Amelia Calani ed altri scritti - 02

Total number of words is 4585
Total number of unique words is 1949
32.3 of words are in the 2000 most common words
47.8 of words are in the 5000 most common words
55.5 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
laddove pensiamo, che i poveri formando la massima parte delle nostre
comunanze, mercè il fascio dei balzelli che portano verrebbero a
mantenere le scuole in preferenza degli abbienti, i quali sono i meno;
ma qui contrapponi, che si deve trovare qualche spediente, affinchè il
necessitoso di ogni cosa non paghi l'aggravio con un pezzo di vita,
mentre l'opulento lo paga con una scheggia del superfluo. Ai dì nostri
abbiamo veduto i signori procedere svisceratissimi delle pubbliche
libertà, finchè sperarono guadagnarci sopra, segnatamente risparmiando
le gravezze dei predii così rustici come urbani; ma accortisi poi, che
toccava a loro a pagare i sonatori cagliarono affatto, anzi parecchi non
rifuggirono da tramestare affinchè l'antico dispotismo si restaurasse
come meno costoso. In qual guisa al tirare della somma trovassero errato
il conto, e ci rimettessero il mosto e l'acquarello, ora non fa caso
ricordare: basti bene, che la faccenda andò quale si accenna.
Ancora, se non ti pare o che il cuore ti basti, o che i tempi te lo
comportino, di potere recidere con un colpo di accetta il male dalla
radice, rimanti, che diversamente getterai via ranno e sapone. Qui ci
bisogna davvero un atto di potenza simile a quello, che divise le
tenebre dalla luce. Dire per quante generazioni urga dividere i
figliuoli dai genitori, non torna facile; questo però è sicuro, che per
la prima bisogna separarli affatto: dura legge, ma impreteribile se ti
riprometti fare opera utile: in coscienza, che gioveranno le
raccomandazioni e gl'insegnamenti prodigati nel giorno, se la creatura
tornando a casa la sera senta le quotidiane turpezze, e veda i soliti
esempi di ribalderìa? Si rinnuoverà su l'anima umana la tela di
Penelope: nè darti a credere, che il male mescolando col bene sia per
uscirne una tal quale poltiglia nè buona nè cattiva, da potercisi
accomodare, chè le sarebbero grulleríe dei moderati. Così in morale che
in politica questa illepida gente cacciasi fra mezzo a coloro che
vogliono il sole e gli altri che chiamano la mezza notte, e ruminato un
pezzo immaginano avere scoperto l'America sentenziando: — orsù,
contentiamoci tutti del chiaro di luna, e viviamo d'accordo! — Aspetta
di trovarti attraversato dalla finta pietà, la quale armata di lamento
femminile dirà cose da farne strabiliare i cani circa alla ferocia di
svellere i figliuoli dal seno materno, privarli della carezza, e dei
baci. Dio vi perdoni! se frequentaste i casolari del povero, vedreste
voi che carezze, e che baci. Le madri impotenti a porgere alle creature
loro un latte, che scarso ed acquidoso non sia: la più parte del giorno
lascianle sole, chiamate dalle faccende altrove; e per paura che
caschino, le accovacciano su di un pagliericcio per terra, donde tanti
casi funesti di creature guaste, e sovente divorate dagli animali
domestici o salvatichi; e questo le buone: le cattive madri poi non
latte, ma busse danno ai pargoli, ovvero latte per acredine di umori
corrotti pestifero, per la qual cosa dall'universale quando coteste
creaturine muoiono non compíto l'anno si dice: — Provvidenza! — Quella
che dall'amore pei figliuoli si scompagna non è pietà; ora, volere
ch'essi stentino, intristiscano, di anima deteriorino e di corpo,
unicamente pel sollazzo di vederceli attorno, non si può chiamare
affetto, bensì bizza dispettosa di tenerci chiusi in mano i balocchi.
Vergogna! Voi, madri, perfidiate a tenere i figliuoli in casa, come il
vostro uomo vuole il tabacco, per masticarselo oziando. Io per me
giudico, che non occorrerà persona, la quale non reputi troppo più
pietosa la madre, che si reca la domenica a godersi la figliuola bella,
sana, e bene allevata fuori di casa, dell'altra che s'incapona a
vedersela crescere in casa sozza, piangolosa, malescia, e fastidievole.
— Non ti muoverà meno cruda guerra la cupidigia dei padri, la quale
rivendicando il dominio del suo sangue ti dirà alla recisa, i figliuoli
essere il suo patrimonio, averci fatto il suo assegnamento sopra: la
roba sua avere ad essere ben sua, e volerne cavare quel migliore
partito, che Dio, la Natura, e le Leggi loro consentono. Notate bene
Dio, conciossiachè questi faceti mortali non abbiano anco smesso il mal
vezzo di mescolare nelle miserie e più spesso nelle tristizie loro Dio,
nè fanno le viste di volere smettere per ora. — Però tu risponderai alla
cupidigia, che chi ha fatto la legge la può disfare, che Dio non ha
potuto volere altro che il bene, e la Natura altresì, come quella che
nasce da lui; che Dio, la Natura, e la Legge non patiscono che il padre
vesta di mota il corpo del figliuolo, e l'anima di vituperio; che egli
non ha da sfruttarlo come la bestia da soma; e alla fine, che in verun
libro sta scritto potere togliere dal seno della Natura un ente per
renderlo alla società arnese da spedale, o da patibolo.
Se la esperienza non ce lo avesse chiarito a nostre spese, sembrerebbe
svarione solenne affermare che dei due mali, di avere popolo mezzo
educato, o ignorante affatto, il meglio sta nel tenercelo del tutto
ignorante: invero, la educazione compartita a spizzico cresce e perpetua
il danno ch'ella proponevasi sradicare, la disuguaglianza dei cittadini.
Gesù Cristo istituendo dodici Apostoli disse: — andate, e siate il sale
della terra; — e come disse furono, ma i pochi educati penetrano come
veleno dentro le moltitudini inculte; essendochè al manipolo
degl'istruiti paia avere diritto a mutare stato; così la paterna scure,
e l'ago, e la cazzuola recansi a tedio: per mediocre scienza prosuntuosi
sè reputano sovraumani intelletti condannati a morire del male del
tisico per astio di uomini crudeli; donde la nausea del lavoro, gli ozii
irrequieti, e per ultimo (dacchè il senso morale dell'anima, quasi trama
che sfilaccica sotto le dita, va di grado in grado sperperandosi fra le
mani della necessità) il falsare del conio, e delle scritture, perchè il
delitto ritenga quasi la impronta della funesta educazione che lo
partorì. Il male poi che di natura sua è fecondissimo (infatti il
diavolo si chiama legione), si allarga per guisa, che anco gli esclusi
dalla educazione sentono germogliarsi nel cuore l'odio contro coloro i
quali senza un merito al mondo furono privilegiati, e contro tutti gli
altri, che senza causa plausibile cotesti elessero, essi rigettarono.
Gli anfanatori dei nostri tempi a ciò non pensano; ma a che cosa pensano
eglino? Sbracciandosi eglino a tutto uomo per ispasimo di levare rumore,
e far sapere al mondo che ci erano, non fosse altro, come la polvere,
entrando negli occhi, educando il popolo parzialmente e male, ne hanno
reso pessimo lo stato, abbastanza già misero.
Ciò fatto, e non sarebbe poco, la Filosofia nostra va indagando quello
che si vorria insegnare alla gioventù; e su questo non rimane punto
perplessa: giusta l'antica sentenza _ab Jove principium_, ella vuole che
lo ammaestramento incominci da Dio. Bene a ragione la illustre donna
così prescrive, imperciocchè vi abbia chi di Dio dubita, e chi lo nega,
ma tutti lo sentono. Ai tempi nostri le dottrine germaniche professate
dalla massima parte dei novatori superlativi, cui danno nome di
comunisti, procedono infeste alla nozione di Dio, affermando che da
amaro seme amaro frutto nasce, e lo vediamo a prova: avere la paura
creato Dio creatore, epperò ogni derivazione da quello andare ingombra
di sgomento e d'ingiuria; così vero che gli scellerati, i quali pestano
su i capi dei fratelli come su di uva matura, giurano desumerne il
diritto proprio da Dio, e sè soli millantano plasmati a similitudine di
lui. Di grazia mirate un po' come abbiano concio Dio; per mezzo ad ardua
solitudine inaccessibile, assoluto, implacabile, diaccio più delle cime
della Immalaja, e tuttavolta favellante co' fulmini: ministri al suo
trono la morte, la peste e gli altri tutti flagelli della Natura; le
sempiterne seti egli tempera alquanto con un sorso di sangue; con le
carni di vittime, sovente umane, attutate così di tratto in tratto le
fami, che non si saziano mai: alle immani froge divine odore solo
gradito salisce il leppo; delle colpe gravi assegna castigo eterno, il
fuoco; e delle lievi, anche il fuoco, comecchè a tempo; mette spavento
rammentarlo; l'uomo casca paralitico a udirlo; vederlo è morte: di amore
non si parla manco per ombra, bensì paura, e sempre e poi sempre paura
di Dio. Quanti popoli, e sto per dire uomini, tanti Dii; chi se lo
strappa da un lato, chi dall'altro; e perchè non si entri in troppe
parole, i Russi respingono dai baluardi di Malakoff i Francesi, e te,
Dio, lodano; più tardi i Francesi superano i contrastati terrapieni, e
lodano te, Dio; e gli uni e gli altri cristiani: croce contro croce.
Insomma chi dei due Dio? Quello dei Russi, o l'altro dei Francesi?
Comechè questo abbaruffare di Dio con le sciempiaggini sanguinose degli
uomini compaia, e sia, temerità grande, non è però la più brutta cosa
ch'eglino sappiano commettere, considerando il nome di Dio strascinato
in mezzo ad ogni loro frode, ipocrisia, slealtà, spergiuro, e ladronaia.
Cancellisi dunque dalla mente degli uomini una nozione, che legittimò la
tirannide, e fece il dispotismo sacrosanto: aboliscasi un ente il quale
si rivelò sempre col male: tregua una volta alla sperticata ammirazione
del creato: o che ci è egli da celebrare qui dentro? Sottile intendi, e
vedi da una parte avara crudeltà, come nel tardigrado cui furono negate
membra capaci a procurarsi senza grandissimo stento il cibo, e
dall'altra scandaloso sprecamento, come nello scarafaggio in cui la
notomía microscopica scoperse gli occhi composti con diciassettemila
occhi semplici, e duegentottantaquattro muscoli. Le stelle! esclama
Hegel stizzito, le stelle insomma che cosa elleno sono? Ve lo dirò io:
_la rogna dei cieli_. Predicano necessaria la nozione di Dio come quella
da cui deriva la speranza del premio, e il timore della pena, per la
virtù negletta, o per la colpa fortunata nel mondo. Che importa questo?
Chi vi assicura che il delitto nonostante le apparenze contrarie non sia
di sè stesso carnefice? Veruno impunemente è iniquo: nè uomo si sentì
mai lieto per misfatti; chè quando anco la coscienza taccia, la ingiuria
chiama la vendetta, e il reo lo sa, e trema: ed è per ciò, che Dionisio
tiranno di Siracusa non accoglie nel talamo la moglie se non frugata
prima, e per sospetto del ferro fa scorciarsi co' tizzoni i capelli. In
quanto a virtù, se la disposizione dell'animo a bene operare è mossa da
desiderio, o da speranza di premio, tu giudicala traffico, non virtù, e
ti apporrai. Orsù, che pretendete voi? (e questo pure dice Hegel), per
avventura la mancia nell'altro mondo per non avere tagliato la gola alla
signora baronessa vostra madre, o per esservi astenuto da ministrare
l'acquetta al signor conte vostro fratello? La virtù di sè ha da
piacersi, di sè soddisfarsi; se no, muti nome, e vada a iscriversi alla
_Borsa_ accanto al quattro e mezzo per cento.
Non si può mica contrastare in coscienza, che qui dentro non covi
qualche parte di vero; e lo sarebbe anco tutto, se non fosse venuto al
mondo Cristo, il quale ci rivelò Dio essere padre degli afflitti, Dio
avere creato gli uomini liberi, uguali, e volerli felici; piuttosto essi
straccherebbonsi a offenderlo, ch'egli a perdonare; bastargli per tutta
preghiera un sospiro; il saluto, che meglio gli tornerebbe accetto,
essere: _padre delle misericordie_; sola una progenie aborrita in
sempiterno da lui, quella dei tiranni. — Gesù Cristo (canta il vescovo
Isaia Tegner nel poema della prima Comunione), ha insegnato la voce di
Dio non favellarci nel terremoto, o nel fuoco, o nella procella, bensì
venire a noi col mormorio delle brezze vespertine: amore essere origine
della creazione, e sostanza di Dio: infiniti mondi riposare come pargoli
sopra le sue sante braccia. Per amare, e perchè lo amassero, egli soffiò
il suo alito sopra la polvere assopita, ed ella sorse, e postasi la
destra sul cuore se lo sentì infiammato di fuoco celeste; bada, che
questo fuoco non si estingua dentro di te, ch'egli è l'anima dell'anima
tua: l'amore genera la vita, l'odio la morte. —
Senonchè, vedete, a simili concetti i filosofi tentennano sghignazzando
il capo, e bisbigliano: — poesie! — e poi aggiungono: — fatto sta, che
il cristianesimo sovvertiva l'impero romano, snervò gli spiriti
guerrieri, e dispose i popoli alla mollezza vile, che fu invito alla
ingiuria, donde poi da una parte oppressione, dall'altra rancore, e la
alterna vicenda di offese e di vendette, che travagliarono e travagliano
parecchi popoli, massime italiani. Anche Cristo sta co' battaglioni più
numerosi; in nome proprio di lui, quegli che si afferma suo Vicario in
terra ha bandito: — curvatevi, o popoli, e state allegri sotto il peso
delle vostre catene; e se non volete starvi lieti, non piangete, o
piangete sommessi perchè non monti in bestia il padrone. — E se essi non
si vollero curvare, e, memori che Dio creò l'uomo perchè guardasse a
viso alto nei cieli, levaronsi in piedi (orribile a dirsi!) il tristo
prete gli maledisse in nome del Padre, del Figliuolo, e dello Spirito
Santo. Nè qui sotterfugio giova; lo scrittore del Diario l'_Universo_ ha
ragione da vendere: gli avversarii suoi sono gli azzeccagarbugli: ecco,
egli squaderna la enciclica famosa di Gregorio XVI, ecco egli ributta in
faccia agli imbroglioni gli esempi di Pio IX, e non ci è da ripetere
verbo. Giù la fronte, svergognati calunniatori, Cristo e Libertà si
vogliono bene come il fumo e gli occhi. —
A questi di tal razza filosofi non riesce punto malagevole rispondere, e
lo farò, che non sono uso sbigottirmi per poco, e voglio le mie parole:
una cosa è Cristo, e un'altra i preti; così vero questo, che il Vangelo
di Gesù senza le chiose di Monsignore Martini Roma registra tra i libri
proibiti, come se Cristo, il quale predicò alle turbe, e fece sua
delizia i poveri di spirito, e garrì coloro che impedivano i pargoli si
accostassero a lui, come se Cristo, che scelse fra uomini volgari e
meccanici gli Apostoli suoi, avesse mestieri comento per essere inteso!
Rispetto allo impero romano, e' formerà sempre massima delle glorie
cristiane averlo sovvertito; imperciocchè fin dove arriva memoria di
uomo, pensiero mortale non seppe mai immaginare, nonchè conseguire, così
immensamente disperata e prepotentemente ingiusta dominazione. Cristo
ruppe fra gli ugnoli dell'Aquila la immane catena, ora gli Avoltoi ne
hanno grancito qualche anella, e le strascinano sopra la faccia del
mondo. Lasciate passare: dove non valse la catena intera, pensate voi
che possa bastare il troncone? Gli è poi falso del tutto, che Cristo
insegni codardia, o costanza nel patire soltanto: amore, egli predica,
vuolsi ricambiare con amore; ma dall'altro canto ammonisce espresso,
ch'ei venne a mettere nel mondo non la pace, ma la spada; spada sul capo
a cui non si contenta della terra che la Natura gli assegnò, spada nel
cuore a cui contrista gli spiriti immortali, spada ai domestici tiranni,
spada agli ascitizii, che con la frode, le proditorie stragi, e la
corruttela sostentano l'aborrita rapina. Fratelli sì siamo, a patto che
in questa fraternità nostra nessuno pretenda la parte di Caino; e poichè
la gente Austriaca a noi è Caina, la maledizione del Signore scenda
sopra di lei. Certo, Cristo prescrive rendersi a Cesare quello ch'è di
Cesare; ma che spetta a Cesare? Il frammento del metallo, che ritiene la
sua immagine, la qual cosa, spiegata come conviene, significa: butta in
faccia al corruttore l'arnese della corruttela, e vivi la vita
dell'anima, ch'è la Libertà. Dirittamente dunque la donna egregia
raccomanda, che le fanciulle nelle dottrine del santo Evangelo
ammaestrinsi, avvegnachè la parola di Gesù Cristo non pure non dissuada,
ma all'opposto imponga espressamente combattere i nemici della Patria, e
sopportare con animo forte gli esilii, le carceri, e le morti per la
redenzione di quella.
Dopo Dio, o insieme con Dio, quello che più preme è la educazione
morale: ma qual morale? Infelicissima condizione dei tempi, in cui ad
ogni piè sospinto ti è forza rimanerti incerto sul cammino da prendere!
Il comune degli uomini, io lo sento, farà le stimate dicendo: — o che su
la morale può egli cascare dubbio? O che delle morali soncene due?
Eternamente immutabile, la morale è quella che si accomoda meglio ai
bisogni dell'umano consorzio. — Ciò detto, questi cotali dottori
forbirannosi la bocca come se avessero pronunziato una sentenza da
segnarsi col carbone bianco. Ora, quando avrai detto così, avrai detto
niente. Infatti, civiltà che è? La romana stava nel vincere il mondo, e
con romana mola macinarlo: civiltà lacedemone patire per essere invitti,
commettere imbrolii per non restare superati in accortezza: civiltà
ateniese fare e dire con elegante inverecondia ogni cosa, mettendo in
opera sottilissima industria, affinchè la turpitudine comparisse onesta.
Le altre civiltà, se mai ce ne furono, omettonsi. Quale fia pertanto la
civiltà nostra? La mollizie del vivere scioperato, il lusso smagliante,
le vivande squisite, le vie ampie e illuminate a gasso, la parola
commessa al fulmine, i mari e i venti contenuti dal vapore, le
meraviglie delle gambe alzate, e i delirii delle gole gorgheggianti, i
febbrili spasimi del giuoco, e i governi che tengono il banco: queste ed
altre cose di congenere natura appellansi adesso civiltà: per lo
contrario la perizia nelle armi, dai Romani salutata unicamente _virtù_,
siccome comprensiva di ogni altra virtù, e le armi stesse, si giudicano
barbare; anche in pro della Patria impugnate, barbare sempre: nè questo
reputisi punto immaginativa di cui scrive, chè forse sta fitto nella
mente di molti come certo valente uomo di Stato arringando così
spiattellatamente e dalla bigoncia dicesse: — congratularsi col suo
paese per esperimentarlo senza rimedio imbelle, essendochè l'esercizio
delle armi porga testimonio di barbarie nel popolo che ci si abbandona:
— e il nemico ci era sopra le spalle menando strepito di catena!
Havvi pertanto una morale eterna, e ve ne ha un'altra mutabile secondo
lo stato in cui si trova il paese: arduo somministrarne esempii, ed anco
pericoloso; questo basti, che il fine della educazione italiana oggi ha
da gittare l'áncora nel disegno di sovvertire dalla radice buona parte
di quelle cose che come civili si vantano, imperciocchè mentre così noi
duriamo l'Italia non possa presumere di presentare la faccia nel
collegio degli uomini liberi. Come le stoffe smontate di colore hannosi
a tuffare in tinta più scura perchè le ritornino in sesto, così, perchè
non caschino di rilassatezza, bisogna di tratto in tratto riportare gli
ordini civili verso i loro principii: sentenza in ogni sua parte vera,
con l'autorità di Niccolò Macchiavello confermata, e rinvenuta efficace
in quasi tutte le faccende umane. Epperò avverti, lettore, che se ti
preme davvero che la Italia cessi di essere ludibrio delle genti, bada a
ritemprarla tuffandola nella barbarie; se pure al tuo onesto ingegno
parrà barbarie, che scompaiano per sempre le agonie dei súbiti guadagni,
i lussi ubriachi, e i lezii sazievoli di quel tenerume abbiosciato, che
vantano umanità. Umanità, disgraziati, sarebbe tendere le orecchie e il
cuore al rammarichío che mandano come altrettante bocche aperte le
ferite fatte dalle austriache palle nei petti italiani, e supplicano
dalla religione dei vivi il suffragio della vendetta! Ma le orecchie
civilissime vostre ritengono troppo delle melodiche voci delle
cantatrici, onde non si sentano stonate da cotesti stridi. Ecco la
educazione morale di cui adesso abbisogna la Italia: la camicia
insanguinata dei traditi scossa su gli occhi dei figliuoli, finchè ei
non abbiano compíta la vendetta. La vendetta ora è sacra, religioso il
furore: però le donne hanno da crescere tali, che valgano a scolpire
l'anima della prole al patimento, alla vittoria, o alla morte.
Per ciò che concerne la educazione intellettuale delle donne, se male
non mi appongo, dubito che le proposte della filosofia nostra non sieno
per apparire di soverchio ambiziose, in ispecie a coloro, che non
considerano come fosse suo intento rivendicare per la donna la comunione
intera coll'uomo degli obblighi, dei diritti, e degli ufficii: sembrava
a lei, che essendo le femmine dotate di organi pari a quelli dell'uomo
per sentire e pensare, elleno e potessero e dovessero operare quello che
da lui si opera; donde, secondo lei, ne veniva la necessità di uguali
condizioni per ambedue i sessi. Antica ubbía femminile è questa, ma
forse mai si affacciò tanto pretensionosa come ai tempi che corrono; e
tu l'odi pestare i piedi impaziente dinanzi alle porte chiuse, e fremere
a pugni stretti facendo le viste di romperle, ed allagare dentro
scalando i pergami sacri per bandire la parola di Dio, e le tribune
politiche per isbertare le leggi vecchie, e proporne delle nuove, sempre
nuove, almanco una volta al mese. Le donne americane, come più
avventate, venute di botto a mezza spada deliberarono a questi giorni di
presentare alla camera legislativa dell'Ohio certo loro richiamo, che
suona per lo appunto così: — Considerando come le donne dell'Ohio,
quantunque reputate cittadine dalla costituzione, non godano le
franchigie a cagione del sesso, noi domandiamo per l'ultima volta il
diritto di votare, il quale diritto comprende in sè tutti gli altri, che
senza ingiustizia espressa non ci ponno essere negati. Tutti nascemmo
liberi ed uguali, e chi deve essere sottoposto alle leggi ha da prendere
parte a formarle: però provvedasi, affinchè i cittadini quanti sono,
senza distinzione di uomini e di donne, esercitino i legittimi diritti.
— Intanto che aspettavano i diritti, le donne americane presero le vesti
dei mariti; nè contente di trionfare nel mondo nuovo, la signora Bloomer
varcò l'Oceano missionaria della religione dei calzoni presso le donne
del mondo vecchio: non fece buona prova, e il marito per via di
correzione a questa, e forse a qualche altra scappata, non infrequente
alla vita dei missionarii femmine, sparatale una pistola nel petto, la
stese morta. S'intende acqua, ma non tempesta! E nessuno discreto
negherà, che per questa volta il soverchio rompesse il coperchio. Se la
signora Bloomer aveva commesso nel mondo nuovo, ovvero nel mondo
vecchio, alcune di coteste marachelle a cui le donne pretendono avere
comune co' mariti il diritto (e non ce lo dovrebbe avere nessuno dei
due), il signore Bloomer poteva castigarla con le mortificazioni, e via
anche con le mani; alla più trista passi il bastone, ma pistole poi!
Basta, a ogni modo la signora Bloomer per adesso è morta; _requiescat in
pace_, e ritorniamo alle donne vive, le quali sono più difficili a
contentarsi. Comecchè le creature umane, o vogli uomo o vogli donna,
nascano uguali in diritto, e su questo non può cascare dubbio,
tuttavolta non possono essere così in atto, per la differenza del fine a
cui uomo e donna vengono destinati. Forse in verun periodo di tempo
quanto in questo provammo vera la sentenza dello Ariosto:
«Le donne son venute in eccellenza
Di ciascun'arte ove hanno posto il segno.»
Letterate e poetesse ammirande davvero, americane, inglesi, francesi ed
anco italiane, buone ai commercii, alle faccende villereccie, perfino
diplomatiche, e sottili così da tenere cattedra alle volpi, e al
principe di Benevento; pittrici, scultrici eccellenti, ed oratrici più
copiose in parole di un leggío, della patria propugnatrici magnanime,
sicchè postergata ogni paura scesero in campo, combatteronvi, e vi
rimasero spente. Dio glorifichi come meritano coteste anime sante!
Nondimeno queste si hanno a reputare eccezioni, nè la natura della donna
la chiama a ciò: uguale all'uomo deve stimarsi, ma di uguaglianza
diversa, a mo' di corde della stessa lira, necessarie tutte all'armonia
e non pertanto di suono diverse. La formazione della donna, le membra
sue delicate, la trama nervosa soperchiante, le infermità consuete, la
gestazione e l'allattare dei parti, le cure stesse della famiglia le
tracciano una via distintamente propria. Se la donna s'immischiasse nei
negozii dell'uomo, l'uomo non potrebbe del pari framettersi in quelli
della donna; quindi nascerebbe da un lato eccesso, difetto dall'altro;
ancora, questi due enti diventati emuli correrebbero rischio di
prolungarsi paralleli senza incontrarsi mai, mentre all'opposto la
natura creandoli ebbe in mira, che gli uni con gli altri si compiessero,
e per le facoltà e mancanze scambievoli ricercassersi, supplissersi,
reverissersi, e amassersi; e, seguitando noi la similitudine della lira,
quale accordo ricaveremmo da due corde basse o acute? Una di due come
inutile andrebbe levata via: ora pensate un po' voi se possa stare, che
l'uomo o la donna sia per di più nella opera della natura! Regni la
donna in casa: sua la domestica economia, sua l'allevatura dei
figliuoli, la educazione prima di quelli sua: a lei confidato il carico
supremo di apparecchiare forti e generosi cittadini alla Patria: a lei
il tesoro dei buoni costumi in santa custodia; a lei il consigliare
nelle dubbiezze, nelle avversità sovvenire, negl'infortunii confortare;
ella áncora di speranza, ella fuoco di Santo Elmo. O che pretende ella
di più? Faccia di compire questi uffici con tutto il cuore, la carità, e
la tenerezza di cui pur troppo Dio la creò capace; e se le avanza tempo,
torni a domandare, che le verrà assegnata la parte più larga.
Per certo discorderanno parecchi dalla chiarissima Donna anche circa
all'ampiezza da darsi alla educazione muliebre, conciossiachè non vi sia
maniera di scienze, arti e mestieri, a cui ella non la pretendesse
prodotta: su di che occorre ripetere, ch'ella nelle Conseguenze si
mantiene d'accordo co' suoi principii; ma noi che chiudemmo gli ufficii
della femmina dentro a certi confini, che ci parvero meglio dicevoli,
dobbiamo ritenere come la più parte di siffatte discipline tornerebbero
alla vita donnesca inani e forse moleste.
Qui però casca il taglio di dire qualche parola sul modo di educare,
parendo a certuni non pure utile ma necessario tenere l'alunno sempre
per mano fino al compimento della scienza, mentre a noi si presenta
questa pratica nemica allo incremento dello intelletto: però vorremmo
piuttosto che la dottrina dopo avere accompagnato il giovane su la
frontiera della speculativa, quivi gli allentasse le briglie, e palma
battendo a palma, gli gridasse dietro: va! — A mo' di esempio, insegnata
una volta l'arte di bene disporre le idee, e significarle con elegante
acconcezza, vuolsi lasciare lo spirito in balia di sè solo per le
regioni della metafisica, della politica, e della storica filosofia. Di
vero, io avrei voluto conoscere colui che si fosse attentato insegnare a
Niccolò Macchiavelli, a Giovambattista Vico, a Giordano Bruno, al
Telesio, e al Campanella le discipline in cui eglino levarono grido. —
Qui avvertasi, che si accenna, non si dimostra, onde altri pensandoci
sopra veda se ci apponiamo o no.
Inoltre le qualità della moderna educazione hanno operato sì, che quanto
si guadagnò in larghezza altrettanto si perdesse in profondità: molto
procaccio è stato fatto di moneta spicciola da spendersi sopra ogni
mercato, ma scudi pochi, rusponi punto, e di tal forma educazione che
alla mediocrità maravigliosamente si accomoda, levano a cielo gli
astiosi: affermano ancora di lei compiacersi la democrazia, ma io non ci
credo, anzi credo piuttosto che i democratici magnanimi, i democratici
veri non prendano in fastidio i re del pensiero, a patto però che questi
tengano l'intelletto, il quale è dono di Dio, esposto in guisa da
raccogliere come dentro uno specchio la sapienza eterna e rifletterla in
raggi di amore sopra i fratelli: ad ogni modo a me vedere cervelli
foggiati come mattoni caccia addosso il ribrezzo della febbre quartana:
le casse da morto sieno tutte di una misura, chè io non lo contrasto, ma
nel sentiero della vita ogni uomo stampi l'orma quanto ha lungo il
piede. A rischio di mettere la mia fama di liberale in compromesso, su
questo tasto io non mi adatterò a confessarmi democratico mai: delle due
cose l'una, o renunziare ai Galilei, o adattarci ad averli radi: per me
sto a possederne uno in capo a mille anni, ed a qualunque patto.
Merita lode non peritura la Filosofia nostra pel coraggio col quale si è
fatta a combattere animosa la corrente, che impone il ballo e il suono
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Amelia Calani ed altri scritti - 03
  • Parts
  • Amelia Calani ed altri scritti - 01
    Total number of words is 4503
    Total number of unique words is 1911
    34.5 of words are in the 2000 most common words
    50.7 of words are in the 5000 most common words
    58.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 02
    Total number of words is 4585
    Total number of unique words is 1949
    32.3 of words are in the 2000 most common words
    47.8 of words are in the 5000 most common words
    55.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 03
    Total number of words is 4573
    Total number of unique words is 2068
    31.3 of words are in the 2000 most common words
    45.0 of words are in the 5000 most common words
    52.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 04
    Total number of words is 4533
    Total number of unique words is 1991
    32.9 of words are in the 2000 most common words
    48.5 of words are in the 5000 most common words
    56.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 05
    Total number of words is 4401
    Total number of unique words is 1783
    33.8 of words are in the 2000 most common words
    47.9 of words are in the 5000 most common words
    56.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 06
    Total number of words is 4547
    Total number of unique words is 1963
    33.4 of words are in the 2000 most common words
    48.1 of words are in the 5000 most common words
    57.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 07
    Total number of words is 4510
    Total number of unique words is 1884
    33.1 of words are in the 2000 most common words
    47.7 of words are in the 5000 most common words
    55.6 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 08
    Total number of words is 4555
    Total number of unique words is 1902
    33.6 of words are in the 2000 most common words
    49.2 of words are in the 5000 most common words
    57.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 09
    Total number of words is 4583
    Total number of unique words is 1988
    35.0 of words are in the 2000 most common words
    50.1 of words are in the 5000 most common words
    58.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 10
    Total number of words is 4519
    Total number of unique words is 2003
    32.5 of words are in the 2000 most common words
    46.0 of words are in the 5000 most common words
    53.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 11
    Total number of words is 4651
    Total number of unique words is 1887
    33.8 of words are in the 2000 most common words
    50.3 of words are in the 5000 most common words
    58.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 12
    Total number of words is 4550
    Total number of unique words is 1891
    34.9 of words are in the 2000 most common words
    49.9 of words are in the 5000 most common words
    57.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 13
    Total number of words is 4458
    Total number of unique words is 1879
    35.9 of words are in the 2000 most common words
    50.9 of words are in the 5000 most common words
    58.8 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Amelia Calani ed altri scritti - 14
    Total number of words is 3909
    Total number of unique words is 1641
    37.1 of words are in the 2000 most common words
    51.8 of words are in the 5000 most common words
    59.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.