Attraverso il Cinquecento - 23

Total number of words is 4254
Total number of unique words is 1760
35.2 of words are in the 2000 most common words
47.8 of words are in the 5000 most common words
55.7 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
XIV, XV, e XVI_, Firenze, 1872, vol. III). Maddalena va ad udire Gesù
accompagnata da quattro cameriere. Gesù entra nel Tempio, sale in
pergamo e comincia a predicare: notato ciò, la didascalia soggiunge
(p. 272): _Ora giunge Maddalena con la sua compagnia, e’ suoi donzelli
parano una sedia dinanzi al pergamo, e lei tutta pomposa vi si posa su,
guardando a suo piacere_ ecc.
[391] Le quali stufe servivano a parecchi usi, in Italia e fuori
d’Italia. Vedi GARZONI, _Piazza_, ecc., disc. CXXIV, p. 815; RABUTAUX,
_De la prostitution en Europe depuis l’antiquité jusqu’à la fin du XVIe
siècle,_ nuova ediz., Parigi, 1881, p. 73. Cfr. la commedia del DONI,
_Lo Stufajuolo_.
[392] Dice la Nanna alla figliuola Pippa: «accaderà che andrai al
Popolo (_Santa Maria del Popolo_), alla Consolazione, a San Pietro,
a Santo Janni, e per l’altre chiese principali ne’ dì solenni; onde
tutti i galanti signori, cortigiani, gentiluomini, saranno in ischiera
in quel luogo che gli sarà più comodo a veder le belle, dando la sua
a tutte quelle che passano, o pigliano de l’acqua benedetta con la
punta del dito, non senza qualche pizzicotto che cuoca. Usa in passare
oltre gentilezza, non rispondendo con arroganza puttanissima; ma o
taci, o di’ riverenza, o bella, o brutta: Eccomivi servitrice; che ciò
dicendo ti vendicherai con la modestia. Onde al ritornare indirieto ti
faranno largo, e ti si inchineranno fino in terra; ma volendo tu dargli
risposte brusche, gli spetezzamenti ti accompagnerieno per tutta la
chiesa, e non ne seria altro». _Ragionamenti_, parte II, giornata I,
p. 231. Dice Ludovico in altro Ragionamento già citato (p. 428), che
le cortigiane si traevano dietro le turbe nelle chiese, e che la gente
lasciava la messa per veder la Lorenzina. Con quale sfoggio poi di
vesti e di giojelli si recassero, in Roma stessa, alle chiese, si può
vedere da un passo del _Diarium parmense_ (ap. MURATORI, _Scriptores
_, t. XXII, coll. 342-3). Se lo sconcio era, come abbiam veduto, assai
grande in Roma, non doveva esser punto minore in Venezia, dove si
cercò ripetute volte, ma, sembra, con poco frutto, di toglierlo. Con
parte del 12 settembre 1539 ci si vietava alle _meretrice publice_ di
frequentare le chiese nell’ore stesse in cui le frequentavano le donne
oneste. Un’altra parte, mandata fuori quattro giorni dopo, recava un
altro divieto, e lo stendeva alle cortigiane: «... niuna meretrice,
over cortesana, sia de che condizione esser si voglia, non possi.....
andar in Chiesia alcuna il giorno della festa e solennità principal
di quella, acciò non siano causa de mal esempio con molti atti, parole
ed opere lascive a quelli, over a quelle, che vano a bon fine in ditte
Chiesie....». A far prova della sua inefficacia il divieto si rinnova
poi di tanto in tanto e sino nel secolo seguente. (Vedi _Leggi e
Memorie venete_ già citate, pp. 100, 101, 102, 119, 122, 125, 136). E
poi c’era sempre modo di deluder la legge, o di sottrarsi alla pena,
la quale era, del resto, assai mite. Nel maggio del 1543 è condannata
a lire tre di multa Giulia Ferro per essere stata in chiesa in giorni
proibiti; ma in quello stesso anno, in quel medesimo mese, una Lucietta
Padovana, rea dello stesso mancamento, si difende con dire d’essere,
non meretrice, ma cortigiana, e maritata, e i Provveditori alla Sanità,
_vista la legge, visis videndis, et consideratis considerandis_, non
volendo _tuor la fama a dita Lucieta Padovana_, ne la mandano assolta
(_Op. cit._, pp. 273-5).
[393] Ricordando i bei tempi della sua giovinezza e de’ suoi trionfi,
dice la cortigiana del Du Bellay:
Un escadron j’avoy de tous costez
De courtisans pompeusement montez
M’accompagnant ainsi qu’une princesse,
Fust au matin, quand j’allois à la messe,
On fust au soir, alors qu’il me plaisoit
De me trouver où le bal se faisoit.
Per i bravi vedi ARETINO, _Ragionamento fra il Zoppino_, ecc., in
principio, e _Ragionamenti_, parte I, giornata III, pp. 129, 133,
423; GIRALDI CINZIO, _Ecatommiti_, nov. 8 della Introduzione; GARZONI,
_Piazza_, ecc., p. 599. Il Brantôme dice che le cortigiane in Italia
avevano sempre un bravo _pour les défendre et maintenir_, vol. II, p.
321. Una Betta del Basadonna, ricordata nella _Tariffa_, fece bastonare
certo suo amante da quattro bravi. La cortigiana della _Lucerna_ del
PONA, favoriva un giovane assai valente, che più volte fece valere le
ragioni di lei con la spada. (Sera seconda, pp. 78-9). L’Angelica del
_Martello_ del CECCHI sposa Lanfranco bravo. Vedi anche STOPPATO, _La
commedia popolare in Italia_, Padova, 1887, pp. 121-7.
[394] JOST AMMAN’S _Frauen-Trachtenbuch_, Francoforte sul Meno,
1586; riproduzione di Lipsia, 1880. Una delle figure di questo volume
rappresenta una cortigiana romana. Il Grossino, uno dei famigliari
che accompagnarono a Roma nel 1510 il marchesino Federico Gonzaga,
dando ragguaglio di più cose alla madre di lui Isabella, diceva in una
lettera del gennajo del 1512, che a certa solennità, nella basilica
di S. Sebastiano, era accorsa tutta Roma, e _grandissima quantità_ di
cortigiane, con pompe assai, molte vestite da uomini, quali su mule,
quali su cavalli, e soggiungeva a Roma essere difficile _a conoser una
dona da bene da una cortesana_. LUZIO, _Federico Gonzaga ostaggio alla
corte di Giulio II_, estratto dall’_Arch. d. R. Soc. rom. di storia
patria_, vol. IX, 1887, p. 29-30.
[395] ARETINO, _Ragionamenti_, parte I, giornata I, p. 18.
[396] _La Pescara_, Milano, 1550, atto I, sc. 5.
[397] Vedi più oltre, appendice A, il _Vanto della cortigiana
ferrarese_.
[398] _Mondi celesti, terrestri et infernali_, Venezia, 1583, pp. 306-7.
[399] _Catalogo di tutte le principal et più honorate Cortigiane di
Venetia, il nome loro, et il nome delle loro pieze, et le stantie
ove loro habitano, et di più ancor vi narra la contrata ove sono
le loro stantie, et etiam il numero de li dinari che hanno da pagar
quelli Gentilhuomini, et al che desiderano entrar nella sua gratia._
Il _Catalogo_, compilato da un A. C., e da lui dedicato alla _molto
magnifica et cortese Signora Livia Azalina, Principessa di tutte le
Cortigiane venetiane_, fu riprodotto nel volume _Leggi e memorie
venete sulla prostituzione_, ecc., e in _Les courtisanes et la
police des mœurs à Venise_, 1886. Questo secondo lavoro è una povera
abboracciatura piena di spropositi; quel tanto di buono che ci si
trova è tolto dal volume precedente. Della _Tariffa_ in versi ho già
fatto cenno. Nel 1566, Gerolamo Calepino, stampatore in Venezia, fu
processato per avere stampato senza licenza quella o un’altra, e fu
condannato a pagare un ducato di multa per ogni copia impressa (_Leggi
e memorie_ ecc., p. 9). Tariffa e cataloghi così fatti non dovevano
mancare nelle principali città d’Italia. Nel _Vecchio geloso_, commedia
del _Riccioli_ (Viterbo, 1605), uno dei personaggi si fa dare _il
catalogo di tutte le puttane del bordello con il lor prezzo_.
[400] GIRALDI CINZIO, _Ecatommiti_, nov. 7 dell’Introduzione. I
guadagni variavano assai anche secondo la fortuna dei tempi. In anno di
carestia ERCOLE BENTIVOGLIO scriveva nella satira _A suo fratello_:
Sper’io ch’uguanno a i piacer nostri aremo
Queste più altere e nobili puttane,
Se ’nvece d’un fiorino un pan daremo.
E c’era chi si spassava a predire alle cortigiane miseria grande e
malanni d’ogni sorta. _Vedi Pronostico alla villota sopra le putane,
composto per lo eccellente dottore_ M. SALVAOR, _cosa molto bellissima
et piacevole_, Venezia, 1558; riprodotto in _Leggi e memorie venete_,
ecc., pp. 295-8.
[401] _Les courtisanes et la police des mœurs à Venise_, p. 44.
[402] _Novelle_, parte III, nov. 42.
[403] Vedi intorno alla Imperia VALÉRY, _Curiosités et anecdotes
italiennes_, Parigi, 1842, pp. 234 sgg. Racconta il GIOVIO nel suo
libro _De piscibus romanis_, c. V, una graziosa storiella, che appunto
si lega all’amicizia del Chigi e dell’Imperia, e che qui giova riferire
in succinto. I venditori di pesce in Roma usavano, per consuetudine
antica, far presente ai Conservatori delle teste delle ombrine e
degli storioni, stimate boccone assai ghiotto. Era a quei tempi in
Roma un certo Tamisio, uomo assai lepido, ma golosissimo parassita,
il quale teneva appositamente sul mercato del pesce un servo, che lo
doveva far avvertito di quanto potesse importare alla sua gola. Saputo
una mattina che una grossissima testa d’ombrina era stata recata ai
Conservatori, monta sopra una sua mula e va in Campidoglio, con la
speranza di buscarvi un desinare. I Conservatori avevano già mandato
la testa in dono al cardinale Riario. Tamisio allora vola al palazzo
del cardinale; ma questi, imitando la generosità dei primi donatori,
manda la testa al cardinale Federico Sanseverino. Tamisio, biasimando
la inopportuna munificenza, si rimette in sella e trotta al palazzo del
magnifico Sanseverino. Ma il magnifico Sanseverino deve molti quattrini
al banchiere Chigi, e vuole usargli cortesia presentandogli la gloriosa
testa. Tamisio vola, sotto la sferza del sole, agli orti del Chigi
in Trastevere; ma giuntovi appena, tutto affannato e molle di sudore,
vede l’agognata testa, adorna di fiori, andarsene alla volta della casa
dell’Imperia. Pien di sdegno si rimette in via, e vola a Ponte Sisto,
dove finalmente gli è dato di desinare con la bellissima cortigiana.
Ponte Sisto un tempo era come dire il quartier generale delle
cortigiane in Roma, le quali da CELIO SECONDO CURIONE sono chiamate
_Vestales romanae, quae regionem pontis Sixti colunt_ (_Pasquillus
ecstaticus_, ediz. s. l. ed a., p. 163). Cfr. DOLCE, _Il Ragazzo_, atto
II, sc. I. L’Imperia, quand’ebbe l’amicizia di Angelo Dal Bufalo, abitò
in Banchi.
[404] MALESPINI, _Novelle_, parte I, nov. 31; ARETINO, _Ragionamenti_,
parte I, giornata III.
[405] BANDELLO, _Novelle_, parte II, nov. 51; BRANTÔME, _Les vies
des dames galantes_, Leida, 1722, t. I, p. 236. Vedi a questo stesso
proposito ciò che di una Cicilia Viniziana dice il FIRENZUOLA nel
_Dialogo delle bellezze delle donne, Opere_, Firenze, 1848, vol. I, p.
255, e cfr. coi _Dialoghi delle cortigiane_ di LUCIANO, V.
[406] _I Marmi_, ediz. di Firenze, 1863, vol. I, p. 106.
[407] _Al Capitano Flaminio Nelli_.
[408] La Zaffetta nella _Zaffetta_, e la Ballerina nella _Puttana
errante_. Che questo secondo poemetto sia stato pure composto dal
Veniero in vituperio dell’Angela, è erronea opinione di parecchi,
messa innanzi dall’HUBAUD in un opuscolo che appunto di tale argomento
trattava, e intitolato _Dissertation sur deux petits poèmes_,
Marsiglia, 1840. La _Puttana errante_ fu ristampata dal Liseux, in
Parigi, nel 1883.
[409] _Le carte strozziane del R. Archivio di Stato in Firenze,
Inventario pubblicato a cura della R. Sopraintendenza degli Archivi
toscani_, serie I, p. 409. Questo maestro Andrea è senza dubbio quel
medesimo di cui, come d’uomo assai piacevole, fa ricordo l’Aretino
nei _Ragionamenti_ e nella _Cortegiana_, e che compose un _Purgatorio
delle cortigiane_ più volte stampato. L’abbiamo già incontrato fra
i personaggi del _Trionfo della lussuria di maestro Pasquino_. Vedi
intorno ad esso ROSSI, _Le lettere del Calmo_, appendice I, pp. 385-92.
[410] VENIERO, _La puttana errante_, canto IV, ediz. cit., p. 118 (le
prodezze di Elena Ballerina sono _notate sopra ’l capo a Pasquino_);
_Le lettere del Calmo_, ediz. cit., p. 87, n. 7. Scritture contro le
cortigiane sono nel secolo XVI molto frequenti, e a parecchie porge
argomento il dispetto o la gelosia. Dice il GARZONI (_Op. cit._, pp.
599-600): «Già si comincia dare all’arma, i sdegni principiano, l’ire
si generano, le minacce vanno in volta, i dispetti non han fine, i
bravi si trovano, i pennacchini s’armano, i bertoni s’infuriano, le
bastonate s’apparecchiano, i sfrisi si preparano, le morti si tramano
da queste insidiose e maladette meretrici. Non si parla più di vezzi,
non si favella di carezze, non si ragiona d’aver commercio insieme,
cessano i messi, restano le polizze, mancano i presenti, vengon meno
i saluti e le riverenze, si richiedon indietro le fedi, si dimandano
i quadri, si rinvogliono i ritratti dell’imagini miniate dentro a’
scatolini, e con rabbia, con furore, con insania di mente, si rompe,
si spezza, si calpesta ogni cosa con gli piedi. Quindi si giura, si
scongiura, si sacramenta di non far mai pace. Marte e Bellona scorrono
da ogni banda; le faci si accendono ogni ora a più potere. Non più
sonetti, non più madrigali, non più canzoni, non più sestine da
innamorato spiran le muse graziose: Apollo asconde la lira, Euterpe
va a spasso, Cupido sfratta, Venere va in chiasso, Archiloco solo
si lascia vedere, e Pasquino trionfa in mezzo delle piazze. Ora si
scoprono gli altari da dovero, si contano gl’inganni, le malizie, i
tradimenti, le doppie de i bertoni, il tener su la stanga de’ ganimedi,
la trappola dei togati, le perfidie con questi, gli assassinamenti con
quell’altro, lo spender della robba, il perder della vita, l’arrischio
dell’onore, il consumar dell’anima, il vuotar della borsa, il cruccio,
il travaglio, il martire, il dispetto, la gelosia, l’inquietudine
grande che da lor procede. Pasquino si mette a narrar le superbie, nel
star sul grave, nel concorrer con le signore di vesti, di drappi, di
serve, di carrozze, e sopra tutto di voler essere d’ogn’ora cortigiane,
ecc.». Tali invettive e libelli erano, sembra, assai temuti dalle
cortigiane. Ammonendo la figliuola Pippa, dice la espertissima Nanna:
«non ti mancherebbe altro, se non che un tale ti facesse i libri
contra, e che per tutto si bandisse di quelle ladre cose che sanno dir
de le donne; e ti staria bene che fosse stampata la tua vita, come non
so chi scioperato ha stampata la mia». (ARETINO, _Ragionamenti_, parte
II, giornata I, p. 198). È ricordo di una Polinda Valenziana, che fece
ammazzare a furia di pugnalate uno spagnuolo, che co’ suoi versi, prima
l’aveva levata a cielo, e poi trascinata nel fango. (TOMMASO COSTO, _Il
Fuggilozio_, Venezia, 1601, pp. 344-5; G. F. ASTOLFI, _Della officina
istorica_, Venezia, 1605, p. 218). Agli scritti contro le cortigiane da
me ricordati in queste pagine, si aggiunga: _Bravata che fa uno giovane
innamorato d’una cortigiana, et lei dandogli la baglia_ (sic) _ma gli
volse aprir la porta; cosa da ridere_, s. l. ed a.; una canzonetta,
pure in dialetto veneziano, riportata dal ROSSI, _Le lettere del
Calmo,_ pp. 288-9; una invettiva in ottava rima e similmente in
dialetto veneziano, che il lettore troverà più oltre appendice B; A. DI
PALMA, _Opera nova dove si contiene le astutie delle cortigiane_, ecc.,
s. l. ed a. Francesco Scambrilla, vissuto in sul principio del sec.
XVI, compose in dispregio delle cortigiane due sonetti assai acerbi,
che si conservano in un codice Vaticano. (TRUCCHI, _Poesie inedite_,
eco., vol. III, p. 139). Il codice Marciano Ital. IX. 173 contiene un
gran numero di poesie in dialetto veneziano, molte delle quali contro
cortigiane. (Ci son vituperate, fra altre, una Paolina Gonzaga, una
Livia Verzotta, e la nostra Veronica). Di un capitolo da lui composto
contro una cortigiana, e in cui altre cortigiane illustri erano
nominate, fa cenno l’ARETINO nei _Ragionamenti_, parte I, giornata III,
p. 159. In molte commedie compajono cortigiane, ma non mai per farvi
buona figura. Vogliono ancora essere ricordati: _Avvertimenti a quelli
che amano le cortigiane, opera nuova e dilettevole_, Milano, 1600;
GARZONI, _Serraglio degli stupori del mondo_, Venezia, 1613 (stanza
settima, pp. 749-50), e GIOVANNI ANTONIO MASSINONI, _Il flagello delle
meretrici_, Venezia, 1599. La letteratura italiana non fu sola ad
avere così fatti componimenti nel sec. XVI, sebbene ne abbia avuti,
senza paragone, più d’ogni altra. Per citare un esempio, in un poema
intitolato _L’enfer de la mère Cardine_, ecc., stampato nel 1568, sono
vituperate tutte le cortigiane di Parigi.
[411] _Novelle_, parte I, nov. 50, dedicatoria.
[412] _Ecatommiti_, deca VI, nov. 7. Il buon LAFONTAINE racconta
(_Contes et nouvelles_, l. III, 6) la storia di una cortigiana romana,
altrettanto superba quanto bella, la quale disprezzando ognuno, e
solo facendo qualche conto dei cardinali, s’innamorò pazzamente di un
giovane gentiluomo, e fu da lui sposata.
[413] _Lettere_, t. V, f. 147 v. Altra lettera ivi stesso, f. 176.
[414] _Ecatommiti_, nov. 3 dell’Introduzione. A Nannina Zinzera,
innamorata di un bellissimo giovane, e godente l’amor suo, indirizzava
il LASCA uno dei suoi madrigoloni (_Opere burlesche_, edizione
cit., pp. 244-5). A un’altra cortigiana, giovane assai e bellissima,
Anna Raugea, che di Firenze si tramutava in Roma, lo stesso Lasca
raccomandava (_ibid._, p. 400):
Dall’ira e dallo sdegno vi guardate,
E sopratutto non v’innamorate.
La cortigiana del Du Bellay s’innamorò perdutamente di un giovane,
che l’abbandonò dopo averle mangiato, in men d’un anno, vigne, case e
denari.
[415] LUZIO, _Un’avventura della Tullia di Aragona_, in _Rivista
storica mantovana_, vol. I (1885), pp. 178-82. Di una Spagnuola, della
quale era innamorato Giovanni della Casa, e che aveva lui a noja più
che il mal de’ fianchi, fa cenno il MAURO nel capitolo _Delle donne di
montagna_.
[416] _Lettere_, vol. 1, f. 233 r.; vol. VI, f. 72 r. Lo stesso Aretino
compose per l’Angela il seguente madrigale, che leggesi nella parte II,
giornata III, dei _Ragionamenti_, p. 400:
L’esser prive del cielo
Non sono oggi i tormenti
De le mal nate genti.
Sapete voi che doglia
L’alme dannate serra?
Il non poter mirar l’Angela in terra.
Sol la invidia e la doglia
Ch’elle han del nostro bene,
E ’l non aver mai di vederlo spene,
Le affligge a tutte l’ore
Ne l’eterno dolore;
Ma se concesso a lor fosse il suo viso
Fora lo inferno un nuovo paradiso.
Il TRUCCHI ripubblicò questo madrigale come inedito, _Poesie inedite_,
ecc., vol. III, p. 216.
[417] Ciò si rileva facilmente leggendo il poemetto, e basterebbero a
farne prova questi due versi che il Veniero dice in persona propria:
Venni e subbiai per farvi riverenza,
Ma dal balcon mi fu data licenza.
Il Veniero si duole assai dell’albagia della Zaffetta, che si crede
esser maggiore
Che non è di San Marco il campanile.
Del resto il famoso trentuno, di cui nel poemetto si narra, non fu dato
davvero, e le parole stesse del poeta lo dicono.
[418] _Lettere_, vol. V, f. 27 r. L’Aretino fa pure gran lodi di una
Lucrezia Ruberta. Vedi anche il nobile atto di una cortigiana di Padova
narrato dal GIRALDI CINZIO negli _Ecatommiti_, Introduzione, nov. 10.
[419] _Pro poemate ludicro apologia_, Perugia, 1616, pp. 160-1.
[420] Vedi una lettera di Gerolamo Negri, scritta il 29 decembre 1522
da Grottaferrata a Marcantonio Micheli, _Lettere di principi_, ecc.,
Venezia, 1881, lib. I, f. 110 r.; COLOCCI, _Poesie italiane_, Jesi,
1772, p. 29 n. Il Negri dice: «Questo caso tanto più è degno d’esser
celebrato, e quasi preposto al fatto di Lucrezia, quanto che questa
donna fu figlia d’una pubblica e famosa meretrice, che fu l’Imperia,
cortigiana nobile in Roma, come sapete».
[421] Vedi CIAN, _Op. cit._, pp. 25-35.
[422] _Le rime di_ MICHELANGELO BUONARROTI _cavate dagli autografi e
pubblicate da_ CESARE GUASTI, Firenze, 1863, p. 165.
[423] CUGNONI, _Agostino Chigi il Magnifico_, pp. 78-9.
[424] La poesia in lode delle cortigiane fu certo assai copiosa,
e chi sa quanta ne giace incognita nelle nostre biblioteche. Essa
dovette vestir tutte le forme e prendere tutti i tuoni. Abbiamo già
veduto qualche capitolo: ecco qua ora un madrigale e un frammento di
canzone tratti dal cod. magliabechiano Cl. VIII, nº 16, assai graziosi
e di fattura di Alfonso de’ Pazzi. Il madrigale è indirizzato _Alla
Contadina Cortigiana_:
Chi vuol beltà divina
Vedere in cosa umana,
Oggi venga in Toscana,
E miri l’alma nostra Contadina,
Che fatta è cittadina,
E di sì bei costumi
Che Arno re dei fiumi a lei s’inchina:
Oh bella Contadina!
Il frammento di canzone è _Alla Porcellina cortigiana_:
La Porcellina nuota
Nell’amorosa fonte,
La nuota sotto il ponte,
Ell’esce e fa la ruota;
La Porcellina nuota.
La nuota come un pesce,
Ell’entra sotto e esce,
E non tocca la mota:
La Porcellina nuota.
[425] _Le lettere_, l. IV, lett. 50, p. 364.
[426] La Panta qui ricordata è senza dubbio quella stessa che nel
1570, sotto Pio V, fu pubblicamente frustata in Roma. L’_Avviso_ che
dà notizia di tale frustatura, dice: «La Panta, famosa meretrice, così
per 300 mila scudi che ha speso qui, come per l’autorità ch’ha avuta
in altri tempi». Vedi BERTOLOTTI, _Repressioni straordinarie alla
prostituzione in Roma nel secolo XVI_, in _Rivista delle discipline
carcerarie_, anno XVI (1886), p. 516, docum. XVIII.
[427] DOMENICHI, _Facetie, motti_, ecc., p. 204.
[428] Pag. 429.
[429] BURCHARD, _Diarium_, ediz. cit., t. III, p. 290.
[430] Lettera di Stazio Gadio al marchese di Mantova, LUZIO, _Federico
Gonzaga_, ecc., p. 46-7. Detto della cena in casa del cardinale di
Mantova, il Gadio soggiunge: «Sonate le cinque ore ogniuno andò a casa
lor: da Cornaro credo che Albina fosse allogiata, perchè facevano assai
l’amor insieme». Il TRUCCHI (_Poesie inedite_, ecc., vol. III, p. 212)
fa cenno di un sonetto del cardinale Santa Croce in lode di Angiola
Greca. In una pasquinata venuta fuori subito dopo la morte di Clemente
VII, si ricorda il cardinale Grimaldi che innamorato pazzo della
Flaminia (probabilmente la famosa di cui parlano il Mauro e altri) fu
da lei cacciato. LAFON, _Pasquin et Marforio, histoire satirique des
papes_, Parigi, 1861, p. 107.
[431] CIAN, _Op. cit._, pp. 13, 18.
[432] FABRETTI, _La prostituzione in Perugia nei secoli XIV e XV_,
Torino, coi tipi privati dell’autore, 1885, edizione di 24 esemplari,
p. 46.
[433] Atto II, sc. 6.
[434] Capitolo _A messer Ruberto Strozzi_.
[435] _Le lettere_, l. IV, lett. 20, p. 298.
[436] _Novelle_, parte II, nov. 48.
[437] MUTINELLI, _Storia arcana ed aneddotica d’Italia raccontata dai
veneti ambasciatori_, Venezia, 1855-8, vol. I, p. 170.
[438] CIAN, _Op. cit._, p. 8.
[439] L’AFFÒ (_Dizionario precettivo, critico ed istorico della poesia
volgare, s. v. Pasquinata_) e il TIRABOSCHI (_St. d. lett it._, ediz.
dei Classici, vol. XII, p. 1725) fanno ricordo di una _Passione d’amor
de Mastro Pasquino per la partita della signora Tullia, et martello
grande delle povere Cortigiane de Roma con le allegrezze delle
Bolognese_. A me non è riuscito d’averne altra contezza.
[440] Un testimonio oculare della battaglia di Fornovo (1495) il medico
veronese ALESSANDRO BENEDETTI, racconta nei suoi _Diaria de bello
Carolino_ d’aver veduto il giorno dopo la battaglia, fra le spoglie
del re vinto e fuggiasco, un libro in cui erano dipinte immagini
di cortigiane, varie per età e per abito, libro che esso re portava
seco in memoria dei suoi facili amori. CIAN, _Op. cit._, p. 40. Certa
Susanna, che aveva portato un tempo il vanto della bellezza sopra tutte
le cortigiane di Firenze, si gloria nei _Germini_ d’essere stata in
Lione onorata dal Delfino:
S’innamora ciascun che mi sta a canto:
Fu’ in Lion dal Delfin onorata,
Che quando mi partii fece gran pianto.
[441] Il Panormita, di certa Alda, nell’_Hermaphroditus_:
Non mingit, veram si mingit, balsama mingit
Non cacat, aut violas, si cacat, Alda cacat.
[442] _Ecatommiti_, nov. 5 della Introduzione.
[443] Parte I, giornata III, p. 158.
[444] Capitolo cit., _A messer Ruberto Strozzi_.
[445] Il 19 d’ottobre del 1546, Cosimo I, duca di Firenze, mandò fuori
un bando, il quale vietava, fra l’altro, alle cortigiane di _portar
vesti di drappo nè seta d’alcuna ragione_, e ingiungeva loro l’uso del
famoso segno giallo, che doveva distinguerle dalle donne oneste. Tullia
d’Aragona, che trovavasi allora in Firenze, con una corte d’adoratori
intorno, fece, consigliata da Don Pedro, nipote della duchessa
Eleonora, e con l’ajuto del Varchi, una supplica, che fu, probabilmente
a mezzo dello stesso Don Pedro, recapitata alla duchessa, e da
questa al duca. L’effetto fu che la Tullia ottenne il suo desiderio,
di vestir cioè come le piaceva, e di non portare il segno giallo,
grazia concessale, come dice il decreto, in riconoscimento della
_rara scienzia di poesia e di filosofia che, con piacere de’ pregiati
ingegni_, trovavasi in lei. Vedi BONGI, _Il velo giallo di Tullia
d’Aragona_, in _Rivista critica della letteratura italiana_, anno III
(1886), p. 90.
[446] _Tutti i Trionfi, Carri, Mascherate o Canti carnascialeschi
andati per Firenze dal tempo del Magnifico Lorenzo de’ Medici fino
all’anno 1559_, Cosmopoli, 1770, vol. II, p. 332.
[447] MUTINELLI, _Op. cit_., vol. I, pp. 53-4. Vedi per altre curiose
notizie in proposito lo scritto già citato del BERTOLOTTI, _Repressioni
straordinarie alla prostituzione in Roma nel secolo XVI_. Un codice
Marciano conserva di quel tempo il curioso Lamento di un anonimo, che
mostrando di disprezzare tutte l’altre donne, delibera, o di seguitare
le cortigiane esulanti, o di farsi frate. CIAN, _Op. cit_., pp. 61-2.
[448] GALLIGO, _Art. cit._, nel Giornale cit., anno IV, vol. I, pp.
127-28.
[449] BANDELLO, _Novelle_, parte IV, nov. 17.
[450] Non mancavano, al bisogno, protettori ed intercessori possenti.
In Venezia, ogni po’, si lamenta che il mal costume cresce, che la
tracotanza delle meretrici passa ogni termine. In una parte del 12
aprile 1543 si dice espressamente le leggi non potersi applicare
per «li tanti favori che hanno simil persone di mala e pessima
condizione», e in un’altra si ordina che nessun nobile possa in modo
alcuno intercedere per _persona infame_. (_Leggi e memorie venete_,
ecc., pp. 109, 110). Nel giugno del 1532, una certa Vienna, _famosa
Signora_, rea d’aver tolto dalla Pietà una bambina senza licenza,
e d’averla poi rimandata in capo di certo tempo, fu assolta dalla
Quarantia criminale con 33 voti favorevoli e 5 contrarii: «la qual
Viena», dice ingenuamente il buon Sanudo, «avia uno favor grandissimo
di nostri zentilomeni, nè meritava per questo esser condanada».
(_Leggi e mem_., ecc., p. 269). La Nora, nei _Germini_, confessa d’aver
rubate certe lenzuola, e dice che meritava d’essere scopata, ma che
per la raccomandazione di certi amici che aveva andò immune. Odasi la
cortigiana del Du Bellay:
Je n’avois peur d’un governeur fascheux,
D’un barisel, ny d’un sbirre outrageux,
Ny qu’en prison l’on retint ma personne
En court Savelle, on bien en tour de Nonne:
N’ayant jamais faulte de la faveur,
D’un Cardinal, ou autre grand seigneur,
Dont on voyoit ma maison fréquentée:
Ce qui faisoit que j’etois respectée,
Et que chacun craignoit de me fascher,
Voyant pour moy les plus grands s’empescher.
[451] Vedi più oltre, appendice A, il _Lamento della cortigiana
ferrarese_. Del secolo XVI è pure un opuscoletto intitolato:
_Grandissimi dolori, et gli insopportabili tormenti che patiscono le
povere cortigiane, e chi le seguita. Donde e’ si intende in quanti
modi sono tormentate dagli acerbi dolori del mal francese_. Vedi
_Catalogue de la bibliothèque de_ M. L[IBRI], Parigi, 1847, num. 1510,
p. 244. Nella commedia del CONTILE intitolata _La Cesarea Gonzaga_,
è una cortigiana infranciosata, per nome Masina, la quale ha dato il
male a molti. La cura Maestro Grillo, medico, e questi in certa scena
le dice (atto V, sc. 5): «Vengo da Caterina piemontese, da Polisena
da Lucca, da la Romana e da Francesca Ferrarese, che lavorano con
Francia, e guardono le ricette c’ho lor fatte». Il _Purgatorio delle
cortigiane_ di quel maestro ANDREA in cui ci siamo già imbattuti, non
è il purgatorio ordinario, ma l’ospedale di San Giacomo, detto degli
Incurabili, in Roma,
In cui si vede paurosi mostri.
Qui è di Franza il dilettevol male,
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Attraverso il Cinquecento - 24
  • Parts
  • Attraverso il Cinquecento - 01
    Total number of words is 4467
    Total number of unique words is 1650
    37.2 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    58.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 02
    Total number of words is 4547
    Total number of unique words is 1779
    34.8 of words are in the 2000 most common words
    48.1 of words are in the 5000 most common words
    53.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 03
    Total number of words is 4518
    Total number of unique words is 1828
    34.1 of words are in the 2000 most common words
    49.1 of words are in the 5000 most common words
    56.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 04
    Total number of words is 4507
    Total number of unique words is 1784
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    48.1 of words are in the 5000 most common words
    54.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 05
    Total number of words is 4573
    Total number of unique words is 1778
    36.2 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    57.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 06
    Total number of words is 4618
    Total number of unique words is 1650
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    54.1 of words are in the 5000 most common words
    62.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 07
    Total number of words is 4554
    Total number of unique words is 1705
    35.7 of words are in the 2000 most common words
    50.1 of words are in the 5000 most common words
    57.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 08
    Total number of words is 4565
    Total number of unique words is 1726
    37.8 of words are in the 2000 most common words
    51.6 of words are in the 5000 most common words
    60.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 09
    Total number of words is 4588
    Total number of unique words is 1764
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    49.0 of words are in the 5000 most common words
    56.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 10
    Total number of words is 4526
    Total number of unique words is 1835
    33.8 of words are in the 2000 most common words
    47.3 of words are in the 5000 most common words
    54.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 11
    Total number of words is 4466
    Total number of unique words is 1852
    31.1 of words are in the 2000 most common words
    45.6 of words are in the 5000 most common words
    53.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 12
    Total number of words is 4481
    Total number of unique words is 1836
    32.6 of words are in the 2000 most common words
    46.3 of words are in the 5000 most common words
    54.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 13
    Total number of words is 4569
    Total number of unique words is 1802
    35.6 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    57.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 14
    Total number of words is 4416
    Total number of unique words is 1864
    33.0 of words are in the 2000 most common words
    47.5 of words are in the 5000 most common words
    54.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 15
    Total number of words is 4518
    Total number of unique words is 1813
    36.2 of words are in the 2000 most common words
    51.1 of words are in the 5000 most common words
    59.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 16
    Total number of words is 4560
    Total number of unique words is 1761
    35.1 of words are in the 2000 most common words
    49.6 of words are in the 5000 most common words
    58.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 17
    Total number of words is 4486
    Total number of unique words is 1807
    35.8 of words are in the 2000 most common words
    51.7 of words are in the 5000 most common words
    58.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 18
    Total number of words is 4516
    Total number of unique words is 1834
    37.6 of words are in the 2000 most common words
    52.5 of words are in the 5000 most common words
    60.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 19
    Total number of words is 4596
    Total number of unique words is 1891
    31.5 of words are in the 2000 most common words
    43.3 of words are in the 5000 most common words
    49.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 20
    Total number of words is 4447
    Total number of unique words is 1641
    37.6 of words are in the 2000 most common words
    50.9 of words are in the 5000 most common words
    56.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 21
    Total number of words is 3786
    Total number of unique words is 1319
    33.4 of words are in the 2000 most common words
    46.2 of words are in the 5000 most common words
    52.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 22
    Total number of words is 4161
    Total number of unique words is 1837
    31.4 of words are in the 2000 most common words
    42.9 of words are in the 5000 most common words
    49.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 23
    Total number of words is 4254
    Total number of unique words is 1760
    35.2 of words are in the 2000 most common words
    47.8 of words are in the 5000 most common words
    55.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 24
    Total number of words is 4274
    Total number of unique words is 1689
    36.5 of words are in the 2000 most common words
    48.6 of words are in the 5000 most common words
    55.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Attraverso il Cinquecento - 25
    Total number of words is 3288
    Total number of unique words is 1331
    37.4 of words are in the 2000 most common words
    49.3 of words are in the 5000 most common words
    57.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.