Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 17

Total number of words is 4649
Total number of unique words is 1825
37.4 of words are in the 2000 most common words
55.8 of words are in the 5000 most common words
62.7 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
Per quel che spettava a Fieramosca, al quale bisognava pur dare qualche
spiegazione, concertarono che Brancaleone gli dicesse: Ginevra star
bene, non poterlo vedere per quel giorno, e che soltanto gli faceva
sapere si ricordasse dell'onore italiano, combattesse con quella virtù
che meritava una tanta cagione, e ch'essa pregherebbe per lui, e pei
suoi compagni: le quali cose si potevan dir tutte senza bugia, ed erano
tali da riconfortarlo, e farlo andar franco alla battaglia.
Dato sesto così a questa faccenda importantissima, scese Brancaleone
in piazza, e venuto alla casa de' fratelli Colonna, li trovò ambedue
nel cortile che, avendo radunati i tredici Italiani, ne rivedevan
minutamente l'arme, le bardature, i cavalli, onde per l'indomani si
trovassero in assetto, e non vi fosse parte dei loro arnesi che non
fosse a prova.
Brancaleone, che aveva avuto avviso di questo ritrovo, vi avea mandato
i suoi scudieri e quelli di Fieramosca coi cavalli e l'armi. Ma il loro
padrone mancava, ed alle interrogazioni di tutti rispondevano dicendo
che non s'era veduto e che di più non sapevano.
Prospero Colonna udì queste novelle con maraviglia, che si cambiò
presto in ira; onde, quando comparve Brancaleone, domandò con volto
severo:
--E dov'è Fieramosca, che non compare?
--Eccellenza!--rispose Brancaleone--sarà qui a momenti; il suo indugio
non è volontario.... un caso improvviso e d'importanza....
--Qual cosa vi può esser per lui più d'importanza che la faccenda di
domani? Non avrei creduto che potesse avere adesso altro pensiero.--
Fanfulla che, ricordando i casi della sera scorsa, voleva trovar
qualche verso d'avviare il discorso in modo da poterne parlare, disse
ridendo:
--Eh! stanotte avrà ballato troppo, o avrà trovato qualche chiodo nuovo
per cacciare quello vecchio, e allora si sa che alzarsi troppo presto
rincresce....
--Avrà trovato il canchero che Dio ti dia,--riprese Brancaleone:--credi
tutti pazzi come te?--Vi dico, eccellenza, che non dubitiate, e
sull'onor mio sarà qui fra poco, anzi andrò io stesso a sollecitarlo.--
Pensò questo partito esser il più sicuro, poichè, per quanto si
fidasse di Zoraide, dubitava che qualche nuovo ostacolo lo avesse
potuto impedire. S'avviò al porto, per far un'altra volta il viaggio
dell'isola; entrato in barca, al momento di staccarsi dalla riva,
usciva di dietro al molo un battello nel quale con grandissima
allegrezza scorse Ettore, che vedutolo venne a lui, e saltato a terra
subito gli domandò:
--Dov'è Ginevra? è inferma? che le è accaduto? presto, presto, andiamo
da lei.
--Presto, dai Colonna invece, non s'aspetta altri che te: Ginevra sta
bene e la vedrai poi.
--Bene, l'ho caro; ma andiamo da lei.
--Ma non t'ha detto Zoraide che domani si combatte?
--Si combatterà, ma ora, in nome di Dio, conducimi da Ginevra....
--Ora non la puoi vedere, nè per tutt'oggi....
--Ed io ti dico....
--Ma se non mi dai retta e non mi lasci parlare, non la finiremo
mai.... Dunque devi sapere (e tutto questo è per parte sua: non che
l'abbia veduta, ma me l'ha fatto dire, onde lo dicessi a te): essa
dunque sta bene, la signora Vittoria l'ha accolta e ristorata, e
prestatole quegli amorevoli uffici che richiedeva il sua caso, e non le
manca nulla: ti prega di non aver per oggi altro pensiero, nè cercar
di vederla; che ponga l'animo in quiete, combatta domani da par tuo,
ti ricordi dell'onore italiano, di tutto quel che tante volte avete
parlato insieme su tal proposito, e ch'essa prega Iddio per la nostra
vittoria....
--Ma oh! perchè non l'ho io a poter vedere?.... qui c'è sotto qualche
cosa.
--Ed io ti dico che non c'è sotto nulla: se ti volessi dire come andò
tutto il precipizio di jeri, davvero non potrei, chè neppur io lo so:
ma ti basti, in nome del Cielo! per ora di saperla salva, il di più lo
vedremo dopo la battaglia; e ora non è tempo da pensare ad altro....
Andiamo, che il signor Prospero e tutti gli altri aspettano ed hanno
già domandato di te, e molto si maravigliano de' fatti tuoi, che vai
attorno in questi momenti.... Andiamo, un po' d'animo! Sei pur stato
uomo sempre! ed è pure una vil cosa che ti metta sotto i piedi l'onore
e 'l nome di quel gran soldato che sei!
--Andiamo; sì, andiamo--riprese Fieramosca mezzo in collera;--non son
cavallo da tante spronate: ti domandavo di vederla un momento: casca il
mondo per questo?
--Non casca il mondo.... ma non capisci che son tutti là da un'ora a
far la mostra, e tu solo manchi.... che cos'hanno a pensare?
--Orsù dunque--disse Fieramosca affrettando il passo (chè tutto questo
dialogo l'avea fatto camminando lentamente volendo l'uno andar verso la
rocca, l'altro tirarlo verso la casa di Colonna), andiamo che non hai
torto.... il dovere e l'onore prima di tutto.
E mentre camminavano frettolosi gli domandava Brancaleone:
--E dunque, a proposito, come ti senti? e la ferita?....
--Oh! non è nulla.... ma ti dirò poi.... chè ora manca il tempo....
quante diavolerie! e quella povera Zoraide! non m'ha voluto chiarir
di nulla, ma ho capito bene.... al male che mi sentivo.... il pugnale
doveva esser avvelenato.... e non vorrei che m'avesse succhiata la
ferita.... e ci avesse a rimetter la salute, forse la vita.... e pur
troppo, temo che appunto la sia andata così. Ma ero tanto fuor di me
che non posso distinguere se ciò sia una memoria od un sogno che abbia
fatto.
--Ma in somma ti senti bene....
--Come non avessi mai avuto male.--
Ed in così dire eran entrati nel cortile, e si presentavano a Prospero
Colonna, che, dopo qualche breve parola sul tardare di Fieramosca,
seguitò la bisogna alla quale era occupato.
La diligenza minutissima che pose a questa rivista, la fece durare
alcune ore. I cavalli furono provati, provati gli arnesi a colpi di
lancia, d'azza e di spada. Del taglio dell'armi offensive ne fu fatta
esperienza sul legno, sul ferro, e rifiutate le meno perfette. Verso
mezzogiorno, tornato ognuno al suo alloggiamento, Ettore solo fu
trattenuto sotto colore di stabilire varj particolari della disfida, ma
in realtà per non lasciarlo andar attorno a suo modo. Brancaleone aveva
tirato da parte il signor Prospero, ed avvisatolo di tutto, pregandolo
facesse in guisa di tener Fieramosca occupato per il resto della
giornata, la qual cosa venne da lui puntualmente eseguita. Fattosi
sera, quando non rimanevano più pretesti ragionevoli per rattenerlo,
fu lasciato andare, e Brancaleone accompagnandolo a casa entrò in
ragionamenti sul mestier dell'arme, e sul modo che avean da tenere
la mattina vegnente coi loro nemici, e riuscì a farsi tanto prestar
attenzione, che non potè Ettore correr colla fantasia ove il cuore
l'avrebbe chiamato. In quella che traversavan la piazza, giungeva il
drappello de' campioni spagnuoli, ai quali accostatisi, domandando ed
udendo le nuove della giornata, vennero spendendo il tempo, e soltanto
a notte chiusa si ritirarono a casa.
--Han l'ossa dure questi diavoli di Francesi--disse Ettore separandosi
dal suo amico--e gli Spagnuoli han trovato carne pe' loro denti.
--Tanto meglio--rispose Brancaleone--avremo a far con uomini; e non
siam della bandiera Colonna per niente. Per me domani spero di far per
due: pensa che cosa direbbero que' ribaldi degli Orsini se sentissero
che ne abbiam toccate! Vorrebbe rider poco quel poltroncione del conte
di Pitigliano.... ma per questa volta spero non l'avrà il gusto.
--Oh! no--rispose Fieramosca:--e può essere che a qualcuno di questi
Francesi gli dolga d'aver voluto assaggiar i fichi di Puglia. Oh! in
somma, ora pensiamo a riposar queste poche ore, e domani a mostrare che
se i poveri Italiani sono sempre assassinati, è perchè il maledetto
destino vuol così; ma che del resto, uomo per uomo, non temiamo nè
loro nè il mondo. Addio, Brancaleone; so che vuoi dire--seguiva
sorridendo--non aver paura--fin a domani a sera non penso che a quel
che s'ha a fare, e ti giuro che mi bolle il sangue ora più che il
giorno in cui fu data la disfida; e spero di non far vergogna nè
all'Italia nè a voi.
--Di questo son più che certo--rispose Brancaleone.--A domani.
--A domani--replicò Fieramosca stringendogli la mano, e si lasciarono.
Prima di salire in camera volle Fieramosca dar un'occhiata alla stalla;
ed entratovi, si pose ad accarezzare il suo buon cavallo di battaglia,
con quell'affetto, e quasi potrei dire amicizia che prova ogni soldato
per il compagno delle sue fatiche e de' suoi pericoli. Gli passava la
mano sul collo e sulle spalle battendolo leggermente, ed il cavallo,
abbassate indietro le orecchie, scoteva il capo, e scherzando faceva
l'atto di mordere il suo padrone.
--Povero Airone mio, mangia, e fa buona cera fin che puoi, che non sei
sicuro di dormir domani sera su questa lettiera.... A tutt'altro fatto
condurrei Boccanera, e non arrischierei la tua pelle; ma domani ho
proprio bisogno d'averti sotto, che non mi metterai un piede in fallo,
son certo. E poi,--seguitò sorridendo e prendendogli il muso fra le
mani,--sei italiano anche tu, anche tu devi portar la croce.--
Visto poi che tutto era in ordine,--Masuccio--disse volgendosi al suo
scudiere,--alle quattro lo farai bere, e poi orzo quanto glien'entra in
corpo: alle cinque mi verrai ad armare.--
Dati questi ordini salì, e dopo pochi minuti avea spento il lume, e
si trovava in letto col fermo proposito di riposarsi e dormire. Sulle
prime gli parve di poter prender sonno; ma poi cominciò un pensiero,
e un altro, e un altro, ed era in letto già da più ore senza che gli
fosse riuscito di chiuder gli occhi un momento. Tutto il fatto di
Ginevra, del quale s'era dato pace in parte sulla fede di Brancaleone,
gli si mostrò nuovamente pieno di ombre e di sospetti: mille timori
incerti gli s'affollarono sul cuore:--Che cosa sarà--pensava--tutto
questo mistero, e non l'ho da sapere nè pur domani! Che Brancaleone mi
volesse ingannare?--
Un momento persino fu per maladire in cuor suo la disfida; ma il
pensiero venne rispinto con isdegno prima che fosse interamente formato.
--Oh! vergogna, vergogna,--disse alzandosi a sedere sul letto,--come
può cadermi nell'animo tanta viltà!.... Non son più quel d'una volta?
Che direbbe Ginevra se mi vedesse tanto malamente mutato, e tanto
freddo ai pensieri che un tempo mi facevan correr fuoco per le vene?--
E con queste riflessioni gli venne tant'ira di sè medesimo, che s'alzò
infuriato, e rivestitosi, chè ad ogni modo non potendo dormire, il
letto gli riusciva insoffribile, uscì sul terrazzo: sedutosi, come
spesso soleva, sul muricciolo sotto la palma, dispose d'aspettar ivi
l'alba, che non era molto lontana.
La luna pallida e scema si specchiava appena nel mare. Lontano forse
cinquecento passi, a mano manca sorgeva la rocca, che a quell'ora
poco potendosi distinguere ne' contorni, si mostrava come una gran
massa bruna, e solo i merli posti in cima alle torri apparivano un po'
distinti sul cielo. Ettore guardava sospirando quelle mura, pensando
a chi v'era rinchiusa, ed ogni tanto gli sembrava sentire come un
lontano mormorio di salmeggiare alternato. Ma era tanto discosto, che
gli pareva e non gli pareva: ad una finestra, che per esser sul fianco
del castello, egli non poteva veder che di scorcio, v'era lume e non
fu spento mai tutta la notte; avrebbe dato il sangue per non veder
più quel lume, e volgeva gli occhi altrove dicendo: Son pur pazzo a
tormentarmi con tali fantasie; poi non poteva a meno di non rivolgervi
gli occhi, e quel lume era sempre là.
Con quella specie di malafede che spesso adopera l'uomo con sè
medesimo, quando è vessato da un dubbio importuno, si diede a volersi
persuadere ciò che nell'intimo del cuore non credeva affatto, cioè che
Ginevra era in buono stato, che non le era accaduto nulla di sinistro,
e che tutto il mistero, che pure scorgeva in questa faccenda, era
un'idea sua, una vana immaginazione. E se, per ingannar se medesimo,
durava questa fatica, lo faceva conoscendo che a voler volger tutti
i pensieri e tutte le virtù dell'anima alla battaglia, gli era
indispensabile il rendersi, se non certo, almeno molto probabile, ciò
che il raziocinio gli mostrava esser pura illusione.
--Oh sì, sì--diceva scotendo il capo, e passandosi la mano sulla
fronte e sui capelli, come per dissipare i pensieri che v'erano
aggruppati--badiamo a farci onore prima di tutto..... e forse domani
a quest'ora avrò già potuto dirle: _Ginevra abbiam vinto_....--poi
fermatosi un momento a pensare:--oppure m'avrà già veduto entrar in
Barletta sulla bara, ed avrà detto: _Povero Ettore, hai fatto quel
che hai potuto_.... E se ciò accadesse? sarei morto da uomo dabbene;
ed essa piangerebbe la mia morte; ma non mi vorrebbe vivo a patto
d'una viltà; anzi andrebbe superba di poter dire: Eravamo amici sin da
fanciulli.... Sì.... ma intanto rimarrà qui sola, senz'un ajuto; neppur
sa che suo marito è al campo francese, e se anche lo sapesse, come
presentarsi a lui dopo tanto tempo?--
Ettore aveva formato e parte eseguito il disegno di raccomandarla a
Brancaleone; ma riflettendo che anch'esso poteva venir ucciso con lui,
si risolvette di scriver una lettera a Prospero Colonna, nella quale
fosse ordinato che il poco suo avere in Capua, cioè la sua casa, un
podere, e gli arnesi ed i cavalli, che pure eran del valore di molte
migliaja di ducati, tutto fosse di Maria Ginevra Rossi di Monreale.
Riaccese il lume, ed in poco tempo ebbe scritta la lettera: allora
pensò d'acchiudervene un'altra per Ginevra come di commiato, e per
raccomandarle la giovane saracina, alla quale aveva pur tanti motivi
d'essere riconoscente: e come già cantavano i galli, e s'accorgeva che
gli uomini sotto nella stalla cominciavano a risentirsi, a far romore,
mancandogli il tempo, scrisse soltanto queste poche righe:
«Ginevra, io sto per montare a cavallo, e non so s'io n'abbia a
scender vivo stasera. Se il Cielo ha disposto che debba esser altro
di me, non dubito punto che dopo aver dato qualche lagrima a quello
che sin da fanciullo ti fu con tanta fede amico e servo, tu non ti
rallegri aver io incontrata una morte della quale non si poteva
immaginare nè la più gloriosa nè la più bella. Sarai contenta goderti
per amor mio la poca roba che ho di casa; sai che son libero e
senza parenti prossimi. Solo ti raccomando, e non accaderanno per
questo molte parole, il mio famiglio Masuccio, che dal giorno in cui
all'Ofanto toccò quella ferita nella spalla, poco si può ajutare, e
correrebbe rischio, ove tu non lo soccorressi, di dover accattar per
Dio, e ne sarebbe poco onore alla mia memoria. Un'altra cosa mi rimane
a dirti. Tuo marito è al soldo dei duca di Nemours. Non ho più tempo:
sento che in casa Colonna si sta per dar il segno: Dio ti guardi: ti
raccomando anche Zoraide.
ETTORE.»
Difatti si udiva il trombetta il quale, com'è loro uso, preparandosi
per sonar la sveglia si metteva alle labbra la tromba ricavandone
suoni brevi ed interrotti, come per prova. Un tal qual ronzìo, ed un
rumoreggiar sordo che veniva dal terreno della casa e da quelle dei
vicini, voci indistinte e passi d'uomini e di cavalli per le strade,
indicavano che la maggior parte di coloro che dovevan essere attori o
spettatori del fatto d'arme, avean principiato a mettersi in moto: in
cielo però non si scorgeva ancora alcun principio di albeggiare; anzi
una caligine oscura nascondeva le stelle, e condensava l'atmosfera.
Fieramosca, che stava chiudendo le due lettere seduto accanto alla
finestra aperta, se n'accorse guardando fuori, ove il piccol raggio
della candela usciva divergente, illuminando quel tratto di nebbia
ove poteva percuotere. La brutta apparenza del tempo, trovandolo già
disposto alla mestizia, gliel'accrebbe; i pipistrelli che trapassavano
con volo tremolo e veloce avanti la finestra, chiamati dallo splendore,
le sentinelle poste sulle torri del castello e che, accostandosi l'ora
del mutar le guardie, si chiamavano con un certo gridar lugubre,
tutto in somma accresceva la tristezza di quest'ora, ed il combattuto
giovane ne rimase oppresso un momento. Ma i passi gravi e sonanti di
due uomini che, salita la scala gli entravano in camera, gli fecero
alzar la fronte e comporre il viso in atto lieto ed ardito, onde non
s'avvedessero del suo vero stato.
Comparì Brancaleone tutto coperto delle sue armi fuorchè il capo,
accompagnato da Masuccio che portava l'arnese di Fieramosca. La campana
di San Domenico sonava la messa che dovevano udire i combattenti prima
di partire pel campo.
--Armati Ettore, chè a momenti saranno tutti in chiesa--disse
Brancaleone; ed aiutato da Masuccio in pochi minuti ebbe coperto il
suo amico della perfetta e lucente armatura che usava portare nelle
maggiori occasioni. Fabbricata da un de' migliori artefici di Milano,
s'adattava così bene alle belle membra del cavaliere, ed era nelle
giunture tanto maestrevolmente connessa, che seguiva i contorni del
corpo senza alterarne la grazia in nessuna parte, lasciandolo nel
tempo stesso interamente libero e sciolto in tutti i suoi moti. Finito
d'armarsi, ed appeso alla sinistra la spada ed alla destra la daga
scesero uniti, e facendosi portar dietro dai famigli lancia, elmo e
scudo, e condurre a mano i cavalli, vennero a San Domenico, ove in
pochi minuti insieme con molto popolo si trovaron radunati i tredici
campioni e Prospero Colonna.
La chiesa era un quadrilungo a tre navate separate da colonne ed archi
a sest'acuto, d'assai rozza maniera, e verso l'altar maggiore due
sfondi ai lati formavano una croce col corpo principale dell'edifizio:
il coro de' frati, secondo l'uso antico, avanti l'altare era di legno,
divisi gli stalli de' religiosi da molti ornati in rilievo, ai quali il
tempo avea data una tinta lucida e bruna: nel mezzo era posto un banco
capace di tredici persone, ove stavano gli uomini d'arme italiani.
La luce del giorno andava crescendo, ma non era ancora abbastanza
chiara per poter passare attraverso delle invetriate dipinte che
chiudevano gli stretti finestroni, onde tutto l'interno della chiesa
rimaneva quasi nell'oscurità, e il lume rossiccio delle poche candele
dell'altare si ripercoteva soltanto un po' vibrato sulle corazze de'
guerrieri, lasciando tutte le altre figure quasi invisibili. Prospero
Colonna armato anch'esso stava un po' innanzi agli altri, ed aveva
a' piedi per inginocchiarsi un ricco cuscino di velluto rosso colla
colonna ricamata in argento, recatogli da due paggi che si tenean ritti
pochi passi dietro di lui. Uscì la messa: Fra Mariano la diceva, ed i
cuori di quelli fra gli spettatori, che eran capaci di sensi generosi
ed alti, forse non rimasero indifferenti alla vista di que' valorosi ed
arditi giovani che atterravan innanzi al Dio degli eserciti le fronti
solcate dal ferro e dalle fatiche, per domandargli che fosse dato alle
loro spade di vincere chi volea trascinar nel fango il nome italiano.
Nelle loro mosse, alle quali il lungo uso dell'armi dava anche nel
pregare una cert'aria brava, esprimevano però i pensieri religiosi che
avean nell'animo. All'estremo del banco, a man sinistra, era Fieramosca
ritto, immobile, colle braccia intrecciate sul petto. Gli stava in
faccia a pochi passi la porta della sagrestia aperta; e gli uomini
della chiesa, che andavano avanti e indietro pei loro uffici, avrebbero
forse potuto soli distrarlo dalla preghiera; ma s'aggiunse una vista
ed un dialogo, che in quel momento più che mai eran tali da fissar
dolorosamente i suoi pensieri.
Un uomo vestito d'una cappa oscura tutta sdruscita, coi capelli rossi
in disordine, ed un viso di tristo augurio era fermo in mezzo alla
sagrestia: e, volto ad un frate domenicano che occupava colla sua
corpulenza tutto un seggiolone di cuojo posto fra un armadio e l'altro,
solito mobile di questi luoghi, gli domandava con parlar ruvido, e voce
rauca e sottile:
--Quale ho d'ammannire, quella dei poveri o quella dei signori?
--Bella interrogazione!--rispose il frate, e la sola parte che si
movesse nel suo corpo eran le labbra.--Non lo sai che il signor
Consalvo fa la spesa? non è già uno di questi affamati di Barletta,
che per non dar la torcia al curato, si fan portar via per poveri....
Di prima classe, ve l'ho già detto a tutti, di prima classe, campane,
catafalco e messa cantata. Mi sembrate più balordi del solito.--
L'altro si strinse nelle spalle ed andando verso uno dei lati della
sagrestia si tolse dalla vista di Fieramosca: questi però udì metter
la chiave in un uscio ed aprirlo; poscia distinse un romore di passi
che s'allontanavano, e per alcuni minuti non udì altro: poco stante
i medesimi passi che ritornavano con uno stropiccìo come di cosa
trascinata sul pavimento; e lo strepito veniva innanzi finchè ricomparì
l'istess'uomo tirando e lasciando in mezzo alla sagrestia una bara
nera filettata d'argento, avente una croce alla testa, ed ai piedi un
teschio retto da due ossa poste sotto a guisa di croce di Sant'Andrea;
vi buttò sopra un copertone di velluto nero, dopo che con un panno
n'ebbe scossa per tutto la polvere. Mentre il beccamorto compiva
quest'ufficio con quel fare sbadato e di mal umore, che pur troppo
appare spesso negl'inservienti alle sagrestie, un'idea lieta trovò pure
strada di fargli aggrinzar con un riso la pelle che gli copriva l'ossa
delle guance.
--Dunque ci sarà da bere anche per me questa volta? È un gran pezzo che
non v'è altro lavoro che di marinari e pescatori.... ringraziarne Dio
che ogni tanto ne capita anche qualcuno di questi pe... (si voltò a un
tratto quasi temendo d'esser udito, ed abbassata la voce seguitò) di
questi pezzi grossi.
--Una volta tocca a tutti--disse il frate, tagliando la frase in due
con uno sbadiglio.
--E può essere--seguitava il becchino, adattando la coperta sulla
bara, e scostandosi per vedere che non pendesse più da una parte che
dall'altra--può essere che la Beca, quella strega di mia moglie, ci
abbia azzeccato. Jer sera (sentite questa) eravamo in letto, e si
discorreva che si sta a spasso e non si lavora, e che la guarnaccia
della donna e 'l sajo nuovo che mi potei fare coi danari che
buscai nella morìa, cascan a pezzi.... E vedete se è vero (in così
dire tirandosi le maniche sui gomiti mostrava la verità delle sue
asserzioni); e in somma si diceva che, se tirava innanzi così un altro
poco, saremmo morti di fame. Poi stamattina prima dell'avemaria,
intanto che m'alzavo per iscender in chiesa:--Ohè Rosso!--dice:--sai
che mi son sognato?--Dico:--che ti sei sognato?--Dice:--mi pareva
che la cucina dell'osteria di Veleno fosse piena di letti, e l'oste
giallo giallo per il primo, e in somma--dice--era tornata la peste,
e c'eravamo rifatti, e tu andavi per Barletta vestito come un
cavaliere.... In somma, dite voi fra Biagio, tra la guerra e la peste
siamo lì?... e può essere che prima di stasera (e qui di nuovo abbassò
la voce, e vedendo che dalla chiesa nessuno gli badava, accennò col
pollice sulla spalla verso i tredici giovani), può esser in somma che
qualcuno torni a casa sul quattropiedi...--
Il frate, o per isbadataggine o per mantenere i dritti della gerarchia,
non si curò di rispondere, onde finì il dialogo. Il becchino,
quand'ebbe messa in ordine ogni cosa, scomparve: e la bara rimase in
mezzo alla sagrestia. Non venne in mente a Fieramosca, e se gliene
fosse balenato un qualche sospetto l'avrebbe cacciato come una
pazzia, per chi dovesse servire: non ostante non ne potè staccar gli
occhi durante il rimanente della messa. I suoi pensieri si fermarono
naturalmente sull'idea che quel giorno poteva esser l'ultimo della sua
vita, e volse con più fervore lo spirito a Dio domandando di nuovo il
perdono delle sue colpe. Riandava colla mente tutto il tempo trascorso
da quando avea tolta Ginevra di Santa Cecilia; e gli pareva non aver
rimorso d'altro, fuorchè del non averle palesato che Grajano era vivo.
Di questo però come d'ogni altro fallo se n'era confessato la sera
innanzi. Gli parve d'esser tranquillo, e di poter franco incontrar
la morte. Terminò la messa, uscirono i tredici, seguitando Prospero
Colonna, e vennero a casa sua, ove si posero a tavola per non andar
digiuni a combattere.
Fra gli altri patti fermati d'accordo dalle due parti italiana e
francese, v'era quello: che ogni uomo d'arme che venisse fatto prigione
potesse, senza dover seguir il suo vincitore, riscattarsi coll'arme e
'l cavallo mediante lo sborso di cento ducati. Ognuno degl'Italiani
consegnò il danaro al signor Prospero, ed i mille trecento ducati posti
in un sacco furon caricati su alcuni muli, i quali avviati innanzi
portavan sul campo provvisioni e masserizie che forse avrebber potuto
bisognare.
Finita la colezione, tutti uniti andarono alla rocca ove il gran
Capitano gli aspettava nella sala del ballo; preser commiato con
poche parole e volto sereno da lui, che disse nel congedarli come gli
aspettava a cena, e faceva preparare per ventisei persone, onde se i
Francesi avesser dimenticato di portar con loro i danari del riscatto,
non avessero ad andar a letto a digiuno. Scesero nel cortile ove erano
in fila disposti i cavalli tenuti dai famigli. Montarono in sella, e a
due a due s'avviarono, preceduti dalle trombe, ed accompagnati da molti
amici e da una folla di curiosi.
NOTE:
[12] Come migliori vi mandai al campo.


CAPITOLO DECIMONONO.

Ad uguale distanza da Barletta e dal campo francese, dove la pianura
accostandosi alle colline comincia ad elevarsi, si stende, fra certi
monticelli bassi, un piano di circa trecento passi per ogni verso,
formato probabilmente da qualche antica alluvione. Il terreno di
minuta ghiaja e di sabbia silicea rassodato dal tempo è sgombro
d'arbusti e d'erbe, ed offre alla zampa dei cavalli un andar franco
e sicuro. Questo era il luogo scelto pel combattimento. Dal giorno
innanzi per cura d'uomini mandati dalle due parti, fu livellato ove
era qualche ineguaglianza di terreno; fissati i limiti con un solco e
con grosse pietre disposte all'intorno; ed all'ombra di grandissimi
lecci che crescevano sul ciglio d'un greppo, dal quale si dominava
tutto il campo, vennero situati sedili pei giudici, sotto una specie
di tenda a strisce bianche e vermiglie annodata ai rami degli alberi.
Avanti a questo tribunale eran piantate in fila alla vista di tutti
ventisei lance cogli scudi degli uomini d'arme delle due nazioni, ed
i loro nomi scritti a grandi lettere su un cartellone. Dalle terre e
ville del contorno la curiosità aveva radunata gran folla di contadini
e signorotti di campagna, che prima del levar del sole già si trovavano
allogati per l'alture circonvicine. Quelli che fra loro tenevano un
certo grado sedean coi vecchi e colle donne sull'erba; gli altri,
come ragazzi, poveri, monelli, s'arrampicavano su per gli alberi, e
mostrandosi qua e là fra le foglie facean contrastare col verde il
colore de' visi e de' panni.
Bello spettacolo era (specialmente per chi, ponendosi all'estremità
del campo, volgesse le spalle all'interno delle terre ed il viso alla
marina) il vedere una così ricca scena campestre ravvivata da tal
moltitudine piena di tanto moto e di tanta vita: a destra elevarsi
sul cielo le grandiose masse degli elci, ed al color cupo delle lor
foglie mischiarsi il verde più vivace e gajo d'arboscelli minori; su
un piano più lontano dietro questi, la terra di Quarato, della quale
si scopriva soltanto la porta difesa da una torre addossata a rupi,
al cui piede serpeggia la strada: in mezzo il campo, ed al di là il
lido dell'Adriatico, la città e il castello di Barletta, e le forme
colorite degli edifizi spiccate sulla tinta azzurra del mare: più
lontano il ponte e l'isola di Sant'Orsola, gli alti gioghi del Gargano,
e la linea dell'orizzonte: a manca poi, le colline che a poco poco si
vengono alzando; e rimpetto al luogo destinato ai giudici, sovra un
terreno disuguale, vestito d'erba fresca, gruppi di altissime querce
coi tronchi rivestiti d'edera, e nel pieno vigore della più ricca
vegetazione. La nebbia formatasi nella notte, squarciandosi alla brezza
dell'aurora, veleggiava nelle regioni superiori dell'aria in nuvole di
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 18
  • Parts
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 01
    Total number of words is 4553
    Total number of unique words is 1885
    37.8 of words are in the 2000 most common words
    54.2 of words are in the 5000 most common words
    61.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 02
    Total number of words is 4756
    Total number of unique words is 1745
    41.1 of words are in the 2000 most common words
    56.8 of words are in the 5000 most common words
    64.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 03
    Total number of words is 4548
    Total number of unique words is 1887
    39.3 of words are in the 2000 most common words
    56.2 of words are in the 5000 most common words
    64.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 04
    Total number of words is 4752
    Total number of unique words is 1752
    39.5 of words are in the 2000 most common words
    55.0 of words are in the 5000 most common words
    62.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 05
    Total number of words is 4565
    Total number of unique words is 1914
    38.0 of words are in the 2000 most common words
    54.6 of words are in the 5000 most common words
    61.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 06
    Total number of words is 4552
    Total number of unique words is 1873
    39.0 of words are in the 2000 most common words
    55.6 of words are in the 5000 most common words
    64.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 07
    Total number of words is 4590
    Total number of unique words is 1866
    37.8 of words are in the 2000 most common words
    53.6 of words are in the 5000 most common words
    62.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 08
    Total number of words is 4722
    Total number of unique words is 1829
    38.9 of words are in the 2000 most common words
    55.5 of words are in the 5000 most common words
    62.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 09
    Total number of words is 4585
    Total number of unique words is 1900
    36.9 of words are in the 2000 most common words
    52.8 of words are in the 5000 most common words
    60.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 10
    Total number of words is 4717
    Total number of unique words is 1790
    37.6 of words are in the 2000 most common words
    54.0 of words are in the 5000 most common words
    60.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 11
    Total number of words is 4653
    Total number of unique words is 1853
    36.7 of words are in the 2000 most common words
    52.3 of words are in the 5000 most common words
    59.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 12
    Total number of words is 4698
    Total number of unique words is 1861
    37.0 of words are in the 2000 most common words
    53.7 of words are in the 5000 most common words
    61.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 13
    Total number of words is 4608
    Total number of unique words is 1757
    37.7 of words are in the 2000 most common words
    53.4 of words are in the 5000 most common words
    61.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 14
    Total number of words is 4634
    Total number of unique words is 1873
    37.2 of words are in the 2000 most common words
    54.2 of words are in the 5000 most common words
    61.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 15
    Total number of words is 4642
    Total number of unique words is 1755
    39.1 of words are in the 2000 most common words
    55.7 of words are in the 5000 most common words
    63.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 16
    Total number of words is 4603
    Total number of unique words is 1753
    37.6 of words are in the 2000 most common words
    55.2 of words are in the 5000 most common words
    62.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 17
    Total number of words is 4649
    Total number of unique words is 1825
    37.4 of words are in the 2000 most common words
    55.8 of words are in the 5000 most common words
    62.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 18
    Total number of words is 4581
    Total number of unique words is 1795
    33.2 of words are in the 2000 most common words
    48.0 of words are in the 5000 most common words
    54.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 19
    Total number of words is 4587
    Total number of unique words is 1815
    37.4 of words are in the 2000 most common words
    53.9 of words are in the 5000 most common words
    61.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Ettore Fieramosca: ossia, La disfida di Barletta - 20
    Total number of words is 66
    Total number of unique words is 59
    62.6 of words are in the 2000 most common words
    70.7 of words are in the 5000 most common words
    75.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.