Alla finestra: Novelle - 07

Total number of words is 4557
Total number of unique words is 1797
35.8 of words are in the 2000 most common words
51.6 of words are in the 5000 most common words
59.9 of words are in the 8000 most common words
Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
amante. È un concetto bizzarro che si fonda sopra l'ipotesi d'un fatto
possibile forse, ma non verosimile. Ciò che invece, a mio parere,
mette la donna sempre al limitare della colpa si è quella condizione
malaticcia dell'animo che non è la gioia e non è il dolore, vaga,
indefinita, vaporosa come il crepuscolo, piena di desideri che non
sanno acquistar forma e contorno, piena di malinconie che non hanno
nome e non saprebbero spiegarsi a sè stesse. Una donna che dice: —
_sono incompresa_, — molte volte comincia col non comprender sè stessa,
ed è in quello stato di perplessità che costituisce un eterno pericolo.
Chi non sa che cosa si voglia accetta facilmente gli esperimenti,
perchè suppone che l'ideale sognato possa capitare quando meno si
crede. Gli è appunto il caso della vostra Evelina. Le è sfuggita una
frase ch'io colsi benissimo: — Capisco — ella disse — che fra lui e me
non c'è modo d'intendersi. — Ora, questa frase, sia che racchiuda un
profondo scoramento o una smisurata superbia, rivela in vostra nipote
l'intenzione di lasciare che le cose vadano per la loro strada. La sua
anima non è più occupata da suo marito....
— Ma chi vi dice queste cose?
— Lasciatemi finire. Il suo cuore è una casa vuota, e una casa vuota
può sempre trovare un pigionale nuovo.
— Oh Maurizio — esclamò la signora Anna alquanto risentita, e facendo
atto di alzarsi in piedi — basta di ciò. Voi sapete quanta libertà
abbiate in questa casa, e come io vi consideri più che di famiglia:
ma ogni confidenza ha un limite, e io non posso concedervi queste
supposizioni sul conto di Evelina. Sermoneggiate me quanto vi piace, ma
lasciate stare quell'angiolo.
— Via, non siate cattiva — rispose il vispo vecchietto, tenendo la
signora Anna pel lembo dell'abito e non permettendole di muoversi dalla
seggiola. — Rispetto la vostra tenerezza di nonna, e non vi dirò per
questa sera nulla più sul conto di Evelina. Ma senza insistere sul caso
speciale, vi ripeto che degli angeli ne ho visti perder l'ali parecchi,
e molte virtù naufragare, e molte altre salvarsi per un accidente; che
so io! per un soffio di vento o per un raggio di sole.
— Che cosa c'entrano il vento ed il sole?
— Oh se c'entrano! — soggiunse il signor Maurizio, stropicciandosi le
mani — volete proprio che ve la racconti la storia d'un raggio di sole?
La signora Anna sorrise, die' una rapida occhiata all'orologio che
stava sulla _consolle_ e segnava le dieci e mezzo, e poi, voltasi al
suo interlocutore: — Avete una voglia matta — rispose — di narrare
una delle vostre storielle che sono assai più numerose de' giorni
dell'anno. Posso concedervi tre quarti d'ora. Ma patti prima, mio caro.
Voi avete l'abitudine delle impertinenze, e io non ne voglio; avete
certi frizzi di cattivo genere, e io non amo sentirli; onde, o voi
state nei termini, o andate a raccontare le vostre frottole al caffè od
al casino.
— Accetto le condizioni. E anzi perchè non vi sia il caso che io le
dimentichi, vi prego ogni volta ch'io stessi per uscire di strada, di
richiamarmi all'ordine come se voi foste il presidente di un'assemblea.
— Si guardò attorno, e, adocchiato sul tavolino un paio di forbici, le
sospinse fino alla signora Anna, dicendole: — Questo sarà il vostro
campanello. Quando voi alzerete queste forbici, capirò che bisogna
ch'io renda più castigate le mie espressioni.
— Siete pure il gran fanciullone — sclamò la signora Anna. — Ora
parlate.
— Adagino, adagino. Ho pur io una condizione da imporvi.
— Sentiamola un po'.
— Che quando io serbi quei modi di gentiluomo che mi prescrivete,
voi mi lascerete andare sino al fondo della mia storia, anche se per
avventura si trattasse di cosa che vi fosse già nota.
— O come potrebbe essere?
— Chi sa? Non è poi impossibile che l'abbiate udita a raccontare da
qualchedun altro.
— E in questo caso voi vi sta a cuore di farne la seconda edizione?
— Mi sta.
— Ebbene, sia pure come vi aggrada.
— Ho la vostra parola?
— Ma sì, ma sì: vi occorre altro?
— Datemi la mano?
— Dio buono! Quante formalità! Si direbbe che voleste iniziarmi a
qualche loggia massonica. Eccovi la mano.
La signora Anna porse al Dardi una manina che l'età non aveva nè troppo
dimagrata nè troppo ingrassata; una manina giovine, se si potesse usare
questa frase, tanto ne erano ben tornite le forme, e morbide e delicate
le tinte, e pieni di una nervosa irritabilità i movimenti. Il lepido
vecchio parve molto compiacersi di quella stretta, e poich'ebbe tenuta
per alcuni secondi nella sua destra la destra della signora Anna si
soffiò due volte il naso, e si raschiò la gola come chi si accinge
a una perorazione accademica. Ella intanto, da avveduta massaia,
accendeva la macchina del tè, dicendo scherzosamente:
— Perchè non accada ch'io pigli sonno durante la vostra chiacchierata,
mi preparo a bevere una seconda tazza.
— Questa disgrazia non accadrà, maligna che siete, me ne fo
mallevadore. E comincio. Vi avviso però che quello ch'io faccio è il
racconto d'un racconto. Un amico a cui la faccenda è toccata, me la
narrò in tutti i suoi particolari. È una storia vera, capite?
— Oh che bella verità, passata per due filtri; quello dell'amico e il
vostro!
— La storia rimonta a poco meno di quarant'anni addietro — continuò
il signor Dardi senza preoccuparsi dell'interruzione. — Il mio amico
che ora è vecchio come me.... e come voi, era allora giovane e bello
com'ero io.... e come eravate voi in quel tempo.
— Questo non ha che fare.
— Egli aveva da poco finito i suoi studi all'università lasciandovi
fama d'ingegno piuttosto vivace che peregrino, di coltura piuttosto
varia che profonda. Comunque sia, in un tempo nel quale alle università
si studiava pochissimo, egli poteva ragionevolmente passare tra i
giovani più valenti, e quelli ch'erano tali davvero lo accoglievano
a braccia aperte nei loro crocchi ove il suo buon umore costante
contribuiva a tener allegra la brigata. E, fra parentesi, vi
contribuiva anche un po' la sua borsa, perchè egli era ricco e gli
studenti ricchi possono contarsi come le mosche bianche. In complesso
era davvero una eletta brigata di giovani, disseminatasi poscia qua e
là secondo le necessità della vita o i capricci del caso. Per una di
quelle bizzarrie che non sono sì rare, il mio amico s'era legato di
più intimo affetto con quello che, fra tutti gli altri del gruppo, si
discostava maggiormente da lui pel carattere. Quanto egli era festevole
e spensierato, altrettanto l'amico suo era serio e meditabondo, nè
la tempra del loro ingegno era meno dissimile di quella della loro
indole. L'uno andava qua e là succhiando il miele da tutti i fiori,
amava la poesia, la musica, la pittura; l'altro coltivava con assiduità
piuttosto germanica che italiana gli studii filosofici, giuridici,
storici. Ma, singolare a dirsi eppur vero, quegli che possedeva una
natura d'artista aveva un fondo di scettico incorreggibile, l'altro
sotto le gelide apparenze celava una buona fede da non potersi
immaginar la maggiore. Quanto alla severità della sua indole, e alla
rigidezza claustrale de' suoi costumi, vi basti sapere che non c'era
mai stato caso, mentre eravamo studenti insieme all'università....
— O che cosa c'entrate voi?
— Avete ragione. Adopero la prima persona credendo di far parlare il
mio amico.
— Che amicizia! La vi fa persino dimenticare la vostra identità
personale, come dicono nei giornali di giurisprudenza di mio marito.
Proprio come Oreste e Pilade!....
— Via, mi fate perdere il filo con le vostre malignità. Che cosa
dicevo? Ah dicevo che gli sforzi fatti per addomesticarlo erano
falliti, che non era stato possibile di renderlo soggetto alle
debolezze della sua età! A ventitrè anni, egli era....
La signora Anna mosse un momento le forbici e il signor Maurizio cambiò
metro.
— Ma ciò poco importa. Nemmeno le quistioni politiche, e qui spero che
mi lascerete parlare, lo preoccupavano più che tanto. In quel tempo
singolare nella quale dalle poesie del Baffo e del Buratti (oh non fate
smorfie perchè le avrete lette anche voi) si passava alle liriche del
Berchet; e alla porta dei teatri e delle sale da ballo vi aspettava
talora la sedia di posta che doveva condurvi allo Spielberg, in quel
tempo in cui pareva non esservi posto nella vita che per la _farsa_ e
per la tragedia, il nostro originale era riuscito a tenersi ugualmente
lontano dalle seduzioni del mondo elegante e da quelle allora assai
più nobili, ma assai più pericolose, delle società segrete. E non era
diffidenza, chè, come dissi, il suo animo era alieno dai sospetti; e
non era viltà, chè egli non aveva sortito natura codarda; era soltanto
quella sua grande passione dello studio che soverchiava in lui gli
altri affetti e gli altri pensieri, e lo rendeva noncurante di molte
cose che esercitavano un fascino sulla comune dei giovani.
Potete immaginarvi come rimanessero i suoi compagni quando seppero un
giorno ch'egli era perdutamente innamorato. Come! E di chi? Queste
domande correvano di bocca in bocca, e per uno o due giorni tutti
malignavano dicendo: Sta a vedere che grossa corbelleria egli ha
commesso!
— _Egli!_ — interruppe la signora Anna. — Abborro gli anonimi.
— Volete proprio che ci mettiamo in regola con lo stato civile? Ebbene:
il mio amico lo chiameremo Ugo, e all'amico del mio amico imporremo
il nome di Alberto. Alberto adunque, poichè di lui si parla in questo
momento, non aveva commesso quella grossa corbelleria che gli si
attribuiva. Certo egli aveva avuto un gran torto ad innamorarsi sul
serio, ma almeno non s'era appigliato nè ad una brutta, nè ad una
civetta, nè ad una stolida; com'era pur verosimile in un uomo che aveva
sì poca pratica di queste faccende.
— O che non aveva forse gli occhi codesto signor Alberto?
— Occhi da erudito, mia cara Anna, buoni da decifrar palinsesti, e
capaci di fermarsi con maggior compiacenza sopra un'iscrizione in
lingua sanscrita che sulle forme divine della Vergine di Milo. A ogni
modo, la fanciulla amata da Alberto era tale da affascinare qualunque
anima d'artista. Non ve ne farò la descrizione. Mi basterà dirvi che
gareggiavano in lei la bellezza, l'ingegno e la grazia. Era una grazia
schietta, spontanea, che spirava da tutta la persona come l'olezzo
dal fiore, era un ingegno vivo, elegante, poetico, era una bellezza
piena a un tempo d'abbandono e di fuoco, di soavi malinconie e di
celesti sorrisi... E quella fanciulla non aveva, io credo, che sedici
a diciassett'anni....
— Ih! come vi riscaldate: si direbbe che parlaste di una vostra
innamorata di ieri.
— Cara mia, le cose paiono vicine o lontane secondo che sono più o meno
scolpite nella memoria....
— Parlerete, io spero, della memoria del vostro amico.
— Certamente, — rispose il signor Maurizio con disinvoltura, quantunque
quella inchiesta suggestiva lo avesse un po' sconcertato. — Ma io mi
investo ne' casi suoi.
— Siete pure il prezioso amico, — insinuò con un filo d'ironia la
signora Anna. — Ma, a proposito, il nome di questa Dea?
— Diamole nome Giulietta.
— O c'è un Romeo?
— Può darsi: non precipitate.
— Già capisco tutta la vostra storia peregrina. È uno dei soliti
innamoramenti.
— Ma per carità, mi avete promesso di non interrompermi. Lasciatemi
adunque tirare innanzi. La bella Giulietta, sorpresa dalla
dichiarazione di un giovine ch'ella aveva conosciuto il dì innanzi,
cominciò coll'esserne sgomenta, ma poi quella sua anima delicata e
gentile non potè a meno di rispondere a un affetto così vivo ed onesto,
così rispettoso nella sua violenza, e così lusinghiero per l'amor
proprio di lei. In generale anche le donne leggiere e che non vanno
pazze per l'ingegno piegano il capo dinanzi al buon successo: e Alberto
era fra i giovani più celebrati della università e tra quelli a cui si
augurava un più splendido avvenire. L'indole severa del suo intelletto
e dei suoi studi non era invero tale da affascinare una giovinetta
sedicenne, ma d'altronde come respingere un uomo del suo valore? Come
ributtarlo da sè, s'egli, tra mille, aveva scelto lei, modesta ed
oscura? Ecco perchè la fanciulla, pur non dividendo l'entusiasmo del
suo amante, porse orecchio benevolo alle sue parole e promise a sè
stessa che col tempo lo avrebbe ricambiato di uguale trasporto. Come si
rimovessero gli ostacoli frapposti dalla famiglia, come il matrimonio
si concludesse quando Alberto aveva appena ricevuta la laurea, sono
cose di cui non mette conto tener parola. Eppoi sapete ch'io non posso
scendere a troppo minuti particolari per non tradire il segreto che mi
è confidato. Questo bensì vi dirò, che gli amici di Alberto, dopo le
sue nozze, si sentirono sollevati da un gran peso sullo stomaco, perchè
egli li aveva noiati fuor di misura co' racconti della sua gelosia, de'
suoi dubbi e delle sue escandescenze. In alcune anime l'amore scende
come una pioggia benefica sulla terra preparata a riceverla; le compie,
le rallegra, le avviva, le fa capaci di spargere intorno a sè una gioia
pacata e serena: in altre invece esso irrompe come l'uragano sopra
un suolo granitico in cui l'acqua non filtra lentamente ma s'arresta
alla superficie formando larghe pozze e rigagnoli: anzichè assimilarsi
al loro organismo, l'amore crea in queste anime uno stato inquieto,
morboso, e toglie alle loro manifestazioni quel gentile riserbo,
quella verecondia soave che le mostra ricordevoli oltre che del
proprio pudore anche del pudore dell'essere amato. Alberto era, nelle
sue confidenze, pettegolo, indiscreto, qualche volta persino brutale;
tanto lo sgomentava la trasformazione esterna che s'era operata in lui,
tanta era la disarmonia, da lui non perfettamente compresa, fra questa
passione e il resto dell'esser suo.
«Allorchè egli divenne marito, le tendenze ingenite del suo animo e del
suo ingegno ripresero il disopra. Come coloro che, dormendo, ricevono
una impressione fisica che si mesce ai loro sogni, tantochè quando
si svegliano, ogni altra parte del sogno svanisce fuori di quella
impressione che è viva e reale, così Alberto, ritornato in sè stesso,
vide dileguarsi l'incanto che lo aveva posseduto e solo restargli
a fianco, bella e gentile, più che desiderata compagna, la moglie.
Ambizioso per indole, Alberto scorgeva in lei piuttosto un inciampo
che un aiuto alla sua carriera, e gli mancava l'arte di nascondere ciò
ch'egli sentiva. Giulietta invece, la quale, come accade alle fanciulle
virtuose, aveva, dopo il matrimonio, preso a voler più bene che mai
all'uomo che aveala fatta sua, rimase profondamente mortificata di
questo cambiamento, ma col riserbo misto di dignità ch'era il fondo
del suo carattere non si faceva scorgere e chiudeva in sè il suo
dolore. Tanto inesperta da non prevedere ciò che era avvenuto, ella
non sapeva per anco, a malgrado della sua intelligenza, scoprire i
mezzi di ripararvi. Non sapeva ancora che, mescolandosi agli studî ed
alle aspirazioni di suo marito, divenendo un valido sussidio de' suoi
lavori, ella avrebbe potuto riafferrare quell'amore che le fuggiva.
Le afflizioni senza lamento non hanno nemmeno la sodisfazione d'essere
intese dagli altri, o, se sono intese, porgono un facile appiglio a chi
vuol far le viste di non avvedersene. Chi non si lagna non soffre, dice
l'egoista, e chi ha la vita troppo affollata di occupazioni è spesso
egoista. Il tempo che è la stoffa del lavoro e della produzione è anche
la stoffa dei sentimenti. Se chi nulla fa nulla aggiunge al capitale
materiale della società, chi non riposa mai non aggiunge nulla al suo
capitale di gentilezza e di simpatia. A ciò gli economisti non hanno
pensato.
«Non erano corsi due mesi dalle nozze, che Alberto e Giulietta vivevano
in un'orbita diversa: egli tutt'inteso a' suoi studî; ella in una
solitudine malinconica che lasciava buon giuoco ai pellegrinaggi
della sua fantasia. Quantunque non ne andasse pazza, avrebbe gradito
i piaceri delle sue coetanee: i teatri, le feste, i ritrovi geniali;
ma suo marito o non aveva agio di condurvela, o conducendovela,
si rincantucciava con tanto di muso in modo da toglierle tutto il
divertimento. Nondimeno, ella avrebbe potuto passarsene. Spirito culto,
riflessivo, tranquillo, ella anelava essenzialmente a quella felicità
che nasce dal continuo scambio d'impressioni e di pensieri tra due
persone che si apprezzano e s'amano, e, sposandosi, aveva creduto
che questa felicità non dovesse mancarle. Vedendosi delusa nella sua
aspettazione, si trovava simile a chi s'accorge a mezzo il cammino
d'aver smarrito la via, nè sa qual nuovo sentiero debba prendere per
arrivare alla meta. Intanto compieva di per sè la manchevole educazione
del chiostro, faceva disordinatamente, febbrilmente, accatastando
lettura su lettura, gli studî ch'ella aveva sperati comuni con suo
marito. Già libri non ne mancavano nella sua nuova dimora.
«Aveva, più che le abitudini, gl'istinti dell'eleganza, e abbenchè
uscisse di rado assai, era sempre accuratissima nel vestito e
nell'acconciatura. Questa sua innata eleganza ella aveva saputo
infondere non in tutta la casa, ma in uno stanzino che era il suo
nido, il suo tempio. Era uno stanzino appartato del primo piano a
cui si giungeva anche per una scaletta laterale che da un andito
contiguo metteva in giardino. Le pareti d'un azzurro chiaro erano
fregiate di stucchi bianchi, e pure a stucchi era il palco leggiermente
arcuato....»
La signora Anna si scosse e chiese:
— O come sapete voi tutti questi particolari?
— Oh bella! Me li ha detti l'amico. Ma vi prego di non farmi perdere
il filo del racconto. La finestra del gabinetto (ve n'era una sola, ma
grande) dava sul giardino cinto da un muro basso, e di là dal quale
erano altri giardini più vasti, più signorili, con bellissimi abeti.
In un punto la verdura era men fitta e lo sguardo indovinava un ampio
orizzonte. I mobili.... debbo parlare anche dei mobili?
— Come siete noioso! Lasciateli lì i mobili, e venite al punto.... O
se non volete venirci presto, smettiamo, chè già capisco che non val la
pena di continuare.
— Via, non v'impazientite. L'avete forse intesa ancora questa storia?
A ogni modo dovete stare ai patti e lasciarmi dire. Sarebbe la prima
volta che manchereste alla vostra promessa.
— È vero. Proseguite, ma senza digressioni.
— Sarà difficile, perchè non è mio costume. La mia fantasia va sempre
caracollando e mai al galoppo. Ella ama far sosta qua e là, e cogliere
i fiori pendenti dagli arbusti lungo la via: le corse precipitose alla
Mazeppa non son fatte per lei.... Però torniamo a bomba, lasciando
stare i mobili. Vi chiedo grazia soltanto per una biblioteca d'acero
a lustro, piccina, graziosa, elegante, che era l'altare di quel
tempietto, tutto silenzio e raccoglimento. La giovine vi teneva i suoi
libri, una cinquantina di volumi al più, ma scelti e legati con ottimo
gusto. Ed ella stava lì soletta le lunghe ore del giorno, ora leggendo,
ora fantasticando alla finestra, certa, o quasi, di non veder giungere
suo marito fino all'ora del pranzo. Visite ne faceva poche, e quindi
poche ne riceveva, perchè le era troppo tedioso il sentirsi dire che
una sposina non doveva fare una vita così ritirata, e perchè abborriva
da quel sistema comodissimo che hanno tante mogli di lasciar sparlare
dei loro mariti senza negare nè assentire.
«Il mio amico che abbiamo detto di chiamar Ugo non abitava la medesima
città, ma veniva di tratto in tratto a visitare il suo compagno
di studî, ed era accolto festosissimamente anche dalla Giulietta
che vedeva una volta tanto una faccia aperta e gioviale. In quelle
sue visite che non solevano durar più di tre o quattro giorni egli
alloggiava sotto il tetto di Alberto, portandovi un soffio di vita,
un'eco del mondo esterno a cui quella casa pareva chiusa del tutto.
Ugo era elegante, frequentava i teatri, le società, e quindi non gli
mancavano mai argomenti da discorrere. Figuratevi! Erano quelli i
tempi della Pasta a della Malibran, della _Norma_ e dell'_Otello_. La
Giulietta, che amava tanto la musica, non aveva mai potuto persuader
suo marito ad uscir per una settimana da quella loro misera cittadina
di provincia e condurla a vedere gli spettacoli della capitale. Onde,
quando Ugo gliene parlava, ella sentiva venirsi l'acquolina in bocca,
e pendeva de' suoi labbri con una curiosità piena di emozione. Non c'è
da maravigliarsi di questa parola. A que' tempi in Italia i trionfi
musicali destavano un vero entusiasmo. Lo dissi già prima; non c'erano
che due cose da fare: o cospirare, o divertirsi; o andare in carcere, o
andare a teatro.... semprechè non si preferisse di andare in entrambi i
luoghi. Alberto chiamava frivolezze questi discorsi, ma, in ogni modo,
poichè egli aveva ottimo cuore, riceveva l'amico suo a braccia aperte,
e quando questi gli diceva a tu per tu ch'egli aveva torto a trascurare
sua moglie, giovine, bella, adorna di tutte le virtù, gli dava un mondo
di ragioni, scusandosi soltanto col pretesto delle sue mille faccende e
della serietà de' suoi studi. Comunque sia, la presenza d'Ugo, ch'era
forse uomo un po' leggiero, ma certo vivacissimo e pronto d'ingegno,
era una vera provvidenza per quella casa. Per la Giulietta, egli non
provava che una viva amicizia, e poi la sincera e devota affezione che
lo legava ad Alberto avrebbe soffocato nell'animo di lui ogni altro
sentimento. Quanto maggiore la sicurezza tanto maggiore la confidenza:
confidenza fraterna, e quasi infantile.... Io non capisco, la mia cara
amica, perchè andiate agitandovi sulla sedia, mentre non mi sembra di
dir cosa che sia o possa parervi sconvenevole punto. Perciò vi supplico
che ve ne stiate buona e tranquilla, poichè la mia eloquenza, per
mantenersi, vuole il raccoglimento dell'uditorio.
— Siete un grande originale — rispose la signora Anna, sorridendo
fuggevolmente. — E se vi dessi una tazza di tè, non mi risparmiereste
la seconda metà della vostra storia?
— Accetto la tazza, ma continuo.
La signora Anna die' una scrollatina di testa come se volesse dir
nuovamente: _Che matto_! e versò il tè al suo lepido interlocutore.
— Un giorno — riprese il signor Maurizio tra un sorso e l'altro — il
mio amico arrivò in casa d'Alberto inatteso, e quindi più festeggiato
che mai. Si deliberò di fare pel dì seguente (ch'era una domenica) una
escursione a una villa poco discosta, e si passò la sera pregustando il
divertimento del domani. La Giulietta non era mai stata più ilare, nè
Alberto più espansivo, nè Ugo più amabile....
— Ve l'ha detto lui?
— Sicuro!
— Beati gli uomini franchi!
— Al mattino del dì appresso (era in primavera avanzata, poco importa
il mese) Ugo fu in piedi all'ora stabilita, e fece la sua _toilette_
con grande accuratezza e sollecitudine vicino alla finestra aperta
della sua stanza che dava anch'essa sopra il giardino. Faceva un
bellissimo tempo: però l'orizzonte non era tutto sereno, e qualche
nube percorreva il cielo con insolita rapidità a simiglianza di persona
affaccendata. La moda di quarant'anni addietro, e voi lo sapete meglio
di me, non era la moda dell'anno 1870, e se il mio amico vi comparisse
dinanzi acconciato nella foggia di quel dì, voi non potreste certo
trattenere una sonora risata. Un cappello di paglia con cupola alta
e larghe tese orizzontali, un vestito color caffè con le maniche
attillatissime e col bavero di smisurata altezza, una cravatta bianca
che si attortigliava al collo come il serpente del Laocoonte, e che
scendeva a riempire tutto lo sparato del panciotto chiaro di fondo
e stampato di gran fioroni gialli, un paio di calzoni d'una tinta
sentimentale stretti alla gamba ecco a un dipresso il figurino del
mio amico in quel giorno memorabile. E in quel giorno, ve lo assicuro
io, egli era bello, e aveva ben ragione di sorridere guardandosi
nello specchio. La giovinetta che acquista la coscienza della propria
bellezza non può vincere un vago presentimento di arcani pericoli, e
in mezzo all'orgoglio del sapersi regina chiede talvolta a sè stessa
se il suo scettro non sarà bagnato di lagrime. Nei mille occhi che
l'affisano, nelle mille labbra che si muovono a susurrarle una parola
gentile, ella indovina un'insidia al suo pudore, alla pace dell'animo
suo; insidia che tanto più la sgomenta quanto più le versa nel cuore
un'incognita voluttà. L'uomo invece, a torto o a ragione, non è
assalito da questi scrupoli: l'avvenenza è per lui un dono che non ha
mistura d'amarezza; un sorriso non gli fa salire i rossori sul volto,
uno sguardo non gli fa chinare la fronte. Nel suo aspetto raggiante è
la gioia del dominio o la certezza della conquista; sulla sua bocca sta
il grido di Schiller — _Ich bin ein Mann, wer ist es mehr_? Io sono un
_uomo_, chi lo è più di me?
«Ecco ciò che Ugo, contemplandosi nello specchio, andava in quel
mattino ripetendo a sè medesimo.
«Mise il capo fuori della finestra, aspirò a larghi tratti l'aria
frizzante della campagna, e cominciò a solfeggiare la deliziosa romanza
dell'_Anna Bolena_:
Oh! non voler costringere
A finta gioia il viso,
Son belle le tue lagrime
Siccome il tuo sorriso,
con quel che segue. Proprio sotto della sua finestra un'imposta
si aprì, e un bel visino arrovesciato apparve sul davanzale. Era
Giulietta.
« — Bravissimo — esclamò la giovane con quella sua vocina melodiosa ed
insinuante.
« — Oh diamine! già vestita, — rispose Ugo balzando subitamente, senza
saperne il perchè.
« — Ma certo; e già nel mio santuario — soggiunse Giulietta accennando
al suo gabinetto da lavoro e da studio. — Quegli che non è pronto è
Alberto, il quale, per miracolo, vuol terminare una scrittura prima
di partire. Anzi dovreste fare una bella cosa, andare a sollecitarlo
voi stesso; già a me non abbada. — Guardò l'orologio e disse. — Sono
le sette e mezzo. Mi pare che bisognerebbe mettersi in carrozza fra
un'ora. Andate, andate, — Fece un cenno garbato col capo, sorrise in
modo da mostrare, certo senza volerlo, una doppia fila di denti candidi
come l'avorio, e sparì.
«Vi sono cose curiosissime a questo mondo. Ugo aveva visto Giulietta
un centinaio di volte, e la gli era sembrata, come a tutti, un'assai
avvenente donnina; ma, bella come in quel momento, egli non l'aveva
trovata mai. Del resto, bella o brutta, egli non ci aveva che fare. Si
guardò un momento nello specchio, e scorse un leggiero rossore diffuso
nelle sue guance; onde divenne ancora più rubicondo, perchè arrossì
di avere arrossito. Nondimeno, obbediente al comando ricevuto, fece in
quattro salti le scale, e andò nello studio dell'amico.
«Alberto era difeso da un intero sistema di fortificazioni. Aveva
dinanzi a sè un tavolino su cui i libri stavano ammonticchiati
l'uno sull'altro sino ad altezze portentose; ai lati due scaffali
pieni anch'essi di libri e di scartafacci. La poderosa persona era
sprofondata in una scranna a bracciuoli assai bassa e larga, foderata
di pelle nera, e tre o quattro sedie appoggiate al tavolino con le
due gambe anteriori all'aria come persone svenute costituivano le
opere avanzate della fortezza. Alquanto miope, egli teneva la testa
china in modo da toccar quasi col naso la carta; con le dita sudicie
d'inchiostro si carezzava i capelli che parevano acquistare a poco a
poco delle dimensioni spropositate come il can barbone di Fausto.
«Ugo non potè trattenersi dal ridere quando entrò nella stanza. Ma
Alberto non si scompose menomamente, e rivolto all'amico: «Vuoi udire
— gli disse — questo passo d'una memoria sulla legislazione mineraria
che debbo mandare stasera all'_Antologia_ di Firenze? Io muovo dalla
considerazione che il possessore del soprassuolo....
« — Senti — interruppe Ugo — la tua considerazione sarà giustissima,
ma mi pare che non sarebbe mal fatto di rimettere la legislazione
mineraria ad un altro giorno, e di disporsi alla partenza. Si fa, o non
si fa questa gita?.... Ebbene: che cosa c'è?
« — Nulla, nulla — rispose Alberto, sollevando alquanto il capo e
ravviando la chioma disordinata — penso alla grande mutazione che si
è fatta in te da qualche tempo a questa parte. Tu non ti appassioni
You have read 1 text from Italian literature.
Next - Alla finestra: Novelle - 08
  • Parts
  • Alla finestra: Novelle - 01
    Total number of words is 4529
    Total number of unique words is 1726
    36.2 of words are in the 2000 most common words
    50.6 of words are in the 5000 most common words
    57.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 02
    Total number of words is 4609
    Total number of unique words is 1766
    36.9 of words are in the 2000 most common words
    54.2 of words are in the 5000 most common words
    62.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 03
    Total number of words is 4492
    Total number of unique words is 1650
    40.1 of words are in the 2000 most common words
    56.0 of words are in the 5000 most common words
    63.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 04
    Total number of words is 4501
    Total number of unique words is 1633
    39.6 of words are in the 2000 most common words
    55.4 of words are in the 5000 most common words
    63.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 05
    Total number of words is 4546
    Total number of unique words is 1616
    37.0 of words are in the 2000 most common words
    52.5 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 06
    Total number of words is 4513
    Total number of unique words is 1633
    37.6 of words are in the 2000 most common words
    53.2 of words are in the 5000 most common words
    60.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 07
    Total number of words is 4557
    Total number of unique words is 1797
    35.8 of words are in the 2000 most common words
    51.6 of words are in the 5000 most common words
    59.9 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 08
    Total number of words is 4508
    Total number of unique words is 1796
    36.1 of words are in the 2000 most common words
    51.8 of words are in the 5000 most common words
    59.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 09
    Total number of words is 4416
    Total number of unique words is 1707
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    53.1 of words are in the 5000 most common words
    60.7 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 10
    Total number of words is 4346
    Total number of unique words is 1684
    38.0 of words are in the 2000 most common words
    53.3 of words are in the 5000 most common words
    61.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 11
    Total number of words is 4546
    Total number of unique words is 1715
    37.6 of words are in the 2000 most common words
    53.1 of words are in the 5000 most common words
    60.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 12
    Total number of words is 4583
    Total number of unique words is 1821
    34.7 of words are in the 2000 most common words
    51.8 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 13
    Total number of words is 4432
    Total number of unique words is 1620
    38.0 of words are in the 2000 most common words
    54.1 of words are in the 5000 most common words
    62.0 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 14
    Total number of words is 4560
    Total number of unique words is 1722
    39.5 of words are in the 2000 most common words
    54.7 of words are in the 5000 most common words
    62.2 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 15
    Total number of words is 4413
    Total number of unique words is 1807
    36.1 of words are in the 2000 most common words
    51.5 of words are in the 5000 most common words
    59.4 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 16
    Total number of words is 4392
    Total number of unique words is 1666
    38.7 of words are in the 2000 most common words
    53.6 of words are in the 5000 most common words
    61.1 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 17
    Total number of words is 4563
    Total number of unique words is 1664
    38.8 of words are in the 2000 most common words
    54.2 of words are in the 5000 most common words
    61.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 18
    Total number of words is 4569
    Total number of unique words is 1663
    39.6 of words are in the 2000 most common words
    55.0 of words are in the 5000 most common words
    62.5 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.
  • Alla finestra: Novelle - 19
    Total number of words is 519
    Total number of unique words is 309
    56.2 of words are in the 2000 most common words
    68.6 of words are in the 5000 most common words
    73.3 of words are in the 8000 most common words
    Each bar represents the percentage of words per 1000 most common words.