Galatea - 13

Total number of words is 4555
Total number of unique words is 1677
37.5 of words are in the 2000 most common words
52.4 of words are in the 5000 most common words
58.0 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
Le piacesse di andare a curar la salute, dovrebbe condurre la sua
signora con sè. In coscienza, quando si ha nel giardino una vite
moscadella come la sua, non si lasciano andare e venire comodamente le
vespe.--Ella mi renderà conto della sua impertinenza.--Nossignore,
nessun conto. Sappia che per ragion di donne non mi batto. Alle donne
rispetto ed ossequio, non mai colpi di spada o di pistola per esse,
col rischio certo di offendere la loro riputazione. Se queste cose non
le capisce un marito, le capisco io, che morrò scapolo. Vuol leticare
ad ogni costo con me? Mi passi accanto, mi pesti un piede, sperando
che io ci abbia un callo....--Se lo facessi ora?--Ora o poi,
vedrebbe.... Anzi no, sentirebbe che pedata; e da farla tornare in
fretta a San Pellegrino. Son uomo da dargliela, sa? ed anche da
stiacciarla con un pugno; non mi tenti, non mi stuzzichi, perchè son
latino.--Ella abusa della forza fisica.--Ma sì, caro signore, e
ringrazio il cielo di avermela data per levarmi di torno i noiosi. Del
resto, non l'ho usata ancora con Lei, che chiama al soccorso prima del
tempo. Ma badi, qualunque cosa Ella tenti di fare contro me o contro
amici miei, La stronco, com'è vero Dio, La stronco con queste due
mani. Le ha viste? Ora mi si levi da' piedi.
--Filippo! Filippo! Tu sei un eroe; ma ci hai pur troppo il difetto di
tutti gli eroi.
--Quale?
--Di non veder che te stesso. E non hai pensato che c'ero io in ballo,
e che non sono un vecchio, nè un fanciullo, nè altrimenti una povera
creatura che debba esser protetta da nessun cavaliere errante. Ti
ringrazio della generosa intenzione; ma non posso approfittare della
tua cortesia. E poichè il conte Quarneri cercava me, avendola con me,
andrò io a mettermi a sua disposizione.
--Caro, non ti ho detto tutto;--riprese Filippo.--Io posso avere
esagerato; è il mio costume, in un cert'ordine di cose. Ma comunque
sia, il mio bravo conte è diventato un agnellino; s'è intenerito; ha
preso a ragionare più pacatamente; si è persuaso della tua e perfino
della mia innocenza; ha capito donde venisse il colpo della lettera
cieca; non ti chiederà più nulla; non chiederà nulla a nessuno;
metterà perfino i satelliti alla porta.... ma con una leggera variante
al primitivo disegno che avevo osato sottoporgli, cioè chiudendo il
Roccolo e portando la signora con sè. Sicuramente,--conchiuse
Filippo,--voleva partire col treno delle quattro e venti. Sono ora le
cinque; sicchè.... tira le somme.
--Ah! tu sei un gran prepotente;--esclamai.
--Ma che? volevi che per una scioccheria simile lasciassi andar te sul
terreno?
--E ci saresti andato tu?
--Certamente; se non si fosse potuto farne di meno.
--Lasciando supporre Dio sa quali ragioni?...--ripigliai.--E che ne
avrebbe detto Galatea?
--Che Galatea?
--Perdonami; ho ancora il cervello intronato da una delle tue
bastonate.
--Ed io niente, assassino? Ma tu volevi dire....
--Volevo dire la signorina Wilson.--
Filippo Ferri trasse un profondo sospiro dall'ampio torace.
--Eh, caro mio,--mi rispose,--l'ho detto dianzi a quel conte, che io
morrò scapolo. Credo bene che la gentile fanciulla pensi a me, come
alla prima bambola a cui avrà rotta la testa. E se tu avessi tenuto
con me un altro modo, scambio di scrivermi quella tua letteraccia,
scambio di ostinarti, come hai fatto, a volermi morto se non
m'inchinavo ai tuoi olimpici voleri, non ci saremmo rotte, da veri
bamboccioni, le nostre.--
Ho abbracciato Filippo Ferri (era il meno che potessi fare) e pianto
come una vite tagliata.


XIX.
Cavalier bagnato.

_17 settembre 18..._
Una grossa bega evitata; che fortuna! Per quanto gridassi di voler
provvedere da me alle faccende mie, m'avrebbe seccato mortalmente un
duello con questo conte Quarneri, degnissimo gentiluomo che non ho mai
più visto nè conosciuto dal giorno che l'ho dato a balia. Filippo si è
mostrato veramente savio, in questa occasione, ed io lo aggiungerò
volentieri ottavo ai famosissimi sette dell'antica Grecia. Ed anche,
come mi ha rimesso il fiato in corpo con una sua modesta confessione!
Mi son sentito rinascere; ancor oggi mi par d'essere quel tale, che
uscito fuori convalescente dagli ardori e dai delirii d'una febbre da
cavalli, ricomincia a sentir l'allegrezza del vivere, poichè dalla
finestra riaperta penetra una buona corrente d'aria fresca nell'afa e
nel viscidume della sua stanza d'infermo.
Oggi sono andato fuori, la prima volta dopo tanti giorni, per far
qualche visita; lento, a piccoli passi, col mio bastoncino di città,
rinunziando alle mie mazze babilonesi di ridicola e dolorosa memoria,
facendomi più debole di quello che veramente io non sia, e fermandomi
volentieri ad ogni svolta della strada campestre. La prima stazione
del mio viaggio di gratitudine, un po' per riguardo alle conoscenze
più antiche, un po' per avvezzarmi all'ufficio e procedere per gradi,
dal minore al maggiore, è stata dalle Berti. La voluminosa Giunone e
le sue tre graziose figliuole m'hanno fatto una festa da non dirsi.
--Ma che idea è stata la loro, di far della scherma senza le
maschere?--mi ha detto la buona signora, giungendo le palme.--Non
sono, per caso, un po' matti? L'abbiamo già detto al signor Ferri, che
è stato tanto sincero da convenirne. Così abbiamo avuto il dispiacere
di perderli tutt'e due, per una quindicina di giorni. Ma anche lor
signori, con questa assenza prolungata, hanno perduto molto. Corsenna,
come Lei saprà, è rimasta deserta.
--Deserta? E ci son Loro?
--Questa, signor Morelli, è una galanteria. Ma il fatto sta che
abbiamo perduta la contessa. Ha promesso di ritornare; ma, colla
stagione inoltrata, ci sarà poco da sperarlo.
--Ebbene? Una signora di meno;--risposi.--Ma da quanto ho sentito
dire, ne sono arrivate di nuove; la marchesa Valtorta, per esempio.
--Ah sì, ne è giunta la notizia anche al Giardinetto? La marchesa
Valtorta è una gran signora, che il caldo eccessivo della campagna
pisana ha fatta fuggire in Corsenna. Ha condotto molta gente con sè;
ma non mi pare che n'abbia abbastanza, poichè ci ha quasi rubato il
nostro commendator Matteini. Ed è un guaio; perchè i cavalieri della
nostra piccola società sono rimasti pochi, assai pochi.
--Che cosa mi racconta! E il Dal Ciotto?
--Partito.
--Ah! ed allora.... anche il Martorana?
--Sicuro, e poteva aggiungere il signor Cerinelli;--conchiuse la
signora Berti, ridendo maliziosamente.--Si capisce; erano tre
inseparabili amici.
--Gran perdita, ne convengo;--ripigliai. Ma infine, la marchesa
--Valtorta non vorrà essere così egoista, e alla vecchia società di
--Corsenna farà parte della nuova che ha portata con sè.
--Non c'è caso, signor Morelli. Per fonderci, dovremmo adattarci ad un
altro genere di vita. Noi si ama prender aria e passeggiare: in casa
Valtorta si sta chiusi e si giuoca. Sicuro; la marchesa è ancora una
bella donna, che forse vede ancora i quaranta, e può lasciar credere
che siano trentacinque o trentasei; e già si butta per disperata in
braccio al peggiore dei diavoli, che è quello del giuoco. Carte,
signor Morelli, carte a tutto spiano. E a che giuoco, poi! lo
indovini.
--A tressetti? a briscola? a naso e primiera?
--Oh, peggio assai, a zecchinetto; e corrono un po' troppo i
quattrini. Bisogna averci fortuna, come il nostro commendatore, per
trovarci gusto. Dopo tutto, una signora gentilissima; e se vorrà
esserle presentato....
--No, Dio guardi!--interruppi.--Ora vorrei rifarmi dell'ozio. L'aria è
più fresca, e ne approfitterò per lavorare un pochino.--
Uscito dalle Berti, passai dalla signora sindachessa, per una visita
da medico. Più lunga volevo farla dalle signore Wilson, dove andai a
finire. Mi batteva il cuore, arrivando davanti alla palazzina; e più
mi batteva entrando nel salottino, dove la signora Wilson madre era
seduta secondo l'uso al suo telaio da ricamo. Non sola, per altro,
come l'ultima volta ch'ero andato a visitarla; Galatea era con lei,
reduce allora dalla solita passeggiata. Inutile il dire che combinai
in casa anche Buci.
--Gliel'ho un po' sviato, il suo Buci!--mi disse la signorina
Kathleen, dopo i convenevoli d'obbligo, che riuscirono del resto un
po' magri e naturalmente impacciati.
--Ah, signorina, io glielo rinunzio, se vuole, anche per iscritto, e
su carta bollata;--risposi.--Il signor Buci non vuol riconoscermi più,
neanche per prossimo.
--Non ce l'offra, La prego;--gridò la signora Wilson madre, con un
gesto di comico terrore.--Mia figlia sarebbe capace di accettarlo.
--Oh, mamma, mi credi dunque così egoista? Il signor Morelli si
riprenderà il suo Buci, quando noi ce ne andremo da Corsenna, e sarà
sempre stata una gran gentilezza da parte sua avercelo lasciato per
questo po' di tempo. Non è vero, Buci, che ritornerete dal vostro
padrone?--
Buci non la intende così; ma ride, per cortese abitudine; frattanto
gliene importa di me come dell'ultimo collarino che ha smesso. E come
no? ne ha uno nuovissimo, di fettuccia rossa, col nome ricamato d'oro
dalle mani della sua bella padroncina _pro tempore_.
Per tenere un po' viva la conversazione colla signorina Kathleen,
bisogna parlarle di Buci; ed io non mi lascio sfuggire l'appiglio.
--Buci avrà un pregio per me, quando se ne saranno
andate;--rispondo;--quello di essere stato con Loro per tutta la
stagione. Se mi permetteranno di venirle a riverire a Firenze, lo
condurrò a farsi vedere.... Ma ad un'ora bruciata, s'intende.
--Perchè?
--Perchè, in verità, non è una bestia presentabile. In campagna,
passi; ma in città....
--Non ne faccia così poca stima;--mi ribatte Galatea;--altrimenti non
Le vorrà più bene affatto.--
È tutto ciò che ho ottenuto dalla buona grazia di Galatea. Ma che cosa
doveva poi fare? Saltarmi davanti, come il re David nel cospetto
dell'Arca? Fu cortese e garbata; non poteva esser di più, rivedendomi
per la prima volta, dopo una certa conversazione, che il mio cattivo
umore aveva resa fin troppo penosa per lei. Quest'oggi, poi, nè essa
nè la sua mamma gentile fecero allusioni alla mia testa rotta; neanche
mi vennero sul tema della contessa Quarneri e della sua fuga da
Corsenna. Sì, tutto bene; ma io ero andato colla speranza di rimanere
un paio d'ore; e dopo mezz'ora, per la freddezza cerimoniosa del
ricevimento, vidi la necessità di prender congedo. Per fortuna, quando
mi alzai, la mamma gentile mi disse:
--Ci rivedremo, signor Morelli? Qui, se non Le spiace; perchè in
piazza oramai si va poco. La società è quasi sciolta.
--Ho bene inteso;--risposi, dopo essermi inchinato profondamente alla
cortesia dell'invito.--C'è un astro nuovo, sull'orizzonte di Corsenna,
e dicono che ci abbia già rubato il nostro commendator Matteini.
--Oh, quello....--entrò a dire la signorina Kathleen, ridendo per la
prima volta del suo bel riso protervo di Galatea;--quello, poi, ci
sentiremmo di riafferrarlo alla prima occasione. Ma ce ne manca il
desiderio; e del resto, chi non ci vuole non ci merita.
--Kitty!--esclamò la signora Wilson, con accento di dolce rimprovero.
--La lasci dire, signora;--gridai.--È una gran massima, e può
consolare tutti coloro che non è destinata a colpire.--
Mi congedai presto, ho detto, perchè già ero in piedi; ma me ne andai
molto più lieto, osando stringere coll'antica effusione fraterna la
cara mano che Galatea non potè ricusarmi in quel punto.
A casa m'aspettava Filippo, con una notizia.... come dirò? sì,
certamente spiacevole. Ha deciso di partire, e di partir domattina.
S'intende che l'ho pregato, ed anche sinceramente, di rimanere, almeno
due o tre giorni ancora. Ma egli è risoluto, e non si lascia smuovere.
--Senti;--mi ha detto,--ogni bel giuoco dura poco, e il mio è durato
fin troppo. Tu non hai più bisogno di me, e puoi lasciarmi andare pei
fatti miei. Piuttosto hai bisogno di far la tua strada. Non ti perdere
in ragazzate, che n'hai fatte già molte, e possono bastare. Vai
all'arma bianca, e conquista una mano che è degna di te.
--Ah, sì, per me non vorrei di meglio. Ma è così fredda, mio Dio! così
ferma nel suo puntiglio!
--Ma che! avrebbe da far le pazzie, per dimostrarti quel che pensa di
te? È una ragazza, non lo dimenticare. Quanto al puntiglio, è ancora e
sempre una ragazza, che non ti può chiedere la spiegazione a cui ha
diritto, e non può neanche aver l'aria di desiderarla. Animo, dunque,
all'opera; "qui si parrà la tua nobilitate." Il tuo _Don Giovanni_,
così pratico dei cuori femminili, come m'immagino che debba essere,
vorrà avere qualche idea in proposito. Fattela suggerire da lui.--
Filippo è un amico eccellente. Se ne va, togliendomi d'impiccio, e mi
lascia un buon consiglio, che io seguirò certamente.

_18 settembre 18..._
Corsenna è deserta, dicono. Ma che deserta! è libera! Io sono stato
oggi un po' triste, accompagnando Filippo alla stazione. Poveraccio!
egli meritava questo tacito omaggio del cuore alle sue nobilissime
doti ed ai suoi utilissimi servigi. Ma io, ritornando al Giardinetto,
mi sentivo più padrone di me, che non fossi stato mai. Avevo due ore
libere, prima di desinare, e le ho subito messe a profitto correndo al
fiume, al pancone, al viale dei pioppi, alla gran prateria, alle
carpinelle, e al mio sacro rivolo dell'Acqua Ascosa. Non per
ritrovarci Galatea, che non era quello il momento, se pure avesse
l'usanza di andarci ancora, ma per pensare a lei liberamente. Sia pure
Don Giovanni il consigliere; ma sia un Don Giovanni che abbia affogata
la sua malizia in un mar di latte. Così dicevo a me stesso, arrivando
al mio dolce rifugio.
Quanto è bello, fresco, ridente, quest'angolo di mondo ignorato! e
quanto sarebbe più bello, più fresco, più ridente, se fosse qui
Galatea, lieta, fiduciosa, serena come una volta, prima di quella tal
passeggiata che le sarà parsa una profanazione, ma in cui non ebbi
colpa veruna! Ecco dei fiorellini nuovi, autunnali, che dovrebbero
piacerle. Ma ci viene ella più, da queste parti? Vorrei domandarne a
quei cardellini, che saltellano, svolazzano e si rincorrono sull'orlo
di quella ripa: ma essi non intendono il mio linguaggio, ed io non
intendo il loro. Quest'erba tenera, che forse ella ha calpestata, è
muta, e conserva gelosamente il segreto. Ah, non tanto gelosamente!
Ecco qua, tra un ciuffo di sermolino e un cesto di terracrepolo,
biancheggia qualche cosa. Un tesoro, niente di meno, un tesoro. A
tutta prima l'ho creduto un temperino; ma no, è più minuscolo ancora
d'un temperino. Vediamo; è un ninnolo, un amore di stecchettina
d'avorio, di quelle che adoperano le signore per tagliar le carte dei
libri, in viaggio, colla piccola presa a taglio vivo da un lato, per
usarne come segno quando hanno smesso di leggere.
Ed è sua, la stecchettina minuscola, è sua; vedo il nome di Kitty
inciso sulla costola, in bei caratterini italici, di colore azzurro
carico. Ah, Galatea, siete tradita! ed io vi potrei convincere d'esser
venuta all'Acqua Ascosa stamane, o alla più lunga ieri mattina. Ma non
lo farò; non mi preme di convincervi, non mi piace di restituirvi il
fatto vostro. Questa cara stecchettina è mia; roba trovata è più che
comprata.
Contento della mia piccola fortuna, non amo guastarla andando la sera
a cercare la nostra antica colonia villeggiante, o quel tanto che n'è
rimasto in Corsenna, e che la marchesa Valtorta non ne ha tirato al
suo zecchinetto. Temo che le signore Wilson, o le Berti, credano
necessario di parlarmi di Filippo Ferri; cosa che sarebbe pure
naturalissima, nel giorno istesso ch'egli è partito. Voglio bene a
Filippo, ma non amo sentirmelo ricordare davanti a Galatea. Domattina,
domattina la vedrò, quella cara puntigliosa, se si risolverà di uscire
a passeggio.

_19 settembre 18..._
Stamane, infatti, mi sono rimesso in caccia un po' prima dell'ora in
cui ella suole andar fuori. Al rivolo dell'Acqua Ascosa non c'era; ed
io, lesto ai casali di Santa Giustina. Ecco la Nunziata, la buona
vecchierella che attende alle sue occupazioni domestiche. Mi fermo a
chiacchierare con lei; assisto al pasto delle sue galline; accarezzo
il collo della sua mucca, le parlo di cento cose, e trovo anche il
modo di farle un regaluccio, in compenso del bicchier di latte che
ella mi offre, ancor caldo e spumoso. Trepidante, girando largo,
conduco il discorso sulla signorina Wilson. Che buona e bella
figliuola, niente superba, tutta amorosa colla povera gente, non è
vero? E viene sempre a trovarvi? Sì, sempre, ma non tutti i giorni,
perchè ci ha qualche cosa da fare in casa, specie nell'ultimo mese del
suo soggiorno in Corsenna. Come vola il tempo! E par ieri, che la
signorina è venuta in campagna. Ma ella ha promesso di ritornare un
altr'anno. Si è trovata così bene, la sua mamma, tra queste montagne!
Ed anche lei, quantunque non ci sia venuta per salute, come la sua
mamma cara. È stata ieri a Santa Giustina, non è vero? Sì, ieri, una
mezz'ora appena; ma oggi, chi sa?
Non ho più niente da dire, e saluto la buona vecchia, promettendo di
ritornar qualche volta a bere il latte della sua mucca. L'ho pur
detto; Don Giovanni affogherà la sua malizia in un mar di latte. E
preso il sentiero del bosco, scendo verso il mulino, andando a
fermarmi più in là, sulla strada che mette al paese. È il luogo dove
ho incontrata per mia disdetta la signora Adriana; non mi piace, e
vado ad appostarmi cinquanta passi più oltre, seduto sul lembo estremo
del bosco, sopra un tappeto di eriche nane, e mezzo nascosto tra il
fogliame di alcune ceppaie di castagno, che han rimessi i polloni.
Specola eccellente, donde io posso dominare l'incontro di tutti i
sentieri dai quali ella potrebbe passare, andando o ritornando; ma non
mi serve, perchè stamane ella non si lascia vedere.
La vedo questa sera, a passeggio, con la mamma e con le Berti. È
cortese, ma fredda, e, più che fredda, occupata a discorrere con l'una
o con l'altra delle sue giovani amiche. Poi c'è Terenzio Spazzòli, a
cui si fanno complimenti della sua poca passione per lo zecchinetto.
Egli ci si gonfia un pochino, ed io mi annoio altrettanto.
Ah, c'è uno strappo nelle mie relazioni con Galatea! uno strappo che
bisogna rammendare ad ogni costo. Ma tu ci passerai, bambina, laggiù
dalla parte del mulino; ci passerai, una mattina o l'altra, e dovrai
pagare il pedaggio.

_20 settembre 18..._
"Roma è nostra", mi ha detto stamane il signor sindaco, incontrandomi
sul ponte, avviato verso la strada del mulino. "Viva Roma in eterno",
ho risposto con pari ardore, al patrio ricordo del primo magistrato di
Corsenna. Era di buon augurio la data: Roma è nostra; e Galatea è mia,
posso soggiunger qui, senza aspettar complimenti ed evviva. Giorno
fortunato davvero, quantunque non senza pericolo; ma il pericolo fa
preziosa la vittoria, e più caro il trionfo. O Buci, o cane
impagabile, io troverò bene uno scultore che voglia farti il ritratto
e gittarmelo in bronzo, affinchè io possa mettere il tuo simulacro a
decorazione della piazza grande, ed unica, della nobil Corsenna.
Erano le nove e sette minuti, quando la signorina Wilson mi apparì tra
gli alberi della strada campestre. Come mi batteva il cuore, come mi
batteva, intravvedendo nel verde la sua marinara bianca dalle risvolte
turchine! Ella veniva innanzi a passi lenti, leggendo; Buci la
precedeva, da buon battistrada. Al lieve rumore, che io feci,
alzandomi dal mio nascondiglio sul ciglione del bosco, il buon cane si
fermò di botto sulle quattro zampe, abbaiando. Allora mi lasciai
vedere, e saltai sulla strada.
--Oh, Lei!--esclamò la signorina.--Credevo che Buci avesse visto un
serpe.
--Povero serpe intirizzito, se mai! E dove se ne va, signorina!
--Quassù, dalla mia buona Nunziata.
--Ah, bene. Ci sono andato ancor io, ieri mattina, a bere un bicchier
di latte della sua mucca. E volevo ritornarci anche oggi, ma poi....
--Ma poi, che cosa?
--Ho deciso di aspettarla qui, signorina, perchè volevo.... desideravo
parlarle.
--Era dunque in agguato? Male. Ma noi non abbiamo paura, e possiamo
dire al malandrino: ci accompagni pure, e beva il suo latte.
--Volentieri lo farò, signorina. Ma sarei tanto felice, se Ella mi
concedesse un quarticello d'ora, qui, proprio qui....--
La signorina Kathleen rimase un po' sconcertata, guardandomi.
--In questo punto;--ripigliai, incalzando.--Soffra che io Le faccia
una rispettosa domanda: Che cosa Le ho fatto io, perchè Ella sia tanto
severa con me?
--Io?--diss'ella, sforzandosi di ridere.--Lei vede sempre, signor
Morelli, tutto quel che non è. Non Le ho detto or ora di accompagnarmi
fino a Santa Giustina?
--Or ora, sì;--risposi.--Ma tutti questi giorni passati.... povero a
me! non mi pareva di meritarmi tanta sua crudeltà.
--Crudeltà! che sarebbe? Ella vuol farmi ancora dei discorsi che io
non posso sentire?
--No, no; si cheti; potrà sentir tutto, glielo giuro. E si fermi, La
supplico.
--Fermiamoci;--diss'ella, crollando il capo come persona
rassegnata.--Vede? mi siedo per giunta. E parliamo. Ma, se permette,
incomincio io, che sono più tranquilla di Lei. Dica su, come si trova
contento di Corsenna?--
La signorina Kitty voleva darmi la baia, con quel vano discorso. Ma io
lo girai destramente ai miei fini.
--Moltissimo,--risposi,--perchè finalmente c'è quiete. La campagna
dovrebb'esser sempre così.
--Se l'abbian per detto le persone che ci hanno lasciati a goderne,
non è vero?
--Sì, se l'abbian per detto; quantunque.... della partenza di una mi
duole un pochino.
--Ah! e quale?
--Filippo Ferri.
--Dopo essersi battuto con lui.... veramente....
--Che vuole, signorina? Dopo ciò che mi aveva detto Lei, lassù, alla
discesa di Santa Giustina!...
--Ah! ed è per quel discorso che Lei ha messo mano alle armi?
--Sì, per quello; e non ne avevo forse ragione? Le assicuro, ero fuori
di me dalla rabbia.
--Che uomini!--esclamò.--Vuol dire che se avesse potuto battersi con
me....
--Quel giorno, sì, l'avrei fatto;--risposi.
--Mi piace la sincerità. Ma è sempre così sincero, Lei?
--Sempre.
--Allora mi dica un'altra cosa;--diss'ella, dopo aver balenato
un'istante.
--Domandi, domandi pure.
--Ma Lei giuri....
--Di esser sincero? Non ne dubiti nè ora nè mai! Voglio ad ogni costo
meritar la sua stima; almeno quella!...--soggiunsi, lasciandole
intendere il resto.
Si fece un po' rossa; ma voleva padroneggiarsi, e ne venne a capo. Del
resto, si capiva ch'ella aveva accettato battaglia, e che, avendola
accettata, voleva anche attaccarla a suo modo.
--Ottimamente;--diss'ella.--Or dunque, alla prova, e in una cosa da
nulla; badi, proprio da nulla, salvo la difficoltà dell'indovinare di
chi parlo, perchè io non l'aiuterò punto punto. Dove l'aveva
incontrata? Perchè c'era, non è così?
--Sì, c'era;--risposi.--Anzi, c'eravamo, e avevamo presa la fuga. Essa
non voleva, rendiamole giustizia; son io che ho voluto ad ogni costo,
e posso dirgliene il perchè.
--Lasci che la interroghi io;--replicò la mia giudichessa.--Ella deve
rispondere ancora alla mia prima domanda. Dove l'aveva incontrata?
--Là, a cinquanta passi da noi, dove Ella vede appunto quel rigagnolo
che attraversa la strada.
--A caso? Non l'aspettava, come aspettava oggi?
--Sull'onor mio, e per il conto che io faccio della sua stima, non
l'aspettavo. Scendevo dal bottaccio, mi avviavo da questa parte,
quando improvvisamente l'ho veduta. Giuro inoltre che se fossi stato
in tempo di cansarmi, l'avrei fatto; e con che gusto, se lo può
figurare.
--Io, veramente, non mi posso figurar nulla. E poi? dove sono andati?
--Vuole che rifacciamo la strada, signorina? A passo a passo le
racconterò ogni cosa, come l'ho scritta nel mio memoriale, ch'Ella non
ha voluto leggere.
--Lasciamo stare il suo memoriale; ne parleremo poi. E andiamo
rifacendo la strada, che tanto è la mia per salire a Santa Giustina.
--Non tutta;--risposi.--Bisognerebbe salirci dall'altra parte, se mai,
passato l'argine dell'Acqua Ascosa.
--E così faremo;--conchiuse ella, che aveva rotto il ghiaccio oramai,
e appariva risolutissima.--Prima di tutto, saltiamo questo rigagnolo,
come avrà fatto quell'altra.... Immagino che non avrà voluto
immollarsi la punta degli scarpini.
--Non so, non ho badato. Le ho già detto ch'ero molto seccato
dell'incontro, e per conseguenza confuso. Ed ecco, proprio qui,
imbattendosi in me, mi chiese dove fosse l'Acqua Ascosa. Che cosa
avrebbe fatto Lei ne' miei panni?
--L'avrei accompagnata, ci s'intende.
--Così feci, risalendo con lei questo po' di sentiero, di fianco alla
ruota del mulino; e di là, poi, conducendola sul ponticello che
cavalca la caduta dell'acqua.
--Ed ecco, ci sono anch'io;--disse ridendo la signorina Wilson.
--Ma Lei ora mi precede, e soffrirà che io passi avanti per rifarle
questo importante episodio. La signora aveva paura, molta paura, ed io
dovetti prenderla per mano.
--Così?
--Per l'appunto;--diss'io, fremendo al contatto della mano di Galatea.
--E tremava, dunque?
--Può immaginarselo, colla paura che aveva.
--Strano!--diss'ella.--Ora mi pare che tremi Lei, signor Morelli.
Capisco; forse è pel ricordo.
--Le pare? A me pare, invece, che Lei voglia ridersi un pochino di me.
Ma basta; seguitiamo.
--Qui, poi, siamo all'argine del bottaccio; riprese la signorina;--al
--largo, adunque, e non c'è più bisogno di tenersi per mano.
--Infatti, è vero;--diss'io.--Lei intende le cose, signorina, e le
rifà come se fosse stata presente. Ma badi, che l'argine non continua
sempre così forte e così largo. C'è ora quest'altro ponticello, che
cavalca lo sportello della cateratta. A questo punto fu un altro
guaio. La signora non si peritava più di venire avanti da sola; nè si
poteva andar tutti e due sulla medesima fronte.
--Allora?
--Allora le fu necessario aggrapparsi alla mia spalla.
--Che sciocca! che sciocca!--gridò Galatea.--Ma a questo modo si vuol
egli andare in campagna? Non c'è posto per camminare, in due, qui?
Ebbene, si va da soli; e se occorre si passa avanti al compagno; così.
senza tante paure.--
E mandava gli atti compagni alle parole. Aveva posata la mano sinistra
sulla mia spalla destra, assai leggermele, che appena l'avevo sentita,
e di lancio mi era passata di fianco, per correr via davanti a me sul
colmo dell'argine, toccando a mala pena il terreno con la punta dei
piedi. E volli correre anch'io per raggiungerla; ma proprio in quel
punto che alzavo il piede a mia volta, inciampai in qualche cosa che
non avevo avvertito, e mi ritrovai di punto in bianco per aria. Ci
fossi almeno rimasto; sarebbe stato un miracolo. Ma no; non ci stetti
niente più del tempo necessario alla caduta dei gravi, e precipitai
nel bottaccio, facendo un tonfo rumoroso nell'acqua, che era alta
almeno un uomo e mezzo in quel punto.
Che cos'era? Un'alzata d'ingegno di Buci. Il nostro buon cane era
stato modestamente il terzo, finchè Galatea era stata seconda. Ma come
ebbe veduto lei farmisi avanti e correr veloce sull'argine, il signor
Buci non istette alle mosse, volle esser lui il secondo, e si cacciò
avanti senza badare a me, suo legittimo padrone e degno del massimo
rispetto, non foss'altro, per le venti lire che avevo buttate via, a
riscattarlo dalla schiavitù di Corsenna. Si cacciò avanti, ho detto;
il sentiero bastava appena per me, ed egli strisciò contro le gambe
mie, proprio al momento che io levavo il passo per correr dietro alla
mia fuggitiva. Così avvenne che io perdessi l'equilibrio, e mi
ritrovassi in acqua prima di aver visto il pericolo.
Al tonfo che io feci si volse Galatea, e mise un grido di spavento. Ma
il grido non poteva far niente al caso mio. Piuttosto poteva giovare
il consiglio che ella mi gittò, in mezzo ai latrati di Buci.
--Nuoti verso l'argine; non si lasci trascinare dal filo della
corrente.--
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Galatea - 14
  • Parts
  • Galatea - 01
    Total number of words is 4295
    Total number of unique words is 1814
    34.3 of words are in the 2000 most common words
    48.5 of words are in the 5000 most common words
    55.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 02
    Total number of words is 4532
    Total number of unique words is 1807
    35.6 of words are in the 2000 most common words
    49.1 of words are in the 5000 most common words
    56.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 03
    Total number of words is 4585
    Total number of unique words is 1800
    32.8 of words are in the 2000 most common words
    47.4 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 04
    Total number of words is 4671
    Total number of unique words is 1784
    36.0 of words are in the 2000 most common words
    50.6 of words are in the 5000 most common words
    58.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 05
    Total number of words is 4626
    Total number of unique words is 1723
    36.0 of words are in the 2000 most common words
    49.3 of words are in the 5000 most common words
    57.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 06
    Total number of words is 4662
    Total number of unique words is 1715
    37.4 of words are in the 2000 most common words
    52.1 of words are in the 5000 most common words
    58.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 07
    Total number of words is 4713
    Total number of unique words is 1744
    36.3 of words are in the 2000 most common words
    51.4 of words are in the 5000 most common words
    58.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 08
    Total number of words is 4594
    Total number of unique words is 1821
    35.5 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    56.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 09
    Total number of words is 4583
    Total number of unique words is 1693
    35.2 of words are in the 2000 most common words
    49.8 of words are in the 5000 most common words
    56.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 10
    Total number of words is 4681
    Total number of unique words is 1762
    36.5 of words are in the 2000 most common words
    51.3 of words are in the 5000 most common words
    58.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 11
    Total number of words is 4713
    Total number of unique words is 1662
    36.4 of words are in the 2000 most common words
    52.1 of words are in the 5000 most common words
    59.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 12
    Total number of words is 4673
    Total number of unique words is 1687
    35.9 of words are in the 2000 most common words
    50.3 of words are in the 5000 most common words
    56.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 13
    Total number of words is 4555
    Total number of unique words is 1677
    37.5 of words are in the 2000 most common words
    52.4 of words are in the 5000 most common words
    58.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Galatea - 14
    Total number of words is 1845
    Total number of unique words is 863
    44.5 of words are in the 2000 most common words
    58.7 of words are in the 5000 most common words
    63.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.