Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 3 - 03

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diverse arie, e tra le altre quella di _Spera si_ nell'Ottone di
_Hendel_. Quest'era l'aria favorita del piccione: dachè la sentiva,
volava dal colombajo alla finestra: quivi a suo modo esprimeva le più
aggradevoli commozioni: ed al momento che più non si suonava la sua
aria, volava altrove. Questo ghiribizzo dinotato per lo _Spera si_
piacque tanto alla giovinetta musica, che non volle chiamar più con
altro nome quest'aria, che _l'aria del piccione_, e la copiò sotto
questo titolo nel suo libro de' pezzi scelti di musica.” Un tal fatto
conferma quel che già diceva Aristotele: _Belluina etiam animantia,
melodiis accentuque congruo oblectantur_. (_De nat. anim._)
LOEHLEIN (Giorgio-Simone), maestro di cappella a Danzica, all'età di 16
anni fu arrollato nelle truppe del re di Prussia, e tra le altre
campagne fu egli alla battaglia di Collin, dove restò sul campo in mezzo
ai morti. I vincitori Austriaci trovato avendogli alcuni segni di vita,
lo trasportarono nell'ospedale, e dopo alcun tempo guarito tornò in sua
patria, dove la sua famiglia era ancora in lutto. Nel 1760, portossi a
Jena col disegno di farvi i suoi studj. La sua grand'abilità sull'arpa
gli acquistò molte conoscenze, e diegli ingresso nelle migliori
famiglie. Sin d'allora applicossi alla musica con sì gran zelo, che nel
1761 ottenne il posto di direttore di musica in luogo di Wolff, che
divenne maestro di cappella a Weimar. Passò quindi in Lipsia, dove fu
ricevuto nel gran concerto, ed un altro particolare ne stabilì egli
composto per la più parte de' suoi allievi, in ambidue suonava egli ogni
sorta di stromenti, senza eccettuarne quelli da fiato, e vi faceva
eseguire le sue composizioni che imprimeva egli stesso ad acqua-forte.
Nel 1779 fu chiamato a Danzica come maestro di cappella, ma non
confacendosi il clima colla sua delicata salute, vi morì sul principio
del 1782, in età di 55 anni. Abbiamo di lui alcune opere di teoria
pubblicate in Lipsia: I. _Klavierschule_ ec. cioè _Scuola di cembalo, o
breve e ragionata istruzione sull'armonia, e la melodia, spiegata con
esempj_, 1765 in 4º. II. _Scuola di cembalo, vol. 2, nel quale s'insegna
l'accompagnamento del basso non cifrato, e le altre armonie omesse nel
primo, vi si ha aggiunto un trattato del recitativo_, 1781, in 4º. III.
_Anweisung ec. ossia: Elementi di violino: spiegati con esempj e con 24
duo_, Lipsia 1774.
LOEN (Giov. Mich. de) di Francfort, dotato dalla natura de' più rari
talenti, ebbe in oltre la fortuna di avere un'eccellente educazione:
fece i suoi studj nell'università di Marbourg, e studiò quindi le belle
lettere ed insieme la musica a Halle. Egli morì nel 1776. Di molte sue
opere sulla teologia e la politica, una ve ne ha che abbia rapporto alla
musica nel 4º vol. delle sue Opere diverse.
LOESCHER (Gasp.), dottore nell'università di Vittemberga morto nel 1718,
dove pubblicò una Dissertazione col titolo: _De Saule per musicam
curato_ in 4º, 1688, citata da Lichtenthal, p. 82, e da Walther.
LOGROSCINO (Niccolò), celebre compositore napoletano specialmente di
opere buffe, a cui deesi sovra tutto l'invenzione de' _finali._ Egli fu
il primo maestro di contrappunto nel _Conservatorio de' figliuoli
dispersi_ in Palermo dopo il 1747, e vi fece de' buoni allievi, tra'
quali molto si distinsero il _Muratori_, e il _Vermiglio_, che gli
succedettero in quel posto. I primi saggi nel genere burlesco debbonsi a
_Leo_, a Pergolesi e al Sassone, ma “_Logroscino_ genio originale e
fecondo, loro contemporaneo, diè la vera idea di ciò che poteva divenire
questa specie di dramma. Fu egli il primo che pensò di terminar ciascun
atto con un pezzo, in cui il motivo, proposto da prima da una sola voce,
si sviluppi in appresso a due, a tre, a quattro, continovamente
interrotto da nuovi canti, ridotto continovamente sotto tutte le forme
della melodia e dell'armonia, finalmente col divenir la materia di un
coro del più grand'effetto.” (_Framery, art. Bouffon, dans l'Encycl.
method._) Logroscino morì in Napoli circa 1760.
LOLLI (Antonio), da Bergamo, celebre violinista morto in Palermo nel
1802, e quivi onorevolmente sepolto nella chiesa de' Padri Capuccini
fuori la Città. M. Fayolle lo dice per errore morto in Napoli nel 1794.
Lolli fu dapprima maestro di concerti del duca di Wurtemberg sino al
1773: passò quindi in Russia, ove eccitò talmente l'ammirazione di
Caterina II, che donogli un arco, sul quale aveva ella medesima scritto
di sua mano in francese: _Archet fait par Catherine II pour
l'incomparable Lolli._ Nel 1785, fece egli un viaggio in Inghilterra ed
in Spagna. Venne quindi in Francia, e dopo il 1789 ritirossi in Italia
godendo delle ricche pensioni della Moscovia e di Napoli: passò
gl'ultimi anni di sua vita nel ritiro in Palermo; _io non voglio più
sonare,_ egli diceva, _che per le teste coronate_. La destrezza, che
egli aveva acquistata sul suo stromento, era del tutto sorprendente:
egli saliva più al di là di qualunque altro suonatore; i suoi capricci
talmente lo trasportavano negli _a solo_, che il più esercitato
accompagnatore poteva appena seguirlo: egli medesimo non poteva
accompagnare il canto, perchè difficilmente andava in misura. La prima
volta che Lolli fecesi sentire in un suo concerto sul teatro di Palermo
nel 1793, mi sovviene d'aver inteso sgridar in pubblico il Sig. Blasco
primo violino dell'orchestra, che non aveva uguale nell'arte di
dirigerla, perchè non si erano trovati insieme in misura, ma lo sbaglio
era piuttosto del Lolli, che affrettava sempre il tempo, ed andava
avanti. Essendo stato pregato un giorno di sonar un _adagio,_ ricusò di
farlo: _Io son di Bergamo_, ei soggiunse, _i cittadini di questo paese
son troppo matti per poter sonare l'adagio._ “Lolli che aveva delle
ragioni per non amare gli adagio, dice _M. de Ginguené_, raccorciolli
assai ne' suoi concerti, e vi mise in oltre sì poca espressione e
melodia che di raro diè da lagnarsi della loro breve durata, anzichè fè
riguardarli come una sorta di riposo e di transizione di un allegro
all'altro.” (_Encycl. method. art. Concerto_).
LORENTE (Andrea). Spagnuolo, scrittore didattico del sec. 17º, pubblicò
nel 1672, _El porqué de la musica, canto llano, canto de organo,
contrapunto, y composicion_, Alcalà in fol. La grandezza del volume non
bastò a difender dall'oblio totale l'autore e l'opera, sorte ordinaria
dei libri men che mediocri.
LOTTI (Antonio), capo della scuola veneziana, e maestro di cappella in
San Marco di Venezia, godeva d'una gran riputazione sulla fine del
secolo 17º. Egli aveva delle profonde cognizioni dell'armonia, che lo
resero superiore a tutti gli altri compositori del suo tempo. Il
_Sassone_, che lo conobbe in Venezia nel 1727 lo scelse per suo modello:
un dì, ch'egli era presente all'esecuzione di un'opera di Lotti, _Qual
espressione!_ egli esclamò, _quale varietà! e nel tempo stesso quale
precisione d'idee!_ Il dot. Burney parla con trasporto dell'impressione
da lui risentita nell'ascoltare in Venezia una messa di questo gran
maestro. Gl'Italiani rendongli testimonianza, ch'egli univa all'arte ed
alla regolarità degli antichi, tutte le grazie, l'abbondanza e 'l brio
de' compositori moderni. Può giudicarsi del successo ch'egli ebbe come
compositore di teatro, dalla sola circostanza che dal 1683 sino al 1718
scrisse sempre per lo stesso teatro di Venezia. Chiamato a Dresda
scrisse quivi la musica di un Dramma per le nozze del principe elettore
di Sassonia nel 1718, e tornò l'anno di appresso in sua patria. Walther
cita con elogio i di lui madrigali, ed in Lipsia si conserva un suo
eccellente _Miserere_ a 4 voci e 4 stromenti.
LOULIÉ (Mr.). Nelle memorie dell'Accademia delle Scienze an. 1701 si
trova di lui una scala per gradi, ossia regola divisa in più parti per
misurare la durata de' suoni, per determinare i loro diversi valori, e
sino i rapporti de' loro intervalli, con de' calcoli per il
temperamento! (_V. Rouss. Dictionn. art. Temperam._).

LUCCHESI (Andrea), nato a Motta nel Friuli veneziano nel 1741: ebbe per
maestri nell'arte della composizione, _Cochi_ napoletano per lo stile di
teatro, ed il P. _Paolucci_ allievo del _Martini_ per lo stile di
chiesa, e poi _Seratelli_, maestro di cappella del doge di Venezia. Nel
1767, in occasione di una gran festa che diè la repubblica di Venezia al
duca di Wittemberga, che trovavasi allora colà, Lucchesi scrisse una
Cantata per il teatro di S. Benedetto, che fu sommamente applaudita.
Scrisse ancora quivi più opere buffe, ma nel 1771 essendosi portato a
Bonn, con una compagnia di attori, entrò tosto al servizio dell'elettore
di Colonia coll'onorario di mille fiorini, e dopo avere scritto molta
musica pel teatro e per la chiesa, morì a Bonn nel 1810. Per il
Conservatorio _degli Incurabili_ di Venezia vi ha di lui un vespro a due
cori, un oratorio, e un _Te Deum_; una messa per la collegiale di S.
Lorenzo, una di _Requiem_ per l'esequie del duca di Mont'allegro
ambasciadore di Spagna in Venezia, e più messe e mottetti per la
cappella di Bonn, oltre più sinfonie, concerti e sonate per cembalo.
LUCIANO di Samosata nella Siria, di povera famiglia, fu destinato dal
padre ad apprendere da un suo zio l'arte della scultura, ma alcuni
cattivi trattamenti ricevuti da costui gliela fecero abbandonare, e
diessi interamente allo studio delle scienze. Egli fu uno de' genj più
brillanti dell'antichità, e tutte le sue opere ridondano delle grazie di
un vero bello spirito, tranne la sua irreligiosità e la mordacità delle
sue satire. Dopo aver vissuto lungamente in Atene, e nell'Egitto, dicesi
di esser morto in età di 90 anni. Nelle sue opere, che sono in gran
numero, trovansi molti passaggi sulla musica, e specialmente in quella
sulla danza (_De saltatione_), e ne' suoi _Dialoghi degli Dei_ ec. M.
Fayolle nel suo articolo mette ridicolosamente nel numero de' libri
musicali di Luciano quello che è intitolato _Harmonides_, ingannato dal
nome, quasichè dinotar volesse che tratti d'armonia: ma questo libro non
è, che una Lettera dedicatoria di tutte le di lui opere ad un amico, a
cui dà il titolo d'_Harmonide_ per allusione ad un altro dello stesso
nome discepolo del musico Timoteo. Tale è l'inavvertenza di questo
autore, e la poca esattezza del suo Dizionario. Perchè non si creda che
io ne lo accusi a torto, ecco le sue parole: _De divers écrits de
Lucien, nous ne citons ici que ceux qui ont rapport à la musique, tels
que ses Harmonides etc._ Luciano fiorì nel secondo secolo dell'era
cristiana (_V. Burdelot in vitâ Luciani ap. Fabric._).
LUDWIG (Giov. Adamo), membro della Società economica del Palatinato,
morto nel 1782 nell'immatura età di 52 anni, ha lasciato molti scritti
sulla costruzione degli organi; eccone i titoli tradotti dal tedesco: 1.
_Saggio sulle qualità necessarie a un costruttore d'organi_, 1759 in 4º;
2. _Lettera a M. Hoffmann primo organista a Breslavia_, 1759; 3. _Difesa
di M. Sorge contro M. Marpurg_; 4. _Idee su i grand'organi_; 5. _Ai
detrattori degli organi_, Erlange 1764, in 4º.
LULLI (Giov. Batt.), nacque in Firenze nel 1633, ma trasportato in età
di 14 anni a Parigi, divenne mercè il suo grandissimo ingegno, onde
avealo fornito la natura, l'eroe riformatore della musica francese. La
prima sua abilità, che lo rese celebre in Francia, fu quella di sonare
il violino; prima di lui ne' concerti di strumenti solo uno di questi
cantava, gli altri non facevano se non un semplice accompagnamento a
quello: Lulli mise in movimento tutte le parti, e creò il vero concerto.
Nell'infanzia della musica strumentale a lui deesi l'invenzione
opportunissima all'oggetto di aprire con pompa uno spettacolo teatrale,
cioè, la sinfonia, detta perciò _ouverture_ da' francesi; invenzione,
dice il _Carpani_, “che restò per gran tempo così priva d'imitatori, che
in Italia stessa pochissime furono le sinfonie composte per tal uso: una
di Lulli fu sonata contemporaneamente in diversi teatri d'Italia in capo
a molte opere di varii de' più rinomati maestri senza ch'alcuno d'essi
si desse la briga di stenderne di nuove: il fatto è che l'_ouverture_
francese regnò lungamente su i nostri teatri, quantunque vi si udissero
con maraviglia infinita le divine opere dei _Vinci_, dei _Pergolesi_,
dei _Leo_ ed altri simili.” (_Letter. 1_). Coll'abilità di sonare il
violino Lulli si acquistò la benevolenza di Luigi il grande, che lo fece
direttore dell'orchestra della sua corte, e poi divenne capo, e
compositore dell'opera francese, incominciatasi ad eseguire a' giorni
suoi. Egli trasse la musica francese dalla scipitezza in cui aveva sino
allora languito: egli fu un uomo di genio che ha spianato il cammino a
tutti coloro che gli sono venuti dopo, e 'l di cui nome risuonerà ne'
posteri, quali sian per essere le rivoluzioni della musica. Ma
l'entusiasmo dei francesi per la musica di Lulli, che durò oltre a un
secolo, è stata la cagione di ritardare presso quella vivace nazione i
progressi di quest'arte. _Che Lulli sia stato l'eroe della musica
francese_, dice il dotto Eximeno, _non si può certamente dubitare; ma
che la musica francese non abbia colpito nel vero scopo della musica, è
stato già bastantemente deciso da tutta l'Europa, e dagli stessi
francesi, i quali svanito già l'entusiasmo per la musica di Lulli, fanno
particolare studio della musica italiana. La musica di Lulli parla più
all'orecchio che non al cuore_ (_Lib. 3, c. 3_). Il carattere di Lulli
era gajo e brioso, egli rallegrava le compagnie con novellette e con de'
buoni motti, onde i più alti signori si facevano a gara per ammetterlo
alla loro familiarità: conservò sino alla morte il suo brio e la
prontezza del suo spirito. Essendo agli estremi ed abbandonato dai
medici, venne a visitarlo il cavalier di Lorena. _Sì veramente_, gli
disse allora la moglie di Lulli, _voi siete il suo più grande amico, voi
che siete stato l'ultimo ad ubbriacarlo, e che siete causa di sua
morte._ Lulli riprese tosto: _Zitto, mia cara, il signor cavaliere è
stato l'ultimo ad ubbriacarmi, ed in caso che io ne guarisco, sarà egli
il primo a far lo stesso._ Egli morì in Parigi li 22 Marzo del 1687, in
età di 54 anni: il cel. poeta latino Santeuil fece il suo epitafio.
LUNEAU de Boisgermain (Pier Giuseppe), nato a Issoudun di una comoda
famiglia nel 1752, coltivò ben presto le belle lettere. Le cognizioni,
ch'egli si dava premura di acquistare, non si limitavan solo alla sua
propria istruzione, ma dirigevansi ancora a rendersi altrui utili. Oltre
a più opere di varii generi, Luneau pubblicò per tre anni l'_Almanach
musical_, 1771-1783. Fayolle lo chiama _una collezione senza scelta, e
senza gusto, come tutte le altre sue compilazioni_: non posso
giudicarne, perchè non lo conosco. Questo laborioso scrittore morì
subitamente a 2 dicembre del 1801.
LUNIER (M.), autore di un'opera, cui diè per titolo _Dictionnaire des
sciences et des arts_, t. 3, in 8vo a Paris 1805, egli vi tratta ancora
della musica considerata come scienza e come arte, ma i brevi articoli
che ne ha fatti sono trascritti dal Dizionario di musica di Mr.
Rousseau.
LUPI (Mario), canonico e primicerio della cattedrale di Bergamo sua
patria, cameriere d'onore di papa Pio VI, nacque di nobil famiglia nel
1710. Co' suoi studj fatti in Bergamo, e nel collegio Cerasoli a Roma, e
colle sue opere si acquistò la riputazione di un uomo profondamente
dotto. Morì egli in sua patria li dì 7 novembre del 1789. Vi ha di lui
manoscritta una _Dissertazione intorno al suono_.
LUSCINIO (Otmaro), in tedesco _Rachtigal_, canonico di S. Stefano in
Strasburgo sua patria, dove in un'estrema vecchiezza morì l'anno 1535.
Tra le molte sue opere noi non rammenteremo che quella, che ha per
titolo: _Musurgia, seu praxis musicæ_, a Strasburgo 1536, in 4.º, libro
estremamente raro ed ornato di figure incise in legno, che rappresentano
ogni sorta di stromenti di musica usati al suo tempo in Francia, ed in
Germania.
LUSITANO (Vincenzo), professore ed autore di musica viveva in Roma verso
la metà del sec. 16º. Egli sostenne contro il _Vicentini_ che l'antica
musica de' Greci non comprendeva che il solo genere diatonico. Questa
disputa divenne così interessante che divise la maggior parte dei
letterati italiani, e si sostenne dai due campioni una spezie di
pubblica tesi nella cappella del papa alla presenza del Cardinale di
Ferrara, e di tutti gli intendenti nelle scienze armoniche, che allora
si trovavano in Roma. Il _Vicentini_, che difendeva altro non essere
stata la musica greca se non una confusione de' nostri tre generi
cromatico, diatonico ed enarmonico fu riputato aver il torto in paragone
del Lusitano. _V. Arteaga t. 1, pag. 226._
LUSTIG (Giac. Guglielmo), nato in Amburgo, studiò la teoria e la
composizion musicale sotto Mattheson, ed esercitossi nello stesso tempo
nella pratica di quest'arte sotto la direzione del cel. Telemann, al di
cui figlio insegnò egli il cembalo. Frequentava i teatri ed i concerti,
ove ebbe occasione di sentire alcuni gran virtuosi, fra' quali Bach, e
formarsi così sopra tai modelli. Nel 1734 si rese per alcuni mesi in
Londra per sentir ivi in tutta la loro perfezione le opere di Hendel, ed
ha sempre di poi soggiornato a Groninga dove occupava il posto di
Organista della chiesa di S. Martino sin dall'età di sedici anni,
essendovi stato eletto per la morte del padre suo. Lustig dee
annoverarsi tra que' puochi maestri che han saputo riunire ad una grande
abilità molto gusto, e delle profonde cognizioni, egli viveva ancora nel
1772. Abbiamo di lui molti scritti sulla musica in lingua olandese: I.
_Introduzione alla conoscenza della musica_; II. _Grammatica della
musica_, Amsterdam 1754 2 vol. in 8vo; III. _Giornale de' viaggi di
musica del d. Burney tradotto dall'inglese_. Quest'opera è molto
pregevole per le note e le addizioni di Lustig. Egli ha tradotto ancora
molte opere dal tedesco in sua lingua, come _l'Istruzione di Quanz per
il flauto traverso_, 1756, _Prove dell'organo di Werkmeister_,
_Musico-theologia di Schmidt_, _Elementi di violino di Woditzka_, _Nuova
istruzione per l'uso del flauto di Mahaut_, _Lezioni di cembalo di
Marpurg_. IV. _Una collezione molto interessante di notizie intorno a
145 musici_ di Lustig si trova inserita nel 2º vol. delle lettere
critiche di Marpurg, dove vi ha eziandio la sua biografia, scritta da
lui medesimo.
LUZASCHI (Luzasco), uno de' celebri maestri di musica del sec. 16º che
han diritto alla nostra venerazione, per avere intrapreso dopo tanti
secoli di barbarie di ridurre a miglior forma quest'arte e scienza.
Luzaschi era di Ferrara, e vi ha di lui per la musica pratica _Quattro
Libri di madrigali a 5 voci_, quivi impressi nel 1584. Egli in oltre fu
uno degli autori di quel tempo, che tentarono di stabilire l'antico
genere enarmonico. _Scorrendo io gl'autori del 1500_, dice l'ab.
Requeno, _ne ho trovato uno della corte di Ferrara, il quale volle
correggere ed imitare allo stesso tempo il_ Vicentini, _fabricando un
gravicembalo co' tre generi d'antica armonia, con cui lo storico dice,
ch'esso accompagnò i cantanti di certe composizioni, fatte a bella posta
per questo stromento._ (_Saggi tom. 2, p. 123_)


M

MABLY (ab. Gabriele Bonnot de), maggior fratello del cel. abate de
Condillac, parente del Cardinale de Tencin, è morto in Parigi nel 1785,
egli non era che suddiacono. Vi ha una superba edizione delle di lui
opere in 15 vol. in 8vo pubblicata in Parigi dall'ab. Brizard nel 1794,
tra queste si trova di Mably rapporto alla musica, _Lettres a Mad. la
marquise de P. sur l'Opera_, la cui prima edizione è del 1741, in 12º.
MACE (Thomas), distinto in Londra fra gli amatori di musica fece quivi
imprimere _Music's monument ec._ cioè _Monitore delle migliori opere
pratiche di musica che siano sinora comparse_ in fol. 1676. Nella storia
di Hawkins vi ha il di lui ritratto.
MACHAULT (Gugl. de), nato circa 1284, viveva sino al 1369, poeta
francese, cameriere del re Filippo il Bello. In un manoscritto delle sue
poesie trovansi le note della musica, che erano allora in uso, e di cui
fa menzione il Rousseau (_art. valeur des notes_): vi si trova in oltre
una _Messa in musica_ notata a quattro parti, che si crede essersi
cantata nel 1364, nella consecrazione di Carlo V, re di Francia. M.
Perne ha messo in partitura ed in note moderne questa messa, ch'è molto
curiosa ed un monumento atto a far conoscere lo stato dell'arte in
quell'epoca.
MACROBIO (Ambros. Aurelio), di genere consolare, fiorì a' tempi di
Onorio e Teodosio II, nel quinto secolo dell'era cristiana. Egli ha
scritto molte cose sulla musica ne' suoi _Saturnali_ e nel _Sonno di
Scipione_. “La musica in questo tempo era tutta diatonica e cromatica;
ed il genere enarmonico de' Greci più rinomati fu stimato da Macrobio
più che difficile. Chiamò egli il cromatico infame, proprio solamente
delle persone, che allettavano al vizio con la delicatezza del canto:
lodò solo il diatonico puro estremamente, come particolare dell'armonia
de' cieli e dell'universo.” Da questo saggio ben può conoscersi qual
guazzabuglio d'idee sulla musica contener doveva la testa di Macrobio.
Egli giunge sino a negare il canto stromentale significativo, tanto in
uso presso agli antichi musici della Grecia. _Il dire le sottili
minutezze de' tuoni, de' semituoni_, (egli scrive commentando il sogno
di Scipione) _e quello, che ne' suoni per lettera, per sillaba, e per
intiera parola si prende, è da vano ostentatore, e non già da
precettore._ (_V. Requeno tom. 1, cap. 11_)
MADIN (Arrigo), nativo d'Irlanda era di Verdun: fu maestro di cappella
del re in Parigi dopo Lalande, e morì a Versailles nel 1748. L'abbate
Madin oltre a più mottetti assai stimati in Francia scritti da lui per
la cappella reale, è autore di un _Trattato di contrappunto_ impresso a
Parigi nel 1742, che ebbe colà qualche stima, benchè sia questa un'opera
men che mediocre, e meritamente oggidì posta in dimenticanza.
MAELZEL, primo meccanico dell'imperatore d'Austria, si rese a Parigi nel
1806, per far conoscere al pubblico il _Pan-harmonicon_, di cui è
l'inventore, capo d'opera di meccanica, che offre un concerto di
stromenti da fiato, e 'l di cui scopo è di produrre l'effetto di una
grand'orchestra. L'artista ha saputo combinare con quest'istromenti i
timballi, una gran cassa, un'altra più piccola per la musica turca, i
cembali, il triangolo ed alcuni altri nuovi strumenti inventati
dall'autore, per surrogarli in qualche maniera a que' di corda. Il
_Pan-harmonicon_ eseguisce un numero considerevole di pezzi di musica
del genere il più sublime, tra' quali si distinguono _l'eco di
Cherubini_, e varj pezzi di _Steibelt_, di _Mozart_, d'_Haydn_ ec. Ciò
che sorprende soprattutto nell'esecuzione di tai pezzi, egli è che tutti
i chiaro-scuri di _forte, di piano, e d'espressione_ sono marcati con
tanto di precisione che di gusto. _V. Quatre Saisons du Parnasse 1807 p.
250._
MAELZEL (Leonardo), fratello del precedente, abile professore di musica
e compositore, dopo sei anni di fatica ha inventato ancora a Vienna un
nuovo strumento di musica di una gran perfezione. Seguendo il consiglio
di alcuni intendenti, gli ha dato provisoriamente il nome di _Armonia di
Orfeo_ a motivo dell'effetto straordinario che produce sugli uditori.
Esso ha la forma di una cassa, che posata orizontalmente presenta cinque
piedi quadrati di superficie, e tre piedi di profondità. I tasti
abbracciano lo spazio di cinque ottave; basta toccarli lievemente per
trarre senza verun rumore de' suoni, come di fiato che si prolunga per
tutto il tempo, che il dito non abbandona il tasto, e che ad arbitrio
possono rinforzarsi, o addolcirsi, esso imita perfettamente la voce
umana, ed i suoi suoni non sono meno melodici, che quelli dell'armonica,
senza essere così penetranti. I maestri _Salieri_, _Giuseppe Weigl_,
_Gyrowetz_, _Preindel_, _Hymmel_, e _Förster_ fanno i più grandi elogj
di questa singolare invenzione. (_V. Registro polit. della Sicilia n.
CXXXI, Londra_ 27 Dicembre 1814 _e Journal des decouvert._)
MAGGIORE (Ciccio o Francesco), napoletano, compositore di brio e di
gusto ha scritto delle opere in musica in varie città dell'Europa
ch'egli ha percorso. Morì in Olanda circa il 1780; riusciva egregiamente
nel render in musica le grida di differenti animali, genere basso e
spregevole. _I raggiri della cantatrice_, 1745, e _gli scherzi d'amore_,
1762, sono le migliori delle sue opere.
MAGIR (Giov.), uno de' letterati distinti e de' migliori musici del suo
tempo a Brunswick. Nel 1596 egli diè la prima edizione della sua opera a
Francfort intitolata, _Artis musicæ methodice legibus logicis informatæ
libri duo ad totum musices artificium et rationem componendi valde
accomodati_. Avendola quindi interamente rifusa, la pubblicò nuovamente
a Brunswick nel 1611. Egli morì d'apoplesia nel 1631. _V. Walther._
MAGLIARD (Pietro), canonico della cattedrale di Tournai, sul principio
del sec. 17º pubblicò quivi una dottissima opera in francese, secondo
ciò che ne dice il _Doni_ (_sopra i tuoni p. 127 242_) nella quale
stabilisce che i dodici modi, usati oggidì, si differiscono dai tuoni
ecclesiastici.
MAGRIZY (Taguv Ed-Dyne Ahmed al), uno de' più grand'uomini, che come
Abulfeda, vantar possa la letteratura Araba. Nacque al Cairo circa 1358
dell'era cristiana, dell'Egira 760. Grande pel suo merito di Scrittore;
grande principalmente per le qualità del suo cuore, non che del suo
spirito, ricolmo di onori occupò sino alla morte i posti più luminosi, e
studiò e scrisse eziandio sino alla morte per ricrear l'animo suo della
noja delle grandezze medesime, di cui come vero filosofo ne sentiva il
voto. Le sue opere sono innumerabili, e sopra un'infinità di materie,
ch'egli tratta con estrema esattezza, con lunghi dettagli, e con
eleganza di stile, avvengnachè le ore impiegate da lui allo studio non
fossero stati se non de' momenti, che egli rubava alle giornaliere
occupazioni de' suoi impieghi. Vi ha tra queste un _Trattato di Musica_,
di cui non possiamo dare alcun saggio, per non conoscerne altro che il
titolo. Questo grand'uomo finì di vivere nella sua patria l'anno
dell'Egira 845, dell'era comune 1441. (_Desland Dict. univ. tom. 19_)
MAIER (Gius. Bernardo), maestro di cappella a Hall nella Svevia, nel
1732, pubblicò quivi il suo _Museum musicum theoretico-practicum_, e nel
1747, ne diè una seconda edizione in tedesco col titolo di _Gabinetto di
musica teorica e pratica; ossia Breve ma compito metodo, per apprendere
la musica in pochissimo tempo per mezzo di esempj assai chiari con la
spiegazione de' termini tecnici della musica, oggi in uso, sì greci che
latini, italiani e francesi_. _V. Walther._
MAIRAN (Giov. Giac. d'Ortous de), secretario perpetuo dell'accad. delle
scienze sin dal 1741, in cui succedette a M. Fontenelle, e morto in
Parigi nel 1771. Nelle memorie di quell'accademia an. 1737 vi ha di
Mairan, _Discours sur la propagation du son dans les différens tons qui
le modifient_. Egli è diviso in sei parti: 1. sulla differenza delle
particelle dell'aria tra loro; 2. sull'analogia del suono e de' diversi
tuoni con la luce e i colori in generale; 3. sull'analogia particolare
de' tuoni e de' colori prismatici; 4. in che l'analogia del suono e
della luce, de' tuoni e de' colori, della musica e della pittura è
imperfetta o nulla; 5. sull'analogia di propagazione tra' suoni e le
onde, per rapporto all'esperienza, di cui si è fatta menzione nel nono
articolo del Discorso; 6. sulla maniera con cui le vibrazioni dell'aria
si comunicano all'organo immediato dell'udito. _Rousseau_ dice che
l'ipotesi di M. da _Mairan_ per ispiegare, come il suono d'una corda
venga sempre accompagnato da' suoi armonici, è la più ingegnosa tra
quelle che eransi sino allora immaginate, e la più filosofica (art.
Son); benchè dica un pò dopo, che sembri piuttosto che il suo autore
abbia così allontanata la difficoltà anzichè risolverla: l'ipotesi del
Mairan, dice l'ab. Andres, non è stata abbracciata da molti fisici, e
molto s'assomiglia al sistema del Newton. _Dell'Acustica t. 4._
MAJO (Francesco de), cui i Napoletani danno il nome di _Ciccio di Majo_.
“Scrittore pieno di melodia e di naturalezza: in pochi anni che visse,
ebbe la stessa sorte del Pergolesi, cui non restò inferiore
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