Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 37

Total number of words is 4473
Total number of unique words is 1545
41.3 of words are in the 2000 most common words
57.2 of words are in the 5000 most common words
64.8 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
stato poteva recare impedimento alla funzione di Giudice de' frati, e
gli si era risposto che non dicendo il Breve dover essere clerico non
coniugato, non appariva impedimento alcuno. Ora su tale quistione il
Nunzio chiedeva gli ordini di S. S.^{ta}[400].
Gli ordini, al solito, tardavano a venire da Roma, e per sollecitarli
il Nunzio scrisse ancora il 1^o, il 15, il 29 agosto, inoltre il 12
settembre, e a quest'ultima data aggiunse esser venuta nuova che fra
Dionisio trovavasi coll'armata turca; ma poi ebbe a sapere che in Roma
già aveano avuta da altro fonte una tale nuova, ed anzi l'avevano
partecipata al Duca di Sessa Ambasciatore di Spagna ed Agente di
Napoli[401]. Il fatto merita bene di essere considerato, ed importa
fermarci alquanto sopra di esso: un dispaccio del Bailo Contarini,
da noi trovato nell'Archivio di Venezia, ci mostra che n'era rimasto
anch'egli colpito, e torna impossibile immaginare che non ne dovesse
rimanere colpito il Governo Vicereale. Il Contarini scriveva, che
col Cicala si erano imbarcati due uomini del Regno, concertatisi con
lui per guidarlo a «svaligiare» un posto di quel paese; inoltre era
venuto un frate già carcerato col Campanella per complicità nella
congiura e poi fuggito di prigione. Costui, trattenutosi segretamente
sulle galere di Malta, nella fazione di Lepanto avea trovato modo di
venirsene a Costantinopoli, avea preso l'abito di turco «come haveva
anco il cuore», avea «havuto ricapito in casa del Cicala», diceva di
conoscere in Calabria oltre 300 affiliati alla setta maomettana e
tra essi alcuni di conto, predicava in italiano a' giovani rinnegati
«facendo assai danno con la sua lingua», affermava «che presto
uscirà anco di prigione il predetto Frate Campanella et ch'ancor lui
venirà qui; il che se riuscirà, per esser anch'esso molto litterato,
risulterà à grandissimo prejudicio della religione christiana»;
aggiungeva poi il Contarini, che «oltre di questi» si erano imbarcati
pure due soldati di Malta fuggiti in Lepanto, i quali fattisi turchi
offerivano al Cicala l'isola di Gozo etc.[402]. È agevole comprendere
quanto siffatte notizie dovessero aumentare nel Governo Vicereale il
sospetto e l'avversione pel povero Campanella. Possiamo affermare con
sicurezza, che il Governo Veneto trasmise a Napoli, come era solito,
le notizie della prossima venuta dell'armata turca con due uomini
del Regno accordatisi col Cicala, e non disse una sola parola del
frate già carcerato col Campanella, del quale d'altronde il Bailo
non avea distintamente detto che si era imbarcato del pari: questo
abbiamo rilevato dagli ordini de' Savii del Consiglio, registrati ne'
così detti Codici-Brera che si conservano nell'Archivio Veneto[403].
Ma il Governo Vicereale avea pure informazioni proprie direttamente
da Costantinopoli e in brevissimo tempo, onde non si può affatto
dubitare che gli fossero egualmente pervenute le notizie relative a fra
Dionisio, tanto più che era già preoccupato dell'amicizia intima di
lui col Cicala, siccome ci mostra una Lettera Regia da noi rinvenuta
nel Grande Archivio di Napoli[404]; nè occorre dire come per siffatte
cose dovesse sentirsi rimescolato. Esso era stato sempre persuaso che
questi frati aveano già iniziati i loro disegni di ribellione e di
eresia col mettersi d'accordo co' turchi, segnatamente col Cicala, ed
è facilissimo intendere l'impressione che dovea fargli il contegno di
fra Dionisio dopo la fuga, la sua andata tra' turchi, l'apostasia,
l'intimità col Cicala, la venuta con l'armata nell'ordinaria escursione
di essa verso il Regno, l'annunzio misterioso della prossima libertà
del Campanella che sarebbe andato del pari a Costantinopoli. Come
fin da principio, così anche adesso il Campanella era danneggiato
dall'imprudenza, dalla loquacità, dalle vanterie di fra Dionisio, il
quale non si smentì mai in tutta la sua vita; e bisogna sommare anche
queste circostanze con tutte le altre, per intendere il contegno del
Governo Vicereale verso il povero frate, ritenuto sempre pericoloso
per la sicurezza e la fede del Regno. Vedremo più in là che fin
dal momento in cui giunse la notizia dell'imbarco di fra Dionisio
sull'armata turca, il Campanella fu rinchiuso in un carcere molto più
duro.--Poniamo intanto qui che il Cicala in quest'anno, come ne' tre
precedenti, non potè compiere alcuna impresa contro la Calabria, ed
anzi fu notevolmente disgraziato: gioverà conoscere quanto avvenne tra
napoletani e turchi in detto periodo di tempo. Dopo l'inutile venuta
in Calabria nel 1599, egli uscì di nuovo da Costantinopoli in luglio
1600 con 30 galere, portando scale, zappe e badili, con l'intenzione,
per quanto fu riferito, di scendere a Cotrone, sicchè venne spedito a
quella volta il Priore di Capua D. Vincenzo Carafa: e il Cicala mandò,
come allora si diceva, «due lingue» cioè due galere a prender lingua,
a ricevere e dare notizie in Puglia e in Calabria, e scrisse anche al
Vicerè, il 14 settembre, che passerebbe nella fossa di S. Giovanni,
«quando non per altro, per sbarcare il Sig.^r Carlo suo fratello
escluso dal possesso del Ducato di Nixia»; ma un grosso temporale lo
colse alla Vallona, e lo costrinse a ritirarsi in Costantinopoli,
dove rientrò a' primi di dicembre. Anche Arnaut Memi, in settembre,
apparve con tre galere in vista di Brindisi, ma forse per la ragione
medesima non si mostrò più: invece Amurat Rais, uscito da Biserta
più presto, ebbe a soffrire la perdita di una galera presagli da D.
Garzia di Toledo, e tornò per vendicarsene e se ne vendicò pur troppo
in Calabria. D. Garzia, a' primi di agosto, scorrendo con sei galere
le coste del capo Bianco vi aveva incontrate tre galere di Biserta,
ne aveva presa una facendo 110 schiavi e liberandone altrettanti,
e secondo lui avrebbe preso anche la capitana se i suoi artiglieri
avessero fatto fuoco a tempo: Amurat, tornato con sei galere e con una
scorta di rinnegati calabresi, a' 23 settembre sbarcò a Cetraro presso
Scalèa, vi uccise il Principe di Scalèa nostra vecchia conoscenza
con altre 27 persone, e rimbarcò a suo comodo portando con sè 30
prigioni e il corpo del Principe[405]. Nel 1601 poi, al 1^o di luglio,
il Cicala uscì da Costantinopoli con 35 galere che giunsero per via
fino a 60, e con queste potè prendere qualche nave; ma avendo, il 22
ottobre, spedito da Navarino verso la Calabria tre galere per lingua,
ed essendo stato informato che la costa era molto ben munita, alla
fine di dicembre rientrò in Costantinopoli senza aver nulla tentato.
Nel 1602, parimente in luglio, uscì con 37 galere che sempre si
accrescevano per via, col proponimento di danneggiare la Calabria o la
Puglia, e però senza ritardo, fin da' primi di luglio fu mandato per
Governatore di Calabria ultra D. Garzia di Toledo: alla fine di agosto
apparve al capo di Otranto l'armata divisa in due squadre e diretta
verso la Calabria, ed a' primi di settembre, giunta nella fossa di S.
Giovanni, ne sbarcarono circa tre mila uomini, ma furono respinti con
la perdita di 5 de' loro; poi l'armata si diresse a Reggio e vi perdè
circa 100 uomini, si rivolse indietro e tentò di sbarcare al Bianco,
luogo del Principe della Roccella, e vi soffrì la perdita di circa
100 morti e 30 prigioni, infine spiccò 10 galere da quest'altra parte
della Calabria e vi furono incontrate dalle galere di Genova, sicchè
doverono anch'esse desistere da ogni impresa. Se ne tornò quindi il
Cicala anche prima del solito a Costantinopoli, in novembre, e vi fu
universalmente biasimato, tanto più che al tempo stesso giunse la
nuova che i napoletani aveano fatta una diversione in Algieri e presa
Bugia nell'ottobre. Da ultimo nell'anno presente 1603 egli uscì di
nuovo in luglio con 37 galere che poi si accrebbero sino a 60, ma dovè
in agosto liberarsi di parecchie di esse andate a male per vetustà,
ed impazientito le fece vendere in Negroponte, rinunziando a tutti i
suoi progetti e contentandosi di rimanere nell'Arcipelago a dar la
caccia alle navi che andavano in cerca di grani: così fra Dionisio non
giunse nemmeno a vedere le coste della Calabria, e il Cicala, compiuti
i servizii annuali in Salonicco, in Scio, in Alessandria, rientrò a'
primi giorni dell'anno seguente in Costantinopoli. Aggiungiamo che
quivi era pur allora morto il Gran Signore «senza precedente male»,
come scrisse il Bailo Contarini, e succeduto Achmet giovanetto a 13
anni; e con suo dispiacere il Cicala dovè abbandonare il capitanato
marittimo, inviare la moglie e la suocera al Serraglio e recarsi come
generalissimo in Persia.
Giungeva frattanto, il 19 settembre, la risoluzione di S. S.^{tà} circa
il dubbio sorto pel matrimonio di D. Pietro de Vera[406]. S. S.^{tà}
non credeva conveniente che un coniugato giudicasse cause di persone
ecclesiastiche; ordinava quindi al Nunzio che «per sè solo» conoscesse,
spedisse e terminasse per giustizia le dette cause, ma contentavasi
che D. Pietro lo assistesse nel conoscerle e spedirle, rimanendo «la
totale giuridittione» presso il Nunzio. Pur troppo Roma mostrava di
non avere il sentimento esatto della situazione, o piuttosto dava
un'altra fra le tante prove di voler mantenere senz'altro riguardo
«la superiorità ecclesiastica», con quella insistenza che sovente è
stata detta fermezza, ma che evidentemente si sarebbe dovuta dire
incorreggibilità. Vi era prima di tutto una notevole contradizione
con la teorica ogni giorno professata dai Vescovi e sostenuta sempre
da Roma, che i clerici coniugati dovessero ritenersi quali veri e
pretti clerici, con tutte le immunità e prerogative ecclesiastiche;
il Governo non aveva mai voluto riconoscerlo, ed avrebbe avuto torto
a pretenderlo in tale circostanza; ma poteva Roma sconoscerlo? In fin
de' conti poi, dopo sforzi non lievi, bene o male, da Roma si era
ottenuto che una persona di fiducia del Governo sedesse e giudicasse
nel tribunale Apostolico per la congiura; ed ora, nel momento decisivo,
profittando di una circostanza che non poteva punto menare a tale
conseguenza, si ordinava che quella persona sedesse ma non giudicasse,
mentre uno de' principali imputati, fuggito dalle carceri senza
sapersi come, si era unito a' turchi e veniva con essi ad offesa del
Regno, strombazzando che l'altro imputato sarebbe uscito dalle carceri
egualmente e presto! Ma qualora al Nunzio fosse parso bene assegnare al
Campanella una pena relativamente mite, si dovea perfino sottostare al
ludibrio che l'uomo di fiducia del Governo si trovasse presente a tale
decisione? Ci affrettiamo a dirlo: se il Governo si fosse seriamente
preoccupato di questa ipotesi, avrebbe avuto torto. Il Nunzio, come
si rileva da tutto il suo Carteggio, era pronto a dare mille volte il
Campanella al braccio secolare. Egli era convinto che il Campanella
fosse colpevole e non aveva per costui, al pari di Roma, il menomo
sentimento di pietà: gli fosse pure apparso innocente, per un Nunzio
il bisogno supremo era quello di mantenere le buone relazioni tra i
due Stati, attendere al ricupero delle grosse entrate della Camera
Apostolica e al riconoscimento della «superiorità ecclesiastica»
senza guardare troppo pel sottile in tutto il resto. Ma gli uomini di
Stato professavano allora strettamente la massima che abbiamo vista
enunciare dal Conte di Lemos, «per non errare, fa mestieri ritener
sempre il peggio». Il Campanella era pure una forza potente, come avea
ben dimostrato col riuscire ad eccitare in tanto poco tempo gli animi
di molta gente in Calabria; a Roma poteva essersi formato il pensiero
di tenere viva ed in mano sua questa forza per ogni evenienza futura,
e poteva esser questo il significato del volere che la pena inflitta
al Campanella per l'eresia fosse da lui scontata nell'alma città.
Varie altre ipotesi avrebbero potuto ancora affacciarsi alla mente
del Governo Vicereale, ammesso che faceva mestieri ritener sempre il
peggio. Ma poi, in ultima analisi, perchè doveva esso rinunziare alla
sua influenza con tanti sforzi conquistata in tale causa? Come potea
riconoscere in modo assoluto la superiorità ecclesiastica anche pe'
delitti di lesa Maestà, ciò che si era sempre negato a riconoscere?
Senza alcun dubbio, agl'incessanti motivi di sospetto e di diffidenza
venivano ad aggiungersi il risentimento e il puntiglio giurisdizionale,
e bisognerebbe dimenticare tutta la storia napoletana per credere
che questo risentimento e puntiglio avrebbero potuto rimanere senza
conseguenze; evidentemente c'era più che non bisognasse per far
ricorrere il Governo a' propositi più atroci, a fine di non lasciarsi
sfuggire di mano il Campanella.
Il Nunzio non tardò a comunicare al Vicerè la risoluzione di S.
S.^{tà}, ed il 26 settembre potè ragguagliare il Card.^l Borghese su
quanto avea fatto[407]. Egli avea mostrato a S. E., che la risoluzione
presa «non alterava quello che era stato fermato co' suoi antecessori
in tal negotio»; D. Pietro de Vera «doveva intervenire a tutto quello
che si trattava in detta causa; solo si voleva che non apparisse più
come giudice». Arrestandoci un momento su queste parole del Nunzio,
osserviamo che egli non interpetrava fedelmente la risoluzione
Papale, e la rendeva nel fatto assai meno amara; poichè ammetteva
che D. Pietro sarebbe _intervenuto a tutto_ e bastava che _non
apparisse giudice_, mentre S. S.^{tà} avea ritenuto _non conveniente
che giudicasse_, ed ordinato al Nunzio che _conoscesse spedisse e
terminasse la causa per sè solo_. Il Vicerè, che sicuramente avea
avuto notizia della risoluzione originale di S. S.^{tà}, mediante
gli ufficii non mai interrotti della fazione Cardinalizia attaccata
a Spagna, potè mostrarsi sereno, ma nel tempo medesimo dovè sentirsi
preso sempre più da diffidenza; d'altronde era per lui molto facile
vedere che a nulla avrebbe giovato il rinfocolare una quistione già
pregiudicata da un solenne pronunciato del Papa, e conveniva meglio
farlo cadere senza strepito, opponendovi la forza d'inerzia: ciò
spiega il suo contegno nel momento, quale lo espresse il Nunzio nello
scrivere a Roma, ed anche il suo contegno ulteriore, quale lo vedremo
nello svolgimento successivo della faccenda. Secondochè scrisse il
Nunzio, egli «mostrò di restare in pace», ma per non essere informato
del fatto richiese che glie ne fosse lasciata memoria; rappresentava
dunque la parte dell'ingenuo, e voleva intanto poste in iscritto le
parole del Nunzio che già costituivano un guadagno. Da parte sua il
Nunzio potè ancora scrivere a Roma, «non vedendo in questo quello
che si possa opporre, spero che il negotio andrà per i suoi piedi»:
con ciò egli mostravasi ingenuo davvero, mentre pure ricordava quale
fiera lotta giurisdizionale vi era stata per costituire il tribunale,
e sapeva che il Governo Vicereale non era punto avvezzo a cedere
facilmente in queste lotte; ma forse rappresentava egualmente la parte
dell'ingenuo con Roma, dando larghe speranze per non avere richiami
sul modo in cui aveva interpetrata la risoluzione di S. S.^{tà}. E
quasi sentisse il bisogno di far bene intendere la sua interpetrazione,
conchiudeva, che con D. Pietro aveva fin allora trattato _unitamente_
e così procurerebbe di trattare per l'avvenire, acciò il negozio si
tirasse avanti. Dalle quali parole può rilevarsi che egli intendeva un
po' meglio le circostanze, e può rilevarsi ancora che avrebbe fatto
terminare la causa condannando senz'altro il Campanella, giacchè D.
Pietro non si sarebbe certamente pronunziato per un'assoluzione.
L'indomani, 27 settembre, il Nunzio scrisse la memoria chiestagli
dal Vicerè: nel suo Carteggio n'è rimasta la minuta che noi
pubblichiamo[408]. Dopo di aver fatta la storia particolareggiata di
tutti i precedenti, egli terminava con lo specificare sempre meglio
che S. S.^{tà} si contentava che D. Pietro intervenisse ad ogni cosa
«eccetto che al sententiare» aggiungendo, «il che alla sustanza del
negotio non vuol dir nulla, perche saremo d'accordo come siemo stati
sin'adesso, et quello che concordemente si fermarà si esseguirà, sì
che l'effetto sarà il medesimo come le dissi à bocca; desidero dunque
che ella commetta al medesimo che intervenga quanto prima». Da tutto
ciò il Vicerè potea desumere anch'egli ben chiaramente, che per parte
del Nunzio il Campanella sarebbe stato senza alcun dubbio condannato;
ma o si serbò diffidente o non volle passar sopra alla quistione
giurisdizionale, e veramente si ha motivo di ritenere l'uno e l'altro
concetto, per intendere l'ultimo periodo del processo. Così tanto nel
Vicerè quanto in D. Pietro de Vera si vide una mollezza, una fiaccona,
da doversi dire che già si era deciso di opporsi a Roma col non far
nulla: e non è dubbio che D. Pietro trovavasi nello stadio più acuto
dell'«attender solo a star allegramente innamorato della propria
moglie» come ci lasciò scritto il Bucca; ma se il Vicerè avesse voluto,
D. Pietro avrebbe adempito all'ufficio suo.
Il 3 ottobre, e poi il 9, e poi ancora il 17, il Nunzio faceva sapere a
Roma, che il Vicerè avea commesso a D. Pietro di andare a vederlo, che
D. Pietro non era venuto ed il Vicerè avea detto che vi sarebbe andato
ad ogni modo, che poi D. Pietro avea mandato a fare le sue scuse con
l'assicurazione che sarebbe venuto nella prossima settimana[409].--Ma
in che modo fu appresa in Roma l'interpetrazione data dal Nunzio
alla risoluzione di S. S.^{tà}? Il 24 ottobre il Card.^l Borghese,
partecipando al Nunzio che la lettera del 26 settembre era stata letta
in Congregazione innanzi a S. S.^{tà}, diceva laconicamente, «in
risposta non mi occorre altro, se non ch'ella si regoli conforme a quel
che sopra di ciò per ordine della S.^{tà} sua le fù scritto». Riesce
impossibile vedere in queste parole un consentimento; tutt'al più vi si
potrebbe vedere un'acquiescenza, ma vi si trova ad ogni modo ripetuto
l'ordine di adempiere alla risoluzione quale era stata trasmessa[410].
Finalmente in data del 7 novembre il Nunzio fece sapere a Roma essersi
dato ordine che i frati, i quali avevano avuto il termine alle difese
avessero l'Avvocato e il Procuratore, per poter poi finire il negozio
coll'intervento del Sig.^r D. Pietro de Vera[411]. Non apparisce qui
chiaramente che D. Pietro abbia preso parte nella decisione di dare
quell'ordine, ma parrebbe piuttosto di no. È superfluo intanto ripetere
che l'Avvocato e il Procuratore occorrevano solamente per intimar loro
la citazione _ad dicendum_, necessaria nel momento in cui il tribunale
dovea riunirsi per sentenziare; ma le difese erano state già fatte pel
Campanella, rinunziate dagli altri rimanenti frati. Si potrebbe credere
che allora veramente l'Avvocato avesse dovuto cominciare l'adempimento
dell'ufficio suo, e perfino che la Difesa scritta del De Leonardis
abbia a ritenersi composta nel periodo al quale siamo pervenuti: ma
oltrechè la procedura del tempo non giustificherebbe tale credenza,
il titolo di _advocatus pauperum_ aggiunto al nome del De Leonardis
basta ad eliminarla; poichè abbiamo già visto l'Avvocato De Leonardis
promosso a Fiscale, e successivamente anche a Consigliere il 3 aprile
1602, sicchè egli era già Consigliere in tal tempo, e qui possiamo
aggiungere che l'ufficio di Avvocato de' poveri si teneva da Gio.
Geronimo di Natale, con esecutoria di Privilegio notata il 21 giugno
1602[412]. Adunque, come è stato detto altrove, le difese doveano dirsi
compiute, e l'intervento dell'Avvocato rappresentava una quistione di
forma più che di sostanza[413].
Dopo il 7 novembre 1603 si verificò una lunga interruzione perfino
nelle notizie riguardanti la causa: e questo non può spiegarsi in
altro modo, che ammettendo un'assoluta noncuranza di D. Pietro de Vera
nell'adempimento del suo ufficio, naturalmente col consenso segreto
del Vicerè. Le lettere del Nunzio non offrono più alcun cenno del
Campanella fino al 23 luglio 1604; manca veramente un registro ossia
un fascicolo di queste lettere, ma la mancanza si estende appena dal
4 maggio al 5 luglio 1604, e la lettera del 23 luglio, nella quale
si ricomincia a parlare del Campanella, è concepita in modo da fare
intendere che non se n'era mai più parlato da lungo tempo. Anche le
lettere di Roma non offrono nulla per tutto il suddetto periodo;
nè può supporsi che nella raccolta di esse vi sia qualche lacuna
concernente il Campanella, poichè se da Roma fosse venuta la menoma
richiesta di notizie intorno a lui od intorno alla causa de' frati
in generale, il Nunzio non avrebbe potuto mancare di rispondere, e
nel modo in cui sono registrate le lettere o meglio le minute delle
lettere del Nunzio, la risposta si sarebbe dovuta trovare. Ciò mostra
bene quanto pensiero si davano del Campanella in Roma, e quanto siano
andati lungi dal vero i biografi, i quali hanno ritenuto che in Roma
volevano assolutamente trarre il Campanella da Napoli, e che il S.^{to}
Officio con la sua condanna, concepita nel senso che conosciamo, aveva
avuto principalmente quello scopo. Frattanto è certo che un nuovo
aggravamento si era verificato nelle condizioni del Campanella. Il
silenzio serbato per tanto tempo dal Nunzio, e poi la solita necessità
d'ingarbugliare taluni fatti da parte del filosofo, hanno contribuito
del pari a rendere oscuro questo periodo della sua prigionia: ma
le deposizioni di Felice Gagliardo in punto di morte, e un altro
documento da noi trovato in altre scritture d'Inquisizione, ci mostrano
indubitatamente che il filosofo venne separato da' frati suoi compagni
e rinchiuso con maggiore durezza nel torrione del Castel nuovo; altri
documenti poi, allegati al processo di eresia, ed anche alcune notizie
date in sèguito dal filosofo medesimo, ci fanno argomentare che tale
trattamento più duro dovè essergli inflitto nel luglio o agosto 1603,
sebbene egli, per procurarsi la commiserazione di Roma e dissimulare
varie circostanze sfavorevoli, abbia esposte le cose in modo da far
intendere che l'avessero tradotto nel Castello di S. Elmo in una fossa,
la qual cosa accadde veramente più tardi, con ogni probabilità appunto
nel luglio dell'anno successivo.
Ecco distintamente quanto era avvenuto al Campanella da che l'abbiamo
lasciato, cioè dagli 8 gennaio 1603, giorno in cui gli fu letta la
sentenza avuta nel processo di eresia. Egli continuò a rimanere per
circa sei mesi nelle carceri comuni del Castel nuovo, in relazione co'
frati, e segnatamente con fra Pietro di Stilo, unico suo confidente
oramai dopo la liberazione di fra Pietro Ponzio, in relazione del
pari con Felice Gagliardo, che da molto tempo bazzicava anche troppo
co' frati: ed abbiamo avuta occasione di dire che ebbe una visita del
Marchese di Lavello cui consegnò la sua opera della _Metafisica_, ma
dobbiamo aggiungere che dal 25 febbraio al 15 aprile di quest'anno
ebbe anche occasione di far la conoscenza di alcuni Signori tedeschi
venuti nelle carceri del Castello, uno de' quali divenne da tale data
suo amicissimo e caldo protettore. Il Conte Giovanni di Nassau avea
fatta in incognito un'escursione a Napoli per curiosare la città,
seguito da due gentiluomini, Cristoforo Pflugh e Geronimo Tucher, e
dal domestico Giovanni Winckes, inoltre accompagnato da Gio. Ottavio
Gonzaga che aveva al suo sèguito Uberto Caroni di Bozzolo. Visitata
la città i viaggiatori si trovavano oramai in partenza, quando un
dispaccio da Roma del Duca di Sessa avvertì erroneamente che un figlio,
o nipote, o fratello del Conte Maurizio di Fiandra ribelle al Re di
Spagna, con un sèguito di Cavalieri francesi era venuto in Napoli;
il Vicerè diede immantinente ordine di catturarli. Il Conte col suo
domestico era già partito in precedenza e fu raggiunto a Sessa, gli
altri furono rinvenuti ancora in Napoli, tutti furono tradotti nel
Castel nuovo[414]. Al Gonzaga, parente del Duca di Mantova, che
dimostrò essersi accidentalmente trovato in compagnia de' tedeschi
fu concesso di tenere per carcere, insieme col Caroni, la casa del
Principe di Conca; al Nassau col suo domestico fu assegnata nel
Castello una carcere separata, agli altri furono assegnate le carceri
comuni, ma certificato l'equivoco mediante un'informazione presa da D.
Pietro de Vera, furono poi rilasciati con molte cortesie equivalenti
a scuse[415]. Durante la prigionia il Campanella si strinse in grande
amicizia sopratutto con Cristoforo Pflugh, latinamente Flugio, il
quale parrebbe che appartenesse alla celebrata ed opulenta famiglia
de' Fuggers negozianti di Augusta e divenuti Baroni di Kirchberg e
Veissenhorn, più conosciuti in Italia col nome di Fuggheri e Foccari;
ma avrebbe dovuto rabberciare il suo cognome e dichiararsi Sassone per
rimanere incognito, e riesce allora notevole che perfino dopo molti e
molti anni, a tempo della redazione del _Syntagma_ il Campanella abbia
continuato a chiamarlo «Flugio», come riesce notevole che a tempo
della prigionia in Castel nuovo sia stato di religione protestante.
Da alcune parole che leggonsi nel Carteggio del Turaminis, Agente
Toscano, parrebbe che al pari degli altri suoi compagni di carcere egli
dimorasse allora in Siena, forse ad oggetto di studio, e questo nemmeno
si accorderebbe troppo coll'età del Cristoforo Fugger che conosciamo
dall'opera del Custos[416]. Ad ogni modo non sembra dubbio che egli
appunto abbia fatto conoscere il Campanella a' Fuggers, come certamente
lo fece conoscere a Gaspare Scioppio, onde queste poche notizie su'
Fuggers non saranno state inutili, avendo ancora ad incontrarli nel
corso della nostra narrazione. Una lunga lettera posteriore del
Campanella diretta allo Pflugh e da noi pubblicata, riferibile all'anno
1607, ci fa conoscere che tanto lo Pflugh quanto il Conte Giovanni
s'interessarono molto della sua sorte, e promisero di aiutarlo presso
i Principi di Germania, che lo Pflugh specialmente si affezionò a lui,
ascoltò le sue meditazioni filosofiche e religiose chiamandolo Mastro,
gli giurò che avrebbe avuto pensiero della sua libertà, ne ebbe l'opera
della filosofia (senza dubbio l'_Epilogo_, e probabilmente anche altre
opere tra le quali la _Monarchia di Spagna_); mostrò poi una volta al
Campanella un libro di spiriti che il Campanella derise, e videro anche
insieme certe donzelle, che dalle finestre invitavano il Campanella
a scherzi più che egli non avrebbe voluto (certamente le donzelle
abitanti ne' piani superiori del Castello, a taluna delle quali il
Campanella avea diretto e forse dirigeva ancora poesie più o meno
vivaci); infine liberato dalla carcere ed andato a Roma si convertì al
Cattolicismo, onde al Campanella balenò la speranza che glie ne sarebbe
derivato un gran bene presso la Curia, avendo lui influito su tale
conversione, e poi, col procurargli l'aiuto di altri suoi potenti amici
e più tardi anche quello dello Scioppio, diè motivo di fargli concepire
speranze sempre maggiori[417]. Le deposizioni di Felice Gagliardo,
fatte al S.^{to} Officio in punto di morte, compiono la conoscenza
di questo incidente. Lo Pflugh ed il Tucher andarono a stare nella
camerata del Gagliardo, il quale insegnò loro le orazioni cattoliche
poichè dubitavano di essere stati presi come eretici; ma fecero anche,
tutti insieme, certe pratiche di negromanzia per rendersi invisibili ed
uscire così dal Castello, secondo i precetti di Gio. Wierio, avendone
procurato il libro De Menomachia daemonum (_sic_) e trattane anche una
copia[418]. Fu questo certamente il «libro di spiriti», che lo Pflugh
mostrò al Campanella, e, come si vede, il Gagliardo trovavasi già molto
avanti negli sperimenti di negromanzia e nella evocazione de' demonii.
Ma dopo circa sei mesi il Campanella dovè essere separato dagli altri
frati e posto nel torrione del Castello, come risulta da più documenti.
In primo luogo le medesime deposizioni anzidette del Gagliardo ce ne
danno notizia precisa, rivelandoci in pari tempo fatti della maggiore
importanza, capaci d'illustrare non solo tale periodo della prigionia
ma anche il tema difficilissimo delle credenze riposte del Campanella
con qualche tratto della sua vita intima: e sebbene al Gagliardo non
si possa menomamente accordare una cieca fede, massime poi nelle
condizioni in cui si trovava al momento di deporre questi fatti, vedrà
ognuno se essi non concordino con le notizie che abbiamo da altri
fonti indubitabili[419]. Il Gagliardo disse, che essendosi già dato
alla negromanzia, esercitata pure con taluni de' frati prigioni ed
egualmente con altri, avea conosciuto il Campanella nel Castello, e
nella carcere dove il Campanella stava, «al torrione», aveva appresa
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 38
  • Parts
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 01
    Total number of words is 4379
    Total number of unique words is 1558
    38.7 of words are in the 2000 most common words
    55.0 of words are in the 5000 most common words
    63.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 02
    Total number of words is 4612
    Total number of unique words is 1488
    41.7 of words are in the 2000 most common words
    56.7 of words are in the 5000 most common words
    64.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 03
    Total number of words is 4480
    Total number of unique words is 1589
    37.5 of words are in the 2000 most common words
    53.1 of words are in the 5000 most common words
    61.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 04
    Total number of words is 4463
    Total number of unique words is 1540
    39.2 of words are in the 2000 most common words
    53.3 of words are in the 5000 most common words
    61.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 05
    Total number of words is 4462
    Total number of unique words is 1506
    37.1 of words are in the 2000 most common words
    52.8 of words are in the 5000 most common words
    59.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 06
    Total number of words is 4508
    Total number of unique words is 1523
    39.9 of words are in the 2000 most common words
    54.4 of words are in the 5000 most common words
    62.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 07
    Total number of words is 4528
    Total number of unique words is 1541
    38.0 of words are in the 2000 most common words
    52.0 of words are in the 5000 most common words
    59.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 08
    Total number of words is 4516
    Total number of unique words is 1463
    38.7 of words are in the 2000 most common words
    52.7 of words are in the 5000 most common words
    61.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 09
    Total number of words is 4437
    Total number of unique words is 1586
    40.8 of words are in the 2000 most common words
    55.9 of words are in the 5000 most common words
    63.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 10
    Total number of words is 4433
    Total number of unique words is 1605
    37.9 of words are in the 2000 most common words
    54.0 of words are in the 5000 most common words
    63.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 11
    Total number of words is 4539
    Total number of unique words is 1484
    39.0 of words are in the 2000 most common words
    54.3 of words are in the 5000 most common words
    62.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 12
    Total number of words is 4297
    Total number of unique words is 1559
    40.2 of words are in the 2000 most common words
    53.3 of words are in the 5000 most common words
    61.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 13
    Total number of words is 4190
    Total number of unique words is 1502
    37.1 of words are in the 2000 most common words
    50.1 of words are in the 5000 most common words
    57.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 14
    Total number of words is 4593
    Total number of unique words is 1394
    40.5 of words are in the 2000 most common words
    56.3 of words are in the 5000 most common words
    64.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 15
    Total number of words is 4596
    Total number of unique words is 1378
    40.9 of words are in the 2000 most common words
    55.2 of words are in the 5000 most common words
    63.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 16
    Total number of words is 4558
    Total number of unique words is 1396
    40.1 of words are in the 2000 most common words
    54.8 of words are in the 5000 most common words
    61.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 17
    Total number of words is 4533
    Total number of unique words is 1230
    41.8 of words are in the 2000 most common words
    54.9 of words are in the 5000 most common words
    61.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 18
    Total number of words is 4426
    Total number of unique words is 1407
    40.4 of words are in the 2000 most common words
    54.1 of words are in the 5000 most common words
    61.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 19
    Total number of words is 4557
    Total number of unique words is 1345
    42.7 of words are in the 2000 most common words
    58.5 of words are in the 5000 most common words
    66.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 20
    Total number of words is 4638
    Total number of unique words is 1216
    42.4 of words are in the 2000 most common words
    56.2 of words are in the 5000 most common words
    64.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 21
    Total number of words is 4682
    Total number of unique words is 1357
    40.6 of words are in the 2000 most common words
    56.3 of words are in the 5000 most common words
    62.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 22
    Total number of words is 4484
    Total number of unique words is 1496
    40.6 of words are in the 2000 most common words
    55.3 of words are in the 5000 most common words
    63.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 23
    Total number of words is 4626
    Total number of unique words is 1574
    40.0 of words are in the 2000 most common words
    55.4 of words are in the 5000 most common words
    63.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 24
    Total number of words is 4513
    Total number of unique words is 1566
    39.5 of words are in the 2000 most common words
    54.9 of words are in the 5000 most common words
    61.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 25
    Total number of words is 4566
    Total number of unique words is 1512
    39.2 of words are in the 2000 most common words
    54.0 of words are in the 5000 most common words
    61.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 26
    Total number of words is 4562
    Total number of unique words is 1553
    37.0 of words are in the 2000 most common words
    50.6 of words are in the 5000 most common words
    57.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 27
    Total number of words is 4629
    Total number of unique words is 1428
    41.2 of words are in the 2000 most common words
    54.8 of words are in the 5000 most common words
    60.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 28
    Total number of words is 4506
    Total number of unique words is 1583
    39.0 of words are in the 2000 most common words
    52.9 of words are in the 5000 most common words
    60.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 29
    Total number of words is 4470
    Total number of unique words is 1512
    39.8 of words are in the 2000 most common words
    54.9 of words are in the 5000 most common words
    63.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 30
    Total number of words is 4402
    Total number of unique words is 1567
    39.2 of words are in the 2000 most common words
    55.1 of words are in the 5000 most common words
    62.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 31
    Total number of words is 4209
    Total number of unique words is 1482
    37.4 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    58.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 32
    Total number of words is 4160
    Total number of unique words is 1900
    27.1 of words are in the 2000 most common words
    37.4 of words are in the 5000 most common words
    42.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 33
    Total number of words is 4306
    Total number of unique words is 1715
    36.2 of words are in the 2000 most common words
    49.4 of words are in the 5000 most common words
    56.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 34
    Total number of words is 4402
    Total number of unique words is 1459
    35.7 of words are in the 2000 most common words
    51.5 of words are in the 5000 most common words
    60.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 35
    Total number of words is 4459
    Total number of unique words is 1394
    38.0 of words are in the 2000 most common words
    52.5 of words are in the 5000 most common words
    61.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 36
    Total number of words is 4407
    Total number of unique words is 1429
    39.5 of words are in the 2000 most common words
    55.3 of words are in the 5000 most common words
    62.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 37
    Total number of words is 4473
    Total number of unique words is 1545
    41.3 of words are in the 2000 most common words
    57.2 of words are in the 5000 most common words
    64.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 38
    Total number of words is 4549
    Total number of unique words is 1526
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    54.9 of words are in the 5000 most common words
    63.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 39
    Total number of words is 4410
    Total number of unique words is 1561
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    54.4 of words are in the 5000 most common words
    63.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 40
    Total number of words is 4486
    Total number of unique words is 1555
    37.8 of words are in the 2000 most common words
    52.9 of words are in the 5000 most common words
    61.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 41
    Total number of words is 4497
    Total number of unique words is 1685
    38.3 of words are in the 2000 most common words
    54.7 of words are in the 5000 most common words
    62.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 42
    Total number of words is 4456
    Total number of unique words is 1575
    38.2 of words are in the 2000 most common words
    52.6 of words are in the 5000 most common words
    61.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 43
    Total number of words is 4429
    Total number of unique words is 1542
    39.0 of words are in the 2000 most common words
    52.7 of words are in the 5000 most common words
    60.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 44
    Total number of words is 4406
    Total number of unique words is 1659
    36.7 of words are in the 2000 most common words
    51.9 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 45
    Total number of words is 4347
    Total number of unique words is 1713
    32.9 of words are in the 2000 most common words
    45.0 of words are in the 5000 most common words
    51.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 46
    Total number of words is 4237
    Total number of unique words is 1602
    38.5 of words are in the 2000 most common words
    52.2 of words are in the 5000 most common words
    59.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 47
    Total number of words is 4349
    Total number of unique words is 1823
    32.4 of words are in the 2000 most common words
    44.4 of words are in the 5000 most common words
    51.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 48
    Total number of words is 4429
    Total number of unique words is 1259
    36.8 of words are in the 2000 most common words
    51.3 of words are in the 5000 most common words
    60.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - 49
    Total number of words is 1907
    Total number of unique words is 817
    44.9 of words are in the 2000 most common words
    57.9 of words are in the 5000 most common words
    65.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.