Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 4 - 03

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SCARMIGLIONI (Guido Ant.), di Foligno, professore di filosofia e
medicina in Vienna, morì nella sua patria nel 1620. La sua dissertazione
_De sonis_ gli dà il dritto di essere compreso nel numero degli autori
di musica.
SCHEIBE (Giov. Adolfo), figlio di un cel. costruttore di organi a
Lipsia, sino dall'età di 9 anni si diè allo studio della musica, senza
tralasciare in seguito di coltivare le altre scienze. Ad una grande
abilità sul cembalo e l'organo unì egli lo studio degli autori di teoria
musicale, e delle antiche partizioni, aspirando ad un posto di organista
o di compositore; ma non avendo potuto nè l'un, nè l'altro ottenere,
cercò di far fortuna almeno come autore. Cominciò a pubblicar dunque il
suo _Musico-critico_, opera periodica, di cui dava un foglio per
settimana. _Mitzler_ e _Schroeter_ gli suscitarono delle dispute per
aver sostenuto, che le matematiche erano assolutamente inutili nell'arte
della composizione. Alcun tempo dopo ottenne egli il posto di maestro di
cappella del re di Danimarca, e nel 1745, pubblicò a Lipsia _la seconda
edizione_ in 4 vol. accresciuta di tutte le quistioni, che gli era stato
d'uopo discutere. Vi si trovano in essa alcune nuove dissertazioni, _del
Recitativo_; _dell'Origine progresso e natura del moderno gusto in
musica_; _la Critica di Mitzler con la sua risposta e note_; _Progetto
d'una divisione della musica_, ec. L'arrivo di Sarti a Coppenague fe'
perdere a Scheibe in gran parte la sua riputazione come compositore. La
musica leggiera e brillante di Sarti dovea necessariamente far cadere il
genere grave, e pesante di Scheibe, e finì con perdere il suo posto,
conservando nondimeno sino alla morte una pensione di 400 scudi. Poco
prima di morire intraprese egli ancora un'_opera sulla composizione
musicale_, che doveva contenere _quattro volumi in 4º_, ma egli morì
immediatamente dopo la pubblicazione del primo, a Coppenague nel 1776,
di 68 anni. Le altre opere di costui sono: _Degli intervalli e generi in
musica_, Amburgo 1729, _Sull'antichità e l'origine della musica,
principalmente della vocale_, Lipsia 1754, _Sulla Composizione in
musica_, 1 vol. contenente la teoria della melodia e dell'armonia,
Lipsia 1773, in 8º. La chiarezza e la profondità sono gli ordinarj pregi
delle opere di Scheibe.
SCHLICK (Rodolfo) è autore di un'opera latina impressa a Spira nel 1588
col titolo: _Dell'origine, cultura ed importanza della musica_, di cui
fa menzione Christ. Aug. Heumann alla p. 270 del suo _Prospetto di
storia letteraria_ (_Hannover 1746_).
SCHMIDT (Tobia), di Nassau, è l'inventore del _piano-harmonica_.
Quest'instromento è composto d'un piano-forte, che occupa un'estremità,
e dall'altra di un'harmonica ad arco doppio e continuo, i di cui tasti
sono i medesimi, che quei del cembalo: esso fila tutti i suoni a
piacere, secondo la maggiore o minor pressione che riceve la tastiera.
Mediante la continuità del movimento dell'arco, imita perfettamente il
violino, la viola, il contrabbasso e l'organo. Il suo meccanismo è
semplicissimo; gli effetti vengono espressi senza confondersi, e
permettono ad un abile suonatore di disporne a suo arbitrio. La tastiera
ha tutta l'arrendevolezza, che esige una mano avvezza a' più leggieri
_piano-forti_ (_V. Annuaire de l'industrie française, 1811, et Archive
des découvert. t. 2, 1810_).
SCHOTT (Gaspare), gesuita alemanno, fu per più anni professore di
mattematica nel collegio di Palermo, e quindi a Wirzburgo, ove morì nel
1666. Il nono libro del suo _Organum mathematicum_ pubblicato dai
gesuiti dopo la di lui morte nel 1668, tratta della _composizione
musicale_ ne' due primi capitoli: nel terzo della _definizione e
divisione della musica, de' suoni, degli intervalli, e de' sistemi e
generi musicali_; nel 4º _Della musica de' latini, e la moderna_; nel 5º
_Di quel che si richiede per l'una e l'altra_; ne' cap. 6 e 7 _Della
melopea, e sue regole_; ne' cap. 8 e 9 _Della composizione pratica del
contrappunto_. Si trova altresì la maniera di costruire molti stromenti
automati di musica nella sua _Mechanica hydraulico-Pneumatica_ par. 3.
SCHROETER (Cristoforo) fu allievo a Dresda del maestro di cappella
Schmidt, e dell'italiano Lotti, che quivi era venuto a scrivere per
teatro. Schroeter veniva da costui impiegato a mattere in bello le sue
partizioni, e a supplirvi le voci intermedie che aveva omesse. Dopo aver
viaggiato per la Germania, l'Olanda e l'Inghilterra, si rese a Jena per
istudiarvi più a fondo le belle-lettere. Ben presto essendosi fatto
conoscere assai profondo nella musica, gli studenti di quell'università
lo impegnarono a dar corso pubblico della teoria e pratica di
quest'arte. Egli aderì al loro invito facendo uso della _Teoria
matematica della musica e della composizione_ di Mattheson. Dopo alcun
tempo egli ottenne il posto di maestro di musica della chiesa principale
di Nordhausen, dove terminò i suol giorni assai vecchio nel 1782. Le sue
profonde ed estese cognizioni, e 'l zelo con cui si applicò alla sua
arte, avrebbero meritato una miglior fortuna. Un monocordo, ch'eragli
stato dato da Beguisch in Dresda diegli occasione di far delle dotte
ricerche su questo strumento, e i suoi calcoli di musica, di cui fè uso
allorchè divenne membro della Società musicale di Mitzler. L'accordo de'
clavicembali, e le riparazioni ch'era uso a fare sui medesimi, gli
diedero l'agio d'inventare _il forte-piano_, benchè non avesse avuto
nemmeno l'onore di esserne riconosciuto come il primo inventore. Egli si
è reso più celebre come autore di opere teoriche: eccone i titoli: Esame
del Musico critico di Scheibe, t. 2, 1746, 1754. Il numero e i rapporti
degli intervalli in musica, 1752. Esame del sistema degli intervalli di
Telemann, 1753. Riflessioni sulla disputa cominciata da Sorge contro le
idee di Marpurg, sulla derivazione de' temi armonici, 1763. Descrizione
esatta d'un cembalo nuovamente inventato, e sul quale può suonarsi a
piacere il forte ed il piano, con rami 1763. Istruzione sul basso
continuo, Halbesstadt 1772. Hiller riguarda quest'opera come la più
importante tra quelle di Schroeter. Le mie ultime occupazioni in musica
con sei piani di temperamento ec. 1783. Egli ha scritto altresì la sua
Biografia, e la Storia dell'armonia, nella quale fa molte ricerche
sull'epoca, il luogo, da che, e in quale occasione l'armonia è stata
arricchita di un nuovo intervallo o di un accordo sino allora incognito.
Nulla diremo delle sue composizioni, perchè non sono conosciute in
Italia.
SCHUBACK (Giacomo), sindaco della città di Amburgo, alle sue estese
cognizioni nel dritto unì uno squisito gusto per la musica. Egli sonava
non solo con estrema abilità molti stromenti, e sapeva ben destramente
regolare un'orchestra, ma si è ancora distinto come compositore ed
autore di musica. La musica di Amburgo a lui deve l'idea della sala del
concerto, di cui regolò eziandio la costruzione. Egli terminò quivi i
suoi giorni nel 1784. Tra le opere che ha lasciate sulla musica, la più
interessante è quella _della Declamazione musicale_, Gottinga 1775 di
cui Forkel dà un estratto nel t. 3 della sua _Biblioteca_.
SCHUBART (Daniele), uno de' più distinti poeti dell'Alemagna, e
direttore della musica della corte e del teatro di Stutgard nacque nel
1741. Egli è di un'abilità straordinaria sul forte-piano, e a giudicar
dalle sue composizioni, egli è meno compositore e contrappuntista che
teorico profondo, luminoso e di gusto. Nella sua _Cronica Alemanna_ ha
egli inserite molte dissertazioni sopra diversi soggetti di musica. Nel
1783 pubblicò ad Ausburgo _Complaintes addressées a mon clavecin_, e nel
1790 _Aesthetick der Tonkunst_, ossia _l'Estetica della musica_, opera
assai dotta, e citata con lode dal Dr. Lichtenthal. Saggio è il
giudizio, che reca Schubart in questo libro dello stile di chiesa
dell'Haydn. “Il suo stile, _egli dice a carte 79_, è focoso, pieno e
nobile, e l'esultanza de' suoi _alleluja_ e de' suoi _amen_ si distingue
singolarmente, se non che talvolta propende al gusto austriaco anche
negli abbellimenti delle sue messe. Questi sono troppo affollati, e
diminuiscono l'effetto: simili frascherie rassembrano al vario pinto
abito d'arlecchino, e contaminano lo stile di chiesa.”
SCHULTES (Gio. Paolo), secretario perpetuo della classe delle belle-arti
dell'Accademia italiana in Livorno; nacque a Techeim nel 1748. Apprese i
primi elementi della musica sì vocale che stromentale da suo padre, ed
ebbe lezioni di cembalo e di composizione a Erlanghen da Kehl, e da
Emman. Bach. Nel 1773 venne a stabilirsi in Italia, ove i suoi talenti
presero una consistenza, che sorprese lui stesso, e gli procacciò
l'incoraggiamenti degli Haydn, Mozart, Paesiello, del P. Mattei, Forkel,
Reichardt, ec. Nel 1782 fu chiamato dalla corte di Toscana per esservi
sentito. Il gran duca Leopoldo, e l'arciduchessa sua sposa, il
ricolmarono di doni, e di elogi. Egli è in commercio co' più illustri
musici della Francia, dell'Italia, e della Germania. Abbiamo di lui 14
opere di musica stromentale impresse a Livorno, a Londra, a Firenze ec.,
di sonate per piano forte, di quartetti, di variazioni, tra le quali è
da rimarcarsi _la Riconciliazione di due amici_, tema con variazioni per
forte-piano, op. XII, dedicato ad Haydn, che l'aggradì moltissimo, e
lodonne l'autore. Schultes è altresì autore di un _Trattato della musica
di chiesa_, in 8º, Livorno 1809.
SCHULZ (Pietro), di Luneburgo, dopo avere studiato il contrappunto a
Berlino sotto il cel. Kirnberger, entrò al servigio di una principessa
della Polonia, con cui ebbe l'agio di viaggiare per la Francia e
l'Italia, e conoscervi lo stato della musica, e sentire i migliori
virtuosi. Di ritorno a Berlino nel 1774 compilò tutti gli articoli
relativi alla musica nel 2º vol. della teoria delle Belle-Arti di
Sulzer, travaglio che riunì in suo favore i suffragj degli intendenti.
Poco dopo fu direttore dell'orchestra del teatro francese a Berlino, e
nel 1780 il principe Enrico lo nominò suo maestro di cappella; pubblicò
allora la più parte delle interessanti sue opere. Nel 1787 divenne
maestro di cappella della corte di Coppenhague. Gli articoli della
teoria di Sulzer fanno fede delle profonde sue cognizioni in musica: ma
chi vuole perfettamente conoscerlo studii le sue opere pratiche per il
canto, e rimarrà convinto, che niun maestro esiste, che com'egli abbia
saputo prendere in tutte le gradazioni il senso del testo, dalla
canzonetta burlesca sino al canto serio della chiesa: quest'è l'opinione
di M. Gerber. Le sue opere teoriche sono, oltre i sullodati articoli,
_Progetto d'una intavolatura nuova, ed intelligibilissima in musica_,
ec. Berlino 1786. _Idee sull'influenza della musica per rapporto alla
civilizzazione delle nazioni_, Copenhague 1790. Vi ha inoltre di lui
molta musica per teatro, ed instrumentale impressa a Lipsia, a Berlino e
a Copenhague.
SCHUSTER (Giuseppe), uno de' più graziosi compositori della Germania,
nacque a Dresda nel 1748; suo padre, musico della camera e cappella del
re di Polonia, gli diede Schurer per maestro, ma per vieppiù
perfezionarsi nell'arte, fece egli col maestro di cappella Naumann nel
1765 un viaggio in Italia, ove studiò il contrappunto in Venezia sotto
il cel. Girolamo Pera, profittando nel tempo stesso delle lezioni e de'
consigli di Naumann. Lo stile gajo e brioso, che caratterizza le sue
composizioni, gli valse ne' tre anni che vi dimorò la più favorevole
accoglienza su molti teatri dell'Italia. Se gli rese l'istessa giustizia
al suo ritorno in Dresda, e l'elettore nel 1772 lo nominò suo
compositore per chiesa, e per camera. Sul pensiero di conoscere
intimamente la maniera del cel. P. Martini di Bologna, nel 1774 fece un
secondo viaggio in Italia, e compose allora più opere per i teatri di
Napoli, e di Venezia. In questo viaggio fu che il nostro sovrano
Ferdinando lo nominò suo maestro di cappella, e compose egli la sua cel.
_Didone_. Un nuovo invito lo ricondusse nel 1778 per la terza volta in
Italia: oltre gli onori e le ricompense per le sue composizioni, egli vi
godè il commercio del cel. Hasse, che in un' età decrepita viveva nel
ritiro in Venezia. Nel 1781 a lui consegnò il Sassone l'ultima opera che
aveva composta, cioè una messa a 4 voci per offerirla all'Elettore. Nel
1787 questo principe nominò Schuster suo maestro di cappella, e
affidogli, a vicenda con Naumann e Seydelmann, la direzione della musica
sì del teatro, che della chiesa. Le sue composizioni per teatro sono
_l'Alchimista_, _l'Isola deserta_ in un atto, _Il marito indolente_;
_Gli due avari_, 1787; _Amore e Psiche_; la _Didone_; _le lodi della
musica_, cantata che contiene tra le altre, sette arie sublimi, e di cui
ve n'ha un estratto per cembalo, 1784. Per gli stromenti: _Sei
divertimenti per il cembalo con violino_; _Un concerto pel forte-piano_;
_Recueil de petites pièces pour le clavecin a 4 mains_, Dresda 1790;
_Alcune sinfonie_. Le opere di Schuster sono pregevoli per molta
vivacità ed immaginazione, e per uno stile animato e brillante. Vi
s'incontrano assai volte delle idee talmente comiche, che riesce
malagevole il trattenersi sul serio: così è che le sue composizioni sono
oltre ad ogni credere in somma stima presso i tedeschi.
SCHUTZ (Francesco), pittore e musico cel. nacque a Francfort nel 1751.
Suo padre, rinomato pittore del pari, gl'insegnò la sua arte sin dalla
più tenera età, e tai progressi vi fece, che un viaggiatore di qualità
seco il menò nella Svizzera nel 1777, affinchè vi dipingesse le viste
assai pittoresche che offre quel paese. Da Basilea, egli portossi in
Ginevra nel 1780, ove morì l'anno di appresso a motivo degli eccessi
d'ogni genere, a cui abbandonossi. Il suo biografo, nelle _Miscellanie_
di Meusel, f. 14, così dice di lui: “La sua passione per la musica era
all'estremo, ed io non sapeva giudicare il più delle volte, s'egli amava
più la pittura, o la musica. Il violino era il suo favorito: egli
suonava _a prima vista_ le parti più difficili, ed era in istato di
proseguire per più ore senza comparirne stanco. Gl'intendenti eran di
accordo ch'egli aveva il colpo d'arco fermo, nitido, e pien di vigore.
Il suo suono aveva qualche cosa di particolare, che i più abili musici
non potevano non ammirare.”
SCHWANBERGER (Giov.), maestro di cappella del duca di Brunswick prese da
principio Graun per suo modello, e si era reso di già familiare il suo
stile, allorchè si determinò di portarsi in Italia. Studiò quindi la
composizione in Venezia sotto la direzione di _Latilla_, e in appresso
di _Saratelli_, maestro del conservatorio dei _Mendicanti_, e della
chiesa di S. Marco. Dimorò quivi otto anni, e profittò così bene delle
lezioni di questi gran maestri, che al suo ritorno fu generalmente
stimato in Germania come uno de' primi compositori per teatro. Egli era
altresì gran virtuoso sul forte-piano: il suo suono era leggiero,
dilicato ed armonioso. Tra i drammi, che ha posto in musica, sono da
rimarcarsi specialmente _Giulietta e Romeo_, l'_Olimpiade_ nel 1782. Le
sue 36 sonate per cembalo sono capi d'opera nel loro genere.
SCHWARZ (Giorgio), dottore in filosofia e professore nell'università di
Altorff pubblicò nel 1765: _De musicæ morumque cognatione_ in 4º.
SCIROLI (Gregorio) fu per qualche tempo maestro di musica del
Conservatorio _de' figliuoli dispersi_ di Palermo, verso la prima metà
dello scorso secolo. Egli era della buona scuola di Napoli sua patria,
ma non sortì dalla natura un gusto delicato ed originale che distingue i
grandi artisti. Nel 1770 fece imprimere in Parigi sei _trio_ per
violini.
SCORPIONE (Domenic.), frate conventuale da Rossano nel regno di Napoli,
fu maestro di cappella in Roma e nel Duomo di Messina. Abbiamo di lui
_Riflessioni armoniche_, Napoli 1701.

SENOCRITO, di Locri nella Magna Grecia, nato cieco, fu poeta e musico
eccellente, di cui favella Eraclide (_de Polit._). Fioriva egli otto
secoli innanzi l'era cristiana. (_Signorelli Colt. delle due Sicil. t.
1_).
SENOFANE, di Colofone nella Jonia, poeta musico, e fondatore della
scuola filosofica d'Elea, esiliato dalla sua patria, venne a stabilirsi
in Sicilia, dove per sostenere la sua famiglia, non ebbe altro mezzo che
la musica. Egli andava cantando e suonando per le piazze le sue poesie,
come facevano i primi filosofi. Visse sei secoli prima di G. C. (_V,
Laert. lib. 9. Bruker. Hist. Philos t. 1_).
SERÉ (M. de) è autore di un Poema sulla musica, cui diè per titolo: _Les
Dons des enfans de Latone_, Paris 1734, in 8º. Esso è diviso in quattro
Canti: il suo autore ha avuto l'arte di farvi entrare di una maniera sì
ingegnosa che naturale tutto ciò che la musica ha di più profondo ed
astratto. Non trascura altresì la parte didattica onde vi spiega i
principj dell'arte, e vi unisce alcune regole della composizione. Per
render queste più sensibili, egli ha fatto imprimere molti rami, dove
veggonsi in dettaglio gli elementi della modulazione, e dell'armonia.
Nel terzo e quarto Canto egli espone il gusto, e 'l carattere della
musica italiana, ch'egli preferisce alla francese, e fa l'elogio de'
gran maestri in quest'arte, come _Scarlatti_, _Bononcini_, _Hendel_, che
sebbene tedesco, merita di essere annoverato tra gli italiani. Il Poeta,
dopo avere dimostrato come il gusto italiano sparso in Francia ha
contribuito a migliorare la musica, finisce con formar de' voti per la
riunione delle _Due Sorelle_, la musica italiana e la francese. _La
musique n'est qu'une et ces mêmes accords par tout doivent former de
semblables transports._ Questo Poema ha meritato la stima e gli elogj
degli intendenti, e possiam dire l'autore un degli apostoli del buon
gusto, e della musica italiana in Francia.
SERRE (Jean-Adam), cittadino di Ginevra, profondo nella fisica e dotto
musico, era grande antagonista delle teorie di Rameau e di Tartini.
Avendo viaggiato in Italia, ebbe quivi cognizione degli sperimenti del
Tartini; e trovato avendo insufficienti a molti riguardi i principj del
Rameau, inventò un altro _Sistema misto_, che non vale più, a dir vero,
degli altri due. Egli pubblicò in Parigi nel 1753: _Essai sur les
principes de l'harmonie_ e nel 1763 a Ginevra: _Observations sur les
principes de l'harmonie_, occasionées par quelques écrits modernes sur
ce sujet, et particuliérement par l'article de M. d'Alembert _basse
fondamental_ dans l'Encyclopédie, _le Traité de Théorie musicale_ de M.
Tartini, et le _Guide harmonique_ de M. Geminiani, in 8vo.
SESTO EMPIRICO, medico e filosofo celebre per il suo pirronismo, che non
bisogna confondere con Sesto di Cheronea filosofo Stoico, e nipote di
Plutarco, come sull'autorità di Suida ha fatto l'illustre Requeno. Egli
è autore di una grande opera contro gli mattematici, o coloro che
professano le scienze, _Istituzioni Pirroniche in sei libri_,
nell'ultimo de' quali attacca la musica considerata come scienza, che
tratta de' suoni, delle modulazioni e del ritmo. Egli si dichiara contro
i maravigliosi effetti della musica, narrati dagli antichi scrittori, ed
armato unicamente dell'acutezza del suo ingegno, e delle idee, che gli
presentava in quel tempo di decadimento quest'arte, dichiara doversi
avere in conto di favole le narrazioni degli antichi armonici. “Sesto
Empirico, _dice il sullodato Requeno_, era uno di quei letterati, con
cui può più la vanagloria e la cupidigia che l'amore del giusto e della
verità.” (_Saggi t. 1. p. 287_). Egli avrebbe dovuto tacersi intorno
alla musica (come ben riflettè un moderno filosofo,) pretendendo che non
ve ne fosse, e che l'armonia sia una pura chimera. Nulla offende tanto
quanto il carattere di un uomo che contraddice tutto per fare il bello
spirito. Non si dee mai contendere contro il testimonio de' sensi,
allorchè si sono prese le necessarie precauzioni per non restarvi
deluso. (_M. le Clerc, Bib. anc. et mod. t. 14_).
SEYDELMANN (Francesco), nato a Dresda nel 1748, studiò da prima la
musica sotto Weber maestro del re di Polonia, e 'l contrappunto sotto il
cel. Naumann. Nel 1765 viaggiò insieme con lui e Schuster in Italia, ove
non solo si rese perfetto nell'arte della composizione, ma eziandio in
quella del canto: fu a quell'epoca che essi vennero, in Palermo, come si
è detto all'articolo di Naumann. Di ritorno a Dresda, Seydelmann fu
nominato nel 1772 compositore per la chiesa, e la camera di quella
corte, alternar dovendo tutt'i mesi col maestro Naumann, e Schuster,
nella direzione dell'opera, e della musica di chiesa. Egli ha scritto la
musica di alcuni drammi italiani, nel 1784 _la figliuola di Misnia_; nel
1786 _il capriccio corretto_; nel 1787 _il Mostro_; nel 1788 _il turco
in Italia_. Vi ha di lui impresse a Lipsia _Sei sonate_ a 4 mani pel
forte piano, ed altre con accompagnamento di violino 1801-1807.

SHIELD (Will.) nel 1800, pubblicò in Londra, _An introduction to
harmony_, ossia _Introduzione all'armonìa_, in 4º. Non è che un picciol
libro elementare di 125 pagine. Shield era in oltre stimatissimo
compositore per teatro, e vi ha di lui la musica di più drammi inglesi,
e sei _duo_ con altrettanti quartetti per violino.

SIGISMONDO (Giuseppe), gentiluomo napoletano, ed allievo favorito del
gran Jommelli, possedeva una collezione compita delle opere di questo
maestro, e proponevasi di scrivere la sua vita, non che quella de'
compositori napoletani ma ne lo impedirono forse le turbolenze politiche
di Napoli del 1799. Il nostro sovrano Ferdinando lo aveva costituito
Bibliotecario del Conservatorio della Pietà nel 1791, a cui somministrò
il Sigismondo delle rare e preziosissime carte, dice il Mattei, e per
suo mezzo si è intrapresa la formazione di una Biblioteca musica con
buoni auspicj. (_Memor. per la Bibliot. mus. del Conserv. 1795_).
SIGNORELLI (Pietro Napoli), secretario della Real Accademia di Napoli e
autore di molte stimabili produzioni, fu vent'anni in Madrid professore
in quell'università coll'onorario di annui scudi 600. Nel 1786 essendo
venuto a ripatriarsi in Napoli, sul procinto di tornare in Ispagna, fu,
come dice egli stesso (_t. 4, Vicende ec. p. v._) dalla real munificenza
di Ferdinando III trattenuto in sua patria. Sin dal 1777 egli aveva
enunciata la sua opera, che rifusa poscia in Madrid e limitata al solo
genere musicale diè al pubblico nel 1783, col titolo di _Sistema
melodrammatico_ (_V. ib. in not. p. 70_). Egli è anche autore delle
_Vicende della coltura delle due Sicilie, o sia Storia ragionata delle
lettere delle arti ec._, 5 vol. in 8vo, Napoli 1785, ove molte notizie
ritrovansi intorno alla musica di questi due regni dall'epoca de' greci
sino a' nostri giorni. Pubblicò finalmente l'eccellente sua _Storia
critica de' teatri antichi, e moderni_, 6 vol. in 8º, Napoli 1787, e 12
vol. in 12º, Venezia 1810, con più addizioni, opera che vien riputata la
migliore e la più esatta in questo genere, ed in cui vi ha una compiuta
storia della musica drammatica.
SIMONIDE, poeta musico, e filosofo nacque nell'Isola di Ceo. Egli meritò
la stima dei sovrani, dei saggi, e dei grand'uomini del suo tempo.
“Questo cel. musico, vedendo il pericolo che correva l'antico canto
stromentale con le tragedie da recitarsi dalla parte superiore della
Cartéa, ove soggiornava in Atene, mandò un pubblico invito a tutta la
greca gioventù per l'apertura d'una nuova scuola di musica, innalzata
all'usanza de' loro maggiori; promettendo egli d'insegnare coll'armonia
la morale, la storia e la religione. Ateneo (lib. 10) allude a questa
scuola, raccontandoci che Simonide per venire in città aveva un
asinetto, a cui doveva alla giornata pagare la biada lo scolaro più
trascurato e negligente nell'imparare la sua lezione.” (_V. Requeno t.
1_). Nessuno meglio di lui conobbe l'arte sublime d'interessare, e
d'intenerire, e riuscì principalmente nell'elegie e nei canti
lamentevoli. Jerone re di Siracusa il volle nella sua corte, e ciò che
assicura a Simonide una gloria immortale, si è di aver date utili
lezioni a questo monarca, e felicitato la Sicilia, ritirando Jerone dai
suoi traviamenti, e obbligandolo a vivere in pace co' suoi confinanti,
co' suoi sudditi, e con se stesso; cosicchè sebbene cominciato avesse ad
essere il tiranno di Siracusa, finì coll'esserne il padre (_V. Xenoph.
in Jeron._). Bacchilide fu suo scolare in Sicilia nella poesia, e nella
musica, e vi si fece molto onore. Plinio attribuisce a Simonide
l'invenzione dell'ottava corda nella lira. Morì egli a Siracusa in età
di 90 anni l'anno 468 prima di G. C.
SIMPSON (Cristoforo), musico e dotto autore inglese del sec. 18,
pubblicò nel 1667 _A compendium of practical music_, in 8º, che vien
riguardato come utilissimo: e nel 1670, _Introduction to composition_,
in 5 vol. ove trovansi i principj del suono e della composizione, l'uso
delle dissonanze, le regole del contrappunto semplice e figurato, e de'
canoni. Nella storia della musica di Hawkins si vede il suo ritratto.

SMITH (Dr. Armando), verso il 1780 annunziò in Berlino, dove allora
trovavasi, la sua _Filosofia della musica pratica_, ch'egli pubblicò in
Vienna nel 1787 col titolo di _Fragmens philosophiques sur la musique
pratique_, in 8º.
SMITH (Robert), dottore dell'università di Cambridge, e membro della
Real Società di Londra è autore di un'opera, di cui la seconda edizione
è del 1760 col titolo: _Harmonies, or the philosophy of sounds_, in 8º,
cioè _Principj dell'armonia, o la filosofia de' suoni_. L'autore vi fa
entrare troppo di matematica, in cui gli era versatissimo, ed ha poca
cognizione delle antiche teorie della musica, onde poco profitto può
ritrarsi dalla sua opera, tuttochè venga molto lodata nel giornale
letterario di Berna.

SOMIS (Giov. Battista), primo violino della real corte di Torino, e de'
più esimj tra i discepoli del _Corelli_, fondatore di una nuova scuola,
che porta il suo nome, nello scorso sec. “Somis, dice il _conte di S.
Raffaele_, riuscì veramente impareggiabile pel merito della esecuzione,
ed è stato (ciò che a pochi altri addiviene) fin oltre all'anno
settantesimo sì prode nell'arte sua, da non ravvisarvisi orma di senile
scadimento.” (_Sull'arte del suono p. 181_). Vi sono di lui sei opere di
sonate per violino. La scuola di Somis si reca la gloria di avere
formato Giardini.
SONNETTI (J. J.), sotto a questo nome va un picciol libro intitolato _le
Brigandage de la musique italienne_, 1777 in 8º, ove in mezzo a curiosi
aneddoti vi ha un'ingiusta critica de' più celebri maestri italiani, e
delle indecenze contro il rispettabile P. Martini, cui nelle memorie
della di lui vita si è fatto un dovere di confutar dottamente il P.
della Valle. Ecco un piccol saggio delle ciance di quest'autore.
“Tutt'il contrappunto italiano, dic'egli, è oggidì ristretto sul capo
d'un frate francescano; bisogna che i maestri vadano a baciargli i
sandali per avere della musica, come si va al bacio della mula del papa,
non dico già che questo religioso non possa essere un gran santo, ma
solo che di raro addiviene, che un frate sia grand'uomo principalmente
nelle arti di gusto e di genio. Benchè S. Francesco non fosse un gran
musico, egli non è per tanto che da uno de' suoi conventi d'Italia
escono oggigiorno quei pezzi di contrappunto vivace e voluttuoso e che
seducono i cuori. Se la scuola di questo francescano è buona, non vale a
nulla la sua fantasia. La più parte poi de' maestri italiani portano
tant'oltre la loro ignoranza sino a non conoscere i principj dell'arte
loro. L'acustica che n'è la parte teorica è loro del tutto straniera
ec.” Da queste poche linee ben può dedursi la sgarbata maniera di
ragionare di questo larvato autore.
SORGE (Giorgio-Andrea), allievo di Walther per la musica, e di Holzhey
per cembalo, era un eccellente pratico non men che profondo teorico.
Egli avea fatto il suo corso di studj a Mellenbach sua patria, ed oltre
un gran numero di opere da lui scritte sì pratiche che teoriche, si è
ancora applicato alla perfezione degli instrumenti. Morì a Lobenstein,
dove era maestro della corte, nel 1778. Sono le sue opere, 1.
_Genealogia intervallorum octavae diatonico-chromaticae_, 1741. 2.
_Anweisung etc._, ossia _Istruzione per accordare gli organi e i
cembali_, _Amburgo_ 1744. Chladni loda molto quest'opera. 3. _Dialogo
sul temperamento di Pretorio, Prinz Werkmeister, Neidhart e Silbermann,
e del sistema moderno di Telemann_, in 8º, 1748, _Lobenstein_. 4.
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