Gli eretici d'Italia, vol. I - 03

Total number of words is 4143
Total number of unique words is 1940
27.8 of words are in the 2000 most common words
40.3 of words are in the 5000 most common words
48.4 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
A una dottrina, che è per essenza universale, tornava indispensabile
l'unità del sacerdozio, ordinato in guisa da perpetuare la rigorosa
conformità di credenza nell'infinita varietà di popoli, effettuando una
civiltà cattolica, cioè universale. Con questo introdusse una
distinzione, ignota a Greci e Romani, quella di ecclesiastici e laici. I
primi, destinati a speciale servizio divino, riceveano la missione e la
dignità dal vescovo. Ogni comunità aveva un vescovo eletto da essa, e
che agli altri vescovi annunziava la propria elezione con lettere
pastorali, in cui faceva la professione di sua fede; gli uni agli altri
partecipavansi la lista degli scomunicati, rilasciavano lettere di
raccomandazione _demissorie_ pei fedeli che dalla propria passassero in
un'altra diocesi.
E diocesi, con nome dedotto dalla nuova distribuzione dell'impero,
chiamavasi il territorio su cui un vescovo avea giurisdizione.
Al clero fu di buon'ora imposto il celibato, tantochè Nicolao
d'Antiochia, eletto dagli apostoli per sovvenire ai fedeli bisognosi, fu
incolpato perchè, anche dopo diacono, s'accostasse alla moglie[29]. Con
ciò formossi una milizia, pronta a lanciarsi ne' pericoli d'ogni guisa,
senz'esser rattenuta dai legami domestici, vie più forti quanto che
legittimi.
Ma il clero era poco numeroso: in ogni città per lo più un'unica chiesa
e una messa o due, fino a considerare scismatica l'adunanza di fedeli
dove non assistesse il vescovo: egli solo potea consacrare, sebbene
nelle città maggiori, come Roma, il pane da lui consacrato fosse
distribuito anche da qualch'altro prete, senza diritto però di assolvere
o di scomunicare. Entrante il Vº secolo, Roma gloriavasi di possedere
ventiquattro chiese e settantadue sacerdoti. Lo sconcio di mandare
attorno le sacre specie indusse poi a permettere anche ai plebani di
consacrare, e poi di amministrare pure gli altri sacramenti, eccetto
l'ordine e la cresima, riservati ai vescovi, come l'assoluzione d'alcuni
peccati.
I vescovi, depositarj dell'autorità, non doveano stare assenti più di
tre settimane dalla loro diocesi; e applicandovi le norme del
matrimonio, si proibì il divorzio, cioè d'abbandonar una chiesa per
un'altra, se non l'esigesse il bene universale. Abitualmente il vescovo
veniva scelto nella diocesi stessa, laico o sacerdote: ma poteva anche
essere uno straniero, come tanti dei primi papi; come i Milanesi vollero
vescovo il loro governatore Ambrogio da Treveri.
I vescovi sin dapprincipio furono subordinati al papa; ma alcuni si
sottoponeano anche a quello della città più illustre, o la cui sede
fosse fondata da qualche apostolo, formando così provincie, il capo
delle quali intitolavasi metropolita, arcivescovo, patriarca: non aveva
superiorità spirituale, ma convocava a concilio i vescovi della
provincia, perciò chiamati suffraganei: li consacrava prima che
entrassero in funzione; rivedeva le loro decisioni: vigilava sulla fede
e la disciplina di tutta la provincia.
Quando morisse un vescovo, il metropolita destinava un sacerdote che,
sede vacante, amministrasse la diocesi; e in presenza di questo, il
clero proponeva, e l'assemblea del popolo eleggeva il successore; ma la
nomina doveva essere approvata dagli altri suffraganei, e confermata dal
metropolita.
Una due volte l'anno accoglieansi i vescovi a concilio sotto il
metropolita, di cui erano quasi i consiglieri. Le decisioni (_canoni_),
invigorite dal consenso comune dei vescovi, sostenute dalla
rappresentanza del popolo e dal diritto divino, acquistavano forza di
leggi per tutta la provincia.
La Chiesa di Roma, oltrechè eretta nella maggior città d'allora, era
stata fondata prima d'ogni altra d'Occidente e dal maggiore degli
apostoli, e consacrata col sangue di esso e di san Paolo. Consideravasi
dunque come supremo gerarca il vescovo di essa, benchè gli altri
patriarchi talvolta competessero; e se questa supremazia non ebbe sulle
prime occasione di mostrarsi quale apparve secoli dopo, se rifulgea più
per dignità che per esercizio di potere, esisteva in genere; il papa in
radice aveva ragione di giurisdizione sopra gli altri vescovi, che nei
casi più gravi non mancò di manifestarsi, e più dacchè gl'imperatori
cristiani ingiunsero che ogni vescovo potesse dalle sentenze del
metropolita appellarsi al papa della città eterna.
Quando erano difficili le comunicazioni fra le varie chiese, frequenti
concilj si teneano presso le singole; pure ricorreasi sempre a Roma, e
sant'Ireneo diceva: _ad hanc ecclesiam propter potiorem principalitatem
necesse est omnem convenire ecclesiam_[30]; e già san Girolamo era
tutt'occupato nell'assistere papa Damaso a rispondere ai consulti che
gli venivano dall'Oriente e dall'Occidente[31]; il concilio di
Calcedonia chiese da san Leone la conferma de' suoi decreti; i vescovi
d'Oriente scrissero a papa Simmaco, riconoscendo che le pecore di Cristo
furono confidate al successore di Pietro «in tutto il mondo abitato»;
papa Ormisda nel 318 stese un formulario, che i vescovi doveano
trasmettere firmato ai metropoliti, e questi al pontefice, come simbolo
dell'unanimità colla sede apostolica «in cui risiede la verace e intera
solidità della religione cristiana».
Quella superiorità divenne anche legale nell'ordine civile quando
l'imperatore Giustiniano ordinò che tutte le Chiese fossero soggette
alla romana[32], _quum ea sit caput omnium sanctissimorum Dei
sacerdotum, vel eo maxime quod, quoties hæretici pullularunt, et
sententia et recto judicio illius venerabilis sedis coerciti sunt_; e a
papa Giovanni II scrivea: _Nec patimur quidquam quod ad ecclesiarum
statum pertinet, quamvis manifestum et indubitatum sit, ut non vestræ
innotescat sanctitati, quia caput est omnium sanctarum ecclesiarum_.
Pietro fu eletto da Cristo: i successori suoi da un senato
ecclesiastico, poi quando a quella dignità si unirono ricchezze che non
cercò, ma che non doveva ricusare, sicchè mescolò la sua vita alla
convivenza civile, all'elezione concorsero il clero e il popolo; quando
quel posto divenne ambito, gl'imperatori s'intromisero, a titolo
d'impedir le sedizioni; e anche di poi pretesero confermar l'elezione.
Odoacre, che spossessò l'ultimo imperatore d'Occidente, vietò di
eleggere il vescovo di Roma senza prima consultare il re o il prefetto
della città, ma il decreto non tenne (482). Gelasio, papa in quel tempo,
è notevole per avere, in concilio, distinti i libri canonici dagli
apocrifi, determinato a quali scrittori competesse il titolo di Padri
della Chiesa, e definiti ecumenici i quattro sinodi di Nicea,
Costantinopoli, Efeso e Calcedonia. Egli scriveva all'imperatore
Anastasio: «Il mondo è governato dall'autorità pontificia e dalla
podestà regia: la sacerdotale è più grave perchè dee render ragione a
Dio per l'anima dei re. Tu sovrasti a tutti per dignità, pure t'inchini
devoto ai capi delle cose divine, o da loro impetri i mezzi di salute, e
comprendi che, pei sacramenti e per l'ordine della religione, devi
sottometterti a loro, anzichè sovrastare; e in tali materie pendere dal
giudizio loro, anzichè ridurli alla tua volontà. Se nell'ordine della
pubblica disciplina, anche i capi della religione obbediscono alle leggi
tue perchè a te fu conferito l'imperio per disposizione suprema, con
quale affetto non dovete voi obbedire a coloro, che hanno incarico di
dispensare gli augusti misteri?»
I re barbari conquistatori s'ingerirono sempre più o meno nelle nomine
dei papi fino ad Adriano II nel 867, quando l'elezione fu restituita al
clero e al popolo; ma da Giovanni XII fin dopo l'antipapa Silvestro (dal
956 al 1102) i tirannelli e gli imperatori vi ebbero gran tresca; tornò
poi l'elezione al clero e al popolo fino all'antipapa Vittore nel 1138.
Allora il diritto elettorale fu ristretto ne' cardinali; poi
nell'elezione d'Innocenzo V (1276) si regolarizzò il conclave nella
forma prescritta poco prima dal suo predecessore Gregorio X, e che
tuttavia conserva. Oggi il papa è sempre scelto fra i cardinali, sicchè
uno di loro è predestinato ad avere l'infallibilità. Lo Spirito Santo
illumina gli altri a riconoscere il predestinato, che essi non
costituiscono propriamente, ma nominano, quasi come cosa che già
esisteva. Per tal modo connettonsi vescovi e papa.
Damaso, poi Gregorio Magno presero il titolo di _servo de' servi di
Dio_; Benedetto III quel di _vicario di san Pietro_; e dopo il secolo
XIII si adottò quello di _vicario di Gesù Cristo_.
Questa monarchia elettiva e rappresentativa, accoppiava l'obbedienza
perfetta dovuta al capo, benchè tolto dal popolo, colla libertà e
l'eguaglianza; una gerarchia, indipendente da ogni eredità, poteva
svilupparsi indefinitamente, eppure sottostava a una magistratura
suprema infallibile, e tutti erano sottoposti, ma unicamente alla legge
di Dio, promulgata e interpretata dalla Chiesa, alla quale Iddio disse,
«Chi ascolta voi, ascolta me; pascete le mie pecore; ciò che voi
sciorrete sarà sciolto, ciò che legherete sarà legato».
L'infallibilità del pontefice s'induce dalle espressioni con cui Cristo
costituì Pietro fondamento della Chiesa: benchè altri opini che dalle
espressioni stesse non traggasi a rigore l'infallibilità dogmatica.
Questa è interpretazione di passo scritturale, e perciò non dipende da
criterio privato, bensì da decisione della Chiesa; e poichè la Chiesa
non la proferì, nessuna delle due parti può sentenziare d'eretica
l'altra; e viviamo tutti nello stesso vincolo della carità. Se mai
potesse fallare il vescovo di Roma, come parrebbe avvenisse nel caso di
Onorio e di Liberio, la sua definizione non resterebbe accettata dal
corpo dell'episcopato, il quale è infallibile, come infallibile chi
definisce qual capo di esso.
Infallibili, i papi non sono però impeccabili. E il severo Tertulliano
dicea: «Che m'importa qual sia la condotta dei prelati, purchè insegnino
la verità? La verità della fede non dipende dalle persone; bensì dalla
fede noi argomentiamo l'autorità delle persone».
E sant'Agostino: «Giuda predicò il vangelo al par degli altri, e chi lo
rigettò, rigettò Cristo medesimo, che disse, _Chi sprezza voi sprezza
me_[33]. Quand'anche tutti i prelati e vescovi fossero uomini viziosi,
tu non devi staccarti dalla cattedra di Pietro, colla quale tutti sono
congiunti per l'unità della dottrina»[34].
Quasi compimento all'esterna attuazione della Chiesa vennero i monaci,
vittoria del soprasensibile sul sensibile, perfezione del cristianesimo,
del quale vogliono adempire non solo i precetti, ma anche i consigli.
Già durante l'Impero, alcuni ritraevansi nella solitudine, stomacati del
mondo e con eccessi di ascetiche penitenze colpivano l'immaginazione de'
Barbari. Ma se in Oriente il monachismo parve solo un'avversione ai
sensi, evangelizzatore di civiltà nuova mostrossi in Occidente, dove si
preferì unirsi in comunità di preghiere, di studio, d'operosità. In
questo senso dettò una regola di condotta permanente e uniforme san
Benedetto. Da Norcia nella Sabina, dond'era nativo e signore, ritiratosi
a Subiaco, poi a Monte Cassino, formò dodici conventi (529), ove
sperimentò quella sua legislazione, la quale operò per più lungo tempo e
su maggior numero d'individui che qualunque altra principesca; ammirata
anche da grandi statisti, che aveano sperimentato quanto sia difficile
sistemare una società. Tutto v'è democratico ed elettivo, senz'altro
riguardo che alla dottrina, alla santità, all'abilità; ogni monaco
abbandona i titoli e sino il nome di famiglia, e accomuna i possessi,
come Cristo che, _cum esset dives, egenus factus est_: ma può esser
eletto fino alla suprema dignità. Nulla di aspro e di grave[35]; ma
uomini, cose, tempo, tutto v'è disciplinato; tutte le volontà sono
sottomesse a quella dell'abbate, che una volta eletto, esercita potere
assoluto, ma avvinto dalla regola e dalle consuetudini, le quali
determinano le più minute particolarità della vita, come vestire, quando
lavarsi o radersi; in che giorni alle fave e alle erbe aggiunger olio e
grasso, o il frugal desco rallegrare di ova, pesci, frutta.
Benedetto introdusse nella vita monastica la perpetuità di voti solenni.
Provata la vocazione in lungo noviziato, tra mortificazioni e prove, che
dirà vane e puerili sol chi non le conosca dirette a ottener la
sommessione della carne allo spirito, e quella libertà che consiste nel
padroneggiare le passioni, proferivano i voti di castità, obbedienza,
povertà, e così nel vilipendio d'ogni godimento materiale, davansi alla
ricerca esclusiva della vita superiore.
Associavansi in tal modo la prudenza e la semplicità, la libertà e la
sommessione, il coraggio e l'umiltà. Nell'uffizio di sottrarre lo
spirito alla materia concentrandolo, gli si dava un concetto
elevatissimo della sua natura, dell'alto principio e del fine suo; con
istraordinarj atti convinceasi che l'uomo, assistito dalla Grazia, può
vincere le passioni brutali, e viver da angelo in terra. Ricordando il
detto dell'Apostolo _Qui non vult operari nec manducet_, tutti
industriavansi a qualche arte; copiar libri, predicare, comporre, ovvero
domesticar selve all'agricoltura e alla civiltà, fondare conventi che
divenivano come stazioni al progresso dell'incivilimento, o nucleo di
villaggi e città che ancor ne serbano il nome; alimentavano anche il
sentimento delle bellezze naturali e artistiche, educando fiori, ornando
chiese e altari, avvivando le solitudini colla delizia del canto. In
questi centri d'attività e di studj, ricovero d'anime afflitte o
disingannate, di grandi decaduti, di violenti ammansiti, di innocenti
oppressi, di spose tradite, di vedove che col marito aveano perduto il
lustro di lor dignità, fondeansi i Romani coi Barbari, i vincitori coi
vinti nella uniformità della disciplina.
Fra i tumulti d'un'età robusta e di transizione, molti agognavano la
solitudine dello spirito, la pace della coscienza, le elevazioni del
cuore, voleano interporre uno spazio fra le procelle della vita e la
calma del sepolcro; e non entrava ne' chiostri soltanto chi fosse stanco
dell'attività o disilluso delle passioni e delle speranze; ma anime
infervorate, che accanto alla penitenza collocavano le virtù naturali e
le civili.
E i monaci sottentravano ai martiri, i quali spesso imitavano anche nel
coraggio e ne' tormenti; fra società mutevoli rappresentavano la
sapienza della durata colla volontà liberamente sottomessa alla fede e
coi mezzi che dà lo spirito di corpo, unito a severa disciplina; fra le
cupidigie ambiziose, essi soli per istinto rimanevano contenti alla loro
sorte, ma il torzone e il canepajo poteano diventar guardiani e priori,
e ottenere il cappello rosso e il triregno; il mondo ammirava in essi
una dottrina e una virtù, che considerava egualmente come sopranaturale.
Altri Ordini si fondarono poi[36], esercito volontario e attivo in favor
della Chiesa, ma con armi e ordinamenti diversi dalla comune società.
Alcuni erano contemplativi; e son quelli che, ne' momenti ove i popoli
operano e non pensano, pensan per essi, e adocchiano l'istante in cui
richiamare certe verità, che rimettano in equilibrio l'azione e la
riflessione, e far giudicare i fatti non dall'esito, ma da canoni
morali. Altri portavano il lavoro, la fecondità, la forza,
l'intelligenza umana nelle solitudini, dianzi invase dalle fiere, o
dalle paludi, o dalle sabbie; là introducevano la vite, i pomi, le
mandrie, le pecchie, l'irrigazione, la coltura del riso, la fabbrica de'
formaggi, e risedeano sui beni proprj costantemente, il che quanto
importi lo sanno i contadini del nostro secolo; il ricavo ne versavano
tutto a miglioramenti, cioè a crescere il capitale di cui vantaggiano i
poveri agricoltori; non esigeano da questi che tenui affitti o moderate
retribuzioni, a differenza de' piccoli possidenti che vi succedettero.
Il nostro secolo, glorioso d'averli distrutti, gl'incolpa che non
ricavavano dai terreni tutto quel che si poteva; al qual biasimo non so
quanto applauda la plebe, che vivendo giorno per giorno, non si trova
più nulla nel passato, nulla nell'avvenire.
Il povero, del quale in oggi tanto si ciancia e per cui così poco si fa,
trovavasi onorato e consolato quando vedeva la povertà eletta
volontariamente e considerata come meritoria. Le loro sollicitudini
agricole insegnavano il rispetto alla proprietà. Il grande avea sgomento
di questi cucullati, che senza speranze, senza timori, venivano al suo
castello o alla sua reggia a rimproverarne le prepotenze, a chieder la
riparazione d'un'ingiustizia, a intimare castighi da cui non li
salverebbero nè i torrioni nè i bravi.
Carlomagno dicea loro: _Optamus vos, sicut decet ecclesiæ milites,
interius devotos et exterius doctos esse_, e in fatti è da loro soli che
ci vennero conservati i libri e le cognizioni di tutta l'antichità.
Uomini di preghiera e di penitenza, pure non si credeano estrani alla
politica, anzi parlavano alto ai re, teneano i conti e le casse delle
città, ripristinavano le paci, tesseano le leghe de' popoli, dettavano
nelle Università, raccoglievano gli artisti.
Ma della missione civile li lodano anche i profani e gl'increduli; nè
questa era la loro speciale, bensì il purificar il mondo colla carità,
domarlo colla rassegnazione, edificarlo con quella sublime vocazione,
che lungi dall'invidiosa povertà d'un amore esclusivo, fa che l'uomo si
dia tutto a tutti, nei doveri consultando unicamente l'interesse
spirituale: e nell'amor di Dio portato all'eroismo, cerca un rimedio
supremo all'amor delle creature; sforzandosi a domare i bassi istinti,
resistere alla natura corrotta, ed accostarsi alla perfezione cristiana.
Mentre disputavano ne' concilj, dettavano nelle Università,
maneggiavansi ne' congressi, tu li trovavi al focolare casalingo, senza
rumore, senza apparato, in opere di misericordia, in oscuri sacrifizj,
purificando i costumi, arrivando fino agli abissi della colpa o della
virtù, rigenerando colla fede, colla carità, col dovere,
coll'abnegazione. Questa suprema forma del sentimento cristiano tirava i
Barbari a civiltà mediante il sentimento; l'umiliazione, la carità
universale, l'eroismo di penitenza, divenivano esempj a gente calda
d'ire e di concupiscenza; la intera sommessione a un capo, a una regola
infondea la coscienza del diritto.
La preghiera, che attestando la debolezza dell'uomo, è potente sino ad
espugnare il cielo, e l'ardente confidenza negli effetti di essa, erano
carattere del medioevo, quanto divengono incomprensibili all'età nostra,
dacchè in tanti luoghi essa ammutolì. Tutti inoltre riconoscevano la
solidarietà de' peccati e dell'espiazione, considerando la vita come un
castigo, una prova, una preparazione; anche il peccatore domandava la
preghiera, la domandava come un'elemosina, ed in ispecialità ai frati,
potenza mediatrice presso Dio sdegnato.
Tali ce li dà la storia: e per quanto esecri la verità, il secolo dee
rassegnarsi a sentirlo ripetere da chi n'ha il coraggio. L'esservene
sempre stati attesta come s'annettano strettamente colla Chiesa, benchè
non essenziali ad essa. In fatti, chiunque volle intaccarla cominciò
sempre dallo screditare questa sua milizia, che rappresenta la guerra
che l'ideale fa al reale.
Non sono essenziali alla religione, dicono. Verissimo; ma è uno de'
sofismi più usitati e più speciosi il rispondere alle objezioni con una
proposizione vera in sè, ma che non ha a fare con quella di cui si
tratta; stornando così l'attenzione, e mettendo per conclusione quel che
è soltanto un divagamento. Verissimo; non sono essenziali, ma neppur lo
sono e la chiesa e la predica, e tant'altre cerimonie, introdotte in una
religione di spirito e di verità: ma forse alla società civile sono
indispensabili i re, gli eserciti, le monete, anzi nè tampoco il
vestire? Non sono essenziali alla Chiesa, perchè nessuna cosa
contingente è essenziale a ciò che è eterno; ma son necessarj a
mantenere l'alito ecclesiastico.
Più accortamente si dice che poterono esser buoni un tempo, ma
perdettero opportunità. I frati son pianta repubblicana, e per intendere
san Francesco ci vuole il popolo, non società principesche e costumi
cortigiani e pensare aristocratico quali oggidì, nè l'abdicazione
dell'attività, della volontà, delle opinioni di ciascuno in man d'un
governo o d'un giornalista: ci vorrebbe quell'Italia alla vecchia, tutta
democrazia, e forze distinte, e fede, e municipj. Il materialismo d'oggi
che ha mai a vedere in questi sacrifizj di spirito, fatti in vista di
premj che non sono denari, nè godimenti? Eppure anche tra le beatitudini
odierne, tra questo ammirato incremento dell'industria e degli interessi
materiali, il cuore ha de' bisogni che non restano appagati dal teatro,
dalla borsa, dal telegrafo; anela a qualcosa di più alto e più grande,
che i padri nostri chiamavano Dio. Trascinati nel vertiginoso progresso,
noi variamo ogni giorno pensamenti, convinzioni, bandiera, modo di
pensare e d'operare, di nulla stabilmente convenendo; sino la
beneficenza riducesi a un'istituzione civile, a soscrizioni, lotterie,
amministrazione. Ma giacchè si vanta come conquista del tempo la
tolleranza, vogliasi consentirla anche a chi pensa che, in tale
sfasciamento, non abbiano a riuscire superflui questi Ordini; che tra
l'indifferenza eretta in teoria, e i pregiudizj malevoli, e il vitupero
chiassoso, e l'avido urtare di tutti contro tutti, possano svolgere e
applicare le istituzioni caritatevoli, educare la classe più numerosa,
non foss'altro, a sopportare una disuguaglianza, della quale non vede la
ragione, non conosce i compensi; a risparmiare i gendarmi, unica
salvaguardia quando è tolta la difesa morale; a pregare per coloro che
li maledicono.
Ecco per quali guise la Chiesa svolgeva il benefizio della redenzione
nella società civile, adoprando continui strumenti l'autorità, la
ragione, il sentimento; non usurpava, ma raccoglieva i poteri che
cascavan di mano alle antiche autorità; alla violenza de' nuovi padroni
opponeva la ragione, la santità, la scienza, e il diritto che avea di
giovare alla plebe cristiana; ristabiliva i dogmi della responsalità
personale e dell'autorità, scassinati dall'accentramento romano;
mediante un potere ammesso e consentito dalle anime, costituiva una
repubblica morale, dove la moltitudine non diveniva confusione perchè
ridotta a unità, nè l'unità diveniva tirannide perchè era moltitudine, e
la cieca sommessione era mutata in ragionevole obbedienza.

NOTE
[3] _Hoc inveni quod fecerit Deus hominem rectum; et ipse se infinitis
miscuerit quæstionibus_. Eccles. VII, 30. _Deus constituit ab initio
hominem, et reliquit illum in manu consilii sui... Ante hominem vita et
mors, bonum et malum, quod placuerit ei dabitur_. Eccli. XV, 14-18.
[4] _Longe clarissima urbium Orientis, non Judeæ modo_. PLINIO, _Naturæ
hist._, v. 14.
[5] Il soprannaturale trascende la natura, non però vi ripugna,
altrimenti sarebbe falso. Il dire che Dio può fare che una cosa sia e
non sia nel tempo stesso, sarebbe una repugnanza alla natura; il dire
che tre Dei sono un Dio solo, sarebbe l'assurdo.
[6] _Quam fidem ab Ecclesia perceptam custodimus, et quæ semper a
Spiritu Dei quasi in vase bono eximium quoddam depositum juvenescens et
juvenescere faciens ipsum vas in quo est. Hoc enim Ecclesiæ Dei creditum
est munus, quemadmodum ad inspirationem plasmationi, ad hoc ut omnia
membra Ecclesiæ vivificentur... Ubi enim Ecclesia, ibi et Spiritus Dei;
et ubi Spiritus Dei, illic Ecclesia et omnis gratia: Spiritus autem
veritas. Quapropter qui non participant eum, neque a mammillis matris
nutriuntur in vitam, nequaquam percipiunt de corpore Christi procedentem
nitidissimum fontem, sed effodiunt sibi lacus detritos de fossis
terrenis, etc_. IRENEO, III, 24.
[7] _Unum caput est, et origo una, et una mater fæcunditatis successibus
gloriosa. Illius fœtu nascimur, illius lacte nutrimur, illius spiritu
animamur... Hæc nos Deo servat, hæc filios regno quos generavit
assignat... Habere jam non potest Deum patrem qui Ecclesiam non habet
matrem_. CIPRIANO, _De Unit. Eccles._
[8] _Cum toto sacramento, cum propagine nominis, cum traduce Spiritus
Sancti, in nos quoque spectat persecutionis obeundæ disciplina, ut in
hæreditarios discipulos et apostolici seminis frutices_. TERTULLIANO,
_Scorpiace_, cap. 9.
[9] LUCA X, 16.
[10] MATT. XXVII, 20.
[11] LUCA, _ib._, MATT. XVIII, 17.
[12] _Ut unitatem manifestaret, unitatis ejusdem originem ab uno
incipientem sua auctoritate (Christus) disposuit_. CIPRIAN., _De Unit.
Eccles._
[13] _Epist. I ad Chorint._, cap. XL.
[14] _Quamvis apostolis omnibus post resurrectionem suam parem
potestatem tribuat, et dicat. Sicut misit me Pater et ego mitto vos;
accipite Spiritum Sanctum; si cujus remiseritis peccata remittentur
illi, si cujus teneritis, tenebuntur; tamen, ut unitatem manifestarent,
unitatis ejusdem originem ab uno incipientem sua auctoritate disposuit.
Hoc erant utique et cæteri apostoli quod fuit Petrus, pari consortio
præditi et honoris et potestatis, sed exordium ab unitate proficiscitur,
et primatus Petro datur ut una Christi ecclesia, et cathedra una
monstretur_. CIPR. _ib._
[15] _Ad hanc enim ecclesiam propter potiorem principalitatem necesse
est omnem convenire ecclesiam, hoc est eos qui sunt undique fideles, in
qua semper ab his qui sunt undique conservata est ea quæ ab Apostolis
est traditio_. IRENEO, III, 43, 2.
[16] _Ad Ephes._, IV, 4.
[17] Sopra la letteratura cristiana ci siamo diffusi nella nostra
_Storia Universale_, libro V, cap. 32, 33. Qui diamo solo ciò che verrà
in uso nel procedere di quest'opera. Così non intendiamo far una piena
esposizione della fede nè de' traviamenti, ma accennar solamente i
punti, sui quali cadranno le dissensioni che verremo a raccontare.
I dogmi possono disporsi in
1. Teologia propria, cioè di Dio, e suoi attributi, creazione,
providenza, e appendice di quella la creazione dell'uomo, e di angeli o
démoni;
2. Antropologia teologica, innocenza primitiva, peccato originale;
3. Cristologia, sulla persona e le opere del Salvatore;
4. Caritologia, o teorica della Chiesa e dei mezzi di salute;
5. Escatologia, cioè della morte, immortalità, purgatorio, resurrezione,
giudizio finale, paradiso, inferno, fine del mondo.
[18] Il simbolo non fu scritto nè fatto scrivere dagli Apostoli, ma
tramandato oralmente: e da sant'Agostino (_De tradit. symboli_) si
raccoglie fosse proibito a' catecumeni scriverlo, ma imparavasi a mente.
Da ciò le varianti; oltrechè a ciascun vescovo era lecito farvi
cambiamenti. P. es. Rufino ci reca il simbolo qual recitavasi dalla
Chiesa romana, più incontaminato, e quale dall'aquilejese, a cui esso
prete apparteneva. Eccoli a confronto:
Romano. _Credo in Deum patrem omnipotentem_.
Aquilejese. _Credo in Deo patre omnipotente invisibili et
impassibili_.
Romano. _Et in Christum Jesum unicum filium ejus, dominum
nostrum_.
Aquilejese. _Et in Christo Jesu, unico filio ejus, domino nostro_.
Rom. e Aq. _Qui natus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine_.
Romano. _Crucifixus sub Pontio Pilato et sepultus, tertia die
resurrexit a mortuis_.
Aquilejese. _Crucifixus sub Pontio Pilato et sepultus, descendit
ad inferna, tertia die resurrexit e mortuis_.
Rom. e Aq. _Ascendit in cœlos, sedet ad dexteram Patris: inde
venturus est judicare vivos et mortuos_.
Romano. _Et in Spiritum Sanctum. Sanctam Ecclesiam. Remissionem
peccatorum. Carnis resurrectionem_.
Aquilejese. _Et in Spiritu Sancto. Sancta Ecclesia. Remissione
peccatorum. Hujus carnis resurrectione_.
Dalle catechesi di Massimo vescovo di Torino (_Homil. in traditione
symboli_), di san Pietro Crisologo vescovo di Ravenna (_in Symb.
apost_.) e da altri raccogliamo i simboli delle diverse Chiese, dove
trovansi introdotte le parole _conceptus, passus, mortuus, catholicam,
sanctorum communionem, vitam æternam_, dappoi addottate nel simbolo
comune, qual già si trova ne' sermoni 240, 241, 242, posti in appendice
ai sermoni genuini di sant'Agostino nell'edizione dei Padri Maurini.
Alcune di quelle aggiunte pajono arbitrarie e quasi futili; ma tendevano
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Gli eretici d'Italia, vol. I - 04
  • Parts
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 01
    Total number of words is 4044
    Total number of unique words is 1979
    29.0 of words are in the 2000 most common words
    41.3 of words are in the 5000 most common words
    48.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 02
    Total number of words is 4359
    Total number of unique words is 1746
    33.8 of words are in the 2000 most common words
    49.3 of words are in the 5000 most common words
    56.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 03
    Total number of words is 4143
    Total number of unique words is 1940
    27.8 of words are in the 2000 most common words
    40.3 of words are in the 5000 most common words
    48.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 04
    Total number of words is 4194
    Total number of unique words is 1836
    31.7 of words are in the 2000 most common words
    45.4 of words are in the 5000 most common words
    53.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 05
    Total number of words is 4152
    Total number of unique words is 2028
    27.9 of words are in the 2000 most common words
    41.0 of words are in the 5000 most common words
    48.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 06
    Total number of words is 4243
    Total number of unique words is 1841
    34.1 of words are in the 2000 most common words
    49.0 of words are in the 5000 most common words
    56.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 07
    Total number of words is 4297
    Total number of unique words is 2005
    32.6 of words are in the 2000 most common words
    46.8 of words are in the 5000 most common words
    54.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 08
    Total number of words is 4285
    Total number of unique words is 2055
    32.0 of words are in the 2000 most common words
    45.1 of words are in the 5000 most common words
    52.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 09
    Total number of words is 4593
    Total number of unique words is 1805
    33.5 of words are in the 2000 most common words
    47.8 of words are in the 5000 most common words
    55.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 10
    Total number of words is 4269
    Total number of unique words is 2039
    29.4 of words are in the 2000 most common words
    42.5 of words are in the 5000 most common words
    50.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 11
    Total number of words is 4227
    Total number of unique words is 1949
    32.1 of words are in the 2000 most common words
    45.8 of words are in the 5000 most common words
    52.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 12
    Total number of words is 4043
    Total number of unique words is 2152
    24.7 of words are in the 2000 most common words
    34.0 of words are in the 5000 most common words
    40.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 13
    Total number of words is 4176
    Total number of unique words is 2029
    28.1 of words are in the 2000 most common words
    40.1 of words are in the 5000 most common words
    47.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 14
    Total number of words is 4249
    Total number of unique words is 1911
    35.2 of words are in the 2000 most common words
    49.2 of words are in the 5000 most common words
    55.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 15
    Total number of words is 4306
    Total number of unique words is 1935
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    48.3 of words are in the 5000 most common words
    56.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 16
    Total number of words is 4289
    Total number of unique words is 1843
    37.6 of words are in the 2000 most common words
    52.3 of words are in the 5000 most common words
    58.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 17
    Total number of words is 4196
    Total number of unique words is 1916
    32.1 of words are in the 2000 most common words
    47.5 of words are in the 5000 most common words
    56.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 18
    Total number of words is 4200
    Total number of unique words is 2081
    30.4 of words are in the 2000 most common words
    43.0 of words are in the 5000 most common words
    49.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 19
    Total number of words is 4276
    Total number of unique words is 1944
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    46.1 of words are in the 5000 most common words
    52.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 20
    Total number of words is 4333
    Total number of unique words is 2036
    32.3 of words are in the 2000 most common words
    46.0 of words are in the 5000 most common words
    53.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 21
    Total number of words is 4135
    Total number of unique words is 2146
    27.8 of words are in the 2000 most common words
    40.0 of words are in the 5000 most common words
    47.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 22
    Total number of words is 4382
    Total number of unique words is 2039
    31.0 of words are in the 2000 most common words
    46.0 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 23
    Total number of words is 4245
    Total number of unique words is 2035
    33.2 of words are in the 2000 most common words
    47.1 of words are in the 5000 most common words
    54.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 24
    Total number of words is 4576
    Total number of unique words is 1886
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    56.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 25
    Total number of words is 4368
    Total number of unique words is 1927
    34.3 of words are in the 2000 most common words
    46.3 of words are in the 5000 most common words
    54.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 26
    Total number of words is 4233
    Total number of unique words is 2119
    30.9 of words are in the 2000 most common words
    45.6 of words are in the 5000 most common words
    53.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 27
    Total number of words is 4271
    Total number of unique words is 2151
    29.7 of words are in the 2000 most common words
    43.4 of words are in the 5000 most common words
    50.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 28
    Total number of words is 4336
    Total number of unique words is 2107
    31.3 of words are in the 2000 most common words
    43.5 of words are in the 5000 most common words
    50.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 29
    Total number of words is 4306
    Total number of unique words is 2021
    32.6 of words are in the 2000 most common words
    45.4 of words are in the 5000 most common words
    53.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 30
    Total number of words is 4357
    Total number of unique words is 1889
    33.6 of words are in the 2000 most common words
    47.2 of words are in the 5000 most common words
    54.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 31
    Total number of words is 4414
    Total number of unique words is 1977
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    47.1 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 32
    Total number of words is 4279
    Total number of unique words is 1970
    33.3 of words are in the 2000 most common words
    47.9 of words are in the 5000 most common words
    56.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 33
    Total number of words is 4438
    Total number of unique words is 1746
    35.0 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    57.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 34
    Total number of words is 4142
    Total number of unique words is 1960
    29.8 of words are in the 2000 most common words
    43.0 of words are in the 5000 most common words
    50.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 35
    Total number of words is 4329
    Total number of unique words is 1802
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    47.3 of words are in the 5000 most common words
    55.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 36
    Total number of words is 4266
    Total number of unique words is 1998
    32.9 of words are in the 2000 most common words
    48.2 of words are in the 5000 most common words
    55.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 37
    Total number of words is 4225
    Total number of unique words is 2143
    27.5 of words are in the 2000 most common words
    39.0 of words are in the 5000 most common words
    46.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 38
    Total number of words is 4330
    Total number of unique words is 2042
    32.7 of words are in the 2000 most common words
    47.6 of words are in the 5000 most common words
    54.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 39
    Total number of words is 4439
    Total number of unique words is 1783
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    52.1 of words are in the 5000 most common words
    57.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 40
    Total number of words is 4408
    Total number of unique words is 1970
    33.3 of words are in the 2000 most common words
    47.6 of words are in the 5000 most common words
    54.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 41
    Total number of words is 4371
    Total number of unique words is 1917
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    48.4 of words are in the 5000 most common words
    55.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 42
    Total number of words is 4471
    Total number of unique words is 2002
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    49.8 of words are in the 5000 most common words
    57.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 43
    Total number of words is 4585
    Total number of unique words is 1719
    38.5 of words are in the 2000 most common words
    53.3 of words are in the 5000 most common words
    60.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 44
    Total number of words is 4494
    Total number of unique words is 1837
    35.7 of words are in the 2000 most common words
    50.4 of words are in the 5000 most common words
    57.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Gli eretici d'Italia, vol. I - 45
    Total number of words is 3548
    Total number of unique words is 1836
    34.0 of words are in the 2000 most common words
    45.8 of words are in the 5000 most common words
    53.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.