Dalla rupe: novella - 1

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ANTON GIULIO BARRILI

DALLA RUPE
NOVELLA
_Seconda Edizione_

MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1884.


PROPRIETÀ LETTERARIA
RISERVATI I DIRITTI DI TRADUZIONE.
Tip. Fratelli Treves.


DALLA RUPE


I.

Tra Noli e Finalmarina....
Ma voi, qui, amici lettori, interrompete da bel principio la lettura,
per chiedere: Dov'è Noli? Dov'è Finalmarina? Per Noli, transeat, che
dovrebb'essere vicino a San Leo. Tanto vero, che Dante ha scritto:
“_Vassi in San Leo e discendesi in Noli_....„
Nossignori, qui v'interrompo io. San Leo è nelle Marche e Noli è in
Liguria. Dante, che corse, malinconico pellegrino, tutte le terre
d'Italia, chiedendo pace e pane che non sapesse di sale, fu anche a
Noli, o rasentò la sua porta soprana, molto probabilmente quando passò
da quelle parti per andare a Parigi.
Noli è dunque in Liguria, e Finalmarina egualmente: tutt'e due sulla
strada che corre, o che bisogna correre, da Genova a Nizza. Prendete
un orario delle strade ferrate e troverete Noli a cinquantotto,
Finalmarina a sessantasette chilometri da Genova. Ora, in mezzo a
questi nove chilometri di differenza ci sta Varigotti: un paesello
che non vi apparirà segnato nell'orario, perchè non è ancora luogo di
fermata, sebbene gliela promettano da un pezzo. Aggiungete che lo si
vede poco, passando, perchè ivi il treno varca rapidamente cinque o sei
volte di galleria in galleria, ed è il caso di dire: “Appena vidi il
sol, che ne fui privo.„
Varigotti è ancora affondata nella penombra medievale. Sta solitaria
davanti al mare turchino, mezza sui dirupi e mezza sotto. Tra due
balze, che scendono a piombo sulle acque, ne sporge un'altra, che fu
isola un tempo, ma che le arene, intorno a lei incalzate dal libeccio
dominatore, tramutarono facilmente in penisola. Su quelle arene
scese a mano a mano il galestro dei monti; su quel galestro crebbero
i giaggiòli ensiformi, le conizze viscose, le tamerici pallide, i
lentischi nereggianti: poscia, aiutando il sudore degli uomini, gli
olivi, i limoni e gli aranci. Il luogo, così nascosto al piè della
balza, divenne un giorno così importante da aver nome nella storia.
Ignoro in qual modo; forse perchè di là aveva a passare, o poco più su,
la strada romana, e perchè ivi, tra il capo di Noli e la penisola che
vi ho detto, si stendevano le curve braccia d'un bel porto naturale.
Comunque sia, in quella petrosa e sabbiosa solitudine nacque Varigotti,
del cui nome antico non rimane alla lessicografia che un accusativo,
_Varicottim_, e che ebbe l'onore di essere distrutta da Rotari e
ricordata per ciò nella Cronaca di Fredegario. Certo, per meritare
un tratto simile dal feroce Longobardo, dovette essere una grossa
terra, e Fredegario non le fece un regalo, mettendola alla pari con
Genova, Savona ed Albenga. Ci sono tuttavia vecchi marmi istoriati, che
accennano a decorose consuetudini di vita; c'è un masso enorme, eretto
a colonna sulla costa del monte, che arieggia un prisco Nume ligustico;
c'è finalmente un sepolcreto romano, donde già si cavarono olle
cinerarie coricate in bell'ordine, monete repubblicane e imperiali, e
anelli equestri, con gemme incise di fine lavoro. Ora di equestre non
c'è più nulla, neanche il sindaco, poichè il municipio fu soppresso e
il luogo aggregato al comune di Finalpia, non senza rammarico acerbo
del suo popolo di pescatori, che a ore rubate fanno l'ortolano, o
d'ortolani, che a ore rubate fanno il pescatore.
Varigotti consta di tre ceppi di case, sparsi a ponente della penisola
anzidetta, uno in alto e lontano, gli altri due alla spiaggia. Un
quarto era a levante, piantato a mezzo cerchio tra la penisola e
il monte; e quivi, per la presenza del porto sottostante, doveva
essere la vecchia città distrutta da Rotari, come più tardi ci fu un
villaggio, sorto per tenace amore di campanile sulle patrie rovine. Ma
la strada provinciale, disegnata sui principii del secolo presente,
passò attraverso, rompendo la costiera, e separando l'abitato dalla
vecchia chiesuola. E questa fu abbandonata, e quello del pari; almeno
durante il giorno, perchè nella notte, se dobbiamo credere alla
leggenda popolare, ci vanno a conciliabolo le streghe. Di là, in mezzo
a quel silenzio di case sventrate, bisogna passare, chi voglia andare
sul colmo della penisola, dov'è una bella torre del Cinquecento, con
certi avanzi di batterie e di casematte. _In illo tempore_ ci stavano
due o tre veterani, a custodire un paio di cannoni; ma un bel giorno
qualcuno si ricordò di richiamare gl'inutili custodi, o forse morirono
questi, e nessuno si ricordò di surrogarli; fatto sta che la batteria
rimase deserta, il bastione non resse a tanto abbandono, e i cannoni
arrugginiti scivolarono in mare.
I popoli circonvicini non amano Varigotti (in ciò tanto diversi da me)
e lo chiamano il paese delle streghe. Pure, a Varigotti, le donne son
belle; ma fanno, poveracce, una vita da cani, tutto il santo giorno al
sole, sulla spiaggia, per trarre le reti, e la notte in barca, come
gli uomini, a pescare le acciughe e a farsi incappellare dai marosi
spumeggianti. Le più giovani vanno ogni mattina, scalze e succinte,
con le ceste sgocciolanti acqua salsa, a Noli e a Savona, per vender le
triglie, i dentici, i pesci lupi, ed anche, pur troppo, i piccoli pesci
cani, che poi, accortamente decapitati e fatti a rocchi, si rivendono
con altro nome sui mercati delle città maggiori. Come hanno a fare, Dei
immortali, per conservare la leggiadria dei contorni e il candor della
pelle? Ma ce ne sono tuttavia di carine, che resistono alle vampe del
sole di luglio e al flagello dei venti marini. Una ne ho conosciuta
io, e non l'ho più dimenticata. Già, io non ho memoria che per queste
grate visioni. La bellezza è sorriso dei cieli, che sono qualche volta
clementi. Son certo che Orazio Flacco, il poeta che mi si accusa di
citar troppo (e lo citerò fin che mi garbi, anche a risico di sembrarvi
un usciere), son certo, io dico, che Orazio Flacco, quando mise fuori
il precetto del _Nil admirari_, fece anche lui la sua brava eccezione
per un bel sembiante di donna.
Maddalena era una bella fanciulla, forse la più bella che mai fosse
cresciuta alle scarse ombre di que' selvaggi dirupi. Vi è egli accaduto
una volta nella vita di vedere tra i crepacci d'uno scoglio far
capolino un bel fiore d'imbrèntine vermiglia? Dal cespo delle brune
e ruvide foglie, e in mezzo ad altri fiorellini minori, quali già
disseccati, quali non ancora sbocciati, si svolgono al sole i petali
rosei, poc'anzi pieghettati e accartocciati nel calice squammoso, e
la luce trasparisce per mezzo al gentile tessuto, che ha la finezza
della mussolina e la morbidezza del raso. Davanti a quella meraviglia
il viandante si ferma e sente il desiderio d'inerpicarsi lassù, per
cogliere il fiore. No, imprudente; non colga fiori chi passa, sospinto
dalle necessità della vita; l'occhiello della giacca non è fatto per
fiori, che il vento flagella, la polvere imbratta e il sole inaridisce
in breve ora. Fermiamoci un istante, ammiriamo, pensiamo; quel fiore
sia la consolazione degli occhi. Un altro si fermerà dopo di noi, lo
ammirerà, si consolerà come noi. Per quanto l'uomo ami poco il suo
simile (cosa che può accadere benissimo, anche quando si sia filosofi
umanitarii) egli proverà sempre un certo gusto a pensare che potrebbe
passar di là, dopo di lui, un altro viandante, a cui la vista di quel
fiore spiegato al sole farà bello il deserto e meno aspro il cammino.
Maddalena era quel fiore, cresciuto rigoglioso, splendente d'insolita
bellezza, in così sterile luogo. Bianca rosata la carnagione; gli occhi
neri e luccicanti come le more; i capegli.... Ah, vorrei descriverli
subito, quei capegli d'oro, come li avrebbe chiamati alla svelta un
poeta, ma d'un oro traente al rosso carico, pari a quel colore sugoso
e denso che hanno i capegli di certe dame del Cinquecento, nei quadri
del Tiziano e del Tintoretto. Ma le belle Veneziane di tre secoli fa
penavano le intiere mattinate al sole, sulla domestica altana, per
far disseccare la dotta pasta, che doveva dare alle morbide e ricche
capigliature quella tinta maravigliosa di rame, dai lumi dorati e dalle
ombre violette. Maddalena aveva sortito dalla benigna natura quello
che tante belle patrizie dei tempi andati domandavano all'arte. I
suoi capegli, fini, morbidi, copiosi, riccioluti, s'infoscavano nella
massa d'un bel color d'amaranto, si accendevano nelle ciocche estreme
in uno scintillìo di pagliuole d'oro. E questa gloria di tinte si
diffondeva intorno ad un viso di purissimi contorni, la cui soavità
celestiale aveva risalto dal lume di quelle pupille nere e dalla
vivezza smagliante di due labbra coralline. Il piede, poi (facciamo un
salto, per carità; altrimenti, Dio sa quando si finisce), il piede era
maraviglioso senz'altro; un piede sempre nudo sulla spiaggia, snello,
breve, rialzato sul collo, nitido, roseo, perlato, vero amore dei
flutti, che certamente dovevano lambirlo rispettosi, come se fosse il
piede d'una Ninfa antica. Credete alle Ninfe antiche, voi altri? Io sì,
e mi consolano di tante creazioni moderne. Piedi usati a correre sulla
rena, mani avvezze a trarre la sciabica, ed òmero a cui s'accomodava
tante volte la cinghia d'aiuto, non s'ingrossavano, non si sformavano
in quella quotidiana fatica, resistevano al duro travaglio, come se
fossero stati piedi e mani ed òmeri d'una gran dama, autenticata da
dieci o venti generazioni di fastosa mollezza. Bisognava vederla,
con quei quattro cenci dattorno! Una veste di bordato, senz'altri
ornamenti, nei giorni di lavoro; una veste di bordato, ma con la
giunta d'un fazzoletto bianco di seta al collo, nei dì di festa, e
Maddalena aveva messo fuori l'intiero corredo. Ma che importava ciò, se
sotto a quella povertà di abbigliatura e a quella timidezza di pieghe
si disegnava un corpo di Oceanina, da far ricordare la virgiliana
Deiopèa, promessa da Giunone al signore dei venti, in un giorno che
la stizzosa moglie di Giove avrebbe fatto carte false, pur di ridurre
a mal partito gli ultimi avanzi di Troia? Il sole aveva accarezzata,
come rammorbidita, la sua bianchissima carnagione, con lievi riflessi
dorati; un sorriso d'amore fioriva su quelle labbra, che d'amore non
avevano anche parlato ad anima viva; il solo vederla vi faceva pensosi
e poeti; vi tumultuava in cuore la materia di un inno e vi correva alla
bocca il concetto di un madrigale. Sapete pure che non tutti gl'inni si
fanno in versi; nè tutti i madrigali, per la grazia di Dio!
Ora, di questa poesia, che non si scandisce, che non si conta sulle
dita, che non si infarcisce di epiteti faticosi e dotti, se ne faceva
un gran logorare in paese. Maddalena non era il sospiro, perchè questo
tra i pescatori di Varigotti non s'usa, ma era l'argomento, la meta di
tutti gli sguardi, perchè i poeti di Varigotti hanno imparato da lunga
mano a guardare le stelle. S'intende che essi, per contemplare quella
nuova stella polare, non alzavano gli occhi al cielo. Per l'addietro
si usava di andare nelle ore calde a meriggiare sotto gli olivi, oppure
a giocarsi alla mora un boccale di vino all'osteria. Ma come Maddalena
ebbe sedici anni, i giovanotti incominciarono a mutare abitudini; sotto
gli olivi non si vide più un cane; le due osterie di Varigotti presero
a lavorar meno, e buon per i loro padroni, che essi cumulavano gli
uffizi di tabaccaio, di panattiere e di calzolaio; se no, avrebbero
potuto chiuder bottega senz'altro e andare anch'essi nel branco degli
ammiratori di Maddalena, davanti alla barcaccia, dov'era, e credo sia
sempre, il ritrovo dei naturali del paese, nelle brevi ore d'ozio che
Dio misericordioso concede anche ai pescatori e agli ortolani. Quella
barcaccia, fracido avanzo d'una tartana che per tanti anni era andata
sull'alto pelago alla pesca delle acciughe, godeva là, tirata in secco,
contro un modesto margine di calata, la sua pensione di riposo. I
bambini ci saltavano dentro dal marciapiede, il quale correva davanti
alle abitazioni, lunghesso la spiaggia, e si addestravano colà a
tutte le manovre dei mozzi; le madri uscivano sulla soglia delle case
a rattoppare le reti; i vecchi, accoccolati su certi petroni con le
spalle al muro, succhiavano gravemente i cannelli delle pipe di gesso;
i giovani, frattanto, seduti sul margine, con le gambe penzoloni verso
la riva, stavano a chiacchiera tra loro, motteggiando di tratto in
tratto le ragazze, che, appoggiate ai fianchi della barca nera, non
badando ai discorsi dei giovani, scambiavano qualche parola sotto voce
e guardavano distrattamente dalla parte del mare. In quelle ore si
contemplava molto Maddalena, poichè per tante altre del giorno l'aspro
lavoro non consentiva di cedere alla tentazione. E la contemplavano
anche due guardie di finanza, più fissamente che non avrebbero guardato
una barca sospetta, e si stringevano d'un altro punto il cinturino
di cuoio. È strano a vedere come tutte le guardie di finanza abbiano
la vita sottile! Senza dubbio, bisogna scorgere in ciò la mano
provvidenziale del Governo, lodevolmente sollecito di conservare la
purezza delle linee in quel rispettabile corpo.
Ma le contemplazioni di tanti adoratori non toccavano il cuore di
Maddalena. Ella era indifferente ai motteggi dei pescatori e ai mesti
silenzi delle guardie di finanza. Aveva l'aria di non sentire, di
non veder nulla dintorno a sè; si volgeva qualche volta lentamente ad
osservare i bambini che ruzzavano nella barca; quindi, rifacendosi al
primo atteggiamento, guardava il mare e pensava. Quell'ampia distesa
di azzurro possedeva il cuore di Maddalena. I segreti della fanciulla
erano tutti là, su quella linea sottile e sfumata, dove il glauco delle
onde pareva confondersi col perlato del cielo. Quando l'orizzonte si
restringeva dinanzi a lei, e il mare verdastro ribolliva, e le creste
bianche dei cavalloni s'incalzavano furiose alla spiaggia, Maddalena
appariva più concentrata e più triste. Il mare si chetava, la linea
dell'orizzonte si allontanava ancora, consentendo uno spazio maggiore
allo sguardo, e il volto di Maddalena si rasserenava, ma quietamente,
tacitamente, per virtù di un interno pensiero che viveva di sè medesimo
e non godeva di espandersi, o ne ignorava l'arte e il bisogno.
Qualche vecchio pescatore, prendendo ardire dagli anni, le diceva
talvolta, rasentando la soglia della casa su cui ella stava affacciata:
— State di buon animo, Maddalena! Vogliamo ballare, quando Pietro
ritornerà! —
A quelle parole Maddalena si faceva rossa rossa.
— Non so che cosa vogliate dire; — rispondeva frattanto.
Ma sorrideva, quando le parlavano così; poscia, per nascondere il
suo turbamento al vecchio motteggiatore, chinava la fronte e guizzava
destramente in casa.


II.

Si erano parlati la prima volta alla fontana del porto. E non vi sembri
mal scelto il luogo da ciò; primieramente perchè lo aveva portato il
caso, e poi perchè il caso non poteva darne uno più acconcio, come
scena, ad un idillio amoroso.
Tra le noie del vivere a Varigotti (io veramente non ce ne trovo,
ma parlo così per conformarmi all'opinione della gente) c'è questa
dell'acqua, che al piano è tutta salmastra dalle infiltrazioni del
mare, se pure non è più giusto il dire che è tutta acqua marina, non
abbastanza filtrata dalle arene del lido. Sufficiente per innaffiare
le ortaglie e gli agrumi, quell'acqua non serve egualmente a tutti
gli usi domestici; donde la necessità, per chi non abbia un buon pozzo
più dentro terra, di recarsi ad attinger l'acqua da una fontana alle
falde del monte, in un piccolo fosso, scavato tra due muri di villa,
di fianco alla strada provinciale. La vena è scarsa, specie nei mesi
più caldi, e talvolta occorrono quindici minuti buoni perchè lo smilzo
zampillo basti a riempire una secchia. Voi già vedete le conseguenze
del fatto. Tutte le Rebecche del vicinato vanno lassù, a certe ore, con
le secchie, le brocche, le stagnuole; vi rimangono un pezzo, sedute sui
lastroni, aspettando ognuna il suo turno; e mentre l'acqua cade lenta
nella secchia, si fa nella brigata femminile un gran chiacchierìo,
a cui prendono parte anche i giovinotti del paese, quando passano di
là e si trattengono un istante, magari anche parecchi, con le gomita
appoggiate al parapetto della strada.
Maddalena di solito parlava poco e non amava punto quei perditempi.
Quando era più scarsa l'acqua nella fontana, ella risaliva verso
ponente, fino al colmo della via maestra, fra la penisola e la costa
della montagna, e ridiscendeva un quattrocento passi più lunge, fin
presso l'incrociatura della strada ferrata. Colà, sopra la gran rada,
decorata dalla tradizione col nome di porto, davanti al più vasto e
maraviglioso scenario di balze erette alle stelle, di rupi scoscese sul
mare, di guglie fantastiche, arieggianti i castelli dei maghi e delle
fate, a cui non si poteva andare che in groppa al cavallo alato delle
_Mille e una Notte_, sgorgava alta, di sotto ad uno scoglio immane, la
più ricca e limpida vena d'acqua che mai; correva un tratto in piano,
contenuta tra due sponde di sassi; indi da un ciglione tutto coperto
di borraccina, fitto di capelveneri, di felci e d'ogni maniera d'erbe
rigogliose e matte, si precipitava gorgogliando, spumosa, fresca,
argentina, entro il suo fossatello, a pari della strada maestra. Che
altro vi dirò? Era una cascata in miniatura.
Colà era andata un giorno la bella fanciulla, con la sua secchia
di rame stagnato. Il cielo era d'un sereno smagliante, il mare
cheto, lucido e terso come uno specchio d'acciaio brunito. Le rupi
rosseggiavano al sole, chiazzate qua e là da ombre cenerognole e da
macchie di verde pallido; la via maestra biancheggiava larga, asciutta
e polverosa; tra i vigneti a solatìo svolazzavano le farfalle candide
come pezzettini di carta velina raggirati per aria dal ventaglio
d'un giocoliere giapponese; su per i tronchi biancastri degli olivi
cantavano le cicale con quel loro monotono metro, che non turba l'estro
ai poeti e concilia il sonno ai lettori di prose. Pietro, in quel
mentre, appariva sul ciglio della strada, venendo dalla spiaggia del
porto, dov'era andato a tuffarsi nell'acqua salsa e a raccogliere i
frutti di mare lungo le pareti della scogliera. Anche Pietro soleva
andar solo. Il marinaio si avvezza alla solitudine stando tante ore del
giorno e della notte a guardia sul ponte; quando poi è sbarcato, si può
dire che ci abbia presa la piega, senza contare che all'uomo rimasto
per tanti mesi tra cielo ed acqua, è già bastante sollievo passeggiare
sul saldo terreno, e più grande ancora aggirarsi per i campi e le balze
dove è vissuto fanciullo.
Pietro aveva già veduta parecchie volte la bella Maddalena, in chiesa,
le domeniche, all'ora della messa, o dei vespri. Ma egli non si era mai
mescolato ai crocchi che si formavano sul piazzale, e donde si soleva
bisbigliare una galanteria, od una celia con intenzione di galanteria,
alle belle ragazze che escivano dalla casa di Dio. Era delicato come
una sensitiva, il povero Pietro Bardini; nè solamente per sè, ma
anche per gli altri, e in particolar modo per le donne, di cui sentiva
istintivamente il pudore, e che egli non si sarebbe mai arrisicato ad
offendere con la guardata insistente, o col motteggio volgare. Poteva
parer timido di soverchio, co' suoi occhi cilestri e la sua bella barba
fine e dorata, anche ruvido, se volete, ma non plebeo di sentire, o di
modi.
Maddalena, come vi ho detto, era sola, in quella pace meridiana, ed
anche sicura di sè, come è dato di esserlo in quei luoghi, dove la
civiltà non ha ancora portati i suoi vizî eleganti, e dove, insieme con
la volgarità che sapete, è pur grande il rispetto, come è semplice il
costume. In tutta la valle del porto di Varigotti non si vede che una
casa, ed è quella del guardiano della strada ferrata; ci suda l'orario
diurno e notturno un povero figlio d'Adamo, c'intristisce una sposina
cenciosa, e ci prospera una nidiata di marmocchi, che Dio manda sempre
a chi ne ha pochi da spendere. Ma, in quella solitudine, Maddalena
stava sicura come tra le pareti domestiche, sotto gli occhi vigili e
grifagni di monna Brigida, che era, ma non pareva, sua madre.
Pietro, risalendo la strada per ritornare in paese, venne a passare
daccanto alla fanciulla. Recava tra le mani un ramettino di rovo, da
lui reciso poc'anzi in una siepe, poichè lo avevano colpito le fitte
rappe di more mature e luccicanti ond'era tutto gremito. E aveva
rallentato il passo, vicino a Maddalena, e con voce tremante d'insolita
commozione le aveva rivolto il suo primo saluto.
— Buon giorno, Maddalena.
— Buon giorno, Pietro; — rispose la fanciulla, volgendo lo sguardo a
lui, ma non torcendo intieramente il viso dalla secchia.
Il dialogo poteva finir lì. Ma Pietro si sentiva come inchiodato sul
margine della strada. Certi ribollimenti del suo sangue lo avvertivano
che quello era il momento di dire a Maddalena in un punto tutto ciò che
egli si era tenuto in corpo da un anno.
— Mi permettete, — diss'egli, sporgendo timidamente la mano, — di
offrirvi queste more in regalo?
— Grazie; — rispose la fanciulla. — Portatele a vostra sorella
Giovanna. Non le avrete mica colte per me. —
Un altro, più rotto a certe garbatezze del discorso, avrebbe trovato
in quelle parole l'appiglio per farle una dichiarazione. Ma Pietro era
semplice come un fanciullo.
— Direi bugia; — replicò egli. — Le ho colte perchè erano belle. Vedo
voi per istrada, e sarei contento se voleste accettarle. Non mi dite di
no. Le paragonerete coi vostri occhi. —
Prima che egli avesse soggiunta quell'ultima frase, che gli costava,
vi so dir io, uno sforzo sovrumano, Maddalena aveva accettato il
presente, per non aver aria di fare la ritrosa, e senza ragione, con
un galantuomo, col fratello d'una sua amica d'infanzia, il quale aveva
accompagnata l'offerta con un gentilissimo deprecativo: “non mi dite di
no„. Ma quell'ultima frase, che era un complimento in piena regola, e
su cui non si poteva prendere abbaglio, la turbò fortemente. La mano le
tremò, mentre già s'era accostata al gambo del ramoscello, e le spine
le punsero le dita. Al gesto ch'ella fece, al grido che le sfuggi dal
labbro, Pietro si turbò anche più fortemente di lei.
— Ah, povero me! — gridò egli. — Sangue!
— No, non badate, non è nulla; — rispose Maddalena.
— Ma sì, vi dico. Eccolo lì che spiccia dal dito. Oh, come mi
rincresce! Son proprio uno sgarbato!
— Che cosa dite voi ora? Non sarà questa la prima volta che una spina
mi punge.
— Capisco; ma per colpa mia!... Maddalena, permettete? Chi ha fatto il
male farà la penitenza. —
Non era una penitenza, davvero; ma Pietro, lì per lì, non rinvenne una
frase più adatta alla circostanza. Nè Maddalena ci badò più che tanto.
Pietro aveva preso con fraterna cura il dito di Maddalena, e premeva il
polpastrello, per farne spicciare il sangue.
— Manco male; — diss'egli, dopo una breve ma diligente ispezione. — La
spina non c'è rimasta. Vedete? —
E premeva ancora, dolcemente, per non farle male.
Ma il diavolo è sempre lì in agguato, a spiar le occasioni. Figuratevi
che il maligno s'attacca perfino ai santi. La vista di quel sangue
diede le vertigini a Pietro. Aveva tra le mani un dito di Maddalena,
l'anulare. A farlo a posta, era proprio l'anulare!
Egli era chinato su quel dito, con quella cura fraterna che vi ho detto
or ora. E sia che si chinasse ancora un poco, o che alzasse un poco
quel dito, che io non saprei ben dirvi come fu, fatto sta che la cura
perdette ogni carattere fraterno, e la goccia del sangue di Maddalena
andò a finire.... Lo indovinate, dove andò a finire quella goccia
vermiglia?
Lei, confusa, non aveva detto nulla. Pietro era sparito, prima che lei
si fosse riavuta dal suo piccolo smarrimento. E la secchia, posta sotto
allo zampillo della cascata, era piena da un pezzo, anzi traboccava; e
il cuore di Maddalena del pari.
La mattina seguente, mentre Giacomo Mendàro, il padre di Maddalena,
ritornava dalla pesca delle ariguste, Pietro se gli avvicinò sulla
riva, per aiutarlo a trarre in secco la barca. Maddalena si era già
fatta sulla soglia della casa, per andare a prender le nasse; ma aveva
veduto Pietro e si era tirata dentro sollecita. Per quanto innocente,
un segreto esisteva tra loro, ed ella non voleva arrossire al cospetto
di Pietro.
— O dove sarà andata a riporsi quella tenerina, — diceva frattanto il
vecchio Giacomo Mendàro, — ch'ella non viene a scaricare le nasse?
— Attenderà alle faccende di casa; — rispose Pietro. — Non posso
aiutarvi io, a far questo ed altro?
— Ah, sì; — replicò il vecchio. — Ma io non vi potrò aver mica tutti i
giorni ai miei comandi.
— Eh, se voi voleste, padron Giacomo, perchè no? —
Padron Giacomo aveva alzata la fronte e inarcate le ciglia a quella
bottata improvvisa.
— Pietro Bardini, — diss'egli, — che discorsi son questi?
— Son discorsi.... sono.... — balbettò Pietro, — che se voi non avete
ancora promessa la vostra figliuola a nessuno, ve la domando io. —
Aveva annaspato un pochino, il povero Pietro, ma la frase gli era
finalmente venuta intiera dalla strozza. E un respiro tanto fatto,
che accompagnò le ultime parole, fu il premio che egli si concesse per
averle proferite.
Padron Giacomo fece un tal gesto di maraviglia, che da casa sua
dovettero sicuramente vederlo.
— Orbene, padron Giacomo, voi non mi rispondete nulla? Vi ho forse
offeso? — ripigliò Pietro, con ansia.
— Oh, questo poi! — disse Giacomo Mendàro. — Spero che non coglierete i
moscerini per aria.
— Ma ditemi, almeno; — incalzò il giovane; — l'avreste già promessa a
qualcuno?
— Neanche questo è vero.
— Dunque?
— Dunque, — sentenziò Giacomo Mendàro, dopo aver dato un'occhiata in
aria, come se guardasse il tempo, — io dico che un altr'anno saremo
dello stesso mese.
— Che, forse vi par troppo giovane ancora?
— Eh, qui potreste avere indovinato; — rispose il vecchio pescatore,
ridendo. — E poi, sentite, Pietro Bardini; voi dovete partire tra poco.
Non avete l'imbarco per settembre?
— Sì, — disse Pietro, — ma, quando volessi, potrei anche lasciarlo.
— Non lo vorrei io, corpo di Diana! Che cosa fareste, senza navigare?
Il campo che vi ha lasciato vostro padre non basta mica a darvi da
vivere! La casa e l'orto li avete lasciati intieri a vostra sorella;
e questo vi fa onore, perchè così avete dimostrato di essere un buon
figliuolo e di volerla collocare come essa si merita. Ma siete povero,
Pietro Bardini, e dovete lavorare, come il figlio di mio padre. Per
pescatore, lasciate che ve lo dica, ne sapete troppo. Avete già fatto
sei viaggi di Levante, mi pare, e due d'America. Siete secondo di
bordo; ancora otto mesi di navigazione, e potete prender patente di
capitano.... Ve l'ho detto, Pietro; un altr'anno saremo dello stesso
mese. E se voi allora sarete della stessa opinione, me lo direte, ed io
vi risponderò.
— Purchè non la promettiate ad altri... — balbettò il povero Pietro.
Una voce stridula ed acuta interruppe la conclusione di Pietro. Era la
voce di monna Brigida, apparsa in quel punto sulla soglia di casa.
— Che fate voi, disutilaccio? Spendete il vostro tempo a discorrere col
Bardini?
— Eh, il Bardini è di buona famiglia, e ci si può stare a discorrere,
senza perdere il credito; — rispose Giacomo Mendàro, rispondendo al
grido della sua grifagna metà con una filosofica e maritale alzata di
spalle.
— Potreste spicciarvi; — ripigliò monna Brigida, che non aveva bene
udita la risposta. — C'è da portar le ariguste a Finale, che il sindaco
le aspetta.
— Le aspetti ancora un pochettino; — gridò padron Giacomo, seccato.
Poi sottovoce aggiunse:
— Come aspetterete voi, Pietro Bardini.
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