Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 4 - 09

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dissertazione _de harmoniâ musicâ_, Willeberg 1679.
WARREN (Ambrogio), dotto inglese, ed amatore di musica sul principio
dell'ultimo secolo in Londra. Nel 1725 pubblicò quivi _The tonometer:
explaining and demonstrating, by an easie method, in numbers and
proportion_, cioè: _Spiegazione e dimostrazione de' tuoni musicali con
un nuovo metodo di proporzioni e di numeri_. Presso Scheibe
(_Composizion musicale_) si trova una distinta analisi del trattato di
Warren sulla divisione dell'ottava in 32 tuoni differenti.

WEBB (Daniel), letterato inglese, e dilettante di musica sulla fine
dello scorso secolo a Londra, è autore di un trattato, che ha per
titolo: _Observation on the correspondence between poetry and music_,
cioè: _Osservazioni sull'affinità della poesia con la musica_ 1793. Egli
prova con molto gusto ed eleganza, che la vera ragione degli effetti e
de' fenomeni della musica risiede nell'armonia de' movimenti, che
l'anima ed i suoni producono su' nervi, e gli spiriti vitali. Mr.
Eschenburg l'ha tradotto in tedesco (_V. Desessarts Bibl. d'un homme de
goût, t. 3; Paris 1808_).
WEBER (F. A.), nato a Heilbronn nel 1753, è quivi dottore in medicina, e
distinto compositore ed autore di più opere di musica. Le sue opere di
teoria sono: 1. _Caratteristica delle voci, e di alcuni stromenti in
uso_; — 2. _Osservazioni sul violino e la maniera di sonarlo con
esempj_; — 3. _Dissertazione pratica sulla viola di amore, e i
miglioramenti che recar vi si possono_; — 4. _Dissert. sulla perfezione
dell'intavolatura italiana, ad uso de' suonatori di cembalo, con una
serie di sonate ec_; — 5. _Osservazioni sulla dottrina del
contrappunto_; — 6. _Corrispondenza musurgica sopra molti argomenti di
Estetica musicale, ed analisi delle opere dei gran maestri, con de'
paralleli de' più recenti_; — 7. _Molte altre dissertazioni di
musica_; — 8. _L'arte poetica di Orazio secondo la traduzione di Ramler,
con note per i compositori ed i musici_, 1806-1810. Egli ha scritto in
oltre molta musica sì stromentale, che vocale, che è in molto pregio per
la novità e 'l gusto. Il d. Lichtenthal rapporta, che Weber come medico
ha impiegato la musica con successo ne' dolori d'occhi (_Influenza della
mus. p. 62_).
WEIGL (Giuseppe), valente maestro di musica de' nostri giorni, detto dal
Carpani il _Parmigianino_ della musica, fu per qualche tempo scolare del
grand'Haydn. Egli si è reso celebre pel suo stupendo _oratorio_ della
_Passione_, che solo basterebbe a immortalarlo, dice il sullodato
Carpani, e dove fece buon uso delle fughe (_Lett. III e X_). Weigl
riferisce del suo maestro Haydn, che aveva per via di certi suoi calcoli
numerici, stabilito un metodo con cui reggeva l'artificio della sua
composizione, e che non volle mai comunicar ad alcuno questo suo magico
ritrovato: quando ne veniva pregato, rispondeva sorridendo: _provatevi e
trovatelo_. Nel magazzino di musica del Ricordi in Milano abbiamo di
Weigl i seguenti drammi buffi italiani: _il Rivale di se stesso_;
_l'Uniforme_; _l'Amor marinaro_; _la Famiglia Svizzera_; _Casa delli
orfanelli_; _la Principessa d'Amalfi_.
WEIMAR (Pietro), maestro di musica nel ginnasio elettorale di Erfurt, è
autore di alcune _dissertazioni sullo stato della musica_ in quel paese,
inserite nel Magazino musicale di Cramer. Vi ha anche di lui impressa
molta musica a Reval, ed a Lipsia, e dopo il 1790 una collezione di
canti per la chiesa. L'arte deve a lui molti allievi, che fannogli
onore.
WEREMBERT, monaco di S. Gallo, morto l'anno 884, era figlio di Adalberto
uno degli uffiziali di Carlo-magno: fece i primi suoi studj nella scuola
di Fulda, e li terminò a S. Gallo. Egli coltivò le belle-arti, e le
scienze, la poesia, la musica, la teologia e la storia. Abbiamo di lui
un _Trattato sulla musica_, che è il più importante tra le sue opere.
WERNER (Greg. Giuseppe), primo maestro direttore della scelta numerosa
orchestra del principe Ant. Esterhazy verso il 1758, fu in quel posto il
predecessore dell'Haydn, e secondo il Carpani, uomo di molto merito. Vi
sono di lui alcune cantate a 4 ed a 5 voci con due violini, e basso, ed
alcune sinfonie.

WIDDER (Feder. Adamo), professore nell'università di Gottinga, nel 1751
fecevi imprimere una dissertazione, citata con lode da Lichtenthal: _De
affectibus ope musices excitandis, augendis et moderandis._
WIELAND, uno de' più celebri scrittori e poeti dell'Alemagna, verso il
1780 diè al pubblico un _Saggio sullo stato della musica_ a quell'epoca.
Egli dà tutto il merito della perfezione di quest'arte al cel. Gluck:
“Mosso da una delle più belle massime di Pitagora, egli dice, Gluck ha
preferito le Muse alle Sirene; egli ha sostituito ai vani e falsi
ornamenti quella nobile e preziosa semplicità, che nelle Arti come nelle
Lettere fu sempre il carattere del vero del grande, e del bello. Eh!
quai nuovi prodigj non produrrebbe quest'anima di fuoco, se qualche
Sovrano de' nostri giorni volesse fare per l'opera quel che fece
altrevolte Pericle per il teatro di Atene?” Wieland è autore altresì del
_Poema delle grazie_, una delle più predilette composizioni del suo
autore, Lipsia 1770 in 8º, ove tratta a lungo della musica, e del bello
ideale di quest'arte.
WIEN (Saverio), nato a Pesmes nella Franca-Contea; diè al pubblico:
_Musique théorique et pratique reduite à ses principes naturels, ou
nouvelle méthode pour apprendre facilement et en peu de tems l'art de la
musique_, Paris 1742-1744 in 4º.
WIESE (il barone di), amatore di musica a Bade, nel 1790 pubblicò un
trattato col titolo: _Anweisung_ ec. cioè: _Metodo meccanico di
accordare il cembalo secondo un nuovo temperamento_. Havvi di lui
altresì un manoscritto col titolo: _la teoria della divisione delle
corde vibranti_.
WILELMO, abbate del monistero di Hischau nel dodicesimo secolo, molto
istruito per que' tempi nella musica, ha lasciato un trattato _de
Musica_, che l'ab. Gerbert ha inserito nella sua collezione, t. 2 p.
154.
WINTER (Cristiano), direttore di musica a Hannover, membro della società
musicale di Mitzler, viveva sino all'anno 1786. Abbiamo di lui:
_Dissertatio de musices peritia theologo neque dedecòra, neque
inutilis_, Cell. 1749. — _Diss. de eo quod sibi invicem debent musica,
poetica et rhetorica, artes jucundissimæ_, Hannov. 1764. Il dottor
Forkel loda principalmente quest'opera: _De curâ principum, et
magistratuum in tuendo, et conservando cantu ecclesiastico_, Hann.
1772. — _Dissertazione intorno a S. Cecilia patrona de' musici_, nel
magazzino di Hannover 30 giugno 1786.
WINTER (Pietro), cel. compositore tedesco de' nostri giorni, nato nel
1758, non ha faticato solamente pel teatro di sua nazione, ma ha
arricchito altresì di molte altre opere il teatro italiano, comecchè
dovizioso abbastanza per le produzioni de' Sarti, de' Jommelli, de'
Cimarosa, de' Guglielmi, de' Mayer, de' Paer. Egli ha scritto più drammi
italiani e serii e comici eseguiti con gran successo su' teatri di
Venezia, di Napoli, di Vienna, di Parigi e di Londra. Questo compositore
è energico, ricco, abbondante, drammatico, e sempre locale nella sua
musica, e ne' suoi motivi.

WOLF (Ernesto Guglielmo) era uno de' migliori compositori della Germania
nell'ultima metà del passato secolo. Nel 1761 egli divenne maestro di
cappella del duca di Saxe-Weimar, e diè lezioni alla giovane duchessa,
per il cui favore ottenne quel posto che onorevolmente occupava ancora
nel 1791. Egli ha arricchito la musica di un gran numero di opere assai
pregiate sì teoriche che pratiche. Non ne citeremo che le più
rimarchevoli. _Viaggi di musica ne' mesi di giugno, luglio, ed agosto
1782_, Weimar 1784. _Regole ed osservazioni per ben suonare il cembalo_,
che danno a divedere la sua profonda cognizione in quest'arte. _Lezioni
di musica per il canto, per l'accompagnamento, e per la composizione;
per l'espressione e la disposizione delle composizioni, ad uso di
quegli, che vorranno esercitare ed insegnare altrui la musica_, Dresda
1788 in fol. Vi ha altresì di Wolf diciassette pezzi di musica vocale
per chiesa, per teatro, e per camera: ed un'infinità di musica
stromentale impressa a Lipsia, a Lione, a Breslavia, assai ricercata
dagli intendenti.
WOLF (Giorgio-Federico), maestro di cappella del conte di Stolberg, è
autore di più opere. Tali sono: _Breve istruzione e chiara per toccar di
cembalo con una tavola di note_, Gottinga 1784. _Istruzione nell'arte di
cantare_, Halle 1784. _Breve dizionario di musica_, Halle 1787, contiene
la spiegazione de' termini tecnici. Per la pratica: _Canzoni con melodie
pel cembalo_, Nordhausen 1781. _Mottetti funebri con cori_, 1786.

WUNSCH (Ernesto), dottore in filosofia e in medicina a Francfort, nel
1776 pubblicò in Lipsia: _Initia novæ doctrinæ de naturâ soni_, e nelle
memorie alemanne presentate all'accademia di Berlino l'anno 1793,
trovansi di lui degli _Esperimenti sulla propagazione del suono_. (_V.
Chladni Acoust. p. 319_).


X

XAVIER (Antonio), nato a Parigi nel 1769 da un certo signore di qualità,
si vide costretto dalla rivoluzione a vivere del talento, che sino
allora aveva esercitato per suo diporto. Egli suonava assai bene di
violino, essendo stato allievo di Berthaume e di Mestrino: la sua
maniera è grande, nè può trarsi un più bel suono dal suo stromento. Dopo
il 1806 egli è all'accademia imperiale di musica. Vi sono di lui
impressi de' _Duo_, e molti romanzi; M. Kreutzer gli ha dedicato
un'opera di sonate, e M. Jadin i suoi quartetti di violino.

XIMENES (il conte) è autore di un'opera, cui diè per titolo: _M. Chambre
un petit-mond_, che il Signor Heydenreich ha tradotta in tedesco e
pubblicolla a Lipsia nel 1797. L'autore vi esamina la questione, _quale
delle due arti merita la preferenza, la Pittura, o la Musica_? “Si dice
in onor del Pittore, che le sue opere gli sopravvivono, ed eternano la
sua memoria: al che rispondo, che i compositori lasciano anch'eglino,
come i Pittori, i loro quadri, le loro opere, e i concerti. Ma la Musica
è soggetta alla moda, che non lo è la Pittura; quei pezzi che
stempravano l'anima a' nostri antenati, ci muovono ora alle risa. I
nipoti di coloro, che nelle opere comiche erano commossi sino alle
lacrime, ne formano ora il soggetto del loro scherno. Ma, che m'importa,
mi disse una volta Mad. de Hautcastel, se la musica di Cherubini, e di
Cimarosa sia o no diversa da quella dei loro predecessori? o che mi
cale, se la antica musica mi fa ridere, purchè la moderna alletti il mio
animo? Sarà forse necessario alla mia felicità, che i miei piaceri sien
simili a quelli della mia bisavola? Perchè mi parlate della pittura, che
è una professione che forma il gusto di poche persone, dove la musica
incanta ognun che respira? A questa osservazione, che non mi aspettava,
rimasi senza saper rispondere; se l'avessi prevista, non mi sarei
innoltrato in tal dissertazione. Io non sono che un dilettante di
musica, non già un virtuoso, e ne chiamo in testimoni coloro che mi
hanno inteso suonare il violino. Ma dato ancora che si prendesse il
merito della professione uguale da ogni lato, non si dovrebbe
precipitosamente conchiudere dal merito della professione a quello del
professore. Veggonsi de' fanciulli sonar maestrevolmente di cembalo, ma
non si sono veduti giammai dei gran pittori a dodici anni. La pittura
richiede gusto e sentimento, ed una testa che riflette, che pensa;
laddove un musico può esserne, senza pregiudizio, esente. Veggiamo tutto
dì degli uomini senza testa, e senza cuore trar dai loro stromenti
melodie che incantano. Può macchinalmente avvezzarsi un uomo, a suonare
il cembalo, e quando vi si è abituato da un buon maestro, può l'anima
comodamente darsi in balia a' suoi vaneggiamenti, mentre le dita
meccanicamente formano i suoni, alla unione de' quali essa per nulla
s'intromette. Non si potrebbe al contrario dipingere la più semplice
cosa del mondo, se l'anima non vi cooperasse concentrando unitamente
tutte le sue forze. Se alcuno poi vorrebbe il mio parere per distinguer
nella musica tra l'invenzione e l'esecuzione, io lo confesso, ciò mi
porrebbe in qualche inquietudine. Ah! se tutti i compositori di
dissertazioni fossero sinceri, tutti avrebbero un istesso fine. Sul
principio della discussione si prende d'ordinario un tuono di
contraddizione, giacchè si è deciso occultamente; come io infatti, non
ostante la mia imparzialità, era per la pittura; ma il continuar le
ricerche porta delle nuove difficoltà, e tutto finisce sul tuono del
dubbio.” Ecco la graziosa maniera, con cui presenta questo autore le sue
riflessioni: egli fa leggersi con piacere e con profitto.


Y

YOUNG (Matthew), dotto fisico inglese, nel 1784 pubblicò a Dublino: _An
Enquiry into the principal phoenomena of sounds and musical strings_,
cioè: _Ricerche su i principali fenomeni de' suoni della musica_, in cui
procura di difendere i principj d'acustica di Newton. Questo trattato
contiene molte utili osservazioni intorno a' soggetti di acustica, come
la simpatía de' suoni, le vibrazioni delle corde, la propagazione del
suono, l'eco ec. (_V. Chladni Acoust. p. 57-290_).

YRIARTE (D. Thomas de), spagnuolo dottissimo, autore di un poema in
questa lingua intitolato: _la Musica_, la cui prima superba edizione fu
fatta in Madrid nel 1779 in 4º; la seconda del 1764, in 8º ed è stato
stampato ancora in Parma dal cel. Bodoni. Egli è uno de' poemi spagnuoli
moderni il più generalmente stimato (_V. Desessart. Biblioth. d'un homme
de goût, t. 1, p. 383 Paris 1808_). “In tutti i secoli è piaciuto
d'ornare con le Veneri poetiche i precetti delle scienze e delle arti.
Abbiamo grandissima copia di poemi fisici e astronomici: molti ne
possegghiamo sopra la pittura, sull'eloquenza, sulla declamazione, sul
ballo, e somiglianti: ma nè veruno antico, nè moderno scrittore mai
pensò di comporre un poema didattico su la musica. Se era malagevole per
lo passato il riuscire in questo progetto, lo è anche assai più ai dì
nostri: è stata l'arte condotta a grado tale di perfezione, sonosi a
segno moltiplicati i precetti, che sembra quasi impossibile, che un
poeta presenti il contenuto in un'opera, che dee dilettare insegnando.
Lo stesso non si esigge da un artefice, che scriva in prosa, per dar
contezza dell'arte sua. Eppure abbiam noi forse molti libri che
spieghino con metodo, e compiutamente quella della musica? i migliori
libri per essere intesi non esiggon forse la voce del maestro, e numero
grande d'esempj? Un poeta non ha gli ajuti medesimi, e vien giudicato
con più rigore. Noi dobbiamo avere obbligazione grandissima al Sig. _de
Yriarte_ per aver coraggiosamente superata la difficoltà, ed aperta una
sì interessante carriera.” (_V. Giorn. de' Letterati d'Italia, 1780_). È
questo poema diviso in cinque canti. Il _primo_ è consacrato agli
elementi musicali, che l'Aut. riduce al _suono_ ed al _tempo_. Ei lo
termina con vaghe riflessioni sopra l'inutilità dei precetti dell'arte,
allorchè manchino a chi compone la sensibilità, e il genio. Il _secondo_
offre le regole dell'espressione musicale. Il _terzo_ comincia da una
vigorosa apostrofe alle anime insensibili, che hanno preteso di avvilire
la musica: tratta quindi dell'eccellenza della musica, e del suo impiego
nei nostri Templi. Il _quarto_ è consagrato alla musica di teatro.
L'autore che tratto tratto è andato investendosi del tono
dell'entusiasmo, credesi in un subito trasportato in quella parte degli
Elisi occupato dai famosi musici di tutti i secoli, e di tutte le
nazioni. Ei s'indirizza a Jommelli, e questo cel. compositore gli spiega
esso medesimo tutto quello, che è relativo alla musica teatrale. Il
_quinto_ comprende finalmente le due ultime classi della musica, cioè
l'uso che ne vien fatto nella società e nella solitudine. Principia da
un elogio delle accademie di musica, o concerti: loda grandemente gli
autori tedeschi, e singolarmente Haydn per la musica istrumentale.
Seguono in fine delle importanti note relative a cadaun canto, che
meritano di esser lette con attenzione. Lo stile poetico dell'Aut. è
d'un elegante natío, e dee estremamente dilettare chi perfettamente
intende l'idioma spagnuolo. Eccone un saggio tra' dieci versi del IV
canto consagrati all'elogio del cavaliere Gluck. _E tu_, fa egli dire al
Jommelli, _immortal compositore d'Alceste, d'Ifigenìa di Paride, e
d'Elena, Cantor germano del Cantore di Tracia, o Gluck, sublime
inventore, che hai richiamato alla vita il secol d'oro della scena,
allorchè l'infelice Europa verrà a perderti, coronato d'eterno alloro
troverai un asilo distinto in questo luogo, ove non si conosce
interessato encomio, ove non regna l'invidia, ed ove non ha sede verun
partito nazionale_. Un così eccellente poema non ha trovato sinora un
traduttore in Italia a danno dell'arte, e della nostra letteratura.


Z

ZACCONI (Luigi). Agostiniano di Pesaro, e maestro di musica del duca di
Baviera, pubblicò a Vinegia nel 1596 un libro assai ben fatto col titolo
di _Pratica di musica utile e necessaria sì al compositore per comporre
i canti suoi regolarmente, sì anco al cantore per assicurarsi in tutte
le cose cantabili_. Nel 1622, il P. Zacconi fe' comparire per le stampe
la seconda parte di quest'opera, dove con maggior precisione imprese a
trattare degli elementi musicali, e de' principj della composizione. Vi
si trovano, dice M. Suard, oltre a buoni principj chiaramente esposti,
de' curiosi dettagli su i progressi dell'arte, e sul carattere de' più
celebri compositori, che conosciamo del sedicesimo secolo.
ZANOTTI (Francesco), illustre filosofo, letterato di gran nome, oratore
e poeta, nato in Bologna, fu quivi professore di matematiche e di
filosofia dal 1718: spogliò la logica degli innumerevoli abusi con cui
sfigurata l'aveano i scolastici. Nel 1731 divenne Bibliotecario
dell'Istituto e membro di quella dotta Società; e nel 1766 ne fu quindi
il Presidente. Egli amava la musica, e trovossi in comercio co' più gran
professori di quel tempo, come il Sacchi, il conte Giulini, e 'l
Martini. Abbiamo in fatti, di lui alcune _Lettere sulla Musica_ stampate
insieme con quelle del Pad. Sacchi e del Pad. Martini in Milano 1782 in
4º. E nel t. 4 de' _Comment. Bonon._ un suo trattato di Acustica, _de vi
elasticâ_ citato da Chladni. Egli morì vivamente compianto da' suoi
concittadini ed amici l'anno 1777.
ZANOTTI (l'Ab. Giov. Calisto), nipote del cel. bibliotecario di Bologna,
di cui testè si è parlato, era membro della Società Filarmonica della
stessa città. Il dottor Burney (_Travels t. 1_) rapporta che trovandosi
egli nel 1770 in Bologna, nel concorso tra' membri di quella società
l'ab. Zanotti vi si fece distinguere per un suo _Dixit_, scritto con
molta vivacità e fantasia.
ZARLINO (Giuseppe), di Chioggia nello stato Veneto, si è reso cel. nel
sedicesimo secolo per le profonde cognizioni, ch'egli aveva della
musica. Era stato allievo di Adriano Willaert, e nel 1565 divenne
maestro di cappella di S. Marco, e della signoria di Venezia. Le sue
opere di teoria musicale lo han sollevato al rango di uno de' primarj
autori classici di quel tempo. Se gli attribuisce altresì il merito di
avere scoverto il rapporto esatto tra la terza maggiore e minore. Tutte
le sue opere sono state impresse in Venezia in 4 vol. grandi in fol. nel
1558. Eccone il catalogo: _Istituzioni harmoniche_, nelle quali, oltre
le materie appartenenti alla musica, si trovano dichiarati molti luoghi
di poeti, historici e filosofi, Ven., 1558, e 1588 in 4º.
_Dimonstrazioni harmoniche_, Ven. 1571 in 4º. _Istituzioni et
demonstrazioni di musica_, Ven. 1580 e 1602. _Opere della musica_, 1589,
in 2 vol. _Supplementi musicali_, 1588. _Melopeo, o musico perfetto. De
utraque musicâ_, libri 25, 1559. _Storia della musica. Trattato che la
quarta e la quinta sono mezzine, tra le consonanze perfette ed
imperfette_, ancora manoscritto, che trovavasi nella libreria del P.
Martini. Zarlino lasciò ancora molte sue composizioni per chiesa
impresse ed inedite, e per teatro l'_Orfeo_ eseguito la prima volta in
Venezia, che alcuni anni dopo la di lui morte il card. Mazarino fece
rappresentare in Parigi da una compagnia di musici italiani che aveva
fatti venir quivi nel 1630. Le _Istituzioni armoniche_ del Zarlino,
tuttochè troppo cariche di vane e fantastiche ragioni, divennero
nondimeno il libro classico per gli studiosi della musica pratica, e
tutte le sue opere musicali servirono per lungo tempo a formare la
teoria de' professori; benchè vi siano scarsi i veri principj d'armonia,
giovaron elleno non pertanto per usar delle corde con più esattezza, che
non era stato fatto ne' precedenti secoli. Oggidì però dice a ragione il
Bettinelli, _niun conosce più lo Zarlino, più non si cita, non si
ristampa, neppur si cerca dai bibliotecarj_ (Risorgimento ec. _della
Musica_ c. 4).

ZEIDLER (Carlo Sebastiano), di Norimberga, figlio del maestro di
cappella Massimiliano Zeidler nato nel 1719 studiò la musica sotto
Pachelbel. Vi ha una sua dissertazione impressa nel 1745: _De veterum
philosophorum studio musico_, in cui mostra molta cognizione dell'antica
letteratura musicale. Zeidler morì a Norimberga a' 15 marzo del 1786.
ZELTERN (Carlo), letterato di professione, ed amatore di musica in
Berlino, ove scriveva un _Giornale di musica_, in cui dava l'analisi e
la critica di tutte le produzioni de' più celebri compositori. Ne' suoi
diversi esami delle opere di Haydn, _profondità, gusto, perspicacia e
filosofia distinguono i giudizj di questo scrittore_, dice il Carpani,
_e l'Haydn non avrebbe potuto parlar meglio de' suoi lavori, se quanto
era grande nel fare, lo fosse stato ugualmente nel dire_. (_Lett. XVI_)
Se non che parlando della di lui musica delle _quattro stagioni_, la
definì per una musica strumentale con accompagnamento di parole, _nel
che il metafisico Zeltern, per vero dire portò la satira e il frizzo più
in là della realtà e della ragione_. Zeltern si è fatto altresì
distinguere per le sue composizioni nuove, e piene di gusto: egli era
violinista e direttore del concerto de' conoscitori e dilettanti
stabilito in Berlino: dove trovansi impresse di lui nel 1790, _Otto
variazioni di un rondò per forte-piano_, sul dramma il _Matrimonio di
Figaro_; alcune _sonate per cembalo_, ed un _concerto per viola_.
ZENO (Apostolo), nobile Candioto poeta, e storiografo dell'Imperatore
Carlo VI, si rese benemerito della musica migliorato avendo, per quanto
gli fu possibile, tutti i generi del dramma musicale. Quest'uomo
infaticabile, dice l'Arteaga, giornalista sensato, raccoglitor
diligente, erudito senza pedanteria, e antiquario senz'affettazione può
chiamarsi a ragione il Corneille del teatro lirico. Tra le molte
imprese, a cui porse mano con gran vantaggio della sua nazione, una fu
quella di migliorare il dramma. Le cose sacre principalmente furono da
lui maneggiate con maestria e decenza sconosciuta fino a suoi tempi. Gli
oratorj giacevano allora nell'avvilimento abbandonati alle penne
triviali. Zeno vi porse mani ajutatrici, e gli rivestì di quella maestà
che conviensi al linguaggio delle divine scritture. Le commedie musicali
eziandio, o sieno le opere buffe ricevettero maggior lume dalla sua
penna. Egli tuttavia fornito non era d'orecchio musicale, e dee
piuttosto dirsi un uomo di talento che un uomo di genio, il suo
recitativo riesce alquanto duro: le sue arie non sono molto arrendevoli
ad una buona musica. _Niun rapporto_, dice Marmontel, _niuna
intelligenza nella divisione de' versi, e nella scelta del ritmo: nulla
di regolare, di periodico_: onde a ragione è stato abbandonato da'
musici. Egli stesso conosciuto avendo la superiorità del gran
Metastasio, gli cedette il suo posto di _Poeta Cesareo_ nella corte di
Vienna, e si rese a Venezia per porre in ordine, e pubblicar le sue
opere. Morì quivi nel 1738. Nelle sue _Lettere_ pubblicate dal Morelli
in Venezia in 6 vol. in 8º, molti di lui passaggi ritrovansi sulla
_Musica drammatica_, e sulla _Poesia musicale_.

ZIANI (Pier-Andrea), veneziano, dapprima maestro di cappella di S. Marco
a Venezia, e quindi al servigio dell'imperatrice Eleonora in Vienna, fu
uno de' migliori teorici del diciassettesimo secolo. Fu altresì buon
compositore per quei tempi, sì per teatro che per chiesa, come ben lo
dimostrano molte sue opere di pratica stampate a Venez. dal 1654 sin al
1679. _Marc'Antonio Ziani_, di lui parente e suo successore nel posto di
maestro della corte di Vienna sotto l'imperatore Leopoldo, si rese anche
cel. sino a' primi anni del passato secolo per le sue composizioni
teatrali, oggigiorno del tutto obliate. Il suo oratorio _Gesù
flagellato_ è del 1714. (Encyclop. méthod. art. _Allemagne_).
ZIEGLER (Giov. Fedele), direttore di musica a Dresda, allievo di Pezold,
e dell'antico Bach si rese perfetto nell'arte sì per i suoi viaggi, che
per lo studio sulle partizioni de' migliori maestri. Egli fiorì sulla
metà dello scorso secolo. Non avendo potuto trovar un editore per le sue
opere di teoria, e per le sue composizioni, imparò l'arte d'incidere, e
pubblicolle egli stesso nel 1731. Abbiamo di lui: _Elementi di musica_,
e _Nuova istruzione sul basso continuo_.
ZINGARELLI (Niccolò) nacque in Napoli a' 4 aprile del 1752. All'età di
sette anni, rimasto orfano del padre, entrò nel conservatorio di Loreto
per apprendervi la musica. Finaroli fu suo maestro di composizione, e
Cimarosa, e Giordanello suoi condiscepoli. Uscito dal conservatorio
volle porsi sotto la direzione dell'ab. Speranza, per penetrare gli
arcani della teoria dell'arte; poichè, nel conservatorio, appena
s'insegnano le regole grammaticali. Questo cel. maestro con un suo
metodo particolare d'insegnamento addestrò per modo il Zingarelli, che
potè d'indi in poi scrivere le migliori sue opere in non più, e talvolta
anche in meno di otto giorni. “Io stesso sono testimonio, scrive il
Carpani, che in 40 ore, distribuite in dieci giorni, egli fece la sua
inarrivabile _Giulietta e Romeo_, ed in sette giorni, essendosi per
giunta ammalato, scrisse l'_Alsinda_ pel teatro di Milano, la prima
delle sue opere di grido” (_Lett. 3_). Nel 1781 compose egli pel teatro
di Napoli, _Montezuma_, opera più dotta che piacevole, e molto stimata
dall'Haydn. Nel 1785, diè in Milano l'_Alsinda_, che fu molto
applaudita, avvegnachè aveva egli abbandonato lo stil ricercato. Tutti i
teatri dell'Italia han fatto a gara per averlo compositore: _Ifigenia_,
_Pirro_, _Artaserse_, _Apelle e Campaspe_, _Giulietta e Romeo_, _Ines de
Castro_, _Clitennestra_, opere serie; e gli oratorj _la Distruzion di
Gerusalemme_, _il trionfo di Davide_, la _Passione_. I drammi burleschi:
_il Bevitor fortunato_, _la Secchia rapita_, _il Ritratto_, sono le
migliori sue opere. Nel 1789 chiamato in Francia diè alla R. Accademia
di musica in Parigi l'_Antigono_, poema di Marmontel, che mercè gli
avvenimenti politici non ebbe più che due rappresentazioni. Di ritorno
in Italia, egli applicossi ad uno studio profondo della musica di
chiesa, e compose ad otto voci per ottenere il posto di maestro di
cappella del duomo di Milano, e fuvvi eletto dopo un esame di tre
consecutivi giorni. Le circostanze l'obbligarono quindi a rinunziare
alla cappella di Milano. Nel 1806 alla morte del cel. Guglielmi fu egli
nominato a succedergli come maestro del Vaticano; e da quest'epoca in
poi rinunziò al teatro, non occupandosi esclusivamente che di musica per
chiesa. Egli è attualmente direttore del Real Collegio di musica in
Napoli nel soppresso monastero di S. Sebastiano. Par che di lui intenda
il Carpani, allorchè ci dice che “un cel. maestro italiano, e _uomo di
prima sfera in linea di compositori_, preso il testo poetico della
_Creazione_ (opera dello stesso Carpani), si mise a rifarne da capo
tutta la musica, procurando di far meglio _che l'Haydn_; ma il suo
lavoro non s'è ancora visto. Egli giace _sub rosa_, nè si vedrà che dopo
la morte dell'autore, avendo egli così deciso per evitare la taccia
d'invidioso o nemico della fama dell'Haydn, ch'egli stima moltissimo.
_Questo maestro, che vanta dei veri capi d'opera_, riconosce l'Haydn per
uomo unico come sinfonista, come scrittore accademico non superato da
altri, ma non lo crede inarrivabile, nè unico nel rimanente: nel che
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