Danza macàbra - 2

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credere a certe calunnie!
GUST. Calunnie!?... Perchè?!... Prima d'ogni altra cosa, si cercava di
dissipare certe voci... di certi prestiti dati a grosso interesse... co'
danari del Principe... dunque niente di male!... E poi ho fatto una
piccola inchiesta per mio conto.... e il _compiacente cugino_ della
cambiale... potrebbe... nel caso....
TOMM. Insomma, cosa vuole che le dica?... Dal momento che anche lei, per
altro, non ci trova niente di male....
GUST. E le cinque mila lire?...
TOMM. Ebbene... sì... farò il possibile!
GUST. Sono parole un po' troppo vaghe!... Mi occorrono questa sera.
TOMM. _(spaventato)_ Questa sera?!
GUST. Già... altrimenti dovrei cavarmi il capriccio di parlare al
Principe di quel tal sequestro... non foss'altro per sapere se, anche
lui, è del nostro parere circa il... _niente di male_!...
TOMM. Ebbene... signor Marchese... a questa sera!...

SCENA III.
_=Esther=, con =Enrichetto=, dalla destra, attraversa la scena
verso la sinistra. — Ambrogio e Giacomo portano l'occorrente
per servire il caffè, deponendo tutto sulla tavola in fondo. —
=Detti=._
GUST. _(a Tomm.)_ Oh, la bella Esther!... _(salutandola)_ Madamigella...
come va il mio cuginetto?
ESTH. _(saluta Gustavo con civetteria e con affettata pronunzia
francese)_ Sempre bene, signor Marchese.
GUST. _(accarezzando Enrichetto)_ Lo accompagna dal nonno?
ESTH. _(sorridendo)_ Tutte le sere... alle frutta... La signora
Duchessa... non lo vuole a tavola... prima...
GUST. Perchè Enrichetto è cattivo! _(prendendolo in braccio)_ Dammi un
bacio, birichino. _(resta in disparte con Enrichetto)_.
TOMM. _(a Esther, in maniera che odano i servi)_ Madamigella... una
parola...
ESTH. _(rispettosa)_ Mi comandi, signor Tommaso...
AMB. _(a Giacomo)_ Ora tocca a madamigella!...
TOMM. Lei è uscita oggi in carrozza?!
ESTH. _(con calma)_ Per ordine della signora Duchessa...
TOMM. _(c. s.)_ E... ha fatto correre, per due ore, sotto l'acqua... una
pariglia di ottomila lire!
ESTH. Dovevo sbrigare tante... commissioni!
TOMM. Ragione di più per andare a piedi... o in vettura da nolo!...
ESTH. Ma la signora Duchessa...
TOMM. _(pronunziando forte le parole)_ La signora Duchessa può far
quello che vuole... ma lei, per girare Roma, non ha bisogno d'una
pariglia inglese!...
ESTH. _(con ira mal repressa)_ Sta bene... un'altra volta anderò a
piedi....
TOMM. _(con durezza)_ Ha preparato quella nota?
ESTH. Sì... eccola!... _(gli dà una carta con atto dispettoso)_.
AMB. _(piano a Giac.)_ Ci ho tanto gusto!... M'ha fatto prendere tanta
di quell'acqua... la signorina!
TOMM. _(s'avvicina a Esther, fingendo di leggere la nota, e le dice
piano)_ Sei in collera?...
ESTH. _(con malumore)_ Lo domandi?!... Certo!... Perchè questa scena?...
TOMM. _(c. s.)_ Era necessaria!... Ambrogio ha fatto la spia... e il
Duca è furioso, perchè hai fatto bagnare i suoi cavalli...
ESTH. _(guardando i servi — a Tommaso con malizia)_ Allora... alza pure
la voce... ma farai pagare dal Duca una _toilette_ di più!...
TOMM. _(ridendo)_ Questo s'intende!
ESTH. _(c. s.)_ E... quanto ad Ambrogio...
TOMM. Al primo bicchiere che rompe... avrà il fatto suo!... _(ridono
tutt'e due. — Poi Tommaso ripiglia un contegno severo)_ Va bene...
_(forte, mettendo in tasca la nota)_ domani sarà pagata.
ESTH. _(riprendendo il bambino)_ Signorino... andiamo... Signor
Marchese... _(via, con Enrichetto a sinistra. I servi s'allontanano
dalla Galleria)_.

SCENA IV.
_=Gustavo= e =Tommaso=; poi un =Servo=._
GUST. _(seguendo Esther con lo sguardo)_ È bella questa ragazza?!... Un
vero bijou!... E ci vuole un bel cuore a trattarla come fa lei... con
tanta severità!
TOMM. L'ho messa io in casa del Principe... e... capirà... ci tengo che
mi faccia onore... Il signor Duca è così tenero per i suoi cavalli!
GUST. _(con malizia)_ Ah, dunque, l'ha messa lei in questa casa?!...
Bravo!... Si vede proprio che lei ha un buon gusto in fatto di belle
donnine.... Ma... già... tutti sanno... che lei....
TOMM. _(protestando)_ Ah, signor Marchese... questo poi!.. Ma via...
alla mia età!... Oh, davvero che il mondo è proprio cattivo!
GUST. Calunnie anche queste, eh?!.. Come quella del sequestro?! —
TOMM. _(mortificato)_ Signor Marchese....
GUST. Animo... via!... Come vuole che certe cose non le sappia io... io
che sono amatore del genere... come lei!... E anche in questo... non c'è
nulla di male!... Si può metter la mano sul fuoco, che anche il Principe
direbbe così.... Lui che.... ancora alla sua età... malgrado gl'impicci
del famoso quartiere che sta costruendo... malgrado la sua serietà...
lasciamola lì!... Del resto, ognuno ha la propria vocazione... Mio
cugino, per esempio, va matto per i cavalli!... Bisognava vederlo a
Londra... e a Parigi!... Ed è curiosa come le passioni s'appiccicano!...
Anche mia moglie... a star con lui... ha preso la stessa mania!... Di
giorno... nelle scuderie... o alle Corse... di sera, al Circo!
TOMM. _(con malizia)_ Sarà stata una vera penitenza per lei?!
GUST. Oh, per me, di giorno... mi ci pigliavano... ma di sera!... Ah,
quella Parigi!... che città!... che donnine!... C'è mai stato lei?
TOMM. Pur troppo, no!... E... ora... alla mia età!...
GUST. Avesse cent'anni... ci vada prima di morire!
TOMM. _(ridendo)_ Dunque, da quelle parti, signor Marchese, nessuna
scarsità di prodotti?!
GUST. Ah, no!... al contrario!... Ma la ricerca dell'articolo
«Parigi»... per l'esportazione e il consumo interno.... è tanta... che
la merce autentica non ha più prezzo....
TOMM. Ci saranno sempre i prodotti falsificati... per le piccole borse!
GUST. Americane.... spagnuole.... russe.... tedesche.... italiane...
molte italiane!... con etichetta francese, s'intende!... A che
servirebbe, del resto, l'insegnamento di questa lingua nelle nostre
scuole magistrali?... Il Governo, che improvvisa tante maestre... per
non pagarle... almeno apre loro così una... carriera proficua! _(ridono;
poi Tommaso, vedendo entrare Riccardo, saluta e s'allontana, dando
ordini al servo)._

SCENA V.
_=Riccardo=, in frak, dalla Galleria, introdotto da un servo.
— =Detti=._
RICC. Oh, Marchese, ben tornato! _(si danno la mano)_.
GUST. Arrivai ieri.... Venni subito per vederti... ma non eri in
Ufficio....
RICC. Ero sul lavoro....
GUST. Ebbene, eccoti qui!... Sei dunque contento d'aver lasciato il
nuovo mondo per il vecchio?!... Dimmelo francamente... perchè, avendoti
proposto la Direzione della nostra Società... e fatto accettare da
essa... non vorrei aver rimorsi!
RICC. Rimorsi!?... Tu scherzi!... Eh, via!... Fosse stata la mia rovina,
tu non ci avresti colpa! — Non forse ti parlai... fino alla noja...
della nostalgia invincibile, che m'aveva preso dopo sei anni di vita
americana!?... Ma già... noi Italiani siamo tutti così!... Non possiamo
star lontani dal nostro paese.... E... poi... quando ci si torna....
GUST. Ebbene... quando ci si torna!? —
RICC. La vita è fatta così.... Ciò che non si ha... par sempre più
bello!... E... poi....
GUST. E poi!? —
RICC. Vuoi che ti dica, l'idea, che mi son fatta in questi otto mesi...
dacchè sono qui?... È questa... che gli Americani sbagliano quando
vogliono scimmiottare gli Europei.... e noi sbagliamo quando vogliamo
scimmiottare gli Americani!... Laggiù vanno matti per le nostre
anticaglie... noi, diventiamo così per le loro enormi imprese... per i
loro affari colossali!... E qui... son capitato proprio nel mondo più
adatto... a osservare questa... pazzia!
GUST. Vuoi dire!?
RICC. Voglio dire questo mondo di patrizj romani.... de' parrucconi che
vogliono posare a Jankee!... Oh, che gente!... Loro... voler fare delle
imprese americane... come questa di costruire una città come Roma!... Ma
dovranno contentarsi di figurare come decorazioni de' loro vecchi
palazzi... de' loro vecchi ambienti!
GUST. Il male si è... mio caro... che non lo hanno potuto!...
RICC. Anche questo è vero!... La borghesia americana... da per tutto...
li aveva superati in ricchezza... ed essi... per la solita albagia della
superiorità... si son lasciati tentare a gettarsi a capo fitto nel mondo
degli affari... Credevano di raddoppiare i proprj patrimonj... e vi
lasciano, invece, le penne!
GUST. Dunque, gli affari della nostra Società... van male!?...
RICC. Non dico questo... ma bene neppure!... Basta... speriamo!...
_(pausa)_ Fatto sta che... in otto mesi che sono qui... io non ho potuto
ancora veder bene nelle cose... Oh, che amministrazione!... Un
labirinto!... E quanti ostacoli!... La politica... e il Governo...
entrano da per tutto!... Questo Principe romano.... che ha voluto fare
il Costruttore in grande... ha fatto le cose da Principe... e non da
costruttore!... Ci vuol altro!... E tutti gli hanno mangiato addosso!...
Figurarsi!... Una Società impegnata per 20 milioni... con tutte le
azioni emesse.... È in mano di chi!?... Otto milioni spariti nelle
fondamenta... cioè... no... nelle tasche di uomini politici... per
procurarsi l'appoggio governativo... caso mai... o per contrarre
prestiti onerosi, co' quali far fronte a' mancati pagamenti degli
azionisti!... Otto milioni!... _(breve pausa)_. A proposito... anche tu
hai delle azioni?
GUST. _(imbarazzato)_ Sì....
RICC. E... devi ancora i due ultimi pagamenti... mi pare?
GUST. Sì!... _(rinfrancandosi)_ E pagherò!... ma... caspita... con te
posso parlar schietto... pagherò quando tu mi potrai assicurare....
RICC. Oh! te lo ripeto... per ora non c'è nulla di minaccioso... e se
non saltano fuori magagne... mi capisci?... spero di condurre le cose a
buon porto...
GUST. Benissimo!... E se saltano fuori?!
RICC. Oh, non lo credo!
GUST. E neppur io!... Ma... quando si hanno pochi danari come me... che,
per fare que' pagamenti, sarei proprio costretto a gravi sacrificj... tu
comprenderai che ci vorrebbe almeno una certa sicurezza... un'intiera
fiducia....
RICC. E tu non l'hai?!
GUST. Sì... in te... nel Principe!... Ma... capirai... ci sono degli
altri...
RICC. Chi!?
GUST. Io non ho peli sulla lingua... con te, specialmente!... Non ti
parlo di Maurizio, che si occupa solo di cavalli... o di caccia!...
Fabrizio, per esempio!... Ah, questa è una volpe fina!... Ma per quanto
fino sia lui... io non son tanto gonzo da credere che... lui... il
cadetto... non abbia profittato di questa bella occasione di maneggiar
milioni... per rifarsi delle nostre leggi... patrizie!... La volpe
spende e spande... e... in somma... io farò... sì... i miei due
pagamenti... ma, prima, fammi tu un gran favore.... Fruga... fruga
bene... specialmente negli scartafacci de' primi contratti... e...
poi... ne riparleremo!
RICC. Bah!... Come vuoi....
GUST. Grazie!... E in premio... voglio darti un consiglio... perchè vedo
che sei nella buona strada per giudicare il nostro patriziato... e
vorrei affrettare la tua educazione definitiva!... Noi... in somma...
siamo un vecchio mondo in isfacelo di giocatori... di oziosi... di
scettici... di donnajuoli... d'ignoranti... d'ignoranti, sopra tutto!...
I nostri avi, almeno, avevano qualche gusto d'arte... noi neppur
questo!... Dimmi quanti patrizj, oggi, spendono una infinitissima parte
delle loro rendite per comprare una statua... un quadro... de'
libri!?... Molta vernice... spesso nera... per coprire le macchie... ma
sotto!... _(pausa)_ Gli uomini migliori... come il vecchio Principe...
sono delle nullità... che vorrebbero far l'Ercole degli affari!... Il
solo vero gentiluomo sono ancora io... credimi... modestia in tasca...
perchè io, almeno, non fo l'ipocrita!... Sono uno scavezza collo... e
non la pretendo a gran Costruttore... o a modello di nessuno!... Quanto
alle nostre dame... avendo l'abitudine di confessarsi spesso... hanno
sempre qualche cosa... di nuovo... da dire al confessore!... Osa tutto
con esse!... Non far mai l'ingenuo... perchè questa è la sola colpa che
non ti perdonerebbero mai!
RICC. _(sorridendo)_ Oh, che scettico!

SCENA VI.
_=Silvia=, da sinistra, e detti. — Poi, il =Comm.re Ottavi= e
il =Conte Sereni=, pure da sinistra: =Fabrizio=, =Elena=,
=Gabriella=, =Maurizio=, =Esther=, con =Enrichetto=; da
ultimo, il =Principe=. — Gli uomini sono in frak, le donne in
«toilette» di sera. — =Giacomo= e =Ambrogio= servono il caffè._
OTT. _(a Sereni)_ Sicchè, caro collega... lei si trova
all'opposizione?!...
SER. No... ma mi preoccupa il pensiero di aver contro il Governo nelle
elezioni.
OTT. Come?!... Temete d'esser battuto... ne' vostri feudi?!
SER. Oh! non per questo... ma per la spesa...
GUST. _(ironico)_ Sereni ha ragione.... Gli elettori campagnoli sono
diventati così avidi, così ingordi... che, se continua, tra qualche
anno... un povero possidente dovrà rovinarsi del tutto per andar alla
Camera.
SER. Proprio così!... L'ultima elezione, con l'appoggio del Governo, m'è
costata 5000 lire.... Figurarsi se lo avessi avuto contro!
GUST. Non bastavano 5000!... Eh, caro conte, gli elettori hanno capito
oramai... che dagli eletti non possono sperar nulla... e procurano di
rifarsene sopra i candidati!... È sempre un benefizio... il solo
forse.... _(ridono, e formano un gruppetto)_.
ESTH. _(accompagna Enrichetto da Silvia, che lo bacia)_.
OTT. _(al Sereni)_ E lei vorrebbe!...
SER. Che il Ministero conoscesse i miei sentimenti... i quali....
OTT. Eh.... eh!... Ma se gli vota contro?
SER. Non posso per ora staccarmi dagli amici!
OTT. Io, allora, cercherò di far capire che la sua assenza....
GUST. _(continuando)_ È un colpo di mano dato per tener su la
baracca!... Il sistema è buono... ed è vecchio quanto la Chiesa... che
ha introdotto l'astinenza... parlamentare tra le virtù... _(ridono, e si
uniscono in gruppo, verso il fondo, con Elena, Gabriella e altri,
prendendo il caffè)_.
SIL. _(dopo aver baciato Enrichetto, che ha presso di sè)_ Va',
carino... dà un bacio anche al babbo!... _(Esther accompagna il bambino
da Maurizio, che lo bacia: Maurizio non restituisce il bacio; poi fa
cenno a Esther di condurlo via. — Esther via, a destra, con Enrichetto.
— Questa azione dev'esser fatta in vista del pubblico, durante le
battute che seguono)_.
RICC. _(a Silvia)_ Il signor Duca è qui?
SIL. _(indicando Maurizio)_ Sì.... Non lo conosce?
RICC. Non ancora!... Prima che il Duca si recasse a Parigi... non ebbi
occasione di trovarmi con lui... e ignoravo che fosse già ritornato.
SIL. Da ieri... _(chiamando)_ Maurizio!... _(Maurizio si stacca dal
bambino, e si avanza. — Silvia gli presenta Riccardo)_ L'Ingegnere
Riccardo Salvetti....
MAUR. _(con cortesia, dandogli la mano)_ Sono molto lieto di conoscere
personalmente il Direttore della nostra Società.... Mio padre... e mio
fratello... m'han fatto i migliori elogi di lei.... Io, a dire il vero,
non m'intendo affatto di costruzioni... anzi... credo che certe cose
bisogni lasciarle fare a chi c'è nato... ma ho sempre avuto un debole
per l'arte... specialmente per l'architettura.... Ebbene, ho veduto
qualche cosa sua... e... davvero... m'è parsa di ottimo gusto....
GUST. _(a Riccardo)_ Per bacco!... Complimenti, mio caro!... Un elogio
simile da parte del Presidente della Società artistica....
MAUR. _(ridendo)_ Perchè compro qualche quadro...
GUST. Bello però.... che il Principe padre.... naturalmente... confina
in soffitta... perchè non deturpi la «Galleria» de' nostri avi!...
_(ridono)_
PRINC. _(entrando e andando verso Riccardo. — Maurizio saluta Riccardo,
e s'allontana)_. Caro Ingegnere.... Ebbene, che nuove?
RICC. Eccellenti, signor Principe....
PRINC. Davvero!?... Sentiamo... sentiamo!
RICC. Ho parlato alla persona che lei sa... e pare proprio che la Banca
Nazionale... finalmente... ci accorderà un credito di due milioni....
PRINC. Proprio!?
RICC. Io spero di concludere la cosa domattina.
PRINC. Oh, ma questa è una grande notizia!... Hanno udito, signori?...
_(tutti s'avvicinano)_. La Banca viene finalmente in nostro ajuto...
_(movimento di soddisfazione in tutti, ed esclamazioni in concerto)_
Ora, la costruzione del Quartiere è assicurata.... _(approvazioni
generali)_.
RICC. Non del tutto.... Restano ancora molte difficoltà da superare.
FABR. _(con calore, incoraggiato dalle approvazioni di Gustavo,
dell'Ottavi e del Sereni)_. La discesa vertiginosa de' valori
immobiliari era inevitabile e necessaria.... Eravamo saliti troppo...
dando a' terreni... e alle case un valore fittizio.... Ora, ritorna
l'equilibrio.... Non è possibile discendere di più!... La rovina de'
primi costruttori imprudenti... salva gli altri più avveduti.
RICC. Giova sperarlo... ma non è certo!
FABR. Oh, l'avvenire è per noi!... Lasci che il Quartiere Lanfranchi sia
finito... e... poi... vedrà.
PRINC. _(esaltandosi a mano a mano)_ Finito!?.... Vivrò io abbastanza
per vederlo? Mi pare un sogno!... Da principio non volevo saperne...
e... poi... mi ci sono appassionato fino all'esaltazione!... Vado tutti
i giorni a girare per i cantieri.... Quando li vedo deserti... mi prende
una stretta al cuore... come se fossi colpito da una sventura
domestica!... Che pena il vedere quelle fabbriche interrotte... quegli
istrumenti di lavoro inerti!... Ma che gioja quando il cantiere è
popolato da centinaja di lavoratori!... Quel lavorìo continuo mi
elettrizza!... Lo spettacolo di tutta quell'attività umana... di tanta
forza e di tante energie associate insieme per costruire una nuova
Città... mi fa l'effetto d'un'ondata di sangue nuovo che entra nelle mie
vene... e mi ringiovanisce.... _(esaltato)_ Il quartiere Lanfranchi!...
Ingegnere, me lo faccia vedere popolato... e io morrò contento!
OTT. Che entusiasmo!
SER. Che fede!
GUST. Che vigore!... E si dice vecchio!
RICC. Farò tutto il possibile.... ma le mie sole forze non bastano!
FABR. E non siamo tutti con lei?!
OTT. Certamente!
FABR. La nostra opera, Ingegnere....
OTT. La mia influenza....
GUST. E il mio concorso....
FABR. Non le mancheranno mai!
PRINC. _(e tutti gli altri)_ Ci conti!... ci conti!... _(si uniscono a
Riccardo, insieme con Gabriella e Maurizio — ritirandosi nel fondo e
continuano a parlare. — Scena tra Silvia ed Elena. — Il Principe sta con
loro; ma, poi, osservando Silvia ed Elena, si accorge dell'alterco tra
le due donne, e s'avvicina per interromperlo)_.
ELENA. _(a Silvia)_ Fabrizio trionfa!... Tutti si esaltano alle sue
idee... a' suoi disegni... e tu... già così fiera avversaria...
taci!?... Saresti forse... convertita alle sue idee?
SIL. No!
ELENA. E, allora, perchè non lo combatti?... Tu sola puoi ancora guarire
mio Zio dalla sua follia... e io ti consiglio a non perder tempo... e a
tentare tutti i mezzi... per farlo rinsavire!...
SIL. _(sospettosa, cercando indovinare il pensiero di Elena)_ A quale
scopo mi dici tutto questo?!
ELENA. Per salvare quello che non è ancora perduto!
SIL. _(con ironia)_ A favore di chi?
ELENA. _(turbata, e simulando schiettezza)_ Di te.... di tuo figlio!...
Fabrizio spinge il Principe alla rovina... e chi ne subirà le
conseguenze, sarete voi due!... Pensaci!... Io lo dico per tuo bene....
SIL. _(c. s.)_ Ti sta tanto a cuore il nostro avvenire?
ELENA. _(c. s.)_ Ma... certo!
SIL. Ebbene, rassicurati... Non c'è nulla da temere!... Io ho dieci mila
scudi di rendita... e mio figlio, oltre questi, troverà sempre qualche
briciola della sostanza di Maurizio....
ELENA. Ma Maurizio stesso....
SIL. _(sempre più eccitata)_ Non corre pericolo, lo sai!... Il Principe
è padrone di gettar via le rendite... ma non può toccare il capitale...
e questo è così ingente, che, anche pagando i debiti del padre, rimarrà
sempre a... tuo cugino... quanto basta per fare molti viaggi a Parigi...
Solo dovrà attendere... e costringere a pazientare... ha troppa furia di
spendere 5000 lire l'anno!
ELENA. _(risentita)_ Cosa vuoi dire? Non ti capisco!
SIL. _(c. s.)_ Proprio?!
ELENA. _(alzando la voce)_ No!... non voglio comprenderti!... Se ho
parlato, è stato solo nel tuo interesse!
SIL. _(con riso sarcastico)_ È perchè ti duole... che mio suocero getti
in pazze imprese quel danaro che Maurizio impiegherebbe così bene?!
ELENA. _(scattando)_ Silvia!
PRINC. _(interrompendole, piano, con vivacità)_ Silenzio!... Vi
osservano!... _(breve azione. — Elena e Silvia si frenano sotto lo
sguardo severo del Principe. — Elena s'allontana, e s'avvicina al
gruppo, nel fondo)_.
PRINC. _(con dolcezza, a Silvia)_ Silvia, frénati... te ne prego!... Non
facciamo scandali!
SIL. _(piano)_ È lei!... Viene qui a provocarmi!
PRINC. _(c. s.)_ Non rispondere!
SIL. E dovrò subire....
PRINC. No, no!... Penserò io a imporle rispetto... ma è mia nipote!...
Forse tu l'accusi a torto... e suo marito è là... _(accennando Gustavo)_
Una tua parola... uno sgarbo... potrebbe essere la scintilla.... Pensa
alle conseguenze... e sii prudente... per me... te ne prego! _(sono
interrotti da Gustavo)_.
GUST. _(a Silvia)_ Cugina, andate al Costanzi sta sera?
SIL. No!
GUST. Allora, se non ne avete già disposto, dovreste cedere il vostro
palco alla signora Ottaviani!
SIL. _(alzandosi, e andando verso Gabriella)_ Con tutto il piacere.
GABR. _(lieta)_ Davvero?
SIL. Perchè no?... Sta sera... e tutte le volte che lo desideri.
GABR. Sei troppo buona... ma proprio non posso giovarmi della tua
cortesia... Mio marito non ama molto il teatro... e, poi, dice di essere
stanco....
PRINC. _(all'Ottav.)_ Oh, Commendatore... non è permesso rifiutare un
piccolo svago a una signora gentile come la sua!
OTT. Cosa vuole?!... Domattina ho due commissioni... e devo ancora
studiare le proposte del Ministro....
PRINC. Le studieremo insieme al Costanzi... vengo anch'io... Durante
gl'intermezzi terremo compagnia alla signora... e... mentre cantano,
passeggeremo ne' corridoj, dicendo male del Governo.... A lei, come
deputato ministeriale, ciò deve far piacere.
OTT. _(ridendo)_ Moltissimo!
PRINC. Allora, non l'annojerà!...
OTT. Dunque, è stabilito!... Anche lei passa all'estrema sinistra?
PRINC. No!... Resto nel mio partito...
SER. Quale?!
PRINC. Quello de' malcontenti... che comprende tutti i settori della
camera!... _(tutti ridono, e prendono congedo da Silvia che accompagna
Gabriella sino fuori della Galleria. — Maurizio, dopo aver salutato
Gabriella, entra a sinistra; poi, esce subito col «paletot» il cappello
in testa e il bastone. — Gli altri escono dalla Galleria. — Silvia
rientra e ferma Maurizio)_.
SIL. Fermatevi!... Ho da parlarvi.
MAUR. _(contrariato)_ Che cosa dovete dirmi?
SIL. _(con collera sorda)_ Non voglio... intendete bene... non voglio...
che Elena venga più qui!
MAUR. Ah, è per questo?!... Ditelo a lei... o a mio padre.... Lui invita
i parenti.... _(per andarsene)_.
SIL. _(con forza)_ Lo dico a voi!... L'inverno scorso ho tollerata la
sua presenza... perchè così voleva il Principe... e perchè la vostra
relazione, nota a pochi, m'offendeva... ma non m'aveva ancora esposta al
ridicolo!... Oggi, dopo lo scandalo del vostro viaggio con lei a
Londra... e a Parigi... non lo sopporterò più!
MAUR. _(ironico)_ Davvero?!
SIL. No!... E se voi volete evitarle delle pubblicità disgustose... le
chiuderete voi stesso le porte del palazzo....
MAUR. Non lo sperate!
SIL. _(con minaccia)_ Lo vedremo!
MAUR. Delle minacce?!
SIL. Perchè no?!... _(dopo pausa)_ Una volta che, nel gentiluomo, tutto
è spento... e nessun sentimento più vi scuote... vi parlerò di danaro!
MAUR. Cosa volete dire?!
SIL. Da oltre un anno... avete incassato un milione di lire per la
espropriazione delle case che costituiscono la mia dote... Dov'è quel
danaro?!...
MAUR. Nelle mani di mio padre....
SIL. _(fredda)_ Bene!... Me lo farete restituire.... Non voglio che il
frutto della mia dote... serva a pagare le _toilettes_ di Elena!
MAUR. _(alza il bastone per percuoterla)_ Disgraziata!...
SIL. _(che dal primo movimento di Maurizio, prevede dove sarebbe giunto,
con moto rapidissimo, suona il campanello sulla tavola, che si dovrà
udire dal pubblico)_.

SCENA ULTIMA.
_=Ambrogio= comparisce dal fondo; poi =Esther= e =detti=._
SIL. _(piano a Maurizio, indicando i domestici)_ Battetemi... in
presenza de' vostri servi!
MAUR. _(combattuto, si frena a stento)_.
SIL. _(forte, ad Ambrogio)_ Chiamatemi Esther... La carrozza del
Duca.... _(Ambrogio via. — Dopo un momento, comparisce Esther dalla
destra. — Silvia continua con tono indifferente e aria canzonatoria)_.
Intanto, buona notte... e... se andate al Circolo... giocate poco!...
MAUR. _(fremente, vorrebbe parlare; poi, rattenendosi, esce)_.
SIL. _(affranta dalla commozione, si getta sopra una poltrona)_ Vile!...
vile!... sempre vile!
_(Cala la tela)_

FINE DELL'ATTO PRIMO


_ATTO SECONDO_

SCENA I.
_=Ambrogio=, =Emma=, =Vittorio=._
AMB. Vengano innanzi.... Vado ad avvisare il Principe... Lo attendano
qui... _(via)_.
EMMA. _(guardando attorno)_. Lasciami vedere!.... Che mobili!... Che
lusso!... Dio, come devono esser ricchi e felici... quelli che stanno in
questi palazzi!
VITT. Per ricchi sì... quanto al _felici_... meno di noi!
EMMA. E dire che a noi basterebbe il valore della roba che c'è in una di
queste sale per metter su casa... cinquanta volte!... E non sono
felici... dici tu!?... Bah!... scherzi!... Se io avessi un palazzo
simile... sarei la donna più felice del mondo!
VITT. _(gajo)_. Anche senza di me?!
EMMA. No... no!... _(con affetto, scherzosa)_. Non sei anche tu un...
bel mobile?!... Se tu fossi ricco, però... ti amerei ugualmente!...
VITT. Ah, sei di buona bocca!
EMMA. E questo Principe com'è?
VITT. Lo vedrai!
EMMA. Sono curiosa!... È grande... è piccolo... è vecchio, eh?!
VITT. Vecchio, sì... e con aria venerabile, mentre ne ha fatte... e ne
fa ancora peggio di Bertoldo!
EMMA. Possibile!?
VITT. Ma... già... è il loro modo di vivere!... Capirai... con tanti
danari... abituati da secoli a veder tutti curvar la schiena dinanzi a
loro... essi credono di valere qualche cosa di più... molto di più... di
tutti gli altri uomini!... Le coscienze son fatte per loro... le donne
son fatte per loro!
EMMA. Una volta... ma adesso!?
VITT. Eh, anche adesso!... Una volta le prendevano con la forza...
adesso le comprano!... Si sta tanto bene quando si è ricchi!... Si può
esser tanto felici!... Non lo dicevi anche tu poco fa!?... E la donna...
si sa bene....
EMMA. Per me, son di quelle che si contentano di poco!... Oh, ma questo
poco almeno... ci vuole!
VITT. Per questo mi son determinato... benchè a malincuore... a condurti
qui!... Cosa vuoi?!... Il Principe m'ha detto due giorni fa: «È vero che
prendi moglie?» — Sì. — «Bene: conducimi la tua fidanzata uno di questi
giorni... voglio far qualche cosa per voi... e... se vedrò che hai avuto
buon gusto... cercherò di farmi onore nel regalo di nozze.»
EMMA. E che male c'è in tutto questo?!
VITT. Oh, niente!... E, poi, si usa così in casa di questi grandi
signori... e una volta che, per metter su casa, bisogna aver
quattrini... e, per aver quattrini, bisogna dipender da loro... niente
di male se si può ottenere tutto questo... _onestamente_!... E...
siccome... dal più al meno... in queste case... gl'impiegati che hanno
moglie, vanno su... per via... delle vie... così capirai...
EMMA. Saranno calunnie!
VITT. A me basterebbe che fossero... per me!... Ah, ecco il Principe!
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