva in Toscana, ma avendo incontrato per via uno, che
gli portò la nuova della retenzione di un Lelio Soccino e di duoi nipoti
di esso Lelio, sbigottitosi di questa cosa, prese la risoluzione di
tornar addietro, e di mettersi in luogo dove potesse esser un poco più
sicuro..... E se bene egli biasima molto il modo ch'è stato tenuto da
Lelio, secondo che esso ha inteso, avrebbe desiderato che più tosto li
fosse dato scala franca, e fattolo partir del suo Stato, per non aver
dato alla città di Siena questo dispiacere in questa sua entrata. E anco
aggiunge che, per non far fruttificar tai semi, sarebbe forse meglio
proceder in questa maniera. Io certamente ho sentito molto dispiacere
che l'a. v. abbia avuto necessità di metter la falce in questa biada, e
certo annoveravo per una delle grazie che ella ha ricevuto dal Signore
Dio il non essere finora stata astretta a fare simili persecuzioni,
avendo visto per esperienza quello che ella ha causato negli altri
paesi. Ora tornando al fatto dello Spanocchi, egli dice non fuggì il
giudizio ma i giudici, e non voler in questa età di settantadue anni
aver a stentare o morir di necessità in una prigione; che desidera e
prega l'A. V. che si degni pigliarlo in protezione sua....».
Sisto da Siena ebreo, di buon'ora venuto alla nostra Chiesa, si vestì
minorita, venerò come maestro il Caterino, e narra egli stesso come da
lui imparasse la dottrina delle due predestinazioni, una per inevitabil
decreto di Dio, l'altra condizionata, e «come opportuna a smuover certe
dure menti, che alcuni eretici de' nostri giorni avean empite di
disperazione coll'assoluta teorica del predestino», dai venti ai
trent'anni l'andò predicando nelle primarie città d'Italia, con applauso
degli uditori e frutto degli animi conturbati. Saputo poi quanto tal
dottrina era contraddetta, la cessò, ma per essi errori fu tradotto al
Sant'Uffizio. Frà Michele Ghislieri, compatendo alla gioventù e alla
scienza di esso, si propose di convertirlo, e malgrado il puntiglio
ch'esso metteva a non recedere dalla propria opinione, e' seppe
raddrizzarlo: ne impetrò la grazia da Giulio III, e lo aggregò ai
Domenicani, adoprandolo utilmente a predicare ed a convertire Ebrei, dei
quali un gran branco erasi accolto in Cremona, donde divulgava libri di
quella credenza[475]. Sisto sceverò le opere utili, quali il Talmud ed
altre, e quelle che non poteano giovare a nulla mandò al fuoco: al fuoco
pure gittò tutti i proprj scritti, non restandone che la _Bibliotheca
Sancta_, ove trattò de' libri sacri, de' loro interpreti, degli errori
che ne derivarono. Morì a Genova di 49 anni il 1569.
L'Inquisizione nel 1569 eresse in Siena una compagnia di Crocesignati
applicati principalmente a servigio del Sant'Uffizio, ma grandissima
difficoltà incontrò in paese, e se il governatore Conte di Montaguto non
vi si era opposto da principio, molti cittadini sorsero a mostrar il
pericolo che verrebbe al principe in paese di fresca conquista, dal
tollerare che una società d'uomini vi si formasse indipendente
dall'autorità secolare; e per cui mezzo l'Inquisizione più non avrebbe
duopo d'appoggiarsi alla forza pubblica. Il granduca mandò subito che
fosse sciolta, e ne scrisse a Roma, che promise farla svanire a poco a
poco, affinchè dal torla improvvisamente non restasse disonorata
l'Inquisizione.
Maestro Antonio della Paglia, nato verso il 1500, da Matteo e da Chiara
Gianarilla, a Veroli, città vescovile all'estremità della campagna di
Roma, secondo il costume latinizzò il suo nome in Aonio Paleario, studiò
a Perugia, poi a Siena (1530), «città bellissima e ben situata, ma
guasta da spirito di partito e da incessanti fazioni, onde i signori
vivono in campagna, e così le nove Muse ne sono bandite: ma le persone
son d'ingegno acuto e vigoroso; i giovani hanno un'accademia, dove
espongono spesso componimenti nella lingua materna» del che esso li
disapprova come distragga dal latino e greco[476]. Coi sussidj di Cincio
Frigipani romano fu a Padova, ove da Benedetto Lampridio udì leggere le
orazioni di Demostene. Tornato a Siena, difese insignemente Antonio
Bellanti, accusato di malversazioni e congiura; ma gli avversarj
ritorsero l'accusa contro lui stesso, che n'ebbe nuova occasione di
mostrar la sua eloquenza. Da quel senato fu preso pubblico precettore di
lettere greche e latine, poi di filosofia. Colà attinse le idee
dell'Ochino, poi le diffuse a Colle in Val d'Elsa, dove avea tenimenti,
e a San Geminiano. Fece un poema in tre canti sull'immortalità
dell'anima, in cui il sacro va misto col profano, e invocato Aristotele
a guida nella pericolosa ricerca. Lo dedicò a Ferdinando re de' Romani,
e i critici lo paragonavano al Vida e al Sannazaro; il Vossio lo
qualifica di divino e immortale. Ne mandò un'edizione scorretta al
cardinale Sadoleto, suo patrono, pregandolo inducesse lo stampatore
Grifio a farne una migliore. Quegli in fatto il raccomandò
caldissimamente: aver quel libro un sapore lucreziano; nulla esservi che
non fosse detto latinamente, e non mostrasse giudizio e diligenza:
_multaque præterea ubique nitentia ingenii et vetustatis luminibus, et,
quod ego pluris quam reliqua omnia facio, christiana mens, integra
castaque religio, erga Deum ipsum honos, pietas, studium, in eo libro
vel maxime non solum docere mentes errantium, sed etiam animos incendere
ad amorem puræ religionis possunt_.
All'autore poi scriveva non aver letto opera a' suoi tempi che gli
piacesse più del poema di lui, e: «Come il volto pacato e costante
nell'uomo è indizio di mente ben affetta e di probo animo, così cotesta
tua egregia pietà verso Dio, che s'appalesa ne' tuoi scritti, ci obbliga
a fare insigne stima di te, d'ogni senso dell'animo tuo, e della
eccellente dottrina[477]».
A Roma Aonio ebbe grand'amici il Mauro d'Arcano e il Berni, e i suoi
versi erano letti con delizia nell'Accademia de' Vignajuoli e in privati
banchetti, siccome quel che, nel 1531, diede il Musettola traduttor di
Lucrezio, dove non si bevve altro vino che il raccolto a Napoli dalla
vigna del Pontano.
Tornato a Siena, il Paleario sperò esservi fatto professore, ma fu
contrariato. Ebbe acerbe contese con uno ch'egli intitola Maco
Blaterone, contro del quale pur si avventò Pietro Aretino. Aonio
risedeva a Ceciniano e a Colle, ove di trentaquattro anni sposò Maria
Guidotti con seicento fiorini di dote: e n'ebbe due figli e due
figliuole. Amava disputare sull'anima, e n'ebbe parole con alcuni
filosofi, venuti apposta a trovarlo a Colle; ma di ciò l'imputarono gli
zelanti, cercando avversargli il popolo e il duca, con quelle arti
d'invidia che non rifuggono da infamia veruna. Le loro macchinazioni, i
furenti discorsi, le calunniose imputazioni, l'indignazione, l'amor
proprio, la mortificazione resero il Paleario invelenito contro i
nemici, e le sue corrispondenze[478], massime con Lelio Bellanti e
Pterigi Gallo, svelano cogl'intrighi degli altri anche l'irrequietudine
sua.
Tutto ciò può aver esacerbato gli animi e predisposto alle persecuzioni
che gli costarono sì caro. Sentivasi chiamato a qualcosa meglio che
insegnar latino e greco[479]: ricorreva per protezione o difesa al suo
arcivescovo Bandini e al Sadoleto; e viepiù gravato dai mali pubblici,
giacchè i Turchi sbarcarono minacciando Orbetello e Siena, lagnasi
d'aver dovuto lasciar la patria e ogni cosa diletta.
Il Sadoleto s'accorse del trascender d'opinioni del Paleario, e
l'ammonì, ma egli non vi fece mente, e seguitò manifestandole.
Singolarmente levò rumore coll'attaccare un tale ecclesiastico, il
quale, assiduo a prostrarsi davanti a reliquie, non pagava poi i suoi
debiti. «Colta dice che, se mi lascia in vita, più non resterà vestigio
di religione in Siena. E perchè? perchè, domandato qual fosse la prima
cosa in cui gli uomini dovessero cercar la loro salvezza, io risposi,
_Cristo_; domandato qual fosse la seconda, risposi, _Cristo_; quale la
terza, ed io ancora, _Cristo_».
Di qui trapela l'idea che è svolta nel _Trattato del beneficio della
morte di Cristo_, del quale parlammo nel discorso XIX. Colà vedemmo
quanto interesse eccitasse quel libro, che dapprima fu tenuto opera di
pietà, e ristampato con altre devote, siccome nell'edizione posta
all'Indice da Sisto V, col titolo: «Trattato utilissimo del Benefizio di
Cristo, con li misteri del rosario, con l'indulgenza in fine di papa
Adriano VI alle corone dei grani benedetti». Noi l'abbiamo analizzato, e
dicemmo che l'autore ne rimase ignoto, perciò fu attribuito a diversi;
al Valdes, dal quale in fatto son copiate moltissime parti: al cardinal
Contarini, al Flaminio, ad altri. Il cardinal Morone confessa averlo
ammirato e diffuso e nel processo di lui, un Domenicano dice averlo
veduto manuscritto a Verona, mandatovi a un canonico Pellegrini, che lo
diede al vescovo, il quale, giudicandolo cosa buona, lo passò a lui: ma
egli vi scoperse il marcio, e si dolse di vederlo, poco dopo, stampato e
diffuso.
Pietro Paolo Vergerio, nel commentar l'Indice de' libri proibiti fatto
da monsignor Della Casa, dice che molti pensano non esservi stato
all'età nostra, almen in italiano, alcuno scritto così soave, così pio,
così semplice, e così adatto a istruir anche i più rozzi e deboli,
massime sull'articolo della giustificazione. E soggiunge: «Ma ci è
ancora da dire di questo _Benefizio di Cristo_. È un certo frate, che
non lo vuole a patto alcuno: e con speranza di aver un benefizio dal
papa, ha fatto una invettiva contro quel (_benefizio_) di Cristo
crocifisso. È stato poi un altro buon ingegno e spirito che lo ha tolto
a difendere, ed ha composto un dolce libro, e l'ha dato nelle mani di un
cardinale, il quale ha fama di aver lume di conoscere gli errori della
Chiesa e gustar la dolcezza dell'Evangelo; certo egli ha di molte virtù
eccellenti. Ma mi risolvo che (se questo cardinale non lascia adesso
venir fuori la difensione che egli ha in mano di quel buon libro, e se
non si scopre a dire ch'egli sia buono) la fama sia falsa, e che non sia
in lui quello spirito che molti hanno creduto. Egli suol dire che
bisogna esser prudente, ed aspettar l'occasione e il tempo opportuno. È
ben detto, ma non sarà occasione e tempo opportuno adesso, che in tanti
modi tanta gente cerca di estinguer e sepellire il benefizio e la gloria
di Cristo? Quando si vorrà egli dichiarare e farsi conoscere per suo
soldato, se nol fa adesso che il suo Cristo è tanto combattuto,
travagliato, afflitto? Orsù, starem a vedere cosa farà questo cardinale.
Dio gli doni ardire, e sarebbe ben tempo ch'egli si avesse a dichiarare
con tutta la sua scola.
«Aggiungo di questo libretto che sono due persone, le quali vi hanno
posto mano; una l'ha cominciato, l'altra finito ed espolito, e tutte due
sono in Italia, e molto conosciute e carezzate dai primi membri e
ministri di Roma, e il libro loro è condannato per eretico. Staremo
anche a vedere se essi potranno sofferire, e divorar questa ingiuria che
è fatta sulla faccia del Padre loro celeste, o se pur la vorranno
dissimular e godersi le comodità e delizie delle chieriche loro».
Da retore e sofista, il Vergerio vuol confondere il titolo del libro col
benefizio di Cristo, quasi sia questo dai censori condannato. Poi
stringe: «Or di questo libro, ascoltate; o è buono, o è tristo. Se è
buono, perchè averlo condannato? Se è tristo, perchè ne hanno prima
lasciati vender quaranta mila, che tanti io so che, da sei anni in qua,
ne sono stampati e venduti in Venezia sola? perchè hanno lasciato andar
attorno tanta quantità di tossico di anime, secondo loro?
«Questa è gran cosa; dove costoro, essendone tanto pregati e sgridati
dovrebbero ogni anno diventare più umili, più riconoscere gli errori, le
superstizioni, le tenebre nelle quali hanno voluto tener soffocata la
povera gente, e mitigarla, e farsela benevola, e compiacerla dove va la
gloria di Dio, vedendo che ella desidera tanto di stare con la dottrina
dell'evangelo, si hanno deliberato di voler insuperbire ogni giorno più,
e di voler tenere bassi e tirannizzar i poveri popoli, e ascondere ogni
cosetta che potesse dar loro luce alcuna della salute. Chi non sa che i
popoli si faranno beffe delle indulgenze, de' giubilei, e di tutti
l'altre invenzioni e pensate d'uomini, con le quali un tempo di lungo si
è dato ad intender che si potesse avere la remissione de' peccati,
quando avranno avuto la grazia di poter con viva fede conoscere il gran
benefizio che ha fatto loro il celeste Padre, dando il figliuolo diletto
a spander il sangue e morir sulla croce».
Quei due che posero mano all'opera secondo l'asserzione del Vergerio, si
supposero il Flaminio il Paleario: e' soggiunge che il cardinale Polo ne
procurò la difusione d'accordo col Flaminio, col Priuli ed altri di
quella scuola, e lo mandarono a un librajo eretico o sospetto, che ne
vendesse più copie che poteva, o il donasse, ch'essi rimborserebbero.
Il frate oppositore, a cui accenna il Vergerio, è Ambrogio Caterino, più
volte da noi mentovato, e che, fra innumerevoli scritti polemici, stampò
un «Compendio di errori ed inganni luterani, contenuti in un libretto
senza nome dell'autore, intitolato, _Trattato utilissimo del beneficio
di Cristo crocifisso_ (Roma 1544)». È unito alla _Resoluzione sommaria
contro il sommario della Scrittura, traduzione di Melanctone_.
Da Antonio Caracciolo, nella vita manoscritta di Paolo IV raccogliamo
che a Treviso fu trovato «un pedante chiamato messer Angelo» che era
stato a Venezia; da Zurigo mandava i pestiferi libri del Benefizio di
Cristo, ch'egli dice composti da un Benedettino di San Severino,
siciliano discepolo del Valdes; e che fosse riveduto dal Flaminio,
«anch'egli gravemente infetto».
All'autorità del Caracciolo si adagia il Ranke, il quale non sa indursi
ad attribuir quell'opuscolo al Paleario, come neppur noi possiamo
persuadercene. Nel processo del Morone, varj interrogati su questo libro
rispondono ignorarne l'autore. Un librajo veneto che ne spacciò molte
copie, dice: «Mi non ve so dir chi l'abbi composto, nè da che banda sia
venuto... So che si vendeva per tutta Italia, e che si leggeva passim da
tutti i cattolici». Esso Morone assevera che allora se ne conosceva
benissimo l'autore. Un testimonio risponde: «Intesi dire, non so da chi,
che l'autore era stato un monaco benedettino nero, amico del Valdesio,
il qual monaco non conosco nè per nome nè altro; che di poi il Flaminio
l'avea riveduto e rassettato a suo modo, e dato alla stampa». Nel
processo del Carnesecchi si dà esplicitamente come opera di un frà
Benedetto da Mantova benedettino, che lo lavorò appiedi dell'Etna, e che
poi lo fece forbire dal Flaminio. Malgrado ciò, io propendo a crederlo
traduzione, parendo da una parte dissimile dai lavori congeneri
d'Italiani, dall'altra sentendovi tanto sapor toscano. Certo è più
semplice che il Paleario non costumi nelle scritture sue, le quali del
resto son tutte in latino; eppure al Paleario lo farebbero attribuire il
professare egli aperta la dottrina del Cristo satisfatore quale sta nel
libretto, e la difesa che fece di se stesso[480].
Perocchè gli scritti e le sue opinioni aveangli suscitato molti nemici,
a capo dei quali Ottone Melio Colta sunnominato, che forse è anagramma
di Orlando Marescotti: da trecento accusatori presentaronsi; dodici si
offersero a testimoniar contro di lui, che davanti al senato di Siena si
difese con una pomposa arringa latina, tutta retorica[481]. Ma in
questa, non che scagionarsi, confermerebbe le accuse: dice che, per aver
denunziati due mostri di religione, procacciossi la nimicizia di tutti i
cucullati, i quali come porci s'avventano su chi uno toccò. «Io aveva
discorso della repubblica designata avanti i principj del mondo e
stabilita da Dio, della quale duce, autore, moderatore unico è Cristo;
della legge abrogata, del gravissimo giogo della servitù discorremmo
quel solo che ci permetteano questi miseri tempi, quando non è senza
pericolo il palesare ciò che si desidera. V'ha uomini acerbi, duri,
colpevoli, appo i quali neppur il Padre e Cristo autore della salute può
lodarsi appieno; e mi fu dato accusa d'avere SCRITTO IN QUEST'ANNO un
trattato in lingua toscana, mostrando quanti benefizj ci derivassero
dalla sua morte. E dicevo che Esso, in cui risiede la divinità (_in quo
divinitas inesset_), avendo profusa la vita tanto amorosamente per
salute nostra, non dovevamo dubitare della volontà celeste, ma
riprometterci ogni tranquillità e quiete: affermavo con autorità
antichissime e certissime che erano terminati i mali, cancellata ogni
macchia a quelli che, rivolti coll'animo a Cristo Crocifisso, si
affidassero alle sue promesse, e ogni speranza appoggiassero in
quell'unico che non inganna. Eppure a quei dodici, non dico uomini, ma
bruti feroci parver così esecrande tali proposizioni, che l'autore
reputavano degno del fuoco. La qual pena, se mi toccasse subire per tale
testimonianza, beato mi reputerei. Perocchè siamo a tempi dove un vero
cristiano non può più morire a suo letto. Ci accusino pure, ci
imprigionino, ci torturino, ci strozzino, ci diano alle belve, tutto
sopporteremo, purchè ne derivi il trionfo della verità. Che se non
avessimo speranza nell'intimato Concilio, ove dai pontefici, da Cesare,
dai re son convocati moltissimi da tutte le genti, dispereremmo che
venga una fine di tante perturbazioni; che questo coltello levato contro
chiunque scrive, si strappi di mano a quelli, che anche per lievissime
cagioni voglion ferire crudelmente; dai quali fu arrestato il santo e
integerrimo mio Sadoleto; da' quali ignoranti accusato Bernardino
Ochino, di sì austera e ammirabil vita, non vedendo che voi foste pronti
a difenderlo, stimò bene fuggire, soletto, errante in luoghi
lontanissimi dall'Etruria nostra».
Qui profonde lodi al fuggiasco; poi viene a confutar le accuse. «Dici
ch'io la sento coi teologi germanici. Ma in Germania ve n'ha di
eccellenti. Tu però intendi Ecolampadio, Erasmo, Melantone, Lutero,
Pomerano, Bucero e gli altri sospetti? Nessun teologo nostro fia così
stupido da non capiere che molte cose in essi son lodevolissime, e
desunte dai primi Padri, e dai commenti di Greci e di nostrali non
disprezzabili, talchè chi gli accusa, accusa Origene, il Crisostomo,
Cirillo, Ireneo, Ilario, Agostino, Girolamo. Dei fatti de' Tedeschi non
tutto approvo: lodo d'aver suscitato le buone lettere latine, ridesti
gli studj divini che giacevano oscuri; trovato e stampato libri latini,
greci, caldaici, assegnato onorevoli stipendj ai professori. Seguirono
poi discordie intestine, sommosse di popoli, guerre, che per la carità
fraterna a me pure recarono immenso dolore. Chi non loda quelli, e non
disapprova questi effetti?»
Insomma egli professa di non assentire agli eretici di Germania, ma
reclama il diritto di trar le proprie credenze da antichi documenti,
dalla Scrittura, dai Padri: e senza confessarsene autore, sostiene le
medesime dottrine del libretto. Eppure non troviamo gliene derivasse
altro inconveniente che d'essere mandato via da Siena. Allora passò a
Lucca, con commendatizie del Sadoleto e del Bembo, che gli insinuavano
d'usare prudenza. Ivi nel 1546 ottenne cattedra d'eloquenza e missioni
pubbliche, e dovea recitare ogni anno due discorsi in grandi occasioni.
Li possediamo, e son mera retorica, donde non trapelano dissensi
religiosi. Ammirato prima, dappoi a concorso gli fu preferito il
Bandinelli: del che irato egli partì, dopo dieci anni di dimora.
Come attaccato alla parte imperiale, sperò star meglio a Milano, e alla
morte del Majoragio ebbe invito da quel senato a succedergli professore
d'eloquenza. V'arrivò il 17 ottobre 1555, ed a' suoi figli descrisse la
cortese accoglienza, e come recitasse la prima orazione ai 29 nella
chiesa di Santa Maria della Scala, presenti il senato, il governatore, i
pretori, il collegio de' giurisperiti e filosofi, e molto popolo. Al
domani fu accompagnato al ginnasio dai principali senatori; ma esorta i
figliuoli a studiare, perchè egli non trovasi altri mezzi, nè il suo
soldo è pur sufficiente per lui solo. In fatti troviamo un ricorso
ch'egli volse ai decurioni milanesi, mostrando come vivesse modestissimo
con una fante, mentre avea lasciato il paese natale e un buono stipendio
per amor di questa città. La quale, atteso la sua gran dottrina, il
vantaggio che ne veniva a' giovani e l'onore alla città stessa,
nell'aprile 1558 gli concedeva un assegno bastante per sei persone. Ebbe
incarico di recitare un'altra orazione quando si credea che l'imperatore
Ferdinando, Filippo di Spagna ed Enrico di Francia radunerebbonsi a
Milano per conciliar la pace; dove loda questa, e spera nel Concilio e
nel convegno col papa. Anche lettere dirigeva ai regnanti, con grandi
encomj agli imperatori austriaci, e speranza ch'essi conserverebbero la
pace, e osteggerebbero i Turchi.
A Milano rimase sette anni, e fra altri diede per tema a due suoi
allievi di combattere e difendere la legge agraria. Abbiamo a stampa la
tesi colla traccia data da lui, e le due declamazioni di Lodovico da Rho
e di Carlo Sauli, uno che fa da Tiberio Gracco, l'altro da Marco Ottavio
(Milano 1567). Scrisse pure un'orazione contro Lucio Murena, che
l'Olivet dice non distinguersi dal latino di Cicerone.
Tutti i suoi scritti sono latini, diretti ad introdur il gusto classico,
e perciò intinti del paganesimo dominante nelle scuole: e fin
nell'epitafio di sua moglie mescola Cristo coi Campi Elisi[482]. Ma in
tutte quelle scritture noi cercammo invano lo svolgersi del suo spirito
nelle nuove idee, nè cosa che accenni a suoi legami co' Protestanti. Ben
sappiamo che scrisse l'_Actio in pontifices romanos et eorum asseclas_
nel 1542, quando trattavasi di raccorre il Concilio di Trento, non
pubblicata che ventisei anni dopo la sua morte e cinquanta dopo scritta.
«Replicate mie lettere degli anni passati agli Svizzeri e ai Tedeschi
(dic'egli in questa press'a poco) palesarono le mie speranze e i
sentimenti e disegni miei. Dio, padre di Nostro Signor Gesù Cristo, m'è
testimonio ch'io desiderai da molto tempo che i principi cristiani
presedessero a radunanza di persone di gran pietà e dottrina, innanzi
alle quali potessi render la mia santa testimonianza, pronto anche a
spargere il sangue per Gesù Cristo. Ma vedevo essi principi occupati in
altro: e sentendo avvicinarsi la fine mia, scrissi la mia testimonianza
e l'atto d'accusa contro i papi, affinchè, se la morte mi sopraggiunge,
potesse giovar a' miei fratelli. Depongo questo scritto nelle mani
d'uomini santi e fedeli, che lo conservino finchè si raduni un Concilio
veramente generale, libero, sacro, solenne, pel quale io supplico il
padre del Nostro Signor Gesù Cristo. Ma finchè ciò non s'avveri non
venga pubblicato.
«Se quel giorno sospirato risplenderà, che per la pubblica pace e per la
concordia della Chiesa, i popoli obbedienti al vangelo possano unirsi,
potranno ottener dall'imperatore, dai re e principi cristiani di
obbligar seriamente il papa ad un concilio, ove possano tenersi pubblici
e liberi convegni di persone d'ogni nazione cristiana, e tutte possano
parlare liberamente per mezzo dei loro oratori, in presenza dei grandi e
dei legati delle città. Se in quelle adunanze sarà stabilita equità di
giudizj, e colla sola parola di Dio si toglieranno gli abusi, rimarranno
levate le controversie religiose, sanate le chiese in modo che tutte
formino un solo corpo: allora, ma solo allora, o miei depositarj,
consegnerete questo scritto tal quale ai rappresentanti delle chiese di
Svizzera e di Germania, che sono i difensori del santo vangelo; lo
presenterete al Concilio generale libero, sacro, solenne, qual
testimonianza d'un uomo pio, il quale morendo non avea ragione di
mentire a Cristo. Questa testimonianza e l'atto d'accusa saran da voi
lanciati colà come un fulmine, che abbatterà l'anticristo. Fratelli, ve
ne supplico, non gli lasciate lungo tempo a rispondere: quell'iniquo
dev'essere confuso di botto, in mezzo al Concilio, in presenza de'
grandi principi. Allora leggete e rileggete la mia testimonianza
coll'atto d'accusa; fate sia diligentemente discussa ed esaminata, e
così la Chiesa di Dio sarà purgata».
Segue esponendo venti testimonianze, ognuna delle quali è la professione
d'un dogma protestante, e l'ultima un'invettiva contro i traviamenti dei
prelati.
Comincia la requisitoria dal descrivere i patimenti a cui va incontro
chi si stacca dalla patria, dalla famiglia, dalle care consuetudini per
voler professare il vangelo. Poi svolge i punti d'accusa suddetti. Quel
che maggiore impaccio gli reca è l'antichità della tradizione di molte
verità cattoliche. Ma egli pretende che già al tempo degli apostoli coi
veri credenti ne vivessero de' falsi, che oscuravano la luce portata da
Cristo, e da quelli vennero i dogmi repugnanti al vangelo, e le
cerimonie, che poco a poco ci allontanano da Cristo, e gli innumerevoli
precetti contro cui aveano tonato Pietro e Paolo, il purgatorio, le
preghiere ai santi. Il lavoro è ben lontano dallo stile artificiosamente
colto, che il Paleario adopera altrove, ed egli stesso ne fa
professione[483].
Altre lettere scrisse agli eresiarchi d'allora; e nel 1566 erano portate
e riportate da Bartolomeo Orello. In una «a Lutero, Melancton, Calvino,
Butzer, e a tutti gli Svizzeri e Germani, che invocano Gesù Cristo»,
dissuade dall'accettare la convocazione del Concilio, qual era fatta, ma
che la riformassero; e li mette in sospetto della gran premura che n'ha
il papa. _Pontifex qui, id ætatis, non satis firma est valetudine, ne
nocturnum quidem tempus sibi ad quietem relinquit; magnam copiam
consultorum habet, quibuscum ad multam noctem sermonem producit;
interdum autem jurisperitos, aut usu rerum probatos, aut astutos
homines, addite autem si vultis improbos, consulit... advocat, orat
atque obsecrat ut in communem curam incumbant_[484]. Udito l'arresto del
Carnesecchi, pensò garantire dall'Inquisizione la sua Accusa contro i
papi, e col mezzo dell'Orello ne informò Teodoro Zuinger medico di
Basilea; questi lo ringrazia della confidenza, loda la sua volontà di
giovar alla causa di Dio, ma dice sarebbe meglio affidata l'opera a
qualche maestro in divinità, come Sulcer o Coccejo, nelle cui mani
starebbe sicurissima.
L'Aonio scrisse poi al senato di Milano come fosse accusato dal padre
inquisitore a titolo d'un'orazione latina, scritta trentacinque anni fa;
per questa vedeasi molestato, e costretto separarsi dai giovani, ad
istruir i quali era stato chiamato di Toscana. Ora pressato
dall'inquisitore con nuove lettere, di presentarsi a Roma, risponde
trovarsi sotto gli ordini del senato, nè poter di sè disporre senza
consenso di quello. Benchè vecchio e di debole salute, non ricusa il
lungo viaggio, ma non ha denari da farlo e da spegnere prima i debiti
contratti, nè da viver a Roma tanto, che abbia dissipata l'ingiusta
accusa.
Non sappiamo se il senato milanese gli concedesse la domanda; fatto è
che egli dimorò a Faenza, la qual pure era città papale. Ma nel 1566,
pontificando Pio V, frate Angelo di Cremona inquisitore andò arrestar il
Paleario, e lo trasse a Roma e nel carcere di Tordinona. Le accuse
riduceansi a quattro: che negasse il purgatorio; che disapprovasse il
seppellir nelle chiese, preferendo si facesse fuor delle mura; che
ponesse in baja il vivere e le foggie monastiche; che attribuisse la
giustificazione alla sola fede nella misericordia di Dio, il quale
perdona pei meriti di Cristo.
Il Laderchi dà come sua principale incolpazione l'aver pubblicato un
libro, dove avea finamente stillato il veleno ereticale: veleno in lui
talmente connaturato, che l'avea ripetuto in un'arringa scritta ai padri
della senese repubblica; e soggiunge dicesse ai cardinali del Santo
Uffizio: «Poichè le vostre eminenze han contro di me tante buone
ragioni, non fa mestieri che prendano, o che diano a me più lungo
fastidio. Io son fermo di operar secondo vuole san Paolo: _Cristo ha
sofferto per noi, lasciandoci un esempio da seguire: non avea fatto
male, non si trovò frode nelle sue labbra; ingiuriato non rispose,
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Gli eretici d'Italia, vol. II - 51
  • Parts
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 01
    Total number of words is 4337
    Total number of unique words is 2004
    34.8 of words are in the 2000 most common words
    48.0 of words are in the 5000 most common words
    55.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 02
    Total number of words is 4326
    Total number of unique words is 1993
    34.4 of words are in the 2000 most common words
    48.9 of words are in the 5000 most common words
    55.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 03
    Total number of words is 4391
    Total number of unique words is 1951
    35.4 of words are in the 2000 most common words
    48.9 of words are in the 5000 most common words
    56.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 04
    Total number of words is 4516
    Total number of unique words is 1546
    36.8 of words are in the 2000 most common words
    50.4 of words are in the 5000 most common words
    57.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 05
    Total number of words is 4699
    Total number of unique words is 1688
    37.5 of words are in the 2000 most common words
    51.7 of words are in the 5000 most common words
    59.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 06
    Total number of words is 4704
    Total number of unique words is 1608
    35.0 of words are in the 2000 most common words
    49.1 of words are in the 5000 most common words
    55.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 07
    Total number of words is 4341
    Total number of unique words is 1968
    33.6 of words are in the 2000 most common words
    47.6 of words are in the 5000 most common words
    55.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 08
    Total number of words is 4228
    Total number of unique words is 1874
    32.9 of words are in the 2000 most common words
    46.1 of words are in the 5000 most common words
    54.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 09
    Total number of words is 4225
    Total number of unique words is 2050
    32.9 of words are in the 2000 most common words
    46.4 of words are in the 5000 most common words
    53.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 10
    Total number of words is 4572
    Total number of unique words is 1829
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    49.5 of words are in the 5000 most common words
    57.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 11
    Total number of words is 4398
    Total number of unique words is 1912
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    48.1 of words are in the 5000 most common words
    54.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 12
    Total number of words is 4619
    Total number of unique words is 1757
    37.6 of words are in the 2000 most common words
    51.0 of words are in the 5000 most common words
    59.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 13
    Total number of words is 4545
    Total number of unique words is 1811
    36.7 of words are in the 2000 most common words
    51.8 of words are in the 5000 most common words
    59.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 14
    Total number of words is 4469
    Total number of unique words is 1965
    32.8 of words are in the 2000 most common words
    46.5 of words are in the 5000 most common words
    52.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 15
    Total number of words is 4276
    Total number of unique words is 1834
    32.9 of words are in the 2000 most common words
    46.2 of words are in the 5000 most common words
    53.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 16
    Total number of words is 4358
    Total number of unique words is 1961
    33.5 of words are in the 2000 most common words
    46.5 of words are in the 5000 most common words
    53.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 17
    Total number of words is 4311
    Total number of unique words is 1691
    34.3 of words are in the 2000 most common words
    47.8 of words are in the 5000 most common words
    54.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 18
    Total number of words is 4380
    Total number of unique words is 1847
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    56.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 19
    Total number of words is 4447
    Total number of unique words is 1508
    41.5 of words are in the 2000 most common words
    56.4 of words are in the 5000 most common words
    62.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 20
    Total number of words is 4476
    Total number of unique words is 1461
    39.2 of words are in the 2000 most common words
    53.4 of words are in the 5000 most common words
    60.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 21
    Total number of words is 4242
    Total number of unique words is 1783
    31.6 of words are in the 2000 most common words
    42.8 of words are in the 5000 most common words
    48.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 22
    Total number of words is 4302
    Total number of unique words is 1855
    35.4 of words are in the 2000 most common words
    48.1 of words are in the 5000 most common words
    54.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 23
    Total number of words is 4366
    Total number of unique words is 2055
    32.1 of words are in the 2000 most common words
    44.5 of words are in the 5000 most common words
    50.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 24
    Total number of words is 4123
    Total number of unique words is 2069
    27.0 of words are in the 2000 most common words
    38.3 of words are in the 5000 most common words
    45.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 25
    Total number of words is 3880
    Total number of unique words is 1692
    34.8 of words are in the 2000 most common words
    48.2 of words are in the 5000 most common words
    55.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 26
    Total number of words is 4364
    Total number of unique words is 1896
    37.3 of words are in the 2000 most common words
    51.7 of words are in the 5000 most common words
    59.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 27
    Total number of words is 4344
    Total number of unique words is 1856
    32.2 of words are in the 2000 most common words
    47.9 of words are in the 5000 most common words
    55.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 28
    Total number of words is 4360
    Total number of unique words is 1760
    35.8 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    59.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 29
    Total number of words is 4419
    Total number of unique words is 1800
    36.1 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    56.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 30
    Total number of words is 4269
    Total number of unique words is 1982
    30.1 of words are in the 2000 most common words
    43.3 of words are in the 5000 most common words
    51.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 31
    Total number of words is 4315
    Total number of unique words is 1953
    31.1 of words are in the 2000 most common words
    46.2 of words are in the 5000 most common words
    53.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 32
    Total number of words is 4313
    Total number of unique words is 2039
    31.5 of words are in the 2000 most common words
    47.2 of words are in the 5000 most common words
    54.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 33
    Total number of words is 4191
    Total number of unique words is 2020
    32.0 of words are in the 2000 most common words
    45.9 of words are in the 5000 most common words
    52.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 34
    Total number of words is 4197
    Total number of unique words is 2083
    31.3 of words are in the 2000 most common words
    42.8 of words are in the 5000 most common words
    49.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 35
    Total number of words is 4298
    Total number of unique words is 1824
    33.3 of words are in the 2000 most common words
    47.4 of words are in the 5000 most common words
    55.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 36
    Total number of words is 4300
    Total number of unique words is 1968
    34.4 of words are in the 2000 most common words
    47.9 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 37
    Total number of words is 4248
    Total number of unique words is 1940
    33.4 of words are in the 2000 most common words
    48.7 of words are in the 5000 most common words
    57.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 38
    Total number of words is 4386
    Total number of unique words is 1824
    36.0 of words are in the 2000 most common words
    51.8 of words are in the 5000 most common words
    58.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 39
    Total number of words is 4249
    Total number of unique words is 1966
    34.1 of words are in the 2000 most common words
    46.2 of words are in the 5000 most common words
    52.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 40
    Total number of words is 4135
    Total number of unique words is 1945
    34.2 of words are in the 2000 most common words
    48.2 of words are in the 5000 most common words
    55.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 41
    Total number of words is 4449
    Total number of unique words is 2025
    33.7 of words are in the 2000 most common words
    50.0 of words are in the 5000 most common words
    57.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 42
    Total number of words is 4316
    Total number of unique words is 1979
    32.8 of words are in the 2000 most common words
    43.8 of words are in the 5000 most common words
    50.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 43
    Total number of words is 4311
    Total number of unique words is 2062
    31.2 of words are in the 2000 most common words
    45.1 of words are in the 5000 most common words
    51.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 44
    Total number of words is 4100
    Total number of unique words is 2063
    29.3 of words are in the 2000 most common words
    40.9 of words are in the 5000 most common words
    46.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 45
    Total number of words is 4458
    Total number of unique words is 1996
    35.9 of words are in the 2000 most common words
    50.8 of words are in the 5000 most common words
    58.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 46
    Total number of words is 4333
    Total number of unique words is 2012
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    48.1 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 47
    Total number of words is 4564
    Total number of unique words is 1727
    41.2 of words are in the 2000 most common words
    55.2 of words are in the 5000 most common words
    62.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 48
    Total number of words is 4389
    Total number of unique words is 1875
    36.2 of words are in the 2000 most common words
    50.6 of words are in the 5000 most common words
    58.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 49
    Total number of words is 4464
    Total number of unique words is 1746
    39.3 of words are in the 2000 most common words
    53.1 of words are in the 5000 most common words
    61.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 50
    Total number of words is 4493
    Total number of unique words is 1927
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    49.1 of words are in the 5000 most common words
    56.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 51
    Total number of words is 4259
    Total number of unique words is 2022
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    44.9 of words are in the 5000 most common words
    52.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 52
    Total number of words is 4216
    Total number of unique words is 1829
    35.3 of words are in the 2000 most common words
    48.3 of words are in the 5000 most common words
    54.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 53
    Total number of words is 4382
    Total number of unique words is 1826
    34.3 of words are in the 2000 most common words
    47.9 of words are in the 5000 most common words
    54.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 54
    Total number of words is 4592
    Total number of unique words is 1894
    34.2 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    55.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 55
    Total number of words is 4326
    Total number of unique words is 1945
    33.7 of words are in the 2000 most common words
    46.7 of words are in the 5000 most common words
    53.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. II - 56
    Total number of words is 3122
    Total number of unique words is 981
    36.5 of words are in the 2000 most common words
    51.0 of words are in the 5000 most common words
    56.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.